http://www.casertace.net/altri-comuni2/mad...o-20140523.html L’INCHIESTA. VILLAGGIO DEI RAGAZZI, sta morendo schiacciato da 14 MILIONI DI EURO di debiti e don Cavallè sverna in Brasile proprio nelle settimane dei campionati del mondo
Una undicesima puntata non prevista, ma sicuramente temuta, del nostro lungo viaggio nelle articolazioni segrete dell'istituzione fondata da don Salvatore D'Angelo che potrebbe essere presto costretta a vendere il suo patrimonio immobiliare per uscire da una situazione pre-fallimentare. Storia di un disastro annunciato
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MADDALONI - Peggiora la situazione al Villaggio dei Ragazzi, dove i dipendenti sono da aprile senza stipendio e hanno percepito le competenze di marzo in due rate, l’ultima delle quali pagata meno di due settimane fa. Intanto, con una lettera agli studenti ed alle loro famiglie, è stata comunicata ufficialmente la chiusura del liceo scientifico entro la fine dell’anno scolastico e scarsi sono i numeri degli iscritti al primo anno delle altre scuole per il 2014/15, come evidenziato qualche settimana fa dal direttore generale Giusto Nardi in una lettera da noi pubblicata tempestivamente. Per far fronte a questa situazione, lo stesso Nardi, in un comunicato pubblicato sul sito della Fondazione, ha annunciato che verranno offerte borse di studio agli studenti che sceglieranno le scuole del Villaggio per continuare il proprio iter scolastico, ma stranamente non ha specificato chi metterà a disposizione i soldi necessari, visto che le banche non fanno più credito all’Ente maddalonese e a giugno scadranno circa 90 contratti di lavoro a termine che certamente non verranno rinnovati a settembre (voci di corridoio parlano addirittura di 140 esuberi).
IL TWEET DI DON CAVALLE’: QUANDO C’ERA BASSOLINO
Una situazione così grave era ben nota a noi di Casertace da quasi un anno, cioè dall’epoca in cui abbiamo pubblicato una lunga e dettagliata inchiesta in 10 puntate, preceduta e seguita da numerose premesse e appendici, sulla Fondazione e sui suoi vertici, in particolare sull’ex (da gennaio) presidente e attuale consigliere del cda P. Miguel Cavallè, individuando le cause del forte indebitamento del Villaggio (si parla di circa 14 milioni di Euro) in ben altre e più gravi ragioni rispetto alla riduzione dei fondi pubblici regionali e provinciali sbandierata dal padre legionario e dai suoi stretti collaboratori.
Alle nostre denunce, tutte documentate, i diretti interessati hanno risposto al massimo con qualche lettera di diffida, a cui non ha fatto seguito alcuna querela; questo è un fatto che la dice lunga sulla serietà dei nostri articoli!
Don Cavallè, per nulla preoccupato della situazione del Villaggio e dei suoi oltre (ancora per poco) 250 dipendenti, continua a girare il mondo (da poco è tornato dall’Africa ed è ripartito quasi subito per il Messico) con le sue due onlus VIDA e VIS e sta organizzando una missione umanitaria nelle favelas di San Paolo proprio nelle settimane in cui si terranno i Mondiali di Calcio – Brasile 2014. Lui, che è un grande tifoso del Barcellona, vorrà forse unire l’utile al dilettevole? Chissà! Certo è che questa notizia ha fatto “storcere il naso” a diversi dipendenti della Fondazione, mentre altri, che evidentemente la pensano in modo diverso e ripongono ancora fiducia nel loro ex presidente, lo scorso 16 maggio hanno partecipato addirittura alla serata di beneficenza, ovviamente pro VIS e non pro Villaggio, organizzata in un noto ristorante di Maddaloni dal padre catalano e a cui sono stati invitati alcuni personaggi dello spettacolo quali Luca Sepe, Raffaele Auriemma, Pasquale di Nuzzo e Vanessa Mej.
Di recente, però, Cavallè una cosa per il Villaggio l’ha fatta! Non contento della lettera inviata al sottosegretario Gianni Letta nel 2011 contro il presidente Caldoro, colpevole di aver ritardato di circa un anno i pagamenti dei fondi regionali alla Fondazione, cosa che, a suo dire, non sarebbe mai avvenuta con il precedente governatore del PD, alcuni giorni fa ha inviato questo “tweet” al suo amico Antonio Bassolino:
“Caro presidente @a_bassolino, ci manca al @villaggiodr. Con lei al governo eravamo al sicuro; ora invece…”
I LEGIONARI SCAPPANO CON LA CODA TRA LE GAMBE
Non è un mistero che Caldoro, dopo la lettera a Letta, non abbia più voluto nemmeno incontrare P. Miguel e che abbia fatto sapere ai suoi più stretti collaboratori che non avrebbe dato più un euro al Villaggio fin quando i Legionari di Cristo non fossero andati via da Maddaloni. Perciò, possiamo immaginare che il governatore non abbia reagito positivamente al “cinguettio nell’etere” del sacerdote catalano che, purtroppo per lui, non può contare più, a livello regionale, sull’intercessione benevola di politici del calibro di Angelo Polverino o di Paolo Romano in ben altre faccende (giudiziarie) affaccendati.
L’attrito tra P. Miguel e Caldoro è cosa ben nota all’interno della Fondazione e da alcune settimane si parla di una possibile “uscita di scena” della congregazione di origine messicana dal cda di piazza Matteotti, ma tempo e modalità non sono ben chiari. Certo, per fare una cosa del genere sarebbe necessaria una modifica dello statuto che può deliberare solo il consiglio, a maggioranza proprio legionaria; inoltre, Diocesi di Caserta e Comune di Maddaloni, gli altri due soggetti con un loro rappresentante all’interno dell’organo di gestione, non sembrano minimamente interessati a prendere sulle proprie spalle questa “patata bollente” che assomiglia ad un carrozzone sgangherato. Staremo a vedere cosa succederà nella prossima riunione del consiglio prevista per il 2 giugno.
Intanto, sempre il consiglio, per quantificare l’ammontare effettivo dei debiti, ha nominato tre revisori contabili, il dr. Paride Pagano di Frignano, il dr. Raffaele d’Arco di Procida e il dr. Nunzio Antonucci di Casagiove, i quali percepiranno un’indennità di carica fissata dallo stesso cda, ma di cui s’ignora l’ammontare, e dovranno redigere una relazione relativa al bilancio consuntivo annuale. I tre già si sono messi a lavoro ed hanno fatto un sopralluogo anche a Torre Pedrera di Rimini, dove la Fondazione possiede una bellissima colonia estiva con pineta e spiaggia privata acquistata da don Salvatore negli anni ‘80; uno dei tanti beni facenti parte del patrimonio immobiliare del Villaggio che, quando nei prossimi mesi la Regione Campania sancirà la privatizzazione dell’Ente, rischierà di essere svenduto, chissà a chi, nel vano tentativo di ripianare i troppi debiti.
E ORA MATRISCIANO CHE DICEVA DI LAVORARE GRATIS PRESENTA IL CONTO… E CHE CONTO
Ormai sono lontani i tempi in cui tutta la parte economica della Fondazione era gestita dall’ex amministratore Pietro Matrisciano, commercialista casertano, e dal suo collaboratore di studio Massimo Iaselli. Matrisciano, volto noto di Casertace, per prendere le distanze da Cavallè, ha di recente inviato una messa in mora alla Fondazione con cui chiede il pagamento immediato delle fatture non ancora corrispostegli per un ammontare di circa 130mila Euro.
Si tratta dello stesso Matrisciano che fino a qualche mese fa si vantava di non prendere un euro dal Villaggio da ben tre anni e seguiva don Miguel in giro per il mondo nelle varie missioni “umanitarie” (di giorno tra i poveri e la sera negli hotel di lusso, possibilmente dotati anche di centro massaggi) con le sue onlus e organizzazioni varie di volontariato, nei cui organi di gestione Matrisciano sedeva come consigliere, socio fondatore o addirittura presidente, come nel caso di Sognare ad Occhi Aperti, l’onlus di cui era socio, anche dal carcere in cui si trova tuttora, il noto avvocato penalista Michele Santonastato, sotto processo per associazione mafiosa.
LA LETTERA CON CUI NUNZIO CAPPUCCIO INCHIODA DON CAVALLE’ E IL COMMERCIALISTA CASERTANO
Lo stesso Matrisciano che, nel gennaio 2009, a pochi mesi dal suo insediamento al Villaggio come amministratore per gli affari esterni fu così definito in una lettera: “esperto tributarista e societarista, neo presidente provinciale dell’ordine dei dottori commercialisti, che finora non aveva diretto una struttura più grande del suo studio o della sua famiglia, con un’ambizione politica smodata e nascosta per cui questa occasione gli torna golosissima, uomo di Curia, che però, come primo atto, sta provvedendo a regolare le proprie laute parcelle mensili…”
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Nella foto Cappuccio
A scrivere era il dr. Nunzio Cappuccio, ex dirigente dell’IRI e per quasi 8 anni, dal 2001 al 2008, direttore amministrativo della Fondazione Villaggio dei Ragazzi di Maddaloni nonché braccio destro dell’onnipresente P. Miguel; autore, per il sessantesimo anniversario della fondazione dell’ente, di un libro celebrativo, “Un sogno… e un progetto educativo… Il sogno di un prete di Terra di Lavoro, il sacrificio della sua intera esistenza dedicata a quel sogno e ciò che quel sogno è oggi, dopo sessant’anni, con l’aiuto della Provvidenza!” (nel 2011, molte copie del volume, almeno 2000 furono mandate al macero dal padre catalano).
Cappuccio è morto lo scorso marzo a Milazzo (Me), all’età di 77 anni, e i sui funerali sono stati officiati da P. Juan Josè Arrieta, vicario generale dei Legionari di Cristo (numero 2 della Congregazione, scelto direttamente da Papa Francesco) e P. Alfonso Lopez Godinez, da poche settimane parroco a Roma nella basilica legionaria di Guadalupe, che fu direttore generale della Fondazione negli anni in cui Cappuccio stava al Villaggio e che fa parte di quel gruppetto di legionari che credono ancora che i gravi delitti commessi dal fondatore Marcial Maciel (con lui e don Miguel nella foto) siano solo calunnie al punto di venerarlo ancora come santo!
Ovviamente ai funerali non c’era don Cavallè e la Fondazione non ha mandato nessuno in rappresentanza al sacro rito e tantomeno ha stampato un manifesto a lutto come è solita fare in circostanze simili.
LA STORIA DI NUNZIO CAPPUCCIO E I DISSAPORI CON P.MIGUEL
Il dr. Cappuccio, nato a Tripoli (Libia) il 30.03.1936, era approdato al Villaggio nel 2001 grazie alle sue competenze manageriali unite alla personale amicizia con Gianni Letta e Marco Ravaglioli, genero del Sen. Andreotti, ed alla appartenenza al Regnum Christi, braccio secolare dei Legionari di Cristo.
I rapporti, prima idilliaci con P. Miguel, si andarono deteriorando poco a poco perché Cappuccio si era reso conto della grande sete di potere e denaro dell’allora presidente del Villaggio e stava cercando di farlo rimuovere dai vertici romani della Congregazione. Era riuscito anche a farsi inserire nel cda della Fondazione, in quota legionaria, per fare da contrappeso a don Cavallé; ma improvvisamente, nell’autunno del 2008, fu lui ad essere sollevato da tutte le cariche della Fondazione e costretto ad andarsene su due piedi, ufficialmente a seguito di dimissioni spontanee.
Ambienti vicini a P. Miguel fecero girare la voce che Cappuccio durante il suo operato aveva sottratto centinaia di migliaia di euro dalle casse del Villaggio e che la Fondazione non lo avrebbe denunciato solo per evitare uno scandalo. Inoltre, nel 2011, l’ex direttore fu coinvolto nell’inchiesta dei giudici di Santa Maria Capua Vetere su presunti maltrattamenti ai minori all’interno della Fondazione tra il 2008 e il 2010. Rinviato a giudizio – ancora in corso – con altre 11 persone, per presunte minacce alla mamma di un ragazzo perché non denunciasse un educatore, la sua posizione processuale era stata successivamente stralciata.
Nel 2008, in realtà, don Miguel, in collaborazione con qualcuno della direzione territoriale per l’Italia dei Legionari di Cristo, aveva organizzato un piccolo “colpo di stato”. Una mattina di ottobre uscì dal Villaggio in auto, per non incontrare Cappuccio, dopodiché si mise subito in contatto telefonico con un suo confratello a Roma chiedendogli d’inviare al numero di fax della presidenza del Villaggio la lettera di dimissioni in bianco firmata dal direttore amministrativo nel momento in cui era stato nominato consigliere del cda della Fondazione. Da Roma eseguirono subito l’ordine e il fax giunse dopo pochi minuti nelle mani di un fidato collaboratore maddalonese di P. Miguel che provvide a notificarlo immediatamente al dr. Cappuccio, il quale, tentò invano di mettersi in contatto telefonico con il presidente per avere delle spiegazioni; mentre questi, nascostosi per tutta la giornata, si fece rivedere in Fondazione solo dopo essere stato informato della partenza dell’ormai ex direttore amministrativo e della moglie dal Villaggio.
A Cappuccio, non restò altro da fare che chiedere un chiarimento al superiore di Cavallè, all’allora vicario generale dei Legionari e direttore territoriale per l’Italia P. Luis Garza, il quale in un incontro privato a Roma gli promise giustizia, ma, poiché alle parole non seguirono i fatti, l’ex direttore a inizio 2009 si sfogò appunto in una lettera che inviò a P. Garza, ma anche, per conoscenza, ai vertici della Regione Campania, della Provincia di Caserta e del Comune di Maddaloni, al prefetto di Caserta e ad altri, tra cui, il nipote di don Salvatore d’Angelo ed ex sindaco di Maddaloni, l’avv. Franco D’Angelo che ne ha fornito copia a noi di CasertaCE.
Nella missiva, che può essere letta integralmente al seguente link (CLICCA QUI), Cappuccio attaccava con accuse specifiche sia P. Garza e sia P. Cavallè, ma anche i due amministratori che lo avevano sostituito, il messicano Javier Cumming per gli affari interni e, come già detto, il casertano Pietro Matrisciano per gli affari esterni, inoltre, tra le note indicava la probabile causa del suo allontanamento dal Villaggio, l’imminente arrivo di ingenti fondi pubblici; 5 milioni di euro che, effettivamente, la Regione Campania liquidò nei mesi successivi, quando, appunto, governatore era l’amico Bassolino.
Un’ulteriore ombra sull’operato di don Miguel che si aggiunge alle altre evidenziate nella nostra lunga inchiesta che, se non lo avete ancora fatto, v’invitiamo a leggere.
Gianluigi Guarino