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Preti pedofili e malversazioni nella diocesi di Savona, Ratzinger e Vescovi sotto accusa. Spretati don Nello Giraudo e don Giorgio Barbacini.

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GalileoGalilei
view post Posted on 20/10/2010, 09:32 by: GalileoGalilei
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http://www.ilsecoloxix.it/p/savona/2010/10...mo_capire.shtml

«Briano? Dovevamo capire e fermarlo prima»
19 ottobre 2010
| Alessandro Ponte
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Parla don Carlo Rebagliati, ex economo della diocesi savonese, per anni impegnato nelle realtà degli scout cittadini insieme a Franco Briano, il collaboratore della parrocchia di San Dalmazio a Lavagnola, che ha confessato di aver abusato di bambini e ragazzi appena adolescenti durante la sua carriera di capo scout

Don Rebagliati era a Spotorno con l’ex capo scout. E con don Nello

«Sono amareggiato per tre motivi: in primo luogo non siamo psicologi di professione e non abbiamo capito cosa stesse facendo Briano. Nessuno poi ha fatto trasparire il disagio in tempo utile per fermarlo, e questo è il vero dramma. Infine, vedendo le famiglie avere tanta fiducia in quell’uomo, non ho mai immaginato che cosa nascondesse».

È questo il cruccio di don Carlo Rebagliati, ex economo della diocesi savonese, per anni impegnato nelle realtà degli scout cittadini insieme a Franco Briano, il collaboratore della parrocchia di San Dalmazio a Lavagnola, che ha confessato di aver abusato di bambini e ragazzi appena adolescenti durante la sua carriera di capo scout, fino al 1996.

Don Rebagliati, chi era Franco Briano?

«Franco Briano era un collaboratore serio, competente. Il suo servizio formativo all’interno delle realtà della curia era ineccepibile. La sua correttezza, o meglio, quella che dimostrava, emergeva anche negli incontri sull’approfondimento delle linee educative che facevamo in parrocchia. Non ci sono mai stato, però, in vacanza insieme».

Briano era anche molto stimato dalle famiglie, non è così?

«Certo. E col senno di poi qualcosa ti porta a riflettere. Era proprio la stima delle famiglie che Briano cercava e della quale poi approfittava. Ricordo che Briano faceva molta amicizia con le famiglie dei bambini. Era un suo modo, quindi, di conquistare la fiducia. Veniva invitato a cene, veniva cercato assiduamente. Quando la sua figura diventava importante nessuno aveva nulla da dire se chiedeva di portare i loro figli in vacanza».

E nessuno si è mai accorto di niente?

«Io di sicuro non ho mai avuto il modo di dubitare. Quando ho letto della sua confessione sono totalmente caduto dalle nuvole, come tutti credo. Franco Briano l’ho conosciuto nel 1975 durante l’esperienza con gli scout del Valloria, il gruppo di don Mario Damonte. Se mio avessero mai chiesto di dubitare di un uomo come lui avrei senza esitazione risposto che non potevo farlo».

Quindi Briano ha iniziato la sua “carriera” come collaboratore e scout nel 1975?

«Si. Nel 1975 ha iniziato a collaborare con la parrocchia di Valloria. Avevamo un bel gruppo di scout e lui era uno dei capi. Era anche molto bravo a gestire i rapporti con i genitori. Nel 1981 io sono stato trasferito nella parrocchia di Spotorno e per due anni non ho più collaborato con lui. Nel 1983 poi, quando abbiamo fondato il gruppo di Spotorno, abbiamo chiamato anche Briano, anche perchè il centro di Valloria, mal visto da don Damonte, era stato chiuso».

C’era anche don Nello Giraudo a Spotorno, vero?

«Si è così, c’era anche Giraudo, che prete non lo è più. È proprio con lui che abbiamo fondato il gruppo. I parrocchiani chiedevano sempre il perchè non esistesse una realtà scout nel paese. Così con molta fatica l’abbiamo costruita. Giraudo aveva, come me, molta esperienza in materia. È stata dura ma abbiamo messo insieme un buon gruppo. E con noi è tornato a collaborare Briano che era molto bravo».

E anche di Giraudo, che è stato accusato da Francesco Zanardi e ritenuto colpevole di abusi sessuali su minorenni, si è mai accorto di niente?

«Giraudo e Briano avevano instaurato con me un rapporto di massima stima. Erano molto competenti. Sapevano rivolgersi anche ai genitori meglio di quanto abbia mai fatto io. Non potevo immaginare cosa si nascondesse nelle loro menti. Non potevo proprio prevedere cosa, in realtà, facessero. Loro si sono sempre dimostrati affidabili ed io, purtroppo dico ora, non sono mai andato a vedere dove dormissero e con chi».

Dopo l’avventura di Spotorno, lei dove si è trasferito? E Briano?

«Dopo l’avventura di Spotorno io sono stato trasferito all’economato e non mi sono più occupato di scout. Briano invece ha passato un periodo, circa dal 1985, presso la parrocchia di Quiliano come collaboratore ed infine a Lavagnola, ma al di fuori del mondo scout, è stato collaboratore fisso e si occupava anche di amministrazione».

Eppure, nonostante avesse abbandonato la carriera degli scout, ha continuato sempre ad abusare dei bambini.

«Ho già spiegato che Franco Briano aveva un gran talento nel conquistarsi la fiducia delle famiglie. Si dimostrava affabile, gentile, premuroso. Entrava, in qualche modo, a far parte dei nuclei familiari e poi portava i bambini in vacanza facendo quello che ha lui stesso dichiarato. In questo meccanismo, il fatto che fosse scout o meno, che collaborasse con la parrocchia o meno, non c’entra. Lui agiva così e si organizzava per i fatti suoi. Si doveva scoprire prima una cosa del genere».

Sa che nell’inchiesta sugli abusi aperta dalla Procura, la diocesi savonese resta nel mirino e potrebbero essere ascoltati altri tre parroci e diversi volontari dei centri parrocchiali?

«Non mi stupisco più di nulla. Io ho sempre guardato, nelle persone, il lato buono. Ora sto imparando a cambiare. Aspettiamo i risvolti dell’inchiesta e vediamo».
 
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