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Pedofilia. Riabilitato con 1304 € di risarcimento don Massaferro condannato in Cassazione: "è innocente"., Sconta 7 anni e 8 mesi per violenze a chierichetta 11enne, torna tranquillamente a fare il prete

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view post Posted on 12/1/2010, 17:53
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www.ivg.it/2010/01/12/inchiesta-don...quasi-completo/

12 gennaio 2010
Inchiesta Don Lu, la Procura: “Quadro accusatorio quasi completo”

Savona. In attesa della pronuncia del Tribunale del Riesame sulla scarcerazione di Don Luciano Massaferro prosegue l’indagine della Procura della Repubblica di Savona nei confronti del prete alassino, arrestato per abusi sessuali su una bambina di 11 anni. Nonostante alcune pressioni arrivate dal mondo cattolico gli elementi e le prove raccolte a carico di Don Lu hanno assunto la forma di un quadro accusatorio completo, e gli inquirenti sono convinti che difficilmente il prete alassino verrà rilasciato.

Bocche cucite sul dettaglio delle indagini, in particolare sul quarto pc utilizzato da Don Lu, dal quale gli organi inquirenti sperano di avere gli ultimi riscontri. Dall’analisi svolta dai periti sui primi tre computer sequestrati al prete nessuna prova schiacciante, sembra, tutta la verità potrebbe quindi nascondersi nell’ultimo dei pc, che gli investigatori sperano di trovare al più presto.
 
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view post Posted on 13/1/2010, 08:58
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http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/p/savon...mputer_ho.shtml

«Il computer c’è e l’ho usato io»
13 gennaio 2010
GIOVANNI CIOLINA

Il perito informatico conferma la sua versione:
don Luciano mi fece trasferire dei files su un altro pc

«Quel computer l’ho visto e ci ho lavorato per trasferire alcuni file su un altro apparecchio». La testimonianza del perito informatico divenuto test chiave, per la procura è la conferma dell’esistenza del quarto computer, quello sparito, ed al centro delle ricerche da parte degli uomini della squadra mobile di Savona.

Il sacerdote ha sempre negato di aver avuto altro pc all’infuori di quelli sequestrati (tre in totale), ma la procura di Savona ritiene contraddittoria la versione di don Lu e la storia del computer è considerata una delle prove per sostenere le accuse di violenza sessuale al prete di Alassio arrestato il 29 dicembre scorso su ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip Fois.

La ricerca dell’apparecchiatura elettronica prosegue anche se il compito degli inquirenti si annuncia difficile se non addirittura proibitivo. Solo un’eventuale collaborazione del sacerdote potrebbe servire a sciogliere la matassa. Il procuratore Francantonio Granero e i sostituti Alessandra Coccoli e Giovanni Battista Ferro sono convinti che quell’hard disk contenga elementi probatori importanti. Un teorema che troverebbe sostegno anche nella richiesta di trasferire dal vecchio al nuovo pc solo una parte di files e quindi, secondo gli investigatori, quelli non compromettenti. Ma si tratta di supposizioni. Il tecnico incaricato della perizia sui computer sequestrati, invece, al momento non avrebbe segnalato anomalie alla procura.

Al momento a sostenere l’accusa di violenza sessuale c’è la segnalazione della psicologa del Gaslini che ha avuto in cura l’undicenne che avrebbe subito le morbose attenzioni del prete e che era stata inviata all’ospedale specializzati per bambini dal medico di famiglia venuto a conoscenza dei problemi avuti dalla sua paziente.

Una bimba con problemi caratteriali «ed alle prese con un disagio indipendente da don Luciano» spiega il professor Mauro Ronco che domani sosterrà al tribunale del Riesame di Genova la tesi della completa estraneità dai fatti di don Luciano, chiedendo quindi la sua scarcerazione.

«Attendiamo con ansia l’esito del Riesame» ribadisce il legale torinese che assiste il parroco di San Vincenzo e San Giovanni insieme ad Alessandro Chirivì.

E il luminare del foro torinese legge «a nostro favore» l’ipotesi contenuta nella memoria della procura inviata al tribunale di Genova sullo stato iniziale della bambina vittima delle presunte molestie. «Non c’è alcun indizio accusatorio - aggiunge Mauro Ronco . Non riesco a trovare altra visione dei fatti differente alla mia». Riesame in discesa, quindi? «Assolutamente no. Ogni cosa ha gli astri in cielo e non si può mai dire, ma...» ribadisce l’avvocato Ronco accennando un sorriso.

Si annuncia quindi battaglia all’ultimo respiro tra accusa e difesa, entrambe convinte delle proprie ragioni e che domani mattina al Riesame faranno valere le proprie ragioni. Da una parte l’accusa sostiene di avere elementi fondati per la richiesta di custodia cautelare in carcere del prete basato sulle dichiarazioni della presunta vittima (spiegate alla psicologa e ribadite nel corso di un interrogatorio protetto) e di alcune testimonianze, oltre alle contraddizioni in cui sarebbe caduto il sacerdote nei vari interrogatori a cui si è sottoposto in questi 14 giorni di detenzione.

La difesa invece fin dal primo momento si è sempre dichiarata convinta dell’innocenza di don Lu, puntualizzando l’aridità del quadro indiziario e soprattutto considerando inattendibile la bambina. Una tesi alla quale si è allineata la curia e la maggior parte della comunità parrocchiana alassina che conosce don Luciano da tempo.
 
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http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/p/savon...assaferro.shtml

Il prete accusato di pedofilia
«L’ho visto nudo in canonica»


14 gennaio 2010
| Gianluigi Cancelli

E alla vigilia dell’atteso appuntamento giudiziario, spuntano nuovi particolari sul terzo episodio del quale è accusato il parroco di San Vincenzo ad Alassio

Proprio alla vigilia dell’udienza davanti ai giudici del Tribunale del riesame di Genova, fissata per questa mattina alle nove e mezza, spunta un nuovo episodio di accusa nei confronti di don Luciano Massaferro, il parroco alassino di 44 anni arrestato la mattina del 29 dicembre scorso dalla polizia con l’accusa di violenza sessuale su una bambina di dodici anni.

Si tratta di un incontro che, secondo la tesi accusatoria sostenuta dalla procura di Savona basata su quanto la vittima aveva raccontato prima alla madre e poi alla psicologa dell’ospedale Gaslini che aveva subito segnalato l’accaduto al tribunale dei minori di Genova, sarebbe avvenuto all’interno della canonica che si trova proprio attaccata alla parrocchia di San Vincenzo.

Un episodio che, almeno secondo quanto raccontato dalla bambina, sarebbe stato più grave rispetto a quelli precedenti. In sostanza il sacerdote si sarebbe in parte spogliato di fronte alla dodicenne che nel suo racconto alla psicologa dell’ospedale Gaslini avrebbe fornito una serie di dettagli precisi nella descrizione del luogo dove era avvenuto questo incontro. Non solo. La bambina avrebbe fornito anche alcuni particolari sulla successione di quanto accaduto e addirittura una descrizione delle parti intime del sacerdote. «È vero che tra gli episodi per i quali è stato firmato l’ordine di custodia cautelare in carcere nei confronti di don Luciano Massaferro vi è anche questo episodio che sarebbe avvenuto nella canonica attigua alla parrocchia - si limita a commentare l’avvocato della diocesi di Albenga e Imperia Alessandro Chirivì, che insieme all’avvocato Mauro Ronco (presidente del consiglio dell’Ordine forense di Torino) difende il parroco alassino - ma non mi risulta che la bambina abbia fornito dettagli particolari riguardanti il corpo del sacerdote. Vorrei comunque sottolineare come anche in questo caso si tratti soltanto del racconto di una bambina di dodici anni, da cinque seguita dagli psicologi del Gaslini. Come per gli altri due presunti episodi che hanno portato al suo arresto non vi sono prove di quanto sarebbe accaduto, ma soltanto il racconto della bimba. Mi sembra un po’ poco per arrivare ad arrestare e soprattutto a tenere per tutto questo tempo in carcere una persona che sino a prova contraria deve esser considerata innocente».

Una tesi che i difensori di don Luciano Massaferro avevano già provato a sostenere di fronte al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Savona, Emilio Fois, senza per la verità ottenere alcun risultato. Tesi che questa mattina riproporranno davanti ai giudici del Tribunale del riesame di Genova. Un appuntamento che per la sorte del sacerdote alassino sembra essere, almeno dal punto giudiziario, decisivo. «Ho incontrato don Luciano questo pomeriggio (ieri pomeriggio per chi legge, n.d.r.;) in carcere a Chiavari - spiega ancora l’avvocato Chirivì - e devo dire di averlo trovato molto provato. Nonostante le lettere, e sono quasi un centinaio, che ha ricevuto dai suoi parrocchiani che sono certi della sua innocenza, ha il morale basso. Ma non potrebbe essere diversamente, perché parliamo di una persona che è in carcere da quindici giorni sapendo di essere innocente».

Oltre al racconto della bambina vittima dei presunti episodi, a dire il vero, la tesi accusatoria punta anche sul fatto che il sacerdote alassino continui a negare con decisione l’esistenza di un quarto computer che avrebbe utilizzato nei mesi passati e della cui esistenza gli investigatori sono certi. Computer che però sino ad oggi non è stato ancora trovato.
 
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http://www.ivg.it/2010/01/14/don-luciano-c...le-del-riesame/

14 gennaio 2010 delle ore 13:20

Don Luciano, udienza del Riesame: centrali racconto vittima e mistero pc

Genova. Si è conclusa da poco l’udienza presso il tribunale del Riesame che doveva decidere sulla scarcerazione di don Luciano Massaferro, il parroco di Alassio arrestato per violenza sessuale su una chierichetta di 11 anni.
Due ore di discussione incentrate su personalità e racconto della vittima dei presunti abusi.

In particolare, l’accusa basa le sue tesi sulla veridicità delle accuse della bambina, sulla sua attendibilità confermata dalla dottoressa Moretuzzo e si mostra convinta dell’esistenza di un quarto computer “sospetto” del sacerdote che, però, non si trova. Un pc che, invece, secondo i difensori di don Luciano, Alessandro Chirivì e Mauro Ronco, non esiste affatto. Pare inoltre che, per ciò che concerne gli altri 3 computer sequestrati al sacerdote, non vi sia nulla di anomalo (sono 97mila i file ritenuti “innocui” anche dai periti dell’accusa)

I giudici si sono riservati di decidere in merito all’istanza dei difensori, decisione che potrebbe essere sciolta tra domani e martedì. All’udienza di stamane erano presenti i pubblici ministeri Alessandra Coccoli e Giovanni Battista Ferro.
 
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perlanaturale
view post Posted on 14/1/2010, 17:16




Potevano mai i difensori ammettere l' esistenza di una prova di colpevolezza?
 
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http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/p/savon...arrestato.shtml

Il don arrestato per pedofilia
Accuse di un’altra ragazzina
15 gennaio 2010

Si complica la posizione di don Luciano Massaferro, il parroco di Alassio arrestato un paio di settimane fa perché accusato di abusi sessuali su una 11enne: alcuni compagni di gioco e di preghiera della ragazzina hanno detto ai magistrati che un’altra bambina avrebbe raccontato di aver ricevuto “attenzioni particolari” dal prete.

Altro punto a favore dell’accusa: il sacerdote sostiene che nella baracca che sarebbe stata teatro dei presunti abusi, non sarebbe andata solo la 11ennne, ma anche altri giovani. Che, però, negano.

Già oggi, intanto, potrebbe arrivare la decisione del tribunale del Riesame sulla richiesta di scarcerazione presentata dagli avvocati di don Luciano.

tutti i dettagli sul Secolo XIX in edicola
 
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perlanaturale
view post Posted on 15/1/2010, 09:42




Un' altro che finirà in qualche convento sperduto a riflettere!
 
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view post Posted on 15/1/2010, 10:29
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www.savonanews.it/it/internal.php?news_code=67818

Albenga: il vescovo "non ho potuto vedere don Luciano"

Pubblichiamo l'articolo integrale dall'Avvenire sulla visita negata al vescovo di Albenga Oliveri a don Luciano Massaferro in carcere a Chiavari.


“Fino dall’inizio, quando ho appreso delle accuse rivolte da una bambina a Don Luciano, ho espresso afflizione, stupore ma anche fiducia. Oggi la mia attesa è che al più presto emergano verità e giustizia. Ho tutti gli elementi per poter ribadire che ogni accusa mi pare inverosimile, e mi sento di dirlo con serenità nonostante ovviamente solo Dio conosca la profondità dell’animo umano … Ogni persona è innocente almeno fino a prova contraria e ora con le parole della bimba non risultano circostanziate da altre realtà, sono ancora più confermato nel mio stato d’animo iniziale”. Con queste parole il vescovo di Albenga-Imperia interviene questa mattina dalle colonne dell’Avvenire in un articolo “Contro Don Luciano accuse inverosimili”, firmato dalla giornalista Lucia Bellaspiga, inviata ad Albenga, in merito alla vicenda di Don Luciano Massaferro, il sacerdote arrestato per presunte molestie sessuali su una minore. “Da quando è stato privato della libertà fisica -aggiunge il Vescovo- non ho desiderato altro che di incontrarlo ma non ci è stato concesso. Eppure il nostro sarebbe stato il giusto abbraccio tra un spirituale e un figlio. Quando l’istanza dei suoi difensori venisse accolta e Don luciano tornasse in libertà non vedrei l’ora di rendere reale questo desiderio”.

dal giornale Avvenire

Venerdì 15 Gennaio 2010 ore 10:08
 
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perlanaturale
view post Posted on 15/1/2010, 12:42




Il vescovo esprime i suoi sentimenti verso il parroco,
ma la bambina vittima di abusi non merita nulla neanche un briciolo di pietà?
L' abbraccio spirituale andrebbe alla vittima non al maniaco.
Devo dire che i conventi devono essere proprio IN, pieni così di gente a riflettere!
 
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view post Posted on 15/1/2010, 14:57
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http://stage7.presstoday.com/_Standard/Articles/17423861

Secolo XIX, Il
"Un telefono in cella?il parroco nei guaianche per un sms"

Data: 14/01/2010
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Interni / Politica
Un telefono in cella?il parroco nei guaianche per un sms il retroscena
nSavona. Un presunto scambio di messaggi attraverso il telefono cellulare con una amica parrocchiana è finito nel mirino della magistratura savonese che ha trasmesso gli atti ai colleghi di Chiavari per l'apertura di un'inchiesta.
Per don Luciano Massaferro, rinchiuso nel penitenziario chiavarese, c'è il rischio, nel caso in cui venga confermata l'esistenza del messaggio, di una nuova imputazione. «Ma come può essere accaduto che il sacerdote abbia avuto l'uso di un telefono in carcere?» si sono domandati stupiti al sesto piano del palazzo di giustizia di Savona.
Questa ennesima bufera giudiziaria è stata accesa dalle dichiarazioni rilasciate da Elisabetta Drago all'inviato de Il Secolo XIX, Paolo Crecchi, lunedì scorso a contorno della veglia di preghiera organizzata in favore di don Lu alla parrocchia di Borghetto. «Tre giorni fa la signora Elisabetta ha spedito un sms al don, "Ci vediamo per una pizza?", e lui le ha risposto: "Troppo da fare in questi giorni"»: sarebbe questo il passaggio che ha spinto la magistratura ad aprire un'inchiesta per far luce se nel carcere di Chiavari, don Luciano, abbia potuto far uso del telefonino.
La notizia di un'eventuale violazione avrebbe colto di sorpresa i magistrati levantini che con il direttore del penitenziario avrebbero un ottimo rapporto, ma di fronte alla segnalazione l'inchiesta è scattata automatica.
Da qui a sostenere che lo scambio epistolare via sms sia avvenuto ce n'è di strada. Ovviamente potrebbe trattarsi di un errore della donna nel ricordare quel particolare, ma «tre giorni fa»è suonato come un allarme per gli investigatori in chiave ovviamente di un possibile inquinamento delle prove. Indubbiamente la gravità dell'accaduto, fosse davvero avvenuto lo scambio di sms, appare evidente e quindi in grado di richiedere un approfondimento.
Probabile che nelle prossime giornate venga ascoltata l'amica parrocchiana di don Luciano e per mettere una parola definitiva alla vicenda vengano acquisiti i tabulati dei due telefoni. Un confronto in grado di mettere a tacere una vicenda che alla vigilia del riesame odierno è risuonata come una bomba inattesa e soprattutto sgradita a tutte le parti.
Detto ciò, però, l'esistenza di un'inchiesta penale è un dato di fatto e da ieri sera la procura di Chiavari ha cominciato a muovere i primi passi per capire se si tratta di una «bufala», seppur involontaria, o di una violazione da perseguire. Se così fosse, nei guai rischierebbe di finirci anche la direzione del carcere.
Giovanni Ciolina
[email protected]
il sospettoUna parrocchiana dice di aver scambiato una telefonata col parroco in carcere


14/01/2010
 
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perlanaturale
view post Posted on 15/1/2010, 15:05




Come minimo sarà stato un Iphone!
 
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view post Posted on 15/1/2010, 18:07
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http://www.ivg.it/2010/01/15/savona-la-pro...caso-di-don-lu/

Savona, la Procura richiede incidente probatorio per il caso di “Don Lu”

Savona. I legali di Don Luciano e i parrocchiani attendono il verdetto del Tribunale del Riesame. Nel frattempo invece gli inquirenti aspettano una risposta dal giudice per le indagini preliminari Emilio Fois. La Procura infatti avrebbe formalmente richiesto l’incidente probatorio. Ora quindi spetterà proprio al gip decidere se accogliere o meno la richiesta.

Sembra però difficile che nel corso dell’incidente probatorio si arrivi ad un confronto diretto tra Don Luciano e la bimba che lo ha accusato. L’ipotesi più probabile è che vengano sentiti ancora e separatamente.

Intanto il legale del sacerdote, Alessandro Chirivì, assicura che la Procura non ha accertato nessun altro presunto caso di violenza. “Agli atti depositati sino all’udienza del riesame di giovedì non risulta alcuna dichiarazione di altri episodi di presunte molestie, anzi, tutte le minori ascoltate in sede di indagini hanno espressamente escluso di aver subito alcun tipo di molestia da parte del parroco” afferma il legale del parroco.

Non risulterebbe poi che il sacerdote sia stato in possesso in questo periodo di detenzione di un telefonino con il quale possa comunicare con l’esterno inviando messaggi sms ai suoi parrocchiani. “Il cellulare del prete era stato sequestrato insieme alla scheda sim il giorno stesso dell’arresto per poter essere sottoposto ad una perizia tecnica” precisa Chirivì.

Posted by Redazione on 15 gennaio 2010.
 
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Nuovo dossier dei pm su don “Lù”
La difesa: una ipotesi già tramontata
15 gennaio 2010
HOME > SAVONA

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Inviato dalla Procura ai giudici del Riesame che decideranno entro martedì sulla richiesta di scarcerazione della difesa che respinge le accuse: una nuova vittima? Una ipotesi presto tramontata dicono i difensori. Negli atti dell’indagine è finita anche la deposizione di un’altra ragazzina della parrocchia di don Massaferro. La ragazzina è stata ascoltata due volte. Per la procura ci sarebbero nuovi elementi, per la difesa la giovane avrebbe negato di essere stata vittima di “attenzioni” particolari. Il nuovo dossier, una dozzina di pagine, conterrebbe elementi ritenuti probanti da parte della Procura.

LA DIFESA DI IERI

Nessun’altra ragazzina sarebbe stata molestata da don Luciano Massaferro, il parroco arrestato per presunte violenze su una undicenne e attualmente detenuto in carcere a Chiavari, mentre il Tribunale del Riesame decide in questi giorni sulla richiesta di scarcerazione presentata dagli avvocati. «Agli atti depositati sino all’udienza del riesame di giovedì - dice il suo avvocato Alessandro Chirivì - non risulta alcuna dichiarazione di altri episodi di presunte molestie, anzi, tutte le minori ascoltate in sede di indagini hanno espressamente escluso di aver subito alcun tipo di molestia da parte del parroco».

Una dichiarazione che peraltro conferma quanto riportato oggi dal Secolo XIX in merito ad alcune indiscrezioni raccolte dagli inquirenti, che starebbero facendo verifiche sulla testimonianza di uno o più ragazzi della parrocchia, i quali avrebbero riferito di attenzioni del prete anche su un’altra fanciulla. Non risultava infatti che contestazioni di tale genere fossero state mosse a don Luciano.

Non risulterebbe poi che il sacerdote sia stato in possesso in questo periodo di detenzione di un telefonino con il quale abbia potuto comunicare con l’esterno inviando messaggi sms ai suoi parrocchiani. «Il cellulare del prete era stato sequestrato insieme alla scheda sim il giorno stesso dell’arresto per poter essere sottoposto ad una perizia tecnica», precisa lo stesso legale. La questione era emersa perché una parrocchiana aveva dichiarato al Secolo XIX di aver parlato al telefono con don Luciano quando il prete era già stato arrestato. Letto l’articolo, la direzione del carcere aveva fatto scattare una perquisizione interna, senza esito. Probabilmente la donna aveva confuso le date.

Per quanto riguarda il filone della presunta vittima, la magistratura savonese ha chiesto un incidente probatorio naffinché la ragazzina possa essere ascoltata da esperti per capirne l’attendibilità dei suoi racconti. Escluso invece un `faccia a faccia´ col prete.
 
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http://genova.repubblica.it/dettaglio/Pedo...carcere/1832290

Don Luciano resta in carcere
E' accusato di violenza sessuale
Il tribunale del riesame rspinge l'istanza di scarcerazione presentata dai legali del sacerdote di Alassio rinchiuso nela prigione di Chiavari dal 29 dicembre scorso. Le proteste del mondo cattolico locale
Resta in carcere don Luciano. Il tribunale del riesame di Genova ha respinto la richiesta di remissione in libertà del parroco di Alassio don Luciano Massaferro, arrestato il 29 dicembre con l'accusa di violenza sessuale su una chierichetta di undici anni.

Don Massaferro resta quindi rinchiuso nel carcere di Chiavari dove stamani ha assistito con altri detenuti ad una messa celebrata dal cappellano don Franco Brioni.

L'arresto di don Massaferro (don Lu, come chiamato dai suoi parrocchiani delle chiese di San Vincenzo e di San Giovanni Battista di Alassio), ha suscitato le proteste del mondo cattolico locale, ampiamente riprese dal quotidiano l'Avvenire. I difensori del sacerdote sottolineano che l'accusa si basa unicamente sulla testimonianza della bambina che giura di aver subito molestie dal sacerdote in più occasioni. Accuse che i periti hanno giudicato attenbili.
(18 gennaio 2010)

www.ivg.it/2010/01/18/alassio-e-con...io-di-melgrati/

Alassio è con “Don Lu”: su Facebook anche un messaggio di Melgrati

Alassio. La decisione del Tribunale del Riesame ha certamente deluso i numerosi parrocchiani che, fin dal giorno dell’arresto, hanno sostenuto Don Luciano e che speravano nella sua scarcerazione. Una solidarietà che si è mossa soprattutto tramite le pagine di Facebook. Proprio dal gruppo “Don Luciano libero!” del noto social network arriva anche il messaggio di vicinanza al sacerdote del sindaco di Alassio Marco Melgrati.

“Il grave errore che ha portato in carcere Don Luciano, figlio di una cultura del sospetto di una certa parte della magistratura italiana, non supportato da prove, prima o poi sarà riconosciuto tale. Nell’attesa preghiamo perché Don Luciano abbia la forza di ‘portare questa Croce’, mantenendosi saldo nelle Sue convinzioni e nella certezza della Sua innocenza. Don Luciano, l’amministrazione del Comune di Alassio e la Città è tutta con te” scrive Melgrati.

Non solo il primo cittadino. Sono già comparsi infatti i primi commenti di fedeli e amici alla notizia del respingimento dell’istanza di scarcerazione. Il messaggio è sempre lo stesso: i parrocchiani sono con Don Lucinao, credono nella sua innocenza e non lo lascieranno mai solo.


www.savonanews.it/it/internal.php?news_code=68022

Albenga:caso Massaferro, risponde vescovo diocesano Oliveri

“Come ho già detto sin dal primo momento dell’arresto di Don Luciano, resto fiducioso che al più presto il sacerdote possa dimostrare la sua totale estraneità ai fatti di cui è indagato, con l’aiuto della difesa dei suoi legali, ai quali esprimo tutta la mia stima e gratitudine. Chiederò nuovamente, come Vescovo, che mi venga concesso un incontro, nel carcere di Chiavari, con il sacerdote, di cui sono padre e pastore. La cura della Parrocchia di San Vincenzo in Alassio, come già noto, resterà temporaneamente affidata ad un amministratore parrocchiale, sede plena, nella persona del Vicario Generale, Mons. Giorgio Brancaleoni”.

Lo dichiara S.E. Mons. Mario Oliveri, (nella foto) vescovo della Diocesi di Albenga-Imperia, commentando l’ordinanza del tribunale del riesame relativa alla custodia cautelare di Don Luciano Massaferro.



e.c.

Lunedì 18 Gennaio 2010 ore 17:56
 
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«Può farlo di nuovo»: Don Lu resta in cella
19 gennaio 2010
| Giovanni Ciolina

Don Luciano Massaferro resta in carcere. Così ha deciso il tribunale del Riesame al termine di quattro giorni di camera di consiglio, aggravando l’aspetto delle esigenze cautelari. Non ci sarebbe infatti solo il timore di una reiterazione del reato, ma di fronte alle contraddizioni palesate negli interrogatori «una sua scarcerazione potrebbe creare problemi sotto il profilo dell’inquinamento delle prove». Ossia don Luciano, tornando a casa, potrebbe avere la possibilità di intralciare le indagini, anche perché, come anticipato nei giorni scorsi dai racconti dei compagni della presunta vittima, sarebbero venuti alla luce altri due presunti aspetti su cui fare luce. Altre due ragazzine divenute oggetto delle attenzioni pericolose del prete. E non è una decisione senza importanza quella che arriva dal Riesame. In attesa del processo, è un pronunciamento ufficiale e quindi in grado di segnare il destino futuro.

Ma è di ieri anche l’inquietante notizia di un furto messo a segno nell’abitazione della famiglia della ragazzina implicata nella vicenda. Un episodio che la magistratura, pur riservandosi dietro un no comment sui particolari, puntualizza come «non abbia nulla di ricollegabile all’inchiesta». Un’incursione denunciata ieri e che va a rendere ancora più odiosa una vicenda brutta già di per sè e tutt'altro che conclusa.

L’ordinanza di sedici pagine depositate ieri in cancelleria ha invece di fatto accolto in toto il castello accusatorio costruito dalla procura di Savona. Secondo i giudici genovesi la bambina di undici anni, vittima delle presunte attenzioni sessuali del sacerdote di Alassio, è attendibile sotto tutti i profili e soprattutto «ha sempre descritto in modo univoco i fatti, di fronte ai vari psicologi, ma anche alla presenza della madre, del nonno ed a casa del prete». Un confronto, non giudiziario, che non è mai venuto alla luce e regala un ulteriore aspetto di riflessione sulla vicenda.

Don Luciano sapeva, quindi, delle accuse prima ancora dell’arresto e benché i giudici non facciano riferimenti temporali a quell’episodio, la sparizione del quarto computer risalirebbe proprio a quel periodo.

Sulla sua esistenza anche i giudici del riesame non hanno dubbi sostenendo «che c’è un computer di cui don Luciano nega l’esistenza» e che un testimone oculare aveva indicato senza ombra di dubbio. Si tratta di un perito informatico che aveva lavorato in casa del sacerdote per trasferire alcuni files dal vecchio pc a quello nuovo.

Se l’ordinanza regala otto pagine alla trattazione giuridica sull’attendibilità della presunta vittima, i giudici hanno anche fornito riscontri su fatti accessori che hanno convinto il sostituto procuratore Alessandra Coccoli a richiedere al giudice delle indagini preliminari Emilio Fois l’ordinanza di custodia cautelare.

Ma i giudici del Riesame hanno regalato spunti anche sulle varie testimonianze fornite dai compagni della ragazzina, dei vicini di casa del prete e dei parrocchiani che a più riprese hanno smentito le dichiarazioni rese in interrogatorio da parte di don Luciano.

Una vicenda sulla quale il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, invita alla pacatezza e alla riflessione, dopo le prese di posizione nette della prima ora: «Lasciamo che le cose facciano il loro corso e preghiamo che tutto si risolva nella giustizia e nella verità». Prima un articolo su Avvenire nel quale veniva duramente attaccata la procura savonese per l’arresto (e soprattutto la conferma della custodia cautelare in carcere) per il sacerdote alassino. E poi il silenzio, che suonava come una benedizione alla linea del quotidiano dei vescovi, del vescovo di Albenga-Imperia. Mario Oliveri si era detto convinto di trovarsi di fronte a un colossale malinteso e si era limitato a commentare «Non ho nulla da aggiungere né da togliere a quanto pubblicato sull’Avvenire».

A bocce ferme, il presidente dei vescovi (che aveva già precisato di non conoscere personalmente e di non aver mai incontrato don Luciano) indica le virtù da seguire: «La giustizia - che è quella degli uomini ma anche quella divina - e la verità, piaccia o meno».

www.savonanews.it/it/internal.php?news_code=68031

Alassio: don Massaferro, la Procura ascolterà la bambina

Bocche cucite in Procura dopo la sentenza del Tribunale del Riesame sul rigetto dell'istanza di scarcerazione di don Luciano Massaferro, arrestato dalla polizia il 29 dicembre scorso. Arriva solo una conferma: la Procura ha chiesto un «incidente probatorio», cioè un’audizione protetta della bambina. Sarebbe, in realtà, la seconda: visto che la piccola è già stata ascoltata a novembre da una psicologa, consulente del pm, in un lungo colloquio che è poi diventato l’atto d’accusa principale per il parroco di Alassio.

r.c.

Martedì 19 Gennaio 2010 ore 06:41
 
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