Laici Libertari Anticlericali Forum

Pedofilia. Riabilitato con 1304 € di risarcimento don Massaferro condannato in Cassazione: "è innocente"., Sconta 7 anni e 8 mesi per violenze a chierichetta 11enne, torna tranquillamente a fare il prete

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view post Posted on 19/1/2010, 17:34
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http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/p/savon...e_vescovo.shtml

Buttiglione: inammissibile che il vescovo non possa far visita a don Lu
19 gennaio 2010

Sul caso di don Luciano interviene nuovamente il presidente dell’Udc Rocco Buttiglione: «Sono 22 giorni che don Luciano Massaferro, parroco di Alassio, è in carcere con la grave accusa di pedofilia», scrive Buuttiglione in una nota.«Non c’è dubbio che le indagini debbano fare il loro corso in giustizia e verità, come ha detto il cardinal Bagnasco e riteniamo che dimostreranno l’innocenza del parroco. Mi chiedo però come mai non sia permesso al suo vescovo di andare a visitarlo nel carcere di Chiavari. Monsignor Mario Oliveri, vescovo ordinario diocesano di Albenga nel cui territorio si trova Alassio, da tempo chiede la possibilità di incontrare il suo sacerdote, cosa cui ha diritto. Mi chiedo dunque se non sia il caso che un ispettore ministeriale verifichi i motivi di tale insistito diniego alla visita del vescovo”.
 
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Alassio: don Luciano, sedici pagine di ordinanza del Riesame

Sono sedici le pagine dell'ordinanza scritta dai giudici del Tribunale del Riesame (tutte donne) con le quali è stato motivato il rigetto dell'istanza di scarcerazione presentata dai legali Chirivì e Ronco per don Luciano Massaferro, il parroco di Alassio accusato di violenza sessuale. Nell'ordinanza viene sottolineata soprattutto l'attendibilità dei racconti della ragazzina che dice di essere stata molestata dal parroco di San Vincenzo e di San Giovanni. Ma nella sentenza dei giudici ci sono anche le contraddizioni formulate dal sacerdote in sede di interrogatorio davanti ai magistrati savonesi. Ad esempio sul misterioso quarto computer portatile di cui gli inquirenti ne conoscerebbero l'esistenza ma che non è mai stato trovato, quindi la baracca dell'orto sulle alture di Alassio dove la ragazzina dice di essere stata col sacerdote o ancora l'incontro in cui la mamma e il nonno della bambina avrebbero affrontato il parroco. L'inchiesta, al di là della decisione del Riesame, non si è mai fermata. Gli inquirenti attendono i risultati delle perizie effettuate anche sul cellulare del prete sequestrato il giorno stesso del clamoroso arresto.

r.c.

Martedì 19 Gennaio 2010 ore 10:44
 
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Don Luciano, autorizzata la visita del Vescovo
20 gennaio 2010

Il vescovo di Albenga mons. Mario Oliveri è stato autorizzato a visitare nel carcere di Chiavari, dov’è recluso, il parroco di Alassio (Savona) don Luciano Massaferro, arrestato il 29 dicembre scorso con l’accusa di violenza sessuale su una chierichetta di undici anni. Lo annuncia il presidente dell’Udc Rocco Buttiglione che aveva fatto una richiesta in questo senso. «Ci auguriamo - afferma - che lo sblocco di questa situazione porti a un rasserenamento del clima, in modo che le indagini da parte della Procura di Savona possano ora procedere con serietà e celerità fino all’accertamento della verità».

«Ci auguriamo anche - aggiunge Buttiglione - che vista la delicatezza della situazione venga assicurata a tutti i soggetti coinvolti, in primis la bambina e il sacerdote, un’adeguata tutela della loro dignità, con l’utilizzo di tutti gli strumenti di sostegno necessari».
 
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http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/p/savon..._accusato.shtml

Il prete accusato di pedofilia
Si sfalda il fronte innocentista
21 gennaio 2010
| Giovanni Ciolina

Don Luciano durante la celebrazione di una messa

Spegnere i riflettori della ribalta e soprattutto abbassare i toni della discussione. Alassio non intende disinteressarsi alla vicenda che ha portato in carcere don Luciano Massaferro con l’infamante accusa di violenza sessuale su una parrocchiana di 11 anni. Ma, come ha puntualizzato Carlo Annibale, fondatore della pagina “don Luciano Libero”, che ha raccolto su Facebook quasi 400 sostenitori e che ieri ne ha deciso la chiusura, «in questa fase è giusto che la magistratura faccia il suo corso e per rispetto di don Lu, della ragazzina e degli inquirenti, ritengo se ne debba parlare un po’ meno».

Una linea che ha trovato d’accordo anche il sindaco, Marco Melgrati, che, dopo alcune dichiarazioni pepate, ieri, ha invitato a «farla finita, a lasciare sbollire le polemiche e attendere la verità dell’inchiesta». Una linea non adottata da altri sostenitori del gruppo appassionato di Internet che nell’arco di un pomeriggio ha ridato fiato al “gruppo di preghiera che crede nell’innocenza del prete”.

Sfaccettature di uno stesso problema che continua a fare registrare novità sotto il profilo dell’inchiesta. Dai computer posti sotto sequestro, per esempio, sono arrivate ulteriori conferme sulle dichiarazioni contraddittorie fornite da don Lu.

Proprio di fronte a questi nuovi sviluppi e all’ordinanza del tribunale del Riesame (che ha negato la scarcerazione del parroco), il muro dell’integralismo innocentista per don Luciano ha incominciato a conoscere qualche crepa, lasciando spazi a dubbi e sicuramente al lavoro degli inquirenti.

Soprattutto attorno alla bambina e alla sua famiglia, Alassio sembra aver eretto una campana d’isolamento: dimenticati gli attacchi dei giorni scorsi, istituzioni e semplici cittadini sembrano essersi eretti a suoi paladini.
 
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http://www.ivg.it/2010/01/21/facebook-trop...uso-e-riaperto/

21 gennaio 2010 delle ore 10:28

Troppe “critiche”, gli amici di “Don Lu” chiudono e riaprono il gruppo su FB

Alassio. I toni erano diventati troppo “forti”, le discussioni troppo “accese” e il gruppo “Don Luciano Libero!” di Facebook era stato chiuso dai suoi fondatori. I “post” lasciati in bacheca in molti casi si erano trasformati in vere e proprio dispute tra gli amici e i sotenitori di Don Luciano e chi invece ha già condannato il sacerdote alassino. Proprio per questa ragione, nonostante il gruppo avesse più di 350 iscritti, i fondatori hanno deciso di fermare questa “battaglia” a colpi di mouse e tastiera.

I sostenitori di Don Luciano però si sono resi conto che quella pagina era uno, se non l’unico modo, per ritrovarsi insieme tutti i giorni e raccogliere il loro affetto per “Don Lu”. E allora hanno deciso di riprovarci ma cercando di fissare delle “regole” ben precise: “Il gruppo riapre, perché sta a cuore a tutti, ed è dedicato a quelli che credono nell’innocenza di Don Luciano. La nuova veste è molto meno ‘democratica’, perché se qualcuno pensa di poterlo devastare (come è successo a quello precedente) verrà subito bloccato, così come chi la pensa in maniera contraria, proprio perché non appartiene al gruppo” spiegano i fondatori.

Insomma il messaggio è chiaro: “colpevolisti” o “nemici” di Don Luciano astenersi. La “nuova” pagina “Don Luciano Libero!” dovrà essere solo un ritrovo per tutti i fedeli, parrocchiani, amici e sostenitori del parroco alassino e ci sarà spazio solo per preghiere e messaggi di speranza. “Ogni post incoerente con il senso del gruppo, sarà eliminato” precisano gli amministratori.

“Ho ritenuto saggia la decisione di chiuderlo perchè negli ultimi giorni era una disputa su ideologie e convinzioni e avevamo perso il significato e la motivazione per cui era nato! Sono però consapevole che questo è l’unico modo che abbiamo per far ascoltare la nostra voce e la rinascita immediata del gruppo stesso avrà solo questo scopo, insieme alla preghiera e alla condivisione dei nostri pensieri! Non dobbiamo spegnere mai la nostra speranza e la nostra convinzione neanche quando i giornali non ci daranno più l’onore della prima pagina! Ripeto questo è un gruppo di preghiera e di condivisione della convinzione dell’innocenza del nostro fratello” spiega Carla B., una delle fondatrici.

Gli iscritti adesso sono solo 65, ma c’è da aspettarsi, visti i precedenti, che siano destinati a crescere in maniera esponenziale. Nel frattempo Don Luciano resta in carcere e da lì continua ad “urlare” la sua innocenza tramite le molte lettere che scrive ai suoi parrocchiani. Lo testimonia proprio uno degli iscritti al gruppo di Facebook, Augusto G., che in un messaggio in bacheca dice: “Oggi al ritorno dal lavoro ho trovato la terza lettera che Don Luciano ha scritto alla mia famiglia dal carcere. In verità era indirizzata alla nostra Associazione ‘Amici di Padre Hermann Onlus’ di Alassio”.

“E’ molto toccante e commovente e grida ancora (come se ce ne fosse ancora bisogno) la sua innocenza. Se, ma solo se, la Presidente mi darà il permesso di riportarla su questo spazio, sarò lieto di farlo. Abbiate pazienza, ma non dipende da me…La situazione è sempre molto delicata…Spero mi capiate…” conclude Augusto G..

Così, mentre l’indagine delle Procura prosegue a ritmo serrato, gli amici di Don Luciano non mollano e continuano a credere nell’innocenza del sacerdote. In tutto questo resta la difficile situazione della bimba che ha accusato Don Luciano e della sua famiglia, le altre vitttime di questa brutta e triste storia. Persone che, forse, potranno ritrovare la loro serenità solo quando sulla vicenda verrà scritta la parola “fine”.
 
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www.ivg.it/2010/01/21/inchiesta-don...ina-dei-perito/

21 gennaio 2010 delle ore 18:31

Inchiesta Don Lu, incidente probatorio: domani la nomina dei periti

Savona. Saranno nominati domani dalla Procura della Repubblica di Savona i periti del Collegio che dovrà giudicare attendibile la versione della ragazzina di 12 anni sui presunti abusi sessuali subiti da Don Luciano Massaferro, il prete alassino rinchiuso in carcere a Chiavari con l’accusa di violenza sessuale su minore. Sarà composto da psichiatri e psicologi. Saranno loro, infatti, a presiedere nell’incidente probatorio che verrà disposto nei prossimi giorni,un passaggio decisivo ai fini dell’inchiesta.

Intanto sul fronte delle indagini proseguono le analisi dei periti della Procura sul quarto pc utilizzato da Don Luciano, che conterrebbe elementi di prova altrettanto determinanti per confermare le accuse a Don Lu. Foto e altro materiale sono al vaglio degli inquirenti. “Aspettiamo di vedere l’esito di questa analisi – commenta l’avvocato difensore Alessandro Chirivì -. Agli atti, per noi, resta il racconto della ragazzina, e vedremo nell’incidente probatorio”.

E in merito ad alcune contraddizioni emerse negli interrogatori di Don Luciano, la difesa non si mostra preoccupata: “Chiaramente la situazione che vive in carcere Don Luciano è molto difficile, posso dire che elementi in tal senso sono da imputare allo status psico-fisico di Don Lu e non sono stati certo fattori centrali per l’accertamento della verità”.
 
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http://stage7.presstoday.com/_Standard/Articles/17648932

Giorni decisivi
per l’inchiesta
sul sacerdote

MARCO RAFFA


Trovato il pc misterioso
Il vescovo ha visitato don Lu


ALASSIO

[FIRMA]MARCO RAFFA
ALASSIO
Risolto il giallo del quarto computer, il pc appartenuto a don Luciano Massaferro che gli investigatori cercano da settimane e che il parroco alassino arrestato con l’accusa di violenza sessuale su una undicenne aveva detto di non sapere dove fosse finito. «E’ “morto”, si è guastato, non so che fine abbia fatto». Questa, almeno secondo i suoi legali, era stata la risposta data agli investigatori in occasione dei primi due interrogatori.
Il «portatile» sarebbe stato trovato in casa di un parrocchiano ed è già stato affidato agli esperti che dovranno vivisezionare l’apparecchiatura alla ricerca di eventuali file compromettenti. E’ molto difficile che, anche ammettendo che tali file esistano e siano mai stati nel computer (gli altri tre pc esaminati dai periti sono risultati assolutamente irreprensibili sotto ogni punto di vista), siano comunque «visibili». Esistono però, ovviamente, metodi di ricerca sofisticata che possono far riaffiorare anche memorie cancellate o parzialmente sovrascritte.
Non è l’unica novità sul piano delle indagini: oggi infatti, alle nove del mattino nell’ufficio del giudice Emilio Fois, verrà conferito l’incarico alla psicologa genovese che dovrà ascoltare la ragazzina di undici anni dal cui racconto è scaturita l’accusa di violenza sessuale per il sacerdote. Al giuramento del perito parteciperanno anche i legali di don Massaferro (Alessandro Chirivì di Albenga e Mauro Ronco di Torino) che a loro volta nomineranno un consulente di parte. Sia da parte della Procura che della difesa viene data molta importanza all’audizione della ragazzina, che dovrà svolgersi in condizioni di particolare cautela e protezione. La legge consente infatti che la minore «parte offesa» venga ascoltata dal consulente nominato dal giudice, ed eventualmente dal giudice stesso eo dal pm, in un contesto di assoluta protezione. Eventuali consulenti di parte possono assistere all’interrogatorio in una stanza separata, collegata a quella dove si trova il minore da un vetro-specchio o da un impianto video a circuito chiuso, e in nessun caso possono interagire direttamente con la minore stessa. Con ogni probabilità l’audizione protetta si svolgerà nei primi giorni della prossima settimana. E sarà la prima volta che la piccola accusatrice di don Luciano verrà ascoltata non soltanto da chi conduce le indagini (prima dell’arresto del sacerdote un’audizione c’era già stata, ma limitata alla psicologa consulente del pm) ma anche, sia pure a distanza, dalla difesa.
L’altroieri infine don Luciano ha ricevuto in carcere a Chiavari la visita del suo vescovo. Monsignor Mario Oliveri, come aveva ripetutamente chiesto senza risultato in precedenza, lo ha raggiunto nella sua cella, ha pregato con lui e lo ha confortato alla presenza di alcuni dei compagni di detenzione che sono apparsi a loro volta commossi e partecipi.

http://stage7.presstoday.com/_Standard/Articles/17648917

Il Secolo XIX pag. 7
"«Mia figlia esclusa dalla chiesa di don Luciano»"

Data: 22/01/10
Interni / Politica

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«Mia figlia esclusa dalla chiesa di don Luciano» l'arresto del parroco di alassio accusato di pedofilia
La mamma di Alassio: «È come se fosse lei la colpevole, dov'è la carità cristiana? Ora rispetto per la privacy»
dalla prima pagina
Le hanno chiuso le porte della parrocchia in faccia, alla bambina. E la famiglia è stata costretta a farle incontrare gli amichetti in pizzeria. «Per fortuna a scuola hanno capito e la proteggono. C'è ancora della gente per bene a questo mondo». Anche i genitori, la zia e il nonno erano legati a don Luciano, lo amavano e lo stimavano: «Gliel'avevamo affidata. Eravamo sicuri. E quando abbiamo saputo volevamo andare dal vescovo e basta, per non aggiungere dolore a dolore, perché ci pensasse lui. Anche noi siamo gente di chiesa. Ma al Gaslini hanno regole precise e hanno avvertito l'autorità giudiziaria, e forse è giusto così».
Anche la bambina non avrebbe voluto parlare. Per vergogna, per pudore, «perché non può farti quelle cose il tuo migliore amico, quello che vai a cercare quando hai bisogno di una parola buona o di un aiuto. E poi non capisci neanche cosa vuol dire, a quell'età, e pensi che devi obbedire al parroco se lui ti dice che è un segreto, che quello che è successo non devi raccontarlo mai».
Poi ci sono i compagni. Le amiche. Magari ci provi, a confidarti, ma basta mezza parola e ti assale l'imbarazzo, vedi il sorriso pronto a spuntare: cosa fai? «Ti tieni tutto dentro. E pensi che se ti è successa una cosa così forse è anche colpa tua, ed è come precipitare in un pozzo senza fine».
Ore tremende. E uno sconforto che ti prende alla gola e non ti lascia più, «perchéè sempre stato così. I più deboli non contano niente, chi è malato o in difficoltà può cercare soltanto di non dare fastidio. E poi Alassio è un così bel posto e questa è una storia tanto triste, bisogna farla finire...».
Amarezza. Solitudine. E indignazione quando il sindaco ha preso le difese di don Luciano che è cittadino di Alassio «come la bambina e la sua mamma, sua zia, suo nonno. Non avrebbe dovuto farlo». Ora Marco Melgrati invita alla cautela, è un garantista e una persona perbene, probabilmente voleva solo polemizzare contro una giustizia che a tanti appare incomprensibile (in carcere prima del processo e magari liberi dopo. anche se colpevoli): ma chi risarcirà la mamma per le calunnie? Non è vero che gioca d'azzardo, che non ha un lavoro, che è inadeguata a fare la madre, che non si occupa della bambina, che è una sprovveduta come più d'uno ha voluto insinuare. Il problema è che è costretta all'anonimato: se potesse rivelare che è figlia di un professionista importante, per esempio, tanti atteggiamenti cambierebbero.
Qualcosa in realtà sta cambiando, da qualche giorno. Il vescovo di Albenga Mario Oliveri è voluto andare a Chiavari, a parlare a quattr'occhi con don Luciano. La magistratura ha aggiunto tasselli importanti all'inchiesta, anche se non lascia trapelare nulla proprio per tutelare le persone coinvolte. «La giustizia farà il suo corso. Ma tutta la famiglia chiede silenzio, adesso, perché la bambina ha bisogno di ritrovare completamente la serenità e potrebbe essere identificata. Sarebbe un crimine. Nei paesini del profondo sud una donna stuprata è sempre un po' colpevole, è chiaro che se l'è andata a cercare... Non permettiamo una simile atrocità verso una bambina di undici anni. Non aggiungiamo dolore a dolore».
Paolo Crecchi
[email protected]


22/01/2010
calunnieLa mamma
dipinta come
una sprovveduta
e una giocatrice
di poker. Invece
ha un lavoro ed è
di buona famiglia


22/01/2010
vergognaIl silenzio
della vittima
dovuto al timore
di essere presa
in giro
dai compagni
di scuola


22/01/2010
 
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www.savonanews.it/it/internal.php?news_code=68331

Alassio: don Massaferro, il vicario "nessuno allontanamento"

“Non abbiamo escluso nessuno dalla Chiesa di San Vincenzo. Non è stata chiusa nessuna porta in faccia alla bambina che ha accusato Don Luciano Massaferro. Abbiamo invece voluto tutelare la minore e la sua famiglia perché non siano esposte ad una situazione imbarazzante, per la quale ancora attendiamo l’esito dell’inchiesta. Abbiamo ritenuto opportuno, proprio nell’interesse della bambina che temporaneamente non frequentasse l’oratorio e non salisse sull’altare a fare la chierichetta. Un gesto dunque di tutela e di protezione, per garantire la sua privacy”. Con queste parole il Vicario generale della Diocesi di Albenga-Imperia, attuale amministratore parrocchiale, sede plena, della Chiesa di San Vincenzo ad Alassio commenta la notizia della madre della bambina molestata dal prete che avrebbe detto che la figlia sarebbe stata allontanata dalla parrocchia.

Venerdì 22 Gennaio 2010 ore 16:46

http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/p/savon...o_sanremo.shtml

Don Luciano a Sanremo:
è un detenuto guardato a vista
24 gennaio 2010
| red. sav.
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Il sacerdote alassino arrestato per violenza sessuale su una undicenne è stato rinchiuso in una cella singola nella sezione protetta del penitenziario. Gli agenti lo controllano ogni quarto d’ora.

Rinchiuso nella sezione protetta del carcere di Valle Armea a Sanremo e soprattutto sorvegliato a vista dagli uomini della polizia penitenziaria. La detenzione comincia a pesare sul fisico e sulla mente di Don Luciano Massaferro, il prete quarantacinquenne arrestato il 29 dicembre per tre presunti episodi di violenza sessuale su una parrocchiana minorenne.

Ogni quindici minuti, gli agenti del penitenziario controllano il sacerdote rinchiuso in una cella singola, nella sezione di chi ha commesso reati a sfondo sessuale. Il trasferimento dal carcere di Chiavari a quello ponentino sembra quindi essere stato dettato da esigenze di tutela del detenuto, piuttosto che da sovraffollamento.

Nella cella, don Luciano ha portato il vangelo e il breviario a tenergli compagnia nelle lunghe giornate da trascorrere con mille pensieri che gli ronzano per la testa. Gli inquirenti hanno quindi voluto garantire la sicurezza di don Luciano in un carcere con una copertura maggiore di personale d’assistenza. Ma non è escluso anche che la scelta sia stata dettata da esigenze di carattere psicologico.

Il tutto in attesa dell’incidente probatorio con la ragazzina, presunta vittima delle morbose attenzioni del sacerdote, che il giudice delle indagini preliminari non ha ancora fissato. Si tratta di una scadenza considerata determinante in fase di istruttoria e che potrebbe svolgersi già la prossima settimana. Per quella data gli investigatori confidano anche di avere le prime indiscrezioni sul contenuto del quarto personale computer sequestrato ad un’amica del prete e da un paio di giorni al vaglio del tecnico informatico incaricato dalla procura di ispezionare il materiale informatico in possesso del sacerdote.

Sul contenuto neanche un’indiscrezione, ma i dubbi sul fatto che possa esserci materiale interessante per l’inchesta sono cresciuti di fronte ai tentativi di don Luciano di negarne l’esistenza. Se i contenuti fossero stati lineari perché farlo sparire dopo il contatto con la famiglia della parrocchiana? Perché continuare a negarne l’esistenza fino al blitz della polizia?

Quesiti ai quali il procuratore Francantonio Granero vuole dare una risposta, anche se ieri è stato ribadito come il ritrovamento sua stata una picconata alla credibilità del prete che nelle fasi iniziali della vicenda aveva addirittura negato di essere un intenditore di apparecchiature informatiche. Le varie fasi degli interrogatori hanno poi smontato le varie tesi presentate via via dall’indagato.

Il lavoro degli investigatori della squadra mobile di savona e del Commissariato di Alassio ora si è concentrato sulla veridicità dei racconti sui due altri presunti casi di attenzioni morbose riservate da don Luciano ad altre due parrocchiane. Così è venuto fuori dagli interrogatori degli altri bambini, così è saltato alla luce dalle testimonianze di altri parrocchiani. Anche in questo ambito l’incidente probatorio con la testimonianza della ragazzina, potrebbe rappresentare lo spartiacque, il momento in cui anche gli altri filoni della vicenda potrebbero conoscere un’accelerazione improvvisa ed attesa dagli inquirenti. Insomma la prossima, potrebbe essere la settimana decisiva per la vicenda.

Edited by GalileoGalilei - 24/1/2010, 12:22
 
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http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/p/savon...ano_scava.shtml


Don Luciano, si scava
nei rapporti con altre bimbe
25 gennaio 2010
| red. sav.

Gli uomini della squadra mobile di Savona e del commissariato di Alassio stanno ascoltando i compagni del catechismo e della parrocchia per verificare la veridicità delle loro testimonianze su altri due presunti casi di violenza sessuale

In attesa dell’incidente probatorio e di conoscere il contenuto del quarto computer sequestrato a don Luciano Massaferro (o meglio in casa di un’amica alla quale lo aveva regalato), il parroco delle chiese di San Vincenzo e San Giovanni di Alassio, l’inchiesta sulla presunta violenza sessuale messa in atto nei confronti di una parrocchiana di undici anni prosegue. Nell’ombra, nel silenzio del riserbo, gli uomini della squadra mobile di Savona e del commissariato alassino proseguono gli interrogatori di amici della ragazzina, di giovani che frequentano il catechismo e di semplici parrocchiani con l’intenzione di allargare il quadro indiziario di altri due episodi di violenza per i quali, al momento, non esiste alcuna contestazione concreta.

Indubbiamente gli elementi raccolti nella prima fase dell’inchiesta debbo essere approfonditi come ha puntualizzato lo stesso tribunale del Riesame, nell’ordinanza con la quale si rigettava al richiesta di scarcerazione del sacerdote alassino.

Nessuna ulteriore valanga di fango, quindi, addosso a don Lu, ma solo la necessità da parte dei sostituti procuratori della repubblica Giovanni Battista Ferro ed Alessandra Coccoli, di approfondire un filone dell’inchiesta madre.

Per il momento si tratta di sospetti, di confessioni fatte tra minori e dal minorenni riportate agli investigatori che stanno cercando riscontri ed eventualmente denunce. Nulla di più, quindi, che una notizia di reato recepita, ma non ancora trasformatasi in capo di imputazione al prete assistito dagli avvocati Mauro Ronco e Alessandro Chirivì. «Fesserie, invenzioni» è la reazione di chi crede nell’innocenza di don Luciano e non ritiene veritiere neppure le presunte attenzioni morbose alla parrocchiana che hanno fatto scattare l’ordinanza.

C’è però il grave indizio di reiterazione del reato ed inquinamento delle prove riscontrati dal giudici del riesame che influenzano la valutazione su don Luciano.

Ovviamente l’attività di indagine è coperta dal massimo riserbo, anche e soprattutto a tutela dei giovani minorenni coinvolti, loro malgrado, in questa spiacevole vicenda.

Don Luciano, comunque resta in carcere ad attendere novità e soprattutto sviluppi positivi della vicenda. Nella cella singola della sezione protetta del penitenziario di valle Armea a Sanremo, il sacerdote prega e legge il vangelo. Le sue condizioni psico-fisiche non sarebbero ottimali, al punto da spingere gli inquirenti a richiedere una sorveglianza continua per evitare gesti spiacevoli. Il prete resta sempre in attesa, anche della visita dell’anziano padre che dal 29 dicembre non ha più avuto occasione di incontrare.

In carcere finora, don Lu ha incontrato i suoi avvocati, il cappellano di Chiavari, don Francesco Brioni, e monsignor Mario Oliveri, ordinario della diocesi d Albenga e Imperia.

Il primo appuntamento concreto in agenda sotto il profilo giudiziario è l’incidente probatorio a cui verrà sottoposta l’undicenne che avrebbe subito le attenzioni morbose del prete. Il gip non ha ancora fissato la data dell’esame,ma questa potrebbe essere la settimana decisiva.

L’interrogatorio rappresenta un passo ufficiale dell’inchiesta, ritenuto irripetibile, traslabile in udienza. Lavoro dei magistrati che, a meno di colpi di scena, potrebbe approdare poi alla notifica della conclusione delle indagini e al processo davanti al giudice delle udienze preliminari.

A meno di novità, come detto, che potrebbero scaturire dal computer sotto perizia e da presunti altri due casi di violenza su minore.
 
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Savona: don Massaferro, si va verso l'incidente probatorio

Con ogni probabilità l’incidente probatorio si svolgerà alla fine di questa settimana. E’ questa l’ultima notizia riguardo la triste vicenda che ha come protagonisti il parroco di San Vincenzo di Alassio, don Luciano Massaferro, e una sua parrocchiana minorenne. La bimba ha accusato il sacerdote di molestie, e le sue parole hanno portato in carcere il prete che è rinchiuso dal 29 dicembre. Ora si trova in una cella a Sanremo. Le sue condizioni fisiche preoccupano i legali, che lo hanno riferito anche agli agenti che per questo lo tengono sotto stretta sorveglianza.

r.c.

Martedì 26 Gennaio 2010 ore 07:05
 
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http://www.ivg.it/2010/01/27/caso-don-lu-a...nque-ragazzine/

Caso “don Lu”: ascoltate dagli inquirenti altre cinque ragazzine

Savona. Rischio di reiterazione del reato secondo la Procura savonese, e rischio di inquinamento delle prove secondo i giudici del Riesame: sono queste le motivazioni che tengono in carcere don Luciano Massaferro, il parroco alassino accusato di aver abusato di un’undicenne.

Intanto, le indagini per far luce su questa brutta storia vanno avanti: negli ultimi giorni sono state ascoltate dagli inquirenti cinque ragazzine, amiche della “accusatrice” del sacerdote.

www.savonanews.it/it/internal.php?news_code=68618

Alassio: don Massaferro, ancora interrogatori in Procura

Cinque ragazzine, coetanee della undicenne che accusa il parroco di Alassio di violenza sessuale, sono state ascoltate in procura con l’assistenza di una psicologa. Alle ragazzine - che sarebbero state ascoltate, tra l’altro, separatamente dai genitori che le avevano accompagnate proprio per avere il massimo di genuinità nella testimonianza - sono stati chiesti riscontri sui dettagli indicati dalla undicenne, sul comportamento del sacerdote, sui luoghi frequentati dai giovanissimi durante le attività della parrocchia.

Ovvio il riserbo che circonda le risultanze di questa attivitià d’indagine che si ricollega direttamente ai molti contatti avuti dai magistrati, dagli investigatori della Mobile e dai colleghi del commissariato di Alassio con persone che gravitano attorno a «don Lu» e alla sua parrocchia. E’ emerso intanto che i giudici del Riesame, alle esigenze cautelari sostenute dalla Procura di Savona (il rischio di reiterazione del reato) ne hanno aggiunta una seconda (il rischio d’inquinamento delle prove).

.

Mercoledì 27 Gennaio 2010 ore 07:13
 
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Dipendente del Comune
interrogata dagli inquirenti
28 gennaio 2010
| Giovanni Ciolina


Una dipendente del comune di Alassio è diventata una testimone importante nell’inchiesta che ha portato don Luciano Massaferro, 45 anni, parroco delle chiese di San Vincenzo e San Giovanni, in carcere con l’accusa di violenza sessuale nei confronti della giovane parrocchiana

A settembre aveva invitato la ragazzina di undici anni per sapere, per conoscere quello che stava accadendo e poi informare don Luciano della situazione soprattutto dei termini in cui era la vicenda che nella città del Muretto aveva ormai varcato le mura della chiesa.

Una dipendente del comune di Alassio è diventata quindi una testimone importante nell’inchiesta che ha portato don Luciano Massaferro, 45 anni, parroco delle chiese di San Vincenzo e San Giovanni, in carcere con l’accusa di violenza sessuale nei confronti della giovane parrocchiana. La donna è stata identificata. Ovviamente la sua posizione è stata al vaglio degli investigatori nel lungo e difficile interrogatorio a cui è stata sottoposta. La donna avrebbe infatti ammesso di aver accettato l’invito del sacerdote a sondare il terreno, a cercare di capire la posizione della bimba e della sua famiglia, ribadendo anche come «la ragazzina le abbia raccontato gli episodi di cui sarebbe rimasta vittima».

«Quella ragazzina non è attendibile», ribadisce il professor Mauro Ronco che con Alessandro Chirivì assiste il prete in carcere ormai da quasi un mese. Ed a proposito di difesa ieri mattina il legale della curia ingauna si è presentato al sesto piano del palazzo di giustizia per acquisire alcuni atti dell’inchiesta di cui non è ancora in possesso.

In particolare il collegio difensivo di don Luciano ha chiesto la possibilità di entrare in possesso del cd dell’audizione protetta della presunta vittima e quindi ascoltare con le proprie orecchie la deposizione dell’undicenne. Il tono dell’audizione effettuata dalla psicologa Moretuzzo e il suo svolgimento potrebbero finire sotto la lente di ingrandimento dei periti del professor Ronco per valutarne l’eventuale attendibilità e le presunte ipotesi di nullità.

A piccoli passi, l’inchiesta, quindi, sembra andare avanti con l’intento di sistemare anche il più piccolo tassello di una vicenda estremamente delicata e spiacevole per tutte le parti in causa.

Al punto che ieri mattina i sostituti procuratori Alessandra Coccoli e Giovanni Battista Ferro hanno affidato l’ennesima perizia ad uno psicologo probabilmente per ascoltare nuovamente alcuni giovani compagni della presunta vittima. Il condizionale però è d’obbligo perché sul tema sia la difesa sia l’accusa hanno alzato un muro di stretto riserbo, nonostante l’esperto hanno preso contatti con il collega della difesa. Solo nelle prossime settimane sarà possibile capire l’evolversi di questo rivolo d’inchiesta.

Resta invece ancora misterioso l’esito della perizia tecnica sul quarto computer sequestrato ad un’amico del parroco al quale lo aveva affidato.

Il tecnico savonese dopo aver doppiato tutti i contenuti, starebbe ora lavorando per verificare l’esistenza o meno di files cancellati e in caso di risposta positiva verificarne il contenuto. Al momento, da un esame superficiale dell’apparecchio non sarebbero venuti alla luce elementi in grado di assumere una rilevanza nell’inchiesta. Nessun contenuto compromettente per don Luciano, anche se è necessario ancora qualche tempo per avere un’idea complessiva della situazione.

Per l’accusa, comunque, l’importanza del ritrovamento del pc di don Lu stava proprio nel fatto di smentire la tesi del sacerdote che invece ha sempre sostenuto di non saperne nulla. Insomma una prova sulla credibilità dell’indagato, più che sui suoi eventuali e presunti istinti deviati.

Il tutto in attesa dell’incidente probatorio che dovrebbe essere fissato per la fine di febbraio. Il gip Fois si è preso tutto il tempo necessario per fare le cose a posto ed evitare poi problemi al momento dell’udienza, figli della fretta. «Passaggio non determinante» puntualizza il professor Ronco, mentre l’accusa ritiene si tratti del clou di tutta l’inchiesta. L’interrogatorio protetto effettuato dal consulente tecnico d’ufficio nominato dal gip Fois sarà inserito nel dibattimento al quale non dovrà più partecipare la ragazzina.

Ieri sera infine, nella parrocchia del Sacro Cuore Immacolato di Andora Marina, si è svolta l’ennesima veglia di preghiera alla presenza di alcune centinaia di fedeli convinti dell’innocenza di don Luciano. I presenti hanno pregato per il loro parroco, invocando l’aiuto del Signore al fine di arrivare presto alla verità dell’inchiesta e alla scarcerazione del prete.

Una posizione ormai decisa anche da parte del gruppo «Don Luciano Libero» aperto su Facebook. Molti dei sostenitori della pagina su internet non hanno voluto mancare all’appuntamento in chiesa.
 
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view post Posted on 29/1/2010, 12:19
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Sul computer non c’è nulla
Ma don Lu lo ha formattato
29 gennaio 2010
| red. sav.

I primi accertamenti delle perizie sono stati comunicati ieri alla procura e lasciano aperti dubbi e suscitano perplessità. Nei prossimi giorni verrà studiato l’hard disk del quarto personale del sacerdote recuperato la scorsa settimana

Una prima sommaria verifica del computer di don Luciano, sequestrato la scorsa settimana in casa di un amico del sacerdote, non ha portato alla luce elementi inquietanti.

Ma don Luciano Massaferro, prima di regalare il pc, lo ha formattato, ossia ha cancellato tutti i contenuti presenti nell’hard disk. Un atteggiamento che ha di insospettito gli inquirenti.

Sono stati i due periti informatici nominati dalla procura a segnalare l'anomalia ai sostituti procuratori Alessandra Coccoli e Giovanni Battista Ferro, che ieri pomeriggio hanno convocato un vertice in procura per analizzare la situazione. Oltre ai due periti era presente anche il supertestimone dell’accusa, anche lui perito, che aveva aiutato don Massaferro a trasferire alcuni files da quel computer a quello nuovo.

Proprio la sua testimonianza aveva consolidato la certezza negli inquirenti sulla presenza di quel quarto strumento informatico che invece il parroco di San Vincenzo e San Giovanni ha sempre negato.

Ha partecipato anche lui all’incontro durato quasi due ore nell’ufficio del pm Coccoli e nel quale magistrati ed esperti informatici hanno deciso la linea di condotta da tenere. Sicuramente la direttiva è semplice: cercare di risalire ai file cancellati per verificare l’esistenza o meno di materiale che possa risultare utile all’indagine.

Compito che non si annuncia agevole, nonostante i periti siano in possesso di sistemi estremamente all’avanguardia per fare luce anche sugli angoli più nascosti di quello che ormai sembra essere diventato uno degli aspetti cardine dell’inchiesta.

Al momento la procura ha preso atto dell’importanza del ritrovamento del pc per demolire l’attendibilità del prete che ha sempre negato di averne avuto il possesso. Il procedimento di formattazione messo in atto da don Lu, inoltre, sembra fare a pugni con le iniziali affermazioni del sacerdote di non essere assolutamente esperto in materia informatica.

L’aver cancellato i contenuti dell’hard disk non vuol dire comunque la volontà di togliere di mezzo materiale scottante. Di fronte all’intenzione di regalare il pc a un amico il prete potrebbe aver deciso di togliere ogni traccia del suo lavoro. Un’operazione innocua che potrebbe fare chiunque. Certo che, vista in un quadro indiziario come quello esistente l’operazione lascia adito a qualche dubbio.

Non resta che attendere e verificare quale sarà la verità. L’inchiesta va avanti e la procura non intende tralasciare alcunché per fare piena luce sulla vicenda che, come ha puntualizzato nelle scorse settimane lo stesso procuratore Francantonio Granero, registra due vittime: l’undicenne parrocchiana e don Luciano.

In attesa dell’annunciata visita nel carcere di Sanremo del vescovo di Albenga e Imperia, Mario Oliveri, al sesto piano del palazzo di giustizia di Savona non sarebbe arrivata ancora istanza di visita da parte del padre del sacerdote, mentre al contrario sarebbero state negate istanze di alcune persone vicine a don Lu che hanno chiesto di potergli fare visita nel penitenziario sanremasco.

La difesa, dopo aver ottenuto alcuni atti, è in attesa dell’autorizzazione da parte del giudice delle indagini preliminari Emilio Fois di poter copiare il compact disk dell’audizione protetta della presunta vittima.
 
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view post Posted on 30/1/2010, 12:34
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Don Luciano, la ragazzina conferma tutto


30 gennaio 2010
| Giovanni Ciolina

Avrebbe avuto un unico attimo di esitazione al momento di riconoscere l’orto di proprietà del prete da una foto scattata in notturna. La presunta vittima di attenzioni morbose da parte di don Luciano Massaferro ha invece rievocato puntualmente, e secondo un racconto già fornito alla psicologa del Gaslini e alle compagne della parrocchia, i tre contatti sessuali avuti con il sacerdote alcuni mesi fa. Ha finito stremata, stanchissima, il suo interrogatorio, ma ora è fuori dai giochi, almeno sotto il profilo processuale.

È stato eseguito ieri l’incidente probatorio nell’ambito della vicenda su presunte violenze sessuali subite dalla parrocchiana e per le quali don Lu è in carcere da un mese e la testimonianza della giovane è ormai prova dibattimentale. La situazione è stata quindi cristallizzata.

La ragazzina, assistita dall’avvocato Mauro Vannucci, che proprio ieri ha depositato la nomina di difensore della parte offesa, in veste della mamma della minore, ha ribadito la sequenza e le modalità dei tre episodi di cui sarebbe rimasta vittima.

Episodi avvenuti sullo scooter del prete, in canonica e nella baracca di collina e durante i quali don Luciano Massaferro avrebbe costretto la ragazzina a toccargli le parti intime.

«Dall’incidente probatorio - commentano gli avvocati Mauro Ronco ed Alessandro Chirivì che difendono il sacerdote -sono emerse palesi, stridenti, numerose ed insanabili contraddizioni».

http://www.alassiofutura.com/2010/01/ieri-...probatorio.html

sabato 30 gennaio 2010
IERI POMERIGGIO L’INCIDENTE PROBATORIO SUL CASO DEL PARROCO DI ALASSIO ACCUSATO DI VIOLENZA SESSUALE

Don Luciano Massaferro parroco di Alassio

In una stanza la verità della bambina
Nessun commento dalla Procura. I difensori di don Lu:
emerse molte contraddizioni
Nei suoi undici anni mai è stata adulta come ieri pomeriggio, nemmeno quando avvenivano, o lei immaginava, i fatti che hanno portato in carcere a Chiavari don Luigi Massaferro, il parroco quarantacinquenne di Alassio. In una stanza asettica, ripresa da una telecamera, la bambina ha ripetuto a uno specialista il racconto che già aveva fatto alla psicologa del Gaslini. E oltre la telecamera - come dietro uno specchio magico - c’erano il giudice per le indagini preliminari, Emilio Fois, il pm Alessandra Coccoli, i difensori del sacerdote Mauro Ronco e Alessandro Chirivì con il loro consulente.
Piccola e forse stupefatta dell’attenzione che la circonda e la preme da dicembre, la bambina sapeva che il suo racconto in qualche modo era valutato, giudicato - giudicata lei stessa - dal mondo degli adulti.
Non era affannata, non spaventata. Con lo sforzo dei semplici di fronte a un’impresa della memoria o la quiete dei candidi di fronte a ricordi sentiti per certi, si è ancora una volta inoltrata sui sentieri sfociati in pagine giudiziarie: «Lo toccavo... », «Mi diceva...». Un pomeriggio al rallentatore, senza pressioni, senza metterle fretta, misurando la sua aderenza alla realtà del momento e a quella del ricordo.
A fine giornata gli avvocati Ronco e Chirivì hanno rilasciato una dichiarazione lapidaria come una parola fine: «Sono emerse palesi, stridenti, numerose e insanabili contraddizioni nei racconti della presunta persona offesa, tali da minarne definitivamente ed irrimediabilmente la sua credibilità e attendibilità».
Il capo della Procura savonese, Francantonio Granero, abito grigio e sorriso appena accennatodietro la scrivania del suo ufficio, non ha commentato, si è limitato a un’osservazione più di stile che di contenuti:
«Mi pare palese una scelta di processo condotto rapidamente attraverso le dichiarazioni ai media più che con gli strumenti che la legge fornisce per dibattere il caso dentro questi uffici e aule». Nulla da dire sull’esito
dell’incidente probatorio con la bambina protagonista: «Ho parlato con la collega Coccoli, che ha seguito il pomeriggio e mi ha riferito molto serena».
Per la gente di Alassio, per i parrocchiani fedelissimi difensori di don Luciano la giornata di ieri è una sorta di anticipo di sentenza di proscioglimento.
Non è così veloce. Mentre il parroco aspetta l’ok per la visita almeno del suo vescovo, la Procura e il Gip devono ancora mettere in fila molti pezzi della vicenda.
C’è il computer con i file dell’hard disk cancellati. Di per sé non è determinante, accende interesse se inserita tra le deposizioni di don Lu, tra quelle che le accuse considerano non soltanto contraddizioni ma anche dichiarazioni spontanee («a una parrocchiana psicologa chiesi di seguire la piccola», «i vicini mi dissero che era una famiglia litigiosa e aggressiva») smentite agli uomini della Squadra Mobile dalle stesse persone chiamate in causa.
E per la bambina c’è ancora un passaggio tra occhi, registratori, voci degli specialisti. Come disposto dal gip Fois ci sarà quella che sbrigativamente viene definita «perizia psichiatrica ». Più o meno: non è un’imputata per la quale stabilire se capace o no di intendere o volere. E’ una presunta parte lesa, in un’età in formazione.
Se ieri si è misurato, con tatto, il suo narrare, il nuovo appuntamento sarà una sorta di «diagnosi» generale della sua «attitudine a testimoniare». La credibilità. Dato oggettivo, non giudizio fra angelo violato o spudorata mentitrice. Vuol dire un altro passo in una inevitabile, progressiva solitudine nel mondo adulto. Un nuovo passo, difficile più per la sua inconsapevolezza giudiziaria che per tutti gli altri.

Marco Neirotti

Da ww.LaStampa.it del 30 Gennaio 2010
 
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Savona, Don Luciano: la ragazzina conferma la violenza

Don Luciano è in carcere da un mese accusato di violenza sessuale; la testimonianza della giovane è ormai prova dibattimentale

La presunta vittima di attenzioni morbose da parte di don Luciano Massaferro, parroco di Alassio (Savona) ha rievocato puntualmente, secondo un racconto già fornito alla psicologa del Gaslini di Genova e alle compagne della parrocchia, i tre contatti sessuali avuti con il sacerdote alcuni mesi fa.

Avrebbe avuto un unico attimo di esitazione al momento di riconoscere l’orto di proprietà del prete da una foto scattata in notturna.

Ha finito stremata, stanchissima, il suo interrogatorio, ma ora è fuori dai giochi, almeno sotto il profilo processuale.

È stato eseguito ieri l’incidente probatorio nell’ambito della vicenda su presunte violenze sessuali subite dalla parrocchiana e per le quali don Luciano è in carcere da un mese e la testimonianza della giovane è ormai prova dibattimentale. La situazione è stata quindi cristallizzata.

La ragazzina, assistita dall’avvocato Mauro Vannucci, che proprio ieri ha depositato la nomina di difensore della parte offesa, in veste della mamma della minore, ha ribadito la sequenza e le modalità dei tre episodi di cui sarebbe rimasta vittima.

Episodi avvenuti sullo scooter del prete, in canonica e nella baracca di collina e durante i quali don Luciano Massaferro avrebbe costretto la ragazzina a toccargli le parti intime. «Dall’incidente probatorio – commentano gli avvocati Mauro Ronco ed Alessandro Chirivì che difendono il sacerdote -sono emerse palesi, stridenti, numerose ed insanabili contraddizioni».

31 gennaio 2010 | 09:49
 
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