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Preti pedofili e malversazioni nella diocesi di Savona, Ratzinger e Vescovi sotto accusa. Spretati don Nello Giraudo e don Giorgio Barbacini.

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GalileoGalilei
view post Posted on 8/2/2014, 14:52 by: GalileoGalilei
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http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2014/02...si_savona.shtml


Pedofilia, gli occhi del Papa sulla Diocesi di Savona
febbraio 8, 2014 - Preti Pedofili - Tagged: chiesa, curia, diocesi di savona, diocesi savona noli, Joseph Ratzinger, minori, papa, papa francesco, pedofilia, preti pedofili, ratzinger, sacerdoti, savona, vaticano - 1 commenti
luisa bonello


Savona - Il “dossier pedofilia” della diocesi di Savona arriva nelle mani di Papa Francesco. A consegnarlo direttamente al pontefice, un medico della cittadina ligure, Luisa Bonello, ex ministro dell’Eucarestia e catechista, strettamente legata agli ambienti cattolici, che di recente ha assunto una posizione critica verso la chiesa, delusa dalla mancata assunzione di responsabilità e di concreti provvedimenti da parte della Curia savonese nei confronti dei preti pedofili. La Bonello ha portato i casi savonesi a Roma, sulla scrivania di Papa Francesco. Che, sul tema, è stato molto chiaro invitando alla massima trasparenzatutti i vescovi italiani. Quella trasparenza che è mancata a Savona, come emerso dagli stessi documenti che la magistratura savonese fece acquisire, perquisendo la cassaforte della diocesi, e sequestrando i carteggi dei vescovi con Joseph Ratzinger, contenenti precise indicazioni che invitavano a occultare le responsabilità dei sacerdoti che avevano compiuto abusi sui minori nel savonese.




Vicende gravi, oggi a disposizione nei dettagli del Vaticano. «Di recente sono stata tre giorni a Roma, in Vaticano, nella residenza di Santa Marta, dove risiede il Papa – racconta la dottoressa savonese. – Stufa di vedere la mia diocesi tradita dai suoi stessi ministri, ho chiesto un incontro per riferire e testimoniare sulla delicata vicenda». Tre giornate intense nel corso delle quali la Bonello ha incontrato un alto prelato e ha avuto occasione di parlare con il Pontefice diverse volte. «Durante il viaggio – dice - ho consegnato il dossier che ho messo insieme in questi anni relativo alla vicenda savonese. Sentenze della magistratura, lettere, testimonianze scritte da cui si evince con chiarezza l’omertà dei vari vescovi che si sono succeduti nella diocesi».

Le accuse della Bonello sono estremamente gravi nei confronti di tutta la curia ma, soprattutto, nei confronti dell’attuale vescovo Vittorio Lupi. «Tutto è cominciato per caso, quando due miei pazienti si sono aperti con me e mi hanno rivelato di essere stati abusati da sacerdoti della nostra diocesi – racconta. – Ho cercato di approfondire le vicende e, purtroppo, si è aperta anche per me una pagina estremamente dolorosa della storia della nostra chiesa. Ingenuamente, ho riferito a monsignor Lupi tutto quello che sapevo, certa che sarebbe intervenuto immediatamente. Nulla. Lui si informava, mi interrogava ripetutamente e insistentemente cercando di capire che cosa sapevo e che cosa riferivano le vittime. Alla lunga sono giunta a una conclusione dolorosa: il mio vescovo sapeva tutto e mi stava usando. Voleva sapere sino a che punto io e i laici potevamo conoscere le vicende che, peraltro, lui stesso conosceva già benissimo». Secondo la Bonello l’atteggiamento del vescovo nei suoi confronti cambia proprio quando, da fedelissima della curia savonese, si trasforma in una “pentita” affamata di verità. «Ero Ministro dell’Eucarestia e somministravo la Comunione ai malati – dice la Bonello – e mi è stato revocato il mandato. Mi è stato anche impedito di frequentare il mio padre spirituale, Don Nino Majo, che è venuto involontariamente a contatto con le vicende della pedofilia essendo figura guida di don Nello Giraudo, condannato per pedofilia nel 2012, e di don Pietro Pinetto, i cui casi sono risultati reali ma prescritti. Che non sia questo il motivo per cui sono stata allontanata dal sacerdote: per il rischio, cioè, che venissi a conoscenza di altre, gravi, realtà che si sono verificate nella nostra diocesi?». Durissima la reazione di monsignor Lupi. «Non intendo commentare le falsità riferite da una donna che agisce per vendetta – le parole del vescovo. – Una persona vendicativa che, per via della revoca del Ministero eucaristico, ha tirato fuori delle menzogne contro la nostra Chiesa».

http://retelabuso.org/il-vescovo-sapeva-dei-preti-pedofili/

SAVONA: “Il vescovo sapeva dei preti pedofili”
febbraio 8, 2014 - Preti Pedofili - Tagged: andrea giusto, antonio ferri, chiesa, curia, diocesi di savona, diocesi savona noli, papa, papa francesco, pedofilia, preti pedofili, savona, Silvia Campese, vaticano, vescovo, vittorio lupi - 8 commenti
normal_lupi2 LA COLLABORATRICE DELLA CHIESA ACCUSA: “USATA PER SPIARE LE VITTIME DEGLI ABUSI”

Di Silvia Campese IL SECOLO XIX 08-02-14

Nuovo scandalo per la diocesi savonese. A scatenare la bomba, questa volta, un medico piuttosto noto in città, Luisa Bonello, cattolica impegnata, che ha consegnato direttamente in Vaticano, nelle mani di Papa Francesco, il dossier relativo alla vicenda “pedofilia savonese”. Sentenze e documenti della magistratura, lettere a firma dei vescovi, testimonianze delle vittime. Non solo. In un’intervista rilasciata a Il Secolo XIX, la Bonello ha pesantemente criticato l’operato del vescovo Vittorio Lupi arrivando a sostenere di essere stata usata dalla curia per riferire informazioni riferite dalle vittime, alcune in cura da lei come pazienti. Accuse a cui il vescovo Lupi ha risposto con durezza definendo falsità tali affermazioni e parlando di «vendetta personale a seguito della revoca del Ministero dell’Eucarestia». E ha aggiunto: «Non intendo rispondere alle falsità di una persona che, ai miei occhi, non ha il minimo credito», il commento del Monsignore. Ma le affermazioni del medico savonese, riportate nell’intervista pubblicata di seguito, aprono nuove ombre sulla diocesi.

luisa Dottoressa Bonello, perché è andata in Vaticano e ha voluto consegnare di persona il materiale riguardante la pedofilia nella nostra diocesi?

Perché ero stufa di vedere la mia Chiesa, la mia Diocesi ridotte così.

Che cosa è accaduto durante quei giorni?

Sono stata tre giorni in Vaticano, a Santa Marta, nella residenza di Papa Francesco, e ho incontrato ripetutamente il Papa. Si mangiava insieme, nella stessa stanza. Al tavolo mi è capitato di essere accanto all’ex vescovo di Savona, il cardinale Domenico Calcagno, mentre ho incontrato un alto concittadino, il fratello di don Giuseppe Militello, organista, oggi assunto in Vaticano.

Quale materiale ha consegnato?

Tutti i documenti di cui ero in possesso e dove si evince con chiarezza l’omertà dei vari vescovi che si sono succeduti, le responsabilità dei preti pedofili, con i riscontri legali della magistratura e le testimonianze delle vittime. Mi è stato assicurato che tutto il materiale verrà consegnato alla Commissione antipedofilia del Vaticano.

Vedremo presto i risultati?

Presto non lo so, perché la Commissione si occupa dei reati di pedofilia compiuti in tutto il mondo. Molti, purtroppo. Spero, però, il prima possibile, anche perché è urgente un intervento per salvare la nostra diocesi.

Perché ha deciso di parlare proprio ora?

Perché soltanto di recente ho preso coscienza del fatto che il Vescovo mi usava. Mi usava per sapere che cosa sapevo della vicenda pedofilia. Mi chiedeva di riferirgli tutte le notizie, tutte le informazioni di cui ero venuta a conoscenza dalle vittime. Ma lui sapeva già benissimo tutto. Era omertoso. Pensavo, riferendo a lui, di prestare un servizio alla mia Chiesa al fine di combattere l’orrore della pedofilia. Purtroppo, però, il suo fine non era quello.

Si è rivolta mai a qualche altro prelato ligure?

Visto che dal Vescovo non ottenevo riscontri, ho mandato una lettera a Cardinale Bagnasco contenenti le stesse informazioni che avevo già riferito a Lupi. Dicendo che, nella mia diocesi, invece di ricevere un aiuto nella battaglia, ho trovato soltanto omertà. Tali concetti sono stati riferiti al Vescovo Lupi.


I suoi rapporti con il vescovo sono, di recente, cambiati in modo negativo.

Da quando ho iniziato a occuparmi in modo approfondito della vicenda pedofilia, Monsignore ha iniziato a colpirmi negli affetti più cari. Prima di tutto mi è stato revocato il ministero della somministrazione dell’Eucarestia. Era una cosa a cui tenevo profondamente portando conforto ai miei pazienti in ospedale, spesso in gravi condizioni di dolore. Ma non è tutto. Mi ha allontanato dal mio padre spirituale, Don Nino Maio, a cui ero legata da una profonda amicizia oltre ad essere il suo medico personale


Perché il Vescovo avrebbe dovuto agire in questo modo?

È difficile dirlo. Questo è un pensiero mio non suffragato da nulla, ma che mi sento di riferire. Don Nino Maio è stato molto vicino a due preti responsabili di abusi sui minori. Era padre spirituale di Don Nello Giraudo e ha sostenuto per due anni don Pinetto aiutandolo a inserirsi nella comunità di Celle Ligure dove è parroco.

Ha motivi di pensare che Don Maio sia a conoscenza di aspetti inediti relativi alla pedofilia nella chiesa savonese?

Sì, credo di sì. E penso anche che sia questo il motivo per cui il vescovo mi ha allontanato con provvedimenti così severi dal sacerdote.

Dottoressa, lei ha conosciuto direttamente vittime di pedofilia clericale?

Sì. Due, in particolare, sono miei pazienti.

Queste persone hanno le hanno mai riferito di avere denunciato i sacerdoti e di avere cercato di rompere il muro dell’omertà?

La vittima più adulta, un uomo sessantenne, non ha mai fatto in pubblico il nome del suo abusatore, che peraltro oggi non è più vivo. La sua vita, però, è stata segnata in modo devastante, tanto che ancora oggi entra e esce dalla Psichiatria. Poi c’è un ragazzo giovane, oggi trentacinquenne, che non è mai riuscito è riuscito a ricostruirsi davvero una vita.

Ha riferito di questo ragazzo al vescovo?

Si, di questa persona si.

E il vescovo?

Mi stava a sentire ma non ha mai fatto niente. Pur sapendo da anni cosa stava succedendo.
 
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