http://notizie.virgilio.it/notizie/politic...a,25333487.htmlPreti gay/ Franco Grillini: 'Panorama' ha scoperto l'acqua calda
"Se tutti gay abbandonassero clero, seri problemi organizzazione"
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Il settimanale 'Panorama', con la sua inchiesta sui preti gay, "ha scoperto l'acqua calda", secondo Franco Grillini (Gaynet). "Che quasi tutti i preti abbiano una vita sessuale è infatti cosa nota. Questa cosa è risaputa tanto quanto è vero un famoso adagio curiale secondo cui i preti son soliti ripetere 'fate quello che dico e non quello che faccio'", prosegue Grillini in una nota. D'altra parte è ovvio che sia così perché la sessualità umana, sia essa etero o gay, non è sopprimibile e il celibato dei preti semplicemente non esiste". "Il Vicariato di Roma - prosegue Grillini - invita i preti gay a dimettersi, in effetti sarebbe più coerente che non ci fossero omosessuali in un'organizzazione come la chiesa romano-cattolica principale avversario in Italia e nel mondo delle rivendicazioni per i diritti civili. Ma evidentemente la coerenza non è di questo mondo e la carne è tremula. Tuttavia temiamo che se tutti i gay nella chiesa cattolica lasciassero di colpo la chiesa stessa, cosa che a noi a piacerebbe moltissimo, si porrebbero seri problemi sul funzionamento della sua organizzazione. La verità - afferma Grillini - è che la sessuofobia vaticana, con la sua ossessione omofoba e misogina della vita, è condannata a subire uno scandalo al giorno. Per cui osiamo su timido consiglio: si abolisca il celibato, si lascino sposare i preti compresi quelli omosessuali, si abbandoni sessuofobia e omofobia. Altrimenti - conclude Grillini - il destino della chiesa romano cattolica, è quella di essere smentita un giorno sì e l'altro pure dalle malefatte pecorecce del suo clero".
http://blog.ilgiornale.it/tornielli/2010/0...a-ai-preti-gay/24
Jul 10
Appunto sull’inchiesta di Panorama dedicata ai preti gay
Sul Giornale di oggi pubblico un articolo a partire dalla notizia della reazione del Vicariato di Roma all’inchiesta di Panorama sulle notti brave di alcuni sacerdoti a Roma, e sulle loro frequentazioni gay. Vi propongo alcune considerazioni al riguardo.
1) La mia prima reazione, nel leggere due giorni fa le anticipazioni stampa e nel vedere ieri il filmato messo in rete sul sito del settimanale, è stata quella di dire un’Ave Maria per i preti coinvolti: come sempre accade in questi casi l’anonimato non regge, le abitazioni risulteranno conoscibili per chi li frequenta; nel caso del prete di origini francesi si scorge la foto in bianco e nero di una donna, probabilmente la mamma, che speriamo non veda mai quelle immagini. Mi colpisce il fatto che, mentre nel Paese si discute animatamente sulla pubblicazione delle intercettazioni e sulla necessità di rispettare la privacy delle persone, le vite (non certo esemplari…) di questi anonimi sacerdoti vengano messe in pagina e in rete a loro insaputa e - immagino - senza il loro consenso. Non sto dicendo, ovviamente, che non si possano o non si debbano fare inchieste sull’argomento, che purtroppo offre materia e pure abbondante. Credo però esistano altri sistemi, più rispettosi delle persone. E altri stili, che non si riducono all’uso di telecamere nascoste e complici compiacenti disposti ad adescare o a farsi adescare per consumare, filmandolo, un rapporto omosex con un prete. Ricordo a questo proposito il libro Io, prete gay, scritto nel 2007 dal vaticanista Marco Politi, che ha raccolto la testimonianza, anonima, di un sacerdote omosessuale. Una lettura sconvolgente, utile per capire, ma senza alcuna concessione voyeristica o scandalistica.
2) Detto questo, però, come osservo nell’articolo pubblicato oggi sul Giornale, non si può non notare l’assoluta gravità di ciò che Panorama racconta nella sua inchiesta. Vale a dire la “schizofrenia” di persone che riescono a vivere una vita assolutamente doppia, e che dopo aver consumato un rapporto omosessuale con un partner occasionale conosciuto a una festa, vestono i paramenti per celebrare messa come se niente fosse accaduto. Come se questa fosse la normalità. Vedete, non è il peccato che scandalizza e indigna. Chi è senza peccato scagli la prima pietra, aveva detto Gesù, salvando la vita a una donna che stava per essere lapidata. Non è il peccato, la debolezza, la caduta del sacerdote a scandalizzare. E non si tratta qui di disquisire sulle abitudini sessuali dei singoli individui, sulla loro libertà, etc. etc. E’ piuttosto il fatto che questo peccato da parte di alcuni preti - il venir meno al voto di castità, con rapporti omo o etero - in fondo, non sia più percepito come tale. Colpisce che vi siano preti che di giorno celebrano i sacramenti, studiano nelle facoltà pontificie o svolgono attività pastorali, e la sera, dismessa la tonaca (che forse non portano) o il clergyman, frequentano i locali gay alla ricerca di un compagno per la notte. Questo sì scandalizza, perché non è una novità che vi sia chi predica bene e razzola male, ma ciò che il settimanale descrive è a mio avviso qualcosa di più grave e consolidato. Come sapete ieri, in una nota, il Vicariato di Roma ha scritto che i sacerdoti gay con una doppia vita, oggetto dell’inchiesta di Panorama, “non dovevano diventare preti» e ora, per coerenza, dovrebbero “venire allo scoperto” perché “a causa dei loro comportamenti” viene “infangata l’onorabilità di tutti gli altri”. Il rischio è quello di generalizzare, dimenticando la dedizione con cui tanti bravi e santi sacerdoti svolgono la loro missione. Il rischio è anche quello di scagliare pietre come gli scribi e i farisei, dimenticando le parole di Gesù e lo sguardo cristiano sulle miserie umane e sull’abisso del peccato, lo sguardo di chi sa di essere bisognoso della misericordia di Dio, lo sguardo di chi non si erge a giudice considerandosi perfetto e migliore degli altri. Il rischio è infine quello di credere che il problema si risolva soltanto con la “pulizia”, con colpi di ramazza, pur necessari e in molti casi auspicabili. L’inchiesta di Panorama pone infatti domande serie sui criteri di ammissione e di selezione dei seminaristi, sulla loro formazione, sull’educazione a una sessualità matura, sulla disciplina del clero, su come i preti vengono seguiti e accompagnati dai loro vescovi, su quali risposte dare al problema della solitudine e sull’anonimato così facile nelle metropoli. Ma queste sono domande a cui non si risponde con un comunicato, con l’indignazione, o con un colpo di ramazza.
http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/10...444839607.shtml CHIESA E OMOSESSUALITA'
«Sacerdoti e alti prelati nei locali per gay
della Capitale: inviti via sms o chat»
Il presidente di Arcigay Roma: fenomeno in calo,
ma i sacerdoti omosex alle feste sarebbero una decina CHIESA E OMOSESSUALITA'
«Sacerdoti e alti prelati nei locali per gay
della Capitale: inviti via sms o chat»
Il presidente di Arcigay Roma: fenomeno in calo,
ma i sacerdoti omosex alle feste sarebbero una decina
ROMA - Feste e afterhours, solo per preti gay nella Capitale. L'invito viaggia via sms e i locali sono sempre gli stessi. Lo sostiene un esponente di Arcigay: spesso nomi e indirizzi dei locali che ospiterebbero feste private omosex solo per religiosi verrebbero affidati alle chat. Come succede per il meccanismo di convocazione dei rave e per altri raduni esclusivi.
Sarebbero una decina a Roma - stando a quanto dichiara Fabrizio Marrazzo, presidente di Arcigay della Capitale - i preti che frequentano gli ambienti gay della Capitale, e tra loro ci sarebbero sacerdoti di diversi ordine e grado, incluse «persone che con il tempo sono diventate vescovi».
ANONIMATO GARANTITO - «Non è un mistero che ci siano preti e sacerdoti che a Roma frequentano ambienti e locali gay - spiega Marrazzo - ma ovviamente si tratta di feste private. E comunque di certo non condanno tutto questo». Sms e chat garantiscono anonimato ed esclusività.
Di questi locali, i cui nomi si tramandano con un discreto passaparola, qualcuno gravita dalle parti della gay-street, via di San Giovanni in Laterano, altri dalle parti d Testaccio. Come il «69», frequentato ritrovo per feste in tema e solo per gay. E secondo Marrazzo al Gay Village, a Roma, una delle manifestazioni all'aperto più grande d'Italia - con discoteche, un ciclo teatrale, una rassegna di film -, la privacy è d'obbligo anche perchè «quando vengono certo non vestono la tonaca».
CACCIA ALLE STREGHE - Il fenomeno sarebbe comunque in netto calo, anche se «qualche seminarista viene a ballare al Parco del Ninfeo, ovviamente in incognito perchè il Village è sempre sotto i riflettori». I preti gay sarebbero numerosi «ma soprattutto con altri papi perchè Ratzinger ha condotto una campagna da caccia alle streghe, confondendo omosessualità e pedofilia», sostiene Alessio De Giorgi, direttore di gay.it.
Marrazzo racconta invece che lo scorso 2 luglio, alla vigilia del Gay Pride della Capitale, il sacerdote francese di cui fa riferimento un'inchiesta del settimanale Panorama potrebbe «essere stato al locale "69", nel quartiere Testaccio, dove spesso si organizzano afterhours per omosessuali», intorno alle 5 del mattino. Questo locale rientrerebbe nel giro di locali dove si organizzano feste per religiosi gay.
CONVOCATI VIA WEB - Per Marrazzo, invece, «il Gay Village è un posto sicuramente poco frequentato da sacerdoti gay soprattutto della zona, visto che spesso ci sono fotografi ed è un posto al centro dell'attenzione. Per loro ci sarebbe poca discrezione». Ma gli appuntamenti si ottengono anche in chat: attraverso il sito
www.gay.it o la chat di Venerabilis, il web-site con dominio turco della sedicente "Fraternità omosessuale dei preti cattolici romani".
Già nella home page del sito si sottolinea di essere «per e con la Chiesa Cattolica Romana e dalla parte del santo Padre», e di voler essere di «aiuto ai sacerdoti, ai religiosi e ai laici "omosensibili" che si sforzano di vivere la ricchezza della vita umano-cristiana consapevoli dei propri limiti». La policy è chiara e prende le distanze dalla «lobby gay» e dalle associazioni italiane che fanno riferimento alla comunità lgbt. Ma il punto forte sono i chatters che chiedono se sei un sacerdote e se vuoi «dialogare con serenità e pace in chat».
PSICOLOGI ONLINE - Tra le chat tematiche quella «Chiedi al sacerdote», dove è possibile consultare «con assoluta tranquillità e riservatezza, sacerdoti, religiosi e alcuni laici, personale psicologo o medico». Come in tutte le chat che si rispettino anche Venerabilis ha i propri moderatori che bannano (escludono, ndr) chiunque usi un linguaggio volgare o scurrile. (fonte Ansa)
23 luglio 2010