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Preti pedofili e malversazioni nella diocesi di Savona, Ratzinger e Vescovi sotto accusa. Spretati don Nello Giraudo e don Giorgio Barbacini.

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view post Posted on 21/9/2010, 15:00
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http://www.ilsecoloxix.it/p/savona/2010/09...no_strada.shtml

L’iniziativa di don Lupino, prete di strada a Savona
20 settembre 2010
| Raffaele Di Noia
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«Il mio è un tentativo di dare una lettura teologica ai gravi fatti che stanno avvenendo nella Chiesa».

Assomiglia a un vero e proprio scossone il programma del corso di teologia che don Giovanni Lupino terrà all’Unitre di Savona a partire dal prossimo novembre. Attraverso le lezioni che compongono il suo “La teologia dentro la crisi profonda della Chiesa”, il parroco di Lavagnola ha deciso di affrontare tutti i temi più spinosi che si sta trovando ad affrontare la Chiesa in questo periodo. La chiave teologica con cui si analizzeranno, ad esempio, fenomeni di attualità come l’omertà e gli abusi sessuali all’interno della stessa istituzione sacra, saranno letti anche in ottica locale. I casi legati alla denuncia di Francesco Zanardi sugli abusi subiti da due sacerdoti quando era tredicenne e quello di don Luciano Massaferro, il sacerdote di Alassio in carcere dal dicembre scorso per presunti abusi su una dodicenne, sono soltanto le spine nel fianco più recenti nella storia del clero savonese.

«All’interno della Chiesa sono avvenuti fatti gravissimi – racconta don Lupino – penso che si debba parlare delle tragedie che sono accadute a tante persone e far cadere quel velo di silenzio e di omertà che sono codificati all’interno della Chiesa. Molti vescovi hanno taciuto e continuano a tacere su episodi gravissimi. Si vive una doppia identità. I vescovi che, a livello nazionale, accusano i nostri politici di avere degli atteggiamenti mafiosi e omertosi sono gli stessi che, poi, non parlano di quanto di grave è avvenuto all’interno della Chiesa. All’interno di una Chiesa che vuole omertà, io voglio essere una voce libera. Una voce che però non vuole abbandonare la Chiesa. Io rimarrò sempre nella Chiesa cattolica».

I temi affrontati dal corso “La teologia dentro la crisi profonda della Chiesa” non sono però una sorta di ‘j’accuse’ senza costrutto ma vogliono anche richiamare a un maggior impegno i teologi.

Ovvero tutte quelle voci che – come dice lo stesso don Lupino – “sono troppo abituate a stare nella loro turris eburnea” per vedere quanto sta accadendo. Temi quali il tradimento dei valori più profondi del cristianesimo, il celibato dei sacerdoti, la gerarchia ecclesiastica, il caso dei centomila preti sposati che chiedono il riconoscimento della Chiesa, le finanze della Chiesa stessa e la proposta di nuovo modo di intendere il sostentamento del clero sono alcune delle sollecitazioni che il prete savonese fa ai teologi. Una sorta di appello al confronto rinforzato anche dalla scelta della sede in cui si terrà il corso (“Nemmeno a farlo apposta il Comune mi a assegnato la Sala Evangelica...”) .

«I teologi che sono nelle accademie vivono una realtà ovattata e non vedono da vicino la realtà – conclude don Giovanni Lupino – È tempo che escano dalle accademie e affrontino questi temi. È anche in questo senso che propongo una chiave di lettura teologica ai fatti che sono accaduti e alle tematiche da affrontare».
 
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view post Posted on 1/10/2010, 08:59
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Don Nello Giraudo non è più prete.

Ridotto allo stato laicale


http://www.savonanews.it/2010/10/01/leggi-...-polemiche.html

venerdì 01 ottobre, 06:53
La chiesa e la pedofilia, il vescovo "Basta inutili polemiche"
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Il numero uno della Diocesi di Savona Noli intervistato dal Letimbro invita a superare la conflittualità che ha segnato recentemente la chiesa locale



“Penso che occorra impegnarsi di più e che certe polemiche, come quelle recenti nella nostra diocesi, non giovino a nulla, danneggiando inutilmente l’immagine della chiesa locale”. Parlando del problema della carenza di vocazioni nella diocesi, il vescovo, in un’intervista che compare sul “Letimbro” di ottobre, invita a superare la conflittualità che ha segnato recentemente la chiesa locale. E, rispondendo ad una domanda specifica, dà ufficialità ad una notizia finora non divulgata: “Sono stato accusato di aver coperto o di non aver fatto abbastanza ma, in coscienza, penso di aver agito correttamente nel rispetto delle persone. Riguardo alla vicenda di don Nello Giraudo (il sacerdote accusato di pedofilia, n.d.r.), la richiesta di riduzione allo stato laicale è stata concordata fra me e lui come prospettiva già nel luglio del 2009 e si è concretizzata nei mesi successivi. Da non molto Nello Giraudo ha ottenuto dalla Santa Sede la dispensa dallo stato clericale e quindi non può più presentarsi come prete né esercitare il ministero. Per ciò che concerne l’aspetto giudiziario, la diocesi attende con serenità e nella piena collaborazione l’esito delle indagini condotte dalla Magistratura su questa vicenda e sulle altre questioni sollevate da chi si è presentato a fare denunce”.

Nell’intervista monsignor Lupi analizza vari aspetti del cammino della diocesi: il piano pastorale, la nuova esperienza di cooperazione missionaria con Cuba (“Sottolineo che non si tratta del ‘pallino’ di una persona ma di una decisione maturata in Consiglio presbiterale: è una chiesa che si prende carico di annunciare il Vangelo in un terra dove per un cinquantennio non è stato possibile”), la crisi delle vocazioni e la realtà del Seminario. Circa la visita pastorale alle parrocchie precisa: “Ho sempre amato, quand’ero parroco, l’immediatezza dell’incontro con la gente e vorrei riviverla da vescovo. Inoltre desidero conoscere da vicino la situazione delle parrocchie, per dare suggerimenti su come migliorare negli aspetti carenti e valorizzare quanto di buono già si fa. M’interessa molto il rapporto con i laici, che non sono oggetti ma soggetti della pastorale: occorre stimolarne la sensibilità e la creatività. Sì, uno dei punti forti della visita sarà la promozione di un laicato responsabile”.

Nell’intervista il presule getta uno sguardo anche agli aspetti civili del territorio. Riguardo al fiorire di centri commerciali, confessa “di essere meravigliato e mi chiedo: come potranno convivere tutti questi colossi insieme? Esiste un bacino d’utenza adeguato? Certamente i grandi centri commerciali si faranno una ‘guerra’ spietata e ciò non sarà un bene per nessuno, a parte i consumatori. I piccoli esercenti, poi, andranno in ulteriore crisi. Non riesco ad immaginare che, in questo panorama, tutti possano prosperare”.

Giudizio positivo, invece, sul nuovo progetto del porto alla Margonara: “Da profano del settore mi pare che una progettazione meno impattante sull’ambiente sia più funzionale. Devo ammettere che la torre di Fuksas non mi piaceva proprio. Spero che, se si realizzerà il progetto del porticciolo, ciò rappresenti un miglioramento del paesaggio della costa, dall’ex terminal Miramare verso Albissola”. Uno sguardo, infine, sul volto meno visibile della città: “Quello della povertà - risponde il vescovo - è un problema di cui non deve farsi carico solo la Caritas con i suoi servizi molto ben organizzati. E’ la città che deve coinvolgersi, che non deve avere un volto escludente. Le risposte ai drammi dell’indigenza vanno trovate insieme, proprio perché non si verifichino situazioni limite come quelle che sono state scoperte recentemente”.

www.savona.chiesacattolica.it/pls/s...id_pagina=23008

Il vescovo: "Basta polemiche inutili" versione testuale
di Angelo Magnano

Terzo giro di boa per monsignor Vittorio Lupi alla guida della diocesi di Savona-Noli. Un anno, quello che si apre dopo la pausa estiva, impegnativo e segnato da appuntamenti importanti come la prima visita pastorale alle parrocchie. Un buon motivo per intervistare il vescovo a trecentosessanta gradi.

Cominciamo da un bel ricordo: il Convegno diocesano del 2009. Cosa è rimasto di quell’intenso momento di chiesa? Quali scelte pastorali pensa che debbano segnare il prossimo cammino della diocesi?

"Il riferimento resta il documento scaturito dal Convegno, Il Vangelo un tesoro da condividere. Questo tesoro anzitutto va posseduto bene, occorre formarsi per essere annunciatori di Cristo. Con il Consiglio pastorale, che sta lavorando bene, abbiamo individuato due filoni principali, la Parola di Dio e l’attenzione al mondo, alla società civile. Noi crediamo in un Dio incarnato nella umanità di Gesù, e ciò significa che per portare il Vangelo all’uomo d’oggi occorre ascoltare bene la realtà, conoscere le persone a cui ci si rivolge. Le linee elaborate dal Consiglio pastorale ora devono trovare attuazione nelle realtà ecclesiali di base, diventare scelte ed esperienze concrete. Certo, stiamo scontando una partenza difficile, siamo in ritardo con i tempi ed infatti non si è riusciti a programmare momenti diocesani forti ad eccezione della veglia missionaria. Però è positivo che abbiamo ripreso a vederci fra uffici di Curia e spero che si realizzi una fruttuosa convergenza fra sensibilità diverse per il bene della nostra chiesa".

Ha accennato alla veglia missionaria, che vedrà il mandato a don Michele Farina in partenza per Cuba. Lei come "interpreta" questa nuova esperienza missionaria della diocesi?

"Se è vero che il Vangelo è un tesoro da condividere con tutti, mi fa piacere che un nostro sacerdote senta questo desiderio e lo concretizzi. Sottolineo che non si tratta del ‘pallino’ di una persona ma di una decisione maturata in Consiglio presbiterale: è una chiesa che si prende carico di annunciare il Vangelo in un terra dove per un cinquantennio non è stato possibile. La missione a Cuba, inoltre, è già partita molto bene con le diocesi di Genova e Chiavari e i cubani stanno rispondendo in modo confortante, dando vita a comunità gioiose, dove il Vangelo attecchisce ed aiuta ad impostare l’esistenza. La nostra fede può rafforzarsi dall’incontro con la chiesa cubana, è un’occasione importante per la nostra diocesi di condividere la gioia evangelica".

Il consueto mugugno savonese: abbiamo pochi preti, perché mandarne uno a Cuba? Cosa risponde?

"Non possiamo agire con piccineria davanti al Signore che è generoso con noi. E forse la carenza di vocazioni può dipendere dalla nostra grettezza e mancanza di gioia. Don Michele andrà incontro ad una vita non facile, senza troppe comodità, ma certamente degna di essere vissuta perché spesa nell’essenzialità e nella gioia. E mi auguro che la sua scelta possa suscitare nuove vocazioni".

Parlando di vocazioni è inevitabile pensare al nostro Seminario, che sta attraversando una stagione non facile. Che dire?

"Attualmente i seminaristi sono quattro, ma per tre di loro il cammino maturerà presto nelle tappe verso l’ordinazione. Quindi il futuro non si prospetta roseo. Il problema vocazionale è serio in tutta Italia, a Savona forse più che altrove. Penso che occorra impegnarsi di più e che certe polemiche, come quelle recenti nella nostra diocesi, non giovino a nulla, danneggiando inutilmente l’immagine della chiesa locale. Se i giovani incontrano preti entusiasti, gioiosi, convinti dell’annuncio, potranno trovare motivazioni verso una scelta sacerdotale. Non accetto però il discorso: siamo in pochi, chiudiamoci fra noi. Bisogna andare in mare aperto, aprire gli orizzonti come nella missione a Cuba. Per promuovere un’animazione vocazionale in diocesi ritengo necessari la preghiera, da viversi nelle varie realtà ecclesiali, e gli incontri con i giovani per richiamarli all’importanza di rispondere ad una chiamata e di interrogarsi sul senso della propria vita. Esiste già un Centro diocesano vocazioni, con persone che vi lavorano, ma vorrei formalizzzare la nomina di un responsabile".

Ha accennato alle recenti polemiche che hanno segnato dolorosamente la vita della diocesi. Quale è la situazione attuale?

"Sono stato accusato di aver coperto o di non aver fatto abbastanza ma, in coscienza, penso di aver agito correttamente nel rispetto delle persone. Riguardo alla vicenda di don Nello Giraudo (il sacerdote accusato di pedofilia, n.d.r.), la richiesta di riduzione allo stato laicale è stata concordata fra me e lui come prospettiva già nel luglio del 2009 e si è concretizzata nei mesi successivi. Da non molto Nello Giraudo ha ottenuto dalla Santa Sede la dispensa dallo stato clericale e quindi non può più presentarsi come prete né esercitare il ministero. Per ciò che concerne l’aspetto giudiziario, la diocesi attende con serenità e nella piena collaborazione l’esito delle indagini condotte dalla Magistratura su questa vicenda e sulle altre questioni sollevate da chi si è presentato a fare denunce".

Tornando alla vita diocesana, quest’anno si caratterizza per l’inizio della visita pastorale. Cosa si aspetta? E quali messaggi intende proporre alle parrocchie?

"Desidero anzitutto che sia ben ordinato l’aspetto ‘burocratico’ - registri, inventario delle proprietà e via dicendo - perché questi aspetti devono essere molto chiari. Però questa sarà materia della pre-visita. Invece dalla visita vera e propria, che inizierà in gennaio, mi aspetto che favorisca un autentico incontro del vescovo con le persone. Ho sempre amato, quand’ero parroco, l’immediatezza dell’incontro con la gente e vorrei riviverla da vescovo. Inoltre desidero conoscere da vicino la situazione delle parrocchie, per dare suggerimenti su come migliorare negli aspetti carenti e valorizzare quanto di buono già si fa. M’interessa molto il rapporto con i laici, che non sono oggetti ma soggetti della pastorale: occorre stimolarne la sensibilità e la creatività. Sì, uno dei punti forti della visita sarà la promozione di un laicato responsabile. Inoltre vorrei incontrare le famiglie e i giovani, che vanno capiti nelle loro difficoltà a trovare prospettive in una società che li penalizza. E mi sta a cuore anche richiamare alla necessaria promozione delle vocazioni".

La visita pastorale servirà anche ad immaginare la futura "geografia" della diocesi, nella prospettiva di un numero più ridotto di parroci?

"Certamente, anche perché il futuro sarà più difficile ed occorrerà muoversi per tempo".

Uno sguardo agli aspetti civili del territorio. Cosa pensa del fiorire di centri commerciali, l’ultimo dei quali il Molo 8.44 a Vado?

"Confesso di essere meravigliato e mi chiedo: come potranno convivere tutti questi colossi insieme? Esiste un bacino d’utenza adeguato? Certamente i grandi centri commerciali si faranno una ‘guerra’ spietata e ciò non sarà un bene per nessuno, a parte i consumatori. I piccoli esercenti, poi, andranno in ulteriore crisi. Non riesco ad immaginare che, in questo panorama, tutti possano prosperare".

Sembra che, dopo la bocciatura della torre di Fuksas, si muovano le acque per il nuovo progetto del porticciolo della Margonara. Lei che idea si è fatto?

"Da profano del settore mi pare che una progettazione meno impattante sull’ambiente sia più funzionale. Devo ammettere che la torre di Fuksas non mi piaceva proprio. Spero che, se si realizzerà il progetto del porticciolo, ciò rappresenti un miglioramento del paesaggio della costa, dall’ex terminal Miramare verso Albissola".

Savona sta cercando di rifarsi un’immagine turistica e nel percorso storico-museale del centro storico un posto di rilievo dovrebbe averlo il Museo diocesano. Ma è un po’ che non se ne parla, come mai?

"La situazione è in stallo perché sono subentrati alcuni problemi economici: sono troppe le spese necessarie per allestire e mettere a norma un museo. Inoltre è da considerare anche la gestione di uno spazio espositivo del genere, cosa tutt’altro che facile. Per ora quindi siamo un po’ fermi, ma confido che gli ostacoli possano essere superati. So che il nuovo direttore dell’Ufficio diocesano per i beni culturali ecclesiastici, don Riccardo Di Gennaro, intende riprendere il discorso".

Concludiamo con i veri "invisibili" delle nostre città, i poveri. Ha fatto scalpore in questi giorni la scoperta di dormitori abusivi nel centro di Savona. Quale è il suo giudizio su questi temi?

"Quello della povertà è un problema di cui non deve farsi carico solo la Caritas con i suoi servizi molto ben organizzati. E’ la città che deve coinvolgersi, che non deve avere un volto escludente. Le risposte ai drammi dell’indigenza vanno trovate insieme, proprio perché non si verifichino situazioni limite come quelle che sono state scoperte recentemente. D’altra parte siamo di fronte allo specchio della nostra società: viene proposta una ricerca sfrenata del consumo che fa presa soprattutto sui ceti più deboli e culturalmente sprovveduti. Credo che sia perciò importante che ogni istituzione, civile ed ecclesiale, operi per educare le persone ad una responsabilità adulta: è la prima risposta da dare per sperare una società migliore".
Giovedi 30 Settembre 2010

Edited by GalileoGalilei - 1/10/2010, 18:38
 
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venerdì 01 ottobre, 18:12
Savona: Francesco Zanardi risponde alla lettera di Monsignor Lupi
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Una lunga nota per fare il punto sulla situazione e sulla missiva pubblicata da "Il Letimbro"

"Questa mattina mentre ero a Milano vengo informato che Mons. Vittorio Lupi ha fatto su Il Letimbro una pubblica dichiarazione riguardo la situazione del savonese, riportata anche da altri organi di stampa. Proprio ieri ho inviato una lettera ai 94 sacerdoti della Diocesi di Savona-Noli nella quale ricostruisco la situazione attuale che pare gravissima e non accenna ad alcuna chiarezza, prevalendo il silenzio.
Ma molti sacerdoti e fedeli in questi mesi di silenzio hanno abbattuto il muro di omertà portando alla luce molte cose; ora la situazione appare molto chiara. Comincia così Vittorio Lupi: "Penso che occorra impegnarsi di più e che certe polemiche, come quelle recenti nella nostra diocesi, non giovino a nulla, danneggiando inutilmente l'immagine della chiesa locale". Con tutto il rispetto Monsignore, nelle sue parole trovo solo un tentativo di recuperare una situazione sfuggitale dalle mani. Ma non vedo in che modo possa rimediare in quanto non si intravede alcun serio tentativo di estirpare il fenomeno degli abusi sessuali nel clero savonese. Lei propone di dimenticare tutto e ricominciare, due Ave Maria, un Padre Nostro e tutto si ricomincia da capo. E intanto nuove vittime si aggiungeranno a
questo triste calvario. E nessuna riparazione lei offre alle vittime delle malefatte dei sacerdoti e degli altri ecclesiastici della diocesi di Savona-Noli. Poi continua mons. Lupi: "Sono stato accusato di aver coperto o di non aver fatto abbastanza ma, in coscienza, penso di aver agito correttamente nel rispetto delle persone. Riguardo alla vicenda di don Nello Giraudo (il sacerdote accusato di pedofilia, n.d.r.), la richiesta di riduzione allo stato laicale è stata concordata fra me e lui come prospettiva già nel luglio del 2009 e si è concretizzata nei mesi successivi. Da non
molto Nello Giraudo ha ottenuto dalla Santa Sede la dispensa dallo stato clericale e
quindi non può più presentarsi come prete né esercitare il ministero. Per ciò che concerne l'aspetto giudiziario, la diocesi attende con serenità e nella piena collaborazione l'esito delle indagini condotte dalla Magistratura su questa vicenda e sulle altre questioni sollevate da chi si è presentato a fare denunce". A questo proposito credo si rivolga a me. Io rimprovero non solo a lei, al quale comunicai il problema già nel 2007, quando era Vescovo Eletto della Diocesi, ma anche a Mons. Calcagno, al quale comunicai già nel 2001 il problema, di non essere intervenuti subito di fronte ad un problema così grave. Lei ha aspettato che scoppiasse lo scandalo mediatico e giudiziario. Quindi a lei interessa solo lo scandalo. Non le interessa affatto che vengano prevenute ed estirpate le violenze pedofile e assicurati alla giustizia gli ecclesiastici criminali. Cosa avete fatto in questi anni di silenzio dopo le mie accuse, dal 2001 alla fine del 2009? Cosa stavate aspettando? Nuove violenze e nuove vittime? Ora lei dice di essersi impegnato, ma a me pare che lei abbia solamente reagito davanti ad una evidenza abbagliante, cercando di salvare il salvabile. Credo che se lei volesse recuperare la situazione per prima cosa dovrebbe dare esempio di pentimento, aiutare le vittime conosciute, sistemare le relazioni della diocesi con altri pregiudicati tuttora sacerdoti, diaconi, seminaristi e catechisti. Lei dovrebbe cercare di capire cosa è accaduto negli ultimi 50 e più anni a Savona, come ho fatto io. Capire e rimediare".

Francesco Zanardi
 
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venerdì 15 ottobre, 07:07
Savona: preti e pedofilia, due giovani interrogati in Questura
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Pedofilia e preti: continuano le indagini della polizia, dopo le denunce presentate nei mesi scorso da Francesco Zanardi, il savonese che quando era ragazzino e frequentava la parrocchia di Spotorno è stato vittima di abusi da parte di un sacerdote. Negli ultimi giorni, gli agenti della squadra mobile hanno interrogato due giovani, uno dei quali ha 18 anni e che quando era minorenne avrebbe subito violenze sessuali. Su questo nuovo filone di indagine gli investigatori mantengono al momento il più stretto riserbo.
 
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Savona. Diacono Franco Briano indagato per pedofilia

Confessa: "Volevo liberarmi di un peso"



www.ivg.it/2010/10/pedofilia-la-pro...gato-per-2-ore/

Articolo n° 110946 del 16 ottobre 2010 delle ore 07:58

Pedofilia, collaboratore di una parrocchia indagato: ieri 2 ore davanti al pm


Savona. Si apre un nuovo filone nell’inchiesta su preti e pedofilia nella Diocesi di Savona. Da ieri infatti c’è un nuovo indagato per presunti abusi sessuali in parrocchia. Si tratta di un 63enne savonese, Franco Briano, postino in pensione che da moltissimi anni è un collaboratore della parrocchia di San Dalmazio a Lavagnola. L’uomo ieri è stato ascoltato per circa due ore, dal sostituto procuratore Alessandra Coccoli, al sesto piano di Palazzo di Giustizia. Un interrogatorio fiume nel corso del quale avrebbe ammesso le prorie responsabilità.

Gli episodi contestati a Briano risalirebbero però a più di 13 anni fa. Solo ora le vittime, quattro secondo quanto trapela, hanno trovato il coraggio di raccontare di quelle “attenzioni” particolari che ricevevano dal collaboratore della parrocchia. Secondo quanto denunciato Briano avrebbe abusato dei bambini nel corso di alcune gite in camper che lui stesso proponeva alle famiglie che frequentavano la chiesa. Nessuno ci aveva mai visto nulla di strano se non un gesto di gentilezza verso chi, magari, non poteva permettersi di portare i figli in vacanza. Invece quei viaggi avrebbero nascosto delle altre intenzioni e sarebbero sfociate nelle violenze (nessun bambino sarebbe però stato costretto a dei rapporti sessuali).

L’uomo al termine dell’interrogatorio, nel quale è stato assistito dall’avvocato Luca Morelli, è stato riaccompagnato a casa dagli agenti della polizia che nel pomeriggio avevano bussato a casa sua. Per ora è libero e il pm non ha ritenuto di dover prendere per il momento provvedimenti restrittivi nei suoi confronti (anche perché i reati potrebbero essere prescritti). Intanto la polizia, a casa dell’uomo, ha sequestrato un pc che potrebbe contenere immagini pedopornografiche.

Questo nuovo filone di inchiesta su chiesa e pedofilia prende le mosse dalla denuncia contro N.G., il sacerdote accusato di abusi da Francesco Zanardi. Proprio le denunce di Zanardi e di Don Lupino avrebbero spinto anche le vittime a parlare e a raccontare quello che gli era successo. Da qui la decisione della Procura di sentire Briano.



www.savonanews.it/2010/10/15/leggi-...-pedofilia.html


Savona: postino indagato nell'inchiesta su chiesa & pedofilia

Interrogato dal pm Alessandra Coccoli ha ammesso i fatti che gli sono stati addebitati

Nell’inchiesta della Procura sulla pedofilia nella diocesi di Savona c’è un nuovo indagato. Si tratta di un ex postino, Franco Briano, 63 anni, da anni collaboratore della parrocchia di San Dalmazio a Lavagnola (ora retta da don Giovanni Lupino), che ieri sera è stato interrogato a palazzo di giustizia per quasi due ore dal pubblico ministero Alessandra Coccoli. Alle 20, ha lasciato il tribunale su un’auto della polizia. Glli abusi che, stando a quanto trapelato, gli sono stati contestati risalirebbero a 15-20 anni fa e dunque sarebbero prescritti.

Sarebbero quattro le denunce contro di lui (una presentata ieri mattina in Procura) da parte di vittime, ora di mezza età, che quando erano ragazzini frequentavano la parrocchia di Lavagnola, avrebbero subito le attenzioni, le violenze da parte dell’uomo.

www.ilsecoloxix.it/p/savona/2010/10...sato_anni.shtml

«Ho abusato dei bimbi per anni»
16 ottobre 2010
| Alessandro Ponte

Briano, 63 anni, stretto collaboratore di don Lupino, indagato per violenza sessuale

L’uomo accompagnato in Procura dalla squadra Mobile

Violenza sessuale. È la contestazione per cui è indagato e per cui è stato interrogato ieri sera in Procura per due ore. Dove è arrivato accompagnato dagli agenti della squadra mobile della Questura che gli avevano perquisito poco prima l’abitazione, sequestrandogli il computer con dentro immagini pedo-pornografiche. Due ore in cui sono state ammesse orrori, attenzioni morbose e molestie su minori. Sino al 1996, quando organizzava gite e campi solari per la parrocchia. «Poi non ho più avuto contatti con i bambini».

Erano circa le 20 quando Franco Briano, 63 anni, postino in pensione, diacono della parrocchia di San Dalmazio a Lavagnola, e stretto collaboratore di don Giovanni Lupino, è uscito dalla stanza del sostituto procuratore Alessandra Coccoli. Dove era stato accompagnato alle 18 da tre agenti. L’indagine sul diacono rappresenta una costola, fanno sapere gli inquirenti, dell’inchiesta madre che vede come indagato principale l’ex sacerdote di Spotorno Nello Giraudo. Di cui Briano è stato in passato uno stretto collaboratore.

Durante l’interrogatorio ci sono state le ammissioni. Al termine il pubblico ministero non ha ritenuto sussistere gli elementi per disporre un provvedimento restrittivo della libertà personale, visti i fatti ammessi, ma “datati”. Infatti le accuse contenute in una serie di denunce ed esposti -almeno sei- presentati la scorsa settimana negli uffici della Procura riguardano fatti raccontati da presunte vittime che adesso hanno tra i 30 e 40 anni. Che hanno trovato il coraggio dopo essersi consultati tra di loro di presentare una formale denuncia. Segnalazioni e richieste di chiarimenti da parte di diversi parrocchiani erano arrivate nei giorni scorsi anche a don Lupino, parroco “storico” di San Dalmazio a Lavagnola, dove Franco Briano ricopre il ruolo di segretario, collaboratore, economo. E soprattutto di organizzatore di gite e campi solari. Don Lupino, informato delle “voci” poi tramutatesi in esplicite segnalazioni, si è recato a sua volta in Procura per denunciare quanto gli è stato riferito. Anche lui è stato sentito dagli inquirenti per raccogliere quanto i parrocchiani gli hanno riferito. Sulla vicenda nessuna dichiarazione da parte del parroco di Lavagnola che ha deciso di denunciare il suo assistente, un volontario laico, alla magistratura.

Al termine dell’interrogatorio l’auto della Questura -una Fiat Stilo con dentro Franco Briano- ha riportato il collaboratore di don Lupino a casa sua, dopo un drammatico interrogatorio. È stato infatti Franco Briano -nonostante l’avvocato nominato d’ufficio Luca Morelli gli avesse precisato di potersi
astenere dal rispondere alle domande del pm- a voler rispondere alle domande: «Per liberarmi di un peso». L’ex postino infatti dopo aver spiegato agli agenti arrivati in casa dove si trovasse il pc don dentro le immagini pedopornografiche, ha ammesso davanti al pm di «aver toccato i bambini che portavo in giro in camper, ma non sono mai andati oltre».
 
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http://www.genovaogginotizie.it/cronaca-cr...-sacerdoti.html

Savona - Nuove indagini per pedofilia e sacerdoti


16 ottobre 2010

Savona - Avrebbe ammesso di aver molestato sessualmente i bambini a lui affidati dalla parrocchia, Franco Briano, 63 anni, stretto collaboratore del parroco di Lavagnola.
L´uomo è stato interrogato per ore in Procura ed avrebbe fatto ammissioni sulle sue turpi attenzioni per bimbi e adolescenti. Una devianza che, sempre secondo le ammissioni, non sarebbe mai andata oltre qualche palpeggiamento.
Il nuovo scandalo tra le mura di una parrocchia esplode ancora nel savonese dove sono numerose le inchieste per presunti casi di pedofilia.
Quello cui fa riferimento questa notizia, ad esempio, è un filone di indagine in cui si indaga su presunte violenze commesse dall´ex sacrdote di Spotorno, Nello Giraudo.
Franco Briano era un collaboratore anche di quest´altro sacerdote.
Gli uomini della Squadra Mobile hanno sequestrato nella sua abitazione un computer contenente materiale pedo-pornografico con foto "esplicite".
Briano è diacono della parrocchia di San Dalmazio a Lavagnola ed è uno strettissimo collaboratore di don Lupino.
Proprio quest´utimo, dopo numerose segnalazioni di alcuni parrocchiani, avrebbe deciso di segnalare alcuni episodi alla Procura.
In particolare episodi in cui sarebbero stati vittime alcune persone che oggi avrebbero tra i 30 e i 40 anni.
Proprio in ragione del tempo trascorso e delle dichiarazioni dell´indagato che avrebbe confessato molestie "solo" sino al 1996, il magistrato che segue il caso non ne ha disposto la carcerazione.


http://www.savonanews.it/2010/10/16/leggi-...gistratura.html


CRONACA | sabato 16 ottobre, 12:51
Savona: Zanardi "denunciate i pedofili alla magistratura"
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'Se qualcuno si comporta in modo strano con voi non abbiate paura, ditelo alla mamma o al papa', alla maestra o a chi in quel momento e' piu' grande e vi puo' aiutare'. Ai genitori invece raccomandiamo di prestare piu' attenzioni ai propri figli e quando avete un dubbio, denunciate alle autorita', non limitatevi a togliere di li i vostri figli perche aiuterete solamente il pedofilo a continuare, non siate omertosi denunciate e reagite'. Lo ha scritto in una lettera aperta ai genitori Francesco Zanardi, l'omosessuale di Savona che aveva denunciato alla Procura di essere stato vittima di un prete pedofilo una volta appresa la notizia dell'avviso di garanzia per Franco Briano ex collaboratore della chiesa di Lavagnola indagato di pedofilia.
'Conoscevo Franco Briano dagli anni 80 - racconta Zanardi - mi era stato segnalato piu' volte all’inizio della scorsa estate da qualche mamma, ma da parte mia avevo le mani legate, non ero in grado di fare una segnalazione, solo voci, forse di piu' ma non presentabili ad un magistrato, l’esposizione delle vittime che mi hanno contattato e' stata decisiva per poter fare intervenire efficacemente la magistratura che insieme agli uomini della Squadra Mobile di Savona e' intervenuta efficacemente'.


http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubr...ne=524&sezione=

16/10/2010
Parrocchia degli abusi
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GIACOMO GALEAZZI
C'è un nuovo indagato nell'inchiesta coordinata dal pm Alessandra Coccoli su «chiesa e pedofilia» a Savona: è Franco Briano, 63 anni, postino in pensione, factotum di Don Giovanni Lupino, tra i suoi accusatori. Briano, che ha ammesso di aver molestato diversi bambini almeno fino al 1996, quando in qualità di volontario organizzava gite e campi solari per la parrocchia di San Dalmazio a Lavagnola, ieri sera è stato ascoltato sino a tardi in procura e deve rispondere di violenza sessuale. L'indagine su Briano sarebbe una costola dell'inchiesta che vede come principale indagato l'ex sacerdote di Spotorno Nello Giraudo. Entrambi infatti sarebbero stati educatori nello stesso gruppo di scout. Ad accusarlo ci sarebbero almeno sei tra denunce ed esposti, presentati la settimana scorsa negli uffici della procura che riguardano episodi raccontati da presunte vittime che oggi hanno tra i 30 ed i 40 anni. A denunciarlo anche lo stesso don Lupino che si è recato in procura, dopo aver raccolto alcune testimonianze dei suoi parrocchiani. Nei confronti di Briano il magistrato non ha assunto alcun provvedimento restrittivo. Intanto la squadra mobile, coordinata dal vice questore Rosalba Garello ha sequestrato in casa di Biraino un pc con immagini pedopornografiche
 
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www.ivg.it/2010/10/pedofilia-zanardi-abbattiamo-lomerta/

Articolo n° 111063 del 16 ottobre 2010 delle ore 14:44
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Pedofilia, Zanardi: “Abbattiamo l’omertà”
FLASH24news

“La Procura di Savona nel pomeriggio di ieri ha fermato e interrogato Franco Briano postino in pensione da anni inserito nella chiesa savonese, da me segnalato circa una settimana fa grazie al preziosissimo aiuto di vititme coraggiose che hanno reagito e denunciato”.

“Apprendo alle 18,36 che Franco Briano è in Procura, avviso subito le vittime l’emozione è fortissima da parte mia nel comunicare la notizia, dall’altra parte del telefono è molto più che un’emozione, così forte e complessa che per i primi minuti neppure la vittima riesce a realizzare. Passa il senso di colpa che la vittima ha avuto per anni nell’impossibilità a denunciare, si sentono appagati e felici di avere riposto la loro fiducia nella magistratura, realizzano che abbattendo l’omertà hanno dato un grosso contributo alla collettività, oltre che a una grande lezione di civiltà e responsabilità. Per loro è una vittoria ma non è finita, adesso bisogna chiarire all’interno della famiglia, i sensi di colpa che ogni singolo componente vive non sono pochi”.

“Franco Briano che già conoscevo dagli anni 80 mi era stato segnalato più volte all’inizio della scorsa estate da qualche mamma, ma da parte mia avevo le mani legate, non ero in grado di fare una segnalazione, solo voci, forse di più ma non presentabili ad un magistrato, l’esposizione delle vittime che mi hanno contattato è stata decisiva per poter fare intervenire efficacemente la magistratura che insieme agli uomini della Squadra Mobile di Savona è intervenuta efficacemente”.

“Il mio messaggio è diretto a tutti i bambini e ai loro genitori: ‘Bambini, se qualcuno si comporta in modo strano con voi non abbiate paura, ditelo alla mamma o al papà, alla maestra o a chi in quel momento è più grande e vi può aiutare” ai genitori invece raccomandiamo di prestare più attenzioni ai propri figli e quando avete un dubbio, denunciate alle autorità, non limitatevi a togliere di li i vostri figli perche aiuterete solamente il pedofilo a continuare, non siate omertosi denunciate e reagite’. La cosa che trovo grave e sconcertante, oltre agli abusi, che dimostra quanta bassa moralità e poco senso del dovere si sia formato nella nostra moderna cultura e società, è il silenzio che c’è stato per più di 40 anni su questa e altre situazioni, situazioni ben note a molti ma che nessuno ha mai voluto affrontare alimentando così per anni questi orribili crimini. Ancora molti casi emergono nel savonese, persone pericolose che girano indisturbate, chi sa parli e dimostri che i savonesi, gli italiani non sono omertosi ma civili”.
 
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www.ilsecoloxix.it/p/savona/2010/10...a_vittime.shtml
Dopo anni le vittime ascoltate in Procura
17 ottobre 2010
| Alberto Parodi
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C’è il medico affermato, che lavora nel ponente, e che ha tenuto nascosto il suo passato di abusi alla moglie da cui ha avuto due figli. Poi l’uomo che fa l’assistente sociale per gli enti pubblici. La ragazza che ha accompagnato il proprio fidanzato a far denuncia e che ringrazia gli altri abusati di averlo sostenuto: «Ci siamo passati anche noi». Sono le vittime di ieri per cui è indagato dalla Procura Franco Briano (interrogato venerdì sera), assistente di don Giovanni Lupino, parroco di San Dalmazio a Lavagnola. Adesso le vittime di oggi sono soprattutto le madri, i genitori che si preoccupano per i figli venuti a contatto con il collaboratore tuttofare.

«Ma io quest’estate ho portato mio figlio che ha 5 anni al campo solare della parrocchia a Lavagnola e c’era sempre quell’uomo con la barba bianca, Franco Briano, era uno degli organizzatori. Mi devo preoccupare?».

E così alla luce dell’inchiesta della Procura per violenza sessuale quei baci sulla testa e sulle guance, e le ripetute carezze, vengono visti con il senno di poi come una “spia” di possibili abusi. E prontamente ieri mattina una mamma -dipendente comunale esperta di sociale per questioni professionali- si è presentata in parrocchia a Lavagnola dopo aver contattato le vittime che hanno presentato denuncia nei confronti di Briano. Ha chiesto spiegazioni. «Voglio sapere». E non è stata l’unica mamma che ieri si è allarmata dopo aver appreso la notizia dell’interrogatorio in Procura di venerdì sera. Le madri tra di loro con il passaparola si sono scambiate opinioni e soprattutto paure alla luce della richiesta dello staff di collaboratori di Don Lupino: «Chi sa parli, chi è a conoscenza di episodi di abusi li venga a denunciare». Un messaggio recapitato a chi frequenta la parrocchia di San Dalmazio anche tramite sms e che ha generato una sorta di psicosi collettiva. «Mi raccomando se avete sospetti o dubbi su abusi da parte di personale della nostra parrocchia non ditelo a in giro, non dite niente a nessuno, ma venite da don Lupino» la risposta via sms che un’animatrice di San Dalmazio e dei campi solari estivi ha fornito ad una mamma inquieta. Inquieta alla luce del ruolo, ritenuto attivo tutt’oggi, di Briano a San Dalmazio. Braccio destro di don Lupino, Briano si è occupato sino a ieri, da volontario laico dopo essere stato in seminario, di tutto ciò che non riguardava l’aspetto spirituale- religioso. Da anni, decenni, Briano, residente in via Scotto, era considerato l’uomo-macchina della parrocchia di Lavagnola. Faceva l’economo, teneva i conti, si occupava della segreteria e di tutto ciò che riguardava gli aspetti burocratici. Facile vederlo al fianco, o un passo subito dietro don Lupino per anni. Sempre in chiesa e nei locali della parrocchia sin dal mattino presto. Un lavoro dopo la pensione dal lavoro di postino. Ieri in parrocchia è arrivato anche chi ha mandato il proprio figlio nel “Savona Settimo”- lo storico gruppo scout- con Briano guida spirituale.

«Come faccio a capire se mio figlio è stato toccato o molestato da lui? Serve uno psicologo». All’indietro vengo rivisitate le carezze, i bacini, l’abitudine a tenere sempre seduti sulle gambe i bambini, a cui i genitori hanno assistito. Poi i regali e gli inviti ad andare in camper e in campeggio. Spesso proposte lasciate cadere nel vuoto. Ma quel modo di porsi di Briano, a cui avevano assistito di persona, adesso per loro è ritornato d’attualita accompagnandosi dietro paure, sospetti e timori. Dubbi. Quel «posso portare vostro figlio in vacanza?» risuona sinistro, subdolo, alle loro orecchie. Soprattutto alla luce delle difficoltà di nuclei familiari disagiati per cui i genitori vedevano di buon occhio la possibilità di far andare in montagna qualche giorno i propri figli in gita su iniziativa della parrocchia. Sono almeno tre le mamme che ieri mattina poco dopo mezzogiorno si sono presentate alla porta della parrocchia di San Dalmazio chiedendo di don Lupino. Si sono dette pronte ad andare in Procura già domani per riferire dubbi e sospetti.

«Non abbiate paura» l’invito di chi in Procura ci è andato. Stanno valutando l’ipotesi di chiedere l’aiuto di uno psicologo: «Come facciamo a capire se mio figlio è stato toccato o abusato?».

È l’interrogativo che monta quando c’è chi spiega come il proprio bambino «scappava o si infastidiva davanti a lui, perchè? Se giravano quelle voci all’interno della diocesi sul comportamento dell’assistente di Lupino, perchè non ci hanno mai detto niente?». Troppa angoscia il ripensare al proprio figlio di 5 anni e mezzo ai campi solari e in particolare nella piscina fatta costruire da don Lupino. In quella piscina spesso ci andava anche l’assistente del parroco.
 
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http://www.savonanews.it/leggi-notizia/arg...-terribile.html


LE EMAIL ALLA REDAZIONE | sabato 16 ottobre, 12:15
Savona: Nicolick, "La realtà descritta con grande sofferenza da Zanardi è vera e terribile"
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Una lettera di Nicolick per dimostrare ancora solidarietà a Francesco Zanardi, alla luce degli ultimi fatti di cronaca

Qualche mese fa fui contattato attraverso Facebook, da Francesco Zanardi, un mio ex allievo, il quale mi chiese un appuntamento per potermi raccontare alcuni fatti a cui egli annetteva grandissima importanza. Nel colloquio mi rappresentò, con dovizia di particolari, una serie di fatti orrendi di pedofilia i cui responsabili erano sacerdoti e le vittime, egli compreso, erano stati ragazzini a loro affidati da genitori inconsapevoli. Gli presta fede e continuo a farlo. Presentai Francesco Zanardi ad alcuni giornalisti, che inizialmente e anche in seguito non diedero grande peso alle sue dichiarazioni. In effetti Zanardi può non risultare simpatico, può sembrare folcloristico e pittoresco, ha attraversato una vita travagliata e sofferente, ha un orientamento culturale molto differente dal mio, ma la quasi totalità delle sue dichiarazioni sono risultate credibili e fondate dai magistrati che hanno dato inizio a diversi filoni di indagini sempre connesse alla pedofilia savonese.

Certamente le scomode dichiarazioni di Francesco Zanardi sono andate a tangere persone insospettabili e istituzioni assolutamente intoccabili che ruotano in ambienti molto potenti e elevati, tanto elevati da apparire sacri. Purtroppo la realtà descritta con grande sofferenza da Zanardi è vera e terribile. Da quando le dichiarazioni di Francesco sono state verbalizzate dai magistrati, tutta una lunga serie di reati di pedofilia, per lo più prescritti dalla legge , sono emersi e venuti alla luce . Zanardi, nonostante le pressioni e le minacce subite, ha avuto il coraggio e l’indubbio merito di scoperchiare un pentolone pieno di fango, su cui per decenni qualcuno ha colpevolmente, messo un coperchio, dimenticandosi delle centinaia di vittime, tutte adolescenti che hanno dovuto subire abusi e violenze da persone insospettabili coperte e giustificate dai loro superiori. Ora la verità, sta venendo a galla, con prepotenza, ogni giorno si legge sui media di persone che , nel Savonese, vengono convocate, interrogate e che come poche ore fa, ammettono i loro misfatti su minori, quasi chiedendo aiuto come se fossero loro le persone che hanno sofferto la violenza.

Una marea di fango sta sommergendo Istituzioni che avrebbero dovuto proteggere ed educare i minori invece di abbandonarli agli orchi che li hanno abusati. Oltre a tutto sappiamo tutti che dopo dieci anni , secondo la legge italiana, un reato viene prescritto e il responsabile non paga per le sue colpe orribili. Temo che queste situazioni si ripresenteranno ancora nel futuro, vista la grande imperfezione e malvagità di noi adulti. La ricetta potrebbe essere quella di ascoltare con attenzione le grida di dolore, le urla di sofferenza di coloro che hanno subito gli abusi, senza tentare di ridicolizzarli, senza andare a cercare il pelo nell’uovo e dimenticare che moltissimi ex adolescenti, ora adulti, si svegliano nel cuore della notte, assaliti dagli incubi in cui l’orco gli viola senza che nessuno faccia nulla per proteggerli. Molti orchi hanno agito e agiscono per l’indifferenza o il menefreghismo della società civile, vorrei ricordare una frase di un grande personaggio Edmund Burke: “quando i buoni scelgono di non agire, i malvagi prevalgono “. Nessuno deve ripetere gli errori, soprattutto quando le vittime sono minori.

Roberto Nicolick
 
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www.ivg.it/2010/10/prosegue-lindagi...tornera-dal-pm/

Articolo n° 111275 del 18 ottobre 2010 delle ore 08:05

Prosegue l’indagine sui casi di pedofilia in parrocchia: Briano tornerà dal pm

Savona. Non si ferma l’indagine della Procura sui presunti casi di pedofilia in parrocchia. Dopo l’interrogatorio di venerdì, nei prossimi giorni, dovrebbe essere riascoltato a Palazzo di Giustizia Franco Briano, il postino in pensione di 65 anni, che da anni collabora nella parrocchia di San Dalmazio a Lavagnola e che è stato indagato per violenza sessuale su minori.

Davanti al pm Alessandra Coccoli l’uomo, assistito dall’avvocato Luca Morelli, aveva ammesso di aver “toccato” dei bambini in occasione di alcune gite in camper e in campeggio. Quello che vuole capire la magistratura e quanti siano i casi di abusi compiuti da Briano e soprattutto se l’uomo, in qualche caso, possa essersi spinto oltre i “toccamenti”.

Secondo quanto emerso dagli interrogatori, anche quello a Don Lupino, parroco di San Dalmazio, sentito nella scorsa settimana, Briano da tempo non seguiva più i bambini in parrocchia. Un altro dettaglio sul quale la Procura vuole vedere chiaro. Intanto Francesco Zanardi, l’omosessuale savonese che per primo ha denunciato un caso di sacerdote-pedofilo, continua ad invitare le vittime a raccontare tutto ai magistrati. Secondo Zanardi infatti ci sarebbero altri casi di pedofilia in parrocchia che devono ancora venire alla luce.

www.ilsecoloxix.it/p/savona/2010/10...i_allarga.shtml

Abusi sessuali su minori, l’inchiesta si allarga
18 ottobre 2010
| Gianluigi Cancelli

Gli investigatori della procura vogliono capire se oltre agli episodi già confessati, Franco Briano si sia reso responsabile in passato anche di altri

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L’ex economo della parrocchia di San Dalmazio in attesa di essere interrogato

A Savona, ore decisive nell’inchiesta sugli abusi sessuali che Franco Briano, sino a pochi giorni fa collaboratore della parrocchia di San Dalmazio a Lavagnola con il ruolo di economo, ha ammesso di aver compiuto in passato (i fatti almeno secondo quanto appurato sino a oggi dall’autorità giudiziaria risalirebbero al periodo compreso tra il 1975 e il 1990) ai danni di numerosi minorenni. Una brutta storia che sembrava esser circoscritta soltanto a Lavagnola e che invece potrebbe allargarsi. Perchè gli inquirenti vogliono capire se Briano si sia reso responsabile degli stessi abusi anche negli anni precedenti, quando si trovava prima in Valloria e poi a Spotorno. In ambienti parrocchiali e soprattutto sempre a contatto con i giovani.

Gli investigatori della squadra di polizia giudiziaria della procura hanno infatti fissato proprio per oggi una serie di interrogatori che potrebbero permettere di far piena luce sugli abusi che l’uomo ha compiuto ai danni di minori, soprattutto nella sua veste di capo scout. L’obiettivo dell’autorità giudiziaria sembra infatti esser quello di riuscire a capire il numero preciso degli episodi di violenza sessuale dei quali si sarebbe reso responsabile Franco Briano, oltre a quelli da lui stesso ammessi venerdì pomeriggio durante l’interrogatorio di fronte al sostituto procuratore della Repubblica, Alessandra Coccoli.

Una vicenda estremamente delicata, che in città ha sollevato un notevole allarme e la mobilitazione da parte di un gruppo di mamme di bambini che in questi ultimi anni hanno frequentato la parrocchia di San Dalmazio, con la quale Franco Briano aveva continuato a collaborare. «Si tratta di una vicenda che è uscita fuori a trent’anni di distanza e a seguito delle rivelazioni di Francesco Zanardi - commenta il parroco di San Dalmazio, don Giovanni Lupino - La cosa che vorrei precisare è che tutti gli episodi venuti sino ad ora alla luce si riferiscono al periodo compreso tra il 1975 e il 1990 e soprattutto che si sono verificati all’interno del mondo degli scout e non delle attività parrocchiali. A mio avviso bisognerebbe chiederci chi c’era all’epoca dei fatti nelle varie parrocchie e soprattutto come è stato possibile che un uomo con questo genere di problemi sia rimasto così a lungo a contatto con il mondo giovanile. Non solo qui a Lavagnola, ma anche dove era prima, e mi riferisco a quando era prima in Valloria e poi a Spotorno».

Una vicenda sulla quale l’autorità giudiziaria mantiene il più assoluto riserbo. «Non ci sono novità, niente di nuovo - si limita a rispondere al cronista la dottoressa Coccoli - Di questa storia avete già scritto sin troppo...».

Lasciando intendere che le indagini comunque proseguono a tamburo battente e che potrebbero portare nei prossimi giorni a importanti novità. Forse addirittura la richiesta al giudice per le indagini preliminari del tribunale di firmare un ordine di custodia cautelare se non in carcere almeno agli arresti domiciliari.
 
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http://www.savonanews.it/2010/10/18/leggi-...della-fame.html

lunedì 18 ottobre, 17:34
Savona: preti e pedofilia, Zanardi pronto con un nuovo sciopero della fame
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Protesta "contro le false dichiarazioni e l’omerta' del vescovo della diocesi di Savona Vittorio Lupi e di gran parte del clero savonese che vanta 40 anni di impegno certosino a favore della pedofilia"

–Nuova clamorosa iniziativa di protesta di Francesco Zanardi, l'omosessuale savonese che ha denunciato alla Procura di essere stata vittima di un prete pedofilo. Ha annunciato per mercoledi' prossimo l'inizio di uno sciopero della fame 'contro le false dichiarazioni e l’omerta' del vescovo della diocesi di Savona Vittorio Lupi e di gran parte del clero savonese che vanta 40 anni di impegno certosino a favore della pedofilia', dice lo stesso Zanardi. 'Prima dello sciopero si terra' una conferenza stampa-spiega Zanardi-dove faremo il punto della situazione a partire dallo scorso gennaio quando era stata avviata l’indagine fino al caso dell’ex seminarista pedofilo Franco Briano reo confesso e sentito dai magistrati lo scorso venerdi'. Quindi esporro' le accuse contro nuovi sacerdoti del savonese, tutti denunciati al vescovo Lupi tre anni fa e non solo da me. Le mie accuse saranno supportate dalle registrazioni tra me e Lupi e altri prelati totalmente in contraddizione con le ultime dichiarazioni del Vescovo'. Alla conferenza Zanardi invitera' lo stesso presule della diocesi savonese, quindi il sindaco di Savona Federico Berruti, alcune vittime dei prelati accusati.
 
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http://www.ilsecoloxix.it/p/savona/2010/10...olontario.shtml

Tre preti e un volontario
nel mirino della Procura

19 ottobre 2010
| Alberto Parodi
HOME > SAVONA

L’inchiesta partita da Briano rischia ora di coinvolgere altri religiosi

Tre preti e un volontario. Alcuni di loro ancora adesso in servizio a Lavagnola. Altri ci sono stati. Il loro nome, e il loro operato, sono adesso al vaglio della Procura di Savona. Inseriti nello stesso dossier-memoriale che ha portato ad iscrivere nel registro degli indagati il contabile della parrocchia di San Dalmazio, Franco Briano.

Le indagini sulla pedofilia “strisciante”, nascosta, a Savona si allargano. La comunità parrocchiale di Lavagnola è sotto choc, squassata dalla confessione durante l’interrogatorio di venerdì sera del sacrestano di San Dalmazio, Franco Briano, indagato per violenza sessuale. Le indagini adesso toccano altri preti e altri volontari che operano sempre nella stessa parrocchia. Alcuni di loro sarebbero gli stessi che hanno presentato ai pm Giovanni Battista Ferro e Alessandra Coccoli le denunce sugli abusi sessuali subiti da Briano, in passato. Rivelazioni choc contenute nei memoriali delle vittime al vaglio della magistratura. Gli abusati da Briano, a loro volta all’interno di San Dalmazio, avrebbero perpetuato a loro volta gli orrori. Un filone tutto da verificare, ma che rappresenta più di un’ipotesi. Ci sono infatti nomi e cognomi, indicati con precisione nei dossier finiti all’attenzione della Procura in questi giorni. I magistrati sono impegnati nel valutare la fondatezza di quanto riferito, i tempi della prescrizione, e soprattutto la possibilità di reiterazione del reato.

Il tutto scatenato da genitori che chiedono informazioni, genitori che raccontano dubbi e sospetti sul comportamento del sacrestano, e madri che si dicono pronte a presentarsi in Procura per riferire, segnalare abusi. Una corsa che rischia di sfociare in psicosi. Infatti gli stessi pm che indagano hanno posto un freno agli stessi preti che si sono presentati più volte davanti ai loro uffici per prendere appuntamento e raccontare voci, sospetti.

«Ai campi solari estivi, Franco Briano si occupava della gestione della piscina. Era a contatto con i bambini, gli faceva fare la doccia». Un esempio delle dichiarazioni, tutte da verificare, ma che sono piombate come un macigno in Procura dalla comunità di San Dalmazio, e adesso nella vita di Briano. L’ex postino -contabile e stretto collaboratore di don Giovanni Lupino nella gestione della parrocchia- ha infatti ammesso di aver abusato nell’interrogatorio di venerdì di chi, ora quarantenne, lo ha denunciato. Ha ammesso abusi solo sino al ‘96: «Poi ho capito il male che facevo e ho smesso». Si è limitato poi, secondo la sua linea difensiva, a scaricare foto da internet: «Senza pagare, senza partecipare a nessun gruppo organizzato». La precisazione contenuta nel verbale.

Ieri Briano ha ricevuto a casa sua, in via Scotto, la visita del proprio avvocato Luca Morelli affiancato dalla collega Giorgia Ferrari. Nell’incontro, a cui ha partecipato anche la sorella del postino in pensione, è stata presa in considerazione la possibilità di ulteriori interrogatori.

«La situazione è in evoluzione» si limitano a dire in Procura. Dove continuano ad arrivare esposti sull’operato di Briano e sui legami e rapporti intrecciati all’interno della parrocchia. L’ex contabile, formalmente, è solo indagato in stato di libertà, ma si è autorecluso in casa. Troppo lo stress e la tensione di fronte alle telefonate anonime di minacce e alle invettive di chi è venuto a protestare sin sotto le sue finestre. «Esci, fatti vedere» le grida che hanno convinto l’ex contabile a chiedere l’intervento dei carabinieri. Briano ha preso in considerazione con i legali la possibilità di lasciare la sua abitazione per trasferirsi altrove ed evitare le pressioni psicologiche. Non risponde più al telefono di casa.

«Di qualsiasi spostamento ne verrà informata preliminarmente la Procura. Siamo a disposizione» ha chiarito Morelli che ieri ha chiesto anche un incontro al pm Coccoli. Nei prossimi giorni altro tornata di interrogatori. A partire da chi è finito nel dossier che ha portato all’interrogatorio- confessione di Franco Briano. Un altro colpo di scena potrebbe essere il ribaltamento della posizione di alcuni firmatari delle denunce contro lo stesso ex postino. Uno di loro, uno stimato medico, sarebbe stato indicato da una mamma come l’autore di carezze e attenzioni sospette sul figlio durante e i campi estivi, sempre a San Dalmazio.
 
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Diretta video della conferenza stampa di Zanardi oggi alle 13:

www.crimesandthevatican.eu/Home/tabid/466/Default.aspx
 
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http://www.ilsecoloxix.it/p/savona/2010/10...mo_capire.shtml

«Briano? Dovevamo capire e fermarlo prima»
19 ottobre 2010
| Alessandro Ponte
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Parla don Carlo Rebagliati, ex economo della diocesi savonese, per anni impegnato nelle realtà degli scout cittadini insieme a Franco Briano, il collaboratore della parrocchia di San Dalmazio a Lavagnola, che ha confessato di aver abusato di bambini e ragazzi appena adolescenti durante la sua carriera di capo scout

Don Rebagliati era a Spotorno con l’ex capo scout. E con don Nello

«Sono amareggiato per tre motivi: in primo luogo non siamo psicologi di professione e non abbiamo capito cosa stesse facendo Briano. Nessuno poi ha fatto trasparire il disagio in tempo utile per fermarlo, e questo è il vero dramma. Infine, vedendo le famiglie avere tanta fiducia in quell’uomo, non ho mai immaginato che cosa nascondesse».

È questo il cruccio di don Carlo Rebagliati, ex economo della diocesi savonese, per anni impegnato nelle realtà degli scout cittadini insieme a Franco Briano, il collaboratore della parrocchia di San Dalmazio a Lavagnola, che ha confessato di aver abusato di bambini e ragazzi appena adolescenti durante la sua carriera di capo scout, fino al 1996.

Don Rebagliati, chi era Franco Briano?

«Franco Briano era un collaboratore serio, competente. Il suo servizio formativo all’interno delle realtà della curia era ineccepibile. La sua correttezza, o meglio, quella che dimostrava, emergeva anche negli incontri sull’approfondimento delle linee educative che facevamo in parrocchia. Non ci sono mai stato, però, in vacanza insieme».

Briano era anche molto stimato dalle famiglie, non è così?

«Certo. E col senno di poi qualcosa ti porta a riflettere. Era proprio la stima delle famiglie che Briano cercava e della quale poi approfittava. Ricordo che Briano faceva molta amicizia con le famiglie dei bambini. Era un suo modo, quindi, di conquistare la fiducia. Veniva invitato a cene, veniva cercato assiduamente. Quando la sua figura diventava importante nessuno aveva nulla da dire se chiedeva di portare i loro figli in vacanza».

E nessuno si è mai accorto di niente?

«Io di sicuro non ho mai avuto il modo di dubitare. Quando ho letto della sua confessione sono totalmente caduto dalle nuvole, come tutti credo. Franco Briano l’ho conosciuto nel 1975 durante l’esperienza con gli scout del Valloria, il gruppo di don Mario Damonte. Se mio avessero mai chiesto di dubitare di un uomo come lui avrei senza esitazione risposto che non potevo farlo».

Quindi Briano ha iniziato la sua “carriera” come collaboratore e scout nel 1975?

«Si. Nel 1975 ha iniziato a collaborare con la parrocchia di Valloria. Avevamo un bel gruppo di scout e lui era uno dei capi. Era anche molto bravo a gestire i rapporti con i genitori. Nel 1981 io sono stato trasferito nella parrocchia di Spotorno e per due anni non ho più collaborato con lui. Nel 1983 poi, quando abbiamo fondato il gruppo di Spotorno, abbiamo chiamato anche Briano, anche perchè il centro di Valloria, mal visto da don Damonte, era stato chiuso».

C’era anche don Nello Giraudo a Spotorno, vero?

«Si è così, c’era anche Giraudo, che prete non lo è più. È proprio con lui che abbiamo fondato il gruppo. I parrocchiani chiedevano sempre il perchè non esistesse una realtà scout nel paese. Così con molta fatica l’abbiamo costruita. Giraudo aveva, come me, molta esperienza in materia. È stata dura ma abbiamo messo insieme un buon gruppo. E con noi è tornato a collaborare Briano che era molto bravo».

E anche di Giraudo, che è stato accusato da Francesco Zanardi e ritenuto colpevole di abusi sessuali su minorenni, si è mai accorto di niente?

«Giraudo e Briano avevano instaurato con me un rapporto di massima stima. Erano molto competenti. Sapevano rivolgersi anche ai genitori meglio di quanto abbia mai fatto io. Non potevo immaginare cosa si nascondesse nelle loro menti. Non potevo proprio prevedere cosa, in realtà, facessero. Loro si sono sempre dimostrati affidabili ed io, purtroppo dico ora, non sono mai andato a vedere dove dormissero e con chi».

Dopo l’avventura di Spotorno, lei dove si è trasferito? E Briano?

«Dopo l’avventura di Spotorno io sono stato trasferito all’economato e non mi sono più occupato di scout. Briano invece ha passato un periodo, circa dal 1985, presso la parrocchia di Quiliano come collaboratore ed infine a Lavagnola, ma al di fuori del mondo scout, è stato collaboratore fisso e si occupava anche di amministrazione».

Eppure, nonostante avesse abbandonato la carriera degli scout, ha continuato sempre ad abusare dei bambini.

«Ho già spiegato che Franco Briano aveva un gran talento nel conquistarsi la fiducia delle famiglie. Si dimostrava affabile, gentile, premuroso. Entrava, in qualche modo, a far parte dei nuclei familiari e poi portava i bambini in vacanza facendo quello che ha lui stesso dichiarato. In questo meccanismo, il fatto che fosse scout o meno, che collaborasse con la parrocchia o meno, non c’entra. Lui agiva così e si organizzava per i fatti suoi. Si doveva scoprire prima una cosa del genere».

Sa che nell’inchiesta sugli abusi aperta dalla Procura, la diocesi savonese resta nel mirino e potrebbero essere ascoltati altri tre parroci e diversi volontari dei centri parrocchiali?

«Non mi stupisco più di nulla. Io ho sempre guardato, nelle persone, il lato buono. Ora sto imparando a cambiare. Aspettiamo i risvolti dell’inchiesta e vediamo».
 
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view post Posted on 20/10/2010, 15:58
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www.ivg.it/2010/10/pedofilia-zanard...reti-coinvolti/

Articolo n° 111978 del 20 ottobre 2010 delle ore 15:58

Pedofilia, Zanardi denuncia nuovi casi: “Allontanare i preti coinvolti”

Savona. Una diretta dalle ore 15 sul canale video www.crimesandthevatican.eu/, nel quale si ripercorre l’origine anche storica di una certa cultura cattolica del savonese e il perché della leggerezza da parte del clero nell’affrontare i problemi di abusi sessuali che hanno coinvolto gli esponenti del mondo ecclesiastico, citando anche le pagine del libro “Messe nere sulla Riviera” e lo scandalo di Varazze del 1907 . Così Francesco Zanardi, nel corso di una conferenza stampa presso la sua abitazione, ha annunciato l’inizio di una contestazione pacifica: lo sciopero della fame contro le false dichiarazioni e l’omertà del Vescovo Vittorio Lupi e di gran parte del clero savonese “che vanta 40 anni di impegno certosino a favore della pedofilia…”.

Dall’inchiesta avviata dallo scorso gennaio fino al caso dell’ex seminarista pedofilo Franco Briano reo confesso e sentito dai magistrati. Zanardi ha anche denunciato le accuse contro nuovi sacerdoti del savonese, tutte a conoscenza del Vescovo Lupi. Dopo due anni il Vescovo ha ricevuto alcune delle vittime. “Non c’è stata una vera azione della Diocesi a livello di giustizia ecclesiastica, sapeva da tre anni ma non c’è stato nessun gesto forte che potesse allieviare la situazione, con scarsa carità cristiana anche verso le stesse vittime” ha detto Zanardi

“Vista la situazione è necessario un provvedimento del Vescovo sui nuovi casi emersi dalle indagini della Procura, far parlare i preti e chi conosce fatti che possano far chiarezza sui numerosi abusi avvenuti in tanti anni di silenzio. Gli indizi e le prove ci sono…”.
 
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