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Ior, gli scandali della banca del Vaticano

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GalileoGalilei
view post Posted on 5/8/2013, 07:29 by: GalileoGalilei
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Blog di Matteo Matzuzzi
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4 agosto 2013 - ore 20:39
Lo strano caso di mons. Guido Pozzo

La notizia, complice il primo sabato agostano, è passata un po' in sordina. Il Papa ha deciso di avvicendare l'elemosiniere, mons. Guido Pozzo, dopo soli nove mesi dalla nomina. Scelta alquanto inusuale a cui lettura è ancora complicata. Era stato Benedetto XVI, lo scorso novembre, a promuovere l'allora segretario della pontificia commissione Ecclesia Dei elevandolo al contempo alla dignità arcivescovile. Mons. Pozzo, sessantenne triestino, lasciava così l'organizzazione creata nel 1988 da Giovanni Paolo II per tentare di ristabilire la piena comunione tra Roma e la Fraternità sacerdotale San Pio X fondata da Marcel Lefevbre. Ora, Francesco, decide di rimandarlo lì, sempre con la qualifica di segretario. Un passo indietro, a prima vista, che pone qualche interrogativo. Che è successo?

La tesi che va per la maggiore è che Bergoglio ha pensato di affrontare di petto il dossier-lefevbriani, che ristagna da tempo e che non ha fatto grossi passi avanti dopo le aperture (molte) di Ratzinger. Da quando Pozzo è passato ad altro incarico, poi, l'attività della commissione Ecclesia Dei era notevolmente rallentata. Ecco perché Francesco (sempre secondo tale ipotesi) avrebbe deciso di riportare tutto allo status quo ante lo scorso novembre. Eppure, c'è qualcosa che non torna. Mons. Pozzo non è stato promosso, ma di fatto retrocesso. E' vero che la carica di elemosiniere è poco più che onorifica (i compiti operativi sono davvero pochi) ed è altrettanto vero che l'arcivescovo triestino non è stato mandato in qualche diocesi italiana come si era vociferato nei mesi scorsi (Vigevano). Non si tratta del classico promoveatur ut amoveatur, perché tornare alla scrivania occupata per tre anni (2009-2012) non è davvero interpretabile come una promozione, neppure se nel frattempo è arrivata la promozione ad arcivescovo. Inoltre, non risultano significativi passi avanti nel "negoziato" con la Fraternità San Pio X neppure nel triennio in cui l'Ecclesia Dei era presidiata dall'ormai ex elemosiniere.

Forse, Francesco vuole più semplicemente ridisegnare la figura dell'elemosiniere, per renderla più in sintonia con la missione che ha dato al proprio Pontificato (povertà e periferia prima di tutto). E' presumibile che qualcosa di più si capirà nei prossimi mesi, in base alle attività della commissione ora dipendente dalla Congregazione per la dottrina della fede. Sarà allora che si comprenderà se quella assegnata a mons. Pozzo è una missione speciale delle più delicate.
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