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Padova. Don Paolo Spoladore e il figlio segreto., Il prete dal fatturato di 1,7 mln spretato dopo riconoscimento del tribunale

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view post Posted on 4/3/2010, 12:59
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http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...C4PO_MC403.html

La mamma è sparita

il mattino di Padova — 02 marzo 2010 pagina 16 sezione: CRONACA
Continua la «guerra» a distanza fra il prete indicato da una donna di essere il padre di suo figlio - che stando a quanto riportato dai giornali nei giorni scorsi potrebbe essere don Paolo Spoladore, 49 anni - e la mamma del ragazzino che ha circa otto anni. Dopo che il sito www.campiglia.it ha abolito i forum sulla vicenda (il gestore ha cambiato gli argomenti e impedisce agli utenti di ritornare sulla vicenda), e mentre don Paolo Spoladore continua a non parlare per scelta (nonostante la preghiera di far chiarezza da parte della diocesi), anche la donna sta piano piano sparendo. I link a suo nome sul web (compreso il profilo di Facebook), infatti, sono stati cancellati. Impossibile aprirli. E il nervosismo cresce: ieri mattina, la donna è stata avvicinata da un giornalista e lei per tutta risposta ha chiamato i carabinieri.

http://stage7.presstoday.com/_Standard/Articles/19022816

Il Mattino di Padova pag. 1
"paternità, la bella psicologa fa causa al prete"

Data: 04/03/10
Prima Pagina

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Pagina 1 - Prima Pagina Paternità, la bella psicologa fa causa al prete In tribunale il caso del religioso indicato come genitore, il test del Dna consegnato alla Curia PADOVA. Si preannuncia battaglia legale sulla relazione fra l’ex parroco di San Lazzaro Paolo Spoladore, alias «Don Rock», e la bella psicologa «Pimpy», dalla quale - secondo la donna - è conseguita la nascita di un bimbo, che ora ha sette anni e mezzo. La storia finirà in tribunale: la madre sta mettendo insieme i riscontri probatori, anche se il test del Dna che accerterebbe la paternità non potrà esibirlo perché non ha valore legale. La donna ha comunque mostrato alla Curia l’esito dell’esame cui il prete si sarebbe sottoposto, ma lui al vescovo ha negato tutto.
BORDIN A PAGINA 19


http://mattinopadova.gelocal.it/dettaglio/...ibunale/1878308

Il Mattino di Padova pag. 18
"la lite sulla paternità del figlio di donpa approda in tribunale - enzo bordin"

Data: 04/03/10
Cronaca Locale

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Pagina 19 - Cronaca La lite sulla paternità del figlio di «Donpa» approda in tribunale La psicologa Pimpy pronta alle vie legali e una ex adepta svela come don Paolo Spoladore «educava» le persone nei corsi ENZO BORDIN
Finita la guerra mediatica su forum di Campiglia.it, momentaneamente chiuso, si preannuncia una battaglia legale altrettanto serrata sulla presunta relazione d’amorosi sensi intercorsa tra l’ex parroco di San Lazzaro Paolo Spladore alias «don Rock» e la bella psicologa Pimpy, con la nascita di un bimbo che ora ha sette anni e mezzo. Una storia che a breve finirà in tribunale. La madre del minore, assistita dall’avvocatessa Maria Pia Rizzo, sta già raccogliendo una serie di riscontri probatori.
FALSE GENERALITÀ Per quanto concerne invece il test del Dna che accerterebbe la paternità di don Spoladore, si sono appresi ulteriori particolari. Quella comparazione genetica, pur se esaustiva a livello clinico, non ha valore legale. Da sola non basta a comprovare la paternità in sede giudiziaria, mancando dei requisiti di legge. Rappresenta tuttavia uno degli elementi di prova, dal momento che emerge una circostanza che potrebbe giocare a favore di Pimpy: anche se le generalità fornite dalla persona che si è sottoposta al test risultano false, la data di nascita corrisponde però a quella del «Donpa».
«DONPA» DAL VESCOVO. Intanto martedì pomeriggio la madre del minore, ricevuta da un alto prelato della curia vescovile, ha esibito la fotocopia del discusso test del Dna a cui si sarebbe sottoposto don Paolo sotto sembianze diverse, nonché alcune foto del bambino che evidenzierebbe tratti somatici simili al padre. Ma «Donpa», convocato dal vescovo Antonio Mattiazzo lunedì scorso, avrebbe negato ogni «congiunzione» con quella donna (ora quarantanovenne) conosciuta durante i corsi di formazione di autostima tenuti dallo stesso sacerdote. Davanti a quel suo diniego totale, le autorità diocesane preferiscono muoversi con cautela, in attesa degli eventi. Però esiste il pericolo che, scavando sui retroscena di questo feuilleton, vengano a galla altre storie sul sacerdote-musicista-scrittore fuori dagli schemi.
PARLA UN’EX ADEPTA. Per capirne di più sulla complessa personalità del sacerdote cantautore che riempiva ogni domenica la chiesa di San Lazzaro con diverse centinaia di fedeli alla messa «cantata» delle 11, abbiamo raccolto la sofferta testimonianza di Marina (nome di fantasia), una sua ex adepta che nel 2003 partecipò al corso di formazione promosso da «Donpa» a Vigonza e la cui iscrizione costa oggi 280 euro. «All’inizio eravamo un centinaio di persone. Fin dall’inizio don Paolo fu perentorio: spiegò che alcuni di noi avrebbero abbandonato il corso anzitempo, mentre altri si sarebbero messi a piangere nel vedersi contestare il loro operato nei confronti dei figli. E così avvenne. Per lui la colpa è sempre dei genitori, anche quando i ragazzi si ammalano. E la medicina resta soltanto l’ultima spiaggia, come ha cercato di far credere ad una ragazza di 25 anni affetta da neoplasia. Le disse che per guarire doveva leggere una preghiera dove perdonava i genitori per il male che le avevano procurato. Più che un sacerdote lo reputo un santone».
IN CANONICA. La nostra interlocutrice riferisce d’aver acquistato tre libri scritti da don Spoladore: «Non abbiate paura», «Tutti ti cercano» e «Come luce che sorge». Ma spiega che gli adepti potevano comprare anche candele o altri gadget in bella mostra all’ingresso della sala-conferenze. E svela un altro retroscena. «Don Paolo non teneva solo corsi di formazione. Su appuntamento, riceveva gli adepti in canonica a San Lazzaro. Erano per lo più suoi seguaci, invasati a tal punto da vederlo come un semidio. Conosco amici ed amiche che si sono talmente assimilati nel personaggio che usano le sue stesse frasi e assumono i suoi atteggiamenti. Un giorno la curia gli vietò quelle pratiche, essendo al corrente di ciò che argomentava e faceva. Allora telefonò alle persone in lista. I rendez vous vennero cancellati». Nel libro «Vita da via», don Spoladore tratteggia il suo religioso sentire. «Se il movimento della vita si ferma per qualsiasi motivo, in qualche modo inizia da qualche parte necrosi e morte. E’ la rabbia che ferma, è il perdono che muove».

Edited by GalileoGalilei - 4/3/2010, 16:29
 
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Il giallo

«Un faccia a faccia davanti al vescovo
o porterò don Spoladore in tribunale»

Ultimatum della donna che accusa il prelato di essere il padre di suo figlio



PADOVA - Non è più disposta ad aspettare la 49enne professionista della Bassa, che ha indicato in don Paolo Spoladore il padre del proprio figlio di sette anni e mezzo. La signora, che lunedì è stata ricevuta in curia da don Paolo Doni, vicario del vescovo Antonio Mattiazzo, avrebbe chiesto agli alti rappresentanti della diocesi di poter avere un confronto diretto con il sacerdote. La notizia si è appresa ieri da fonti vicine all'episcopato. La donna, inoltre, avrebbe fatto sapere che, nel caso il prete si rifiutasse di sostenere il faccia a faccia, sarebbe pronta a fare ricorso alle vie legali. Ossia ad esperire in tribunale l'azione di riconoscimento della paternità. E di fronte ad una tale presa di posizione, la diocesi si sarebbe riservata qualche giorno di tempo per studiare le possibili soluzioni.

Ciò che non facilita le cose, invece, è il silenzio di don Paolo Spoladore, che dal giorno della denuncia della donna - affidata alle pagine di un quotidiano locale e poi alla consulenza di una esperta legale - non ha ancora rilasciato alcuna dichiarazione. Il predicatore con la passione per la musica e per la comunicazione - attività queste che consentono al presbitero di introitare oltre 700mila euro l'anno, così come risulta dal bilancio della società che cura i suoi interessi (la Usiogope srl, ndr) - resta infatti irraggiungibile. L'unico pensiero attribuibile al sacerdote, sarebbe quello che l'interessato avrebbe affidato lunedì pomeriggio al vescovo: un pensiero di estraneità dalla vicenda e di non responsabilità nel caso di (presunta) paternità. Ma sul punto restano ovviamente molti aspetti oscuri.

Il «Donpa» a breve dovrebbe comunque uscire allo scoperto. Almeno con i suoi fedeli. Proprio domani, infatti, a Santa Maria di Sala, nel Veneziano, il sacerdote è atteso all'apertura di una nuova sessione dei corsi di spiritualità e comunicazione. Si tratta di corsi ambitissimi dai seguaci del 50enne prete padovano, che per partecipare alle lezioni del maestro sono disposti a pagare circa 240 euro per tre giorni. Sarà di fronte ai fedeli che don Spoladore esprimerà il suo pensiero sulla vicenda? O anche con loro proseguirà nel silenzio? L'attesa è alta, anche perché il tempo comincia a stringere. Sia per la diocesi, sia per la 49enne professionista della Bassa.

Giovanni Viafora
04 marzo 2010
 
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Il Mattino di Padova pag. 21
"donpa presunto padre il vescovo sconcertato vuole aprire un'inchiesta - enzo bordin"

Data: 05/03/10

Pagina 21 - Cronaca «Donpa» presunto padre Il Vescovo «sconcertato» vuole aprire un’inchiesta In una nota la Curia esprime «dolore e sorpresa per le notizie apparse che coinvolgono un prete molto noto» ENZO BORDIN

Don Paolo Spoladore nella lente d’ingrandimento della curia vescovile per la sua attività pastorale. La prossima settimana si dovrebbe aprire nei suoi confronti una «indagine previa», ossia esplorativa, prevista dal diritto canonico. L’inchiesta interna dovrebbe riguardare non solo la sua presunta paternità dovuta dalla congiunzione con l’allora quarantenne Pimpy ma anche il «verbo» fuori dagli schemi da lui predicato nei corsi di meditazione a Santa Maria di Sala, soprattutto in riferimento alla malattia, ai sistemi alternativi per curarla e ai rapporti conflittuali tra figli e genitori inculcati con forza persuasiva agli adepti.

Una dottrina comportamentale che si rifà a Gerlald Jamplsky che nel libro «Lasciar andare la paura» invita a vivere l’amore in tutte le sue manifestazioni. Come del resto suggerisce Spoladore alias «Don Rock» nel suo volume «Non abbiate paura», nato dalla raccolta di foglietti scritti ogni domenica dai suoi fedelissimi discepoli quando, a centinaia, si recavano nella chiesa di San Lazzaro per assistere alla sua messa cantata delle 11. E da quella parrocchia il «Donpa» non venne rimosso per deviazioni sul vangelo bensì spostato ad altri incarichi meno appariscenti, dal momento che a quella comunità servivano riferimenti pastorali più semplici e tradizionali.

Adesso, sotto l’ondata mediatica di questa storia di paternità contrastata, si coglie il disagio delle autorità ecclesiastiche da tempo informate sulle sue «deviazioni» rispetto all’ortodossia ufficiale. «C’è dolore, sorpresa e sconcerto nella Chiesa di Padova per le notizie apparse negli ultimi giorni sulla stampa locale. Notizie che coinvolgono un prete diocesano molto noto: don Paolo Spoladore» esordisce una nota dell’Ufficio stampa diocesano. Seguono le argomentazioni sul punto: «Queste notizie addolorano per la risonanza, ma soprattutto per le conseguenze che comportano tra i presbiteri, i laici, le comunità cristiane. A questo proposito i superiori di don Spoladore assicurano che stanno seguendo con attenzione l’evolversi della vicenda, nella volontà di giungere alla verità dei fatti. In questo tempo di forte Quaresima - tempo di attesa e riflessione - la nostra chiesa locale si sente maggiormente interpellata dallo Spirito anche attraverso questi accadimenti per i quali chiede un supplemento di preghiera al Signore perché possa illuminare i cuori e, nella ricerca della verità, aiutare la maturazione di tutte le persone con le quali, seguendo gli insegnamenti della Gaudium et Spes. La Chiesa si sente di condividere le gioie e i dolori, le fatiche e le speranze».

Oggi intanto «Donpa» continuerà, in via Leonordo da Vinci 13 di Santa Maria di Sala, il suo consueto corso di meditazione da guru. Ieri si sono presentati al nostro giornale i genitori (abitano in provincia di Treviso) di un insegnante-cuoco della Bassa Padovana accanito seguace del sacerdote cantautore, comunicatore e guaritore. «Don Paolo lo ha plagiato, inculcandogli idee strane. L’ha convinto che la causa dei suoi mali siamo noi. Così possiamo vedere lui, sua moglie e i suoi due bambini solo un paio di volte all’anno. Per non parlare delle idee sulla malattia, sulle abolite medicine e sul parto. Seguendo i consigli del «Donpa», nostra nuora ha partorito il secondo figlio in casa da sola, senza assistenza, senza un’ostetrica, senza nessuno ad aiutarla in caso di necessità. Siamo molto preoccupati da questa brutta china» avverte Oreste, il padre del giovane. E racconta d’aver bussato a tutte le porte. «Il 6 ottobre 2008 mi sono recato in Curia parlando quattr’occhi con don Luciano Barin. Gli ho lasciato i miei dati per essere avvertito in caso di sviluppi. In un anno, nessuna telefonata. Così venerdì 9 gennaio 2009 ho bussato alla porta del vicario vescovile esponendogli la situazione. Ha detto che, su don Paolo Spoladore, erano al corrente di tutto. Come se non bastasse, ho anche scritto due volte a “Famiglia Cristiana” senza ricevere risposta. E mi sono perfino rivolto all’associazione anti-sette di Ancona, chiedendo un aiuto perché il rapporto con nostro figlio ritornasse quello di un tempo».
Sui metodi curativi proposti da «Donpa» interviene un’altra ex adepta che non solo aveva partecipato ai corsi di meditazione ma che, nel 2003, si era pure prenotata per essere ricevuta in canonica di San Lazzaro da Spoladore nella veste di guaritore, per le visite riservate a casi di malattia gravi. «Ai malati di tumore consigliava di sospendere la chemioterapia. E sapete cosa proponeva alle donne che avevano un aborto? Di sedersi per due ore sulla sabbia calda, così da purificare il feto. Altrimenti in caso di un altro parto, il figlio sarebbe predisposto al suicidio. Colpa della madre. Colpa del padre. Sono loro il male oscuro da evitare».


Edited by GalileoGalilei - 5/3/2010, 10:41
 
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http://corrieredelveneto.corriere.it/venet...600026261.shtml

Il giallo - intanto parte uno dei suoi seminari di comunicazione
La Diocesi di Padova ha aperto
un’inchiesta interna su don Spoladore
Paternità e corsi «sospetti»: indaga la Curia

PADOVA - C'è una svolta nel caso che riguarda don Paolo Spoladore, il 50enne predicatore con la passione per la musica indicato da una donna come il padre del proprio figlio. Ed è una svolta importante, che pone una luce nuova sull'intera vicenda. Si tratta dell'apertura di un'inchiesta interna della curia sul sacerdote padovano: un'inchiesta — ed è questo il punto cruciale — non solo sul fatto della presunta paternità del presbitero, bensì anche sulla sua attività pastorale. Sulla quale - ha fatto sapere la Diocesi - «negli ultimi tempi si nutriva già un'attenzione particolare».

I corsi di spiritualità Don Paolo, con i suoi costosi e discussi corsi di spiritualità, comunicazione e medicina alternativa e con la sua attività di cantautore, in grado di fruttare un ricavato di quasi 770 mila euro all'anno, aveva quindi insospettito da tempo l'episcopato. Che - si ricorda - nel luglio del 2005, lo aveva allontanato dalla guida della parrocchia di San Lazzaro, adducendo come motivazione quella del «normale avvicendamento ». Già quello, forse, un segno dell'insofferenza della Diocesi nei confronti della dottrina di «don rock»? Chissà. Ciò che appare certo, invece, è che la notizia della presunta paternità affibiata al «Donpa» avrebbe procurato un forte disagio alle gerarchie ecclesiastiche di Padova. Che dopo aver sentito di persona, nei giorni scorsi, sia la versione del sacerdote accusato, sia quella della donna che rivendica il diritto al riconoscimento del piccolo, si sarebbero decise a far luce sulla questione.

La donna che accusa Intanto la notizia dell'apertura dell'indagine interna della curia sarebbe stata accolta con grande favore dalla 49enne professionista della Bassa, che non più di dieci giorni fa ha denunciato pubblicamente il proprio dramma personale. La donna, tuttavia, ha deciso di non voler rilasciare alcuna dichiarazione sul fatto. Ed anzi, tramite la propria rappresentante legale, l'avvocato Maria Pia Rizzo, ha richiesto ai mezzi di informazione di procedere ad un silenzio stampa che possa coprire lei stessa e il figlio di quasi otto anni. Secondo le ultime indiscrezioni, comunque, appare ormai chiaro che la donna voglia procedere al più presto all'esperimento dell'azione giudiziale di riconoscimento della paternità nei confronti di don Paolo Spoladore. In attesa degli sviluppi dell'inchiesta curiale e della denuncia in tribunale della donna, dunque, l'attenzione si sposta tutta sul sacerdote.

L’appuntamento Il quale, ancora stretto nel più riservato silenzio, oggi inaugura a Santa Maria di Sala, nel Veneziano, uno dei suoi corsi di spiritualità e comunicazione (si tratta del corso base, che costa 240 euro per tre giorni di lezione). E questa attività del presbitero padovano rappresenta proprio una di quelle sulle quali vuole fare chiarezza la Diocesi. Secondo le testimonianze di chi ha partecipato ai corsi, infatti, durante le lezioni il «Donpa» non si limiterebbe a parlare di religione e spirito. Ma affronterebbe anche temi come la guarigione e la medicina, sostenendo tesi quali quelle dell'inutilità degli antibiotici e dei farmaci.

Giovanni Viafora
05 marzo 2010
 
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A Santa Maria di Sala gli insegnamenti di don Spoladore, a cui è stato attribuito un figlio, su spiritualità, comunicazione e medicina alternativa
Prima lezione di «don Rock»
In un giorno 24 mila euro
In cento al corso del sacerdote «indagato» dalla Diocesi

SANTA MARIA DI SALA (Venezia) — Un guardiano in cappotto nero all’entrata a vigilare su ogni ingresso indesiderato, due porte blindate a dividere il mondo esterno dalla «felice via» e un centinaio di volti entusiasti con «in mano» una ricevuta di pagamento da 240 euro a testa. Ecco il vangelo secondo don Paolo Spoladore. La «fotografia » è di ieri, giorno di inaugurazione a Santa Maria di Sala, centro industriale del Veneziano, dell’ennesimo corso di comunicazione che ha reso noto il «Donpa».

Movimento esteso Ed è una fotografia che ha impressionato, non solo perché ha permesso di cogliere con mano la straordinaria partecipazione dei fedeli agli indottrinamenti di spiritualità e medicina alternativa del
Frequentatori del corso
Frequentatori del corso
sacerdote. Ma anche perché ha consentito di cogliere visivamente l’incredibile giro di denaro che ruota attorno all’attività (pastorale?) del 50enne presbitero con la passione per la musica. La stessa attività sulla quale - assieme alle accuse di presunta paternità che hanno raggiunto il predicatore padovano - ora la Diocesi, che ha comunicato di aver aperto sul presbitero un’indagine interna, vuole vederci chiaro.

Le teorie del «Donpa» Il mondo del «Donpa» è comparso alle 9.30 del mattino in un capannone della periferia di Santa Maria di Sala. Si tratta di decine di persone composte che si sono infilate dal retro dello stabile, hanno imboccato le scale e si sono fermate al primo piano dello del complesso di via Leonardo Da Vinci. Dove ad aspettarle c’era proprio lui, don Paolo Spoladore, pronto a cominciare l’ennesimo turno delle lezioni che lo hanno reso famoso, amato, controverso. La prima tranche del corso è durata tre ore, fino alle 12.30 e si è incentrata sulla funzionalità del cervello. Al fianco del sacerdote - hanno riferito i testimoni - c’è sempre stato un medico, il dottor Raffaele Migliorini. A cui l’ex parroco di San Lazzaro da anni devolverebbe il compito di assecondare scientificamente le proprie dottrine corsare, basate spesso su teorie al limite dell’ortodossia medica (don Spoladore, per esempio, si dice contrario all’uso dei farmaci e degli antibiotici mentre collega l’insorgenza dei tumori anche alla cattiva relazione con i genitori). La seconda parte del corso si è tenuta, invece, dalle 14.30 alle 18.30.

Corso blindato Possibilità di ascoltare l’indottrinamento di don Spoladore? Nessuna. A meno che non si fosse sborsata la quota di iscrizione al corso che dura tre giorni: ossia 240 euro (che per cento iscritti fa 24 mila euro in un colpo solo). Noi ci abbiamo provato: abbiamo bussato alla porta del capannone più volte; ma cortesemente ci hanno sempre respinto. «L’ingresso è riservato solo agli iscritti» ci siamo sentiti dire. Tutto blindatissimo.

Il sacerdote tace E don Paolo? «Non parla». Lontano da ogni cosa, il predicatore anche ieri non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione sulle vicende che lo hanno coinvolto. Silenzio, totale silenzio. Pure con i corsisti. «Era sereno, non ha fatto alcun riferimento alle accuse di questi giorni » ha raccontato all’uscita una ragazza.

L’indotto Chi ha parlato, invece, è stato una delle gestrici del bar-trattoria che si trova proprio sotto lo stabile che ospita gli incontri di don Spoladore. «A noi va benissimo - ha confessato la donna - Una volta al mese, per tre giorni, ci troviamo il locale strapieno di gente. Fosse sempre così sarebbe una festa». Alla fine i corsisti hanno tenuto la bocca cucita. «Ci hanno detto di non parlare» hanno ripetuto. E la notte è scesa sul mondo di don Paolo. Ma oggi si ricomincia: porte blindate, soldi e spirito in un capannone di periferia.

Giovanni Viafora
06 marzo 2010
 
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Padre Rock è anche papà?
Settimana decisiva tra Pimpy e la Curia
Giorni importanti per capire gli sviluppi del caso della presunta paternità di don Paolo Spoladore, ex parroco di San Lazzaro a Padova. La donna che lo indica come padre di suo figlio sta raccogliendo testimonianze prima di presentare denuncia. E prosegue anche l'inchiesta della Curia vescovile sull'operato del sacerdote
don Paolo Spoladore
don Paolo Spoladore
PADOVA. Questa è una settimana decisiva per capire gli sviluppi del caso relativo alla presunta paternità di don Paolo Spoladore, molto noto come Padre Rock per via delle sue canzoni e dell'attività discografica, gran comunicatore ed ex parroco di San Lazzaro.

Secondo Pimpy, la cinquantenne che si presenta come la sua ex compagna e che è madre di un bambino di circa otto anni, sarebbe lui il papà naturale. Lo dimostrerebbe il test del Dna a cui il sacerdote si sarebbe sottoposto sotto falso nome. Quali le prossime mosse di Pimpy, che è assistita dall’avvocatessa Maria Pia Rizzo? Prima di portare la questione in ambito giudiziario, come ha annunciato, la donna sta raccogliendo altre testimonianze.

Intanto la Curia vescovile ha aperto «un’inchiesta previa» per valutare la condotta pastorale di Donpa - altro soprannome con cui è noto il sacerdote al centro del caso - anche in riferimento ai suoi discussi corsi di formazione. Per accedere a quello che si tiene a Santa Maria di Sala, al quale partecipano cento iscritti, si pagano 240 euro.

Da un lato centinaia di fedeli seguaci di Padre Rock ne esaltano il carisma, dall’altro fioccano censure sul suo operato. In particolare sul suo insegnamento in merito ai rapporti tra genitori e figli. E’ arrivato, per esempio, l’appello disperato di un genitore: suo figlio vuole «vendere tutto e andare via per sempre».
 
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Visto da vicino
Lezioni d’amore ai corsi
di Don Rock: «Con un medico»
Ecco cosa dice nel corso di Santa Maria di Sala il sacerdote padovano tenuto sotto osservazione dalla Curia

Prima lezione di «don Rock» In un giorno 24 mila euro

Una voce dall’interno: ecco cosa dice a lezione don Paolo Spoladore nel racconto di una frequentante del corso

SANTAMARIADI SALA (Venezia)— Sembra un vero e proprio messaggio di pace il corso di comunicazione di don Paolo Spoladore. Alle centinaia di persone che ogni mese affollano la sala dell'Usiogope, «Donpa», questo il soprannome del sacerdote tenuto sotto osservazione dalla Curia, spiega un metodo per riuscire a vivere in pace con se stessi, gli altri e con la vita. E lo insegna in maniera quasi «scientifica», con il supporto di un medico, il dottor Raffaele Migliorini, e una nutrita bibliografia. Sono riuscita ad iscrivermi al corso svoltosi la scorsa settimana a Santa Maria di Sala: nonostante i due anni di lista d'attesa qualche posto si libera sempre per disdette.Comemediversi altri sono entrati all'ultimo minuto, regolarizzando l'iscrizione in sede prima dell'inizio del corso. E così in sala c'era anche questa volta un centinaio di persone, giovanissimi soprattutto,maanche una signora settantenne, spinta ad iscriversi dai figli. «Loro - ha spiegato - hanno già fatto tutti i corsi». «Donpa» arriva quando tutti sono già in sala e spiega subito che non intende fare catechismo ma solo spiegare una cosa che cambierà la vita di ognuno dei presenti se si sceglierà di seguirla. È un vero comunicatore, riesce subito a catturare l'attenzione dell'assemblea. Il dottor Migliorini spiega schematicamente la funzionalità del cervello, il lavoro associativo che compie tutta la vita e il suo deficit: sostiene che non è in grado di cogliere la realtà, può solo farsene un'idea. «L'uomo - dice don Paolo - è fatto ad immagine e somiglianza di Dio, non sbaglia mai a sentire. Lo spirito interiore, il Logos, che ognuno di noi possiede sente cosa è bene o male per la nostra esistenza».

Spoladore fa quindi capire che l'uomo ha bisogno di essere amato e di amare gli altri, è una cosa vitale. L'amore si può sviluppare ovunque e sempre, anche in un campo di concentramento. Perché l'uomo ha la capacità di perdonare. Invita poi ad abbandonare il ragionamento per sistema associativo e ad usare il più possibile il sistema percettivo. «Per diventare percettivi - afferma don Paolo - la prima cosa da fare è ascoltare. In un diverbio non bisogna fare nulla, ma ascoltare: è la risposta migliore perché si assume un tono di voce diverso, un mododi muoversi diverso e giorno dopo giorno si cambia. È la consapevolezza che fa cambiare il tuo comportamento, il clima e le cose». Il dottor Migliorini parla ancora un po' di anatomia: quando si lavora per sistema associativo si è sempre in stato di tensione, ci si arrabbia sempre perché si usa principalmente il sistema simpatico, mentre quando è attivo il sistema parasimpatico i muscoli lavorano normalmente. A forza di stare in tensione ci si ammala, il 70 per cento delle malattie è di origine psicosomatica.

Nessun plagio, nessun tentativo di convincere a non andare dal medico. Don Spoladore stesso afferma «non dobbiamo dirvi niente di nuovo, dobbiamo stimolare la vostra percezione di cose che sapete già» e invita al dialogo interiore per reagire agli eventi con amore invece che con paura, ad abbandonare i pensieri assolutistici, a girarsi indietro verso il proprio passato e perdonare tutto e tutti, a tagliare il cordone ombelicale con i propri genitori, superando torti e rancori subiti. E a guardare i propri figli: gran parte delle disarmonie (malattie) che accusano sono dei segnali ai genitori di qualcosa che non va. «Risolto il problema il bambino lentamente e spontaneamente guarisce perché si agisce sulla causa. E questo è essenziale perché in questi casi le terapie mediche possono solo agire sui sintomi». Donpa non fa nessun accenno alle polemiche dei giorni scorsi, non alle accuse di essere padre che gli ha mosso una donna e non al business che i suoi corsi genererebbero. Solo un accenno al costo d’iscrizione: «Costa - afferma - come un normale corso di chitarra. Se ci fossero cinque iscritti nessuno direbbe niente. Fa notizia per il numero di persone che li frequenta. Ma di questo non ho colpa: la gente cerca informazioni ». Alla fine del corso in regalo a tutti gli iscritti una nutrita bibliografia, una maglietta e un portachiavi con scritto il segreto della felicità: «Chi ama non teme».

Daniela Ghio
09 marzo 2010
 
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Istruttoria dei medici su don Rock: «Lezioni sospette su cure alternative»
L'ordine di Padova: temiamo violazioni alla deontologia
Don Spoladore

Don Spoladore

PADOVA — L’Ordine dei Medici è pronto ad aprire un’istruttoria interna sui corsi di comunicazione e medicina alternativa tenuti a Santa Maria di Sala da don Paolo Spoladore. A renderlo noto è stato ieri il presidente dei camici bianchi di Padova, Maurizio Benato. «Vogliamo accertare eventuali violazioni della deontologia professionale, che si verificherebbero durante le lezioni del sacerdote — ha dichiarato il presidente provinciale dell’Ordine —. E per questo valuteremo attentamente tutti i fatti e le segnalazioni che ci perverranno». L’intervento del numero uno dei medici padovani è giunto a distanza di qualche giorno dalla pubblicazione sulla stampa delle testimonianze di alcuni ex adepti del 50enne presbitero padovano. I quali, in relazione all’insegnamento impartito dal sacerdote durante i suoi corsi (costo dell’iscrizione: 240 euro), hanno riferito di teorie che mettono in relazione l’insorgenza dei tumori alla cattiva relazione con i genitori o che parlano dell’inutilità dell’uso dei farmaci e degli antibiotici. A muovere il presidente dell’Ordine è stata, inoltre, la conferma data martedì al Corriere del Veneto proprio da una frequentatrice del corso — della presenza in sala durante le lezioni di don Spoladore di un medico, il dottor Raffaele Migliorini. «A forza di stare in tensione ci si ammala: il 70% delle malattie sono di origine psicosomatica», avrebbe detto solo venerdì scorso Migliorini, all’avvio del corso base del «Donpa» (è la testimonianza della donna iscritta). Sono comunque soprattutto i corsi «avanzati» di don Spoladore che potrebbero finire sotto la lente di ingrandimento. A partire da quelli sulla malattia (il titolo preciso è: «Disagio o segnale per una nuova armonia?») e sulla «Frequenza madre sul cordone ombelicale» (in cui il sacerdote spiega come «comprendere la forza e la debolezza dell’albero genealogico, e come liberarsi in modo sereno e vitale dai cordoni ombelicali mai interrotti»). In attesa di seguire gli sviluppi dell’indagine dell’Ordine dei Medici, restano in piedi le altre due questioni che riguardano il 50enne sacerdote padovano. La prima è quella relativa alla richiesta di riconoscimento della paternità, che circa due settimane fa ha avanzato una 49enne della provincia (sul punto sono attese novità importanti nei prossimi giorni); la seconda è quella relativa all’inchiesta interna avviata dalla Diocesi di Padova, che vuole vederci chiaro sia sulla presunta paternità, che sull’attività pastorale tout court di don Paolo.

Giovanni Viafora
10 marzo 2010
 
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view post Posted on 11/3/2010, 19:25
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IL SACERDOTE-PAPÀ

L’avvocato della donna rende pubblici i documenti della causa

«È figlio del prete, ecco le prove»


E questa sera i fedelissimi di don Spoladore si riuniscono a San Lazzaro per una veglia
Giovedì 11 Marzo 2010,
Le firme sulle ricevute dei versamenti e degli assegni. Queste, oltre all’esame del Dna, le prove che entro la fine della settimana l’avvocato Maria Pia Rizzo renderà pubbliche per confermare che la sua cliente è la mamma del figlio di don Paolo Spoladore. Versamenti in conto corrente che don Spoladore avrebbe fatto regolarmente ogni mese negli ultimi tre anni alla donna per dare un sostegno economico per il piccolo. Ricevute dove compare la sua firma in calce. La sua firma comparirebbe poi anche su alcuni assegni che sono stati girati sempre dal prete alla quarantottenne padovana. Ma quella che la legale considera la "prova" per eccellenza, oltre al Dna, sarebbe la dimostrazione dell’esistenza in passato della relazione tra la donna e il sacerdote. A tal proposito sarebbero pronte alcune testimonianza che avallerebbero il fatto che i due si sono frequentati e che tra di loro c’era una relazione.
I fedelissimi di don Spoladore non hanno però dubbi sulla "innocenza" del sacerdote e hanno deciso di ritrovarsi per una veglia di preghiera che si terrà oggi alle 20,30 nella chiesa di San Lazzaro, la sua ex parrocchia. Il "tam tam" sta girando da giorni nella rete e con sms. Con molta probabilità saranno centinaia le persone che affolleranno la chiesa per dimostrare sostegno al loro "ispiratore". Intanto l’Ordine dei medici avrebbe diffidato un dottore che avrebbe partecipato come docente ai corsi organizzati da don Paolo.
Intanto la donna si sta preparando a far ritorno alla "normalità". Dopo un periodo di permesso parentale di due mesi per seguire da vicino suo figlio, la donna ora tornerà al suo posto di lavoro. Il bambino si è ripreso e la causa per il riconoscimento della paternità sta arrivando ormai alla definizione. L’avvocato ha spedito nei giorni scorsi due raccomandate, indirizzate a don Spoladore, per comunicargli la citazione. Una delle due, quella che era stata spedita alla casa discografica Usiogope di Vigonza, dove sembra il prete abiti attualmente, è tornata indietro. Il destinatario è risultato "sconosciuto". Che alla Usiogope don Spoladore sia uno sconosciuto sembra essere abbastanza improbabile. Però, la raccomandata è stata respinta. Dell’altra raccomandata, indirizzata a quella che dovrebbe essere la sua residenza ufficiale, non è ancora stata recapitata la ricevuta di ritorno. La speranza della donna è che prima o dopo don Spoladore capisca che lo sta cercando e che le risponda.

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pubb
Giovedì 11 Marzo 2010,
Il fascicolo è già pronto. Anche se la giurisdizione non è propriamente sua, l'Ordine dei Medici della provincia di Padova vuole vederci chiaro sui corsi di comunicazione e cure alternative promossi da don Paolo Spoladore in quel di Santa Maria di Sala. «È una collaborazione ordinistica, così come stabilito dal codice deontologico: stiamo raccogliendo informazioni per valutare se si sono verificati episodi atti a ledere il decoro della professione e dell'ente, anche se i fatti si sono svolti al di fuori del nostro territorio», conferma il presidente Maurizio Benato.
Al vaglio, se esistono gli estremi di abuso professionale, se qualcuno ha esecitato abusivamente l'arte sanitaria senza averne i titoli. Sotto la lente d'ingrandimento di Benato, la partecipazione a detti corsi di un medico, il dottor R.M.(che non risulta iscritto all'Ordine padovano).
«Stiamo pronti a compiere accertamenti e ulteriori approfondimenti», sostiene il numero uno dell'ente di via San Prosdocimo. L'inchiesta di natura medica segue a ruota quella strettamente etico-religiosa voluta dalla Diocesi di Padova dopo la confessione di una cinquantenne, madre di un bimbo di otto anni, che ha indicato in don Rock il padre naturale del piccolo. Come non ricordare "Il Bel Pastore", libro scritto e pubblicato da don Paolo nel settembre 2008, singolare elogio della bellezza? "È la bellezza che attrae, è la bellezza - annota il sacerdote - che stende il suo manto su tutte le cose e rivela la potenza e la forza di ciò che è. Non esiste amore che non semini bellezza. È la bellezza che seduce senza ingannare, che incanta senza bloccare".

 
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Padre Rock, Pimpy porta in Tribunale
test del Dna, testimonianze e Sms

La padovana che indica don Paolo Spoladore come il padre di suo figlio si rivolge ai giudici per i minorenni. Allegata alla richiesta di riconoscimento della paternità anche una foto del bambino, che ha circa otto anni

PADOVA. La vicenda del presunto rapporto tra don Paolo Spoladore e la sua ex adepta Pimpy, con la nascita di un bambino che ora ha circa otto anni, sta diventando davvero «bollente». Oggi l’a vvocatessa della signora, Maria Pia Rizzo, depositerà in Tribunale per i minori, a Mestre, l’azione di riconoscimento della paternità attribuita al sacerdote, che all’epoca era parroco della parrocchia di San Lazzaro, quando alla sua messa cantata (e musicata) di ogni domenica arrivavano diverse centinaia di fedeli.

C’è un’altra importante novità. Inattesa. Sorprendente. Questo pomeriggio la quarantanovenne «Pimpy» avrebbe dovuto tenere una conferenza stampa nello studio della sua legale, perché la «si vedesse in faccia» dopo settimane d’anonimato, per dimostrare che «non racconta balle» e per assumersi tutta la responsabilità di quanto finora sostenuto su questa delicata vicenda. Ma ieri sera l’i mprovviso annullamento. Un cambiamento di rotta presumibilmente dovuto a una precisa strategia, che lascia presumere trattative dietro le quinte, discrete e autorevoli quanto basta per assecondarle.

Questa la documentazione che Pimpy produrrà stamane in Tribunale. Anzitutto il test del Dna clinico, che accerterebbe la paternità don Spoladore. Il quale si sarebbe presentato dai sanitari sotto falso nome, ma con l’anno di nascita (1960) effettivamente corrispondente al suo. Avrebbe accettato di sottoporsi alla comparazione genetica poiché i medici sostenevano che il bimbo poteva risultare affetto da una patologia di tipo ereditario. Di qui la necessità di un accertamento risolutore. Quel test, però, non ha valore di prova regina, bensì di indizio, non essendo stato effettuato secondo modalità di legge. Adesso bisognerà vedere se «Donpa» accetterà di ripetere quel test oppure no. In ogni caso si giocherà a carte scoperte, dove ciascuno dei protagonisti si assumerà le proprie responsabilità.



Un secondo elemento non secondario riguarda il battesimo che don Paolo somministrò al neonato in ospedale, quando era ancora in incubatrice. Nell’azione di riconoscimento di paternità sono pure allegate svariate ricevute di pagamento fatte da «Donpa» al Pimpy per il mantenimento del presunto figlio e le foto del bambino, che dimostrerebbero la sua somiglianza con il padre naturale. A corredo di tali argomentazioni ci sarebbero le testimonianze di alcune persone in grado di raccontare quando il sacerdote conobbe Pimpy, quale tipo di rapporto intercorreva tra loro ed una serie di circostanze destinate a chiarire questa ed altre situazioni particolari che si erano venute a creare tra gli adepti.

Non dovrebbero mancare i colpi a sorpresa. Come gli Sms spediti nel tempo da «Donpa» a Pimpy, a riprova di un interessamento non propriamente evangelico e comunque inusuale per un sacerdote con le sue «anime». Sul contenuto dei messaggini forse se ne saprà di più a deposito avvenuto.

Ma anche dalla Curia di Padova potrebbero arrivare sorprese. Stamane Pimpy dovrebbe incontrare il vescovo Antonio Mattiazzo. Sempre che non venga annullato anche questo appuntamento
(12 marzo 2010)

http://www.notiziarioitaliano.it/veneto/cr...e-minorile.html

Verrà accertata la paternità di don Rock

Il caso del prete papà oggi al tribunale minorile

PADOVA - E' fissata per questa mattina l'udienza al tribunale dei minori di Venezia per accertare la paternità di Don Paolo Spoladore, il prete cantante soprannominato don Rock. Il mese scorso una donna 50enne aveva dichiarato di avere avuto, 8 anni fa, una relazione con il sacerdote dalla quale sarebbe nato un figlio che ora ha 7 anni.
Questa mattina, l’avvocato Maria Pia Rizzo, consulente legale della (presunta) ex compagna del parroco, depositerà in cancelleria l’atto con il quale l’assistita chiede ufficialmente al tribunale di riconoscere al presbitero la paternità del proprio bimbo. Un passo che sancisce la definitiva uscita allo scoperto della donna che, dopo aver raccontato anonimamente il proprio dramma personale su internet e sulla stampa, ora ha deciso di mettersi in gioco con una denuncia formale.
Una vasta documentazione avallerebbe la testimonianza della donna: prima fra tutte la copia delle analisi del dna effettuate dal prete in forma anonima e che risultano compatibili con quelle del piccolo. Poi ci sono sms scritti da don Rock alla sua ex amante, copie di bonifici bancari effettuate da don Spoladore all'amante e testimonianze di amici e conoscenti che ricordano con precisione il periodo nel quale i due amanti si incontravano. Quanto a don Paolo, dal giorno in cui la cosa è stata resa pubblica, non è mai apparso in televisione e non ha rilasciato alcuna dichiarazione pubblica. Ma la diocesi di Padova sa tutto e sta indagando sul conto del sacerdote stesso. Intanto della vicenda si sta occupando personalmente il vicario del Vescovo di Padova Mattiazzo, monsignor Doni che ha parlato ripetutamente sia con il parroco che con la madre del piccolo.

Edited by GalileoGalilei - 21/3/2010, 13:47
 
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http://corrieredelveneto.corriere.it/venet...795504612.shtml

la presunta paternita'
Don Rock, sfilata di testi
nel tribunale della curia
La Diocesi di Padova vuole andare sino in fondo nel caso di don Paolo Spoladore, il 50enne prete accusato da una donna di essere il padre di un bimbo di quasi otto anni

PADOVA - La Diocesi di Padova vuole andare sino in fondo nel caso di don Paolo Spoladore, il 50enne prete-rockstar accusato da una donna di essere il padre di un bimbo di quasi otto anni. Ad occuparsi della vicenda sarebbe ora infatti don Tiziano Vanzetto, vicario giudiziale del tribunale ecclesiastico diocesano, nonché cancelliere della curia vescovile, figura di primo piano nell'ambito della gerarchia e della giustizia diocesane. Nelle ultime settimane, intanto, negli uffici della curia sono stati sentiti alcuni testimoni dei fatti. Tra i quali, nuovamente, la 49enne psicologa della Bassa, che lo scorso febbraio aveva denunciato pubblicamente il proprio dramma personale.

E che al vicario del vescovo, don Paolo Doni, ha già consegnato le foto del figlio e altra documentazione che attesterebbe la presunta paternità di don Spoladore. L'impressione, dunque, è che la Chiesa padovana voglia fare sul serio per cercare di fare luce sul pesante addebito che ha raggiunto poco più di un mese fa l'ex parroco di San Lazzaro. «Donpa» dal canto suo, però, continua a tacere. Raccolta la solidarietà dei fedeli, il sacerdote si è affidato ad una nota civilista di Padova ed è pronto a combattere la lunga battaglia legale che lo aspetta in tribunale. Va ricordato, infatti, che al fianco dell'«indagine previa» della diocesi e al fianco dell'istruttoria dell'ordine dei medici di Padova c'è la pratica giudiziale depositata dalla mamma del bambino, che ai giudici del tribunale dei minorenni di Venezia ha chiesto di attribuire la paternità del figlio a don Paolo Spoladore.

Giovanni Viafora
08 aprile 2010
 
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view post Posted on 14/4/2010, 16:18
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http://mattinopadova.gelocal.it/dettaglio/...udienza/1935675

Donpa, fissata la prima udienza
Riconoscimento del figlio: il 24 maggio al tribunale dei minori di Venezia
Don Paolo Spoladore
Don Paolo Spoladore
Adesso si fa sul serio. Mentre si starebbe trattando dietro le quinte un possibile aggiustamento di quel «pasticciaccio brutto» per un sacerdote che ha fatto voto di castità, è stata nel frattempo fissata per il 24 maggio, dal tribunale dei minori di Venezia, la prima udienza per il riconoscimento del bimbo di 8 anni che potrebbe essere figlio naturale del prete-cantautore e guaritore d’anime don Paolo Spoladore detto «Donpa». A sostenerlo è una professoressa padovana, una sua ex seguace.

E mentre anche la Diocesi si sta muovendo con il Tribunale Ecclesiastico, interrogando persone a conoscenza dei rapporti tra «Pimpy» e «Donpa» che risalirebbero a due anni prima del concepimento del bambino, si è pure attivato l’Ordine di Medici raccogliendo alcuni dati da portare in Commissione. «Si tratta di un lavoro lungo, paziente e minuzioso. Per il momento non ci sono grosse evidenze» precisa il presidente Maurizio Benato.

L’istruttoria dell’Ordine non verte ovviamente sulla paternità o meno del sacerdote-rock bensì sui corsi di formazione da lui tenuti a S. Maria di Sala. La valutazione concerne implicazioni medico-professionali non conformi alla prassi deontologica, in considerazione del fatto che a quelle lezioni partecipa anche il dottor Raffaele Migliorini, peraltro non iscritto all’Albo padovano.

Per quanto concerne invece l’«indagine previa», come prevede il codice di diritto canonico, si sta valutando il profilo pastorale di don Paolo sotto diversi profili, ma soprattutto in relazione alla sua presunta paternità riferita al legame non proprio spirituale con «Pimpy» che sei mesi fa l’aveva inviato pressantemente a sottoporsi, sotto falso nome, al test del Dna sollecitato dagli stessi medici per escludere o confermare una malattia ereditaria del bambino attraverso le comparazioni genetiche.


Finora don Spoladore ha negato di essere il padre del bambino, forte anche del fatto che quel test del Dna non ha alcun valore legale, essendosi svolto senza le modalità di legge.

Il giudice del tribunale dei minori esaminerà la documentazione presentata dalla madre del bambino tramite l’avvocato Maria Pia Rizzo. Ossia il Dna «clinico» a cui si è sottoposto il sacerdote, i versamenti da lui effettuati sul conto corrente della donna, i ripetuti messaggini al cellulare intercorsi tra i due negli ultimi dieci anni ed alcuni altri riscontri.

Una vicenda delicata e dolorosa. Soprattutto per il bambino che chiede di sapere chi è suo padre. Una soluzione extra processuale potrebbe rappresentare la soluzione meno traumatica per tutti.
(14 aprile 2010)
 
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view post Posted on 25/5/2010, 05:36
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http://www.padova24ore.it/cronaca/2912-don...-tribunale.html

Don Spoladore non si è presentato in tribunale
Lunedì 24 Maggio 2010 23:15 Redazione
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E' durata meno di un'ora l'udienza di fronte al giudice del tribunale dei minorenni Maria Teresa Rossi che ha in carico il fascicolo relativo alla presunta paternità di don Paolo Spoladore, il sacerdote - cantante che da una relazione con una donna quarantenne avrebbe avuto un figlio. La donna, sentita dal giudice, ha confermato quanto descritto nel fascicolo in cui chiede il mantenimento ed il riconoscimento del figlio. Don Paolo Spoladore, che è sottoposto anche ad una inchiesta interna della diocesi di Padova relativa alla questione, non si è presentato all'udienza. Nei prossimi giorni il giudice ascolterà i testimoni indicati dalla difesa della donna, assistita dall'avvocato Maria Pia Rizzo, e si è riservata di chiedere al sacerdote di sottoporsi al test del dna con raffronto con quello del bambino indicato dalla donna che ha promosso la causa come figlio naturale del prete cantante.
 
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margheritarossi
view post Posted on 27/5/2010, 19:25




se posso...perchè pubblichi tutti gli articoli sul caso spoladore? grazie
 
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view post Posted on 8/6/2010, 11:08
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www.gazzettino.it/articolo.php?id=105514&sez=NORDEST

Padova. Don Spoladore papà? Obbligato
dai giudici a sottoporsi dal test del dna

Una donna sostiene che don Rock è padre di suo figlio e lo ha
trascinato in tribunale: la prova genetica scioglierà ogni dubbio

di Stefania Mastellaro

PADOVA (8 giugno) - Don Paolo Spoladore dovrà sottoporsi alla prova del dna davanti ad un perito nominato dal Tribunale dei minori di Venezia. L'ha deciso il giudice Maria Teresa Rossi, che ha convocato a Venezia per la nomina giovedì 10 giugno l'avvocato Maria Pia Rizzo, legale della donna che sostiene di aver avuto un figlio dal prete.

Il Tribunale ha fatto molto presto a prendere la decisione. La prima udienza c'è stata solo circa due settimane fa dal giudice. Ora il sacerdote, che da tempo non segue più una parrocchia, ma la casa discografica ed editoriale Usiogope, dovrà decidere se presentarsi o meno. Se non lo farà, la legge prevede l'attribuzione della prova a suo carico come se fosse stata eseguita.

In realtà la prova è stata fatta, su richiesta dello stesso don Spoladore, poco prima di Natale, ed è risultata compatibile con il bambino per il 99 per cento. Ora il Tribunale vuole che sia ripetuta alla presenza di un perito. La Diocesi di Padova non si è ancora pronunciata sul processo canonico in corso nei confronti di don Spoladore.

http://corrieredelveneto.corriere.it/venet...160326504.shtml

Padova Anche la professionista che lo ha chiamato in causa dovrà sottoporsi all’esame
Ordinanza del giudice minorile
«Test del Dna per Don Rock»
Il prete è al centro di una causa per la paternità di un bimbo di 8 anni


PADOVA - Ha deciso di non costituirsi in giudizio nella causa di riconoscimento della paternità che lo vede coinvolto dopo la denuncia di un donna di 49 anni. Ora, però, don Paolo Spoladore, 50enne sacerdote sui generis della diocesi di Padova, dedito alla musica rock e ai corsi di medicina alternativa, è con le spalle al muro. Il giudice minorile Maria Teresa Rossi, infatti, nei giorni scorsi ha firmato un’ordinanza che chiede al prete padovano (e ovviamente alla presunta ex compagna) di sottoporsi al test del Dna, per stabilire il possibile rapporto di genitorialità con il bambino di 8 anni al centro della controversia. Benché atteso, dopo l’istruzione del procedimento avvenuta lo scorso 24 maggio presso il Tribunale dei minori di Venezia, il provvedimento segna dunque un passaggio fondamentale nella vicenda che vede protagonista l’ex parroco di San Lazzaro.

L’uomo, che non ha mai voluto fornire una giustificazione pubblica alla accuse della signora e che ha deciso di snobbare il procedimento a suo carico, sarà costretto a questo punto a prendere una posizione netta: o si sottopone all’esame scientifico o prosegue sulla strada del silenzio (scelta quest’ultima per altro sino ad oggi avallata dal legale del prete, l’avvocato Rosa Carla Nardacchione). Qualora, tuttavia, il sacerdote si rifiutasse di ubbidire all’ordinanza del giudice - e gli è consentito dalla legge - la situazione per lui si farebbe decisamente complessa. Il diniego a sottoporsi al test del Dna, infatti, viene di solito accolto dal magistrato come una prova a favore della controparte. In questo caso, dunque, la donna di 49 anni che reclama il riconoscimento della paternità del sacerdote. La signora, una professionista che vive con il figlio in uno dei paesi della prima cintura urbana meridionale di Padova, dal canto suo ha sempre ripercorso lo stesso canovaccio. Sostiene, cioè, di avere avuto una lunga storia d’amore con il prete e afferma pure che il sacerdote, nel corso degli anni, abbia più volte contribuito con dazioni di denaro al mantenimento del bambino.

E la 49 enne, difesa dall’avvocato Maria Pia Rizzo, ha già confermato questa sua versione al magistrato, a cui ha presentato nel corso della prima udienza della causa, una documentazione contenente non solo un vecchio test del Dna a cui si sarebbe sottoposto il prete in forma anonima, ma anche le ricevute di alcuni bonifici disposti dal sacerdote e infine le foto del bambino. Che testimonierebbero una forte somiglianza tra il piccolo e il (presunto) genitore. Anche di fronte a questi pesanti accrediti, tuttavia, don Spoladore pubblicamente non ha mai voluto replicare (alcune indiscrezioni, però, parlano di trattative sotterranee tra i legali delle parti avvenute prima del processo). Il predicatore, su cui pende anche un’indagine previa della Diocesi di Padova, ha scelto finora di proseguire le sue attività di guru della comunicazione (e proprio ieri si è concluso al palazzetto dello sport di Cavalese, nel Trentino, un suo nuovo corso base da 240 euro a testa), attorniato dai numerosi fedelissimi. Anche se adesso, forse, sarà costretto a prendere una decisione. Venerdì prossimo è atteso in aula il giuramento del perito, poi verrà stabilita la data per l’esame del Dna a cui dovrà sottoporsi la coppia. Ma se a quell’appuntamento don Spoladore ci sarà resta per il momento un mistero.

Giovanni Viafora
08 giugno 2010
 
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44 replies since 23/2/2010, 18:17   36541 views
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