http://www.casertace.net/altri-comuni2/mad...a-20140919.htmlLA LETTERA. IL DIRETTORE DEL VILLAGGIO DEI RAGAZZI apre il suo bignamino e fa una lezione di diritto al colonnello Del Monaco. Casertace si inserisce e dice la sua
Ospitiamo volentieri l'intervento dell'attuale guida operativa di un ente subissato da quasi 20 milioni di euro di debiti. Ribadiamo iL concetto: il problema della fondazione non è rappresentato dalla chiusura dei rubinetti dello stato, della regione e di altri enti pubblici territoriali
Giusto Nardi e Antonio Del Monaco
Giusto Nardi e Antonio Del Monaco
MADDALONI – Non ci compete la funzione di difensori d’ufficio delle tesi espresse dal colonnello Del Monaco nell’intervista rilasciatasi nei giorni scorsi. Il pensiero del promotore del comitato pro Villaggio dei Ragazzi è una sua esplicitazione personale di cui noi ci limitiamo a prendere atto. E’ un’ espressione del pensiero che noi accogliamo in maniera esattamente speculare a quella che, oggi, il direttore della fondazione Giusto Nardi ci ha inviato e che ci gratifica, rendendoci possibile la realizzazione di un ruolo di mediatore dell’informazione e di un dibattito che, al di là delle ragioni e dei torti, non può che far bene alle necessità e alla prospettiva di questa istituzione cara alla memoria del passato, ma anche del presente, dei maddalonesi e dei non maddalonesi.
Detto questo, però, ci dispiace che il direttore Nardi si faccia ispirare solo dall’intervista rilasciata dal colonnello Del Monaco per farsi vivo e per uscire allo scoperto. La sua ricostruzione storica dell’evoluzione del diritto in tema di finanziamenti pubblici ad enti esterni al settore pubblico è interessante, ma affronta la questione muovendo da un presupposto troppo generale, troppo fondamentale per esaurirla e per permetterci di affermare che la scoperta dell’acqua calda, e cioè che anche enti privati possano ricevere finanziamenti pubblici perchè questo principio è scritto in una sentenza della corte costituzionale, possa abbracciare ed esaurire l’intera materia dell’agibilità di ogni soggetto privato, seppur erogatore di servizi pubblici e seppur partecipato da enti pubblici, rispetto alle procedure di erogazione di danari, tratti dalla res publica.
Dunque, direttore, niente lezioncine, perchè la giurisprudenza contiene meandri ed interstizi a iosa e l’errore, la sorpresa, possono trovarsi sempre dietro l’angolo.
Dicevamo che ci dispiace, che lei, invece, non abbia trovato nel milione di notizie e di documenti che noi abbiamo pubblicato sul crack finanziario, provocato da coloro che l’hanno messa su quella poltrona, argomenti di confronto e di confutazione. Non abbia trovato, nelle vicende oblique e tutt’altro che chiare delle fondazioni collaterali, messe in piedi da don Cavallè, nell’attività di regnum cristi, braccio secolare dei Legionari di Cristo, argomentazioni da contestare e confutare. Il problema della fondazione Villaggio dei Ragazzi non è rappresentato dalla riduzione o dall’annullamento dei flussi di finanziamento pubblico e questo, Nardi, lei lo sa bene. E sa bene che se tutto questo sta succedendo è perchè, quelli che l’hanno messo su quella poltrona, hanno distrutto la fondazione. E ora, direttore, tiri fuori gli attributi e ci rimproveri, se ne ha il coraggio, di essere demagogici, apodittici e poco argomentati quando affermiamo le cose che affermiamo. Ce lo dica, e soprattutto ci dica perchè, quando sosteniamo che i Legionari di Cristo hanno distrutto il Villaggio, affermiamo un’inesattezza. Ci deve dire perchè e deve rispondere alle nostre domande. Se si mostrerà disponibile a ciò, le faremo un applauso. Altrimenti….
Gianluigi Guarino
QUI SOTTO LA LETTERA INVIATACI DA GIUSTO NARDI
Egregio Direttore,
le do atto che quanto riporta nei suoi articoli sul Villaggio è quasi sempre ben documentato. Mi è anche
capitato una volta di venire su CasertaCE per consultare un documento che mi interessava e non trovavo
nel mio ufficio. Con la stessa sincerità le dico che spesso non condivido certe interpretazioni ed opinioni
personali e commenti, ma questa è un’ altra storia.
Le scrivo perché mi deve consentire di puntualizzare le affermazioni fatte nella intervista da me letta il giorno
9.9.2014 e che riguarda il Villaggio. Il suo giornale è molto letto. Al punto in cui siamo si deve precisare.
Lo faccio per chiarezza e semplicità nel testo dell’intervista limitandomi alle parti che non condivido perché,
a mio avviso, inesatte e senza spirito polemico ma solo per contribuire ad una informazione corretta.
DEL MONACO: La situazione del Villaggio non è affatto rosea. Qual è il vostro scopo?
Come comitato chiediamo trasparenza. Il Villaggio è in dissesto finanziario e il paradosso è che coloro che hanno causato questo collasso economico sono gli stessi che devono sanarlo, e questo è l’assurdo. Il bilancio è in negativo su tutte le voci ormai da tempo. La regione doveva controllare e vigilare assieme al comune, perché non è intervenuta quando la situazione debitoria cominciava a lievitare? Inoltre, da febbraio 2014, il Villaggio è a tutti gli effetti un ente privato, come può adesso attingere al denaro pubblico? A queste domande stiamo cercando di rispondere, ma non è facile.
Vediamo se ho capito bene:
se il Villaggio è ente di diritto pubblico può ricevere finanziamenti, se ente di diritto privato non può ricevere
finanziamenti.
Fortunatamente (o sfortunatamente) non siamo fermi alla legge 6972 del 1890: c’è stata una evoluzione
delle leggi, che ha avuto origine dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 173 del 30.7.1981, che ha portato
al venir meno della esclusività dell’assistenza sociale detenuta dagli enti pubblici e dagli enti di diritto
pubblico.
Quello che conta, per avere il finanziamento, non è lo stato giuridico ma quello che si fa col finanziamento.
Porto un esempio, così parlo di un’altra cosa a me cara, l’ITS (Istituto Tecnico Superiore per la Mobilità
Sostenibile, unico in Italia nel settore ferroviario e con sede, per legge, a Maddaloni e di cui è scuola di
riferimento l’Istituto Tecnico del Villaggio ): l’ ITS è una Fondazione (come tale di diritto privato perché
come è noto non esistono fondazioni di diritto pubblico) e riceve per le sue attività istituzionali, per legge, un
contributo che è per il 70% a carico dello stato e per il 30% a carico della Regione.
Il Villaggio, nel suo nuovo stato giuridico di ente di diritto privato, può avere finanziamenti. E deve averli.
Sono già stanziati. Sostenere il contrario è un atto contro i lavoratori del Villaggio. Quello che affermo non
nega assolutamente il dovere della trasparenza ed il diritto al controllo. Ossia: come verranno utilizzati i
fondi che ci verranno erogati? Saremo a disposizione, ogni giorno, per mostralo. Una precisazione: il grosso
della massa debitoria relativa agli ultimi anni è relativa a fondi mai erogati.
DEL MONACO: Quali azioni avete intrapreso per cercare di chiarire questa situazione?
Innanzitutto, abbiamo chiesto alla regione il commissariamento dell’istituto perché, in questo momento, non può più essere gestito da chi ha contribuito al suo fallimento. Abbiamo scritto alla commissione anti corruzione sulla trasparenza presieduta da Raffaele Cantone. Abbiamo chiesto al sindaco Rosa De Lucia i documenti dell’intero iter che ha portato al deficit ma non abbiamo avuto risposta, se non che anche il comune sta aspettando la stessa documentazione dai legionari: a quanto pare, nessuno vuole tirare fuori i documenti. In uno degli incontri con il sindaco, infine, Rosa De Lucia non ha voluto prendere posizione, preferendo aspettare: credo che, come istituzione, avrebbe dovuto chiedere il commissariamento alla regione, una richiesta che avrebbe di certo avuto una certa valenza istituzionale. L’ente comunale non poteva non sapere quello che stava succedendo. Non solo. La delibera di sopra indebitamento fu votata all’unanimità, quindi anche da parte del delegato del comune, dall’intero consiglio di amministrazione.
Dal 17 gennaio 2014 ho fatto sapere con ogni mezzo che sono a disposizione per fornire qualunque
documento che riguardi il Villaggio.
Nessuno, a parte le rappresentanze sindacali, mi ha chiesto la copia dei bilanci che sono tutti depositati
in Regione Campania, Centro Direzionale, Isola 6 ,6° piano. Mi sono procurato il numero telefonico del
col.del Monaco, ho telefonato dicendogli che sarei stato a disposizione per fornire qualunque informazione
e per incontrarlo. Non ho avuto fortuna. Nessuno, mai, mi ha chiesto documenti, quindi mai ho rifiutato di
consegnare documenti.
Ho pubblicizzato un numero di cellulare per i messaggi (non posso materialmente rispondere alle telefonate
di cui non individuo il mittente): tanti messaggi incoraggianti e tanti distruttivi ma nessun messaggio mi è
pervenuto da giornalisti o da persone che dicono di interessarsi del Villaggio. Sono stato nel mio ufficio tutto
il mese di agosto, tranne il 14, per dare un volto al Villaggio e per dare risposte ai lavoratori disperati, perché
senza stipendio, ed alle finanziarie che chiedevano e chiedono spiegazioni.
Per quanto riguarda il commissariamento: si faccia quanto prima se hanno deciso di non finanziarci. Sono
arrivato a dire, per iscritto, al Presidente della Regione Campania, che se il problema è la composizione del
CDA, siamo in grado di cambiarlo la sera per la mattina (accadeva in tempi non sospetti, nel marzo scorso).
Ho ripetuto questa possibilità e disponibilità a tutti i politici di rilevo istituzionale che ho avuto il piacere di
incontrare. Personalmente, visto il vuoto sconcertante che ci circonda, mi auguro che i Legionari decidano di
restare.
DEL MONACO: Anche per il comune pare che gli unici responsabili del disastro siano i Legionari di Cristo…
Alla fine la colpa del disastro si dà alla regione, alla provincia e al comune per il mancato pagamento degli stipendi, dovuto ai crediti che il Villaggio vanta. I legionari non hanno investito un euro nella gestione apportando solo la loro opera spirituale. Il punto è: dove sono finiti quei soldi e perché nessuno ha vigilato denunciando prima questa situazione. Anche le istituzioni hanno dunque le loro responsabilità.
Per raccapezzarsi, bisogna almeno individuare e separare due problematiche: il debito e la mancanza di
liquidità attuale.
Il debito è enorme e nessuno potrà sottrarsi ad ogni approfondimento che dovesse essere richiesto.
Assicuro però che la caccia al colpevole non va condotta nella categoria dei ladri.
La mancanza della liquidità che impedisce oggi di pagare gli stipendi dipende dal mancato versamento delle
somme scritte nel bilancio regionale e riportate nella colonna “cassa”. Un milione per il 2013, di cui erogati
solo trecentomila, ed un milione per il 2014 di cui erogato zero. Attenzione però: se la Regione avesse fatto
i versamenti a bilancio, poco praticamente sarebbe cambiato: ogni mese occorre una cifra enorme, circa
450.000€ per stipendi, compreso tributi e contributi. Aggiungo che gli organici, per quanto riguarda le
scuole, per posizioni non legate alla didattica, sono carenti.
Una precisazione poi che mi riguarda direttamente: se qualcuno vuole credere alla favola delle quattro
relazioni errate, letta non ricordo dove, io mi arrendo.
DEL MONACO: Come si potrebbe salvare il Villaggio?
Dobbiamo salvarlo come istituzione pubblica, come voleva don Salvatore, e recuperare quel contesto educativo che per anni ha aiutato tanti bimbi in difficoltà.
Fatta eccezione per CasertaCE, tutti, al riguardo della trasformazione pubblico/privato, sono stati molto
distratti. Personalmente, nell’estate del 2013 ero al mare. Il Villaggio non mi interessava. Ritengo che il
Villaggio avrebbe potuto aspirare alla trasformazione in ASP. Però rimane una mia opinione che cozza contro
documenti inconfutabili, alcuni dei quali esprimono la volontà del Fondatore (per approfondire posso fornire
copia della G.U dove è possibile gustare un decreto a firma dell’ allora Presidente del Consiglio, Giulio
Andreotti. C’è poi un carteggio originale, disponibile solo per gli studiosi, avente ad oggetto la dimostrazione
che la Fondazione Villaggio dei Ragazzi ha una caratterizzazione religiosa e come tale non passibile di
inglobamento in strutture laiche.
Come potrebbe oggi il Villaggio diventare un ente di diritto pubblico o addirittura un ente pubblico? I termini
per i ricorsi sono scaduti, rimane solo la strada della legge regionale. La faccia chi ha la forza di farlo. Ma
non si evochi la volontà del Fondatore.
DEL MONACO: Il 15 settembre riaprono le scuole in Campania. Le porte del Villaggio resteranno chiuse?
Il liceo scientifico di certo non aprirà e temo anche che la stessa sorte potrebbe toccare al musicale e al coreutico che, in questo momento, rischiano di più.
Ripeto, non è spirito polemico ma è solo rendere onore alla verità: l’accanimento contro gli amministratori
della Fondazione (i Legionari di Cristo) è riuscito solo a concretizzarsi in atti contro la Fondazione. Si è
confuso, e si continua a confondere, gli amministratori con l’Ente. E’ come se io volessi diventare sindaco
di Maddaloni e, per eliminare il sindaco attuale, sganciassi una bomba sulla città. Dimenticando, con
questo atteggiamento, che gli uomini passano e che le idee e le opere rimangono, devono rimanere. Cosa
amministreranno quelli che si propongono come amministratori se il loro sport preferito è quello di
distruggere la Fondazione? Si è arrivati a chiedere di verificare i presupposti giuridici per il mantenimento
della parità delle scuole. Ma se le scuole venissero chiuse, chiedo, chi verrebbe colpito: i Legionari o la
fondazione ed i lavoratori della Fondazione? Se la provincia di Caserta dovesse revocare la convenzione,
chi sarebbero le vittime? I Legionari o i lavoratori e l’ intera comunità che verrebbe privata di un servizio
essenziale e di qualità?
Le scuole hanno registrato una flessione, molto contenuta, per la cattiva pubblicità che ci è stata fatta.
Lo scientifico, il musicale, sono scuole che, secondo me, in partenza non dovevano essere attivate:
mantenerle ora sarebbe stata una pazzia. Attenzione però: il musicale viene chiuso in modo graduale per
evitare disagi agli allievi frequentanti le classi attive nello scorso anno. Non consideriamo gli allievi dei
sacchi di patate che possono essere spostati disinvoltamente da un luogo ad un altro.
DEL MONACO: Come comitato avete chiesto di rispettare il testamento di Don Salvatore D’Angelo. Di cosa si tratta nello specifico?
Nel testamento don Salvatore chiedeva alla curia di definire il suo successore. Ma cosi non è stato. Sono arrivati i legionari che, in tutto questo, hanno anche cambiato lo statuto. Se realmente i legionari sono colpevoli devono pagare.
Mi astengo da ogni commento. Faccio solo notare che io non nomino mai il Fondatore del Villaggio perché
temo di commettere un sacrilegio: sfruttarlo da morto.
DEL MONACO: Se la situazione non dovesse risolversi o sbloccarsi, come vi comporterete?
Non resterà’ che presentare un esposto alla procura della repubblica per accertare le eventuali responsabilità penali in questa vicenda. Il nostro scopo è, e resta, il commissariamento, da ottenere il prima possibile.
La validità, l’ attualità ed il destino del Villaggio lo farei decidere, senza appello, agli ex allievi. Quelli
storici, che quando mi incontrano esprimono simpatia ed incoraggiamento, e quelli giovanissimi che si sono
diplomati in tutti questi anni. Loro sono i giudici naturali del Villaggio. Il resto è gente che approfitta. Mi
piacerebbe tanto avere questo verdetto prima che il mio tempo finisca.
Grazie a CasertaCE per l’ospitalità che mi vorrà concedere
Giusto Nardi
[email protected]