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Preti pedofili e malversazioni nella diocesi di Savona, Ratzinger e Vescovi sotto accusa. Spretati don Nello Giraudo e don Giorgio Barbacini.

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GalileoGalilei
view post Posted on 1/10/2010, 08:59 by: GalileoGalilei
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Don Nello Giraudo non è più prete.

Ridotto allo stato laicale


http://www.savonanews.it/2010/10/01/leggi-...-polemiche.html

venerdì 01 ottobre, 06:53
La chiesa e la pedofilia, il vescovo "Basta inutili polemiche"
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Il numero uno della Diocesi di Savona Noli intervistato dal Letimbro invita a superare la conflittualità che ha segnato recentemente la chiesa locale



“Penso che occorra impegnarsi di più e che certe polemiche, come quelle recenti nella nostra diocesi, non giovino a nulla, danneggiando inutilmente l’immagine della chiesa locale”. Parlando del problema della carenza di vocazioni nella diocesi, il vescovo, in un’intervista che compare sul “Letimbro” di ottobre, invita a superare la conflittualità che ha segnato recentemente la chiesa locale. E, rispondendo ad una domanda specifica, dà ufficialità ad una notizia finora non divulgata: “Sono stato accusato di aver coperto o di non aver fatto abbastanza ma, in coscienza, penso di aver agito correttamente nel rispetto delle persone. Riguardo alla vicenda di don Nello Giraudo (il sacerdote accusato di pedofilia, n.d.r.), la richiesta di riduzione allo stato laicale è stata concordata fra me e lui come prospettiva già nel luglio del 2009 e si è concretizzata nei mesi successivi. Da non molto Nello Giraudo ha ottenuto dalla Santa Sede la dispensa dallo stato clericale e quindi non può più presentarsi come prete né esercitare il ministero. Per ciò che concerne l’aspetto giudiziario, la diocesi attende con serenità e nella piena collaborazione l’esito delle indagini condotte dalla Magistratura su questa vicenda e sulle altre questioni sollevate da chi si è presentato a fare denunce”.

Nell’intervista monsignor Lupi analizza vari aspetti del cammino della diocesi: il piano pastorale, la nuova esperienza di cooperazione missionaria con Cuba (“Sottolineo che non si tratta del ‘pallino’ di una persona ma di una decisione maturata in Consiglio presbiterale: è una chiesa che si prende carico di annunciare il Vangelo in un terra dove per un cinquantennio non è stato possibile”), la crisi delle vocazioni e la realtà del Seminario. Circa la visita pastorale alle parrocchie precisa: “Ho sempre amato, quand’ero parroco, l’immediatezza dell’incontro con la gente e vorrei riviverla da vescovo. Inoltre desidero conoscere da vicino la situazione delle parrocchie, per dare suggerimenti su come migliorare negli aspetti carenti e valorizzare quanto di buono già si fa. M’interessa molto il rapporto con i laici, che non sono oggetti ma soggetti della pastorale: occorre stimolarne la sensibilità e la creatività. Sì, uno dei punti forti della visita sarà la promozione di un laicato responsabile”.

Nell’intervista il presule getta uno sguardo anche agli aspetti civili del territorio. Riguardo al fiorire di centri commerciali, confessa “di essere meravigliato e mi chiedo: come potranno convivere tutti questi colossi insieme? Esiste un bacino d’utenza adeguato? Certamente i grandi centri commerciali si faranno una ‘guerra’ spietata e ciò non sarà un bene per nessuno, a parte i consumatori. I piccoli esercenti, poi, andranno in ulteriore crisi. Non riesco ad immaginare che, in questo panorama, tutti possano prosperare”.

Giudizio positivo, invece, sul nuovo progetto del porto alla Margonara: “Da profano del settore mi pare che una progettazione meno impattante sull’ambiente sia più funzionale. Devo ammettere che la torre di Fuksas non mi piaceva proprio. Spero che, se si realizzerà il progetto del porticciolo, ciò rappresenti un miglioramento del paesaggio della costa, dall’ex terminal Miramare verso Albissola”. Uno sguardo, infine, sul volto meno visibile della città: “Quello della povertà - risponde il vescovo - è un problema di cui non deve farsi carico solo la Caritas con i suoi servizi molto ben organizzati. E’ la città che deve coinvolgersi, che non deve avere un volto escludente. Le risposte ai drammi dell’indigenza vanno trovate insieme, proprio perché non si verifichino situazioni limite come quelle che sono state scoperte recentemente”.

www.savona.chiesacattolica.it/pls/s...id_pagina=23008

Il vescovo: "Basta polemiche inutili" versione testuale
di Angelo Magnano

Terzo giro di boa per monsignor Vittorio Lupi alla guida della diocesi di Savona-Noli. Un anno, quello che si apre dopo la pausa estiva, impegnativo e segnato da appuntamenti importanti come la prima visita pastorale alle parrocchie. Un buon motivo per intervistare il vescovo a trecentosessanta gradi.

Cominciamo da un bel ricordo: il Convegno diocesano del 2009. Cosa è rimasto di quell’intenso momento di chiesa? Quali scelte pastorali pensa che debbano segnare il prossimo cammino della diocesi?

"Il riferimento resta il documento scaturito dal Convegno, Il Vangelo un tesoro da condividere. Questo tesoro anzitutto va posseduto bene, occorre formarsi per essere annunciatori di Cristo. Con il Consiglio pastorale, che sta lavorando bene, abbiamo individuato due filoni principali, la Parola di Dio e l’attenzione al mondo, alla società civile. Noi crediamo in un Dio incarnato nella umanità di Gesù, e ciò significa che per portare il Vangelo all’uomo d’oggi occorre ascoltare bene la realtà, conoscere le persone a cui ci si rivolge. Le linee elaborate dal Consiglio pastorale ora devono trovare attuazione nelle realtà ecclesiali di base, diventare scelte ed esperienze concrete. Certo, stiamo scontando una partenza difficile, siamo in ritardo con i tempi ed infatti non si è riusciti a programmare momenti diocesani forti ad eccezione della veglia missionaria. Però è positivo che abbiamo ripreso a vederci fra uffici di Curia e spero che si realizzi una fruttuosa convergenza fra sensibilità diverse per il bene della nostra chiesa".

Ha accennato alla veglia missionaria, che vedrà il mandato a don Michele Farina in partenza per Cuba. Lei come "interpreta" questa nuova esperienza missionaria della diocesi?

"Se è vero che il Vangelo è un tesoro da condividere con tutti, mi fa piacere che un nostro sacerdote senta questo desiderio e lo concretizzi. Sottolineo che non si tratta del ‘pallino’ di una persona ma di una decisione maturata in Consiglio presbiterale: è una chiesa che si prende carico di annunciare il Vangelo in un terra dove per un cinquantennio non è stato possibile. La missione a Cuba, inoltre, è già partita molto bene con le diocesi di Genova e Chiavari e i cubani stanno rispondendo in modo confortante, dando vita a comunità gioiose, dove il Vangelo attecchisce ed aiuta ad impostare l’esistenza. La nostra fede può rafforzarsi dall’incontro con la chiesa cubana, è un’occasione importante per la nostra diocesi di condividere la gioia evangelica".

Il consueto mugugno savonese: abbiamo pochi preti, perché mandarne uno a Cuba? Cosa risponde?

"Non possiamo agire con piccineria davanti al Signore che è generoso con noi. E forse la carenza di vocazioni può dipendere dalla nostra grettezza e mancanza di gioia. Don Michele andrà incontro ad una vita non facile, senza troppe comodità, ma certamente degna di essere vissuta perché spesa nell’essenzialità e nella gioia. E mi auguro che la sua scelta possa suscitare nuove vocazioni".

Parlando di vocazioni è inevitabile pensare al nostro Seminario, che sta attraversando una stagione non facile. Che dire?

"Attualmente i seminaristi sono quattro, ma per tre di loro il cammino maturerà presto nelle tappe verso l’ordinazione. Quindi il futuro non si prospetta roseo. Il problema vocazionale è serio in tutta Italia, a Savona forse più che altrove. Penso che occorra impegnarsi di più e che certe polemiche, come quelle recenti nella nostra diocesi, non giovino a nulla, danneggiando inutilmente l’immagine della chiesa locale. Se i giovani incontrano preti entusiasti, gioiosi, convinti dell’annuncio, potranno trovare motivazioni verso una scelta sacerdotale. Non accetto però il discorso: siamo in pochi, chiudiamoci fra noi. Bisogna andare in mare aperto, aprire gli orizzonti come nella missione a Cuba. Per promuovere un’animazione vocazionale in diocesi ritengo necessari la preghiera, da viversi nelle varie realtà ecclesiali, e gli incontri con i giovani per richiamarli all’importanza di rispondere ad una chiamata e di interrogarsi sul senso della propria vita. Esiste già un Centro diocesano vocazioni, con persone che vi lavorano, ma vorrei formalizzzare la nomina di un responsabile".

Ha accennato alle recenti polemiche che hanno segnato dolorosamente la vita della diocesi. Quale è la situazione attuale?

"Sono stato accusato di aver coperto o di non aver fatto abbastanza ma, in coscienza, penso di aver agito correttamente nel rispetto delle persone. Riguardo alla vicenda di don Nello Giraudo (il sacerdote accusato di pedofilia, n.d.r.), la richiesta di riduzione allo stato laicale è stata concordata fra me e lui come prospettiva già nel luglio del 2009 e si è concretizzata nei mesi successivi. Da non molto Nello Giraudo ha ottenuto dalla Santa Sede la dispensa dallo stato clericale e quindi non può più presentarsi come prete né esercitare il ministero. Per ciò che concerne l’aspetto giudiziario, la diocesi attende con serenità e nella piena collaborazione l’esito delle indagini condotte dalla Magistratura su questa vicenda e sulle altre questioni sollevate da chi si è presentato a fare denunce".

Tornando alla vita diocesana, quest’anno si caratterizza per l’inizio della visita pastorale. Cosa si aspetta? E quali messaggi intende proporre alle parrocchie?

"Desidero anzitutto che sia ben ordinato l’aspetto ‘burocratico’ - registri, inventario delle proprietà e via dicendo - perché questi aspetti devono essere molto chiari. Però questa sarà materia della pre-visita. Invece dalla visita vera e propria, che inizierà in gennaio, mi aspetto che favorisca un autentico incontro del vescovo con le persone. Ho sempre amato, quand’ero parroco, l’immediatezza dell’incontro con la gente e vorrei riviverla da vescovo. Inoltre desidero conoscere da vicino la situazione delle parrocchie, per dare suggerimenti su come migliorare negli aspetti carenti e valorizzare quanto di buono già si fa. M’interessa molto il rapporto con i laici, che non sono oggetti ma soggetti della pastorale: occorre stimolarne la sensibilità e la creatività. Sì, uno dei punti forti della visita sarà la promozione di un laicato responsabile. Inoltre vorrei incontrare le famiglie e i giovani, che vanno capiti nelle loro difficoltà a trovare prospettive in una società che li penalizza. E mi sta a cuore anche richiamare alla necessaria promozione delle vocazioni".

La visita pastorale servirà anche ad immaginare la futura "geografia" della diocesi, nella prospettiva di un numero più ridotto di parroci?

"Certamente, anche perché il futuro sarà più difficile ed occorrerà muoversi per tempo".

Uno sguardo agli aspetti civili del territorio. Cosa pensa del fiorire di centri commerciali, l’ultimo dei quali il Molo 8.44 a Vado?

"Confesso di essere meravigliato e mi chiedo: come potranno convivere tutti questi colossi insieme? Esiste un bacino d’utenza adeguato? Certamente i grandi centri commerciali si faranno una ‘guerra’ spietata e ciò non sarà un bene per nessuno, a parte i consumatori. I piccoli esercenti, poi, andranno in ulteriore crisi. Non riesco ad immaginare che, in questo panorama, tutti possano prosperare".

Sembra che, dopo la bocciatura della torre di Fuksas, si muovano le acque per il nuovo progetto del porticciolo della Margonara. Lei che idea si è fatto?

"Da profano del settore mi pare che una progettazione meno impattante sull’ambiente sia più funzionale. Devo ammettere che la torre di Fuksas non mi piaceva proprio. Spero che, se si realizzerà il progetto del porticciolo, ciò rappresenti un miglioramento del paesaggio della costa, dall’ex terminal Miramare verso Albissola".

Savona sta cercando di rifarsi un’immagine turistica e nel percorso storico-museale del centro storico un posto di rilievo dovrebbe averlo il Museo diocesano. Ma è un po’ che non se ne parla, come mai?

"La situazione è in stallo perché sono subentrati alcuni problemi economici: sono troppe le spese necessarie per allestire e mettere a norma un museo. Inoltre è da considerare anche la gestione di uno spazio espositivo del genere, cosa tutt’altro che facile. Per ora quindi siamo un po’ fermi, ma confido che gli ostacoli possano essere superati. So che il nuovo direttore dell’Ufficio diocesano per i beni culturali ecclesiastici, don Riccardo Di Gennaro, intende riprendere il discorso".

Concludiamo con i veri "invisibili" delle nostre città, i poveri. Ha fatto scalpore in questi giorni la scoperta di dormitori abusivi nel centro di Savona. Quale è il suo giudizio su questi temi?

"Quello della povertà è un problema di cui non deve farsi carico solo la Caritas con i suoi servizi molto ben organizzati. E’ la città che deve coinvolgersi, che non deve avere un volto escludente. Le risposte ai drammi dell’indigenza vanno trovate insieme, proprio perché non si verifichino situazioni limite come quelle che sono state scoperte recentemente. D’altra parte siamo di fronte allo specchio della nostra società: viene proposta una ricerca sfrenata del consumo che fa presa soprattutto sui ceti più deboli e culturalmente sprovveduti. Credo che sia perciò importante che ogni istituzione, civile ed ecclesiale, operi per educare le persone ad una responsabilità adulta: è la prima risposta da dare per sperare una società migliore".
Giovedi 30 Settembre 2010

Edited by GalileoGalilei - 1/10/2010, 18:38
 
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