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Maddaloni. Buco da 33 mln di € nelle scuole dei Legionari di Cristo, 5 condanne e 5 assoluzioni per violenze al Villaggio dei Ragazzi. Prescrizione salva 3 imputati

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view post Posted on 19/6/2014, 05:49
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A quanto pare 94 dei 250 dipendenti saranno licenziati e saranno ridotte parecchie classi e insegnamenti

http://www.casertace.net/altri-comuni2/mad...0-20140618.html


MADDALONI VILLAGGIO DEI RAGAZZI. Gli amici di Don Cavallé diventano, all’improvviso canterini e scaricano la colpa del disastro sui soldi che la Regione non dà più. Venerdì pubblicheremo tutte e 10 le puntate della nostra inchiesta e così vediamo se è colpa della regione o della gestione dissennata targata Legionari di Cristo

A Maddaloni dovrebbero arrivare Caldoro, che sente odore di campagna elettorale e quindi dovrebbe essere in vena di promesse; Zinzi che per mantenere un presunto riferimento elettorale, sta buttando via soldi a palate per alimentare scelte dissennate, operate dalla fondazione e la sindachessa De Lucia che fa "ammuina" e basta In due giorni tre comunicati stampa, quanti il villaggio ne aveva fatti in dodici anni. QUI SOTTO IL VIDEO DI UNA FESTA GAIA SVOLTASI NEL VILLAGGIO DEI RAGAZZI CON DON CAVALLE' NELLA VESTE DI ANFITRIONE







cavallè

MADDALONI – In questi giorni, improvvisamente, la fondazione Villaggio dei Ragazzi di Maddaloni si è trasformata in una canarino che canta a squarciagola e sforna comunicati stampa, neanche si trattasse di un’associazione folcloristica che annuncia il suo carnet di concetti nelle contrade campagnole, durante le notti d’estate.

Dunque, la riservatezza, l’alterigia di un tempo sembra essere un ricordo lontano. Il cambio di strategia nella comunicazione, coincide, manco a dirlo, e sicuramente per pura coincidenza, con il precipitare della situazione finanziaria della fondazione, fondata da Don Salvatore D’Angelo che, ormai, è stata certificata e ammessa anche dai suoi amministratori attuali.

Una condizione prefallimentare che, secondo uno dei tre comunicati stampa, pubblicati nelle ultime ore sul sito ufficiale della fondazione, sarebbe stata causata dalla drastica riduzione dei trasferimenti da parte della Regione. Solo questo e non altro secondo un Cda, che pur avendo cambiato, nelle ultime settimane per l’ennesima volta il presidente e il vicepresidente, non riesce a fornire quel chiaro messaggio di discontinuità che può essere dato solamente attraverso una uscita definitiva di Don Miguel Cavallé, cioè dell’uomo, evidentemente ancora protetto dai Legionari di Cristo, che questa gestione ha avuto nelle mani negli ultimi 12, 13 anni.

Siccome CasertaCe non è né “la marchetta”, né un qualsiasi reggicoda dei potentati locali, siccome il nostro unico obiettivo è quello di verificare come venga usato il pubblico danaro, provvederemo dopodomani a consegnare, via web o, qualora ci dovesse pungere l’estro a mano, le dieci puntate della nostra inchiesta che abbiamo intenzione, forse già a settembre, di far diventare un libro.

Il trasferimento di 5 milioni di euro, di cui lamentano il taglio quelli del Cda, evidentemente ancora pendenti dalle labbra di Don Cavallé, Bassolino li promise pochi mesi prima delle elezioni del 2010 quando il governatore già sapeva che non sarebbe stato più ricandidato. Caldoro si è trovato a fare i conti con un fardello pesantissimo e ha dovuto tagliare. Ma affermare oggi che la colpa del disastro economico della fondazione sia solamente frutto di questa decurtazione di fondi, significa mentire, sapendo, per di più, di mentire. A quelli della fondazione diciamo: perché con tre camerate pronte e disponibili, si sono affittati, a canone d’oro i locali dell’ex re burlone? Questo è uno solo degli esempi dello spreco vergognoso, che è stato perpetuato nella fondazione negli anni scorsi. Di esempi di questo tipo, nelle dieci puntate della nostra inchiesta ne sono citate almeno 30. Venerdì mattina abbiamo intenzione di sciornarli tutti, così vediamo se Caldoro e Zinzi continueranno a buttare via soldi, senza avere la garanzia di un radicale cambio di rotta nella gestione dissennata della fondazione che si sta traducendo nella chiusura di molte strutture scolastiche interne e con una disoccupazione di decine e decine di persone.

Gianluigi Guarino





QUI SOTTO IL COMUNICATO STAMPA UFFICIALE SULLA SITUAZIONE FINANZIARIA DEL VILLAGGIO.

“Si rende pubblico questo comunicato sull’attuale situazione di crisi finanziaria e su altre questioni riguardanti la Fondazione Villaggio dei Ragazzi – don Salvatore d’Angelo con la finalità di mantenere informata la grande comunità del Villaggio, la Città di Maddaloni e quanti seguono con interesse la vita della Fondazione.

Come molti sanno, il Villaggio (nato nel 1947) è un’opera con finalità statutaria rivolta principalmente all’assistenza e alla formazione dei ragazzi disagiati che consta in questo momento di tre strutture residenziali (circa 80 ragazzi in convitto), di 6 scuole medie-superiori (tra licei e istituti tecnici e professionali) e di altri centri scolastici: il Centro di Formazione Professionale, la Scuola Superiore Universitaria di Mediazione Linguistica, l’Istituto Tecnico Superiore per la Mobilità Sostenibile (ente promotore e capofila) e la Scuola Regionale di Alta Formazione Aeronautica (socio-fondatore). In tutto, il numero di allievi supera le mille unità (di cui la maggior parte con borsa di studio totale o parziale) e ci lavorano stabilmente più di 250 dipendenti.

Il suo sostentamento è basato principalmente sui fondi provenienti dalla Regione Campania (un’altra percentuale minore arriva dalla Provincia di Caserta, dai contributi delle famiglie degli studenti e da altri ancora). Con la Regione Campania, infatti, è in essere un Protocollo d’intesa del 19 marzo 2010, firmato dall’ allora Presidente della Giunta Regionale, Antonio Bassolino, per una durata di cinque anni fino a marzo del 2015, che la impegna a sostenere le attività in essere nella Fondazione e altre messe in atto ulteriormente.

Nel 2008, 2009, 2010 i fondi erogati dalla Regione Campania in favore della Fondazione sono stati di cinque milioni di euro per ogni anno (anche se nel 2009 furono liquidati soltanto tre). In questo periodo il Villaggio è cresciuto e si è sviluppato anche con l’appoggio degli altri enti locali, tutti concordi nella volontà di sviluppare la struttura e rinnovare ogni anno l’impegno con il Villaggio.

Dal 2011, invece, i fondi che la Regione Campania ha messo a disposizione sono radicalmente e improvvisamente diminuiti. Infatti, sono stati circa due milioni per il 2011 e il 2012 e un milione per il 2013 e 2014 (si precisa che del 2013 sono stati liquidati a oggi soltanto 300.000 euro e ancora niente è stato impegnato per il 2014). Per questo, dal 2011 ha cominciato a manifestarsi nella Fondazione un sovraindebitamento che oggi arriva ai 15 milioni e che a dicembre 2014 si proietta in circa 17 milioni. Di fronte all’improvvisa mancanza di risorse finanziarie, si è preferito salvaguardare prima i dipendenti, garantendo loro lo stipendio per mantenere la stabilità delle famiglie, e quindi sacrificare il pagamento dei contributi statali e previdenziali. Il mancato pagamento dei contributi ha provocato il successivo aumento del debito per multe e interessi applicati. C’è una piccola parte del debito che invece si riferisce ai fornitori, ad alcuni contratti di opera intellettuale e ad alcuni affitti per aule scolastiche.

Il Consiglio di Amministrazione, di fronte a questa situazione, non è rimasto inoperoso né tantomeno ha nascosto questa realtà. Infatti, nel 2012 l’amministrazione della Fondazione ha messo in atto una strategia di risparmio, di austerity e di riorganizzazione, per abbassare i costi generali della struttura senza intaccarne la qualità dei servizi. Nel 2013 i frutti di questo piano sono stati tangibili, consentendo un risparmio di oltre un milione e mezzo di euro rispetto all’anno precedente. Non è stato possibile fare altro perché la stragrande maggioranza del costo che la Fondazione sostiene riguarda il personale impegnato nelle scuole, nel servizio di assistenza e nell’amministrazione.

In parallelo, tenendo presente che il Villaggio ha sempre portato avanti la sua importante opera grazie ai fondi erogati da parte dello Stato, l’allora Presidente della Fondazione ha continuato a intessere relazioni con la Regione per insistere ripetutamente sull’urgente necessità di contare sui fondi regionali necessari per garantire le attività della Fondazione. Seguendo il principio del bene comune era ragionevole prevedere che la riduzione dei fondi da parte della Regione Campania si superasse entro poco tempo e che presto si sarebbe ritornati a un contributo più consistente (dell’ordine di cinque milioni annui), considerando la sensibilità che la Regione aveva sempre manifestato nei confronti della Fondazione e visto il suddetto protocollo d’intesa del 19 marzo 2010. Costatando, però, che la Regione Campania non riportava i suoi contributi ai valori precedenti, e che il debito aumentava consistentemente, senza attendere oltre, sono state prese puntualmente e diligentemente altre iniziative orientate ad affrontare la complessa congiuntura che stava maturando.

Infatti, il 21 giugno 2013 il Consiglio di Amministrazione della Fondazione, con delibera n. 06/2013, diede mandato all’unanimità al Presidente del Villaggio di procedere a una più approfondita analisi per il ricorso alla legge 3/2012, che introduce un procedimento per la composizione delle crisi da sovraindebitamento. Da allora si è lavorato per identificare le misure adatte e appropriate alla nostra realtà, con l’aiuto degli esperti, fino ad arrivare alle conclusioni che sono ormai pronte per essere approvate quanto prima dal Consiglio di Amministrazione e che ci porteranno alla soluzione del problema.

Consapevoli della necessità di uno sforzo condiviso per il sostentamento del Villaggio e come parte della strategia di risanamento finanziario, è stato attivato, tra gli altri anche un nuovo sistema collaborativo di pagamento da parte delle famiglie degli allievi in ingresso al primo anno. Il sistema è basato su modesti contributi fatti dalle famiglie e proporzionati al reddito familiare, che incrementano gli introiti e la liquidità della Fondazione consentendone la continuità del servizio. Questa misura ha determinato un aumento degli incassi che è destinato a crescere ancora per i prossimi due anni scolastici (il tempo necessario per completare il ciclo di cinque anni delle scuole). Comunque, questi contributi provenienti da privati non sono somme particolarmente grandi perché la crisi economica, che ancora colpisce buona parte della nostra popolazione, non permette un inasprimento del sistema. Infatti, chi non può collaborare economicamente, per situazioni di particolare povertà, riceve l’assegnazione della borsa di studio completa in accordo con la vocazione d’assistenza per cui il Villaggio ha ragion d’essere.

Con la soppressione, per decisione delle pubbliche autorità, della scuola statale elementare e media “Istituto Comprensivo Villaggio dei ragazzi”, che era attiva all’interno delle nostre strutture, si è di fatto persa la continuità tra la nostra scuola materna e le altre scuole medie-superiori della Fondazione. Questo fatto, accanto al consolidarsi della precarietà economica e situazione di deficit, purtroppo, ha reso necessario, anche se dolorosissimo, la chiusura scuola materna del Villaggio. (Questa scuola non aveva quasi introiti perché orientata ad aiutare le famiglie più bisognose e la spesa pesava notevolmente sul budget della Fondazione).

Alla diminuzione dei contributi regionali si è aggiunta, alla fine del 2013, la diminuzione parziale dei contributi della Provincia di Caserta, inducendo il Villaggio alla chiusura del servizio di semiconvitto della Fondazione perché impossibilitato a finanziarlo.

La Fondazione, a suo tempo, non fece “un passo più lungo della gamba”. Mentre le attività del Villaggio si raddoppiavano (tanto il numero di scuole come di allievi e di personale), la Regione Campania destinava, per tre anni di seguito (dal 2008 al 2010), un contributo di cinque milioni ogni anno (come affermato in precedenza) e manifestava l’intenzione di consolidare questo rapporto di collaborazione con la firma del Protocollo d’intesa. Il Villaggio, in quegli anni, aumentò le offerte formative, diede a più persone (specialmente ai giovani) la possibilità di trovare un posto di lavoro e consolidò il prestigio dell’opera maddalonese.

La situazione di precarietà economica si è aggravata anche per il fatto che il Comune di Maddaloni, a causa della difficile situazione finanziaria che lo mortificava sino al punto di arrivare al recente dissesto finanziario, non ha potuto liquidare alla Fondazione i pagamenti dovuti e relativi ad alcuni servizi di assistenza e all’affitto delle aule per le scuole statali che da anni operano nel Villaggio. Questo debito nei confronti della Fondazione ammonta ad oltre un milione di euro.

Inoltre, sempre per i fondi non liquidati da parte della Regione Campania, il Villaggio dei Ragazzi non ha avuto più le risorse economiche necessarie per affrontare puntualmente il pagamento degli stipendi del personale, dei fornitori abituali e delle altre spese urgenti e ordinarie della Fondazione. Negli ultimi mesi è stato motivo di grande mortificazione il disagio provocato al nostro personale perché ci si è trovati nell’impossibilità di pagare lo stipendio mensile completo ed è stata quindi commessa un’ingiustizia nei confronti di chi, con grande generosità, impegno e responsabilità, si prodiga per la vita di quest’opera benemerita.

I cambiamenti globali, che stanno mutando gli equilibri finanziari mondiali, e la grave crisi economica che da anni colpisce l’Italia, stanno obbligando tutti a cambiare rotta e a trovare nuove strade per il futuro. Questo vale anche per il Villaggio dei ragazzi. La velocità con la quale tutto è precipitato, però, non ci ha dato il tempo necessario per affrontare questa sfida adeguatamente. Le riforme che il Villaggio dovrà sopportare, affinché non siano traumatiche, hanno bisogno di tempo e prudenti decisioni. Nell’ultimo anno questo tempo non c’è stato: invece di concentrarci sul futuro del Villaggio abbiamo dovuto occuparci delle emergenze quotidiane a noi imposte dall’esterno.

La trasformazione del Villaggio dei ragazzi da IPAB di diritto pubblico a Fondazione di diritto privato non è stata una scelta del Consiglio di Amministrazione del Villaggio ma conseguenza di leggi nazionali e regionali. Al riguardo, già dal 2007 la Fondazione si era rivolta alla Regione manifestando la propria volontà di rimanere di diritto pubblico e rendendosi disponibile per qualsiasi collaborazione in ordine al raggiungimento di quest’obiettivo. Inoltre, il Consiglio di Amministrazione della Fondazione ha chiesto formalmente e insistentemente alla Regione negli ultimi mesi, nel tempo dovuto secondo legge, la trasformazione del Villaggio in Azienda pubblica di servizi alla persona, ma la Regione ha respinto ufficialmente più volte questa richiesta. La Regione Campania, inoltre, non ha chiesto al Villaggio nessun ulteriore requisito (né l’elenco del personale né garanzie finanziarie né il ridimensionamento dell’organico, ecc.) per terminare l’iter: il processo di trasformazione è interamente finito secondo quanto stabilito nel regolamento regionale.

Il Villaggio dei ragazzi non è in vendita. Lo studio sul valore dei beni mobili e immobili della Fondazione è necessario per avviare le procedure orientate a trovare soluzioni valide per risolvere il problema del sovraindebitamento. L’ipotesi dell’eventuale ricorso alla vendita di qualche proprietà patrimoniale della Fondazione, come ultima e indispensabile via di uscita al problema che ci assilla, non è né desiderata né auspicata dal Consiglio di Amministrazione.

È ben saputo che il Villaggio ha svolto, e svolge ancora, una missione molto importante e delicata nell’intera Regione Campania da quasi sette decenni e che ha portato avanti un operato efficace e insostituibile per affrontare le emergenze sociali del nostro territorio. Si spera, pertanto, che lo Stato tramite i diversi mezzi e istituzioni a disposizione, con la massima urgenza, sostenga la Fondazione Villaggio dei ragazzi, nella misura necessaria, come ha fatto in passato dalla nascita dell’Ente fino al 2010, affinché possa proseguire le attività il prossimo anno scolastico e in futuro. Questo dovrà essere accompagnato dalla ricerca di alternative fonti di finanziamento per venire incontro alle nuove esigenze del nostro paese. In tal senso si rivolge un accorato invito agli amici della Fondazione che sono stati sempre vicini alla vita di quest’opera e, specialmente, al Presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, affinché ci aiutino a trovare una soluzione valida e rapida che porti stabilità e ci permetta affrontare in modo risolutivo il problema.

Da parte del Consiglio di Amministrazione e della Direzione dell’Ente continua a esserci la massima trasparenza e apertura per risolvere positivamente questa situazione. La disponibilità manifestata anche da parte del Sindaco di Maddaloni, Rosa de Lucia, e del Presidente della Provincia di Caserta, Domenico Zinzi, a collaborare per una tempestiva risoluzione, offre motivi di ragionevole fiducia.

I Legionari di Cristo continuano a impegnarsi con zelo, dedizione, convinzione e tenacia come in passato, a fianco di quanti ci tengono al Villaggio e credono nella meravigliosa missione che quest’opera è chiamata ancora a portare avanti nel nostro territorio, volendo vicini tutti in questo difficile momento.

Nella certezza di aver cercato in questi anni di compiere i passi secondo coscienza e nell’interesse delle persone oggi ci affidiamo alla Provvidenza che da sempre ha protetto il Villaggio dei Ragazzi e all’Arcangelo San Michele affinché continui a guidarci e a sostenerci”.
 
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view post Posted on 21/6/2014, 07:25
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Il cattolico presidente della provincia di Caserta, Zinzi (UDC) tenta di salvare il villaggio scialacquando denari pubblici in borse di studio

http://interno18.it/attualita/43703/villag...ncia-di-caserta

Villaggio dei Ragazzi: 200 borse di studio dalla Provincia di Caserta
Previsti anche 70 posti a convitto: all'interno i termini per presentare domanda
Redazione in Attualita'Ven, 20/06/2014 - 15:32


MADDALONI - La Provincia di Caserta ha indetto un bando riservato agli studenti della Fondazione Villaggio dei Ragazzi ‘Don Salvatore D’Angelo’ prevedendo un sostegno per garantire ai giovani un’adeguata preparazione e formazione culturale, per contrastare le diverse forme di disagio sociale e ridurre il rischio di abbandono scolastico. La Provincia, infatti, metterà a disposizione delle famiglie 200 borse di studio e 70 posti a convitto intero per gli allievi che frequenteranno gli Istituti - Licei della Fondazione stessa. Gli studenti meritevoli e bisognosi saranno individuati attraverso un’apposita graduatoria.

L’iniziativa rientra nell’ambito di un progetto socio - educativo e formativo che la Provincia di Caserta ha inteso intraprendere con la Fondazione Villaggio dei Ragazzi “Don Salvatore d’Angelo” nell’interesse comune di puntare sulla formazione dei giovani come rimedio e risoluzione alle problematiche che affliggono il territorio.

Il termine ultimo per presentare le domande per le borse di studio e per i posti a convitto scade il 31 agosto 2014. “Si tratta – ha spiegato il presidente della Provincia di Caserta, Domenico Zinzi – di un’opportunità concessa a giovani bisognosi e meritevoli. Nonostante il difficile momento economico che attraversiamo, riusciamo a garantire un sostegno alle famiglie mantenendo alta l’attenzione su un diritto imprescindibile, quale quello allo studio”.
 
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view post Posted on 24/6/2014, 16:38
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Altri 2 milioni di € dalla Regione Campania nel pozzo senza fondo

http://noi.caserta.it/villaggio-dei-ragazz...-stanziare.html

Villaggio dei Ragazzi, mezzo Comune di Maddaloni in Regione per avere la certezza dei fondi da stanziare
24-06-2014 Maddaloni di Redazione Stampa Articolo


Immagine Villaggio dei Ragazzi, mezzo Comune di Maddaloni in Regione per avere la certezza dei fondi da stanziareMADDALONI - In Regione Campania, grazie all’interessamento del consigliere regionale Massimo Grimaldi, si è tenuto l’incontro tra il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, il sindaco di Maddaloni Rosa de Lucia, gli assessori D’Anna e Cerreto, il presidente del Consiglio Comunale Giacomo Lombardi, i rappresentanti di maggioranza (Antonio De Rosa) ed opposizione (Andrea De Filippo) per affrontare la questione del Villaggio dei Ragazzi di Maddaloni. Il presidente Caldoro ha confermato lo stanziamento di 2 milioni di euro, entro venti giorni, per il Villaggio. “L’onorevole Caldoro – dichiara il sindaco De Lucia – ha espresso la sua disponibilità e vicinanza alla Fondazione e si è preso anche carico di fare il possibile affinché la struttura possa accedere al cosiddetto Apq (accordo di programma quadro) che, nell'ambito della programmazione negoziata consente alle regioni di concordare col governo obiettivi, settori e aree in cui effettuare interventi per lo sviluppo del territorio e accedere a finanziamenti mirati”. “L’accordo di programma quadro – prosegue il sindaco - prevede infatti contributi più stabili per la Fondazione, un po’ come avvenuto per la ricostruzione di Città della Scienza a Bagnoli. Il presidente si è subito attivato con il capo gabinetto e il ministro per prepararne una bozza. Ho parlato con Caldoro anche della questione dell’ospedale e gli ho comunicato che insieme al sindaco di Marcianise De Angelis, gli abbiamo richiesto un tavolo con i tecnici e le autorità per definire le reali intenzioni in merito alla questione ospedaliera”. L’obiettivo principale è stabilire la giusta vocazione che si vuole dare al presidio ospedaliero di Maddaloni, discutendo anche dei reparti che si intende mantenere all’interno del nostro nosocomio. Un ringraziamento all’opposizione per lo spirito collaborativo che sta dimostrando su temi di così grande importanza per la città”.

Edited by GalileoGalilei - 9/8/2014, 15:44
 
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view post Posted on 25/6/2014, 11:56
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Debito di 17,5 mln di €

www.casertace.net/altri-comuni2/mad...3-20140624.html

MADDALONI, VILLAGGIO DEI RAGAZZI. Giorno per giorno, minuto per minuto quello che è successo e sta succedendo dietro alle quinte di un crac annunciato e inevitabile. L’incontro segreto tra il neo vescovo D’Alise e i legionari di Cristo che “piangono miseria”

Dopo aver letto tonnellate di stronzate nelle ultime settimane e aver assistito col sorriso sulle labbra alla tendenza di molti servitori, che fino a 6 mesi fa facevano sviolinate a don Cavallè, mentre noi lo inchiodavamo a muro delle sue inconfutabili responsabilità, dopo aver registrato il nuovo record personale di comunicati stampa (in tre giorni ne sono stati fatti in numero pari a quelli degli ultimi 10 anni) è il momento di ricostruire, con la coscienza analitica che ci appartiene, con la dovizia documentale, nostro unico sistema di lavoro, ciò che è capitato veramente nelle ultime settimane



Nella foto Cavallè, Caldoro e Zinzi
Nella foto Cavallè, Caldoro e Zinzi


MADDALONI - Guardando quello che sta succedendo ultimamente attorno al Villaggio dei Ragazzi, Cesare Marchi avrebbe ribadito quanto affermato nei confronti dell’italiano medio che “Ama le battute di spirito, ma a carico degli altri. Sale sempre sul carro del vincitore, ma è prontissimo a scendere in corsa, se si accorge di avere sbagliato carro”. Infatti, mentre fino a poche settimane fa erano quasi tutti pronti a difendere a “spada tratta” e “a scatola chiusa” la disastrosa gestione del Villaggio dei Ragazzi portata avanti dai Legionari di Cristo negli ultimi 14 anni e solo noi di Casertace cercavamo di fare chiarezza sull’enorme debito dell’Ente che, per stessa ammissione dei suoi vertici, a fine anno toccherà la cifra record di 17milioni 500mila Euro e chiedevamo più volte, inutilmente, a P.Miguel Cavallè, vero “deus ex machina” della Fondazione per tutti questi anni (e ancora oggi nonostante, ufficialmente, da presidente sia stato degradato a semplice consigliere del cda), di dare delle spiegazioni ai tanti quesiti sollevati dalla nostra documentata inchiesta in 11 e più puntate. Adesso che dal Villaggio non smettono di “sfornare” comunicati “a getto continuo” e seguitano a giustificarsi dando la colpa del sovraindebitamento solo alla Regione ed alla Provincia che ha ridotto i finanziamenti ed al Comune in ritardo con il pagamento dei suoi debiti nei confronti dell’Ente, tutti improvvisamente attaccano i Legionari di Cristo accusandoli di una malagestione e vogliono sapere come si sia arrivati ad una situazione del genere, all’anticamera del fallimento.

Tra questi “censori”dell’ultima ora spicca il rinomato giornale La “Marchetta” che, implacabile “marchettizzatore” in tutto il territorio casertano, quasi ogni giorno pubblica un articolo sul tema per “informare” la cittadinanza sulle ultime novità e dar voce al crescente dissenso di improvvisati comitati civici costituiti, per ora, solo sulla carta, e a politici locali che s’indignano oggi, mentre fino a ieri andavano da P. Miguel a chiedere favori e assunzioni facili per amici e parenti, avallando tutte le scelte dissennate nella gestione dell’Ente operate dal padre legionario in collaborazione con “i soliti noti”.

Se non conoscessimo tutta la storia, un po’ ci dispiacerebbe per questo sacerdote catalano che dopo aver provato per più di 10 anni la “gloria delle palme” si sta avviando rapidamente e inesorabilmente sulla “polvere del calvario”, appoggiato ormai solo dalla sua congregazione e dalla Diocesi di Caserta che, per il principio del “cane non morde cane”, continuano di fatto ad avallare il suo operato. Sottigliezze da ecclesiastici che il comune fedele non può capire!

Noi, però, la storia la conosciamo bene e l’abbiamo pure raccontata ai nostri lettori prima di tutti gli altri, ammesso e non concesso, anzi non concesso che tutti gli altri la stuiano a loro volta raccontando anche in forma schematica, perciò non possiamo che essere contenti del fatto che, finalmente, a Maddaloni qualcosa si stia lentamente ma inesorabilmente muovendo e ai censori di cui sopra diciamo che, se vogliono sapere veramente il perché di tutti questi debiti e i nomi dei responsabili, P. Miguel “in primis”, non devono fare altro che andarsi a leggere gli articoli che abbiamo pubblicato da un anno a questa parte e non continuare a riempirsi la bocca di sterile vaniloquio.

Ora, con buona pace della“marchetta”, cerchiamo di fare una sintesi:

Lunedì 09 Giugno – Dopo le proteste del sindaco Rosa De Lucia e del consigliere della fondazione in quota Comune Antonio D’Angelo, il cda, che avrebbe dovuto svolgersi a Roma nell’Università Europea, a casa dei Legionari, il 2 giugno Festa della Repubblica, si riunisce a Maddaloni nel Villaggio e si limita a prende atto dell’uscita dal consiglio dopo appena 5 mesi dall’entrata in carica, di P. Victor (Calimba) de Luna e di P. Luca Gallizia, sostituiti nel ruolo di presidente e vicepresidente, rispettivamente, da P. Juan Sabadell (uno dei quattro consiglieri generali dei Legionari di Cristo, non eletto come gli altri dal Capitolo Generale, ma scelto direttamente dalla Santa Sede) e da P. Javier Mostaza; conferma l’ing. Giusto Nardi nella carica di direttore generale e stabilisce il trasferimento a Caserta, presso Villa Vitrone, della Scuola Superiore per Mediatori Linguistici. Notate bene che con questo ultimo atto, da ratificare con un accordo tra Provincia e Fondazione, Maddaloni perde l’unica facoltà di livello universitario che aveva. Gli altri punti all’ordine del giorno (vendita dei beni immobili, licenziamenti, attivazione degli ammortizzatori sociali) vengono rimandati ad un successivo consiglio.

Venerdì 13 Giugno – P. Sabadell, P. Mostaza e P. Juan Arrieta, Direttore Territoriale per l’Italia e Vicario Generale dei Legionari di Cristo (anche lui scelto in questo ruolo dalla Santa Sede e non dal Capitolo Generale), s’incontrano con il neo vescovo di Caserta, mons. D’Alise, per aggiornarlo sulla situazione finanziaria del Villaggio. In questo incontro riservato, il Vescovo comunica loro di lasciare a settembre i locali dell’ex Re Burlone, su cui la Curia vanta un credito di oltre 500mila euro e per i quali ha avviato la procedura per il recupero coattivo; nonostante ciò, la Diocesi continua ad appoggiare la gestione dei Legionari. Alla riunione non partecipano né P. Miguel Cavallè, né don Stefano Tagliafierro, consigliere in quota diocesana della Fondazione fin dall’epoca di don Salvatore, nonché confessore del padre catalano che ha sempre appoggiato in consiglio.

Lunedì 16 Giugno – Con un comunicato ufficiale (da noi pubblicato nell’ultimo articolo sul Villaggio CLICCA QUI ), scritto nello stile inconfondibile del P. Cavallè, formidabile fuoriclasse come “bussatore a denari” la Fondazione manda un appello accorato alla Regione, alla Provincia ed al Comune, auspicando una collaborazione tra tutti per risolvere in breve tempo i gravi problemi finanziari causati, secondo quanto ribadito dal comunicato, dalla riduzione dei finanziamenti regionali e provinciali e dal ritardo nei pagamenti da parte di Regione e Comune.

Martedì 17 Giugno – Al Villaggio si tiene una nuova riunione del cda, ma le pressioni esercitate dal sindaco De Lucia e dal consigliere D’Angelo impediscono nuovamente al consiglio di deliberare sulla crisi da sovraindebitamento; per decidere si dovrà attendere l’incontro con tutte le istituzioni coinvolte indetto dalla De Lucia nei giorni successivi; ma i legionari, cambiando completamente atteggiamento rispetto al comunicato del giorno prima, colgono l’occasione per presentare il loro “ultimatum” a Caldoro: o ricomincia a sborsare 5 milioni di Euro all’anno come promesso nel 2010 da Bassolino, oppure la Fondazione venderà parte degli immobili, manderà a casa almeno 100 dipendenti e chiuderà parte delle sue scuole per far fronte al deficit.

Giovedì 19 Giugno – Sul sito internet del Villaggio compare il bando per “200 borse di studio e 70 posti a convitto in merito a convenzione tra Provincia di Caserta e Fondazione” e in rete, ma anche sulle pagine de “La marchetta”, si diffonde la falsa notizia che fa ben sperare per le sorti del Villaggio di un accordo appena stipulato con Zinzi; in realtà, il documento fa riferimento alla convenzione conclusa oltre sei mesi fa, il 06 dicembre 2013, di cui avemmo modo di parlare a suo tempo (www.casertace.net/cronaca-bianca/ma...o-20131210.html) .

Venerdì 20 Giugno – in un clima di grande tensione, si svolge nella sala giunta del Comune di Maddaloni la riunione convocata dal sindaco per discutere a livello istituzionale sui problemi finanziari del Villaggio e sulle sue possibili soluzioni; vi partecipano i rappresentanti degli altri enti coinvolti, Provincia, Regione, Curia e ovviamente Legionari di Cristo. Il neo presidente del Villaggio, P. Sabadell, fa sapere che i Legionari non intendono contribuire economicamente alla soluzione della crisi da sovraindebitamento, ma “continuano a mettere nell’Ente il loro spirito”. Ribadisce e precisa, inoltre, il suo “ultimatum” alla Regione, chiedendo entro il 30 giugno a Caldoro di dare alla Fondazione da 1 a 5 milioni di Euro. Somma che, comunque, non scongiurerà i tagli del personale, la chiusura di parte delle scuole e la vendita degli immobili. Insomma, più soldi arriveranno, meno dipendenti saranno licenziati e reparti (scuole) chiusi. I Legionari, d’accordo con la Curia, delibereranno di “lasciare a casa” da un minimo di 90 dipendenti a un massimo di 180. In quest’ultima ipotesi, che si verificherebbe qualora la Regione mandasse solo 1 milione di Euro, gli allievi si ridurrebbero ad appena 400 (attualmente sono circa 1.500) e i dipendenti a 85 (dai circa 260 attuali).

Durissima la risposta del consigliere regionale Consoli che, rispedendo al mittente tutte le accuse, ribadisce che attualmente il Villaggio vanta un credito arretrato nei confronti della Regione di appena 1milione700mila Euro e non può aspirare a 1 Euro in più senza fornire delle garanzie concrete. In serata, però, si ha la svolta; Zinzi parla con Caldoro che s’impegna a sbloccare i predetti arretrati in 20 giorni. Si tratta comunque di una “vittoria di Pirro” per i Legionari, in quanto queste somme, pagati i dipendenti (senza stipendio da quasi due mesi), finiranno in buona parte nelle tasche di Equitalia e degli altri creditori non appena verranno accreditate sui conti della Fondazione.

Lunedì 23 Giugno – il sindaco De Lucia, sempre più in contrasto con la dirigenza della Fondazione, al punto da affermare che il rappresentante del Comune non parteciperà più al cda per non avallare le scelte assunte insieme da Legionari e Curia, si incontra a Palazzo Santa Lucia con il presidente Caldoro, desideroso anche lui di farla finita con la congregazione romana e il sacerdote catalano. Il governatore, che ha ricevuto la delegazione maddalonese (composta tra gli altri dal vicesindaco Michele Cerreto e dal consigliere Antonio De Rosa, entrambi dipendenti del Villaggio e vicini a P. Cavallè) grazie all’intercessione del consigliere regionale. Massimo Grimaldi (che già in passato si era occupato delle questioni occupazionali della Fondazione, come sottolineammo nell’ottava puntata della nostra inchiesta: www.casertace.net/cronaca-bianca/ma...o-20131108.html ), conferma lo stanziamento di 1milione 700mila Euro di arretrati, entro venti giorni; inoltre, “il presidente Caldoro – dichiara il sindaco sul suo profilo Facebook – ha espresso la sua disponibilità e vicinanza alla Fondazione e si è preso anche carico di fare il possibile affinché la struttura possa accedere al cosiddetto Apq (accordo di programma quadro) che, nell’ambito della programmazione negoziata consente alle regioni di concordare col governo obiettivi, settori e aree in cui effettuare interventi per lo sviluppo del territorio e accedere a finanziamenti mirati”.

Questa la dichiarazione ufficiale, ma da più parti si vocifera di un prossimo commissariamento del Villaggio ad opera della stessa Regione e, intanto, il deputato Tofano (M5S) presenta un’interrogazione parlamentare ai ministri dell’Economia e dei Beni Culturali per vederci chiaro sui finanziamenti pubblici erogati negli ultimi 15 anni all’Ente maddalonese, ma anche in merito del possibile ritorno allo Stato di piazza Matteotti n. 8 (l’ex Caserma Bixio) nell’ipotesi, ormai sempre meno remota, che si verifichi la condizione risolutiva prevista nell’atto di cessione a titolo oneroso concluso nel 1990, cioè che il bene non venga più utilizzato dalla Fondazione per i suoi scopi istituzionali che, a dire di alcuni, sarebbero già venuti meno con la recente privatizzazione dell’Ente.

Questa la sintesi degli ultimi avvenimenti. Noi di Casertace continueremo a tenervi costantemente aggiornati.

G.G.
 
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view post Posted on 25/6/2014, 21:29
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http://www.casertace.net/altri-comuni2/mad...o-20140523.html

L’INCHIESTA. VILLAGGIO DEI RAGAZZI, sta morendo schiacciato da 14 MILIONI DI EURO di debiti e don Cavallè sverna in Brasile proprio nelle settimane dei campionati del mondo

Una undicesima puntata non prevista, ma sicuramente temuta, del nostro lungo viaggio nelle articolazioni segrete dell'istituzione fondata da don Salvatore D'Angelo che potrebbe essere presto costretta a vendere il suo patrimonio immobiliare per uscire da una situazione pre-fallimentare. Storia di un disastro annunciato



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MADDALONI - Peggiora la situazione al Villaggio dei Ragazzi, dove i dipendenti sono da aprile senza stipendio e hanno percepito le competenze di marzo in due rate, l’ultima delle quali pagata meno di due settimane fa. Intanto, con una lettera agli studenti ed alle loro famiglie, è stata comunicata ufficialmente la chiusura del liceo scientifico entro la fine dell’anno scolastico e scarsi sono i numeri degli iscritti al primo anno delle altre scuole per il 2014/15, come evidenziato qualche settimana fa dal direttore generale Giusto Nardi in una lettera da noi pubblicata tempestivamente. Per far fronte a questa situazione, lo stesso Nardi, in un comunicato pubblicato sul sito della Fondazione, ha annunciato che verranno offerte borse di studio agli studenti che sceglieranno le scuole del Villaggio per continuare il proprio iter scolastico, ma stranamente non ha specificato chi metterà a disposizione i soldi necessari, visto che le banche non fanno più credito all’Ente maddalonese e a giugno scadranno circa 90 contratti di lavoro a termine che certamente non verranno rinnovati a settembre (voci di corridoio parlano addirittura di 140 esuberi).

IL TWEET DI DON CAVALLE’: QUANDO C’ERA BASSOLINO

Una situazione così grave era ben nota a noi di Casertace da quasi un anno, cioè dall’epoca in cui abbiamo pubblicato una lunga e dettagliata inchiesta in 10 puntate, preceduta e seguita da numerose premesse e appendici, sulla Fondazione e sui suoi vertici, in particolare sull’ex (da gennaio) presidente e attuale consigliere del cda P. Miguel Cavallè, individuando le cause del forte indebitamento del Villaggio (si parla di circa 14 milioni di Euro) in ben altre e più gravi ragioni rispetto alla riduzione dei fondi pubblici regionali e provinciali sbandierata dal padre legionario e dai suoi stretti collaboratori.

Alle nostre denunce, tutte documentate, i diretti interessati hanno risposto al massimo con qualche lettera di diffida, a cui non ha fatto seguito alcuna querela; questo è un fatto che la dice lunga sulla serietà dei nostri articoli!

Don Cavallè, per nulla preoccupato della situazione del Villaggio e dei suoi oltre (ancora per poco) 250 dipendenti, continua a girare il mondo (da poco è tornato dall’Africa ed è ripartito quasi subito per il Messico) con le sue due onlus VIDA e VIS e sta organizzando una missione umanitaria nelle favelas di San Paolo proprio nelle settimane in cui si terranno i Mondiali di Calcio – Brasile 2014. Lui, che è un grande tifoso del Barcellona, vorrà forse unire l’utile al dilettevole? Chissà! Certo è che questa notizia ha fatto “storcere il naso” a diversi dipendenti della Fondazione, mentre altri, che evidentemente la pensano in modo diverso e ripongono ancora fiducia nel loro ex presidente, lo scorso 16 maggio hanno partecipato addirittura alla serata di beneficenza, ovviamente pro VIS e non pro Villaggio, organizzata in un noto ristorante di Maddaloni dal padre catalano e a cui sono stati invitati alcuni personaggi dello spettacolo quali Luca Sepe, Raffaele Auriemma, Pasquale di Nuzzo e Vanessa Mej.

Di recente, però, Cavallè una cosa per il Villaggio l’ha fatta! Non contento della lettera inviata al sottosegretario Gianni Letta nel 2011 contro il presidente Caldoro, colpevole di aver ritardato di circa un anno i pagamenti dei fondi regionali alla Fondazione, cosa che, a suo dire, non sarebbe mai avvenuta con il precedente governatore del PD, alcuni giorni fa ha inviato questo “tweet” al suo amico Antonio Bassolino:

“Caro presidente @a_bassolino, ci manca al @villaggiodr. Con lei al governo eravamo al sicuro; ora invece…”

I LEGIONARI SCAPPANO CON LA CODA TRA LE GAMBE

Non è un mistero che Caldoro, dopo la lettera a Letta, non abbia più voluto nemmeno incontrare P. Miguel e che abbia fatto sapere ai suoi più stretti collaboratori che non avrebbe dato più un euro al Villaggio fin quando i Legionari di Cristo non fossero andati via da Maddaloni. Perciò, possiamo immaginare che il governatore non abbia reagito positivamente al “cinguettio nell’etere” del sacerdote catalano che, purtroppo per lui, non può contare più, a livello regionale, sull’intercessione benevola di politici del calibro di Angelo Polverino o di Paolo Romano in ben altre faccende (giudiziarie) affaccendati.

L’attrito tra P. Miguel e Caldoro è cosa ben nota all’interno della Fondazione e da alcune settimane si parla di una possibile “uscita di scena” della congregazione di origine messicana dal cda di piazza Matteotti, ma tempo e modalità non sono ben chiari. Certo, per fare una cosa del genere sarebbe necessaria una modifica dello statuto che può deliberare solo il consiglio, a maggioranza proprio legionaria; inoltre, Diocesi di Caserta e Comune di Maddaloni, gli altri due soggetti con un loro rappresentante all’interno dell’organo di gestione, non sembrano minimamente interessati a prendere sulle proprie spalle questa “patata bollente” che assomiglia ad un carrozzone sgangherato. Staremo a vedere cosa succederà nella prossima riunione del consiglio prevista per il 2 giugno.

Intanto, sempre il consiglio, per quantificare l’ammontare effettivo dei debiti, ha nominato tre revisori contabili, il dr. Paride Pagano di Frignano, il dr. Raffaele d’Arco di Procida e il dr. Nunzio Antonucci di Casagiove, i quali percepiranno un’indennità di carica fissata dallo stesso cda, ma di cui s’ignora l’ammontare, e dovranno redigere una relazione relativa al bilancio consuntivo annuale. I tre già si sono messi a lavoro ed hanno fatto un sopralluogo anche a Torre Pedrera di Rimini, dove la Fondazione possiede una bellissima colonia estiva con pineta e spiaggia privata acquistata da don Salvatore negli anni ‘80; uno dei tanti beni facenti parte del patrimonio immobiliare del Villaggio che, quando nei prossimi mesi la Regione Campania sancirà la privatizzazione dell’Ente, rischierà di essere svenduto, chissà a chi, nel vano tentativo di ripianare i troppi debiti.

E ORA MATRISCIANO CHE DICEVA DI LAVORARE GRATIS PRESENTA IL CONTO… E CHE CONTO

Ormai sono lontani i tempi in cui tutta la parte economica della Fondazione era gestita dall’ex amministratore Pietro Matrisciano, commercialista casertano, e dal suo collaboratore di studio Massimo Iaselli. Matrisciano, volto noto di Casertace, per prendere le distanze da Cavallè, ha di recente inviato una messa in mora alla Fondazione con cui chiede il pagamento immediato delle fatture non ancora corrispostegli per un ammontare di circa 130mila Euro.

Si tratta dello stesso Matrisciano che fino a qualche mese fa si vantava di non prendere un euro dal Villaggio da ben tre anni e seguiva don Miguel in giro per il mondo nelle varie missioni “umanitarie” (di giorno tra i poveri e la sera negli hotel di lusso, possibilmente dotati anche di centro massaggi) con le sue onlus e organizzazioni varie di volontariato, nei cui organi di gestione Matrisciano sedeva come consigliere, socio fondatore o addirittura presidente, come nel caso di Sognare ad Occhi Aperti, l’onlus di cui era socio, anche dal carcere in cui si trova tuttora, il noto avvocato penalista Michele Santonastato, sotto processo per associazione mafiosa.

LA LETTERA CON CUI NUNZIO CAPPUCCIO INCHIODA DON CAVALLE’ E IL COMMERCIALISTA CASERTANO

Lo stesso Matrisciano che, nel gennaio 2009, a pochi mesi dal suo insediamento al Villaggio come amministratore per gli affari esterni fu così definito in una lettera: “esperto tributarista e societarista, neo presidente provinciale dell’ordine dei dottori commercialisti, che finora non aveva diretto una struttura più grande del suo studio o della sua famiglia, con un’ambizione politica smodata e nascosta per cui questa occasione gli torna golosissima, uomo di Curia, che però, come primo atto, sta provvedendo a regolare le proprie laute parcelle mensili…”

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Nella foto Cappuccio
A scrivere era il dr. Nunzio Cappuccio, ex dirigente dell’IRI e per quasi 8 anni, dal 2001 al 2008, direttore amministrativo della Fondazione Villaggio dei Ragazzi di Maddaloni nonché braccio destro dell’onnipresente P. Miguel; autore, per il sessantesimo anniversario della fondazione dell’ente, di un libro celebrativo, “Un sogno… e un progetto educativo… Il sogno di un prete di Terra di Lavoro, il sacrificio della sua intera esistenza dedicata a quel sogno e ciò che quel sogno è oggi, dopo sessant’anni, con l’aiuto della Provvidenza!” (nel 2011, molte copie del volume, almeno 2000 furono mandate al macero dal padre catalano).

Cappuccio è morto lo scorso marzo a Milazzo (Me), all’età di 77 anni, e i sui funerali sono stati officiati da P. Juan Josè Arrieta, vicario generale dei Legionari di Cristo (numero 2 della Congregazione, scelto direttamente da Papa Francesco) e P. Alfonso Lopez Godinez, da poche settimane parroco a Roma nella basilica legionaria di Guadalupe, che fu direttore generale della Fondazione negli anni in cui Cappuccio stava al Villaggio e che fa parte di quel gruppetto di legionari che credono ancora che i gravi delitti commessi dal fondatore Marcial Maciel (con lui e don Miguel nella foto) siano solo calunnie al punto di venerarlo ancora come santo!

Ovviamente ai funerali non c’era don Cavallè e la Fondazione non ha mandato nessuno in rappresentanza al sacro rito e tantomeno ha stampato un manifesto a lutto come è solita fare in circostanze simili.

LA STORIA DI NUNZIO CAPPUCCIO E I DISSAPORI CON P.MIGUEL

Il dr. Cappuccio, nato a Tripoli (Libia) il 30.03.1936, era approdato al Villaggio nel 2001 grazie alle sue competenze manageriali unite alla personale amicizia con Gianni Letta e Marco Ravaglioli, genero del Sen. Andreotti, ed alla appartenenza al Regnum Christi, braccio secolare dei Legionari di Cristo.

I rapporti, prima idilliaci con P. Miguel, si andarono deteriorando poco a poco perché Cappuccio si era reso conto della grande sete di potere e denaro dell’allora presidente del Villaggio e stava cercando di farlo rimuovere dai vertici romani della Congregazione. Era riuscito anche a farsi inserire nel cda della Fondazione, in quota legionaria, per fare da contrappeso a don Cavallé; ma improvvisamente, nell’autunno del 2008, fu lui ad essere sollevato da tutte le cariche della Fondazione e costretto ad andarsene su due piedi, ufficialmente a seguito di dimissioni spontanee.

Ambienti vicini a P. Miguel fecero girare la voce che Cappuccio durante il suo operato aveva sottratto centinaia di migliaia di euro dalle casse del Villaggio e che la Fondazione non lo avrebbe denunciato solo per evitare uno scandalo. Inoltre, nel 2011, l’ex direttore fu coinvolto nell’inchiesta dei giudici di Santa Maria Capua Vetere su presunti maltrattamenti ai minori all’interno della Fondazione tra il 2008 e il 2010. Rinviato a giudizio – ancora in corso – con altre 11 persone, per presunte minacce alla mamma di un ragazzo perché non denunciasse un educatore, la sua posizione processuale era stata successivamente stralciata.

Nel 2008, in realtà, don Miguel, in collaborazione con qualcuno della direzione territoriale per l’Italia dei Legionari di Cristo, aveva organizzato un piccolo “colpo di stato”. Una mattina di ottobre uscì dal Villaggio in auto, per non incontrare Cappuccio, dopodiché si mise subito in contatto telefonico con un suo confratello a Roma chiedendogli d’inviare al numero di fax della presidenza del Villaggio la lettera di dimissioni in bianco firmata dal direttore amministrativo nel momento in cui era stato nominato consigliere del cda della Fondazione. Da Roma eseguirono subito l’ordine e il fax giunse dopo pochi minuti nelle mani di un fidato collaboratore maddalonese di P. Miguel che provvide a notificarlo immediatamente al dr. Cappuccio, il quale, tentò invano di mettersi in contatto telefonico con il presidente per avere delle spiegazioni; mentre questi, nascostosi per tutta la giornata, si fece rivedere in Fondazione solo dopo essere stato informato della partenza dell’ormai ex direttore amministrativo e della moglie dal Villaggio.

A Cappuccio, non restò altro da fare che chiedere un chiarimento al superiore di Cavallè, all’allora vicario generale dei Legionari e direttore territoriale per l’Italia P. Luis Garza, il quale in un incontro privato a Roma gli promise giustizia, ma, poiché alle parole non seguirono i fatti, l’ex direttore a inizio 2009 si sfogò appunto in una lettera che inviò a P. Garza, ma anche, per conoscenza, ai vertici della Regione Campania, della Provincia di Caserta e del Comune di Maddaloni, al prefetto di Caserta e ad altri, tra cui, il nipote di don Salvatore d’Angelo ed ex sindaco di Maddaloni, l’avv. Franco D’Angelo che ne ha fornito copia a noi di CasertaCE.

Nella missiva, che può essere letta integralmente al seguente link (CLICCA QUI), Cappuccio attaccava con accuse specifiche sia P. Garza e sia P. Cavallè, ma anche i due amministratori che lo avevano sostituito, il messicano Javier Cumming per gli affari interni e, come già detto, il casertano Pietro Matrisciano per gli affari esterni, inoltre, tra le note indicava la probabile causa del suo allontanamento dal Villaggio, l’imminente arrivo di ingenti fondi pubblici; 5 milioni di euro che, effettivamente, la Regione Campania liquidò nei mesi successivi, quando, appunto, governatore era l’amico Bassolino.

Un’ulteriore ombra sull’operato di don Miguel che si aggiunge alle altre evidenziate nella nostra lunga inchiesta che, se non lo avete ancora fatto, v’invitiamo a leggere.

Gianluigi Guarino

http://www.casertace.net/altri-comuni2/mad...a-20140625.html


Le stagioni di DON CAVALLE’: da faraone, sultano e cowboy a solitario rinchiuso nei suoi appartamenti del Villaggio dei Ragazzi, ormai quasi fallito. La consolazione delle onlus VIS e VIDA

Il sacerdote catalano doveva partire per il Brasile, per accudire le favelas pauliste, proprio nei giorni del Mondiale. Ma è rimasto desolatamente a Maddaloni ad occupare il suo sontuoso appartamento, quello che Don Salvatore aveva riservato a Giulio Andreotti. Giorni tristi, dopo quelli del gioco e dell'allegria. Dopo la foto del suo travestimento da sultano oggi quella di un'altra festa in cui il legionario di Cristo è travestito da eroe del west



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Maddaloni – Uno degli effetti della grave crisi sofferta dalla Fondazione Villaggio dei Ragazzi di Maddaloni (CE) , crisi economica, ma anche crisi nei rapporti con gli enti e i potentati vari che la sostenevano fino a poco tempo fa è stato l’annullamento del viaggio in Brasile di P. Miguel Cavallè, presidente per oltre 14 anni del Villaggio ed oggi “semplice” consigliere del cda.

Il padre catalano, come avevamo preannunciato nell’undicesima puntata della nostra documentata inchiesta sul Villaggio, doveva recarsi 3 settimane in Brasile per una missione umanitaria nelle favelas di Sao Paolo, organizzata dalla sua onlus VIS. Questo sarebbe dovuto avvenire, ma per pura coincidenza, ma proprio per pura, pura coincidenza proprio nell’arco temporale di svolgimento dei campionati del mondo di calcio; ma la partenza, prevista per lunedì 23 giugno, è stata misteriosamente annullata. I maligni potrebbero pensare che ciò sia avvenuto per la prematura esclusione dal mondiale della nazionale spagnola o, più semplicemente, perché, visti i tempi che corrono e il crescente dissenso a Maddaloni e dintorni sull’operato di questo sacerdote e dei Legionari di Cristo nella gestione catastrofica della Fondazione, i suoi superiori gli abbiano “consigliato” di cancellare il viaggio e mantenere un profilo più basso.

In questi giorni, infatti, tranne una rapida puntatina in Sicilia e nella sua Barcellona catalana, don Cavallè è rimasto rintanato nel suo appartamento del Villaggio, nelle stanze che occupava Giulio Andreotti quando veniva in visita a Maddaloni e che oggi occupa ancora, abusivamente, a nostro avviso abusivamente come abbiamo dimostrato in una delle nostre puntate inchiesta, il padre catalano che si è ben guardato di cederle prima a De Luna ed ora al neo presidente Sabadell. La sua riservatezza in questo frangente è tale che, quando non mangia fuori, si fa portare il pranzo nell’appartamento privato ed esce dall’ingresso secondario del Villaggio, possibilmente quando scuole ed uffici sono chiusi e cercando di evitare dipendenti e altre persone che sostano nel cortile della Fondazione.

Più di questo, ci colpisce che un prete così “social” come lui non scriva niente da mesi sul suo blog personale e si limiti ad aggiornare il suo stato su Facebook solo ogni due, tre giorni e ci colpisce ancora di più, poi, che dai siti internet delle sue onlus, VIDA e VIS, sia scomparsa la pagina “il fondatore” con le sue note biografiche.

Un profilo davvero basso, dunque, quasi da struzzo!

Su VIS, infine, ci sorge una domanda, adesso che anche i membri del suo “cerchio magico”, a partire dal “mitico” Matrisciano cercano lavoro altrove, fuori dal Villaggio, perché non è più possibile garantirne uno all’interno, adesso che il futuro della Fondazione è così incerto e porterà, certamente, ad un drastico ridimensionamento di dipendenti e alunni se non addirittura alla chiusura dell’Ente per i troppi debiti accumulati negli anni in cui Cavallè faceva il presidente “globetrotter”, don Miguel continuerà a spacciare la sua privata “creatura”, il cui acronimo sta per “Villaggio for International Solidarity”, come la rete mondiale della “Fondazione Villaggio dei Ragazzi – Don Salvatore d’Angelo che è l’opera madre che ha ispirato la nascita di questa fondazione e il suo modello solidale di assistenza agli ultimi” o troverà altri modelli più “consoni” al particolare momento? In fondo, poi, sia nell’atto costitutivo sia nello statuto di VIS (http://visfoundation.org/it/wp-content/uploads/Atti_VIS.pdf) non si fa menzione alcuna del Villaggio.

In questi giorni così convulsi, don Miguel starà pensando anche a questo?
 
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view post Posted on 27/6/2014, 22:30
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http://www.casertace.net/cronaca/esclusiva...a-20140627.html

ESCLUSIVA MADDALONI. I legionari di Cristo accudiranno solo lo spirito. Dalle loro tache, parola di padre Sabadell, non uscirà nemmeno un euro per tamponare la gravissima crisi finanziaria della Fondazione

Stamattina, venerdì, il neo presidente ha parlato a tutti i dipendenti. Ha detto che non ci saranno licenziamenti, e ha anche dato la "ferale" notizia: "Padre Miguel rimarrà a lungo qui e si occuperà delle donazioni dei privati". Stiamo freschi!



Juan Sabadell
Juan Sabadell






Maddaloni – Oggi, verso le 10.30, si è tenuta al Villaggio dei Ragazzi una riunione di tutti i dipendenti, durante la quale il neopresidente P. Juan Sabadell e il neo vicepresidente P. Javier Mostaza hanno voluto incontrare per la prima volta, a quasi tre settimane dal giorno in cui sono stati cooptati nel cda, tutti gli impiegati e i professori della Fondazione per presentarsi. Sabadell ha iniziato la riunione con un ringraziamento di circostanza a tutti (istituzioni e dipendenti) per l’impegno e la collaborazione dimostrate in queste settimane nel tentativo, ancora irrisolto, di superare la grave crisi finanziaria della Fondazione, ma non è mancata la solita “tiratina di orecchie” al presidente Caldoro, accusato nuovamente, tra le righe e le parentesi del comunicato ufficiale (http://www.villaggiodeiragazzi.it/index.ph...io-deve-vivere/), di mettere a disposizione del Villaggio molti meno soldi del suo predecessore Bassolino.

Quello che però non dice il comunicato è che il legionario di Cristo ha vissuto momenti di grande tensione quando alcuni dei dipendenti gli hanno chiesto come la congregazione religiosa di cui fa parte, e che gestisce il Villaggio dal 2000, intende concretamente far fronte alla grave crisi finanziaria in cui versa l’Ente. Alla domanda specifica se i Legionari intendano contribuire economicamente a risollevare le sorti della Fondazione, P. Sabadell ha dato prova di un grande “umorismo”, anche se fuori luogo, fornendo una risposta ancor più “divertente” di quella che aveva dato durante il vertice istituzionale in Comune di pochi giorni fa; infatti, se lì ebbe a dire che la Legione di Cristo continuerà a contribuire al “progresso” del Villaggio come ha fatto finora, cioè solo con il suo “spirito”, oggi ha aggiunto che la congregazione di cui fa parte non può investire soldi nell’Ente maddalonese perché non intende creare un rappiorto di subordinazione emotivadei dipendenti nei loro confronti.

Tornato “serio”, il neo presidente ha assicurato, a chi glielo domandava, che cercherà di salvare il salvabile evitando per ora i licenziamenti. Staremo a vedere, visto che solo pochi giorni fa aveva affermato categoricamente che entro il 30 giugno il cda avrebbe necessariamente dovuto provvedere ad un taglio di almeno 90 dipendenti (che potrebbero addirittura diventare il doppio), a cominciare dai lavoratori con contratto a termine in scadenza. Un improvviso cambio di rotta o semplicemente una risposta di comodo dettata dalla paura di trovarsi davanti i diretti interessati?

Alla riunione era presente anche il direttore generale, l’ing. Nardi, e c’era anche P. Miguel Cavallè, che se ne è stato in disparte, quasi nascosto in un angolo della sala.

Sabadell ha “rassicurato” tutti che il padre catalano resterà al Villaggio ancora per molto e si dedicherà a raccogliere fondi da investitori privati. E qui, un brivido ha percorso la schiena dei presenti, il cui pensiero è andato alle lunghe stagioni in cui padre Miguel ha costruito le sue ormai famose onlus, sviluppatesi in maniera inversamente proporzionale al declino della Fondazione Villaggio dei Ragazzi.



G.G.
 
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view post Posted on 29/6/2014, 07:51
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1,3 mln di € dalla provincia di Caserta + 0,9 mln dalla Regione Campania. Con 2,2 mln di € (e 17,5 di debiti e un processo per pedofilia e abusi) i Legionari di Cristo arrivano fino a Natale

http://www.ilmattino.it/CASERTA/maddaloni-...ie/768785.shtml

A Maddaloni autonomia fino a Natale per il Villaggio dei Ragazzi

PER APPROFONDIRE: maddaloni; villaggio; caserta; ragazzi; autonomia; fondi
di Giuseppe Miretto A+ A- Stampa
CASERTA - Recuperati sei mesi di vita per il Villaggio dei Ragazzi di Maddaloni. Recuperati sei mesi di vita: il Villaggio dei Ragazzi evita la messa in liquidazione al 30 giugno. Finché c’è promessa di finanziamento pubblico, c’è speranza. Il governatore Stefano Caldoro garantirà un milione e mezzo di euro.
«Il Comune di Maddaloni – ha annunciato il sindaco Rosa De Lucia – nonostante le procedure legate al dissesto finanziario, intende onorare i debiti con il Villaggio». In moneta sonante, entro 3-4 mesi, saranno versati quasi 900 mila euro. La Provincia poi continuerà il suo sostegno, mai venuto meno: un milione e trecentomila euro all’anno. Così, ieri pomeriggio è arrivato il primo annuncio in controtendenza.
 
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view post Posted on 2/7/2014, 21:58
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http://www.casertace.net/altri-comuni2/mad...o-20140702.html

MADDALONI. Non per portare sfiga, ma al “Villaggio dei Ragazzi” festeggiano in stile Titanic. Quattro spiccioli d’ossigeno, ma a fine anno il debito arriverà a quasi 18 milioni di euro

I sindacati ringraziano, i dirigenti ringraziano, la sindaca De Lucia, che dice di avere in tasca pronti 940mila euro, pure ingrazia. Ma nessuno affronta i nodi veri, le criticità clamorose legate alla mala gestione. Si aspetta la regalia pre-elettorale di Caldoro, ma se la governance della fondazione rimarrà questa, la bancarotta è solo rinviata di poco. E "l'uomo del venerdì"...



Da sinistra: Miguel Cavallè e Michele Cerreto, detto "l'uomo del venerdì"
Da sinistra: Miguel Cavallè e Michele Cerreto, detto “l’uomo del venerdì”






Maddaloni – “Grazie, grazie e ancora grazie…” Questo in estrema sintesi il contenuto degli ultimi ennesimi comunicati ufficiali emessi dalla Fondazione (già pubblicato nel nostro ultimo articolo), dai sindacati dei dipendenti (inviatoci via mail) e dal Comune di Maddaloni (http://www.villaggiodeiragazzi.it/index.ph...collaborazione/) sulla questione irrisolta del Villaggio dei Ragazzi.

Sono bastate le promesse politiche ancora da onorare di Caldoro e Rosa De Lucia e il pagamento della prima metà dello stipendio di maggio, concesso dalla Fondazione appena due giorni fa, per accontentare tutti.

Tutti tranne noi di Casertace. Riteniamo, infatti, che il milione e 700mila euro di arretrati relativi agli anni 2013-2014 che il presidente della Regione ha promesso di sbloccare in quindici giorni (termine ormai scaduto), unitamente ai 3 milioni all’anno (tutti da verificare) preconizzati per i prossimi esercizi finanziari – 1 milione di finanziamenti in via diretta e altri 2 circa tramite la nuova formula dell’APQ (Accordo di Programma Quadro) in stile Città della Scienza – siano comunque “una goccia nel mare” di debiti in costante aumento della Fondazione che, lo ricordiamo, alla fine di quest’anno raggiungerà la cifra record di 17milioni e mezzo di euro.

Un debito che non potrà essere colmato nemmeno con il milione e 300mila euro racimolato, per ora, dalla convenzione stipulata con la Provincia che garantisce nei mesi da ottobre a giugno la liquidità necessaria a pagare, ormai solo a metà, gli stipendi dei tanti dipendenti, tra cui c’è anche quel Michele Cerreto, capo ufficio “veline” della Fondazione, in cui fu assunto per intercessione dell’allora sindaco di Maddaloni Franco Lombardi, ma anche attuale vicesindaco del comune calatino (grazie all’amico Domenico Zinzi), definito in passato dal vecchio amministratore della Fondazione, l’ormai defunto Nunzio Cappuccio, “uomo del venerdì”, perché alla domanda “quando arrivano i finanziamenti?” rispondeva sempre “questo venerdì !”

Non basterebbero nemmeno i 940mila euro promessi da Rosa De Lucia per il mancato pagamento dei fitti dei locali della Fondazione occupati dal 2004 al 2013 dall’Istituto Comprensivo Statale “Villaggio dei Ragazzi”. Noi di Casertace dubitiamo seriamente del fatto che il sindaco riesca a reperire in poche settimane tutti questi fondi, visto che le casse comunali sono “a secco” ormai da tempo; ma, se anche ci riuscisse, dovrebbe scontrarsi con l’opposizione, PD “in primis”, che ha già annunciato che non permetterà che vengano distratte somme così ingenti a favore di un Ente, ormai privato, che è debitore del Comune per una cifra addirittura maggiore. Infatti, come denunciato da noi ben otto mesi fa, nell’ ottava puntata della nostra documentata inchiesta sul Faraone del Villaggio, al secolo Miguel Cavallè (http://www.casertace.net/cronaca-bianca/ma...o-20131108.html), che dopo l’estate diventerà un libro, la Fondazione per anni si è attaccata abusivamente alla luce elettrica comunale, causando un danno all’Ente pubblico di oltre 1 milione di euro.

Questo abuso è terminato solo nel 2013 quando, dopo due anni di solleciti (anche questi documentati da noi nella predetta puntata) da parte del Comune, il Villaggio si è finalmente staccato dalla luce comunale e, nel vano tentativo di raggiungere l’autonomia energetica, ha realizzato un grosso impianto fotovoltaico costatogli circa 400mila euro e visibile anche dal satellite, dato che i pannelli solari sono stati posizionati proprio sui tetti della sede legale di Piazza Matteotti n. 8 .

Dunque, stando così le cose, c’è poco da essere grati perché siamo ben lontani dalla soluzione della grave crisi finanziaria della Fondazione e non è ancora possibile scongiurare i più volte preannunciati licenziamenti di dipendenti – ricordiamolo, dai 90 delle previsioni più rosee ai 180 di quelle più nere e realistiche – nonché la vendita di alcune o tutte le proprietà del Villaggio. Quali sono questi immobili e come sono stati gestiti male negli ultimi anni ve lo racconteremo nel prossimo articolo, a meno che non saremo costretti per l’ennesima volta a dare notizia dell’ultimo comunicato ufficiale emesso e dei suoi contenuti più o meno mendaci.



G.G.
 
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http://www.casertace.net/altri-comuni2/mad...i-20140708.html

MADDALONI. E ora, genuflettetevi davanti a Casertace. E’ ufficiale: Villaggio dei Ragazzi in liquidazione, chiesta la cassa integrazione per 92 dipendenti e altri 28 precari “smammati”

Stranamente, di quello che è capitato nel Cda dello scorso 4 luglio nessuno ha parlato. E allora il de profundis, peraltro ampiamente annunciato nelle 10 puntate della nostra inchiesta, fin dallo scorso autunno, lo intoniamo noi



villaggio dei ragazzi





Maddaloni – E’ ufficiale, il Villaggio dei Ragazzi è in liquidazione. Con il solito “asse” Legionari – Diocesi di Caserta e la blanda opposizione del Comune di Maddaloni, il cda della Fondazione, venerdì 4 luglio, ha deliberato l’avvio del “procedimento di composizione della crisi da sovraindebitamento e liquidazione del patrimonio”, la richiesta della “cassa integrazione in deroga” per 92 dipendenti e il mancato rinnovo del contratto a termine per altri 28 lavoratori. Dunque, in Piazza Matteotti n. 8, dopo i tanti ringraziamenti di circostanza di tutti a tutti, su cui ci siamo soffermati nel nostro precedente articolo, “scorrono lacrime e sangue”; le lacrime dei sindacati interni che finalmente si sono resi conto che la linea morbida nei confronti dei Legionari di Cristo giova solo a questi ultimi; ma anche le lacrime del sindaco, Rosa De Lucia, che si sente tradita dalla dirigenza del Villaggio, a cominciare da P. Sabadell che, con lei e con i suoi dipendenti, solo pochi giorni fa si era impegnato a fare il possibile per evitare, almeno per il momento, i licenziamenti.

Frasi di circostanza, dunque, come avevamo predetto noi di Casertace (http://www.casertace.net/cronaca/esclusiva...a-20140627.html). Infine, c’è il sangue, quello dei 130 dipendenti che perderanno il posto di lavoro subito o dopo qualche mese di cassa integrazione (sempre che la Regione accolga quest’ultima richiesta “in deroga”); 130 numeri più che persone, nei discorsi contabili del cda, composto, tanto per non dimenticare, da ben 4 sacerdoti da cui ci saremmo aspettati una maggiore sensibilità e comprensione per i dipendenti e le loro famiglie in un momento così difficile; ce lo saremmo aspettati se non sapessimo che tra questi sacerdoti c’è anche P. Miguel Cavallé, che con la sua gestione faraonica dell’Ente maddalonese, avallata da amministratori compiacenti e conniventi tipo Pietro Matrisciano, in questi ultimi 14 anni ha creato un buco di oltre 17 milioni e mezzo di euro, gestendo i posti di lavoro in modo prettamente clientelare, come abbiamo dimostrato nella nostra documentata e circostanziata inchiesta in 11 e più puntate iniziata quasi un anno fa.

Lo scenario che si prospetta ora per il Villaggio, dunque, è tutt’altro che roseo; infatti, con l’adesione alla procedura di “composizione della crisi” introdotta nel nostro ordinamento con la Legge n. 3/2012 per i debitori “non fallibili”, il futuro del Villaggio si deciderà in udienza davanti al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, chiamato ad omologare “l’accordo di ristrutturazione del debito” e il “piano attestato di risanamento”. In parole povere, il Villaggio dovrà finalmente rendere pubblici i bilanci degli ultimi anni, presentare un elenco completo di tutti i creditori e dare una spiegazione plausibile dei motivi della crisi finanziaria attuale (gli basterà dire per l’ennesima volta che è tutta colpa di Caldoro?), nonché stabilire tempi e modalità di estinzione dei debiti. Un percorso tutto in salita, dunque, anche perché la dottrina e la giurisprudenza sono “oscillanti” sul fatto che una fondazione come il Villaggio, che negli ultimi anni si è trasformata da importante ente pubblico di assistenza a poco più di una scuola privata gestita da sacerdoti, possa o meno essere assoggettata alle procedure concorsuali normali, fallimento “in primis”; quindi, il Tribunale potrebbe benissimo rigettare la richiesta di omologazione per mancanza di uno dei requisiti fondamentali, appunto la “non fallibilità”.

In caso contrario, il vantaggio immediato per la Fondazione sarebbe il blocco dei pignoramenti e dei decreti ingiuntivi per un tempo massimo di 120 giorni fissato dal giudice per permettere ad almeno il 70 % dei creditori di aderire all’accordo. Solo al raggiungimento di questa soglia percentuale il Tribunale provvederà all’omologazione fissando i tempi per l’attuazione del piano di ristrutturazione che potrebbe prevedere anche la cessione di crediti futuri e, soprattutto la liquidazione del patrimonio immobiliare del Villaggio. Insomma, come previsto dal copione, scritto dai Legionari più di un mese fa, ma messo in atto solo ora, si procederà ai tagli del personale ed alla vendita dell’ingente patrimonio immobiliare della Fondazione. Stiamo parlando di un vero tesoro, del valore di svariati milioni di euro, messo insieme negli anni dell’oculata amministrazione di Don Salvatore d’Angelo e che presto verrà svenduto dopo che negli ultimi anni è stato mal gestito da P. Miguel e dai suoi amici.

G.G.

http://www.ilmattino.it/CASERTA/maddaloni-...ie/787284.shtml

Maddaloni, al «Villaggio dei ragazzi» scatta la cassa integrazione per i 92 dipendenti

PER APPROFONDIRE: Villaggio dei Ragazzi; Maddaloni; cassa integrazione
di Giuseppe Miretto A+ A- Stampa
CASERTA - Comincia la caduta libera del Villaggio dei Ragazzi. Dopo il voto del cda sul «fallimento finanziario» di venerdì scorso, ovvero l’approvazione del «procedimento di composizione della crisi di sovraindebitamento e liquidazione del patrimonio», arriva il primo clamoroso atto consequenziale: cassintegrazione per 92 dipendenti, a cui vanno sommati i 28 lavoratori in possesso del contratto a termine che non sarà rinnovato. Un atto temuto ma di fatto annunciato. I toni concilianti, lo spirito di collaborazione e di mutua assistenza (emerso nell’ultima faccia a faccia tra sindaco e management del Villaggio) sono durati pochissimo.

Oggi, i sindacati aziendali tutti, nell’assemblea tra il direttore generale Giusto Nardi e i dipendenti, si opporranno al «ricorso alla cig e al mancato rispetto degli accordi di garanzia sottoscritti con il sindaco».
martedì 8 luglio 2014 - 14:26
 
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view post Posted on 11/7/2014, 09:26
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Non hanno vergogna

http://www.casertanews.it/public/articoli/...tore-angelo.htm

Piazza Villaggio dei Ragazzi sarà intitolata a Don Salvatore D’Angelo
Venerdì 11 Luglio 2014
PUBBLICITÀ

CELEBRAZIONI | Maddaloni
- Piazza della Pace, antistante il Villaggio dei Ragazzi, è stata intitolata al suo fondatore, Don Salvatore D'Angelo. Votata oggi in giunta la proposta dell'assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione Cecilia D'Anna per l'intitolazione che la città aspetta ormai da oltre dieci anni.
"Quello di oggi è un gesto importante – dichiara il sindaco ing. Rosa de Lucia - simbolico e significativo che sottolinea ancor di più la vicinanza dell'amministrazione al Villaggio dei Ragazzi in questo momento di grande difficoltà. Abbiamo voluto sottolineare che, per noi e crediamo per l'intera comunità, il Villaggio è Don Salvatore, la sua opera e la sua instancabile dedizione.
Mai come in questo momento abbiamo l'obbligo di stare al fianco dei lavoratori in difesa del diritto al lavoro, ma anche della tradizione culturale che la struttura rappresenta". "Voglio ricordare e ringraziare - dichiara l'assessore D'Anna - il lavoro del Comitato Ex Allievi che, per primo, ha iniziato a raccogliere le firme di sostegno all'intitolazione e l'intera giunta che ha accolto la mia proposta con viva partecipazione".
 
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view post Posted on 17/7/2014, 19:09
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www.casertace.net/cronaca/villa-20140717.html

ESCLUSIVA MADDALONI. Il Villaggio dei Ragazzi disintegrato da 18 milioni di euro di debiti e Antonio D’Angelo, inzuccherato dalla visita al convitto di Don Cavallè, diventa il difensore delle cause perse. E domani, trattenetevi forte…

Il rappresentante del Comune è arrivato a dire che la cassa integrazione è solo una brillante idea finalizzata a far risparmiare soldi alla Fondazione in estate. A questo punto tutte le imprese private potranno fare la stessa cosa





Antonio D'Angelo e Don Cavallè
Antonio D’Angelo e Don Cavallè
MADDALONI – Continua attorno al Villaggio dei Ragazzi il “balletto delle responsabilità” della grave crisi finanziaria, da quasi 18 milioni di euro, che sta mettendo “in ginocchio” la storica Fondazione creata nel 1947 da don Salvatore d’Angelo. I Legionari di Cristo, gestori assoluti dell’Ente, con l’appoggio della Diocesi di Caserta, continuano a dare la colpa al presidente Caldoro di non aver rispettato i patti della convenzione da 5 milioni di euro annui conclusa con il predecessore uscente Bassolino, il 10 marzo 2010 – notate bene in piena campagna elettorale, appena 18 giorni prima delle consultazioni regionali da cui sarebbe uscito vincitore proprio Caldoro – e di non aver ancora sbloccato il milione e 700mila euro di arretrati promesso qualche settimana fa.

Il Comitato pro Villaggio, attraverso il suo portavoce, il colonnello Antonio Del Monaco, difende le scelte di Caldoro e punta il dito contro i gestori della Fondazione che avrebbero stravolto la natura pubblica dell’Ente precludendosi così l’accesso ai fondi pubblici già nel 2010, con la partecipazione come capofila all’istituzione della privata Fondazione Istituto Tecnico Superiore per la Mobilità Sostenibile – Trasporti Ferroviari (www.itsms.it/chisiamo.php), e contro l’amministrazione comunale per aver avallato tale atto.

Il PD di Maddaloni, guidato dal segretario cittadino Salvatore Mataluna, accusa, ma senza nominarli, “coloro che in questi anni hanno amministrato la Fondazione determinando un debito colossale di 17 milioni di euro e su cui ricadono tutte le responsabilità circa il dissesto.” Afferma che “Il centro-sinistra attraverso le sue giunte comunali, provinciali e soprattutto, regionali ha sempre sostenuto la Fondazione Villaggio dei Ragazzi con finanziamenti milionari. L’avvento delle giunte di centro – destra ne ha invece decretato la fine.”

Dimentica, però, che se siamo arrivati a questo punto, c’è sicuramente un concorso di colpa proprio di quelle giunte tanto osannate che hanno elargito per anni e anni “cascate” di soldi senza controllare minimamente come venissero utilizzati dalla Fondazione i fondi pubblici ricevuti.

Il sindaco Rosa de Lucia, per bloccare il ricorso al procedimento di composizione della crisi di sovraindebitamento e liquidazione del patrimonio e alla cassa integrazione in deroga per tutti i dipendenti che ne abbiano i requisiti, di cui vi abbiamo parlato nei nostri ultimi due articoli, minaccia di ritardare ulteriormente il pagamento degli arretrati al Villaggio – 940mila euro che, a nostro avviso, il Comune calatino non sa proprio dove andare a prendere – e promette battaglia per ottenere un riassetto della “governance” della Fondazione e chiedere conto del dissesto finanziario “a chi ha avuto inequivocabili responsabilità gestionali”; ma nei fatti non riesce nemmeno a controllare il suo rappresentante nel cda della Fondazione, il dr. Antonio D’Angelo, che solo poche settimane fa usava toni forti verso la gestione dei Legionari di Cristo e minacciava di dare le proprie dimissioni dal consiglio d’amministrazione, ma poco alla volta è diventato più “conciliativo”, al punto di affermare, in palese contrasto con il sindaco, che il ricorso alla crisi da sovraindebitamento “era l’unica strada per preservare il patrimonio della Fondazione e i suoi conti dagli attacchi di Equitalia e dei creditori”.

Insomma, adesso per D’Angelo i cattivi sono Equitalia che cerca di far pagare al Villaggio i contributi previdenziali INPS, in sostanza soldi dei dipendenti, e i creditori che da oltre tre anni attendono il pagamento dei beni e servizi forniti alla Fondazione. Non parliamo di grandi aziende, ma principalmente di piccoli commercianti di Maddaloni e dintorni che, in alcuni casi, rischiano il fallimento proprio per non essere ancora riusciti a recuperare il credito vantato nei confronti del Villaggio. Chi tutelerà questi soggetti deboli se proprio il rappresentante del Comune in seno alla Fondazione è il primo a giustificare atti in loro danno? Le esternazioni di D’Angelo in contrasto con quelle del sindaco, però, non sono finite qui; il rappresentante comunale ha dichiarato infatti che “è necessario mettere in atto un piano di contenimento della spesa che passa, purtroppo, per la riduzione del personale”; affermazione da lui stesso contraddetta solo due giorni dopo “La cassa integrazione non è l’anticamera del licenziamento, ma solo uno strumento per far risparmiare dei soldi alla fondazione nel periodo estivo”. Insomma, D’Angelo deve chiarirsi ancora le idee su chi siano i veri responsabili di questa crisi e sulla necessità o meno dei tagli del personale; nel frattempo, però, consolida i suoi rapporti con il resto del cda, come dimostra la recente visita di cortesia dei consiglieri in quota Legione, a cominciare dal presidente P. Sabadell, ormai trasferitosi a Maddaloni, e dal consigliere P. Cavallè, al Convitto Nazionale Giordano Bruno, di cui D’Angelo è segretario generale.

Infine, c’è la posizione dei sindacati provinciali che in contrasto con il cda del Villaggio non approvano il ricorso alla cassa integrazione in deroga, anzi precisano che i dipendenti della Fondazione, composta principalmente da scuole non statali aderenti al ccnl Agidae, non possono in nessun modo accedere a tale ammortizzatore sociale.

A tutti questi soggetti, che nelle loro esternazioni, continuano a chiedere, il più delle volte genericamente e senza fare nomi, ragione della crisi del Villaggio e fanno finta d’ignorare la nostra documentata inchiesta dell’autunno scorso in 11 e più puntate sulla gestione faraonica e dissennata degli ultimi 13 anni “firmata” don Miguel Cavallè, domani dimostreremo, come sempre con documenti alla mano, perché il Villaggio dei ragazzi è già da tempo un ente privato in cui il settore assistenza è di fatto scomparso e la stessa Fondazione si è trasformata negli ultimi anni in una scuola privata che persegue fini patrimoniali e quindi può a tutti gli effetti essere assoggettata alle procedure concorsuali ordinarie, fallimento “in primis”.

Edited by GalileoGalilei - 9/8/2014, 15:46
 
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http://www.casertace.net/altri-comuni2/mad...u-20140718.html

ESCLUSIVA MADDALONI VILLAGGIO DEI RAGAZZI. Ecco i documenti e le sentenze che provano che il Villaggio è solo una scuola privata e che può giuridicamente fallire, così come Casertace ha sempre sostenuto

Occorre un po' di pazienza, ma la lettura fa bene e aiuta a crescere nella conoscenza del mondo. Si tratta di due pronunciamenti decisivi della Corte Costituzionale e della Corte d'Appello di Napoli



cavallè



MADDALONI – In questi ultimi mesi, in cui la crisi finanziaria del Villaggio dei Ragazzi si è mostrata in tutta la sua gravità e l’Ente maddalonese, “sommerso” da quasi 18 milioni di euro di debiti, non è stato più in grado di pagare regolarmente i propri dipendenti, i quali ad oggi attendono ancora il saldo delle spettanze di maggio e rischiano seriamente di perdere il loro posto di lavoro, da più parti si è accusato il cda della Fondazione, in cui, ricordiamolo, la maggioranza assoluta è dei padri Legionari di Cristo, di aver aggravato la situazione permettendo la privatizzazione dell’Ente ad opera della Regione Campania, che non ha riscontrato nel Villaggio la sussistenza dei requisiti previsti dal regolamento regionale n. 2 del 22 febbraio 2013 per la sua trasformazione in Azienda (pubblica) per i Servizi alla Persona.

Noi di Casertace, invece, siamo in grado di dimostrarvi che il Villaggio è da sempre un ente privato; non lo diciamo noi, ma i giudici della Sezione Lavoro del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere che, nella sentenza emessa nel 2009 a favore della professoressa Carmen Ioni così si sono espressi: “Sulla natura della fondazione convenuta…la natura della fondazione è stata proposta non solo come assistenziale o di beneficenza, ma come “pubblica” in senso stretto… Orbene è indubbio che la fondazione don Salvatore d’Angelo rivesta la natura di IPAB… Sul punto la giurisprudenza si è ampiamente soffermata. In primo luogo va detto che a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n 396 deI 1988 in materia di istituzioni di assistenza e beneficenza…, è pacifico che tali soggetti non hanno necessariamente natura pubblica, la quale deve essere accertata di volta in volta dal giudice. E’ peraltro certo che grava sulla parte che ha interesse a dimostrare la natura pubblica dell’ente l’onere di provare gli elementi al riguardo rilevanti circa origine, struttura e normali fonti di finanziamento del medesimo, né a tal fine si può prescindere dalle risultanze statutarie… alle istituzioni assistenziali regionali ed infraregionali va riconosciuta natura privatistica qualora ne risulti accertato alternativamente il carattere associativo quello di istituzione promossa ed amministrata da privati, l’ispirazione religiosa, ovvero qualora ricorrano, congiuntamente, le circostanze 1) che l’atto costitutivo (o la tavola di fondazione) sia posto in essere da privati; 2) che disposizioni statutarie prescrivano la designazione da parte di associazioni o soggetti privati di una quota significativa dei componenti dell’organo deliberante; 3) che il patrimonio risulti prevalentemente costituito da beni risultanti dalla dotazione originaria o dagli incrementi o trasformazioni della stessa… Nel caso di specie, dalla lettura degli atti si evince che: 1) l’atto costitutivo è stato posto in essere da un privato, Salvatore D’Angelo (art. l statuto) e la continuità dell’opera è realizzata dalla Congregazione dei Legionari di Cristo (non certo un soggetto pubblicistico) con la collaborazione del clero diocesano e della Comunità di Maddaloni (sempre art. i statuto); 2) il patrimonio (art.4 dello statuto) risulta costituito da un complesso di beni mobili e immobili (sede centrale, complesso estivo, sede del liceo linguistico, compendio in Maddaloni denominato “villa Santamaria”, appartamento in Roma via Jenner, appartamento in Roma Giulio Cesare, appartamenti in Roma a via Barrili) la cui derivazione pubblicistica non emerge da alcuna prova né è dedotta da parte convenuta: tale patrimonio, poi, è suscettibile di incrementi non solo con le relative rendite, ma anche con erogazioni di soggetti pubblici o privati (art.4 cit.); 3) la gestione spetta per statuto (art. 6) ad organi in cui nessun ruolo significativo è affidato a rappresentanti di enti pubblici: infatti, il consiglio di amministrazione è formato da quattro componenti designati dalla Congregazione dei Padri Legionari di Cristo, un sacerdote designato dal Vescovo, un cittadino maddalonese designato dal Sindaco, dal Senatore Giulio Andreotti (la sentenza è dell’88, quando Andreotti era acora vivo e vegeto) il quale agisce non certo quale rappresentante di ente pubblico, bensì quale privato, componente a vita salvo rinunzia. L’insieme delle circostanze sub 1-3, emergenti dalla produzione di parte convenuta. determina in capo alla fondazione de qua il carattere di istituzione di assistenza e beneficenza con personalità giuridica di diritto privato, attesa la riconducibilità all’iniziativa privata della sua nascita, della relativa disciplina e dei finanziamenti ricevuti… A nulla rileva in proposito la previsione di atti di controllo da parte di enti locali, di per sé non incompatibili con la natura privata dell’istituto, né rilevano i costanti finanziamenti provenienti da enti locali, i quali potrebbero essere frutto di una scelta politica/discrezionale di sostenere un’istituzione che comunque opera in settori di rilievo pubblicistico e sociale.”

Ancora più interessante, per i diversi risvolti giudiziari che potrebbe prendere l’attuale situazione di crisi della Fondazione, è la sentenza n. 926/2006 della Corte di Appello di Napoli; ma lasciamo anche qui la “parola” ai giudici: “la valutazione delle concrete modalità attraverso cui tali finalità [assistenziali] vengono perseguite…induce a ravvisare nella struttura organizzativa della convenuta [Fondazione] i caratteri dell’imprenditorialità… la concreta realizzazione degli strumenti scelti per perseguire gli scopi istituzionali…supera certamente la previsione cartacea dello Statuto e sottolinea indubitabili caratteristiche imprenditoriali. In primo luogo va registrata l’organizzazione di mezzi e personale finalizzata ad offrire e garantire il servizio istruzione, ad ogni grado e livello; e l’organizzazione che risponde ai dettami della rimuneratività del servizio offerto. E che l’organizzazione di elementi personali e materiali fosse articolata con connotati di imprenditorialità scelti perché i più adeguati a permettere il funzionamento e la fruizione del servizio offerto è mostrato dal collocarsi la Fondazione, rispetto ai rapporti esterni, come un qualsiasi istituto privato di istruzione; dotato di personale docente e non docente alle proprie dipendenze con rapporti lavorativi di tipo subordinato…né natura di IPAB riconosciuta dalla Regione Campania.. è di per sé incompatibile con l‘attività di istituto scolastico svolta come nel caso concreto in forma imprenditoriale…”

In sostanza, la Corte di Appello di Napoli, con queste motivazioni, ha sancito da un lato il fatto che già 8 anni fa la Fondazione si era sostanzialmente trasformata da ente assistenziale in scuola privata a pagamento, ma soprattutto dall’altro, riconoscendo il carattere imprenditoriale dell’attività svolta dal Villaggio, ha sancito la sua assoggettabilità alle procedure concorsuali ordinarie previste dalla legge fallimentare. Per cui, noi di Casertace siamo sempre più sicuri dello scenario che avevamo prospettato in un nostro precedente articolo di 10 giorni fa (http://www.casertace.net/altri-comuni2/mad...i-20140708.html), del fatto cioè che il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, chiamato a esprimersi nelle prossime settimane sulla richiesta della Fondazione di adesione alla “procedura di composizione della crisi da sovraindebitamento”, molto probabilmente la dichiarerà inammissibile per mancanza di uno dei requisiti fondamentali, appunto la “non fallibilità”.

Per oggi ci fermiamo qui, ma nel prossimo articolo vi racconteremo nei particolari come, negli anni del governo assoluto di don Miguel Cavallè, sia avvenuto questo sistematico “smantellamento” del settore assistenza della Fondazione – l’Ufficio Benessere, tanto caro a don Salvatore d’Angelo – e del perché, a nostro avviso, questa sia stata la principale causa della riduzione dei finanziamenti pubblici elargiti al Villaggio, ormai ridottosi a gestore di servizi scolastici privati a pagamento.
 
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www.casertace.net/cronaca-bianca/ma...d-20140723.html

MADDALONI. Il villaggio dei ragazzi è un ente privato ed è giusto ed equo che chiuda se i suoi conti sono in fallimento. I maltrattamenti ai minori, il processo e il siluramento della direttrice che denunciò gli abusi, cacciata da don Cavallè

Prosegue il nostro viaggio nell'inquietante gestione di una istituzione che dopo la morte di don Salvatore d'Angelo e dopo il tramonto dei tempi delle vacche grasse, della spesa pubblica incontinente non ha più un solo serio motivo per esistere ancora, a partire dall'identità e dalla reputazione di chi oggi lo gestisce.



Nelle foto, Lidia Cacciapuoti e P.Miguel
Nelle foto, Lidia Cacciapuoti e P.Miguel


MADDALONI– Nel nostro ultimo articolo vi abbiamo documentato come il Villaggio dei Ragazzi, secondo i giudici della Corte di Appello di Napoli, già nel 2006, era diventato simile a “un qualsiasi istituto privato di istruzione”, la cui organizzazione rispondeva “ai dettami della rimuneratività del servizio offerto” e presentava “connotati di imprenditorialità” ( CLICCA QUI PER LEGGERE L’ARTICOLO ).

Che i giudici ci avessero visto giusto lo dimostra un documento interno della Fondazione, datato 27 aprile del 2011 e indirizzato all’allora presidente P. Miguel Cavallè. Si tratta di una relazione sulla “Natura giuridica del Villaggio” non firmata, ma presumibilmente preparata da un dipendente del settore amministrativo dell’Ente di piazza Matteotti. In questo documento esclusivo si afferma che “i servizi sociali del Comune di Maddaloni,tra il 2006 e il 2007, affidano al Villaggio 5 minori in regime residenziale; i servizi sociali del Comune di Caserta 2 minori in regime semiresidenziale” per i quali la Fondazione riceve “da 75 ai 90 euro al giorno” di contributi. Insomma, dei 1571 studenti all’epoca iscritti alle scuole della Fondazione, la metà di questi “assistiti” con i finanziamenti di Regione e Provincia di Caserta e l’altra metà paganti, appena 7 erano i minori affidati dai servizi sociali per i quali il Villaggio sottostava ai controlli semestrali del Tribunale per i Minorenni di Napoli.

Si trattava, dunque, di “mosche bianche” che si sarebbero “estinte” nel giro di poco tempo; infatti, l’anonimo estensore della relazione del 2011 così si esprimeva: “La mia personale opinione è che oggi al Villaggio: - Non vi sono minori “istituzionalizzati o ricoverati”, così come previsto dalla Legge 149/200 1 (Legge Affido), per i quali è previsto il controllo del Tribunale dei minori. Non vi sono minori “abbandonati”, per i quali esiste la competenza in campo civile del tribunale dei minori. Non vi sono minori con reati né tanto meno minori che esercitano la prostituzione o che risultano vittime di reati sessuali, per i quali il tribunale ha il dovere di intervenire. Vi sono minori paganti e minori che usufruiscono del regime di assistenza sociale in base ad una precisa procedura/prassi, che, ripeto, non richiede l’intervento del tribunale.

Detta procedura/prassi si basa essenzialmente sui seguenti aspetti:

1. La famiglia del minore sceglie volontariamente una scuola del Villaggio. Dopo aver ottemperato alla procedura di iscrizione, presenta volontariamente la domanda di assistenza, entro un certo periodo, all’Ufficio assistenza.

2. L’ufficio assistenza riceve la domanda, con l’allegata documentazione (vari certificati +
modello ISEE) e la invia all’ente convenzionato

3. L’Ente convenzionato autorizza il minore ad essere ospitato in regime residenziale o semiresidenziale”

In parole povere, il Villaggio, nel 2011 forniva “assistenza”, tramite Regione e Provincia, non ai cosiddetti “minori a rischio devianza”, ma esclusivamente ai figli di coloro che non erano in grado di pagare la retta di 220 euro mensili per frequentare le scuole private della Fondazione. Ben poca cosa, a nostro avviso, per poter parlare di assistenza vera e propria. Un po’ come se i Salesiani dell’Istituto Don Bosco a Caserta o i Gesuiti del Pontano di Napoli, solo per nominare due importanti scuole private cattoliche in Campania, offrissero delle borse di studio agli studenti più bisognosi, senza nemmeno guardare il merito scolastico, ma caricassero il costo di questa operazione sugli enti pubblici territoriali e, quindi, sull’intera collettività.

In Italia, il finanziamento pubblico alle scuole private d’ispirazione religiosa è, praticamente, inesistente, però a Maddaloni, i Legionari di Cristo, gestori del Villaggio, sono riusciti in quest’impresa che ha del “miracoloso” per anni, almeno fino all’inizio della crisi internazionale e dei grossi tagli al “welfare” regionale.

Non c’è dunque da meravigliarsi se la Fondazione, negli ultimi anni, abbia visto ridursi drasticamente i finanziamenti pubblici a suo favore e il presidente Caldoro abbia promesso solo il pagamento degli arretrati – un milione e 700mila euro che ancora tardano ad arrivare – e un incerto futuro come APQ (Accordo di Programma Quadro) in stile Città della Scienza.

La motivazione, a nostro avviso, sta proprio nel fatto che, a livello regionale, da tempo sono state individuate altre priorità rispetto agli “assistiti” del Villaggio. Ci riferiamo ai 700 malati di Sla campani e alle economie a sostegno delle cooperative sociali, soggetti “chiamati in causa”, qualche settimana fa, dal consigliere regionale Angelo Consoli, quando ha cercato di far capire al neo presidente della Fondazione, P. Sabadell, che per salvare il Villaggio “non esistono soluzioni immediate, corsie preferenziali e non sono sufficienti attestati di buona volontà”. In fondo, parliamoci chiaro, se tutte le scuole del Villaggio dovessero chiudere, agli studenti basterebbe iscriversi gratuitamente alle tante scuole pubbliche presenti sul territorio, come stanno già facendo gli allievi del soppresso Liceo Scientifico de’ Sivo della Fondazione, una delle tante scuole in perdita aperte durante il regno incontrastato di P. Miguel Cavallè che, pur avendo fondato due onlus (Vida e Vis) che si prefiggono il fine di aiutare i bambini in difficoltà in ben 11 paesi del “terzo mondo” e pur essendo molto attivo nella raccolta fondi a tal fine, da presidente della Fondazione non ha mai pensato di accogliere a Maddaloni una parte dei tanti “minori non accompagnati” che arrivano quotidianamente in Italia con le “carrette del mare”, un gesto che, come abbiamo visto, oltre a essere altamente caritatevole sarebbe anche estremamente remunerativo per la Fondazione, ma la sottoporrebbe ai controlli del Tribunale per i Minorenni di Napoli, cosa che evidentemente non va giù al padre catalano.

Infatti, nel novembre del 2011, proprio P.Miguel chiedeva (la domanda era retorica), a mezzo raccomandata, al Procuratore della Repubblica presso il predetto Tribunale, se le discipline dell’adozione e dell’affidamento dei minori (e ovviamente i controlli da questa previsti), si applicassero anche alla Fondazione da lui diretta che allora ”funziona[va] esclusivamente da polo scolastico a tempo pieno con alunni minorenni e maggiorenni inseriti in regime di convitto o semi-convitto per libera scelta educativa dei genitori”.

La richiesta alla Procura era conseguenza, probabilmente, della relazione interna di cui abbiamo parlato più sopra e, per pura “coincidenza”, veniva presentata dopo che il 28 febbraio 2011 la Squadra Mobile di Caserta aveva condotto agli arresti domiciliari, per presunti maltrattamenti ai minori assistiti in convitto negli anni 2008-2010, 4 educatori del Villaggio, successivamente rinviati a giudizio insieme ad altri 6 loro colleghi ed all’ex amministratore della Fondazione, Nunzio Cappuccio (+ 2014).

In questa gravissima situazione, P. Miguel, qualche giorno dopo gli arresti, provvide a nominare il nuovo responsabile dell’assistenza, sostituendo la dr.ssa Cacciapuoti – una delle accusatrici degli educatori – con un consulente esterno, la dr.ssa Anna Maria Gargiulo, presentata a tutti come grande esperto del “welfare” regionale e come colei che avrebbe dovuto riorganizzare l’intera area assistenza del Villaggio, ma che, poche settimane dopo, si sarebbe trovata al centro di un servizio di Luca Abete, inviato di Striscia la Notizia, per i letti vuoti e le molte aree in disuso della Fondazione Dentale di San Giorgio a Cremano, casa di riposo per anziani indigenti di cui la Gargiulo era direttrice (il servizio in questione è il 5° di questa pagina dal titolo “Ospizio semivuoto”: www.striscialanotizia.mediaset.it/p...ntata_182.shtml ).

Il “super consulente” rimase al Villaggio solo 6 mesi, tempo nel quale riuscì almeno a far avviare i lavori di ristrutturazione delle camerate del convitto in cui, fino a quel momento, udite bene, bambini di 5-6 anni dormivano negli stessi alloggi di ragazzi di 11-12 anni, con i possibili problemi di promiscuità che è facile immaginare.

In sostituzione della dr.ssa Gargiulo, P. Miguel, nell’autunno del 2011 mise a capo dell’assistenza un dipendente della Fondazione, Antonio Rosario Cerimoniale, il cui principale merito era quello di essere tra i fondatori di una delle sue onlus, Vida, del cui cda fa parte. Questo “grande pregio” ha fatto passare in secondo piano il fatto che lo stesso Cerimoniale non abbia i titoli per ricoprire quel ruolo – ha solo un diploma di Liceo Linguistico – e, soprattutto, il fatto che sia imputato nel processo contro gli educatori di cui, a breve, si attende la sentenza. E’ vero che i suoi capi d’accusa sono tra i più lievi e che, fino alla eventuale sentenza definitiva di condanna, in Italia vige ancora la presunzione d’innocenza, ma ci sembra quanto meno inopportuno e poco delicato nei confronti delle presunte vittime e dei loro genitori che P. Miguel, nel giro di pochi mesi, abbia sottratto il settore assistenza ad una delle accusatrici degli educatori per affidarlo ad uno degli stessi educatori imputati di reato.

Se questa è stata la “riforma” dell’area assistenza operata sotto il “regno” di P. Cavallè, non c’è da meravigliarsi del perché il Villaggio stia per essere “risucchiato” in un “buco nero” di quasi 18 milioni di euro.

G.G.
 
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LA LETTERA. VILLAGGIO DEI RAGAZZI. Duri attacchi ai Legionari di Cristo del prof. Vigliotti e del nipote di don Salvatore d’Angelo

Pubblichiamo la prima parte della lettera scritta dall'avvocato Francesco D'Angelo



Nella foto don Salvatore e don Cavallè
Nella foto don Salvatore e don Cavallè
MADDALONI – E’ ancora viva nella città calatina la eco delle parole di “fuoco” pronunciate dal rettore del Convitto Nazionale Giordano Bruno, il prof. Michele Vigliotti, che 10 giorni fa, dalle colonne dell’Eco di Caserta, ricordando con affetto e stima don Salvatore d’Angelo, ma anche analizzando con tristezza la gravissima crisi finanziaria in cui è invischiata attualmente la Fondazione Villaggio dei Ragazzi e, aggiungiamo noi, biasimando di certo il “cambio di rotta” del suo segretario generale Antonio D’angelo in seno al CDA del Villaggio (di cui vi abbiamo dato notizia qui: www.casertace.net/cronaca/villa-20140717.html), si scagliava con veemenza contro il “manipolo di avventurieri con la croce”, ovvero i Legionari di Cristo che ormai “mendicano qualche centinaia di migliaia di euro da Provincia e Regione, dimenticando che, essendo essi i responsabili di questo disastro, dovrebbero por mano ai miliardi che la Congregazione ha sparsi per il mondo o custoditi nello IOR, perché chi rompe paga”.

Parole “forti” – il cui testo completo è facilmente reperibile in internet – alle quali si aggiungono oggi quelle “pesanti come macigni” di un altro esponente di spicco della società maddalonese, l’avv. Francesco d’Angelo, ex sindaco di Maddaloni, ma soprattutto nipote di don Salvatore d’Angelo, che in una lunga e circostanziata lettera aperta ha voluto esporre il suo autorevole punto di vista sull’attuale situazione della Fondazione creata dal nulla da suo zio nel lontano 1947 e oggi a rischio fallimento.

Noi di Casertace condividiamo quasi “in toto” il contenuto di questa lettera che sintetizza e, per certi aspetti, addirittura amplia tutta la nostra documentata e circostanziata inchiesta sul Villaggio dei Ragazzi e sulla sua gestione di P. Miguel Cavallè che abbiamo “vivisezionato” in circa 50 articoli scritti a partire dall’aprile 2013. Per questo, pubblicheremo la lettera in tre parti, da oggi fino a sabato, e la indirizzeremo, attraverso la Sala Stampa Vaticana, a un destinatario davvero speciale, Papa Francesco,

Ecco la prima parte della lettera:

“AVVOCATO Francesco d’Angelo
Via Emanuele Campolongo,87 – 81024- Maddaloni (CE)

Tel/fax 0823/408505 – Cell. 3471353254 e-mail: [email protected]


Oggetto: lettera aperta
Ciò che mi spinge a scrivere, non è né un sentimento di odio o di rancore né, in qualità di nipote e discepolo, di qualche diritto sulla Fondazione.
Don Salvatore mi ha insegnato ed educato, così come ha fatto con tutta la sua famiglia, ad amare la sua creatura, alla quale bisogna dare senza mai dover chiedere niente. L’unico interesse è quello di difendere la morale, la figura ed il nome di Don Salvatore, che è patrimonio della sua famiglia e non della Fondazione, la quale ha violato, trasformato, utilizzato e svenduta la sua volontà, la sua storia, l’orgoglio e la tenacia che lo hanno reso grande, sia sul piano pedagogico che su quello patrimoniale. Un pezzo di storia di una prestigiosa comunità ecclesiastica, che dura da sessant’anni, si avvia al fallimento.
Procedimenti penali in corso per maltrattamenti, arresti, ambigue e sospette trasformazioni giuridiche, finanziamenti pubblici milionari, lo spettro di un tracollo finanziario di quasi 18 milioni di euro, dipendenti senza stipendio ed un presidente, oggi consigliere d’amministrazione, diventato il protagonista a puntate di un noto giornale on line casertano, per il suo suggestivo e dissoluto modo di condurre l’esistenza, vestito da sceriffo e da arabo, con in mano le carte da gioco, fiches ed alle prese con il narghilé (la tipica pipa turca), rendono l’immagine dell’attuale Fondazione Villaggio dei Ragazzi “don Salvatore d’Angelo” di Maddaloni – Caserta, un tempo modello ispirato ai valori di don Bosco e palestra di vita per la formazione e l’istruzione dei bambini bisognosi, e che ha avuto il conforto morale del Presidente On.le Giulio Andreotti ed il conforto spirituale da Monsignor Giovanni Benelli.

Cenni sull’Istituzione Villaggio dei Ragazzi
Il Villaggio dei Ragazzi, con sede a Maddaloni, è una realtà sociale, civile e religiosa.
Nasce nel dopoguerra come casa del fanciullo ed ospita ragazzi orfani e abbandonati, quelli che provengono da famiglie disagiate, multiproblematiche, con difficoltà anche solo economiche.
Nasce da una intuizione di un sacerdote, don Salvatore D’Angelo, che ne diventa fondatore e padre di un’opera senza precedenti.
Con atto costitutivo ed un proprio statuto, don Salvatore trasforma il Villaggio dei Ragazzi in “Fondazione Villaggio dei Ragazzi”, che nel 1975, con delibera della Giunta Regionale della Campania, viene eretta in Ente morale.
In oltre cinquant’anni, don Salvatore ha dato assistenza a migliaia e migliaia di ragazzi, ed ha costruito un patrimonio mobiliare ed immobiliare per un valore di circa qualche centinaia di milioni di Euro, che, per testamento pubblico è di esclusiva proprietà della Fondazione.
Le famiglie affidavano a don Salvatore i propri figli, con soddisfazione e fiducia, perché Egli conosceva e curava ogni minima cosa di quanto accadeva all’interno del Villaggio, delle scuole, dei reparti, degli uffici, delle camerate.
La storia e la figura di San Giovanni Bosco sono stati i principi ispiratori dell’opera e il metodo educativo e formativo di ispirazione salesiana, era adottato dai dipendenti e trasmesso ai ragazzi ospiti.
La Fondazione è stata un punto di riferimento importante per le famiglie, per la società, per la politica, per Maddaloni e per tutto il territorio della Regione Campania ed oltre.
Il motto era “ NON CHIEDE MA DONA, DONA ATUTTI LA GIOA DI DARE”
Nel 2000 la Fondazione Villaggio dei Ragazzi rimane “orfana di padre”. Il 30 Maggio infatti viene a mancare don Salvatore d’Angelo. A subentrargli è la diocesi di Caserta, e dopo circa un anno, viene consegnata alla Congregazione dei Legionari di Cristo del defunto Padre Marciel Maciel Degollado, le cui vicende immorali sono state rese note dopo l’anno 2000, sia in ambito ecclesiastico che laico.
Negli ultimi tredici, le vicende che hanno interessato la Congregazione si sono intrecciate inevitabilmente con alcune vicende della Fondazione.
Agli inizi del 2001, i Legionari di Cristo si insediano nel Villaggio dei Ragazzi, ma non sanno cosa è la Fondazione del Villaggio dei Ragazzi: Ente Morale? Fondazione? Ipab? Asp?
Non sanno trovare risposte. Colgono esclusivamente che è un bene! Un bene economico importante di cui “impadronirsene”, senza debiti e con un patrimonio immenso.
All’insegna di una presunta eredità di Don Salvatore d’Angelo (non esiste atto o scritto in tal senso), modificano immediatamente lo statuto, si assicurano la maggioranza assoluta del Consiglio di Amministrazione, diventando di fatto e di diritto proprietari della Fondazione, tradendo in modo vergognoso la Storia e la Volontà del fondatore e della Fondazione.
Ancora in vita Don Salvatore aveva chiesto alla Congregazione di Cristo l’ aiuto alla gestione della Fondazione e che doveva avvenire con la presenza di tre sacerdoti dei legionari di Cristo ed otto suore Messicane, richiesta simile negatagli dalla Curia di Caserta.
Invece, il business, secondo la logica dei Legionari di Cristo, è stato il motivo della loro presenza. Era troppo importante acquisire gratis e con l’inganno un patrimonio di grande valore morale e materiale, utilizzare la storia di Don Salvatore, ricevere i finanziamenti pubblici dalla Regione Campania, dall’Amministrazione Provinciale di Caserta, dal Comune di Maddaloni e dallo Stato, per circa nove milioni l’anno. Era questo un motivo per affermare la loro presenza anche in Provincia di Caserta. Era ed è prioritario per loro, rispetto agli scopi della Fondazione, alle ragioni della nascita e della crescita della Fondazione, costruire l’immagine da proiettare all’esterno ed avere senza mai dare, come è verificabile nel momento più difficile che attraversa l’ente dalla loro venuta. Di fronte ad un sovraindebitamento di quasi 18 milioni di euro, non riescono a garantire risorse proprie per mandare avanti la struttura, pagare i dipendenti e garantire la continuità dell’opera, ma come è nella logica imprenditoriale il danno causato deve essere a carico dei più deboli e dello Stato.

Scopi della Fondazione
La Fondazione Villaggio dei Ragazzi, secondo l’articolo 2 dello statuto ancora vigente dell’Ente, ha lo scopo di promuovere iniziative varie in favore dell’infanzia e della gioventù maschile e femminile in stato di necessità materiale, morale ed educativa, da attuare nelle diverse forme di assistenza anche attraverso la gestione di Enti di formazione, Enti sportivi, Associazioni culturali, Circoli sociali, di scuole di ogni ordine e grado, pure a carattere universitario, e laboratori a carattere professionale; assicurare interventi a favore degli anziani nelle forme più varie come previste dalla legislazione statale e regionale vigente in materia.
In particolare, la Fondazione provvede:
• all’assistenza religiosa, morale e materiale della gioventù;
• all’assistenza scolastica;
• all’assistenza in senso lato dei giovani aventi vocazione sacerdotale;
• alla gestione di colonie marine e montane nell’ambito dell’assistenza scolastica, religiosa e morale;
• all’assistenza, diretta alla tutela degli anziani, anche attraverso l’istituzione e la gestione di strutture e servizi nell’ambito della normativa statale e regionale a favore dei soggetti che abbiano raggiunto i limiti di età per il pensionamento. [In realtà i commi evidenziati da noi in grassetto sono stati modificati nel giugno 2013 perché, rinnegando l’ispirazione religiosa della Fondazione, i Legionari di Cristo, capeggiati fa P. Miguel, hanno cercato invano di trasformare in ASP il Villaggio, come vi raccontammo qui: http://www.casertace.net/cronaca-bianca/ma...e-20131112.html ]
Dopo tredici anni, nessuno di queste forme di assistenza è stata realizzata in toto. Al contrario, l’opera di don Salvatore è stata stravolta ed oggi, per volere dei Legionari, è diventata una struttura con al centro le Onlus, e di qualche attività, per raggranellare fondi pubblici, quale l’Istituto Tecnico Superiore, che cura la formazione professionale di persone estranee alla Fondazione e la cui costituzione va ad incidere sulla personalità giuridica dell’Ente, trasformato da pubblico a privato, per soddisfare subdole operazioni, delle quali si occuperà l’autorità preposta.



Il patrimonio della Fondazione
Il patrimonio mobiliare e immobiliare della Fondazione si stima in svariati milioni di euro in quanto oltre all’enorme struttura maddalonese ex caserma Bixio, possiede alcuni (4) appartamenti in Roma, un appartamentino a Maddaloni, Palazzo di tre piani su via Roma, Palazzo Genovese (adiacente al precedente), edificio della fine del ‘700 di tre piani ubicati sempre a Maddaloni, una vasta distesa di terreno con manufatto a Valle di Maddaloni ed una grandissima struttura a Torre Pedrera di Rimini (FO), che veniva utilizzata per il soggiorno marino dei ragazzi maddalonesi dal mese di giugno al mese di settembre. Oggi la struttura è diventata fatiscente ed è stata trasformata in casa – albergo, affidata alla gestione di privati, che perseguono scopi lucrativi. Tale attività, gratuita per i ragazzi iscritti alle scuole della Fondazione ed a pagamento per gli altri ospiti affidati dagli Enti Pubblici alla Fondazione, è stata abolita del tutto. Dal 2001 agli inizi di quest’anno, il Villaggio si avvia al fallimento

Il Presidente
Da ben tredici anni il Villaggio dei Ragazzi è gestito ininterrottamente da un Presidente (Padre Miguel Cavallè Puig, L.C.), ed oggi componente del Consiglio di Amministrazione, in quota ai legionari, sempre lo stesso che ormai ha radici solide nel territorio e che ha saputo accontentare sempre il politico di turno, anteponendogli qualsiasi interessi a discapito di quelli della Fondazione. Ha saputo infondere nei dipendenti il culto del capo ed il timore in tutti quelli che hanno osato opporsi al suo potere, che si concretizza nel ricorso ai licenziamenti ed alla vendetta. Tuttora figura in prima persona nelle trattative per mettere in atto licenziamenti, cassa integrazione e quant’altro serve per avviare le procedure di rientro dalla crisi di sovraindebitamento in cui versa il Villaggio, incurante del fatto che, stando ai vincoli giuridici con gli enti locali, dovrebbe diventare concreto il ricorso ad un commissario, per fare chiarezza sull’utilizzo di finanziamenti milionari di cui ha beneficiato l’ente che fu di don Salvatore.
Questo gli ha permesso e gli permette di avere libertà di movimento e di azioni. Infatti è residente in Fondazione, ma reperibile solo quando chiamato in causa. Per il resto, trascorre la sua esistenza in missioni africane, messicane e altro.
I suoi interessi, sulla costituzione delle tanto chiacchierate VIDA, VIS FOUNDATION, come ha avuto modo di chiarire l’ex sindaco di Maddaloni, Avv. Antonio Cerreto in ordine alla crisi di sovraindebitamento del Villaggio, sono diretti più ad acquisire titoli e meriti nei confronti dei suoi superiori della Congregazione dei Legionari che all’amore di chi è più debole e di chi soffre. Questo è un lato che meriterebbe un particolare approfondimento, visto che toglie i soldi ai lavoratori, agli studenti assistiti, alla Fondazione, per portarli (come dice) ai più poveri dell’Africa e dell’America latina.
Da Legale Rappresentante della Fondazione, opera in sinergia solo con il suo piccolo enturage. Insomma ha creato una struttura con il capo accerchiato da tanti altri capi, le cui mansioni possono essere sintetizzate nella creazione di due addetti stampa, di cui uno vice sindaco della città, già molto chiacchierato al tempo della sua assunzione e in aperta incompatibilità con il ruolo che riveste all’interno della Fondazione soprattutto in questo momento di totale disfacimento finanziario e giuridico in cui anche l’ente locale è chiamato in causa.

Il Direttore
Dal 2001 i Direttori – con funzione di Direttore Spirituale – se ne sono succeduti ben tre:
• il primo è stato allontanato dopo circa un anno perché il suo modo di fare era in contrasto con la linea del Presidente;
• il secondo è rimasto in auge finché ha mantenuto gli equilibri desiderati dal Presidente;
• il terzo è in carica da circa un anno [recentemente, è stato sostituito dall’ing. Giusto Nardi, preside dell’Istituto Aeronautico della Fondazione].

Non costituiscono riferimento né per i ragazzi ospiti né per i genitori e né per i dipendenti.
È praticamente impossibile ottenere un colloquio [nei prossimi giorni vi daremo notizia della “linea calda” che verrà attivata dal primo settembre per ovviare a questo problema].
Un genitore o un dipendente che ha bisogno di un confronto o suggerimento o indicazione non sa a chi rivolgersi e viene sballottato tra i vari coordinatori degli uffici.

Per qualche anno i ragazzi interni al convitto (che pernottavano in struttura) sono stati curati anche da suore carmelitane, sempre della famiglia legionaria.
Un bel giorno le suore scomparvero nel nulla…. E nulla più si è saputo!

La gestione economica
La parte della gestione economica, completamente riservata, oscura e per niente trasparente ( basti pensare che oltre 400 studenti privati che corrispondono la retta, questa deve essere corrisposta necessariamente in danaro contanti e non è ammesso versamento a mezzo assegno e/o conto corrente e/o bonifico), è stata ed è affidata non a religiosi ma laici appartenenti al Regnum Christi.
Dal 2001 al 2008 si è succeduto un primo amministratore, dott. Nunzio Cappuccio,che ha gestito l’intera struttura in piena armonia con il Presidente, compreso quelli che erano i bisogni dello stesso che non potevano comparire ufficialmente.
Nel 2008, quando la lotta interna tra il Presidente e l’amministratore, perché quest’ultimo non poteva più assicurare ed assecondare i tanti bisogni economici del Presidente (come risulta dalla lettera inviata al Vicario Generale Legionari di Cristo Rev. Padre Luis Garza Medina L.C., in data 16 gennaio 2009), ci fu un cambio nella direzione amministrativa, fortemente voluta e tacitamente predisposta dal Presidente, il quale nominò due nuovi amministratori: uno sempre appartenente al Regnum Christi [Pietro Matrisicano] e l’altro componente del Gruppo Integer (la holding multinazionale creata dalla Congregazione dei Legionari). Questi, nell’esercizio del loro mandato, hanno sempre sostenuto le strategie del Presidente, cosa che il primo amministratore (Dott. Nunzio Cappuccio) aveva fortemente limitato.
A seguito della visita apostolica disposta dalla Santa Sede e al chiacchiericcio mediatico intorno al Gruppo Integer, l’amministratore si è (o è stato) allontanato.
La gestione economica è tenuta da un commercialista casertano dott. Pietro Matrisciano [ufficialmente la sua collaborazione è terminata il 31 dicembre scorso], appartenente al Regnum Christi, che lascia ampio spazio alle strategie del Presidente.
Non esiste trasparenza nella gestione economica.
I bilanci non sono pubblici, anzi rigorosamente riservati.
I debiti hanno raggiunto cifre esorbitanti, si parla di circa 18 milioni di Euro, e lo stipendio non viene più erogato nei termini e nei modi previsto dal contratto. Il contratto stesso non viene adeguato, ed addirittura sono stati trattenuti i soldi dei dipendenti, che lo Stato ha restituito ai lavoratori in sede di conguaglio fiscale, ed oggi non si pagano neppure gli stipendi.
Numerose vertenze lavorative sono in pendenza, con la chiara volontà di allungare i tempi. Al primo tentativo di conciliazione mai nessun delegato della Fondazione si è presentato.

La gestione scolastica e dei servizi residenziali (per chi pernotta) e semi residenziali (per chi frequenta solo le scuole).

La Fondazione è un’opera che annoverava al suo interno le seguenti scuole:
• Scuola dell’Infanzia Paritaria ( chiusa un anno fa)
• Scuola Elementare Statale ( accorpata ad altri istituti)
• Scuola Media Statale ( accorpata ad altri istituti)
• Istituto Tecnico IndustrialeParitario
• Istituto Tecnico Aereonautico Paritario
• Istituto Alberghiero Paritario
• Liceo Scientifico Paritario (chiuso dal prossimo anno scolastico)
• Liceo Musicale Paritario
• Liceo Linguistico Paritario
• Istituto per Interpreti e Traduttori [Scuola Superiore per Mediatori Linguistici che dal prossimo anno accademico verrà trasferita a Villa Vitrone a Caserta]
• Polo Formativo I.T.S

Le scuole paritarie accolgono alunni solventi e assistiti.

Solventi
Frequentano solo il tempo scuola. Le scuole sono paritarie e le famiglie devono corrispondere una retta mensile pari a €.250,00 oltre ai costi relativi alla divisa, all’iscrizione annua, ai libri di testo, che devono essere corrisposti con danaro contante; è vietato l’uso di assegni, conto correnti o bonifici.

Assistiti
Gli assistiti si distinguono in residenziali (permanenza in struttura h. 24) e semi residenziali (permanenza in struttura dalle ore 8:00 alle 16:30)
Sono gli alunni le cui famiglie non superano la somma di euro 12.000.00 – modello ISEE –
Sono gli Enti che provvedono al pagamento della divisa, libri e retta mensile sulla base di convenzioni o accordi. Per ottenere lo status di assistito, la famiglia inoltra una domanda alla fondazione. La fondazione accetta o annulla la richiesta esclusivamente in forma non pubblica.

Enti sovvenzionatori:
Il Villaggio dei Ragazzi fino all’emanazione della legge 328/00 era una struttura sovvenzionata oltre che dalla Provincia di Caserta (settore Politiche Sociali) anche dal Ministero della Sanità in quanto “ricoverava” minori a rischio tubercolosi, con un contributo complessivo di circa 6 milioni di Euro ogni anno. Debellata la malattia, i contributi venivano erogati dalle Politiche Sociali, ma doveva identificare il suo ruolo all’interno del welfare campano.
Oggi gli enti sovvenzionatori sono:
• Provincia di Caserta
La convenzione riguarda 200 ragazzi di cui 150 come semi residenziali e 50 residenziali. L’ente versa la somma contabile per un totale di €. 1.300.000 ogni anno.
• Regione Campania settore Politiche Sociali
La Fondazione è inserita nella Carta dei Servizi della Regione Campania.
Riceve contributi da questo ente sulla base di progetti “fantasma” per il dopo scuola. (L’erogazione della somma di questi contributi dipende dal bilancio regionale, è stato fino al 2012 di circa 5 milioni di Euro ogni anno, ridotto a tre e a due negli anni successivi.

Istituti scolastici
Le scuole paritarie della Fondazione hanno personale docente non abilitato.
Per il corpo docente non esiste una graduatoria e la scelta segue criteri personali e non professionali.
I presidi vengono scelti sulla base di accordi personali, e non per titoli [ su questo punto ci soffermeremo nei prossimi giorni, visto che ieri la Fondazione ha indetto, per la prima volta nella sua storia, una specie di “concorso” per titoli per selezionare il nuovo direttore della SSML].
Alcune attività scolastiche sono esclusivamente a pagamento soprattutto per coloro che frequentano l’Istituto Tecnico Aereonautico (Lezioni di volo e conseguente brevetto, Patente Europea e altro. Il costo elevato esclude gli alunni con disagio economico di potervi accedere).

1 Marzo 2011 arresto degli educatori
Il Villaggio dei Ragazzi è alle prese con un ciclone giudiziario di enorme dimensioni.
Cinque educatori sono stati arrestati (4 educatori e 1’insegnante della scuola elementare) con l’accusa di maltrattamenti e abusi sessuali.
Il processo penale, ancora in corso, è scaturito dalla denuncia di genitori di minori che subivano all’interno del servizio residenziale maltrattamenti fisici e psicologici (oltre a percosse, quotidianamente i ragazzi venivano chiamati con termini vessatori, costretti a fare la doccia attendendo il proprio turno nudi e con la finestra aperta e altro….)

A testimonianza del clima educativo vissuto dai ragazzi all’interno del Villaggio dei Ragazzi,si riportano stralci delle dichiarazioni rese per iscritto da alcuni genitori e ragazzi.

Una mamma di un quindicenne:
… “Non è stato seguito negli studi…quando ho chiesto ai tutor perché non avessero controllato che studiasse mi hanno risposto che se il ragazzo diceva di aver studiato (loro si accontentavano della sua dichiarazione,) finiva lì, senza accertarsene. Mi è stato detto più volte che sarebbe stato meglio mandarlo a lavorare. .. Non è stato stimolato nel comportarsi meglio, anche perché ad ogni sua mancanza c’era qualcuno che gli urlava in testa e questa è una cosa che neanche io come mamma mi permetto di fare….. mi sono ritrovata un ragazzino che adesso quando va a letto mi chiede di rimboccargli le coperte e vuole la luce accesa (cosa normale, ma se fosse stato sempre così) ….quindi penso che lì dentro non ci siano persone adatte a svolgere un compito così importante come quello di formare i ragazzi e no con urla e punizioni ma con educazione e dolcezza…e se mio figlio dovesse essere lì l’anno prossimo non nascondo che mi viene il brutto pensiero di qualche ripercussione per questa mia dichiarazione”….

Uno dei tanti ragazzi coraggiosi:
…“Educatori come(omissis) che usano la forza invece del dialogo….Ma un ragazzo non sta a scuola per sentirsi dire che nella vita non farà niente di buono”…

Servizi residenziali e semiresidenziali

Non esiste nessun progetto educativo e formativo esplicito rivolto ai ragazzi che sono accolti e seguiti dal personale della Fondazione al termine del tempo scuola.

Il Servizio residenziale
Il centro residenziale ospita i cosiddetti “interni”. Su di loro fino al 2012 ha vigilato il Tribunale dei Minorenni di Napoli. Sono minori per la maggior parte affidati dalle famiglie [come abbiamo dimostrato qualche giorno fa, almeno dal 2011 sono tutti affidati volontariamente dalle famiglie].
Dovrebbe essere una struttura finalizzata a favorire l’esercizio e il diritto all’istruzione e alla formazione. Il servizio dovrebbe garantire attraverso percorsi e progetti educativi personalizzati, un percorso formativo ed educativo idoneo al minore. Il servizio dovrebbe garantire la frequenza scolastica alle scuole e la partecipazione alle attività sportive, ricreative e culturali dell’Ente stesso.

MA….

Il personale non è idoneo al ruolo ricoperto. È sprovvisto di titoli e di competenze. All’interno operano ancora con gli stessi incarichi educativi o di coordinamento personale indagato e/o che hanno avuto gli arresti domiciliari nel processo penale non ancora concluso.
Attualmente grazie alla denuncia i ragazzi che dormono all’interno della struttura vivono una condizione migliore rispetto a prima.
I minori di anni 14 non vengono più accolti e sono stati eseguiti dei lavori strutturali.
Il vitto è scadente. Non è la qualità dei prodotti in discussione ma la preparazione, conservazione e distribuzione. Si registrano diversi casi di lamentele che hanno difficoltà ad emergere in quanto i ragazzi evitano di parlarne ai genitori perché condizionati dalle eventuali ritorsioni da parte degli educatori stessi.
I ragazzi spesso non trovano più la propria roba personale (abiti, libri e denaro). Nonostante lo facciano presente ai coordinatori, questi non intervengono.

Il servizio semi residenziale
Dovrebbe essere una struttura di prevenzione e recupero aperta a tutti i minori che frequentano le scuole dell’Ente, attraverso la realizzazione di un programma di attività e servizi socio-educativi, culturali, ricreativi che mirano in particolare a
• favorire lo sviluppo della socializzazione;
• individuare e valorizzare abilità e competenze individuali;
• aiutare la crescita di una identità positiva.
MA…

È caratterizzato dalla medesima disorganizzazione di personale e attività.

Entrambi i servizi residenziali e semi residenziali sono organizzati sempre all’interno dell’Ente, ma in spazi differenziati.

La realtà odierna
Grazie alle nuove teorie pedagogiche, ogni ragazzo deve essere visto nella sua individualità. Ogni percorso di vita è singolo e personale. Ogni individuo è una persona.
Per i Legionari invece ogni ragazzo è una somma economica.
Attualmente il Villaggio dei Ragazzi di Maddaloni funziona come un grande istituto educativo-assistenziale, a carico di fondi pubblici, dove vige il potere della regola. Il minore sa che si alza ad una certa ora, viene portato a scuola, va a pranzo. Molto poco e solo per alcuni vengono sfruttati i servizi del territorio.
Tutto è privo di calore. A volte vuole funzionare come famiglia ma senza la naturalezza della famiglia c’è il rischio di frustrazione e di colpevolizzazione dei rapporti diventando come un modello che vuole surrogare la famiglia. Fare educazione non è un atto neutro.
La nuova normativa sull’assistenza, ha conferito all’educatore un diverso ruolo: oggi non si può essere educatori “spontanei”, ma educatori “professionali” preparati ed in grado di intervenire in una relazione d’aiuto.
L’educatore deve accogliere e proteggere, tutelare i minori in crisi e in difficoltà offrendo loro uno spazio alternativo alla famiglia senza pretesa di sostituirsi alla famiglia stessa.
I ragazzi oggi si attendono delle cose… se si vuole capire che cosa attende un ragazzo dobbiamo partire da cosa viene loro proposto, ci si deve interrogare sulle modalità di accoglienza e di educazione.
Importante sarebbe esplicitare un modello di funzionamento e un chiaro progetto educativo di riferimento che renda l’azione educativa più mirata.
Tale documento, inesistente per i minori che dormono nel centro residenziale, avrebbe anche lo scopo di stabilire le corresponsabilità di ciascuno dei Capi nei confronti della proposta educativa.

Conclusione
E’ così che, nel silenzio generale, muore un pezzo di storia non solo di Maddaloni e della Chiesa.
E’ nella confusione totale, che oggi regna al Villaggio, che si vuole probabilmente chiudere con il passato, tentando di fare della Fondazione uno strumento più congeniale alla volontà dei Legionari di Cristo.
Se un nuovo Villaggio nascerà, non sarà più il Villaggio di don Salvatore, della città di Maddaloni!



Con il dovuto rispetto
Francesco d’Angelo”
 
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MADDALONI. VILLAGGIO DEI RAGAZZI. Incontro tra sindacati e CdA. I dipendenti decidono di tagliarsi orario e salario del 20%

La procedura si formalizzerà tra circa un mese



villaggio-dei-ragazzi

MADDALONI – Il CdA della Fondazione Villaggio dei Ragazzi ha incontrato ieri i sindacati. Alla base del confronto la volontà di scongiurare il pericolo licenziamenti.

I rappresentanti sindacali dei dipendenti dell’ente hanno deciso di attivare un contratto di solidarietà di tipo B, il quale prevede, per un massimo di 3 anni, riduzione del salario e dell’orario del 20%.

Il prossimo incontro, durante il quale si formalizzerà la procedura concordata, si terra tra circa un mese


PUBBLICATO IL: 1 agosto 2014 ALLE ORE 10:31
 
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