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Preti pedofili e malversazioni nella diocesi di Savona, Ratzinger e Vescovi sotto accusa. Spretati don Nello Giraudo e don Giorgio Barbacini.

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view post Posted on 14/4/2010, 10:22
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Servizio di Al Jazeera International su Francesco Zanardi


www.youtube.com/watch?v=77SGN6jkHHs&feature=player_embedded
 
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http://www.ivg.it/2010/04/14/pedofilia-zan...non-mi-fermero/

14 aprile 2010 delle ore 12:18

Pedofilia, Zanardi “respinto” in Diocesi: “Me lo aspettavo, ma non mi fermerò”

Savona. Non è che si aspettasse chissà cosa Francesco Zanardi quando, questa mattina, si è presentato davanti alla Diocesi savonese per consegnare il suo “J’accuse” in forma scritta a monsignor Vittorio Lupi. Sapeva che difficilmente sarebbe stato ricevuto, e così è stato. La lettera è ora nelle mani della segretaria che ha aperto la porta e, forse, sarà già arrivata nelle mani del vescovo di Savona.

“Era prevedibile che il vescovo non mi avrebbe aperto la porta – dice Zanardi -. D’altronde, visto anche l’assalto dei gironalisti, non è facile per lui esporsi e dire la sua. Mi aspetto comunque che, presto o tardi, ci sia una presa di posizione da parte della Diocesi su questa vicenda. E’ giusto che chi è responsabile di abusi come quelli che ho subito io paghi e che la Chiesa chiarisca che comportamenti simili non sono tollerati. Spero anche che le altre vittime trovino il coraggio di denunciare. Non basta che, come nel caso di don Nello Giraudo, la chiesa si limiti a spostare i pedofili da un luogo all’altro, magari in una comunità di minori disagiati che hanno ancor più difficoltà a sottrarsi alle attenzioni morbose. Perchè questo è successo: don Nello non è stato punito, è stato solo allontanato e messo nelle condizioni di nuocere ancora. Si tratta di un uomo che ha 50 anni e che ha ancora tutta la vita davanti per mettere in pratica violenze. Quel che è certo è che non si fermerà a meno che non intervenga qualcuno”.

“Sul fronte giudiziario – continua Zanardi – ho chiesto un incontro con i magistrati per consegnare nuove prove e nuove registrazioni. So bene che c’è chi mi accusa di fare tutto questo solo per farmi pubblicità. Ma la verità è che io non guadagno proprio nulla da questa vicenda dal momento che i giornalisti non mi pagano di certo, e nemmeno per andare in tv. In più, non posso contare nemmeno su un risarcimento dal punto di vista giudiziario, dal momento che i reati di cui sono stato vittima sono ormai caduti in prescrizione. L’unica cosa che otterrò, almeno spero, è che chi ha sbagliato paghi, anche a distanza di anni”.



 
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view post Posted on 14/4/2010, 13:30
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http://www.ivg.it/2010/04/14/pedofilia-zan...tro+Giornale%29

14 aprile 2010 delle ore 11:35

Pedofilia: Zanardi, il “grande accusatore”, si presenta in Diocesi “armato” di lettera

Savona. Lo aveva annunciato “via cavo” dalla trasmissione targata La7 “L’infedele” e, oggi, dalle parole è passato ai fatti. Anche perchè se è vero che, come dice un noto proverbio, “verba volant, scripta manent”, meglio mettere tutto nero su bianco.

E così Francesco Zanardi, il “grande accusatore” del vescovo Vittorio Lupi, questa mattina, alle ore 11, si è presentato davanti alla Diocesi savonese per consegnare una lettera in cui esprime tutta la propria rabbia per gli abusi che sostiene di aver subito da un sacerdote savonese che sarebbe poi stato “coperto” dal silenzio proprio del monsignore.

Ecco il testo integrale della lettera:

“A S.E. Monsignor Vittorio Lupi Vescovo di Savona.
Mitt. Francesco Zanardi, una delle tante vittime di pedofilia nella Sua Diocesi.

“Mi rivolgo a Lei, con rispetto filiale, nella Sua qualità di Vescovo della Diocesi di Savona-Noli nella quale vivo e nella quale purtroppo ho subito per anni abusi da parte di un sacerdote a nome Nello Giraudo.

Solo di ieri, la notizia che la Santa Sede nel 2003, indicò tramite una precisa direttiva ai Vescovi di denunciare eventuali casi di pedofilia nelle Diocesi, direttiva ignorata totalmente sia da Lei che dal suo predecessore, malgrado le mie molteplici denunce e pure quelle di un sacerdote, velocemente ed opportunamente intimidito e tacitato per impedirgli di continuare le sue denunce a fronte del clero e che hanno portato solamente alla personale rovina, voluta proprio dalla Diocesi di Savona per impedirmi di proseguire le mie legittime proteste.

Credo che la Chiesa italiana sia piena di ottimi sacerdoti che credono in Dio e lo dimostrano nel quotidiano, questi splendidi sacerdoti, degni di tale nome, trovano la loro missione , sminuita e delegittimata dai vertici della Diocesi o meglio di questa Diocesi. All’opposto, coloro che fino ad ora hanno diretto questa Diocesi infangano le vittime degli abusi e i sacerdoti corretti con questi scandali vergognosi.

Mi spieghi ora, qualsiasi genitore , alla luce di queste storie vergognose e dell’insabbiamento sistematico che Lei e il suo predecessore avete effettuato in modo volontario e premeditato, come può mandare i propri figli in una qualsiasi parrocchia, sapendo che i vertici della Diocesi di Savona preferiscono essere complici dei violentatori, anziché intervenire e denunciare alla magistratura i responsabili degli abusi?

Sempre di ieri la più ridicola delle affermazioni da parte del Cardinal Tarcisio Bertone, che senza alcuna vergogna giunge addirittura ad incolpare gli omosessuali di essere predisposti alle pratiche pedofile, è chiaramente, quello di Bertone uno squallido tentativo di scaricare le gravi responsabilità dei vertici della Chiesa proprio su persone come me, che oltre a vivere la repressione omofoba della Chiesa hanno subito abusi da parte di un pedofilo seriale. Le pongo un’altra domanda molto sostanziale: nella Diocesi di Savona non esistono sacerdoti gay ? E seminaristi gay? Se queste persone esistono, che cosa si aspetta ad allontanarli alla luce delle esternazioni di S. E.?

Dio è amore, umiltà e vita, caratteristiche che la Sua chiesa proprio dovrebbe incarnare , e che invece nella realtà dei fatti e delle intenzioni, Lei non assume come propri atti. Alla luce di tutto ciò, per il rispetto di Santa Romana Chiesa, per il rispetto del Cristo sceso sulla terra a sacrificarsi per noi, Le chiedo, formalmente di dimettersi dal suo magistero di Vescovo della Diocesi di Savona e Noli, non avendo osservato le indicazioni ,. già del 2003 della Santa Sede , avendo tollerato che un Sacerdote pedofilo continuasse a compiere gravissimi crimini contro l’umanità, rendendosi complice di un criminale che tanto danno ha fatto e sta continuando a fare, in Italia e all’estero. Inoltre, per quanto riguarda la Giustizia degli uomini, sto predisponendo tutti gli elementi di prova in mio possesso per compiere regolare denuncia al Magistrato del suo comportamento gravemente omissivo e di danno per la Chiesa e i suoi fedeli. Questo mio scritto , allo scopo di aiutarla a mettersi in pace con la propria coscienza e con Dio”.

Alla fine, però, il vescovo ha fatto sapere di essere molto impegnato e non lo ha ricevuto, e Zanardi ha così consegnato la lettera alla segretaria.

www.savonanews.it/it/internal.php?news_code=73952

Savona: Lupi "Pedofilia, la verità emerga pienamente"

Monsignor Lupi risponde alla lettera con cui Francesco Zanardi chiedeva le dimissioni del Vescovo di Savona.

"In riferimento alla situazione del sacerdote verso il quale sono state avanzate accuse di pedofilia preciso che egli dal settembre 2009 non esercita più il ministero sacerdotale ed è in corso la pratica canonica per la sua dimissione dallo stato clericale.
La diocesi rimane disponibile ad ogni ulteriore chiarificazione nelle sedi competenti, affinché la verità possa emergere pienamente.
In riferimento alla campagna mediatica sviluppatasi in questi giorni con affermazioni non vere e anche calunniose nei confronti della diocesi, mi riservo di valutare eventuali iniziative legali.
Ma, soprattutto in questo momento di grande dolore per tutta la nostra Chiesa, invito alla preghiera, al discernimento e all’accompagnamento di tutte quelle persone che hanno sofferto, o vivono con sofferenza i nostri limiti e le nostre fragilità".

Il vescovo della diocesi di Savona/Noli
Vittorio Lupi

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Mercoledì 14 Aprile 2010 ore 12:40
 
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view post Posted on 15/4/2010, 19:01
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www.ivg.it/2010/04/15/savona-scanda...rdi-al-vescovo/

15 aprile 2010 delle ore 18:32

Savona, scandalo-pedofilia: nuovo attacco di Zanardi al vescovo e alla curia

Savona. Nuovo attacco alla curia savonese da parte di Francesco Zanardi, che sottolinea come, in alcune dichiarazioni fatte alla stampa locale da monsignor Lupi, parrebbe insidiarsi una contraddizione.

Infatti, secondo quello che è ormai diventato il “grande accusatore” della diocesi, il prelato ha dapprima annunciato che il prete accusato di pedofilia avrebbe preso “un anno sabbatico”, per poi rettificare annunciando la sua sospensione dal ministero sacerdotale.

“Ritengo che ad oggi, anche alla luce di quanto accaduto ed alle dichiarazioni effettuate emergano elementi discordanti che, da parte della curia savonese, non aiutano a fare luce sulla verità di quanto accaduto” attacca Zanardi che poi, ricordando di aver registrato i dialoghi avuti con vari esponenti della Chiesa locale dove denunciava le violenze subite, sottolinea: “In queste conversazioni ho sempre richiesto che la Curia provvedesse a denunciare all’autorità giudiziaria il sacerdote indagato e che, comunque, venissero assunti i provvedimenti più opportuni per evitare che questo potesse nuocere ad altri”.

“Ritengo che la Curia savonese, sulla base delle denunce da me effettuate già nel 2002 e supportate da dichiarazioni di altri sacerdoti, avrebbe dovuto revocare il sacerdote dalle mansioni a lui affidate” prosegue ancora Zanardi, che poi conclude polemicamente: “Mi auguro che in virtù di un nuovo atteggiamento emerso negli ultimi giorni, le autorità ecclesiastiche assumano in futuro una condotta intransigente nei confronti dei prelati che compiono ignobili abusi sessuali, abbandonando i comportamenti omertosi che danneggiano così pesantemente la Chiesa”.
 
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view post Posted on 19/4/2010, 17:41
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www.gayitaliani.eu/Anamnesi%20di%20una%20vittima.htm

«Mai avere una relazione con bambini ricchi»

« Mi preparo per la caccia, mi guardo intorno con tranquillità perché ho i ragazzini che voglio senza problemi di carenze, perché sono il giovane più sicuro al mondo [...] Piovono ragazzini sicuri affidabili e che sono sensuali e che custodiscono totale segreto, che sentono la mancanza del padre e vivono solo con la mamma, loro sono dappertutto. Basta solo uno sguardo clinico, agire con regole sicure [...] Per questo sono sicuro e ho la calma. Non mi agito. Io sono un seduttore e, dopo aver applicato le regole correttamente, il ragazzino cadrà dritto dritto nella mia… saremo felici per sempre [...] Dopo le sconfitte nel campo sessuale ho imparato la lezione! E questa è la mia più solenne scoperta: Dio perdona sempre ma la società mai. »



Padre Tarcisio Tadeu Spricigo ha compilato un manuale sequestrato dagli inquirenti con le dieci regole per restare impuniti.

Credo che da questo breve ma significativo pezzo possiamo avere un quadro piuttosto chiaro del pedofilo, si nota la lucidità e la consapevolezza delle sue azioni, come cercare e quali caratteristiche deve avere la vittima in modo di garantirsi il "totale segreto", sa di essere un seduttore.

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/.../21/preti.shtml





Perche le vittime soprattutto quelle dei preti non denunciano?

Intanto bisogna dire che la figura del sacerdote è sempre stata una figura guida molto importante in molte culture, fino a pochi anni fa si andava dal parroco per esporre molti problemi familiari, un approdo sicuro, che sapeva spesso mettere pace tra l'anima e il corpo, la visione impressa nella cultura, quella di un uomo al di sopra di noi.

Nel caso di una vittima di un sacerdote (teniamo presente le caratteristiche della vittima) una eventuale denuncia da parte di un adolescente, potrebbe essere fatta, eventualmente ad un altro sacerdote estraneo agli abusi (Qualora vi fosse la possibilità) magari in un confessionale, perché no.

In questo caso vigerebbe il "Segreto di confessione" e la denuncia finirebbe li, anche se il sacerdote volesse non può denunciare, pena la scomunica.

Difficilmente il ragazzino denuncerà nuovamente, almeno per un po' di anni, fino a che i traumi cominceranno a venire fuori, al momento è più semplice per un adolescente affrontare gli altri problemi che la crescita impone. Naturalmente non ne parlerà mai in casa, capisce che in quelle attenzioni qualcosa non va, si sente sporco adesso, si sente anche in colpa di non permettere più a quella figura paterna di concederle attenzioni. Ci rimette la vittima, ora è sola.

I diritti umani.

Ora entriamo un attimo nella testa di un ragazzino/a di età tra i 10 e i 16 anni.

Un'età importante nella quale gli ormoni si scatenano, il corpo cresce si diventa uomo o donna, accadono fatti e sensazioni sconosciute all'adolescente, comincia il percorso di sperimentazione che formerà il carattere del ragazzo, carattere che subirà nel caso di violenze un indebolimento e una mancanza di autonomia devastanti per la crescita. l'adolescente in questo vulcano di novità, forse percepisce appena che qualcosa non va, ma lo terrà segreto, mai ne parlerà in famiglia.



In questo video shiock, le direttive diffuse dalla Chiesa nel mondo.









Credo che fino a qui sia abbastanza chiaro, ho cercato di fornire una visione semplice e abbastanza completa del pedofilo, della vittima, e di cosa accade nel caso che il pedofilo sia un sacerdote.



A questo punto trovo doveroso esaminare una differenza sostanziale tra il pedofilo laico e il pedofilo sacerdote.

Viene subito agli occhi che il sacerdote ha una rete di copertura e il laico no, nel caso il pedofilo venga indagato e condannato accadrà che il laico andrà in carcere, il sacerdote malgrado la condanna no, continuerà a commettere crimini. Verrà spostato altrove e si ricomincia da capo, nuove vite spezzate. Riporto di seguito un recentissimo caso savonese, quello di don Giorgio Barbacini che riprenderemo più avanti.

http://blog.libero.it/contemax2008/4666165.html

Questo documento è stato realizzato da una troup del network Aljazeera inviata da Londra, la realizzazione di questi pochi minuti di clip è durata a Savona 48 ore, il reporter Claudio Lavanga ha raccolto prove e ascoltato testimoni prima di realizzare il documento. Tempo totale per la realizzazione e la produzione 6 giorni.









La mia personale esperienza nella Diocesi di Savona dal 1980 a oggi.



Avevo 10 anni circa, Spotorno un piccolo paese della riviera ligure, nemmeno 5000 abitanti, cominciavo con gli amici Franco e Fabrizio ad uscire soli, le nostre situazioni familiari, la mia e quella di Franco pressappoco uguali, Fabrizio invece orfano di padre.

Cominciammo, un po' così un po' per fare piacere alle nostre madri a frequentare la domenica la parrocchia, andavamo a servire messa, con le nostre situazioni familiari li ci sentivamo importanti, si faceva a gara per aggiudicarsi i vari servizi durante la messa ed era un'ottima scusa per distrarsi dall'ambiente familiare.

Il parroco M. all'epoca già molto anziano non conduceva molte attività parrocchiali, da li a poco andò in pensione ritirandosi.

1982. Arriva il grande giorno, a Spotorno due giovani nuovi parroci, C. e G. pieni di voglia di fare pieni di voglia di trasmettere Dio come appreso nel Vangelo. Le opere parrocchiali, di nuova costruzione e molto ampie divennero presto un punto di incontro, l'unico per i giovani della piccola e noiosa cittadina.

I primi anni furono fantastici, pieni di emozioni, C. che aveva notato il mio modo di fare molto introverso e l'importanza per me di avere un luogo sereno, dove potermi esprimere (ero agli antipodi della mia vita professionale, smontavo radio, sveglie senza mai riparare nulla) e trovare il mio spazio, che a casa non avevo. Mi diede un sottoscala, li ero solo io, non mi pareva vero.

1983. Un giorno arrivò un nuovo vice parroco, N. G. molto giovane, arrivava da Roviasca una piccola parrocchia nell'entroterra savonese (Solo anni dopo, scoprimmo che lo mandarono a Spotorno per essere controllato da C. e N. G., perche sorpreso a Valleggia mentre molestava un minore), di tanto in tanto, piccole probabili vittime di circa 14-16 anni venivano a trovarlo da Roviasca in motorino, (solo per un breve periodo) ridacchiavano con noi dicendo che "toccava" ma non capivamo bene il significato di quelle frasi. Molto presto però capimmo.

Nel frattempo in parrocchia le attività erano numerose, anche fuori dalla parrocchia, proprio con lui io Franco Fabrizio Andrea Romeo e altri andavamo alle escursioni nella casa piemontese, (ricordo la prima volta che vidi in quella casa, il dormitorio, era un enorme letto di tavole poggiate su due putrelle di ferro, su due piani, il suo altare sacrificale) si mangiava, da buoni lupetti ripulivamo la cucina e si andava a dormire, si spegneva la luce e il mostro cominciava, quasi sempre uno alla volta, in questo caso ingenuamente trasportati al di sotto del piano dove si dormiva, sentivamo il rumore e tutti sapevamo cosa accadeva, attendevamo solo il nostro turno. Continuò per anni, con vari stratagemmi e in luoghi differenti, verso i 16 anni cominciai ad allontanarmi dalla parrocchia, trovai un lavoro e interruppi gli studi a 18 presi la patente e mi allontanai definitivamente e per diversi anni dalla Chiesa, non passai momenti facili, all'età di 23 anni, mia madre si suicidò. Fu un periodo molto buio per me, non riuscii mai a parlare a C. degli abusi di quel prete, mi faceva paura anche lui, (premetto che non provò mai a toccarmi) malgrado fosse stato un po' il mio papa, la mia guida lo chiamavo Popi, fu un grande trauma lasciare la parrocchia. Era il 1988 festeggiavo i miei 18 anni.

Malgrado i vari traumi dovuti alle violenze, con molta fatica la mia vita andava avanti, mi licenziai e cominciai a lavorare in proprio,(era il 1994) anche se inconsciamente continuavo a subire quei traumi, me ne ero praticamente dimenticato, li avevo apparentemente rimossi. Incontravo per strada il mio carnefice, senza alcun apparente sentimento di rancore, era sempre con ragazzini, dentro di me sapevo.

E' inutile dire che la mia adolescenza era oramai distrutta e mai vissuta, il ricordo di quegli anni è molto vago. Ricordo che non avevo ancora una identità sessuale e avevo il terrore di avere rapporti, un classico quasi per tutte le vittime.

C. nel frattempo era diventato Economo, aveva anche intuito, collegando varie situazioni, il perché mi allontanai da Spotorno, non riusciva a perdonarsi il silenzio dovuto a alle direttive interne alla chiesa che così tanto danno avevano arrecato a troppi, un silenzio nel quale tutti sapevano, e che permetteva a questi mostri di continuare le loro barbarie.

Lo incontrai, erano passati tanti anni, ma le volevo ancora bene, aveva lasciato in me un'impronta importante, lui anche, non si era mai dimenticato di me, non ci eravamo più cercati quelle violenze da parte di N. G., una montagna troppo alta per tutti e due, ancora in lui come un tempo, la voglia di coltivare la sua chiesa, malgrado le difficoltà che impone.

Eravamo contenti che le nostre strade si incrociassero ancora, mi raccontò della sua carriera ecclesiastica, io della mia. Intanto io vivevo con mio padre, non era il massimo ma cercavo di farmela andare bene, C. mi propose di andare a vivere con lui, la casa dove abitava era grande e un po' di vita in comune con una persona che sentivo una guida mi avrebbe fatto bene. Era il 1996.

Parlammo a lungo, anche delle violenze, ma per C. non era facile, io mi chiudevo, non riuscivo ad affrontare l'argomento. Troppa la vergogna e il peso, mi sentivo in colpa. Anche in lui il senso di colpa e d'impotenza pesava come un macigno.

Nel frattempo C. mi introdusse nell'ambiente lavorativo ecclesiastico come tecnico, andavo spesso da lui in Diocesi, dal cancello vedevo un prete con abiti firmati, sempre alla moda, con auto sportive, intorno a lui dei ragazzini extracomunitari, nei suoi modi mi tornava in mente qualcosa. Scoprii presto che era un pedofilo messo a dirigere la comunità per minori in difficoltà, la comunità era situata nel Palazzo dei Canonici di Savona, stranamente, anche in questo caso nessuno si accorse mai di nulla. La comunità Migrantes di don Giorgio Barbacini, direttore anche dell'ufficio missionario diocesano fu aperta con il consenso del Vescovo nel 1996, lo stesso Vescovo fece aprire in quegli anni al già noto N. G., la comunità di Fegnino, sulle alture di Finale.



Di seguito l'articolo su don Giorgio Barbacini. "il 15 ottobre (2004 n.d.r.) viene condannato a 3 anni e mezzo di reclusione don Giorgio Barbacini per aver compiuto atti sessuali nei confronti di un minorenne extracomunitario, con l'aggravante di averne avuto la custodia e la tutela. I fatti risalgono al 2000, quando don Giorgio era responsabile della comunità "Migrantes" di Savona, istituita dalla Curia per tutelare i giovani extracomunitari con problemi di ambientamento. Attualmente don Giorgio è stato trasferito in un'altra diocesi fuori dall'Italia; nei suoi confronti non è mai stata avviata alcuna procedura ecclesiastica."



Quando seppi che N. G. aveva ottenuto dal Vescovo il permesso di aprire una comunità per minori in difficoltà mi crollo il mondo addosso. Questi minori erano affidati dal tribunale ai comuni di residenza, ai quali non pareva neppure vero che ci fosse un pellegrino che si facesse carico loro, nessuno stette a guardare troppo per il sottile.

Nel 2002 io e C. ci facemmo forza, prima C. poi io affrontammo il Vescovo, denunciando nuovamente il sacerdote. Nulla avvenne, tranne la lenta distruzione mia e di C., (punizione esemplare per tutti coloro che sanno e hanno interessi nel clero) nel mio caso non venni pagato per più di un anno costringendomi successivamente a chiudere, C. invece, anzi che avanzare di carriera, da Economo ora fa semplicemente il parroco.

Nel 2008 stanco di sentirmi complice di queste continuate atrocità, abbastanza libero dal trauma, decisi di denunciare tutto alle autorità civili. Purtroppo scoprii che la mia denuncia non sarebbe servita a nulla, era in prescrizione, nessuno tranne lo scrivente al quale la depositai l'avrebbe mai letta.

Nel gennaio 2010 vengo convocato dal magistrato, il caso è stato riaperto, confido nella giustizia.

Invito tutti coloro che leggono a diffondere quanto sia importante denunciare, porta un po' di sollievo anche a noi vittime, porta una vita più sicura alle future probabili vittime.

Un brano di Dalla e Morandi nel quale mi rivedo.





A questo punto vorrei fare una riflessione, prima come vittima, dopo anche come omosessuale.

Ho parlato a lungo negli ultimi periodi con altre vittime dello stesso sacerdote, tutte stanno passando le stesse cose di cui sopra, non è stato facile convincerle che denunciare era giusto, vivono ancora la colpa e la vergogna, di essere vittime.

Nel coro unanime che si alza dalla Chiesa, coro che offende e violenta ancora quelle vittime, coro che dice di stare tutti attorno al Pontefice ma che si dimentica e ignora chi ha subito e sta ancora subendo, a causa dell'omertà che c'è stata, un'omertà che sta continuando e permette come nel caso di Savona, di cui siamo testimoni, che il carnefice, oramai difficile da nascondere e scomodo, venga semplicemente allontanato senza che nessuna delle persone a conoscenza dei fatti denunci all'autorità giudiziaria. Il Vescovo minaccia denunce a me, non al sacerdote che per ben 30 anni la Diocesi ha coperto, eppure la cosa era ben nota. Bisognerebbe che qualcuno si preoccupasse delle vittime, queste persone hanno necessità di andare in analisi, alcune soffrono delle malattie nervose più varie a causa di questi traumi, quelle della comunità di minori, non godono neppure di un appoggio dalla famiglia.

Credo anche, bisognerebbe assumersi le proprie responsabilità, evitare di scaricarle sugli omosessuali come è stato fatto ultimamente, nella realtà di Savona non mancano, ma a differenza dei pedofili, non nuocciono a nessuno.

Un po' troppo spesso ho sentito dichiarazioni del tipo "La pedofilia si può perdonare l'omosessualità e l'aborto no" oppure "Pedofilia, il problema sono i gay". Non credo che Dio consideri i gay un mattone bruciato e dimenticato nel forno dal Signore mentre costruiva la sua chiesa, dio è amore e proprio non credo che approvi ciò che sta accadendo.

Vittima di un pedofilo e omosessuale, due volte vittima.



Un'altra considerazione da fare è che il limite massimo di prescrizione per questo tipo di reati è di dieci anni, in realtà ridotto a poco più di sette, non è sufficiente, la vittima nei pochi casi nei quali riesce a reagire raramente denuncia prima dei 25 anni dagli abusi. Resterà impunita.

Le autorità ecclesiastiche nella peggiore delle ipotesi, si limiteranno ad avviare il processo di de canonizzazione del sacerdote, in questo modo si tolgono tutte le responsabilità passate e future. Anche in questo caso il pedofilo potrà continuare il suo percorso.

Atri casi di preti nascosti dalla Chiesa in Italia, uno riguarda anche la nostra Diocesi, è il caso di Padre Yousef Dominic nascosto ad Albisola.

http://www.primopiano.forum.rai.it/forumPo...32-4ce7d4a24424



I segreti di Ratzinger.



Chiesa e pedofilia. Sconcertanti rivelazioni: pressioni su ex vicario per coprire Ratzinger. www.notiziegay.com/?p=45432







Mi rivolgo ora alle varie testate che diffidano spesso delle mie dichiarazioni e che mi attribuiscono un guadagno politico o economico.

Riguardo a quello politico, che spesso viene attribuito alle mie recenti lotte per i diritti degli omosessuali, rispondo che se avessi voluto strumentalizzare la situazione e attaccare la Chiesa, sicuramente lo avrei fatto prima. Lo faccio ora semplicemente perche l'argomento lo impone.

Riguardo quello economico è presto fatto, la mia denuncia è prescritta, non posso chiedere neppure un risarcimento, le vittime non ancora prescritte si, ma non è il mio caso.

Rischio solamente, dopo avere già perso il lavoro, di perdere anche la casa che è della Diocesi, di aggiudicarmi querele ecc.

Sto facendo tutto ciò perché ho una coscienza, mi rammarico di non avere trovato la forza prima di reagire, forse quelle due comunità non le avrebbero aperte, altri adolescenti non avrebbero subito i miei stessi traumi. Con quelli che conosco ho parlato, cerco di aiutarli ma non è facile, per loro non sono ancora passati 10 anni e non metabolizzano ancora, vedono in fondo il loro carnefice come una persona che li ha aiutati. Purtroppo questa è la visione che il carnefice imprime alla vittima, ci riesce solo per i motivi di cui ho parlato all'inizio di questo scritto. Non li sottovalutiamo.



Francesco Zanardi e le altre vittime.



Di seguito il link di un forum gestito da un amico, da anni a conoscenza della mia personale storia. Chi vuole informarsi li trova moltissimi esempi che spiegano come mai all'istituto Antonio Provoli su 30 sacerdoti 24 erano pedofili, come mai anche in quel caso tutte le vittime aspettarono 25 anni prima di denunciare alle autorità civili.





https://laici.forumcommunity.net/

 
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http://www.ivg.it/2010/04/23/pedofilia-zan...a-chi-sa-parli/

23 aprile 2010 delle ore 11:59
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Pedofilia, Zanardi: “Fiducia nella magistratura ma chi sa qualcosa parli”

Savona. “Nonostante tutte le mie denunce civili e penali, nonostante tutte le mie presenze in talk-show nazionali e anche internazionali, come vittima di abusi ripetuti, nonostante la forte sensibilizzazione dell’opinione pubblica, a tutt’oggi un pedofilo seriale, in attività da circa 30 anni rimane in completa libertà. Forse anche nella possibilità di reiterare i suoi odiosi ed infami reati contro i giovani”. Con queste parole Francesco Zanardi torna a riportare l’attenzione sulla sua denuncia contro un sacerdote che avrebbe abusato di lui quando era ragazzo.

“Non riesco a trovare pace, pensando che questo personaggio, sacerdote ridotto troppo tardivamente e comodamente allo stato laicale, possa ancora essere libero di minacciare e di compiere abusi sessuali su giovani innocenti. Rivolgo un forte appello a tutti coloro che hanno subito violenze da parte di questa persona, chi sa, può e deve parlare. Personalmente, rischiando in proprio e subendo forti pressioni, ho affrontato il duro travaglio della denuncia per le sevizie che egli mi ha fatto ripetutamente, mi farebbe piacere che altri scendessero in campo a dare, anche in modo anonimo, il loro contributo informativo , alle autorità giudiziarie, per evitare che in un futuro, altri giovani debbano subire questo tipo di violenza” spiega Zanardi.

“Ho ricevuto da parte di moltissimi genitori e non solo, attestazioni di stima, di solidarietà e di sostegno per tutto quello che ho fatto. Queste persone capiscono che la mia azione è tesa e volta a fermare altri mostri che potrebbero colpire i loro figli, i loro nipoti e tutti i giovanissimi che a fronte di queste azioni malvagie sono completamente indifesi. Non pensiamo che il lupo sbrani solo gli altri, spesso l’orco colpisce noi stessi o le persone che ci sono più care” aggiunge l’omosessuale savonese.

“In questi giorni, ho avuto un colloquio con un personaggio savonese, ex politico, attualmente pubblicista e scrittore, il quale sta ricostruendo la storia di una vicenda, finita tragicamente, di suo fratello, A. N., entrato giovanissimo in seminario e fuggitone dopo soli tre anni. Una volta fuori iniziò una parabola terribile sino a morire di HIV. Cosa accadde al giovane seminarista per condizionarne l’esistenza? Attualmente non vi sono risposte, ma la famiglia di questo ragazzo perito tragicamente, le attende da anni con ansia. Personalmente spero che queste risposte un giorno possano arrivare”.

“Questo mio appello, non vuole assolutamente, imporre fretta ai tempi delle indagini in corso, vista la mia grande fiducia nei magistrati, Coccoli e Ferro, che stanno lavorando con alacrità e con dedizione a questa seria ed importante indagine, ma visto il grandissimo danno fattomi e fatto a tanti bravi ragazzi, auspico una chiusura a breve di questa attività investigativa per fare luce su una vicenda orribile e assicurare alla Giustizia i colpevoli” conclude Francesco Zanardi.
 
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www.savonanews.it/it/internal.php?news_code=74885

Savona: Zanardi "A Savona attiriamo le mosche"

Riceviamo e pubblichiamo una nuova lettera di Francesco Zanardi.

"Numerose sono state in Italia, negli ultimi tempi, le manifestazioni che esprimono il desiderio degli italiani di fare luce su questi orrendi crimini, di tutelare i propri cari, crimini che si scopre siano accaduti in tutto il mondo.

Le accuse più forti riguardano la Chiesa cattolica, perché fino ad ora ha affrontato il problema. Per anni, spostando di parrocchia in parrocchia il pedofilo, permettendogli di continuare a colpire, negando l'esistenza del problema, cercando di soffocare lo scandalo, organizzando campagne di sostegno ai sacerdoti accusati, ha fatto il gioco dei carnefici e non delle vittime.

Più volte il Santo Padre ha espresso verbalmente la volontà di fare luce su queste atrocità. Ma allora perché nessuno collabora? Perché fino ad ora nessun prete è stato mai denunciato alla magistratura dai vescovi e da altri sacerdoti? Perché le diocesi non aprono gli archivi e mettono a disposizione dell'opinione pubblica e dei magistrati i casi di abusi sessuali di cui sono a conoscenza? Perché non vediamo i vertici ecclesiastici recarsi dai magistrati a raccontare ciò che sanno dei crimini sessuali commessi nelle loro diocesi da parte di ecclesiastici?

Mentre nella vicina diocesi di Albenga i sacerdoti della diocesi organizzano fiaccolate e campagne di sostegno per un sacerdote in carcere, che nelle prossime settimane sosterrà un processo per pedofilia, (calpestando nuovamente la vittima e l'intera famiglia, per loro nessun diritto, nessun rispetto, due pesi due misure) nella nostra diocesi di Savona è caduta una cappa di silenzio.

Perché in casi come quello di Savona la Diocesi non prende una posizione seria e riparatrice?

Eppure è ben al corrente dei fatti, non può contravvenire alle raccomandazioni del santo Padre ed evitare di assumersi le responsabilità. Se lo stesso vescovo ha dichiarato che è in corso il procedimento ecclesiastico per ridurre il sacerdote allo stato laicale vuol dire che ha dei seri elementi per investigare. Perché i vertici ecclesiastici non raccontano ai magistrati ciò di cui sono conoscenza?

Negli scorsi giorni, ho più volte chiesto di essere ricevuto in Curia, le risposte inconcludenti. Non ho pubblicizzato la mia richiesta proprio per fare in modo di agevolare eventuali imbarazzi da parte delle autorità ecclesiastiche.

Credevo di essermi rivolto nel posto giusto, ma senza alcun risultato, come tutte le altre volte. E invece da quella autorità da cui credevo di poter ottenere giustizia ricevo in cambio il silenzio. Il Vescovo dichiara di volere fare luce sul caso e minaccia querele nei miei confronti, quasi fossimo noi, le vittime, ad aver sbagliato, denunciando!!!

Ho scritto nelle scorse settimane alle più alte cariche ecclesiastiche, anche a Benedetto XVI, ma neppure da loro per ora alcuna risposta.

Benedetto XVI ha espresso più volte il desiderio di voler fare luce su questi crimini e di voler incontrare le vittime, opinione poco condivisa, almeno dalla nostra Diocesi.

Chiederò nei prossimi giorni udienza al Santo Padre ma vorrei prima chiarire con le autorità ecclesiastiche romane la gravissima situazione di omertà che subiamo nel savonese.

Fornirò un dossier che potranno verificare con facilità, i nomi delle persone informate sui fatti e chiederò sostegno pratico per alcune vittime del savonese che sono in una grave situazione psicofisica, per le quali fungerò da portavoce".

Francesco Zanardi

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Mercoledì 28 Aprile 2010 ore 11:30
 
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Don Carlo Rebagliati “lascia”
gli incarichi nella Diocesi
04 maggio 2010
| Alberto Parodi

Si è dimesso ieri mattina dai tutti i suoi incarichi di funzionario della diocesi di Savona, e di responsabile dei beni artistici della chiesa e del suo patrimonio culturale. È stato l'uomo dei conti della curia per quindici anni, oltre che essere stato a stretto contatto con Nello Giraudo, l'ex prete indagato dalla Procura per pedofilia dopo le denunce di ex giovani parrocchiani scout su abusi subiti una ventina d'anni fa (in fondo alla pagina, il link per rileggere tutta la vicenda, svelata dal Secolo XIX). Un legame che lo ha portato a essere anche ascoltato di recente dai magistrati savonesi come persona informata sui fatti.

Adesso don Carlo Rebagliati, sessantenne con gravi problemi di salute alle spalle, continuerà a gestire soltanto le piccole parrocchie dei comuni di Noli e Tosse che guida da pochi mesi.

"Non ce la faccio più ad andare avanti nell'opacità dopo gli appelli alla trasparenza, anche sulla pedofilia, fatti dal papa Benedetto XVI. Nella lettera che ho depositato ci sono scritti i motivi delle mie dimissioni" spiega al telefono a chi lo rintraccia e gli chiede il perché della scelta. Si sfoga don Carlo: "Non accetto più le accuse che mi sono state mosse in curia su come ho gestito gli affari della diocesi. Mi hanno accusato del fatto che con le mie scelte avrei fatto perdere soldi, e risorse economiche, ma non è vero".

È clamoroso il gesto di don Carlo Rebagliati che per quindici anni è stato l'economo della chiesa savonese, per cui ha seguito e gestito tutte le partite più intricate dal punto di vista anche giudiziario. Soltanto il "buco" milionario alla Caritas per dirne una: "È venuto fuori con le mie denunce". Adesso si occupava delle questioni burocratiche legate a restauri, vincoli e concessioni edilizie legate al patrimonio immobiliare storico-culturale, ma è inevitabile che il pensiero corra veloce alla recente inchiesta sulla pedofilia che ha squassato la curia savonese, per cui la Procura (pm G.B. Ferro e Alessandra Coccoli) ha aperto un'indagine sull'ex prete don Nello Giraudo, già cappellano del carcere di Savona e sino all'anno scorso parroco di Feglino nel finalese, prima della sospensione dal sacerdozio stabilito dal vescovo monsignor Vittorio Lupi.

"Mi sono state fatte tante domande da parte dei magistrati, ma sono vincolato dal segreto" spiega l'ex economo. Collegamenti tra le dimissioni e l'interrogatorio?

"Non posso rispondere". Le dimissioni don Carlo, voleva già presentarle due settimane fa, poi ci ripensò.

"Non parlo di don Nello per rispetto della magistratura che sta indagando, ma le mie dimissioni non dipendono dalle accuse che gli sono state mosse". Negli anni che riguardano le denunce di abusi sessuali risalenti a circa vent'anni fa, Nello Giraudo era viceparroco a Spotorno quando la parrocchia nel centro rivierasco era diretta proprio da don Carlo. "Non potevo denunciare all'autorità giudiziaria chi veniva a confessarsi da me. C'è il segreto della confessione, ma chi mi raccontava certe situazioni veniva invitato ad andare a riferire alle forze dell'ordine" spiega l'ex economo.

Sulle dimissioni ci tiene a precisare "che sono irrevocabili, visto che non mi hanno mai chiesto di spiegare i motivi delle mie scelte per cui ora gli stessi vertici diocesani mi criticano".

Ieri sera, il vescovo Vittorio Lupi, raggiunto telefonicamente non ha voluto commentare la vicenda: "Sono impegnato e fuori sede. Sulle dimissioni di don Rebagliati non voglio dire nulla. Non mi risultano, non so niente, ma adesso non esprimo commenti". A suscitare ulteriori tensioni il legame tra don Rebagliati e il principale accusatore di don Giraudo, l'attivista gay Francesco Zanardi, al centro delle denunce presentate in Procura.
 
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Savona: chiesa e pedofilia, interrogato don Rebagliati

L'inchiesta su chiesa e pedofilia continua a rivelare colpi di scena ogni giorno. A Palazzo di Giustizia è stato sentito come persona informata sui fatti don Carlo Rebagliati, l'economo della diocesi di Savona che pochi giorni fa si è dimesso dall'incarico. Va ricordato che don Rebagliati era a stretto contatto con Nello Giraudo, l'ex prete indagato dalla Procura per pedofilia dopo le denunce di ex giovani parrocchiani scout su abusi subiti una ventina d'anni fa. Ed è logico che la magistratura vogliano chiarire tutti gli aspetti della vicenda chiamando in causa chi poteva sapere degli abusi eventualmente subiti dai ragazzi che facevano parte del gruppo scout.

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Mercoledì 05 Maggio 2010 ore 19:02
 
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Savona: chiesa & pedofilia, decine di preti in Procura

Sono decine i preti che finora avrebbero sfilato davanti ai giudici savonesi per l’inchiesta aperta dalla Procura sulle operazioni immobiliari della Curia. Tra questi è stato anche ascoltato nelle scorse settimane come persona informata dei fatti, il vicario della Diocesi di Savona Noli, don Andrea Giusto.

Al centro delle indagini dei magistrati la trasformazione delle Colonie Bergamasche di Celle e l’operazione per la realizzazione di box in via Ottaviano su terreni di proprietà della curia.

r.c.

Giovedì 06 Maggio 2010 ore 07:56

Edited by GalileoGalilei - 6/5/2010, 11:44
 
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06 maggio 2010 delle ore 10:49

Monsignor Lupi difende la Diocesi: “Accuse ingiuste e false”

Savona. Il Vescovo di Savona, Monsignor Lupi, rompe il silenzio e replica con forza alle accuse che negli ultimi giorni sono state lanciate contro la Diocesi savonese. A far perdere la pazienza a Vittorio Lupi sono stati, in particolare, alcuni articoli comparsi sui quotidiani locali: “Sono rimasto esterrefatto dalle affermazioni contenute negli articoli de ‘Il Secolo’ di questi ultimi giorni e dall’immagine di Chiesa locale che ne consegue”.

“Lo stesso sconcerto mi hanno espresso i numerosi sacerdoti e laici che mi hanno telefonato manifestandomi il loro dolore e la loro solidarietà. Quello che mi preoccupa è proprio questa immagine della Chiesa che è stata così incredibilmente infangata e distorta agli occhi delle tante persone che in essa sono cresciute, in essa hanno creduto, di essa si sono fidate e tutt’ora si fidano” prosegue il Vescovo.

“No, non è questa la nostra Chiesa e non è la Chiesa in cui ci riconosciamo. Intendiamo per Chiesa non soltanto vescovo e sacerdoti, ma soprattutto i fedeli: tanti uomini e donne, giovani e vecchi, che sentono la Chiesa come la comunità che dà luce e forza alla loro esistenza, sostenendola con la fiducia e la speranza, nella grazia e nella misericordia di Dio” aggiunge il Monsignore.

“Le accuse contro la Chiesa minacciano di colpire non soltanto chi avesse eventualmente commesso leggerezze, o errori, ma proprio questo innocente popolo di Dio. Si parla di inchieste in corso da parte della magistratura; ben vengano, così si saprà se le cose stanno veramente come viene affermato, si potranno appurare eventuali responsabilità mie, dei miei predecessori, di chi ha amministrato in questi ultimi vent’anni come economo, direttore dell’ufficio amministrativo e legale rappresentante della diocesi” dice ancora Lupi.

“Le accuse formulate, almeno come ci sono giunte attraverso gli organi di stampa, le soffriamo come profondamente ingiuste e false. Questa sofferenza ci impedisce di entrare in polemica attraverso la comunicazione pubblica perché non è il luogo in cui speriamo di poter riconoscere e comunicare la verità circa i temi sollevati. Il mio primo pensiero va a tutte le persone che possono essere scandalizzate da queste affermazioni e da questa visione di Chiesa e a tutti i sacerdoti che, fedeli al loro servizio si sono sempre prodigati con generosità nel loro lavoro pastorale per dire loro: coraggio, non demoralizziamoci. Il Signore che è fedele ci usi misericordia e ci sostenga nel nostro camminino” conclude il Vescovo.
 
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Curia, business sotto inchiesta
06 maggio 2010
| Marco Menduni

Don Carlo Rebagliati

Quando don Carlo Rebagliati, lo scorso primo aprile, ha varcato il portone del palazzo di giustizia, a tutto ha pensato fuorché a uno scherzo. Pensava di dover raccontare il suo passato accanto a don Nello Giraudo, indagato per molestie su ragazzini (oltre ai primi cinque accusatori, proprio negli ultimi giorni se ne sono aggiunti altri tre), e ai segnali che aveva inviato riservatamente alla Curia sul «comportamento anomalo» di quel sacerdote.

Per i magistrati è stata invece una formidabile occasione d’indagine sui business della Curia. Perché don Carlo è stato per vent’anni l’economo della chiesa savonese. L’uomo che sa tutto dei conti. Che sa tutto, in particolar modo, sulle operazioni immobiliari. E così sotto la lente d’ingrandimento dei pm, che già stavano scavando in alcuni interventi segnalati come sospetti, sono finiti tutti gli “affari” che hanno caratterizzato un arco temporale di vent’anni.

Per cinque ore don Carlo è stato davanti ai pm. Una domanda dopo l’altra. Sulla gestione del patrimonio, sugli investimenti immobiliari, sulla partecipazione a gare d’appalto da parte di cooperative “bianche" legate a doppio filo alla Curia. Ancora: su com’è stato gestito il flusso di denaro e di finanziamenti. Persino sull’ipotesi, adombrata dagli inquirenti, che i flussi di denaro venissero in qualche modo “diretti”. Per salvare l’attività di imprese considerate più amiche trascurando i pagamenti verso le realtà meno connesse e vicine alla stessa Curia.

Si è parlato anche dell’attività di alcune coop di cui don Carlo è stato presidente. Nate per offrire un lavoro ai più bisognosi, ha spiegato il sacerdote. Imprese che poi hanno iniziato a camminare sulle loro gambe, nel settore dell'edilizia, della ristorazione, degli stabilimenti balneari. Attività, ha assicurato don Rebagliati, autonome e separate dalla Curia. Ma i cui destini invece paiono intrecciarsi con i conti, sempre traballanti, della Diocesi savonesi.

Ed è così che i pm sono trasaliti di fronte al fragilissimo e vulnerabilissimo sistema di controllo del viavai di denaro transitato, per decenni, intorno alla Curia. A spese, come quella per il restauro di alcune chiese, lievitate all’improvviso e senza apparente ragione.

Ma i magistrati hanno voluto veder chiaro anche su un’operazione tra le più redditizie, ma anche discusse, degli ultimi anni. Come il restyling delle Colonie Bergamasche, la riqualificazione del complesso affacciato sull’Aurelia a Celle: 13 mila metri quadrati di edifici e 70 mila di parco. Dall’ottobre dello scorso anno la struttura è passata a un nuovo proprietario. Un’operazione immobiliare da 23 milioni di euro. Della società Punta dell’Olmo Spa, la cui maggioranza (il 51 per cento) è detenuta dall’Istituto diocesano per il sostentamento del Clero. Anche su questa vicenda i magistrati hanno chiesto a don Carlo chiarimenti, dettagli, conti. Passando al microscopio ogni movimento. E dando il via poi, dalle parole di don Rebagliati, a nuovi accertamenti.
 
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Chiesa & mattone, il vescovo: sono esterrefatto
06 maggio 2010

«Sono rimasto esterrefatto dalle affermazioni contenute negli articoli de `Il Secolo XIX´ di questi ultimi giorni e dall’immagine di Chiesa locale che ne consegue. Lo stesso sconcerto mi hanno espresso i numerosi sacerdoti e laici che mi hanno telefonato manifestandomi il loro dolore e la loro solidarietà».

Inizia così una nota del vescovo di Savona Vittorio Lupi riferita ad articoli su una indagine della Procura della Repubblica su una serie di operazioni immobiliari eseguite da società vicine alla curia. «Le accuse formulate, almeno come ci sono giunte attraverso gli organi di stampa, le soffriamo come profondamente ingiuste e false - ha aggiunto il vescovo -. Questa sofferenza ci impedisce di entrare in polemica attraverso la comunicazione pubblica perché non è il luogo in cui speriamo di poter riconoscere e comunicare la verità circa i temi sollevati. Il mio primo pensiero va a tutte le persone che possono essere scandalizzate da queste affermazioni».

«Quello che mi preoccupa - ha scritto ancora mons. Lupi - è proprio questa immagine della Chiesa che è stata così incredibilmente infangata e distorta agli occhi delle tante persone che in essa sono cresciute, in essa hanno creduto, di essa si sono fidate e tutt’ora si fidano».

«Si parla di inchieste in corso da parte della magistratura - ha detto ancora il sacerdote -; ben vengano, così si saprà se le cose stanno veramente come viene affermato, si potranno appurare eventuali responsabilità mie, dei miei predecessori, di chi ha amministrato in questi ultimi vent’anni come economo, direttore dell’ufficio amministrativo e legale rappresentante della diocesi».

La vicenda raccontata da Il Secolo XIX oggi in edicola parte dall’inchiesta che coinvolse Nello Giraudo, sacerdote indagato per una lunga serie di abusi su ragazzini e adolescenti.

A palazzo di giustizia viene convocato don Carlo Rebagliati, il sacerdote che, già in passato, diede l’allarme alla Diocesi segnalando i «comportamenti anomali» di Giraudo.

Per cinque ore don Rebagliati viene interrogato. Racconta tutto. Irregolarità, pasticci contabili, giri di denaro. I pm pronunciano anche due parole: tangenti e mazzette. Non si sa quale sia la risposta di Rebagliati, seppellita dal segreto e dalla sua riservatezza: «I pm sanno tutto, io non posso rivelare i contenuti dell’interrogatorio».
 
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http://www.ivg.it/2010/05/07/pedofilia-zan...caso-esemplare/

07 maggio 2010 delle ore 16:39

Pedofilia, Zanardi torna all’attacco: “A Savona si è aperto un caso esemplare”

Savona. Francesco Zanardi, dopo che Monsignor Lupi ha deciso di rompere, almeno in parte, il silenzio della Diocesi, è voluto tornare sull’argomento dei preti pedofili nella Curia di Savona: “Finalmente dopo giorni di assordante silenzio si pronuncia Mons. Vittorio Lupi, il quale attacca i giornali per tutto questo scandalo, scandalo che però, almeno la parte che riguarda me è vera, ma la curia nega”.

“Viene detto che si vogliono infangare i sacerdoti, ma non è vero, ho sempre difeso i sacerdoti, denuncio da anni le violenze subite da uno di loro alle più alte cariche ecclesiastiche, sono loro che non sono intervenute e continuano a non intervenire, neppure adesso, davanti all’evidenza” prosegue Zanardi che aggiunge: “A Savona si è aperta una grande indagine nell’ambito ecclesiastico che va da più di due casi di pedofilia di cui sono vittima in prima persona, a contestati movimenti di danaro. Un caso credo esemplare, che ha sfondato le porte dell’omertà da parte di sacerdoti e dei laici che si sono esposti direttamente in prima persona, per dire basta”.

“Qui nessuno vuole ‘Colpire il popolo di Dio’, ma i complici del male che hanno coperto per anni questa vergognosa barbaria ed ora continuando a negare e gridano al lupo, anzichè sostenere le vittime. Come mai i Vescovi hanno tanta difficoltà a rivolgersi alla magistratura? Come mai il prete che ho accusato non ha un avvocato? Sarà mica dovuto ad una interpretazione del canone 1288 del codice di diritto canonico?” conclude Francesco Zanardi.

Intento l’omosessuale savonese ha organizzato un volantinaggio davanti al Duomo di Savona che, probabilmente, si svolgerà nella giornata di domenica. Insomma sembra proprio che Zanardi sia deciso a portare avanti la sua battaglia senza nessuna esitazione.
 
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www.savonanews.it/it/internal.php?news_code=75631

Savona: chiesa e pedofilia, lettera choc di don Lupino

Lettera choc a Il Letimbro del teologo e parroco di San Dalmazio in Lavagnola don Giovanni Lupino. Il sacerdote è pronto a raccontare ai magistrati le circostanze in cui si suicidarono due seminaristi. Ha raccontato di aver denunciato più volte abusi, ma i superiori non avrebbero mai preso alcun provvedimento. Prosegue intanto l’inchiesta della Procura della Repubblica sulle operazioni finanziarie della Curia, per ora però non si hanno notizie di indagati.


r.c.

Sabato 08 Maggio 2010 ore 07:56
 
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