www.casertace.net/cronaca/villaggio...r-20140805.htmlVILLAGGIO DEI RAGAZZI IL DOCUMENTO ESCLUSIVO. La lettera con cui Nunzio Cappuccio inchioda i legionari di Cristo: “Io cacciato per non aver avallato l’operazione economica con la holding Integer”
Cappuccio, scomparso pochi mesi fa, è l'uomo che ha favorito, su richiesta di Andreotti e don Salvatore d'Angelo, l'arrivo dei Legionari di Cristo a Maddaloni. In una lettera al Direttore Generale del Regnum Christi, di cui pubblichiamo ampi stralci, denuncia il tentato business di Don Cavallé e dei Legionari attraverso la holding Intergest che, a livello internazionale, gestisce i beni dell'ordine. Una operazione contraria alla legge canonica e che, per il Villaggio dei Ragazzi, avrebbe contraddetto anche le normative regionali.
In primo piano P. Luis Garza (a sinistra) e Don Miguel Cavallé. Alle spalle Matrisciano.
In primo piano P. Luis Garza (a sinistra) e P. Miguel Cavallé. Alle spalle Matrisciano.
MADDALONI – Due giorni fa abbiamo raccontato i retroscena del brevissimo incontro tra i padri Legionari di Cristo del Villaggio dei Ragazzi e Papa Francesco, durante l’udienza privata concessa a tutto il clero diocesano, e il rammarico di P. Miguel Cavallè per essere stato escluso da tale storico evento (
www.casertace.net/altri-comuni2/mad...i-20140802.html). Il suo dispiacere deve essere diventato ancora più forte quando si è reso conto che in prima fila alla messa del Papa c’era anche il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, con cui, come è noto, non corre buon sangue da quasi tre anni (
www.casertace.net/cronaca-bianca/do...o-20131104.html). Per cui, don Cavallè, ispirato dalla parole pronunciate dal Papa in piazza Carlo III e non contento del “tweet” rivolto al suo amico Antonio Bassolino circa due mesi fa e su cui già ci soffermammo – “Caro presidente @a_bassolino, ci manca al @villaggiodr. Con lei al governo eravamo al sicuro; ora invece…” – domenica 27 luglio alle 18:31 ha pensato bene di scrivere, sempre su Twitter, questo messaggio: “@StefanoCaldoro Allora, al Villaggio dei Ragazzi, signor Presidente, la Regione Campania vuole ridare la speranza?”
L’intento di Cavallè è chiaro, ricordare al presidente Caldoro la promessa, fatta oltre un mese fa e non ancora mantenuta, di sbloccare in 15 giorni il milione e 700mila euro di fondi arretrati attesi dal Villaggio, ma è facile immaginare che il legame tra Caldoro e la Fondazione non migliorerà di certo dopo quest’ennesima critica di don Cavallè al successore di Bassolino.
Nel frattempo, però, apprendiamo da un comunicato della Fondazione che dopo l’incontro del 26 luglio si sarebbero rafforzati i rapporti tra il Villaggio dei Ragazzi e Papa Francesco (
www.villaggiodeiragazzi.it/index.ph...a-photogallery/); in merito abbiamo ovviamente i nostri dubbi, ma una cosa è certa, e la vogliamo dire a chiare lettere a Michele Cerreto; Papa Francesco è “al secolo” Jorge Mario Bergoglio e non si chiama Jose come scritto nella “velina” uscita dal ufficio del Villaggio retto da quello che è anche il vicesindaco di Maddaloni.
Detto questo, veniamo ora al vero tema di questo articolo. Già due mesi fa pubblicammo, in esclusiva, il testo integrale della lettera inviata a inizio 2009 dall’ex amministratore della Fondazione Nunzio Cappuccio all’allora vicario generale nonché direttore territoriale (provinciale) per l’Italia dei Legionari di Cristo, P. Luis Garza (
www.casertace.net/altri-comuni2/mad...o-20140523.html), in cui chiedeva ragione del suo improvviso allontanamento dal Villaggio. Oggi siamo in grado di pubblicare un’altra lunga lettera scritta negli stessi giorni da Cappuccio all’allora direttore generale dei Legionari di Cristo, P. Alvaro Corcuera. Entrambi, mittente e destinatario sono morti quest’anno a distanza di pochi mesi e le ben 11 pagine della missiva trasmessa per e-mail il 27 gennaio 2009 ci sono state fornite da uno stretto collaboratore del dr. Cappuccio che, per volontà della vedova, ha avuto accesso al suo computer.
nunzio cappuccioo
Nunzio Cappuccio
Cappuccio scrive a P. Alvaro per informalo di “Fatti compiuti da un Suo confratello (P.Miguel Cavallè) contro la mia persona [Cappuccio], che rivelano un atteggiamento inaccettabile, … per odio irredimibile ed immotivato, premeditazione, arroganza, modo di manifestarsi, determinazione cattiva e mancanza di carità”.
Poiché non conosce personalmente il direttore generale dei Legionari, l’ex amministratore del Villaggio fornisce prima il suo curriculum professionale (avvocato, ex direttore generale di Condotte d’Acqua, società del Gruppo IRI, docente universitario ecc.), ma subito dopo il suo “Cursus honorum presso il Regnum Christi”(braccio laico dei Legionari), raccontando anche il suo “approdo al Villaggio”. Ecco cosa afferma: “Nel 1992 venni avvicinato da due Suoi conterranei Fratello Pablo Oiarzàbal (Guadalajara) e Padre Alberto Villasana [ora ex sacerdote, noto giornalista e scrittore messicano], di cui sono tuttora fraterno amico e corrispondente, e subito dopo aderii al nascente in Italia Regnum Christi per Signori (penso di essere stato uno tra i primissimi, assieme a Imperatori, Giustiniani [Pasquale Giustiniani, ex direttore centrale della Banca d’Italia] e qualche altro), mi incorporò proprio Padre Luis Garza nel 1992. Ora ho compiuto 17 anni di adesione con piena operatività ed impegno. Nel 1999 fui contattato dai miei amici Sen.G.Andreotti e don Salvatore d’Angelo (Fondatore del Villaggio dei Ragazzi) che mi sapevano coinvolto con i Legionari di Cristo, per sottopormi l’offerta del Villaggio alla Legione e mi adoperai per una serie di incontri, di cui uno storico con Ns.Padre [Marcial Maciel Degollado, fondatore dei Legionari, accusato tra l’altro di pedofilia e abuso di droga, che Benedetto XVI definì “falso profeta”] Da Ns.Padre, per il tramite di P.Evaristo Sada [per molti anni segretario generale dei Legionari], venne la proposta di accettare la funzione eventuale di amministratore del Villaggio, la scelta avveniva sopratutto per le mie esperienze gestionali e la conoscenza delle difficoltà ambientali ed umane (dalla camorra alla politica locale), quindi avrei dovuto essere qualcosa di più del semplice contabile amministratore, in quanto delegato di fatto alle relazioni con il mondo esterno, in modo da essere quello che si esponeva, rispetto ai Padri: accettai. Il resto è Storia.”
Qui iniziano le lamentele di Cappuccio e il racconto di come sia stato sollevato improvvisamente dal suo incarico: “Tra il 23 ed il 25 ottobre 2008, sono stato letteralmente “buttato fuori” dal Villaggio, all’improvviso, senza preavviso e senza alcuna motivazione imputatami, nonché dall’incarico e dalla posizione ricoperta, dandomene comunicazione scritta con una copia di una lettera inviata alle autorità esterne informate così della mia espulsione prima di me!
Tale metodo, in Italia almeno, è sempre considerato infamante, come se fosse stata scoperta qualche mia gravissima mancanza, o addirittura di peggio !”
I rapporti tra Cappuccio e Cavallè erano stati ottimi fino al 2006, anno in cui Cappuccio chiese al padre catalano di diventare consigliere del cda della Fondazione in quota legionaria: “…Fino a quel momento il rapporto era stato perfetto sotto tutti i profili: P.Cavallè, era per me e Pina [la moglie ] un fratello, un figlio ed un padre e noi da lui eravamo rispettati con amicizia, affetto e cordialità, anzi vigeva un motto benedettino tra noi: lavorare in letizia!
Oggi, dopo i gravi insulti ricevuti direttamente del tipo: “vecchio rimbambito”, “povero invalido”, con amarezza mi viene da pensare che quel primo atteggiamento di bonomia e rispetto nei miei confronti fosse dettato unicamente da una forma di gratitudine “contabile”per quanto io mi ero prodigato in sua difesa quando scoppiò lo scandalo contro la sua persona per presunta pedofilia, che attivò pesantemente Magistratura, Ministero dell’Istruzione nazionale, Prefettura, Regione e Forze di Polizia; vennero inviati ispettori che condussero interrogatori sia ai minori coinvolti che allo stesso P.Miguel. Ella ne sarà stato certamente informato, forse non è al corrente però in che misura mi attivai per sostenerlo e trarlo d’impaccio, assumendo la sua difesa formale in tutti gli interrogatori; Ebbi una serie di incontri con Prefetto, Questore, Comandante Provinciale Carabinieri e magistrati: addirittura mi feci carico io personalmente di presentare una mia denuncia contro ignoti per calunnie presso la procura della Repubblica di S.Maria Capua Vetere, per far sì, e fummo fortunati, che il Magistrato inquirente si preoccupasse un po’ e frenasse i propri pruriti di scoop per un’azione contro un prete… All’epoca la faccenda venne seguita costantemente, mio tramite, da ns.Padre e da P.Luis (Garza, ndr).” Insomma, dalle parole di Cappuccio si evince chiaramente che tutti i vertici della Legione erano al corrente, fin dal primo momento, delle gravissime accuse a carico di P. Miguel, di cui abbiamo ampiamente parlato nella decima puntata della nostra documentata inchiesta sul “faraone” del Villaggio, ma mai nessuno, in tutti questi anni, si è deciso a rimuoverlo da una posizione che gli ha permesso di stare a stretto contatto con migliaia di bambini, ragazzi e giovani adolescenti, nonostante a parole i Legionari di Cristo abbiano dichiarato di aver, in altri casi simili, “applicato misure cautelari restringendo il ministero sacerdotale dell’accusato perché la protezione dei bambini e delle comunità è prioritaria per la congregazione, senza per questo anticipare una decisione sulla sua colpevolezza”.
Torniamo al racconto di Cappuccio, dopo due anni di attesa riesce finalmente nel 2008 a diventare consigliere del cda, ma i problemi per lui sono appena iniziati: “Onde dare da parte mia il massimo delle garanzie di lealtà e rispetto verso la Legione di Cristo, che doveva mantenere il controllo di maggioranza nel Consiglio, io stesso proposi una mia lettera di dimissioni in bianco, data da me poi a P.Jacobo (Jacobo Muñoz, all’epoca direttore territoriale per l’Italia dei Legionari, ndr), da usare ovviamente solo in caso che il mio comportamento fosse stato dannoso o di scandalo per la Legione. (lettera che venne usata nell’ottobre 2008 per farlo “uscire di scena”, come accenna più sopra lo stesso Cappuccio e come vi abbiamo raccontato due mesi fa pubblicando la missiva a P.Garza, ndr) Ma, appena finiti i problemi in Legione, iniziarono tanti ostruzionismi strani in sede Regione Campania a Napoli, il Consulente che avevamo dr.Pietro Matrisciano, trovava enormi difficoltà, a suo dire, a far ratificare la mia nomina,…A questo punto, e soltanto alla fine del “coup de theatre”, ho capito tutto: le difficoltà venivano sempre dalla stessa mano di P.Cavallè, sia prima che dopo, prima in casa legionaria, poi usando in Regione il mio “giuda”, che poi mi ha sostituito dopo la mia eliminazione completa (il riferimento è allo stesso Matrisciano, ndr): era tutta una trama ordita e diretta da un unico regista ! Se fossi restato alle sue dipendenze dirette: andava tutto bene, nel momento in cui assurgevo (!) al rango di consigliere, suo pari grado, andavo eliminato.”
Il discorso di Cappuccio continua con una serie di congetture sugli altri possibili motivi dell’improvviso allontanamento e alla fine si sofferma su uno già evidenziato nella lettera di pochi giorni prima a P. Luis Garza (quella pubblicata due mesi fa); infatti, afferma: “…mi sorge il sospetto che la mia figura fosse per qualcuno di ostacolo alla realizzazione in Maddaloni del progetto INTEGER.” Il Grupo Integer era una holding internazionale gestita da laici del Regnum Christi che controllava il patrimonio dei Legionari di Cristo attraverso una complicata rete di partecipazioni azionarie e società multinazionali molto difficile da ricostruire, ma facente capo direttamente a P. Luis Garza. Tale rete è stata recentemente smantellata dal cardinale Velasio de Paolis, fino a pochi mesi fa delegato del Santo Padre per la Legione di Cristo, dopo che nel febbraio 2009 sono emersi i gravi scandali a carico del fondatore Marcial Maciel. La vera anomalia stava nel fatto che il patrimonio della congregazione non era gestito direttamente dalla stessa, come prevede il diritto canonico, ma da un terzo, Integer appunto, esterno all’ordine religioso. Una stranezza che Cappuccio ha evidenziato con alcuni anni di anticipo proprio in questa lettera al direttore generale, nella parte in cui espone le sue perplessità sull’applicazione del modello Integer al Villaggio; ma l’ex amministratore, a nostro avviso, ha profetizzato anche gli attuali gravissimi problemi finanziari del Villaggio, sommerso da quasi 18 milioni di euro di debiti, quando, parlando della Fondazione e di come i legionari siano riusciti ad ottenerne il controllo nonostante l’assenza di una valida dichiarazione di volontà da parte di don Salvatore d’Angelo (circostanza fondamentale che abbiamo evidenziato nella seconda puntata della nostra inchiesta e su cui ci soffermeremo nuovamente in un prossimo articolo), così si è espresso: “…è necessario che mi limiti a quanto conosco alla perfezione, forse come nessun altro, dopo il povero don Salvatore d’Angelo: il Villaggio dei Ragazzi. …I Legionari hanno ricevuto la Fondazione dal Fondatore don Salvatore d’Angelo in eredità “anomala”, cioè non valida, ma l’anomalia è stata sanata dalla Regione Campania che ha accettato nel 2000 il trasferimento gestionale, ma non in quanto passaggio di proprietà, bensì come delega alla gestione.
Infatti è stata accettata la formula della modifica di Consiglio (unico organo collegiale deliberante) nello statuto, per cui i legionari sono stati immessi nel Consiglio di Amministrazione in numero maggioritario (4 membri su sette) cioè il Villaggio resta della Regione, i Legionari possono solo gestirlo ed in modo corretto. Ove ci fosse una decisione non conforme alle prerogative fissate, la Regione certamente ha il diritto (magari non lo farà), di nominare un “commissario ad acta” e sciogliere il Consiglio di Amministrazione e liberare i Legionari dall’incarico detenuto, senza nulla a pretendere.
Attualmente è ancora una I.P.A.B. (acronimo che sta per Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficienza), ma una legge nazionale del 2000, fissa la scomparsa di tale figura giuridica e la trasformazione delle opere interessanti la comunità in A.S.P. (Aziende di servizio pubblico alla persona),di stretta dipendenza regionale,… Tale modifica è ancora inapplicata in quanto è stata data delega alle Regioni di legiferare la parte attuativa per ogni area, ma ormai è quasi fatto tutto: il grosso rischio è che proprio in questo momento così delicato, tale improvvisa mutazione di strategie e di interfaccia umano potrebbe essere estremamente deleterio per l’interesse legionario a causa della stupidità e della miopia di qualche suo confratello, Ecco il grande errore nato da scelte ego[is]tiche ed errate, ma a me anche ciò non riguarda più !” Che dire, non si può certo dare torto a Cappuccio, visto che
il Villaggio rischia di perdere i finanziamenti pubblici necessari a mantenerlo in vita in questo delicatissimo momento proprio perché la Regione Campania qualche mese fa ha rigettato la proposta di trasformazione in ASP.
Segue infine l’amara conclusione della missiva: “non posso accettare che dopo otto anni di grossi sacrifici fatti unicamente per la Legione di Cristo, debba essere buttato via all’improvviso come immondizia, meritavo di lasciare il Villaggio con tutti gli onori e non con onta com’è accaduto, addirittura vengono perseguitati i dipendenti se sorpresi a contattarmi telefonicamente !” …Non nascondo che tutto questo sta avendo gravi conseguenze per la mia salute fisica e spirituale…Ecco perché, stimatissimo Padre, ho preso un’altra decisione, questa più importante e più dolorosa, almeno per me… intendo presentarLe, congiuntamente a questo scritto, le mie dimissioni da Membro cofondatore del Regnum Christi e di mia moglie Giuseppina… lascio comunque a Lei la decisione di accettarmele o respingerle…”
Questo, in sintesi, il contenuto di tale lettera a dir poco “scottante”, dalla quale emerge un fatto incontrovertibile, non si può capire bene la storia recente del Villaggio dei Ragazzi se non si mette a confronto con quella, ancora in parte oscura, della discussa congregazione dei Legionari di Cristo che, negli ultimi 13 anni, ha gestito la fondazione maddalonese come una sua esclusiva proprietà.
PUBBLICATO IL: 5 agosto 2014 ALLE ORE 17:28
Edited by GalileoGalilei - 9/8/2014, 09:21