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Pedofilia. Riabilitato con 1304 € di risarcimento don Massaferro condannato in Cassazione: "è innocente"., Sconta 7 anni e 8 mesi per violenze a chierichetta 11enne, torna tranquillamente a fare il prete

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view post Posted on 5/1/2010, 10:28
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http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/p/savon...o_comment.shtml

Don Luciano sotto torchio. I pm: no comment
05 gennaio 2010

Quattro ore di interrogatorio e due secchi `no comment´ da parte del procuratore capo Francantonio Granero e del vice Giovanni Battista sulle possibili ammissioni di Luciano Massaferro, il parroco arrestato la settimana scorsa con l’accusa di violenza sessuale su una chierichetta di 11 anni.

Nessuna conferma, inoltre, che al sacerdote siano stati contestati altri eventuali episodi. Dopo l’interrogatorio di giovedì scorso davanti al gip Emilio Fois ieri sera il sacerdote da martedì scorso in carcere a Chiavari è tornato in Tribunale: non più al quinto, ma al sesto piano, dove affiancato dal suo avvocato Alessandro Chirivì ha risposto alle domande dei magistrati.

Sui contenuti del lungo interrogatorio anche il legale del sacerdote ha preferito non fare alcun commento. Nei prossimi giorni, sempre a palazzo di giustizia, potrebbero sfilare anche educatori e parrocchiani, persone vicine al sacerdote arrestato per trovare conferma del racconto della ragazzina che vive con la madre ed è sostenuta da suo nonno.

E sempre ieri sera il vicariato di Alassio con sacerdoti, suore, frati francescani e salesiani si è raccolto con i fedeli di Alassio e delle cittadine limitrofe nella chiesa di Sant’Ambrogio per l’anno sacerdotale voluto dal Pontefice. Ma la preghiera si è rivolta soprattutto a don Luciano Massaferro. «Preghiamo per tutti i sacerdoti e in particolare per don Luciano - ha detto monsignor Angelo De Canis, in apertura della preghiera - lo ricordiamo con affetto al Signore perché gli dia forza e sostegno in questo momento e perché si riveli davvero in tutta la sua pienezza la verità». Alla celebrazione erano presenti anche le associazioni cattoliche diocesane, l’Azione Cattolica con il suo presidente Angelo Ricci, l’Acr con il presidente Viviana Zampieri, il gruppo giovani dei salesiani di Alassio, gli educatori di San Giovanni e San Vincenzo. Presente anche l’assessore comunale ai servizi sociali Loretta Zavaroni. Anche il vescovo della diocesi di Albenga e Imperia, mons. Mario Oliveri ha voluto condividere - ha proseguito monsignor Angelo De Canis - la preghiera in questo momento difficile per il vicariato di Alassio. «Affetto, condivisione e comune preghiera - si legge nel messaggio episcopale - perché la fede e l’unità prendano il sopravvento sull’indifferenza e le divisioni».
 
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http://www.ilponente.com/2010/01/05/rimane...o-la-ragazzina/

Rimane in carcere don Luciano Massaferro. L’Alassio benpensante si scatena contro la ragazzina
Alassio, Attualità, Cronaca | Sergio Bagnoli | gennaio 5, 2010 alle 10:49 - Stampa articolo Stampa articolo

massaferro_lucianodi SERGIO BAGNOLI – Rimane in carcere Don Luciano Massaferro, accusato di pedofilia da un’ adolescente dodicenne. L’Alassio benpensante si scatena contro la ragazzina. Intanto si viene a sapere che il suo difensore, l’avvocato Alessandro Chirivì di Albenga, ha presentato ricorso, verrà discusso dopo l’undici, al Tribunale del Riesame di Genova contro la custodia cautelare.
“E’ una povera mitomane che vive di fantasie essendo cresciuta in un ambiente degradato”, con queste terribili parole, carpite qua e là nei bar di Alassio, pare che la voce del popolo abbia già emesso la sua inappellabile sentenza sul caso di pedofilia che vede Don Luciano Massaferro, parroco della centrale chiesa di San Vincenzo Ferreri, nonché della vicina San Giovanni Battista, sul banco degli imputati. Attualmente si trova recluso nel carcere di Chiavari, accusato di avere abusato per almeno tre volte di un’adolescente. La giovane aveva raccontato qualche mese fa le brutture di cui era stata vittima ad una psicologa dell’Istituto ospedaliero per l’infanzia Giannina Gaslini di Genova ed il suo racconto è stato successivamente valutato talmente credibile dalla Procura della Repubblica di Savona da indurla a spiccare, l’antivigilia di Capodanno, mandato d’arresto contro il sacerdote della “ Città del muretto”.
Ora Don Luciano Massaferro, provato dall’esperienza oltre le sbarre nel penitenziario chiavarese, dovrà continuare a condividere la cella assegnatagli con altri sette detenuti comuni per almeno ancora una settimana dal momento che il Gip di Savona Emilio Fois ha ritenuto giustificanti la carcerazione le accuse formulate dalla Procura della Repubblica di Savona ed ha respinto la richiesta di liberazione, od in subordine di concessione degli arresti domiciliari, avanzata dal suo difensore Alessandro Chirivì di Albenga.
Dopo l’undici infatti il caso sarà discusso dinnanzi al Tribunale del Riesame di Genova cui il legale del prete si è oggi appellato.
Don Luciano avrebbe abusato della giovane dodicenne, come detto, in tre occasioni: la prima volta nella sua canonica, la seconda a bordo del proprio motociclo, avendola invitata “a fare un giro” per Alassio, la terza in una baracca che sorge in un orto di proprietà della parrocchia. Nonostante la delicatezza del caso, e prima di aspettare le risultanze del riesame, gran parte dell’Alassio benpensante si è però schierata, ivi compresi il sindaco Melgrati ed il presidente del Centro Aiuto per la Vita ingauno Ciangherotti, dalla parte del suo parroco ed a testimonianza di ciò resta il fatto che, dal giorno dell’arresto, a Don Massaferro continuano a giungere messaggi di incondizionata stima sul suo sito internet personale e su quello della parrocchia.
Don Massaferro non è infatti un sacerdote qualunque ma, oltre ad essere il titolare della seconda parrocchia per importanza della città del Muretto ed essere parecchio impegnato accanto ai giovani, è pure il responsabile diocesano, diocesi di Imperia-Albenga, per l’insegnamento religioso nelle scuole pubbliche.
Decisamente più prudente, invece, la linea seguita dal Vescovo Diocesano Mons. Oliveri che, sin dal momento del fermo, si è dichiarato “ fiducioso nella giustizia terrena e sicuro che Don Massaferro riuscirà a dimostrare la propria innocenza”.
Questa inchiesta pruriginosa, l’interesse alla quale ovviamente viene amplificato dal fatto che l’accusato è un parroco e dalla circostanza che si svolge in una piccola cittadina di provincia ove anche i muri parlano ed ove l’ipocrisia la fa da padrona, vede nelle vesti della vittima comunque una ragazza giudicata anche dagli psicologi non del tutto ponderata a causa delle gravi traversie familiari che da tempo attraversa e che dunque potrebbe aver frainteso certi atteggiamenti amichevoli del sacerdote nei suoi confronti ed aver lavorato di fantasia, dimensione comune a quasi tutti i giovani di quell’età.
Proprio per il bene di una minorenne, che in ogni caso per il solo fatto di avere meno di quattordici anni deve essere ad ogni costo tutelata, e per dare modo all’accusato di preparare con serenità la propria difesa però ora sarebbe bene che Alassio non si dividesse in innocentisti e colpevolisti ma, senza interferenza alcuna, lasciasse lavorare con calma gli inquirenti. E’ quanto desidera pure il difensore di Don Luciano, l’avvocato Chirivì.
 
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http://www.savonanews.it/it/internal.php?news_code=67184

Savona: prete arrestato, in Procura sfilano gli educatori

Dopo l'interrogatorio fiume di ieri per don Luciano Massaferro, il parroco di Alassio arrestato per presunte violenze sessuali su una minore, oggi, ad una settimana di distanza dalla clamorosa vicenda giudiziaria, a palazzo di giustizia sono sfilati gli educatori dell'Ac della parrocchia di San Vincenzo e San Giovanni.

Si tratta dei collaboratori più stretti del sacerdote finito in carcere a Chiavari e che continua a proclamarsi innocente negando ogni addebito contestato dall'accusa. Almeno otto quelli che sono sfilati oggi in Procura per essere sentiti come persone informate sui fatti. Persone che hanno vissuto vicino al parroco, che conoscono la sua vita di religioso e che lo hanno seguito in tutti questi anni di attività pastorale. Sono stati avvicinati domenica scorsa durante la messa solenne e convocati per oggi a palazzo di giustizia per rendere la loro testimonianza sul sacerdote alassino.

Non è ancora dato sapere il contenuto dei colloqui tra gli educatori e gli inquirenti ma appare scontato che i collaboratori di don Luciano abbiano fornito un quadro ben diverso da quello che è stato dipinto in questi giorni. Già ancora prima di essere convocati in Tribunale, si erano uniti in preghiera domenica pomeriggio per sostenere con forza l'innocenza di un sacerdote che sta lottando per la giustizia e soprattutto per emerga quanto prima la verità.

Intanto si attende il verdetto dei giudici del tribunale del riesame al quale l'avvocato Alessandro Chirivì, il legale del parroco, si è rivolto per chiedere la sua scarcerazione. Il regime carcerario al quale è costretto sta mettendo a dura prova il sacerdote che comunque continua a ricevere attestati di stima dai suoi parrocchiani e dai sacerdoti della diocesi di Albenga/Imperia.


Commenta la notizia scrivendo alla [email protected] savonanews.it

g.d.g.

Martedì 05 Gennaio 2010 ore 16:00
 
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http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/p/savon...arrestato.shtml

Il don arrestato per pedofilia:
il mistero del Pc “nascosto”


06 gennaio 2010
Giovanni Ciolina

Si tinge sempre più di giallo, la vicenda di don Luciano Massaferro, il parroco di Alassio accusato di abusi sessuali su una ragazzina di 11 anni.

La novità è che don Luciano aveva sempre negato l’esistenza di un computer poi trovato dalla polizia: il sacerdote avrebbe fatto sparire questo vecchio Pc all’indomani della visita del nonno della bambina. Quando sono arrivati gli agenti per arrestarlo, da porre sotto sequestro c’era solo il computer nuovo, con filmati su Padre Pio e Giovanni Paolo II. Un particolare che ha insospettito gli investigatori.

Intanto, i genitori della ragazzina, ascoltati in Procura, hanno ribadito l’intenzione di non costituirsi parte civile nell’eventuale processo.

 
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http://www.primocanale.it/news.php?id=61431


06/01/2010 10:10

Indagini sul computer che don Luciano aveva fatto "sparire"

E' stato ritrovato solo l'altro ieri dagli uomini della squadra mobile, dopo una lunga serie di indagini, il computer di cui don Luciano Massaferro, il parroco di 44 anni di Alassio arrestato a fine anno con l'accusa di abusi sessuali su una bimba di 12 anni, aveva sempre negato l'esistenza. Secondo le indiscrezioni che trapelano dalle indagini, era stato affidato agli educatori dell'Azione cattolica della parrocchia di San Vincenzo e San Giovanni. Ieri pomeriggio gli stessi educatori sono stati sentiti a lungo in qualità di persone informate sui fatti. Sempre ieri è stato nuovamente interrogato per quattro ore don Luciano, poi accompagnato al penitenziario di Chiavari dove è detenuto. Gli investigatori cercano ora di capire cosa contenesse il pc del parrocco prima di essere consegnato all'Azione cattolica.
 
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http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/p/savon....shtml&offset=0

Il don arrestato per pedofilia:
il mistero del Pc “nascosto”


Era stato affidato ad alcuni educatori dell’Azione Cattolica della parrocchia di San Vincenzo e San Giovanni, il computer di don Luciano Massaferro, il sacerdote di 44 anni arrestato la scorsa settimana con l’accusa di violenza sessuale ai danni di una bambina di 11 anni. Lo hanno ritrovato l’altro ieri gli uomini della squadra Mobile a conclusione di una serie di perquisizioni disposte dalla Procura ed effettuate ad Alassio in contemporanea all’interrogatorio fiume dell’indagato. E si spiegano, così, anche le lunghe attese del pomeriggio.

Ieri, in questura a Savona sono poi sfilate decine di persone - educatori, parrocchiani, ma anche semplici conoscenti - per essere ascoltati dal sostituto procuratore, Giovanni Battista Ferro. Il ritrovamento del vecchio Pc (ieri è stato affidato l’incarico peritale per un supplemento di indagine) ha rappresentato la prima, clamorosa novità dell’inchiesta dopo l’arresto e soprattutto ha messo fuori gioco il sacerdote, che sinora aveva sempre negato di aver avuto un computer precedentemente a quello trovato in casa sua.


Gli inquirenti hanno voluto capire dai diretti interessati (gli educatori) i particolari di quella consegna e soprattutto dei rapporti che avevano con don Luciano. Ovvio che di fronte a quella bugia gli investigatori ora sospettano sul possibile contenuto dell’hard disk, ma soprattutto vogliono vederci chiaro.

Sempre ieri pomeriggio, infine, al sesto piano del palazzo di giustizia sono arrivati i genitori della presunta vittima delle attenzioni morbose di don Luciano, che hanno ribadito la loro intenzione di non costituirsi parte civile nell’eventuale procedimento ai danni del sacerdote.
 
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http://www.ivg.it/2010/01/07/doppia-difesa-per-don-luciano/

Doppia difesa per Don Luciano

Savona. Si ricorre ad un esperto di fama nazionale come Mauro Ronco – presidente dell’ordine degli avvocati di Torino ed esperto in casi di pedofilia – per rinforzare la difesa di Don Luciano, il parroco alassino accusato di violenza sessuale nei confronti di un’undicenne, sua parrocchiana.

Non si tratta però di una sostituzione, o di un cambio di rotta nella strategia difensiva: nel “team” legale in difesa di don Luciano, rimane anche l’avvocato Alessandro Chirivì, che, dall’inizio di questa brutta storia, ha seguito passo dopo passo la vicenda giudiziaria. L’avvocato Ronco ha anzi condiviso le misure prese dal giovane avvocato che lo affiancherà in questa storia e si è definito “convinto della necessità di discutere in sede di Riesame le misure cautelari”.

Il duro interrogatorio di martedì non ha dunque significato una “rottura” col passato nella strategia difensiva. La presenza di un così noto avvocato, esperto in casi analoghi a quello che vede coinvolto Don Luciano, mostra però chiaramente di come la “partita” sia diventata dura per il parroco alassino.

Molto si è detto del pc al vaglio degli inquirenti. Non si tratta però di un pc personale del parroco, ma di quello a disposizione di tutti gli educatori dell’oratorio. La difesa, ha nominato come consulente di parte l’ingegner Alessandro Mastelli.

http://www.ivg.it/2010/01/07/inchiesta-don...interrogatorio/

nchiesta “Don Lu”: i periti al lavoro su tre pc, alle 16 nuovo interrogatorio
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Don Luciano Massaferro

Savona. Tutto nei tre pc sequestrati nelle due parrocchie e nell’abitazione di Don Luciano Massaferro. Dall’analisi dei computer gli inquirenti sono convinti di trovare nuovi elementi di prova a carico del prete alassino, arrestato per abusi sessuali su una bambina di 11 anni. La Procura ha reso noto che i periti nominati sono già al lavoro per scandagliare da cima a fondo tutti i contenuti dei tre pc. Una di questi, però, era quello usanto da tutti i parrocchiani. La difesa avrà come consulente di parte l’Ing. Alessandro Mastelli.

Per oggi pomeriggio, alle 16, Don Lu verrà di nuovo interrogato presso il Tribunale di Savona dal pm Giovanni Battista Ferro e dal procuratore capo Gian Antonio Granero. Per la settimana prossima è invece prevista la pronuncia del Tribunale del Riesame in merito alla scarcerazione chiesta dal difensore e amico di Don Lu, l’avvocato Alessandro Chirivì. Per la difesa di Don Luciano è stato chiamato anche l’avvocato Mauro Ronco, presidente dell’ordine degli avvocati di Torino, e considerato tra i maggiori esperti dei casi di pedofilia.

Edited by GalileoGalilei - 7/1/2010, 14:29
 
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http://www.primocanale.it/news.php?id=61506

Prete arrestato, oggi nuovo interrogatorio
07/01/2010 14:19

A sorpresa nuovo interrogatorio per don Luciano Massaferro, il parroco di Alassio, accusato di violenza su una bambina di 12 anni. Il sacerdote sarà in Tribunale a Savona, questo pomeriggio, a partire dalle 16.

http://www.ivg.it/2010/01/07/inchiesta-ped...-ai-magistrati/

07 gennaio 2010
Inchiesta pedofilia: “Don Lu” non risponde ai magistrati
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Don Luciano Massaferro

Savona. E’ stato un interrogatorio lampo quello di questo pomeriggio che ha messo di nuovo faccia a faccia, presso il Tribunale di Savona, gli inquirenti e Don Luciano Massaferro, il prete alassino accusato di abusi sessuali su una bimba di 11 anni, sua parrocchiana. Assistito anche dal nuovo legale difensore, l’avvocato torinese Mauro Ronco, “Don Lu” si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del procuratore capo Gian Antonio Granero e del pm Giovanni Battista Ferro, titolare dell’indagine. Poco meno di quindici minuti e Don Luciano Massaferro ha fatto ritorno nel carcere di Chiavari, dove è rinchiuso dallo scorso 29 dicembre.

Ora, in attesa della pronuncia del Tribunale del Riesame sull’istanza di scarcerazione, Don Luciano vuole mettere a punto la sua nuova strategia difensiva. La Procura, intanto, prosegue con gli accertamenti: elementi utili all’inchiesta potrebbero arrivare dalla perizia sui tre computer sequestrati al prete alassino. Per ora nessuna conferma se l’indagine si sia allargata ad altri episodi di abusi sessuali.

http://www.savonanews.it/it/internal.php?news_code=67309

Savona: prete arrestato non risponde al pm Ferro

Si è avvalso della facoltà di non rispondere don Luciano Massaferro, il parroco di Alassio arrestato la settimana scorsa con l'accusa di aver violentato una minorenne. Glielo ha consigliato l'avvocato Mauro Ronco, presidente dell'Ordine degli Avvocati piemontesi (nella seconda foto) che da oggi affianca l'avvocato Alessandro Chirivì nella difesa del sacerdote. Un nome di assoluto prestigio visto che l'avvocato Ronco è anche ordinario di diritto penale all'Università di Padova.

"Non ci sono elementi di accusa sufficienti affinché il nostro assistito resti ancora in carcere - ha detto l'avvocato poco prima di entrare nell'ufficio del pm Giovanni Battista Ferro al sesto piano di palazzo di giustizia- Questo è il terzo interrogatorio che il nostro cliente cliente sostiene considerando quello davanti al gip dopo il suo arresto. Noi abbiamo sempre dato ampia disponibilità alla magistratura savonese, lo abbiamo fatto anche oggi accogliendo la nuova convocazione a palazzo di giustizia, ma ora è arrivato il momento - ha detto il legale al termine dell'udienza lampo durata meno di dieci minuti - di affidarci alle valutazioni dei giudici del tribunale del riesame di Genova che dovrebbero pronunciarsi quanto prima. Anche l'accusa dovrà depositare i propri atti e quindi potremo valutare meglio ciò che contestano al nostro cliente e studiare delle contromisure, ma a tutt'oggi posso dire che il mio cliente è assolutamente innocente e non lo dico solamente perché sono il suo difensore, ma proprio perché mi posso esprimere su quanto ho letto nell'ordinanza e su ciò che mi ha detto il collega Chirivì che sta seguendo molto bene il caso. Insomma in un quadro accusatorio del genere non possiamo che non essere fiduciosi".

Don Luciano, al termine della breve udienza nell'ufficio del pm, è apparso sereno. Ha sorriso ai suoi avvocati convinto probabilmente che l'arrivo del nuovo avvocato nella squadra dei difensori possa davvero fare chiarezza su tutta la vicenda. Prima di lui, come persona informata sui fatti, il pm, affiancato dal vice capo della squadra mobile Pierluigi Vizio e dall'ispettore Ariu, avevano sentito un uomo come persona informata sui fatti fatto poi accomodare nel lungo corridoio al sesto piano in attesa della fine dell'interrogatorio del prete. Insomma l'inchiesta da parte della procura è tutt'altro che al capolinea. Faccia distesa anche il pm Ferro che quindi attende con tranquillità la decisione del tribunale del riesame di Genova.
 
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http://www.savonanews.it/it/internal.php?news_code=67328

Savona: perizie sul computer di don Luciano Massaferro

E' stato affidato l’incarico a un perito che dovrà aprire i computer (sono tre) sequestrati a don Luciano Massaferro, per verificarne il contenuto. Una nuova mossa (ma al momento non ci sono conferme) potrebbe essere quella di chiedere un incidente probatorio e mettere a confronto il sacerdote con la ragazzina che lo accusa.
Intanto è atteso per la prossima settimana il verdetto dei giudici del tribunale del riesame ai quali si sono rivolti i legali del prete, Mauro Ronco e Alessandro Chirivì, per la scarcerazione. "Non ci sono elementi sufficienti perché il nostro assistito resti ancora detenuto", hanno detto ieri poco prima che il sacerdote venisse interrogato per la terza volta in Tribunale.

 
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La Curia di Savona attacca i magistrati e se la prende con la bambina. Il prete è innocente. Parola del vescovo e dei suoi parrocchiani.

La colpa è tutta della bimba.

Il vescovo chiama a testimoni gli adulatori del prete: "Chi lo conosce sa che è innocente" (come se un pedofilo violentasse davanti ai suoi adultarori).

Copione già visto.


http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/p/savon..._accusato.shtml

Curia contro Procura:
«Non sentiti testi pro parroco»
10 gennaio 2010

Don Luciano Massaferro

Ha taciuto per giorni, atteso il no del Gip alla scarcerazione o ai domiciliari, poi dopo che l’indagato ha scelto il silenzio all’ultimo interrogatorio, a parlare è la diocesi di Albenga Imperia, quella alla quale appartiene don Luciano Massaferro, 44 anni, inquisito e detenuto con l’accusa di violenza su una bambina di undici anni,

Dopo le dichiarazioni di prassi di inizio inchiesta arriva un attacco diretto a lla Procura della Repubblica “rea” per l’arresto di don Luciano Massaferro e sotto accusa per l’indagine che, secondo la Curia (che ha scelto come portavoce l’ufficio comunicazioni sociali e la pagina settimanale diocesana locale pubblicata su Avvenire) avrebbe avuto solo una tesi punitiva, senza ascoltare testimoni pro indagato.

All’attacco alla Procura segue quello ai media per le cronache sul caso, ma questo aspetto (seppur importante) non è nuovo nello stile del quotidiano cattolico.

Nell’articolo si parla anche della presunta vittima: «siamo stati bombardati da più parti, come un carosello pubblicitario, con la testimonianza di una minore, che sembrerebbe provenire da un contesto familiare noto e difficile, nel quale spesso, a detta di parecchi esperti della psichiatria infantile, ci si potrebbe convincere che sia vera una pura fantasia».

Intanto sul fronte giudiziario, la prossima settimana (il 14 gennaio) il Riesame di Genova dovrà pronunciarsi sul ricorso contro la carcerazione, presentata dal nuovo legale del sacerdote, Mauro Ronco, presidente dell’Ordine forense torinese e consulente anche per il Vaticano per le vicende giudiziarie e no che hanno colpito sacerdoti accusati di pedofilia.

LA PAGINA DELLA DIOCESI INGAUNA

In un articolo nella pagina curata dall’ufficio diocesano delle Comunicazioni Sociali si fa riferimento alla detenzione in carcere di don Luciano: «In questa triste pagina, tre elementi oggettivi restano fissati, ad oggi, nel cuore e nella mente. Prima di tutto l’arresto di un sacerdote, che sembra essere condannato di un reato infamante, prima ancora che le indagini siano terminate e che un rinvio a giudizio e un processo penale siano stati celebrati sul suo conto».

«Ciò nonostante - secondo quanto scrive il quotidiano - sulle locandine delle edicole, sui quotidiani nazionali e locali, sui siti internet e social network più diffusi sono corsi, in questi giorni, titoli strillati a mò di sentenze con rito accelerato, tanto da suscitare seria preoccupazione e immediate prese di posizione».

Nell’articolo si parla anche della presunta vittima: «Siamo stati bombardati da più parti, come un carosello pubblicitario, con la testimonianza di una minore, che sembrerebbe provenire da un contesto familiare noto e difficile, nel quale spesso, a detta di parecchi esperti della psichiatria infantile, ci si potrebbe convincere che sia vera una pura fantasia».

Poi, l’affondo contro la Procura, «che ha predisposto il fascicolo delle indagini senza aver ascoltato ad oggi neppure una volta chi del sacerdote potesse conoscere, giorno dopo giorno, non solo la sua crescita spirituale ma anche le ragioni della sua vocazione».

Secondo quanto scritto sull’Avvenire, l’unica vera notizia, «forse antipatica e fastidiosa per qualcuno», sarebbe il fatto che «un’intera comunità cristiana, fatta non solo di sacerdoti e suore ma anche di laici impegnati e ai margini, è uscita fuori forte e determinata nella solidarietà, pronta e disponibile a discernere sempre il bene dal male e che, fino a prova contraria, stando agli elementi emersi, non solo non può condannare il sacerdote ma pure prega con carità cristiana per lui e per il disagio della minore».





www.savonanews.it/it/internal.php?news_code=67397

Alassio: prete arrestato, l'accusa deposita atti al Riesame

Saranno depositati al tribunale del riesame di Genova anche dall'accusa i documenti raccolti in questa settimana su don Luciano Massaferro, il parroco arrestato per violenza sessuale su una ragazzina di undici anni. Solo la prossima settimana tuttavia i giudici genovesi decideranno in merito al ricorso presentato dalla difesa che ha chiesto la scarcerazione del sacerdote per prove insufficienti affinché possa restare ancora detenuto in carcere a Chiavari.

Il parroco attende fiducioso il verdetto del riesame anche alla luce dell'ingresso nella squadra dei difensori di don Luciano Massaferro. Ad affiancare Alessandro Chirivì c'è ora il collega Mauro Ronco, presidente (anche se in scadenza) dell'Ordine degli Avvocati di Torino. Un incarico che il parroco ha accolto con grande soddisfazione: ieri dopo l'udienza davanti ai pm Alessandra Coccoli e Giovanni Battista Ferro (nella foto), si è lasciato andare a un sorriso liberatorio dopo una settimana di detenzione nella casa circondariale chiavarese.

www.savonanews.it/it/internal.php?news_code=67407

Alassio: faccia a faccia tra don Luciano e la ragazzina

Don Luciano Massaferro e la ragazzina che lo accusa, potrebbero presto trovarsi faccia a faccia, uno di fronte all’altro. Non è più soltanto un’idea, presa in considerazione dalla Procura. Presto, infatti, i magistrati Giovanni Battista Ferro (nella foto) e Alessandra Coccoli potrebbero chiedere al giudice delle indagini preliminari che disponga un confronto fra il sacerdote e l’undicenne, le cui posizioni sono distanti anni luce. La ragazzina lo accusa. Il prete si difende, negando gli episodi che lo hanno portato in carcere con l’accusa di violenza sessuale. Intanto è stata fissata per la prossima settimana, a Genova l'udienza del tribunale del Riesame. Nell’occasione i giudici dovranno decidere se accogliere o meno la richiesta di annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal giudice delle indagini preliminari Emilio Fois, che ha portato in carcere don Luciano Massaferro, ora detenuto (in una cella che divide con altre sette persone) a Chiavari.

r.c.

Sabato 09 Gennaio 2010 ore 07:01

www.savonanews.it/it/internal.php?news_code=67453

Alassio: prete arrestato, giovedì la decisione del Riesame

E' atteso per giovedì prossimo a Genova il verdetto dei giudici del Tribunale del Riesame che dovranno discutere dell’istanza di scarcerazione presentata dai difensori di don Luciano Massaferro, il sacerdote alassino accusato di violenza sessuale su una ragazzina di undici anni, sua parrocchiana. I sostituti Coccoli e Ferro stanno preparando le rispettive «memorie» sulla base delle quali i giudici del Riesame prenderanno le loro decisioni.
Allo stato attuale però, secondo quanto risulta ai difensori, anche alla luce dei tre interrogatori del parroco alassino, gli elementi d’accusa sarebbero gli stessi di sempre, e sostanzialmente soltanto il racconto della ragazzina raccolto dalla psicologa del Gaslini e acquisito agli atti dell’inchiesta. Elementi che, come ha sottolineato il professor Ronco, per la difesa non sarebbero sufficienti, senza riscontri obiettivi, a sostenere un’accusa così grave, e certamente a mantenere in carcere don Massaferro.

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Domenica 10 Gennaio 2010 ore 08:13
 
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Savona: prete arrestato, Granero "non replico alle critiche"

"Riconosco la legittimità della critica, ma non replico. Come in tutti i quarant’anni della mia carriera, ho agito con serena coscienza e piena responsabilità, condividendo le scelte dei due colleghi". Taglia corto il procuratore capo Francantonio Granero sulle critiche mosse ieri dal giornale "Avvenire" in merito all'operato della magistratura a proposito del clamoroso arresto di don Luciano Massaferro, parroco di Alassio finito in carcere a Chiavari con l'accusa di aver violentato una bambina di undici anni. ha detto ai cronisti.

Intanto anche gli stessi inquirenti attendono la decisione del tribunale del riesame prevista per giovedì in merito all'istanza di scarcerazione presentata dai legali difensori del sacerdote arrestato.

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Lunedì 11 Gennaio 2010 ore 13:36
 
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Buttiglione attacca la Procura

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Prete arrestato, cattolici all’attacco della procura
11 gennaio 2010

Interrogazione parlamentare dell’Udc

Sulla vicenda di don Luciano interviene anche il presidente dell’Udc Rocco Buttiglione: «È incredibile che uno stimato sacerdote, e comunque un qualsiasi cittadino, sia in carcere da quasi due settimane per un’accusa che non ha alcun riscontro. È il caso di don Luciano Massaferro, parroco di Alassio, arrestato il 29 dicembre con la grave accusa di pedofilia, scattata dopo le affermazione di una sua parrocchiana undicenne.

La pedofilia va perseguita con la massima severità in qualunque ambiente si riscontri, ma non possiamo non prendere atto che le affermazioni della giovanissima sono al momento prive di qualsiasi riscontro documentale e testimoniale, mentre non è stato ascoltato nessun testimone a discarico di don Massaferro. Giusto che si indaghi, ma in casi così delicati è necessario il massimo della prudenza, all’opposto della mediaticità che già sta creando danni a tutte le persone coinvolte. Resta poi discutibile che sulla base di quanto raccolto finora ci siano gli estremi per tenere in un duro regime carcerario quello che per la legge è a tutti gli effetti un presunto innocente, mentre secondo chi lo conosce è anche una persona stimata e un sacerdote di valore. Sul modo in cui viene affrontata la vicenda di don Massaferro l’Udc presenterà un’interrogazione parlamentare».

E dopo le critiche del quotidiano cattolico Avvenire interviene anche il procuratore capo di Savona Francantonio Granero: «Riconosco la legittimità della critica, ma non replico. Come in tutti i quarant’anni della mia carriera, ho agito con serena coscienza e piena responsabilità, condividendo le scelte dei due colleghi».

Gli inquirenti attendono la decisione del tribunale del riesame prevista per giovedì in merito all’istanza di scarcerazione presentata dai legali difensori del sacerdote arrestato.
 
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Il Secolo XIX pag. 7
"Contro don Luciano il mistero del computer"

Data: 12/01/10
Interni / Politica

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Contro don Luciano il mistero del computer il sacerdote accusato di abusi sessuali
Da quindici giorni in carcere per le accuse di una ragazzina I vescovi lo difendono, i magistrati cercano un quarto pc
dal nostro inviato
Savona. A incastrare don Luciano Massaferro, il prete di Alassio sospettato di pedofilia, sarebbe il candore assoluto della vittima. Una dodicenne con qualche problema di personalità, secondo gli psicologi, ma per nulla animata da spirito di vendetta o di rivalsa, magari alimentato da uno sgarbo o dalla scarsa considerazione del sacerdote. Anzi. La bambina avrebbe raccontato tutto al Gaslini, senza sollecitazione alcuna, nell'ambito di un colloquio più generale. E spiegato per filo e per segno cosa sarebbe successo per tre volte, in motorino, in canonica e nell'orto di don Luciano, senza abbandonarsi alla morbosità. Cosciente di aver fatto qualcosa di torbido. In più, la famiglia non ha mai pensato di sporgere querela o costituirsi parte civile. Viene dunque a mancare l'eventuale movente della vendetta o il tentativo di estorcere denaro.
Non solo. C'è un tecnico elettronico che conosce i segreti telematici di mezza Alassio. Il tecnico avrebbe assistito il prete ad avviare il software di ben quattro computer, dei quali uno è misteriosamente scomparso. La magistratura di Savona sospetta che nella memoria ci sia materiale compromettente e spiega così la reticenza di don Luciano: il quale ha ammesso l'esistenza di un solo pc. Un computer era stato affidato a volontari cattolici. Un altro ad amici. Il quarto?
E tuttavia la prolungata carcerazione del parroco di Alassio, sono quindici giorni, nelle ultime ore ha sollevato molte polemiche. L'Avvenire, il quotidiano dei vescovi, ha pubblicato domenica un furente intervento firmato da Eraldo Ciangherotti, leader di Federvita: don Luciano, questo il succo dell'intervento, è in galera senza alcuna prova. Contro di lui c'è solo la parola di una ragazzina adolescente in difficoltà, con una famiglia non molto serena alle spalle. Vero?
I magistrati non aprono bocca. Ma tra di loro si sfogano. E non avrebbero apprezzato per niente la linea di Avvenire che, per difendere un sacerdote, liquida con una sentenza molto frettolosa la bambina e la sua famiglia. I sostituti procuratori G. B. Ferro e Alessandra Coccoli non lo ammetteranno mai, ma di fronte alla violenza della difesa - la bambina mente, liberate il don - sono rimasti sbigottiti.
Di certo l'intervento pubblicato da Avvenire ha modificato le percezioni del caso don Luciano, sia ad Alassio che ad Albenga dove risiede il vescovo. Mario Oliveri, all'inizio molto cauto, ha chiesto conto alla magistratura di un'indagine troppo lunga e basata su poco. Motivo del dietrofront? «Mi sembra che i lati oscuri che sin dall'inizio circondavano la vicenda non siano ancora stati chiariti. E mi sembra che siano state tratte delle conclusioni troppo affrettate».
Intanto ha deciso di scendere in campo a spalleggiare la Curia Rocco Buttiglione, presidente dell'Udc. «Incredibile», ha dettato Buttiglione alle agenzie, «che un sacerdote ma anche un semplice cittadino possano ritrovarsi in carcere sulla base di una semplice accusa, senza alcun riscontro». Buttiglione ha annunciato un'interrogazione parlamentare.
Ieri un'ennesima veglia di preghiera si è tenuta a Borghetto Santo Spirito. Di certo non solo ad Alassio don Luciano risulta amato. A sua difesa, chi gli è vicino spiega che anche in caso di cedimento alla natura umana non avrebbe avuto bisogno di esercitare violenza alcuna: le occasioni, donne adulte e consenzienti, non gli sarebbero mancate. E mai in otto anni il sacerdote ha manifestato attenzioni morbose sulle ragazzine. In settimana, sulla sua libertà, si pronuncerà il tribunale del riesame. La procura ha spiegato che la reclusione era obbligatoria.
P. Cr.


12/01/2010
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Il Punto: Presunti innocenti e esercizio di Buona Fede

L'omicida di Borghetto ha confessato ma la presunzione di innocenza vale anche per lui. Approfondirne ora profilo e "ragioni" è come dar la stura al mostro della porta accanto, ottusa quanto utile per suscitare curiosità morbosa, e soprattutto per fare copie / ascolti.

Mercoledì 30 dicembre all'indomani dell'arresto di don Luciano Massaferro, accusato di molestie nei confronti di una minorenne, Savonanews.it pubblicava una nota intitolata: "CAUTELA E TRASPARENZA", che cominciava così:

"La presunzione di innocenza dettata dalla Costituzione vale anche per i preti accusati di pedofilia. Anche per i savonesi don Giorgio Barbacini e don Luciano Massaferro. Ma il problema, inutile nasconderselo, esiste. La Santa Sede, cosciente della portata civile e mediatica, si è già più volte espressa su posizioni nette. Più titubanti sembrano le diocesi, che hanno grosse difficoltà a maneggiare direttamente tematiche spinose ed ingestibili come questa, senza dare l'idea di assolvere anzitempo l’indagato (opponendo un coro di solidarietà alle sue buone opere) o quella di metterlo all’indice, con la temuta conseguenza di una auto - delegittimazione." ( leggi: Alassio: prete arrestato, cautela e trasparenza)

Una decina di giorni dopo don Luciano è ancora in carcere, ma qualcosa è cambiato. Sia la cautela che la trasparenza, giorno dopo giorno, sembrano venir meno: la nuova linea della difesa vira verso la facoltà di non rispondere, cedendo la parola alla diocesi di Albenga - Imperia, la quale a buon titolo e forse suo malgrado finisce su un autorevolissimo quotidiano come l'Avvenire.

Tre i punti espressi:

- Stigmatizzare l'efferata dottrina dello "sbatti il mostro in prima pagina"

- Ribadire il difficile contesto familiare del minore ed insinuare il fattore "fantasia"

- Attaccare la procura della repubblica di Savona che non avrebbe convocato i testimoni a favore di Don Luciano Massaferro

Strano. Da vent'anni al timone della diocesi di Albenga - Imperia monsignor Mario Oliveri è mente troppo fine in diplomazia pontificia per concepire e/o sottoscrivere un intervento a gamba tesa come questo… Strano.

Ha certamente ragione l’arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, quando rimprovera i giornalisti di non conoscere la realtà della Chiesa e rappresentandola con un’informazione distorta. Siamo consapevolmente tra questi, e umilmente ci proviamo.

Partiamo dal terzo punto: l'anomalo affondo della diocesi di Albenga sulla procura di Savona.

Un indagine della magistratura è cosa diversa da un televoto. Nel televoto (si) contano le preferenze, in un indagine no.

Un esempio di cronaca è recentissimo, anzi di oggi: tutti i vicini di casa di un omicida - al momento reo confesso - lo conoscono come ottima persona, ma in preda ad un raptus o per insana abitudine, questi commette reati penali. Ecco che la sua colpevolezza non può e non deve essere stabilita per alzata di mano tra favorevoli o contrari alla sua condotta, ma sulla base di elementi probatori oggettivi e/o di testimonianze giurate, se vogliamo escludere una laica confessione. E' banale ma non troppo, e vale per tutti come la Legge.

Non si può procedere per alzata di mano pro / contro l'indagato. Sarebbe come se per un sospettato di furto venissero convocati in procura i suoi amici per essere ascoltati su quanto affabile e generoso sia stato in vita propria l'indagato.


Secondo punto: che la ragazzina minorenne - PRESUNTA vittima delle PRESUNTE attenzioni - si sia inventata tutto però, lo si può pubblicamente sostenere al tavolo di un bar, un po' meno sulle pagine dell'Avvenire. Per rispetto alla Chiesa e all'Avvenire, appunto.

Anche perché altrimenti "non vale": è troppo autorevole ed influente una Diocesi anche solo per adombrare un sospetto di questo tipo a discredito dell'accusa, prima di un giusto processo. Ha leve troppo poderose sulle coscienze di fedeli e politici, per sparigliare d'anticipo, e lo sa. Perché la fondatezza delle accuse così come le ragioni della difesa - in caso di reato - sono nelle mani di un Giudice. E le regole, anche del gioco - quando in gioco c'è la libertà, la faccia e la vita di persone minorenni e non - valgono per tutti i poteri protagonisti della vicenda.

Poteri carichi di autorità e degni di rispetto: dunque, se giustamente si protesta contro processi sommari sulle locandine gialle dei giornali, non sono diplomaticamente praticabili alte insinuazioni sull'attendibilità della (presunta) vittima, in fase "istruttoria".


Quanto al "mostro in prima pagina", semplicemente No. Nell'era di internet, non si può più chiosare con "è la stampa, bellezza".
Con la notizia non si incarta più il pesce il giorno dopo. I nomi e le fotografie restano, più che nelle coscienze sommerse dal flusso mediatico, nei motori di ricerca. E questi moderni oracoli tra un paio di decenni non saranno ingialliti come la carta, ma pronti a ri-vomitare addosso all'utente un'informazione sbagliata, un processo sommario, un'assoluzione gratis o una mezza gogna buttata lì - a suo tempo - per far copie / ascolti.

Dopo quella giudiziaria e quella ecclesiastica qui galleggia l'altra responsabilità, quella di giornalisti e giornali, troppo influenti a loro volta per esercitare con insostenibile leggerezza un ruolo conquistato con secoli di lavoro, al servizio dei poteri ma soprattutto dei lettori.

Ci si conceda un esercizio di ingenuità, che a volte aiuta a capire.

Normale dunque (ma non giusto) che una diocesi - parlando di abusi - ricordi a contraltare l'altissimo sacrificio dei Missionari di tutto il mondo, non giusto che un giudice ricordi i magistrati ammazzati per giustificare un'errore giudiziario, né che i giornalisti ricordino i colleghi morti (fisicamente o professionalmente) nel tentativo di informare, a legittimare una notizia sbagliata, o non rettificata.

Come scrivevamo a fine anno nel pezzo "CAUTELA E TRASPARENZA" dopo le vittime di violenze, la Chiesa Cattolica è la prima danneggiata da comportamenti delittuosi (quando accertati) e bene farebbe, piuttosto che contrattaccare in maniera tutto sommato scomposta, a rendersi protagonista di un' "operazione trasparenza", che difficilmente vedrebbe contrari fedeli e laici, secondo uno stile consolidato in due millenni, e soprattutto allineato al suo prestigio.

Vero è che un articolo forse sfuggito tra le calde maglie domenicali dell'Avvenire - tra Imperia e Savona - sta ventilando un vespaio, dal quale Monsignor Mario Oliveri vescovo di Albenga e Imperia non pare dissociarsi, perlomeno stando ai giornali del 11 gennaio 2010.

Stiamo ai fatti e trascuriamo alcuni recenti servizi televisivi nei quali inconsapevoli prelati invitavano a non denunciare presunti casi di pedofilia, di fronte ad una telecamera nascosta. Troppo facile.

Se Ansa non mente, ci atteniamo alle condanne.
In ordine sparso:


- Il 4 settembre del 1998 a Trapani don A.M. patteggia una pena di un anno e 10 mesi per atti di libidine su alcune minorenni. Dopo il suo arresto i parrocchiani avevano ipotizzato un complotto a suo danno (Gip: Marina Ingoglia)

- Due anni e 10 mesi e l'interdizione dai pubblici uffici per l'ex cappellano del carcere di Sanremo, per concussione e atti di libidine su alcun carcerati. (A sporgere denuncia gli stessi agenti di custodia, P.M. Paola Calleri, 1998)

- Un anno e 8 mesi all'ex parroco di Ponza, don S.T. accusato di abusi sessuali su una bambina di 9 anni (P.M. Gregorio Capasso, 1998) Trasferito. Al suo ritorno a Ponza nel 2003 un gruppo di fedeli contestò la sua presenza. Il vescovo chiese per lui "misericordia, carità e giustizia" (Ansa 10 maggio 2003)

- Due anni di reclusione (con pena sospesa e non menzione) per un sacerdote di Spoleto nel 1999. Applausi a Napoli nel gennaio del 2000 per le esequie di don G.R. anni prima condannato in appello per abusi sessuali su un minore. Nell'omelia il cardinale non menzionerà la condanna ma ricorderà le sue doti spirituali (F.te: Ansa)

- Sei anni e mezzo di reclusione invece a Foggia per don G.M. per violenza sessuale su minorenni (P.M. Gabriella Tavano, 2000)

- Quattro anni e mezzo a don M.G. per "contatti a sfondo sessuale con due giovanissimi chierichetti". I carabinieri trovarono due polaroid dei ragazzi di 11 e 12 anni. Il sacerdote era assai noto e benvoluto (Gip Fabrizia Pironti, Torino - Feb 2001 Ansa)

- Giugno 2001, San Giuliano Milanese. Rito abbreviato per don R.M. accusato di violenza sessuale su giovani, violenza privata e appropriazione indebita per "aver prelevato parecchi milioni dalle casse della canonica per pagare e fare regali a chi lo ricattava per convincerlo al silenzio" : quattro anni di reclusione (P.M. Ghezzi, G.u.p. Piero Gamacchio, 2001) Nel 2003 il sindaco espresse solidarietà e chiese il suo ritorno.

- Santa Margherita Ligure, gennaio 2002: don P.C. viene condannato dal tribunale di Chiavari al risarcimento dei danni a favore di una minorenne molestata anni prima. L'equivalente di 30 milioni di lire. Si proclama innocente ma il reato viene riconosciuto, e il parroco trasferito in un paese vicino. La vittima ha deciso di devolvere la somma ad associazioni per il recupero delle vittime della pedofilia.

- Più pesanti le condanne all'estero. Nel Kentucky (USA) padre L.M. fu condannato a 20 anni per abusi sessuali su minori (2003)

- Quattordici anni ad un prete brasiliano di origine italiana, don T.T.S. che dichiarandosi innocente ha attribuito le testimonianze delle sue vittime minorenni alla "immaginazione fertile e creativa di due bambini ispirati (…) la cui intelligenza assomiglia molto a quella di un imbecille adulto"

Stiamo in Italia:

- Sei anni con rito abbreviato a don P.P. di una parrocchia laziale. Reato: "violenza sessuale ed istigazione ad abuso di sostanze stupefacenti nei confronti di due ragazzini (…) ai quali faceva costosissimi regali" Otto e 14 anni la loro età. Secondo la procura di Roma la madre di uno di loro avrebbe favorito gli incontri (2004)

- Teramo, giugno 2004: Sei anni di reclusione per don B.T., accusato di pedofilia a danno di 5 ragazzi dal G.u.p. Antonella De Carlo. Uno di loro era disabile.

- Grosseto, luglio 2004: patteggia due anni e sei mesi don F.C. con l'accusa di molestie sessuali a danno di bambini (G.u.p. Armando Mammone)

- Tre mesi e venti giorni di pena (sospesa) sono stati patteggiati da un giovane parroco pavese che avrebbe acquistato immagini pedopornografiche nel 2004

- Nel 2006 il vescovo di Como Mons. Maggiolini condannò l'insistenza delle accuse di violenza sessuale su di un minorenne nei confronti di don M.S. "Prego per don M.S. A lui sono vicino con affetto" Venne condannato a 8 anni di reclusione in primo grado. Il vescovo subentrato nel frattempo, Mons. Diego Coletti decise di non riconfermare l'incarico al parroco condannato non potendosi "considerare irrilevante e senza conseguenze il pronunciamento in primo grado" (Ansa)

- Era già stato condannato nel 1995 per reati sessuali don T.T.A., arrestato a macerata nel 2006 con le stesse accuse.

- Don A.R. venne condannato a 15 anni di reclusione per violenza sessuale su un minore dal tribunale di barcellona Pozzo di Gotto (Messina, 2006)

- Sette anni in Appello per don G.C. nel 2008. Accusa: violenza su una parrocchiana minorenne. Presunzione di innocenza del Vescovo in attesa delle Cassazione, che annulla la condanna per prescrizione nel marzo 2009. Il giudice conferma i risarcimenti per le parti civili.

- Trentotto (38) gli abusi attribuiti a don P.B. Sedici quelli confessati al magistrato. Quattro riguardano bambini di dieci anni. La provincia è quella di Arezzo. La condanna del G.u.p. Simone Salcerini è ad 8 anni di reclusione. Don P.B. dichiara all'Ansa di sentirsi "liberato". Già negli anni '80 aveva confidato la sua attrazione per i bambini. Il vescovo di Arezzo Mons. Gualtiero Bassetti lo sospende a divinis nel 2008.

- Vicino a Bracciano un sacerdote, M.C. viene condannato a 4 anni e 4 mesi ber abusi su minori. Quando una coppia da lui sposata lo scopre, chiede l'annullamento del matrimonio alla Sacra Rota per "indegnità del celebrante" (Ansa, dic. 2008)

A Enna lo scorso anno il P.M. Marcello Cozzolino chiede 4 anni per don G.B. che viene condannato dal giudice a sei anni di reclusione per aver abusato di un minorenne disabile. Nel luglio 2009 la IIa sezione del tribunale di Palermo condanna don P.T. a sei anni e mezzo di carcere. Quattro anni e 8 mesi per don G.A. in provincia di Pavia. Patteggiamento a 2 anni e mezzo di reclusione per don F.C. a Grosseto per violenze sessuali su minori.

L'elenco è amaramente lungo, non solo in Italia. E' ormai evidente che il problema esiste, e la Santa Sede lo sa. Già nel 2002 il Papa intervenne con poche righe, parlando apertamente dei preti pedofili come di traditori che hanno ceduto al male: "le peggiori manifestazioni del mistero del male - le definì Giovanni Paolo II° - che producono scandali gravi e gettano una pesante ombra di sospetto su tutti i buoni Sacerdoti"

Vi era anche "la solidarietà per le vittime" in quella lettera del giovedì santo spedita il 21 marzo 2002 ai preti di tutto il mondo. "La Chiesa esprime la propria sollecitudine per le vittime, e si sforza di rispondere secondo verità e giustizia ad ogni penosa situazione"

Secondo verità e giustizia...

Nei lanci Ansa le notizie importanti vengono precedute dalla dicitura "++"

Il 28 luglio 2008 Benedetto XVI° è a Sidney, in Australia. Sono le due di notte in Italia quando le agenzie battono un "++".

Il titolo è freddo ma chiaro "PAPA: MISFATTI PRETI PEDOFILI VERGOGNA DELLA CHIESA"

Poi il Papa aggiunge: "Sono profondamente addolorato per la sofferenza subita dalle vittime e gli assicuro che come loro pastore condivido la loro sofferenza." Alle 02:20 un altro "++"; è sempre il Papa, da Sydney: i preti pedofili "devono essere portati davanti alla giustizia, e i loro misfatti condannati in modo inequivocabile".

Quando leggiamo di una polemica tra Diocesi di Albenga - Imperia e la Procura della repubblica di Savona, dunque, di cosa stiamo parlando?

Cautela e Trasparenza, sono retoriche o indispensabili come questa domanda?

Si incrina il muro del "Segreto Pontificio", se Dio vuole, e per la chiesa e la fede, è un Bene. Ma questa è un'altra storia...
 
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Alassio: don Luciano, una borsa da pc e i sospetti su di lui

C'è un quarto computer nel mirino della Procura, ma non si trova. su quel pc potrebbero esserci i "segreti" di don Luciano Massaferro, almeno questo è quello che ipotizzano gli inquirenti che indagano sul parroco della San Vincenzo di Alassio arrestato il 29 dicembre. Gli inquirenti hanno trovato una borsa da computer, ma non il pc. Che cosa significa? Il pc potrebbe essere stato fatto sparire prima del clamoroso arresto della polizia, non dopo che il sacerdote è stato trasferito e rinchiuso nel carcere di Chiavari. E' un punto, questo, sul quale sono fermamente convinti gli inquirenti. E sulle accuse al sacerdote non vi sarebbero, come prove, solamente i racconti delle molestie subite dalla chierichetta, ma anche la descrizione precisa dei luoghi dove questi sarebbero avvenuti. Ma anche l'accusa, come del resto la difesa, attendono solo il pronunciamento dei giudici del tribunale del riesame al quale è stato chiesto di concedere la libertà al sacerdote.

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Martedì 12 Gennaio 2010 ore 14:51
 
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