Laici Libertari Anticlericali Forum

Preti pedofili e malversazioni nella diocesi di Savona, Ratzinger e Vescovi sotto accusa. Spretati don Nello Giraudo e don Giorgio Barbacini.

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 4/3/2013, 16:25
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


Ecco come i cardinali Ratzinger e Calcagno protessero il prete pedofilo don Nello Giraudo. Questa lettera di mons. Calcagno al card. Ratzinger (2003 la tenevano ben nascosta in cassaforte prima che la sequestrasse la Polizia:


http://genova.repubblica.it/cronaca/2013/0...ger-53842366/1/

http://genova.repubblica.it/cronaca/2013/0...filia-53829604/

Savona, prete pedofilo
"Ratzinger era informato"
Due anni prima del pontificato, l'allora cardinale prefetto della Congregazione per la dottrina della fede fu informato dal vescovo della Diocesi dei pesanti sospetti su un sacerdote, ma a quella lettera non seguirono denunce penali
Lo leggo dopo

Savona, prete pedofilo "Ratzinger era informato" Il Papa emerito Benedetto XVI
Era conservata nella cassaforte della Curia la lettera con cui l'allora vescovo di Savona Domenico Calcagno, oggi cardinale, informava il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede Joseph Ratzinger, poi nominato Papa, dei casi di pedofilia nella Diocesi. Informativa che non giustificò alcune denuncia penale dell'arcivescovado contro il sacerdote sospettato di pedofilia; solo un trasferimento, l'ennesimo, ad un'altra parrocchia.

La lettera al cardinale Ratzinger

Era l'8 settembre 2003. Nella lettera monsignor Calcagno chiedeva "la cortesia di un consiglio circa l'atteggiamento da tenere, intendendo il Sacerdote (don Nello Giraudo, ndr) continuare con un impegno pastorale". E aggiunse: "Per quanto possibile, intendo evitare che abbia comunque responsabilità che lo mettano a contatto di bambini o adolescenti".

Una drammatica pagina della Chiesa cattolica che è stata ricostruita nei dettagli in un servizio andato in onda ieri sera nel programma tv "Le Iene" con il titolo "Abusi nascosti dalla chiesa", dove, agli interventi delle vittime, sono stati accostati i documenti sequestrati dalla Procura. A partire dalla lettera all'ormai Papa emerito.

La denuncia a Ratzinger giunse peraltro tardiva, dopo un silenzio di anni che avrebbe coinvolto tre vescovi messi a conoscenza dei fatti.

Tutto documentato dalle carte sequestrate dalla Procura della Repubblica di Savona circa un anno fa, nel febbraio 2012, dalla cassaforte della Curia savonese.

Sembra non ci sia stata risposta a quella lettera almeno fin quando, due anni dopo, durante la Via Crucis al Colosseo, nelle meditazioni scritte proprio dal cardinale Joseph Ratzinger, fu pronunciata la frase "sporcizia nella Chiesa", parole che molti commentatori tradussero come un riferendo allo scandalo dei preti pedofili.

Il 19 aprile 2005, il cardinale Ratzinger, eletto Papa Benedetto XVI, affrontò con decisione e grande dolore il problema della pedofilia all'interno della Chiesa e incontrò le vittime per chierder loro scusa.

Don Nello Giraudo, nel febbraio 2012 ha patteggiato un anno di carcere per abusi sessuali compiuti nel 2005 su un diciassettenne. Ma la maggior parte delle numerose violenze su bambini sono cadute in prescrizione. Vicende denunciate ai vescovi savonesi, per primo, da Francesco Zanardi, vittima negli anni ottanta, all'età di dieci anni, di don Giraudo, allora sacerdote nella parrocchia di Spotorno.

Lo stesso religioso, del resto, non avrebbe mai nascosto ai superiori alcuni rapporti intimi con i giovani della parrocchia. Rivelazioni occultate dai vescovi savonesi fino al blitz della polizia in Curia dove erano tenuti i fascicoli più segreti, tra cui la relazione inviata a Ratzinger.

Don Giraudo, dalla fine degli anni '80 in poi, è stato ripetutamente spostato da una parrocchia all'altra: da Valleggia a Spotorno, sino a Feglino dove aprì una comunità per bambini disagiati. Poi sono arrivate le denunce che hanno costretto la chiesa a sollevarlo dal ruolo di sacerdote.

(04 marzo 2013)
 
Web  Top
view post Posted on 7/3/2013, 15:50
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


Savona. Accuse di abusi sessuali contro don Pietro Pinetto

Il prete ha beneficiato della prescrizione


http://www.ilsecoloxix.it/p/savona/2013/03...se_accuse.shtml

07 marzo 2013
Pedofilia, nuove accuse
alla chiesa savonese

Silvia Campese

Savona - «In seminario hanno provato a violentarmi due volte. Ho visto fare violenza ai miei compagni, poi sono scappato, ma la mia vita è stata rovinata. Per sempre».

Non ha fine la storia degli orrori della pedofilia all’interno della Diocesi di Savona. E in questi giorni, dopo le rivelazioni choc sulle brutalità compiute nelle parrocchie della provincia, nuove vittime trovano il coraggio di venire allo scoperto dopo anni di silenzio.

È il caso di S.D., oggi cinquantenne, che porta sulle spalle il dolore di un’esistenza segnata in modo indelebile dagli orrori subiti a 12 anni, tra il 1974 e il 1975, quando entrò nel Seminario di Savona, spinto da una forte vocazione. Seminario da cui è fuggito dopo i tentativi di violenza subiti da un sacerdote che, ancora oggi, esercita all’interno della Diocesi, don P., verso cui è stato avviato dalla Procura di Savona un procedimento penale, modello 45, poi archiviato per prescrizione dei fatti. Un’altra figura che, nonostante i comportamenti sessualmente deviati noti ai superiori, negli anni tra l’altro ha fatto carriera.
 
Web  Top
view post Posted on 8/3/2013, 06:23
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


http://www.online-news.it/2013/03/07/curia...i/#.UTl1cVcfjW4

giovedì, marzo 7th, 2013
Curia Savona apre un’inchiesta contro sacerdote accusato di abusi

La Curia di Savona aprirà un’inchiesta nei confronti di un sacerdote accusato da un ex seminarista di abusi compiuti tra il 1974 e il 1975. Lo annuncia in una nota la Diocesi della città ligure, sottolineando di aver ricevuto proprio questa mattina una lettera firmata dall’ex seminarista in cui venivano segnalati gli abusi. “La diocesi -si legge nella nota- apprende con grande dolore la gravità dei fatti oggi illustrati, che ovviamente andranno verificati ma che non vanno né saranno minimamente sottovalutati o tantomeno ignorati. Le accuse a carico del sacerdote a cui fa riferimento l’estensore della lettera sono molto gravi. Nei confronti di detto sacerdote -prosegue la nota- sarà quindi immediatamente istituito un procedimento di diritto canonico volto a verificare i fatti oggetto della segnalazione di cui oggi siamo venuti a conoscenza”. “Qualora le accuse si rivelassero fondate -afferma la curia savonese- saranno presi tutti i necessari provvedimenti del caso con la massima severità e trasparenza. Se infatti per la giustizia italiana tali eventuali circostanze criminose sono in ogni caso tutte prescritte, così non è per il diritto canonico per cui il reato non viene estinto dal tempo. Tali procedimenti -si legge ancora nella nota- verranno portati avanti così come altri in passato che hanno portato alla riduzione allo stato laicale di tre sacerdoti della nostra diocesi, di cui due per casi accertati di pedofilia”. “Con l’occasione -conclude la nota- precisiamo quindi che per fatti inerenti l’abuso sessuale non è fondata l’affermazione riportata oggi da un quotidiano locale, ‘l’elenco dei sacerdoti indagati e condannati è lungo’, poiché, per quanto a nostra conoscenza, ci sono stati solo due procedimenti penali, uno terminato con sentenza e di condanna l’altro con patteggiamento, ma in ogni caso entrambi i sacerdoti coinvolti sono stati ridotti allo stato laicale”.
 
Web  Top
view post Posted on 10/3/2013, 06:41
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


http://telenord.it/2013/03/08/abusi-nella-...tutti-sappiano/

8 marzo 2013 · 17:46 | commenti 0
Stampa
Abusi nella diocesi di Savona, Don Lupino: “E’ ora che tutti sappiano”
Don Lupino

A poche ore dall’annuncio da parte della Diocesi di Savona dell’apertura di un processo canonico nei confronti di Don Pineto, sacerdote savonese accusato di tentate violenze a un seminarista, uno dei preti che ha denunciato gli abusi, Don Lupino, rilascia parole dure a Telenord. “E’ tempo che la nostra Diocesi conosca la verità, che tutti sappiano le nefandezze che si sono compiute nel seminario”. dice Don Lupino, che fu uno dei preti a farsi carico della denuncia. La storia dei presunti abusi risale al 1974/1975 e riguarda un ex seminarista: proprio dalle sue mani ieri è stata consegnata alla segreteria del vescovo Lupi una lettera dove l’uomo ripercorrere quelle violenze. Don Lupino, il primo a ricevere la lettera sa che il dovere di denunciare è un atto duro che toccherebbe un nervo scoperto dell’intera diocesi: “i responsabili, Don Pineto come esecutore delle violenze e don Giusto come rettore sono un pezzo della nostra storia”. Ma non per questo, traspare dall’intervista di Don Lupino, si deve tacere davanti a questa vicenda. La curia stessa, aprendo il processo canonico, o quantomeno promettendo di volerlo fare, intende chiarire la situazione e comunica di non sottovalutarla. Questo di fatto sbloccherebbe un mutismo che per troppi anni ha impedito di parlarne: “In quegli anni ci era stato proibito di prendere contatto coi ragazzi più piccoli; questo ci ha tagliato fuori da tutto quello che poteva capitare in seminario”. Ora, forse, su quelle storie si riuscirà a fare un po’ di chiarezza.

www.news.giudicarie.com/index.php/i...-ratzinger.html

Don Nello Giraudo accusato a Le Iene di violenza su bambini. Accuse ai vescovi Sanguineti e Lafranconi, e al cardinale Calcagno di aver taciuto il fatto. Informato del problema di pedofilia anche Joseph Ratzinger

Pubblicato Lunedì, 04 Marzo 2013 11:29
Scritto da Super User

mons. Domenico Calcagno

Abusi sessuali su bambini e ragazzini per 25 anni. Questa l'accusa mossa durante la trasmissione Le IENE da Francesco, Luca, Filippo , Mirko...bambini che hanno frequentato le parrocchie savonesi di don Nello Giraudo dal 1980 al 2005.

Comportamenti omertosi, non aver denunciato i fatti di pedofilia alla magistratura e non aver fatto abbastanza per isolare il parroco pedofilo. Questo l'accusa che pesa come un macigno sull'operato dei tre vescovi di Savona e Noli, Mons. Giulio Sanguineti, Mons.Dante Lafranconi, e Mons. Domenico Calcagno oggi cardinale e prossimo al conclave.

Una storia allucinante che attribuisce a Don Nello Giraudo una sequenza vertiginosa di abusi sessuali su bambini delle parrocchie del savonese. Unico provvedimento preso dai Monsignori quando venivano a conoscenza degli abusi, il trasferimento di Don Nello da una parrocchia all'altra del savonese.
Così dopo essere stato accusato a Valleggia nel 1980 di atteggiamento morboso nei confronti di un bambino mentre insegna a scuola, don Nello viene spostato da Monsignor Sanguineti a Spotorno nel 1984. Qui a Spotorno si perpetuano abusi nei confronti di bambini tra cui quelli a danno di Francesco che dice di aver subito un centinaio di abusi in 5 anni. Don Carlo segnala il problema al vescovo ma non alla magistratura. Il nuovo vescovo Dante Lafranconi sposta Don Nello a Feglino nel 1992. Mirko, un ragazziono di 13 anni, subisce abusi sessuale nel 1994 durante un campeggio scout. Luca nel 2000 è vittima anch'egli di abusi.

Nel 2002 Domenico Calcagno diventa vescovo di Savona. Don Carlo va dal vescovo per infpormarlo del caso Don Nello, e anche Francesco Zanardi, vittima di don Nello.
Dopo un anno Monsignor Calcagno scrive al Cardinale Joseph Ratzinger che allora era Prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede ...

«Eminenza reverendissima
presento con animo colmo di sofferenza il caso riguardante Don Nello Giraudo, sacerdote di questa Diocesi.
Allego descrizione del suo curriculum Vitae redatto dal vicario generale, Mons. Andrea Giusto. Al momento il Sacerdote in questione ha lasciato la Parrocchia di Feglino ed ha chiuso la comunità alloggio la Lanterna su mia richiesta. Attualmente è trasferito nella parrocchia di Noli ed è affidato al sacerdote don Pinetto.
La documentazione allegata permetterà di conoscere meglio i dettagli: chiedo la cortesia di un consiglio circa l'atteggiamento da tenere, intendendo il Sacerdote continuare con un impegno pastorale. Per quanto possibile, intendo comunque evitare che abbia comunque responsabilità che lo mettano a contatto con bambini o adolescenti.
Devotissimo in Cristo Signore
Domenico Calcagno»


Nel documento allegato Monsignor Calcagno non manca di sottolianeare a Joseph Ratzinger che nulla è uscito sui giornali e che non ci sono denunce in corso.

«La chiesa avrebbe potuto o denunciare il caso alla magistratura o avviare un processo canonico, ma non avviene nulla di tutto questo» fanno sapere dalle Iene.. Don Nello Giraudo viene semplicemente spostato a Portio Magnone, a 10 chilometri da Feglino, e ricompare nel 2005 in un altro campo scout questa volta nelle vesti di educatore spirituale.
Qui incontra Filippo un ragazzo di 17 anni che subisce violenza e lo denuncia alla magistratura.
«Una volta mentre stavo lavando i piatti, don Nello mi avvicinò ed infilò repentinamente una mano sotto le mutande toccandomi il sedere ed il pene. Io ero molto giovane e questo gesto mi turbò profondamente. Scappai fuori ed andai a piangere vicino ad un fiume dove incontrai una ragazza...» Don Nello nel 2012 viene condannato ad un anno di carcere, ma grazie alla condizionale non fa neanche un giorno di carcere. Gli altri abusi sono caduti in prescrizione...

Nel frattempo, mentre Domenico Calcagno è diventato Cardinale e dovrebbe prendere parte al Conclave, nessuno dei tre vescovi, Sanguineti, Lafranconi e Calcagno hanno accettato di parlare sull'argomento per fare chiarezza.
 
Web  Top
view post Posted on 11/3/2013, 11:28
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


La seconda puntata dell'inchiesta de Le Iene, con le interviste reticenti a numerosi cardinali in Vaticano

http://www.video.mediaset.it/video/iene/pu...lla-chiesa.html
 
Web  Top
view post Posted on 12/3/2013, 11:26
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


www.ilsecoloxix.it/p/savona/2013/03...use_senza.shtml

2 marzo 2013
Pedofilia, «accuse senza prove»

Silvia Campese
videoservizio di Valerio Arrichiello


Commenti (0)

Pedofilia, «accuse senza prove»

Don Pietro Pinetto, parroco di Celle, parla al Secolo XIX della denuncia di abusi lanciata da un ex seminarista. Nel video, le parole di don Nino Maio: «Non bisogna temere la verità»

Savona - Si è difeso attaccando i giornali e i “colleghi” sacerdoti che avrebbero infangato la sua persona: così don Pietro Pinetto, parroco di San Michele Arcangelo di Celle Ligure, ha risposto ieri pomeriggio alle domande del Secolo XIX nella canonica del borgo dove opera da diverso tempo. Si è presentato senza fare mistero d’essere lui il sacerdote verso cui il vicario diocesano, don Antonio Ferri, in assenza del vescovo Lupi in visita in Terra Santa, ha comunicato di avviare un processo canonico, in seguito alla lettera inviata alcuni giorni fa allo stesso vescovo e, in qualità di garante, a don Giovanni Lupino, da parte di un ex seminarista. S.P., oggi cinquantenne, tra il 1974 e il ’75 aspirante sacerdote, avrebbe raccontato nel testo dell’epistola e poi al Secolo XIX le presunte molestie subite da don Pinetto, all’epoca direttore spirituale del seminario, e poi le violenze sessuali compiute su un altro bambino a cui lo stesso seminarista avrebbe assistito. E ieri pomeriggio l’invito a don Pinetto a intervenire direttamente sulla questione davanti ai taccuini del quotidiano, nel mezzo di un sereno pomeriggio, in un incontro nella parrocchia di San Michele.

Un’accoglienza cordiale quella delle educatrici che hanno contattato il parroco avvisandolo della visita e invitandolo a scendere dalle sue stanze. Poi un attimo di tensione dopo le presentazioni e subito l’accusa rivolta ai giornalisti: «Avete scritto cose gravissime su di me e sono l’ultimo a essere interpellato», il primo commento. Tuttavia il parroco non ha perso la calma e ha cercato di spiegare il momento di dolore e difficoltà in cui si trova a fronte delle gravi accuse ricevute. Sino all’intervento di due fedeli e amici che gli erano accanto, personaggi noti nel savonese, Gianni Manuzio, sindacalista nazionale della Cisl Scuola, e la moglie Magda Tassinari, ex docente del Liceo Classico. I due, che si stavano congedando, si sono intrattenuti intervenendo in difesa del sacerdote, inserendosi così nell’incontro e rispondendo per lui alle domande dei giornalisti.

Ma il sacerdote non ha perso la calma. «Potete immaginare come mi senta in questi giorni – il commento di don Pinetto – e il dolore con cui mi devo confrontare a fronte di accuse che respingo completamente». Davanti all’invito a spiegare il proprio punto di vista e le motivazioni delle accuse di nuovo l’intervento dei due amici di Pinetto che hanno sottolineato le infanganti accuse a lui rivolte con l’invito a non commentare ulteriormente davanti ai giornali. Un clima in crescendo dove la tensione è lentamente cresciuta irritando lo stesso sacerdote. «Non capisco – ha detto – per quale motivo alcuni miei compagni sacerdoti si facciano avanti puntando il dito contro di me. Su quali prove?». Una frase sottolineata dai due amici presenti che hanno definito i “colleghi” di don Pinetto dei finti Savonarola. Un riferimento esplicito verso chi, all’interno della diocesi, ha più volte ribadito la necessità di fare chiarezza sugli anni settanta e ottanta all’interno del seminario savonese dove si sarebbero svolte, secondo le accuse, le violenze sui giovani seminaristi. Ma il parroco di Celle non si è sottratto alle domande.

«Ci sono grandi accusatori che sanno parlare molto bene e che sono sotto gli occhi dei riflettori mediatici – ha aggiunto don Pinetto – e altri come me che non amano parlare e che si trovano a soffrire e a essere messi in una situazione di grande dolore». All’invito a cogliere l’occasione per spiegare la propria posizione, però, il sacerdote ha aggiunto poche parole rifacendosi a quanto continuavano a sostenere i due amici presenti. «Che parlino pure loro per me», il commento.

Sollecitato, però, a dire la sua ha detto ancora: «Non so quando, ma sarà attuato su di me un processo canonico. Vedremo allora cosa uscirà. Di una cosa, però, mi stupisco: che la lettera del seminarista che mi accusa sia datata 28 febbraio, ma sia stata tirata fuori soltanto nei giorni in cui il vescovo monsignor Lupi era assente da Savona, partito per un viaggio in Terra Santa. Una coincidenza che mi appare strana. Tuttavia staremo a vedere, io non ho altro da dire». E poi, l’invito deciso a lasciare il luogo. «Non ho altro da aggiungere, andate. Tutti parlano ma quello che soffre sono io».
 
Web  Top
view post Posted on 19/3/2013, 07:08
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


www.ecodibergamo.it/stories/ansa/819551/

Pedofilia, Vescovo Savona chiede perdono

18 marzo 2013
ansa

''E' peccato orribile quando fatti commessi da sacerdote''

(ANSA) - SAVONA, 18 MAR - ''Chiediamo perdono a tutte le vittime della pedofilia''. Lo ha detto il vescovo di Savona, Vittorio Lupi, nell'omelia della Messa per la Festa Patronale al Santuario di Nostra Signora della Misericordia. Parlando della pedofilia - che in passato ha riguardato anche la diocesi savonese - ha aggiunto: ''E' un peccato orribile quando e' perpetrato da un sacerdote, assume una gravita' e una odiosita' del tutto particolare''.

http://www.ilsecoloxix.it/p/savona/2013/03...e_vescovo.shtml


Savona 18 marzo 2013
Casi di pedofilia, Lupi chiede scusa

Savona - Dura omelia del vescovo Vittorio Lupi durante la celebrazione della messa al Santuario di Nostra Signora della Misericordia contro la pedofilia. «Mai più», ha dichiarato il vescovo chiedendo scusa alle vittime e ai fedeli.

«Chiediamo perdono a tutte le vittime della pedofilia», ha detto il vescovo. Parlando della pedofilia - che in passato ha riguardato anche la Diocesi savonese - ha aggiunto: «È un peccato orribile quando è perpetrato da un sacerdote, assume una gravità e una odiosità del tutto particolare per il tipo di rapporto di educazione e di fiducia che è normale si instauri tra il giovane e il sacerdote che deve aiutarlo, sostenerlo, educarlo».

«Purtroppo la chiesa, come del resto anche la società, in passato - ha proseguito - ha sottovalutato questo gravissimo problema. Stiamo agendo e agiremo con fermezza, con trasparenza, tutelando ovviamente in primis tutte le possibili vittime, ma verificando con grande attenzione le pesanti accuse per evitare di sbattere il mostro in prima pagina, come oggi spesso purtroppo si tende a fare. Questo non vuol dire garantismo ad oltranza: se eventuali colpevolezze saranno accertate si andrà fino in fondo, come prevede il diritto canonico e soprattutto come pretende la nostra etica di cristiani e di uomini».

Il vescovo ha poi rinnovato un appello: «Più volte, ufficialmente e pubblicamente, ho chiesto in prima persona che chi fosse a conoscenza di situazioni di abuso, anche del passato, venisse a denunciarle direttamente a me, in modo circostanziato, garantendo ovviamente la riservatezza. Ci sono pervenute accuse dettagliate e circostanziate: stiamo indagando e verificando, con ancor più fermezza e attenzione, e nel caso prenderemo i necessari provvedimenti».

Dopo un altro caso sospetto di pedofilia all’interno della Diocesi, alcuni giorni fa la Chiesa savonese aveva annunciato l’immediata apertura di un procedimento di diritto canonico nei confronti di un prete del seminario accusato da un ex seminarista di violenza sessuale su minore.

La decisione di aprire un procedimento è partita dallo stesso vescovo Lupi, dopo l’intervista choc rilasciata al Secolo XIX dal savonese violentato dal prete e dopo il deposito in diocesi di una lettera della stessa vittima.

Lo scandalo pedofilia nella Chiesa savonese è scoppiato anche dopo le denunce e gli esposti di Francesco Zanardi , attuale paladino della lotta ai pedofili nel mondo della chiesa, e in passato vittima egli stesso degli abusi.
 
Web  Top
view post Posted on 12/4/2013, 10:29
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


Ex seminaristi (convocati da chi?) in difesa di don Pietro Pinetto: "Non ci ha violentato". Come se un prete abusatore violentasse tutti i seminaristi.

http://www.ilsecoloxix.it/p/savona/2013/04...i_pinetto.shtml

12 aprile 2013
«Accuse a don Pinetto? Invenzioni»

Silvia Campese

Commenti (0)






5

A-
A=
A+

Da sinistra, don Andrea Giusto, il vescovo Vittorio Lupi e don Pietro Pinetto
Da sinistra, don Andrea Giusto, il vescovo Vittorio Lupi e don Pietro Pinetto
Articoli correlati

Pedofilia, «accuse senza prove»

Savona - «Conserviamo una profonda gratitudine per un ambiente, il seminario, e per due sacerdoti, don Giusto e don Pinetto, che hanno svolto un ruolo essenziale nella nostra formazione umana e cristiana». Escono allo scoperto per la prima volta, con una lettera dai toni forti, dodici ex seminaristi, tutti laici, che si schierano in difesa di don Pietro Pinetto. Una figura discussa quella del sacerdote attualmente attivo nella parrocchia di San Michele a Celle, verso cui sono state avanzate accuse di pedofilia e che sarà oggetto di un procedimento canonico attuato dalla Diocesi di Savona come annunciato dal vescovo Vittorio Lupi. Dodici come gli apostoli, gli ex seminaristi – alcuni sono personaggi noti come il sindaco di Vado Ligure, Attilio Caviglia – in quasi due pagine inviate al Procuratore di Savona, al vescovo Lupi e alla redazione de Il Secolo XIX, hanno confutato con forza qualsiasi accusa rivolta verso il sacerdote che, ai tempi, era in seminario, don Pinetto, dedicando ampi apprezzamenti anche all’allora rettore don Andrea Giusto. A firmare la lettera sono Franco Arrigoni, Francesco Bina, Attilio Caviglia, Paul Cosentino, Bartolomeo Giacobbe, Nicola Magnone, Michele Pippo, Antonio Repetto, Giovanni Spezzatti, Andrea Spissu, Marco Tuveri e Pietro Toso.

Parole di grande affetto sono rivolte dai dodici firmatari al sacerdote. «Nessuno di noi – scrivono - è giunto al sacerdozio: abbiamo fatto scelte diverse e ognuno ha intrapreso un suo personale percorso di vita, ma portando sempre con sé come memoria e dono la preziosa esperienza di formazione e di fede vissuta in seminario, grazie a persone che ci hanno trasmesso valori fondamentali. Tra queste sicuramente don Giusto e don Pinetto». Parole estremamente dure, invece, sono riservate nei confronti della presunta vittima, S.P., loro compagno in seminario, che avrebbe denunciato pubblicamente e poi al vescovo gli abusi subiti nello stesso luogo, proprio in quegli anni. A tal proposito i firmatari della lettera hanno prima di tutto attaccato sul numero delle vittime. «L’accusatore di don Pinetto parla di “denunce di numerosi seminaristi”, ma in realtà l’unica denuncia ad oggi prodotta è quella di cui la stampa locale ha dato ampio riscontro», scrivono. E poi il commento: «Va condannata con altrettanta chiarezza – scrivono i dodici – ogni pretesa di giustizia sommaria, priva di reali riscontri e condotta senza alcun rispetto per la dignità delle persone, date in pasto ai clamori mediatici con una superficialità scandalosa». Parole che tendono in modo piuttosto evidente a isolare la presunta vittima, persino a screditare il suo stesso intervento di denuncia, ribadendo che si tratta di un solo e isolato accusatore, a fronte di dodici compagni che mai hanno registrato anomalie. Insomma, un modo indiretto per dire che S.P. avrebbe mistificato del tutto la realtà.

Un passaggio, infine, per riabilitare l’immagine del seminario negli anni settanta, descritto dall’accusatore di don Pinetto e da alcuni sacerdoti come un luogo dove le pressioni psicologiche erano forti sui ragazzi. «Come testimoni diretti della vita che si svolgeva in seminario – aggiungono – ci sentiamo di dover respingere come totalmente falsa e distorta l’immagine che oggi ci viene proposta: mai abbiamo respirato un clima carico di intimidazioni e molestie, mai abbiamo avuto sentore di episodi che non si sarebbero potuti nascondere in una comunità di ragazzi di dimensioni tanto ridotte».

Un testo che ha suscitato reazioni altrettanto forti tra chi non ha risparmiato, in questi anni, critiche pesanti alla Diocesi savonese per come sia stata condotta la lotta ai preti pedofili. «Mi sembra un deja vu – il commento di Roberto Nicolick, fratello di un ex seminarista che aveva abbandonato prematuramente gli studi, impegnato nella battaglia contro la pedofilia. - Anche ad Alassio ci fu una levata di scudi in difesa di don Massaferro, poi condannato anche in secondo grado dalla Magistratura per violenze sessuali su una minorenne. Speriamo non si ripeta lo stesso copione». Duro commento anche da parte del parroco di Lavagnola, don Giovanni Lupino. «Trovo queste – ha detto – delle prese di posizione ideologiche di chi non conosce realmente i fatti. Invece di difendere a spada tratta i sacerdoti, sarebbe importante invitare e sollecitare le autorità religiose all’ascolto e all’accoglienza delle vittime. Prima di parlare, che le persone si informino e riflettano su chi ha tradito la fiducia che era stata riposta in loro, trasformando il seminario di Savona, in quegli anni, da un luogo di Dio a un luogo del demonio».
 
Web  Top
view post Posted on 6/10/2013, 21:26
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


http://retelabuso.org/savona-lira-di-don-g...i-cortigiani-2/

SAVONA: L’ira di don Giovanni Lupino in una Diocesi di CORTIGIANI
ottobre 6, 2013 - Cronaca Notizie, Intrighi Economia, politica, Pedofilia, Preti Pedofili, Suore pedofile - Tagged: carlo rebagliati, pedofilia, savona, silvia luzi - no comments
Ascolta

giovanni lupinoPubblichiamo con piacere la lettera aperta del parroco di S. Dalmazio uscita sabato 5 sul Secolo XIX. La Diocesi di Savona, circa 70 sacerdoti, una delle Diocesi più travolte e compromesse dallo scandalo pedofilia, uno scandalo che ha avuto risonanza in tutto il mondo al punto che Silvia Luzi ne ha voluto fare un film, uscito due settimane fa in 34 paesi.

Durante quello scandalo su settanta sacerdoti, solo due ebbero il coraggio di opporsi ad una “mafia” che non si vede ma c’è, una mafia che non è solo savonese.

Don Carlo Rebagliati e Giovanni Lupino furono gli unici due che sollevarono il problema di fronte ai fedeli e alla chiesa, che sprofondò come da manuale in un assordante silenzio.

Nel Trailer del Docu-Film di Silvia Luzi che vi proponiamo, alcune delle dichiarazioni di Giovanni Lupino, dichiarazioni in quel caso generiche ma che chiarisce accuratamente nella sua lettera aperta. QUI il film completo “Il silenzio nel nome di Dio”

LETTERA APERTA:

Il Dott. Torello dice, sull’ultimo numero del giornalino diocesano, Il Letimbro, dove noto che da tempo imperversa un “bravo cortigiano” di nome Marco Gervino, tuttologo, che «le decisioni degli spostamenti dei parroci, fossero già state prese ratificate, in esclusivo ambito clericale». Caro dottore è sempre stato così. Anzi sottolineerei “in esclusivo ambito clericale molto ristretto” vale a dire quello dei cortigiani.

Entriamo nel dettaglio di alcuni pesanti esempi. Cari Fratelli in Cristo tutti noi abbiamo letto sul Letimbro le dichiarazioni d’amore di Don Giusto per il nuovo vescovo Lupi, a cui tutti dovevamo associarci come «figli” devoti dell’ennesimo sposo della nostra Madre Chiesa di Savona. Ma qualcuno ci ha mai spiegato quali cortigiani savonesi siano stati consultati per la sua nomina? O quale “Padrino’” Ligure o Romano lo ha battezzato? E che pensare del demenziale stile antiecclesiale dell’incardinazione dei preti stranieri? Decidono solo i vescovi, che dopo pochi anni lasciano la nostra Diocesi senza consultare nessuno. Questi preti non saranno mai veramente integrati Che Dio li assista.

Questo ci porta pensare il nostro Seminario vuoto, a quanto tempo abbiamo perso in questi anni. Vescovi insensibili e paurosi incapaci di affrontare seriamente il problema, per esempio coinvolgendo tutti i Teologi savonesi e gli amici delle grandi Facoltà Teologiche. Vescovi irresponsabili che hanno preferito che ogni Teologo coltivasse il proprio orticello, anche per emarginare Teologi sgraditi, contribuendo a distruggere ogni forma di collaborazione e progettazione futura. Da anni ormai il seminario di Savona è affidato a un Rettore che non sa neppure dove stia di casa la Teologia. Eventuali Laici educatori o teologi? E chi li ha p.ensati? In Diocesi i laici più illuminati dovrebbero essere quelli che hanno fatto scelte di servizio e di studio della Teologia Per esempio gli insegnanti di Religione. Purtroppo però, la cultura cortigiana, da anni, li ha travolti. Infatti solo i cortigiani e i clericali possono parlare e decidere la sorte dei colleghi. Servi della gleba. Da anni si sono arresi a chiedere criteri oggettivi di assunzione, concorsi interni graduatorie pubbliche. Non godono neppure troppa stima degli altri laici “impegnati” nella chiesa. In fondo sono privilegiati, poiché hanno un lavoro retribuito nella scuola pubblica. Quando, anche il Concordato, voluto da vescovi e politici dell’antico testamento, machiavellici e non cristiani, finirà di massacrare la dignità di tante persone?

I laici e i beni della chiesa. Tante chiacchiere e tanta demagogia poiché la logica curiale travolge tutti. Pratiche lente, burocrazia peggiore di quella pubblica, bilanci poco chiari, scandali edilizi trattative poco chiare col comune di Savona. Poveri, sfrattati con durezza scandalosa. E le colonie bergamasche?

I laici e gli scandali del clero. Qui responsabilità dei laici ne abbiamo vista davvero poca. Sembra prevalere nei più la logica della difesa della casta. Soprattutto se i preti sono amici. Come pure negli scandali della scuola si difendono i colleghi, non gli alunni. La vittima che grida e vuole giustizia dà fastidio. In fondo per i più uno deve continuare a soffrire in silenzio senza troppo strepito. Svegliare i fantasmi della nostra vigliaccheria, delle nostre rimozioni, dei nostri disagi, non ci piace. Come pure non accettiamo di mettere in discussione una chiesa che si nasconde dietro un diritto canonico incapace di gestire diritti e doveri di un cristiano. Tutto il Diritto vive una profonda crisi di identità, dominato com’è da un positivismo giuridico inguaribile, dall’idolatria sempre più insostenibile dei diritti esclusivi del singolo, ma il Diritto Canonico è semplicemente fuori dalla realtà, poiché i concetti di “legge di Dio” e “Legge di Natura” non condano più nulla. Va ripensata la Grazia, il Dono, l’Amore di Dio in Cristo, come realtà prima e ultima che fonda la vita cristiana, il sacro rispetto della vita di tutti a cominciare dagli ultimi, i piccoli, i poveri, gli innocenti.

Inizia un nuovo anno pastorale e tutti vogliamo riscoprire la nostra identità cristiana nella piena accettazione della nostra vita sacramentaria a partire dal battesimo. E allora bandiamo ogni prepotenza di chi decide per noi senza interpellarci, di chi cerca di blandirci con belle parole senza ascoltare le nostre ragioni, di chi vuole essere obbedito senza obiezioni e critiche fraterne, come un “tirannucolo permaloso”.

DON Giovanni LUPINO

PARROCO DI SAN DALMAZIO LAVAGNOLA
 
Web  Top
view post Posted on 13/12/2013, 17:09
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


www.ivg.it/2013/12/pedofilia-la-dio...pietro-pinetto/

Articolo n° 254880 del 13/12/2013 - 13:04

Pedofilia, la diocesi: “Nessun riscontro alle accuse verso don Pietro Pinetto”

Pedofilia, la diocesi savonese: “Da sempre massima severità nei casi di reati gravissimi”
Pedofilia, il vescovo Lupi: “Da parte di qualche vittima aggressività, ora auspico buona volontà”
Il vescovo Lupi affronta l’argomento pedofilia durante l’omelia: “Necessaria determinazione, non arroganza”
Preti pedofili, Zanardi: “Scuse tardive e poco sincere da parte della diocesi savonese”
Zanardi attacca la diocesi per lo sfratto: “Mi devono 55 mila euro di ristrutturazioni”
Albanese a giudizio con le accuse di minacce, lesioni e stalking verso la ex: lei in aula rimette la querela

Celle Ligure. La vicenda di don Pietro Pinetto, parroco di San Michele a Celle, ha tenuto banco a lungo: erano state avanzate accuse di pedofilia verso il religioso. Un ex seminarista, oggi cinquantenne, negli anni Settanta aspirante sacerdote, aveva raccontato ad un giornale locale le presunte molestie subite da don Pietto, all’epoca direttore spirituale del seminario.

Oggi la diocesi comunica: “Sono state condotte indagini sia da parte della difesa che della magistratura a seguito delle quali non hanno trovato riscontro i fatti denunciati. Coerentemente con la ferma volontà di totale chiarezza ribadita in più occasioni, e in particolare nell’Omelia della festa Patronale del 18 marzo scorso, il vescovo Vittorio Lupi ritiene opportuno portare a conoscenza della comunità diocesana e della cittadinanza questa notizia che, di fatto, pone fine alla vicenda e restituisce la dignità a un sacerdote”.

“Come già affermato, il vescovo rinnova la propria totale disponibilità ad accogliere ogni tipo di segnalazione che riguardi eventuali comportamenti inappropriati in ambito ecclesiale, ma la diocesi respingerà con forza la pratica di processi sommari e mediatici e le accuse strumentalmente diffamatorie, operando per il corretto accertamento dei fatti e, se del caso, tutelando gli interessati nelle sedi appropriate” si legge nella nota della diocesi.

www.ecodisavona.it/caso-don-pinetto...a-il-fascicolo/

Caso don Pinetto la magistratura archivia il fascicolo

Il vescovo monsignor Lupi ha chiesto di portare a conoscenza la notizia
13 dicembre 2013 - 15:54

lupi vittorioA seguito delle note vicende riguardanti le accuse rivolte a don Pietro Pinetto, che hanno avuto nel marzo scorso grande risalto sulla stampa locale, sono state condotte indagini sia da parte della difesa che della Magistratura a seguito delle quali non hanno trovato riscontro i fatti denunciati. Coerentemente con la ferma volontà di totale chiarezza ribadita in più occasioni, e in particolare nell’Omelia della festa Patronale del 18 marzo scorso, il vescovo Vittorio Lupi ritiene opportuno portare a conoscenza della comunità diocesana e della cittadinanza questa notizia che, di fatto, pone fine alla vicenda e restituisce la dignità a un sacerdote.Il sacerdote ha scritto una lettera al Vescovo e da lui ha ricevuto una risposta . Non è usuale dare pubblicità a una corrispondenza fra il Vescovo e un sacerdote, ma la diocesi ritiene utile e significativo rendere queste lettere pubbliche per fornire una massima comprensione dei fatti e soprattutto a testimonianza di quella comune volontà di trasparenza che è e deve rimanere alla base della comunione nella nostra Chiesa savonese.Come già affermato, il Vescovo rinnova la propria totale disponibilità ad accogliere ogni tipo di segnalazione che riguardi eventuali comportamenti inappropriati in ambito ecclesiale, ma la diocesi respingerà con forza la pratica di processi sommari e mediatici e le accuse strumentalmente diffamatorie, operando per il corretto accertamento dei fatti e, se del caso, tutelando gli interessati nelle sedi appropriate.

www.savonanews.it/2013/12/13/leggi-...ro-pinetto.html

venerdì 13 dicembre 2013, 13:30
Pedofilia, Vescovo Lupi:"Dopo indagini Magistratura, nessun riscontro accuse a don Pietro Pinetto"
More Sharing ServicesCondividi | Share on facebook Share on twitter Share on print Share on mailto
La diocesi ha scelto di divulgare lo scambio epistolare tra il prete ed il Vescovo

Lo scorso marzo la diocesi di Savona-Noli era stata investita da un grosso scandalo: don Pietro Pinetto, parroco di Celle, sarebbe infatti stato accusato di pedofilia. La notizia aveva avuto un grande risalto sulla stampa: a seguito state condotte indagini sia da parte della difesa che della Magistratura a seguito delle quali non hanno trovato riscontro i fatti denunciati.

Coerentemente con la ferma volontà di totale chiarezza ribadita in più occasioni, e in particolare nell’Omelia della festa Patronale del 18 marzo scorso, il vescovo Vittorio Lupi ritiene opportuno portare a conoscenza della comunità diocesana e della cittadinanza questa notizia che, di fatto, pone fine alla vicenda e restituisce la dignità a un sacerdote. Il sacerdote ha scritto una lettera al Vescovo e da lui ha ricevuto una risposta.

Come già affermato, il Vescovo rinnova la propria totale disponibilità ad accogliere ogni tipo di segnalazione che riguardi eventuali comportamenti inappropriati in ambito ecclesiale, ma la diocesi respingerà con forza la pratica di processi sommari e mediatici e le accuse strumentalmente diffamatorie, operando per il corretto accertamento dei fatti e, se del caso, tutelando gli interessati nelle sedi appropriate.

Di seguito riportiamo entrambi gli interventi:

Lettera di don Pietro Pinetto, inviata al Vescovo
"Caro Vescovo,
dopo tanti mesi di angoscia e tormento personale dovuto alla diffusione di notizie di stampa che mi vedevano accusato e descritto come un mostro, finalmente ho ritrovato un po’ di serenità e trovo giusto condividere questo mio stato d’animo.
A seguito di quelle notizie ho fatto svolgere accurate indagini sugli episodi, assai risalenti nel tempo, dei quali venivo accusato; sulla base dei risultati ottenuti mi sono determinato a querelare coloro che le avevano diffuse. La Magistratura ha ritenuto di svolgere, a sua volta, indagini a riscontro delle mie affermazioni e, alla fine, ho avuto modo di confrontarmi personalmente con chi mi aveva accusato.
Da questo confronto è emerso che le cose, in effetti, non erano andate come inizialmente era stato affermato contro di me e che, in particolare, taluni episodi erano stati del tutto travisati.
Ritengo di poter serenamente convivere con la mia coscienza, come ho fatto finora, sapendo di non aver assolutamente commesso gli abusi dei quali ero stato accusato e ben potendo veder riconosciuta da tutti – proprio in ragione delle ritrattazioni del mio accusatore – la mia innocenza; peraltro sono consapevole, ancor di più di prima, di quanto sia necessario perdonare e ricevere perdono.
Qualcuno, forse – e per ragioni imperscrutabili – vorrà continuare in operazioni strumentali di scandalo e di conflitto violento, non pago delle profonde e personali conclusioni a cui sono pervenute (con fatica, ma costruttivamente) le parti in causa: me ne farò una ragione, convinto – come sono – di aver personalmente agito secondo coscienza e in modo conforme alla mia realtà sacerdotale; costoro faranno i conti con la propria di coscienza e, se del caso, si assumeranno la responsabilità del loro malevolo comportamento.
Voglio concludere ringraziando quanti mi sono stati vicino e, in particolare, quanti hanno consentito un positivo epilogo di questa vicenda, capaci di farci mettere in discussione e di accettare di comprendere le ragioni dell’uno verso l’altro.

Don Pietro Pinetto"


Lettera del vescovo Vittorio Lupi a don Pietro Pinetto
Carissimo Don Pietro,

ho ricevuto la tua lettera in cui esprimi il sollievo per la felice conclusione della vicenda che, tuo malgrado, ti ha visto coinvolto. Sono stati mesi di sofferenza per tutti, ma alla fine fa piacere constatare che la verità viene a galla ed in termini assai distanti da quelli che erano stati originariamente prospettati.
Come sai, ho voluto anch’io appurare le eventuali responsabilità senza nemmeno avere la presunzione della tua innocenza: dalle indagini da me fatte svolgere e seguite da vicino ho potuto rilevare l’infondatezza delle accuse che ti venivano rivolte.
Nella mia convinzione, e nella mia certezza che man mano si faceva strada circa la tua innocenza, ero confortato dalle tantissime testimonianze dei tuoi parrocchiani, dei tuoi giovani e di tanti scout che ti conoscono bene e che mi hanno espresso nei tuoi confronti stima e apprezzamento e si sono dichiarati assolutamente determinati nel non dare nessun credito alle accuse che ti venivano mosse. Particolarmente significativa è stata l’adesione degli ex seminaristi che hanno voluto incontrarti per manifestarti la loro stima e il loro affetto. Sono la conferma del tuo positivo operare come educatore del Seminario.
Peraltro ho molto apprezzato che il tuo approccio alla vicenda non si sia limitato ad un arroccarsi su certezze e contrapposizioni: il tuo atteggiamento di comprensione verso le ragioni dell’altro e la riconciliazione che ne è conseguita mi paiono significative di uno stile che dovrebbe sempre informare il modo di procedere di questa nostra Chiesa.
Non mi resta che ringraziare il Signore per questa felice circostanza che vede da una parte restituita la dignità e l’onorabilità a un sacerdote ingiustamente e pubblicamente accusato e dall’altra, una personale presa di coscienza di situazioni di disagio e sofferenza. E’ questa presa di coscienza che ci fa capaci di ricondurre gli eventi nel loro giusto alveo di situazioni personali e non di messa sotto accusa di tutta la linea formativa del seminario quasi fosse una patologia di sistema, come affermato in maniera aberrante da alcuni.
Hai potuto, e noi con te, sperimentare la beatitudine di Gesù per coloro che sono ingiustamente insultati e accusati. Ti ricordo con affetto, prego per te e ti invio la mia benedizione.

Savona, 12 dicembre 2013

+ Vittorio Lupi"

Edited by pincopallino2 - 27/3/2021, 11:28
 
Web  Top
view post Posted on 14/12/2013, 09:50
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


Don Pietro Pinetto salvato dalla prescrizione ma chiesto il giudizio per calunnia

Sbugiardate le menzogne della diocesi sulla sua innocenza


www.ilsecoloxix.it/p/savona/2013/12...scrizione.shtml

14 dicembre 2013
Abusi sessuali,
la prescrizione salva don Pinetto

Giovanni Ciolina

La Messa al Santuario nel marzo 2008: da sinistra il vescovo Lupi e don Pinetto La Messa al Santuario nel marzo 2008: da sinistra il vescovo Lupi e don Pinetto

Savona - Don Giuseppe Pinetto, attuale parroco di San Michele a Celle, è indagato per calunnia nei confronti di Sandro P., 51 anni, nel 1974 seminarista a Savona. Il sostituto procuratore della Repubblica Giovanni Battista Ferro dopo quasi un anno di indagini ha chiuso l’inchiesta inviando al prete e al suo legale (Marco Altamura) l’avviso di conclusione delle indagini e chiedendo al gip il rinvio a giudizio.

L’accusa è circostanziata. Don Pinetto è accusato di aver ingiustamente denunciato per diffamazione a mezzo stampa Sandro P. «pur sapendolo innocente visto che dalle indagini compiute sono risultate fondate le accusa di abusi sessuali su minore perpetrate agli inizi degli anni settanta in seminario».

Abusi sessuali su almeno quattro dodicenni (uno solo di fronte al pm e agli agenti della squadra mobile ha negato) per i quali il prelato è stato iscritto nel registro degli indagati ed ha già incassato la pronuncia del giudice delle indagini preliminari Fiorenza Giorgi di non doversi procedere per prescrizione del reato.

Il quadro giudiziario che risulta dagli atti appare infatti totalmente opposto ai toni espressi nel comunicato diramato ieri mattina dall’ufficio stampa della Diocesi per il quale «a seguito delle note vicende riguardanti le accuse a don Pinetto, sono state condotte indagini sia da parte della difesa sia dalla magistratura a seguito delle quali non hanno trovato riscontro i fatti denunciati». E proprio di fronte a queste conclusioni «il vescovo Vittorio Lupi ritiene opportuno portare a conoscenza della comunità diocesana e della cittadinanza questa notizia che, di fatto, pone fine alla vicenda e restituisce la dignità a un sacerdote».

Sandro P., ma anche altri due compagni di seminario dell'epoca, infatti avrebbe ribadito davanti al giudice i toccamenti nelle parti intime («Ma io gli insegnavo a lavarsi» si sarebbe giustificato il prete) subiti dall’ex direttore spirituale del Seminario per i quali nella remissione di querela don Pinetto ammette possa essere stato frainteso, senza scusarsi però. scusa. Una scelta concordata tra accusa e difesa per un tentativo di ammorbidire i toni della vicenda e con il lavoro di convincimento nei confronti della vittima a chiudere la storia dopo 38 anni accogliendo la remissione.

Ma è proprio da quella querela che nasce la necessità della procura di andare a fondo sugli articoli di giornale e sulle quelle accuse che a molti sono parse invenzioni. Una posizione che si è trasformata in un autentico boomerang per don Pinetto, per il quale la curia aveva preannunciato il processo canonico «per cui il reato non viene estinto dal tempo come accade per la giustizia italiana».

Invece il lavoro della squadra mobile ha portato a ben altri risultati. E così sono iniziate le deposizioni delle vittime, la ricerca di conferme, di prove. È comparsa una lettera scritta nel 1974 alla madre in cui Sandro P. segnalava quegli atteggiamenti notturni a cui lui non voleva più sottostare. Una missiva rimasta fino a pochi mesi fa chiusa in un cassetto della casa della donna, in un paesino della Sardegna, dove il sostituto procuratore Ferro si è recato la scorsa estate insieme ad un agente della polizia giudiziaria per raccoglierne la testimonianza. Parole ed accuse nei confronti di quello che avrebbe dovuto essere il suo educatore e che hanno fruttato botte, tante botte all’ex seminarista da parte del padre «che pensava non fossero vere». Una vicenda che ha quindi segnato profondamente la famiglia e in particolare la madre che ha raccontato con estrema dignità quei terribili anni al pm Ferro: «Sandro doveva essere ascoltato, invece nessuno gli ha creduto. Mio marito in primis, ma noi pensavamo che il seminario fosse un posto sicuro. Aveva fatto quella scelta per studiare ed invece il suo sogno gli è stato rubato» sono state in sostanza le parole pronunciate dalla donna.

Ma se Sandro P. non è stato creduto dai genitori, la stessa sorte ha avuto la missione dell’intera famiglia dal vescovo di allora, Franco Sibilla, appena insediato e che non ha adottato alcun provvedimento nei confronti di quel prelato accusato di abusi sessuali su un dodicenne. Fatti del quale sarebbe stato a conoscenza anche un altro prete Eugenio I. che contattato dalla madre di Sandro, avrebbe sostenuto che «sono cose che possono accadere».

«Ma la nostra vita è stata rovinata» ha ammesso in lacrime la mamma dell’ex seminarista agli inquirenti.

Edited by pincopallino2 - 27/3/2021, 11:34
 
Web  Top
view post Posted on 15/12/2013, 11:11
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


Scan4

http://retelabuso.org/abusi-sessuali-in-se...i-savona-mente/

Abusi sessuali in seminario, il Vescovo di Savona mente
dicembre 15, 2013 - Pedofilia, Preti Pedofili - Tagged: abusi sessuali, curia, DON, giudice, parroco, pietro pinetto, savona, strada, vescovo - 0 commenti
Ascolta
ABUSI SESSUALI IN SEMINARIO, LO SFOGO DEL PRINCIPALE ACCUSATORE DI DON PINETTO. ”LA CURIA HA RIBALTATO LA VERITA’”

Sandro P. “I toni trionfalistici del vescovo mi hanno ferito un’altra volta”


Scan4SAVONA. «Non volevo soldi. Non ho mai chiesto alcuna forma di risarcimento. Chiedevo, però, che la verità venisse a galla. Per questo, oggi, a fronte delle dichiarazioni trionfaliste del vescovo e di don Pinetto, provo sconcerto, delusione e un profondo senso di rabbia che mi lacera e apre una ferita che speravo di avere rimarginato». Sono dure le parole pronunciate da Sandro P., l’ex seminarista denunciato per diffamazione da don Pietro Pinetto per avere reso pubblica la personale e drammatica esperienza vissuta nellontano 1974, nel Seminario di Savona: toccamenti nelle parti intime che Sandro P., insieme ad altri due compagni di seminario, avrebbero confermato anche davanti al giudice.


E il giorno dopo l’annuncio della prescrizione di don Pinetto per il reato di abusi sessuali, ma la richiesta di rinvio a giudizio nei suoi confronti per il reato di calunnia, l’ex seminarista non ha tollerato il comunicato stampa, inviato dalla curia, dove si celebrava l’innocenza del sacerdote, oggi parroco della parrocchia di San Michele a Celle Ligure.

«Come sia stato possibile travisare così le parole della sentenza – aggiunge Sandro P. – ribaltandone il significato non mi è chiaro. E, soprattutto, mi fa molto male. Non ho nulla da aggiungere se non una cosa: valuterò con i miei legali le posizioni da assumere a fronte di questo ennesimo, doloroso, intervento pubblico della curia e del sacerdote in questione».

Rabbia, per l’ex seminarista, ma anche tanta amarezza, per una vicenda che aveva accettato di riaprire, dopo tanti anni, con il solo obiettivo di far venire alla luce la verità. E, forse,nel cuore, la speranza che il sacerdote chiedesse scusa e ammettesse le sue responsabilità Le scuse, però, non ci sono state: don Pinetto, infatti, ha solo parlato di fraintendimenti dei suoi comportamenti. Da qui, la rabbia manifestata, il giorno dopo, dall’uomo che, continua a ribadire, aveva desiderato con ardore, da ragazzo, di seguire il percorso formativo in Seminario, ma si è ritrovato per strada, con un’esistenza rovinata per sempre. «Tutte cose – dice – che mia madre ha ribadito davanti al procuratore Ferro che ha raggiunto la mia famiglia, in un paesino della Sardegna, la scorsa estate, per ascoltare la loro versione e verificare la veridicità dei fatti denunciati. Non è stato facile, per mia madre, riaprire un capitolo così doloroso. Eppure, anche lei è stata disposta a ricostruire il ricordo di qnei giorni pur di vedere trionfare la verità. Ha ricordato quei momenti, in cui nemmeno mio padre mi aveva creduto. E c’erano voluti giorni, mesi prima che la mia famiglie si schierasse accanto a me. Non posso tollerare, quindi, che oggi il vescovo celebri in toni trionfalistici l’innocenza del suo sacerdote, quando le stesse parole del quadro giudiziario dicono ben altro. Non lo tollero per me né per mia madre che ha sofferto e deve soffrire ancora oggi sentendo certe cose».

Come intenderà agire, nei prossimi giorni, l’ex seminarista, non è ancora noto. «Valuterò con i miei legali», il commento.

Silvia Campese SECOLO XIX Savona

http://www.savonanews.it/2013/12/15/leggi-...ra-smentis.html

omenica 15 dicembre 2013, 10:06

Dopo il cominicato del vescovo sulla vicenda don Pietro Pinetto, Zanardi replica "La Procura smentisce la Diocesi"

More Sharing ServicesCondividi | Share on facebook Share on twitter Share on print Share on mailto
Un comunicato ricevuto in settimana e pubblicato in quanto fonte certa (Diocesi di Savona) trova l'immediata reazioone della Rete Nazionale l'Abuso




La vicenda diventa di difficile comprensione: un comunicato in settimana del Vescovo Lupi recita nell'incipit "Dopo indagini Magistratura, nessun riscontro accuse a don Pietro Pinetto", ma a distanza di pochi giorni arriva una newsletter della Rete Nazionale l'Abuso che afferma in merito a questa vicenda "La Procura smentisce la Diocesi"

La news si può leggere qui

retelabuso.org/la-procura-smentisce-la-diocesi-di-savona-don-pietro-pinetto-e-un-prete-pedofilo-il-vescovo-lupi-processi-il-sacerdot-2

La Procura smentisce la diocesi di Savona: “Don Pietro Pinetto è un prete pedofilo” Il vescovo Lupi processi il sacerdote
dicembre 14, 2013 - Preti Pedofili - Tagged: abuso, curia, DON, francesco zanardi, molestie, pietro pinetto, prete, repubblica, rete l'abuso, savona, vescovo - 0 commenti
Ascolta
TACERE SOPIRE SAVONALa Procura smentisce la diocesi di Savona: “Don Pietro Pinetto è un prete pedofilo” Il vescovo Lupi processi il sacerdote E’ ormai una consuetudine nella diocesi di Savona. Ogni volta che esce un comunicato stampa, non passano 24 ore che viene smentito. Ieri il vescovo diceva “A seguito delle indagini condotte dalla Magistratura non hanno trovato riscontro i fatti denunciati.” Peccato che fosse una BUFALA, prontamente pubblicata dalle testate online. La Procura della Repubblica di Savona ha concluso dopo dieci mesi le indagini che vedevano accusato di molestie il sacerdote Pietro Pinetto, per fatti avvenuti nel Seminario Vescovile di Savona. I fatti erano già stati segnalati dalla Rete L’ABUSO, sia alla Procura della Repubblica che al vescovo di Savona nel 2010, ma non erano stati presi in considerazione dalla giustizia, in quanto vi era una sola vittima, peraltro prescritta. Dal momento che non vi era apparentemente il rischio di ripercussioni in sede penale, il vescovo di Savona pensò bene di far finta di nulla e non intervenne. Ma come si dice, il diavolo fa le pentole, ma non fa il coperchio, e nel marzo del 2013 spuntò un’altra vittima, anche lei per abusi commessi nel seminario e anche lei accusò il sacerdote, rivolgendosi alla Rete L’ABUSO. Come da procedura fu inviata la documentazione alla Procura e fu invitata la vittima a presentarsi spontaneamente alle autorità e denunciare. La vittima denunciò, ma purtroppo anche gli abusi nei suoi confronti sono prescritti; il fascicolo era apparentemente destinato all’archiviazione. Ma c’è un colpo di scena, il sacerdote querelò la vittima che lo ha denunciato, Francesco Zanardi portavoce della Rete L’ABUSO e la giornalista Silvia Campese per diffamazione. Grazie a questa denuncia, la Procura fu stata costretta ad indagare. Sono emerse altre testimonianze, comprese le denunce fatte all’allora vescovo di Savona Franco Sibilla, che non intervenne. Al momento è stata ritirata la querela nei confronti della vittima Sandro P. ma la Procura della Repubblica di Savona ha rinviato a giudizio il sacerdote. Stavolta l’accusa sarebbe quella di calunnia nei confronti della vittima. Resta invece pendente la posizione del portavoce della Rete L’abuso Francesco Zanardi e della giornalista del Secolo XIX Silvia Campese, entrambi querelati dal sacerdote per diffamazione. Ora resta da capire la posizione della diocesi nei confronti del sacerdote, il quale è stato salvato dalla prescrizione, questo per quello che riguarda la legge civile, per quello che riguarda invece la legge canonica il sacerdote può essere giudicato. In un comunicato stampa diramato dalla Diocesi di Savona lo scorso marzo il vescovo aveva dichiarato che se i fatti si fossero rivelati fondati sarebbe intervenuto con fermezza. La notizia aveva fatto il giro d’Italia, la promessa solenne fu fatta durante la festa Patronale di Savona proprio dal vescovo, acclamato persino dalle autorità presenti. Bisogna prendere atto che le dichiarazioni della curia sono parecchio divergenti da quello che invece dice la Procura della Repubblica. E’ stato chiesto il rinvio a giudizio per calunnia nei confronti di una vittima che lo accusava. A leggere il comunicato divulgato ieri dalla stessa diocesi, sembrerebbe che le intenzioni del vescovo siano cambiate adesso, malgrado la Procura la pensi diversamente. E sembrerebbe che la diocesi sia disposta a chiudere anche tutti e due gli occhi nei confronti del sacerdote, dando per scontata una innocenza che la Procura smentisce. Per questo chiediamo al vescovo Lupi di essere coerente; inizi un processo canonico a carico di don Pietro Pinetto.

Il Portavoce Francesco Zanardi

Avv. Sergio Cavaliere
 
Web  Top
view post Posted on 17/12/2013, 17:35
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


Don Pinetto non informa il vescovo della richiesta di rinvio a giudizio per calunnia e fa lo gnorri...

www.ilsecoloxix.it/p/savona/2013/04...i_pinetto.shtml

Accusa di calunnia, il vescovo “interroga” don Pinetto. Il sacerdote: “Non so nulla di questa iniziativa della magistratura”
dicembre 17, 2013

SAVONA. «Se si deve denunciare una mancanza lo si fa nell’ambito del presbiterio, dal vescovo o, al massimo (nel caso in cui nè presbiterio, nè vescovo ascoltino) per casi gravi alla magistratura». Sulla pedofIlia l’indicazione era stata chiarada parte del vescovo Lupi. Un invito ai preti savonesi, ormai di qualche mese fa, contenuto in una relazione interna sulle indagini con cui la chiesa savonese aveva scagionato don Pinetto dalle accuse di abusi sessuali e pedofilia.

Ieri il contenuto è tornato d’attualità dopo che monsignor Vittorio Lupi ha deciso di andare afondo e di vederci chiaro anche sull’ accusa, sempre nei confronti di don Pietro Pinetto, di calunnia verso un ex seminarista (Sandro P.) che lo aveva denunciato per fatti risalenti a 38 anni fa, in seminario.

Lupi e Pinetto si sono incontrati negli uffici della diocesi, con loro anche il vicario don Antonio Ferri e il responsabile dell’ufficio stampa diocesano Marco Gervino. Nei mesi scorsi il dossier diffuso nella giornata della Solennità del Sacro Cuore aveva scagionato don Pinetto. Con una premessa «Sul problema pedofilia prima di accusare pubblicamente un confratello occorre essere certi della sua colpevolezza» si legge nel testo della relazione rivolta ai sacerdoti, ma soprattutto bisogna rivolgersi in prima battuta all’interno della chiesa e non alla magistratura.

Un’indicazione e un invito netto, da parte di monsignor Lupi. Domenica scorsa don Pinetto, dopo la messa celebràta nella chiesa di San Michele a Celle, aveva ricevuto la telefonata di convocazione

dal vescovo in persona per avere «chiarimenti» in merito all’accusa di avere calunniato un ex seminarista che lo aveva denunciato per abusi sessuali.

Una denuncia, quest’ultima, poi archiviata per prescrizione. I presunti episodi infatti risalivano a 38 ani fa Ieri mattina negli uffici della diocesi c’è stato il faccia a faccia tra Lupi e don Pietro Pinetto, che gestisce la parrocchia di Celle dopo aver diretto la parrocchia di Noli e ancor prima il seminario di via Ponzone a Savona. A1termine don Pinetto ha soltanto voluto ribadire «di aver avuto conferma della solidarietà e vicinanza del· vescovo». Sulla questione dell’indagine a suo carico per la calunnia nei confronti di Sandro P., il sacerdote cellese si è limitato a dire: «Non mi risulta. Personalmente non ho ricevuto nessun atto o avviso che mi comunicasse di essere indagato. E il mio awocato (Marco Altamura) mi ha confermato sino a questa mattina (ieri) di non aver ricevuto nessuna comunicazione dalla Procura».

Il parroco di Celle, ex direttore del seminario, ha riferito al vescovo che nel pomeriggio di ieri ha chiesto al suo legale di recarsi in Procura per un colloquio con il sostituto procuratore Giovanni Battista Ferro che conduce le indagini su di lui «e chiedere di questa storia della calunnia.

Nella relazione del vescovo di mesi fa, ripresa a margine dell’incontro di ieri in diocesi, è ritornata d’attualità la parte riservata proprio a don Pinetto. «Per entrare nel merito delle ultime accuse rivolte à don Pinetto si legge nel testo una prima accusa su comportamenti che risalgono a cinquant’anni fa, poco chiari, non facilmente e univocamente decifrabili, e comunque davvero di non grande rilevanza. La successiva lettera poi che lo accusava di presunti fatti che sarebbero awenuti quasi cinquant’anni fa, contiene molti riferimenti a persone, luoghi, ecc. Ciò ha consentito una verifica di quanto esposto. Fatte tutte le indagini in maniera scrupolosa, nessuno di questi riferimenti ha avuto un riscontro positivo, non c’è alcun spunto che possa determinare una colpevolezza. Lupi aveva concluso la sua relazione con «voglio riconfermare la mia fiducia e la partecipazione alla sofferenza soprattutto a don Pinetto».

Alberto Parodi Il Secolo XIX Savona
 
Web  Top
view post Posted on 20/12/2013, 22:07
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


Dopo la solita figura di merda il vescovo Lupi torna sui suoi passi, ma non rinnega il sostegno a don Pinetto, di cui è stato chiesto il processo per calunnia

http://www.ivg.it/2013/12/pedofilia-caso-d...iti-giudiziari/

ARTICOLO N° 255294 DEL 20/12/2013 - 17:21

Pedofilia, caso don Pietro Pinetto. La Diocesi: “Aspettiamo gli esiti giudiziari”

Savona. “Dalle informazioni di cui la Diocesi era stata messa al corrente, le gravi accuse formulate da Sandro P., apparivano di fatto superate. Se tuttavia non si è giunti a un chiarimento totale e completo della vicenda, anche da un punto di vista giudiziario, se ne prende atto aspettando ulteriori sviluppi da parte della Magistratura, verso la quale la Diocesi ribadisce massimo rispetto e fiducia”.
Così la Diocesi di Savona sul caso di don Pietro Pinetto, parroco di San Michele a Celle: nei suoi confronti erano state avanzate accuse di pedofilia verso il religioso. Un ex seminarista, oggi cinquantenne, negli anni Settanta aspirante sacerdote, aveva raccontato ad un giornale locale le presunte molestie subite da don Pietto, all’epoca direttore spirituale del seminario.
“La Diocesi conferma ulteriormente la posizione già assunta nei mesi scorsi e ribadita più volte in particolare nel comunicato del 7 marzo e nell’omelia del vescovo durante la festa patronale del 18 marzo: da un lato evitare strumentalizzazioni e processi “mediatici”, dall’altro auspicare che sia accertata la verità dei fatti, con massima fermezza. Perciò, oltre ad attendere il lavoro della magistratura, la vicenda continuerà ad essere valutata anche dal punto di vista canonico” conclude la Diocesi

http://www.savonanews.it/2013/12/20/leggi-...o-superate.html

venerdì 20 dicembre 2013, 17:00


Vicenda don Pinetto, la Diocesi:"Dalle nostre informazioni le accuse apparivano di fatto superate"

"Oltre ad attendere il lavoro della Magistratura, la vicenda continuerà ad essere valutata anche dal punto di vista canonico"



"La lettera del vescovo in risposta a quella inviatagli da don Pietro Pinetto e il conseguente comunicato che le rendeva entrambe pubbliche il 13 dicembre scorso, erano basati sul presupposto che la vicenda relativa al sacerdote fosse stata del tutto chiarita ed erano peraltro coerenti all’impegno di totale trasparenza e aggiornamento su questo tipo di situazioni" Parole della Diocesi di Savona Noli, che interviene dunque nuovamente sulla vicenda di don Pinetto.
Lo scorso 13 dicembre la diocesi era intervenuta per sottolineare come le indagini condotte dalla Magistratura non avessero trovato riscontro alle accuse di pedofilia che erano stato mosse al prete di Celle nel mese di marzo.
Pochi giorni dopo, precisamente domenica, la Rete Nazionale l'Abuso aveva affermato in merito a questa vicenda "La Procura smentisce la Diocesi".
Ora a distanza di pochi giorni quindi un nuovo tassello si aggiunge alla vicenda:"Dalle informazioni di cui la Diocesi era stata messa al corrente, le gravi accuse formulate da Sandro P., apparivano di fatto superate. Se tuttavia non si è giunti a un chiarimento totale e completo della vicenda, anche da un punto di vista giudiziario, se ne prende atto aspettando ulteriori sviluppi da parte della Magistratura, verso la quale la Diocesi ribadisce massimo rispetto e fiducia".
"La Diocesi, continua il comunicato, conferma ulteriormente la posizione già assunta nei mesi scorsi e ribadita più volte in particolare nel comunicato del 7 marzo e nell’omelia del vescovo durante la festa patronale del 18 marzo: da un lato evitare strumentalizzazioni e processi “mediatici”, dall’altro auspicare che sia accertata la verità dei fatti, con massima fermezza. Perciò, oltre ad attendere il lavoro della Magistratura, la vicenda continuerà ad essere valutata anche dal punto di vista canonico".
 
Web  Top
view post Posted on 17/1/2014, 06:24
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


www.ilsecoloxix.it/p/savona/2014/01...cardinale.shtml

6 gennaio 2014
Allontanato dallo Ior il cardinale Calcagno, coprì i preti pedofili


Il cardinale Bertone (a sin) e il cardinale Calcagno alla Guardia Il Papa allontana i “liguri” Bertone e Calcagno


Savona - Nel giorno dell’anniversario della scomparsa di don Carlo Rebagliati, il sacerdote savonese che si era schierato pubblicamente nella battaglia contro la pedofilia, arriva, a sorpresa, la notizia dell’uscita di scena dallo Ior dell’ex vescovo della diocesi di Savona-Noli, Domenico Calcagno. Una decisione, quella dell’estromissione dell’ex vescovo savonese dalla Commissione di Vigilanza dello Ior dove era stato nominato meno di un anno fa per una durata che avrebbe dovuto essere quinquennale, presa in prima persona da Papa Francesco che colpisce due prelati liguri: insieme al cardinale Calcagno, presidente dell’Apsa, dove lavorava con monsignor Nunzio Scarano, arrestato lo scorso giugno, fuori dallo Ior anche l’ex segretario di Stato Tarcisio Bertone.

Un doppio colpo al potere “temporale” della chiesa ligure che segna particolarmente Genova, ma anche Savona, dove monsignor Calcagno era stato vescovo dal gennaio del 2002 sino alla nomina, nel 2007, di segretario dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica. Una notizia che ieri pochi, in ambito curiale, hanno voluto commentare a Savona. A partire dal vescovo Vittorio Lupi che si è limitato a dire: «Non ho commenti. Il rinnovamento ha un valore positivo e il cardinale continuerà ad avere un ruolo importante nell’Apsa». Ma il segnale, e il conseguente contraccolpo sulla chiesa savonese, è innegabile.

Non solo. Monsignor Calcagno aveva instaurato un forte legame, in città, non solo negli ambiti prettamente religiosi, ma anche con le sfere del potere locale toccando diversi frangenti, dalla politica alle forze dell’ordine. Uomo estremamente conviviale, amante della buona cucina – sono noti i suoi inviti a pranzo dove lui stesso vestiva gli abiti del cuoco e del fornaio – era diventato famoso in tutta Italia per la produzione e vendita di vini, con tanto di etichetta “Vino da Tavola del Vescovo di Savona-Noli per gli amici”. Quasi 250 le bottiglie vendute presso la libreria delle Paoline a Savona in meno di un mese. La sua celebrità aveva varcato le soglie regionali anche per una collezione poco consona a un uomo di chiesa: armi. Davanti ai dubbi sollevati dai giornalisti, la sua risposta era sempre stata univoca: «Che c’è di male?». E a Savona tanti hanno amato e apprezzato il suo operato, sino all’ultimo, grande evento il cui merito gli va riconosciuto: la visita di Papa Benedetto XVI in città e al Santuario di N.S. di Misericordia nel maggio del 2008. Che i suoi rapporti con papa Ratzinger fossero stretti è emerso anche in altre circostanze, molto meno lusinghiere. Quando, infatti, la magistratura savonese fece perquisire la cassaforte della diocesi savonese sequestrando i documenti contenuti, erano state rinvenute, nello schedario, alcune relazioni relative ai preti pedofili della Diocesi firmate da Calcagno. Non solo. Presenti anche alcune lettere firmate dallo stesso vescovo e inviate a Ratzinger, contenenti precise indicazioni che invitavano a occultare le responsabilità dei sacerdoti che avevano compiuto abusi sui minori nel savonese.

I grandi scandali della pedofilia, denunciati da Francesco Zanardi, si articolano sotto il suo mandato. Prima il caso di don Barbacini, sviluppatosi già con il vescovo Lafranconi, e poi il caso di don Nello Giraudo, condannato nel marzo 2012, il cui valzer da una parrocchia all’altra era stato voluto proprio dal cardinale Calcagno. Al di là della pedofilia, c’è un altro punto oscuro che resta aperto sull’esperienza savonese di Calcagno e che si lega proprio alla figura di don Carlo Rebagliati, per anni economo della diocesi savonese. I conti della curia dal 2000 al 2007, infatti, sono finiti nel mirino della magistratura in una inchiesta ancora aperta dove si tenderebbe a verificare le eventuali irregolarità nella contabilità finanziaria della diocesi. Accuse sollevate proprio da Rebagliati che aveva chiesto più volte di abbandonare l’incarico di economo, dissociandosi pubblicamente dalla gestione di Calcagno. Un cardinale, quindi, molto discusso, su cui pesano le parole di commento pronunciate dal parroco di Lavagnola don Giovanni Lupino. «Anche questo è un segno di speranza per il rinnovamento della chiesa. L’auspicio è uno solo: che chi viene escluso dalle cariche nello Ior non venga poi “promosso” in qualche diocesi innocente, costretta suo malgrado a fare i conti con alcuni personaggi».
 
Web  Top
186 replies since 16/3/2010, 08:42   14561 views
  Share