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Ior, gli scandali della banca del Vaticano

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GalileoGalilei
view post Posted on 12/8/2013, 13:47 by: GalileoGalilei
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Scandalo Ior, il business della Casa Anziani: i soldi delle donazioni nelle tasche di don Nunzio Scarano
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SALERNO -

Il fondo anziani, quel conto corrente Ior, gestito esclusivamente da don Nunzio Scarano è da collegare all’esistenza e alla operatività della Casa degli anziani di Salerno e, in parte, alla sua iniziale gestione. La ‘Casa albergo immacolata concezione’ di Salerno, situata al Largo Scuola Medica, è gestita da Salerno Solidale spa, la partecipata ad intero capitale pubblico del Comune di Salerno. Nel corso degli anni, la casa di riposo ha beneficiato delle donazioni degli imprenditori D’Amico, veri e propri benefattori, che - si intuisce dalle intercettazioni telefoniche - erano finiti nelle ‘grinfie’ di don Nunzio Scarano e del suo fidato amico, don Luigi Noli. Tanto che in numerose occasioni, proprio i soldi che i D’Amico pensavano di aver devoluto agli anziani bisognosi di Salerno, finivano direttamente dal conto Ior ‘Fondo Anziani’ nelle tasche di don Nunzio.
I cugini Paolo e Cesare D’Amico, nel 2007 ricevettero la cittadinanza onoraria di Salerno per aver messo a disposizione ‘fondi per la realizzazione di grandi restauri come la casa Immacolata Concezione e il Sarcofago di Gregorio VII con l'urna del Santo Patrono, restituito al culto dei salernitani’. Un’amicizia, quella con i D’Amico, che don Nunzio ha continuato a sfruttare fino a pochi giorni prima del suo arresto, il 28 giugno scorso, con continue richieste di danaro. Un’amicizia che secondo gli inquirenti, don Nunzio ha ricambiato mettendo a disposizione le sue conoscenze, i conti correnti Ior per far rientrare ingenti capitali dall’estero e quindi eludendo il fisco italiano. Ed è proprio dalle indagini della Guardia di Finanza e dalle intercettazioni telefoniche disposte per tutto il 2012 che emerge un ‘ritratto’ di don Scarano a dir poco ‘inquietante’.
Secondo gli inquirenti, dunque, il fondo Ior denominato ‘anziani’ è da ricollegare direttamente alla casa di riposo di Salerno, probabilmente fu ‘acceso’ proprio per depositare i soldi - provenienti dai benefattori - che sarebbero serviti alla sua ristrutturazione e alla sua gestione. In una telefonata, intercettata a luglio dello scorso anno, don Nunzio Scarano parla con Luisa Zotti, dipendente di Salerno Solidale, che gestisce la casa anziani salernitana. In quella conversazione, il sacerdote spiega alla donna che ha parlato con Cesare D’Amico ‘abbiamo visto un po’ anche la donazione alla casa anziani... chiaramente tutto fatto alla luce del sole e della verità’. Don Scarano spiega alla donna che Cesare ‘deve mandare tutto sul fondo anziani, così è tutto lineare e poi da lì stesso ve li do e mi fate le varie ricevute tramite il Comune, non lo so come si fa, in modo tale che loro comunque tengono tutto a norma’.
Numerose le e-mail, intercettate sulla posta di don Nunzio nelle quali chiede ai D’Amico soldi per un gruppo di seminaristi. Il sostentamento per quel gruppo di giovani aspiranti parroci equivale a circa 17mila euro l’anno, tra borse di studio e spese per assistenza e alloggio. Ma c’è una cosa che Cesare D’Amico, uno dei maggiori finanziatori di quegli studi teologici, non sa. I seminaristi che l’armatore pensa di aver adottato non esistono. Lo svelano le indagini della Guardia di Finanza di Roma, lo scorso anno controllando telefonate e mail del prelato salernitano.
“Il sostentamento dei seminaristi era un espediente utilizzato da Scarano per esfiltrare somme di denaro al suo interlocutore” scrivono gli inquirenti.
Ma quello dei seminaristi è solo uno dei tanti episodi in cui don Nunzio Scarano mente. Ad ottobre del 2012 i finanzieri ascoltano una telefonata tra il sacerdote e Maria Cristina D’Amico. Il 61enne chiede alla facoltosa imprenditrice un contributo di 4600euro, necessari per una fornitura di biancheria per la casa Anziani. Ma quei soldi non servono per l’acquisto di lenzuola, bensì a riempire le tasche di don Nunzio.
La prova, gli inquirenti, l’avranno pochi giorni dopo quando il prete parla a telefono con il suo collega e amico, don Luigi Noli - anch’egli indagato nell’inchiesta romana - e gli annuncia che Cristina D’Amico in serata gli darà 2500 euro e che proverà a chiederle anche un contributo per far fronte alle spese per esami diagnostici di don Luigi Noli. I due preti stanno facendo credere alla benefattrice che don Luigi sta molto male e ha bisogno di cure e si accordano per non scoprire il gioco.
La beneficenza dei D’Amico, per il sostentamento della casa anziani di Salerno, per i seminaristi, in parte passa sul fondo Ior ‘anziani’, oppure viene devoluta in contanti, portata da dipendenti e emissari di D’Amico direttamente a don Nunzio nei pressi del Vaticano. Una piccola parte di quei soldi arriva a Salerno, alla casa anziani, ma la maggior parte viene intascata da Scarano per le sue spese personali o rimpinguare i suoi conti. Vi sono, invece, altri trasferimenti di danaro - nell’ordine di circa 20mila euro al mese - che nonostante vengano giustificati con le diciture ‘S. Messe o ‘beneficenza’, provengono da un conto monegasco di Cesare D’Amico e probabilmente vengono prelevati in contanti e restituiti all’armatore di origini campane, per le spese familiari che devono essere nascoste al fisco italiano. Questo è l’intreccio che gli inquirenti romani stanno cercando di districare. Questo è quello che - apparentemente - emerge da decine di telefonate intercettate per oltre 10 mesi dai finanzieri.


11/08/2013
 
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