Laici Libertari Anticlericali Forum

Strasburgo, dopo il no arriva il si al crocefisso in aule scolastiche, e le altre storie di crocifissi

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vaticANO
view post Posted on 10/12/2009, 19:32




Ma non hanno un cazzo da fare.

Ma andassero loro in carcere.
 
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Felipe-bis
view post Posted on 14/12/2009, 16:10




http://www.uaar.it/news/2009/12/12/san-bon...pro-crocifisso/

San Bonifacio (VR): il prefetto di Verona esprime dubbi sull’ordinanza pro-crocifisso

San Bonifacio, in provincia di Verona, è uno dei comuni che hanno emanato ordinanze pro-crocifisso, stabilendo in 500 euro la multa nei confronti di coloro che si rifiutassero di esporlo negli edifici pubblici. Il prefetto di Verona, chiamato in causa dall’ADUC*, ha sollevato dubbi su tale ordinanza. Le perplessità sarebbero due: la mancata informazione del prefetto stesso prima di emettere l’ordinanza e un riferimento al pacchetto sicurezza.
* http://www.aduc.it/comunicato/crocifisso+s...oglie_16806.php
 
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Felipe-bis
view post Posted on 15/12/2009, 19:11




http://www.uaar.it/news/2009/12/15/hanno-d...#comment-327779

Ci hanno detto “potete morire”

La reazione diffusa conseguente all’aggressione fisica a Silvio Berlusconi è stata, giustamente, di solidarietà alla persona e di difesa dell’istituzione della Presidenza del Consiglio. Voglio ricordare che è di circa un mese fa la sentenza sul crocifisso della Corte europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), organismo sovranazionale riconosciuto dall’Italia, che ne è uno dei membri fondatori, in cui veniva condannato lo Stato Italiano per il mancato rispetto di alcuni diritti fondamentali nei confronti della nostra famiglia, titolare del ricorso. In quell’occasione non c’è stato alcun rispetto né per le nostre persone né per l’istituzione (CEDU): autorevoli personalità politiche vi si sono scagliate contro, arrivando a forme di aggressione verbale inaudite; un ministro della Repubblica ha gridato davanti alle telecamere della RAI che: “…possono morire loro (cioè i proponenti, quindi la mia famiglia) e quegli organi internazionali che non contano nulla (la CEDU).” Senza che ci sia stata alcuna reazione verso queste disgustose affermazioni. In seguito a ciò e all’atteggiamento di altre figure istituzionali come quelle ad esempio di un sindaco (anche deputato leghista) che è arrivato a proporre qualcosa di simile a una taglia sulla mia testa (annunciando di voler esporre manifesti con la dizione “WANTED”), abbiamo ricevuto lettere minatorie e siamo stati oggetto di atti vandalici. Credo che il rispetto per le persone e per le istituzioni non debba rispondere a criteri di occasionalità e di opportunità, ma sia un valore da difendere sempre e comunque. Senza se e senza ma. Ci auguriamo perciò di riscontrare un atteggiamento di responsabilità più omogeneo e coerente da parte dei rappresentanti delle istituzioni e di portavoce politici in occasione della futura sentenza definitiva da parte della CEDU.

Massimo Albertin
Soile Lautsi
 
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Felipe-bis
view post Posted on 17/12/2009, 10:35




http://www.uaar.it/news/2009/12/17/crocifi...esta-borghezio/

Crocifissi: la commissione UE respinge la richiesta di Borghezio

L’europarlamentare della Lega Nord Mario Borghezio ha chiesto alla Commissione Europea di impugnare la sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo contraria alla presenza del crocifisso nelle aule scolastiche. La richiesta, sostenuta da altri europarlamentari italiani del PDL e dell’UDC, è stata respinta da Jacques Barrot, commissario europeo con delega alla Giustizia, alla Sicurezza e alla Libertà. Barrot ha sostenuto che la competenza sui simboli religiosi appartiene ai paesi membri, e che la valutazione della congruità delle normative nazionali con i trattati internazionali riguarda invece il Consiglio d’Europa e la Corte di Strasburgo.
 
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Felipe-bis
view post Posted on 28/12/2009, 19:05




http://www.uaar.it/news/2009/12/27/crocifi...rdinal-martini/

Crocifisso: una risposta al cardinal Martini

Il cardinale Martini ha scritto, sul Corriere della Sera*: “…bisogna anche tenere conto delle tradizioni e della sensibilità della gente. Chi viene dal di fuori deve imparare a rispettare tutto ciò…”
Io sono il “capofamiglia” titolare del ricorso alla corte di Strasburgo che ha portato alla sentenza della CEDU (Corte Europea dei Diritti dell’Uomo).
Voglio solo rimarcare che la scelta di intitolare il ricorso a nome di mia moglie (italiana nata in Finlandia) è stato dovuto esclusivamente ad un meccanismo procedurale suggerito dal nostro avvocato.
Ma io che, d’accordo col resto della famiglia, sono il reale promotore del ricorso, non vengo “dal di fuori”! Io, da bambino, ho frequentato la stessa scuola, anzi esattamente lo stesso edificio e le stesse aule che hanno frequentato i miei figli. Ed ho le stesse tradizioni italiane e venete che qualcuno, utilizzando il crocifisso come arma anziché come strumento di pace e di amore, dice di voler difendere attaccando la mia famiglia con parole di odio, con lettere minatorie e con gesti di disprezzo come l’imbrattamento della mia casa con la pittura di croci. Segni forse di tolleranza e di amore? Pensavo che il cardinal Martini non facesse parte di quella schiera che, da Berlusconi a La Russa, da Sgarbi ai leghisti e ad altre figure che ben poco di cattolico hanno da difendere, utilizza il crocifisso come “strumento degli atei devoti e dei religiosi atei che vogliono trasformare il Cristianesimo in religione civile o sistema di valori, annullando la sua dimensione universale e aperta a tutte le culture e civiltà” (parole di un prete).
E che armano d’odio la mano di pazzi e fanatici che, similmente a chi ferisce Berlusconi o attacca il papa, ci perseguitano nella nostra casa. Ma evidentemente mi sbagliavo. Martini, non diversamente dagli altri, ritiene “incongruo ed inopportuno” quel cambiamento che, attraverso la sentenza di Strasburgo, dovrebbe portare al rispetto dei diritti fondamentali dell’individuo sanciti da una dichiarazione (la Carta europea dei diritti dell’Uomo) formulata da cattolici come De Gasperi e Adenauer e sottoscritta da TUTTI gli stati europei (compresa la Svizzera), ma (guarda caso) non
dallo stato della Città del Vaticano.
E qui se ne capisce il perché.
I diritti individuali, per quasi tutti i cattolici, vengono DOPO i privilegi della loro religione.
Che differenza c’è con le tanto vituperate teocrazie islamiche da cui il crocifisso dovrebbe “difenderci”?

Massimo Albertin

* http://www.corriere.it/cultura/speciali/20...44f02aabe.shtml
CITAZIONE
IL CASO
Il Crocifisso deve essere dentro di noi
Invia un messaggio al cardinale Carlo Maria Martini

Il problema del Crocifisso nella scuola è stato visto da gran parte del cattolicesimo moderato come un esempio di arroganza. Come cattolico, mi sarei aspettato un dietrofront e un’apertura della Chiesa. Se vogliamo veramente parlare di dialogo con le religioni, che esempio do a mio figlio dicendo: dialoga, ma tu vieni prima degli altri e delle minoranze?
Mario Brambilla, Milano

Sono stato ginecologo in ospedale. Mi sono accorto che in tanti anni non avevo mai «visto» il mio Crocifisso nel luogo di lavoro. Fino ad allora avevo ritenuto il Crocifisso un arredo, mi sfuggiva il contenuto di quella divina presenza...
Giuseppe Laconi, Nuoro

Si è molto discusso in questi mesi sulla presenza del Crocifisso nelle aule scolastiche e in altri luoghi pubblici. Personalmente ritengo che la cosa più importante è avere il Crocifisso nel cuore. Averlo nell’esteriorità può condurre a quella situazione ben descritta nella seconda lettera, di avere davanti agli occhi il Crocifisso senza vederlo. Se ci toglieranno il Crocifisso dalle aule pubbliche, ci rimarrà questa decisione personale, profonda, di seguire Gesù Cristo fino all’ultimo, di affidarci a Lui, che tanto ci ha amato, di perdonare di cuore a quelli che ci hanno fatto del male.
Questo è ciò che conta. Ma nel caso concreto bisogna anche tenere conto delle tradizioni e della sensibilità della gente.
Chi viene dal di fuori deve imparare a rispettare tutto ciò. Perciò capisco bene quanti si sono opposti a tale cambiamento, che sarebbe incongruo e inopportuno. Né vale il paragone con il dialogo tra le religioni, evocato dalla prima lettera. Tale dialogo presuppone certamente una sincera stima per le credenze e le tradizioni degli altri. Esso è preoccupato in prima battuta anzitutto di rimuovere gli equivoci, con cui a volte ci fraintendiamo. Ciò non richiede affatto di mettere tra parentesi le proprie credenze.

Carlo Maria Martini


27 dicembre 2009

 
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Felipe-bis
view post Posted on 7/1/2010, 18:46




http://www.uaar.it/news/2010/01/05/san-mau...ula-consiliare/

San Mauro Pascoli (FC): il sindaco motiva il ‘no’ al crocifisso in aula consiliare

Anche a San Mauro Pascoli (FC) la Lega Nord ha cercato di far appendere in aula consiliare il simbolo della Chiesa cattolica. Come riporta il Corriere della Romagna, il sindaco, Gianfranco Miro Gori, ha dichiarato che “dal punto di vista culturale e religioso, il crocefisso in questa aula non c’è e non ci sarà”. Dopo essersi dichiarato agnostico e aver ricordato le parole di Gesù nel Nuovo Testamento (”"chi vuole venire dietro di me prenda la sua croce e mi segua: “prenda” e non “appenda”"), ha sottolineato che “alla base della nostra cultura non c’è solo il cristianesimo, ma anche le culture romana e greca, e poi l’Illuminismo, solo per dirne alcune”.
Sempre a proposito del crocifisso, e in attesa che si pronunci la Grande Camera, si segnala che sul canale UaarIt sono disponibili per la visione i servizi sulla sentenza della Corte di Strasburgo trasmessi dalla tv tedesca e dalla tv svedese, con riprese effettuate ad Abano Terme e nella sede UAAR di Roma.
 
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Felipe-bis
view post Posted on 15/1/2010, 20:46




http://www.uaarforlicesena.org/2010/il-con...-il-crocifisso/

Forlì: il Consiglio Comunale ed il Crocifisso

Apprendiamo dal Corriere di Forlì del 12.1.2010 che il consiglio comunale forlivese, votando un ordine del giorno concordato, ha espresso in modo compatto –dunque all’unanimità- la volontà di difendere il crocifisso “simbolo della religione cattolica fondamentale patrimonio della cultura e della civiltà nazionale” ed anche “emblema di una difesa di tutte le confessioni religiose”. Il consiglio inoltre ha ritenuto che la sua presenza in luoghi pubblici “non sia lesiva della libertà di praticare la fede di ciascuno”, e critica la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che vietava l’esposizione dell’oggetto nelle aule scolastiche.

Come atei, agnostici o come “semplici” laici, siamo sbalorditi da questa espressione ufficiale del consiglio cittadino, ma siamo ancor più preoccupati per questa presa di posizione, che sembra fatta apposta per spianare la strada a risoluzione ancora più assurde e inaccettabili, quali l’obbligo di esporre il crocifisso nei locali pubblici.
Dire che il crocifisso sia il simbolo della cultura e civiltà nazionale (e per questo vada in qualche modo tutelato e diffuso) ci sembra un’affermazione tanto imprecisa quanto strumentalizzabile.

Senza trascurare, poi, che di croci e crocifissi sono stati per secoli affollati i luoghi in cui si è compiuta ogni nefandezza: dai tribunali dell’Inquisizione a quelli del regime fascista, franchista, cileno, argentino…

Troviamo francamente assurda l’idea che un simbolo religioso possa essere compatibile con il concetto di laicità che invece la Corte europea ha giustamente e logicamente stabilito.

Affermare che la radice della civiltà nazionale sia tutta compendiata nel crocifisso è un nonsenso storico che si presta ad ambigue e pericolose interpretazioni/manipolazioni.

Non dimentichiamo, infine, che la speciale predizione che si vorrebbe per il crocifisso (definito in modo piuttosto bizzarro “emblema di difesa di tutte le confessioni religiose”, come se le lunghissime e atroci guerre di religione non ci fossero mai state…) tale predilezione per il crocifisso ignora e zittisce e umilia la scelta di chi non crede e non vuole aderire ad alcuna confessione.

Il rispetto autentico del pensiero altrui non si costruisce con dichiarazioni perentorie e definitive, ma con l’apertura e il dialogo, con l’ascolto e il confronto, con l’umiltà e la tolleranza: queste, davvero, radici della laicità.
UAAR Forlì-Cesena
 
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Felipe-bis
view post Posted on 21/1/2010, 17:40




www.uaar.it/news/2010/01/21/una-iniziativa-sul-crocifisso/

Un’iniziativa sul crocifisso
Si segnala che sul sito di Peacelink è stata avviata una campagna dal titolo Una nuova alleanza fra Trono e Altare? Non in mio nome!* Vi si può aderire sia come singolo cittadino, sia come associazione. Pur rilevando una citazione un po’ fuori tema del diritto alla libertà di culto per i musulmani, l’UAAR ha deciso di aderire e sostenere l’iniziativa, e invita pertanto soci e simpatizzanti a fare altrettanto.
* www.peacelink.it/campagne/index.php?id=84&id_topic=56
 
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view post Posted on 22/1/2010, 09:46
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http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/po...1675884364.html


Crocifisso: pronto ricorso dell'Italia a Strasburgo
Il sottosegretario Letta: "Grave torto alla cultura prima ancora che al diritto"
21 gennaio, 21:29

ROMA - "Stamattina c'é stata una riunione al ministero degli Esteri per mettere a punto il ricorso che l'Italia presenterà con abbondanza di documentazione e di argomentazioni e abbiamo fiducia che la Corte dei diritti umani di Strasburgo ripari quello che consideriamo un grave torto alla cultura prima ancora che al diritto, allo spirito prima ancora che al sentimento religioso". Lo ha annunciato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, intervenendo a una conferenza presso l'ambasciata italiana presso la Santa Sede a cui ha preso parte anche il presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco.

"Abbiamo fiducia - ha aggiunto Gianni Letta - anche perché è stato facile per l'Italia sollecitare la solidarietà, il consenso e la partecipazione al giudizio davanti alla grande camera della Corte di Strasburgo anche di molti altri paesi d'Europa che stanno venendo sempre più numerosi a sostegno dell'azione italiana".

"E' da apprezzare decisamente questa iniziativa del governo italiano, rispetto alla sentenza della Corte europea dei Diritti umani di Strasburgo, per quanto riguarda l'esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche". Così il presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, ha commentato a margine di una conferenza all'ambasciata italiana presso la Santa Sede, l'annuncio fatto durante la stessa conferenza dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, che ha reso noto che è pronto il ricorso del governo italiano contro la stessa sentenza.

"E' da apprezzare, lodare, sostenere - ha aggiunto Bagnasco - come risulta anche da parte di altri paesi europei che si stanno aggiungendo a questa iniziativa perché - ha sottolineato - la sentenza veramente va contro non solo all'oggettività della storia europea ma anche al sentire popolare, della gente". "Mi pare - ha detto ancora Bagnasco - che sia un chiedere di riequilibrare rispettosamente questa sentenza rispetto alla realtà della gente".

 
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Felipe-bis
view post Posted on 22/1/2010, 16:08




http://www.uaar.it/news/2010/01/21/crocifi...nza-della-cedu/

Crocifisso: il governo sta ancora preparando il ricorso contro la sentenza della CEDU

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, ha annunciato che “stamattina c’é stata una riunione al ministero degli Esteri per mettere a punto il ricorso che l’Italia presenterà con abbondanza di documentazione e di argomentazioni” contro la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che, accogliendo un ricorso promosso da una socia UAAR e sostenuto dall’associazione, ha stabilito l’illegittimità della presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche. Letta ha definito la sentenza di Strasburgo “un grave torto alla cultura prima ancora che al diritto, allo spirito prima ancora che al sentimento religioso”. Il sottosegretario ha formulato queste parole nel corso di una conferenza presso l’ambasciata italiana presso la Santa Sede. All’evento era presente anche il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il cardinale Angelo Bagnasco, il quale ha definito la decisione del governo “da apprezzare, lodare e sostenere”.
 
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Felipe-bis
view post Posted on 25/1/2010, 10:21




http://www.uaar.it/news/2010/01/24/meloni-...ne-vada-estero/

Ministro Meloni: “Chi non vuole crocifisso se ne vada all’estero”

Il ministro della Gioventù Giorgia Meloni (Pdl), presente ieri alla convention del Popolo delle Libertà ad Arezzo, si è espressa con durezza sulla questione del crocifisso negli uffici pubblici. “Sono stufa di vedere burocrati europei che stanno lì a sindacare se si possa appendere un crocifisso nelle scuole” ha affermato, sostenendo che “la maggioranza degli italiani lo vuole e questo vale anche per uno stato laico”. “Se qualcuno si offende”, continua “consiglio di prendere in considerazione l’idea di andare a vivere da qualche altra parte del mondo”. Il ministro Meloni ha aggiunto: “Noi rispettiamo le idee e le credenze di tutti, ma chiediamo lo stesso rispetto da chi viene a vivere in Italia. Non c’è nessuna minaccia in valori come il rispetto”.

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http://www.uaar.it/news/2010/01/25/lettera...giorgia-meloni/

Lettera UAAR al ministro Giorgia Meloni

Onorevole Ministro Meloni,
le scrivo in qualità di segretario dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, l’associazione di promozione sociale riconosciuta dal ministero che difende i diritti di quei dieci milioni circa di cittadini italiani che non si riconoscono in alcuna religione o altra credenza nel sovrannaturale.
Ho avuto modo di leggere con dispiacere alcune sue dichiarazioni sulla presenza del crocifisso nelle aule scolastiche. Avrebbe infatti consigliato a chi si «offende» per la presenza del simbolo cattolico «di prendere in considerazione l’idea di andare a vivere da qualche altra parte del mondo». Avrebbe altresì sostenuto di essere «stufa di vedere burocrati europei che stanno lì a sindacare se si possa appendere un crocifisso nelle scuole».
Onorevole ministro, nessuno di noi si offende per la presenza del crocifisso nelle aule scolastiche. Non sappiamo quanti cattolici si offenderebbero se trovassero, nelle aule scolastiche, il simbolo dell’UAAR, ma sappiamo che sia il simbolo cattolico, sia il nostro, in un’aula scolastica non ci devono stare. Perché sono entrambi simboli di parte, e dunque inevitabilmente incapaci di rappresentare tutti i cittadini italiani: cattolici, atei, agnostici, cristiani non cattolici e credenti non cristiani.
La presenza del crocifisso contrasta con il supremo principio costituzionale della laicità dello Stato. Costituisce inoltre un condizionamento particolarmente pesante nei confronti di minori: come recita la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, «lo Stato è tenuto alla neutralità confessionale nel contesto dell’educazione pubblica dove la presenza ai corsi è richiesta senza tener conto della religione».
Onorevole ministro, criticando la sentenza della Corte di Strasburgo lei ha preso le distanze, contemporaneamente, dai valori espressi dalla Costituzione italiana e dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo: un documento che l’Italia ha firmato come membro fondatore, e che lo Stato della Città del Vaticano non ha invece mai sottoscritto. Posizioni come le sue non allontaneranno dall’Italia i non credenti: allontaneranno invece, ancor di più, l’Italia dall’Europa, perché la classe politica che la governa sembra incapace di far propri quei valori di civiltà, democrazia, laicità che contraddistinguono gli altri paesi del nostro continente. Paesi dove i giudici non sono considerati «burocrati», ma donne e uomini chiamati a proteggere quei fondamentali valori. Paesi dove, e non per caso, il crocifisso non è quasi mai presente.
Confidiamo che lei si sia semplicemente espressa male, e che non pretenda pertanto di non rispettare i diritti umani. Se invece quanto riportato dagli organi di stampa corrisponde al vero, le consigliamo di prendere a sua volta in considerazione l’idea di andare a vivere in una di quelle parti del mondo (e sono purtroppo ancora tante) in cui la loro negazione è moneta corrente.
Noi rispettiamo le idee e le credenze di tutti, ma chiediamo lo stesso rispetto da chi governa l’Italia e che dovrebbe, per primo, dare l’esempio. Se chi governa l’Italia propone l’allontanamento dal resto della società di chi la pensa diversamente (una misura che, come lei ben sa, in Italia non è più applicata dai tempi del fascismo) allora, per coerenza, dovrebbe contemporaneamente chiedere l’uscita dell’Italia dall’Unione Europea.

Distinti saluti
Raffaele Carcano, segretario UAAR
 
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Felipe-bis
view post Posted on 26/1/2010, 17:38




Questo racconto non ha a che fare direttamente con la sentenza della Corte Europea, è precedente di oltre un anno, ma voglio inserirlo lo stesso per dare un'idea di come vanno le cose.


http://vivalacostituzione.blogspot.com/200...teocratica.html

mercoledì 16 aprile 2008
Prove tecniche (di Repubblica teocratica). Come chiamarla altrimenti?

Si, lo so, un paio di utenti hanno detto che io scriverei nei post sempre le stesso cose (come se il fatto di ripeterle le rendesse false) ma, questa volta, mi limito a narrare la mia esperienza di voto del giorno 13 aprile, che si potrebbe riassumere in poche parole: "l'uomo che morde il cane".
Sono andato al mio seggio, che peraltro era senza fila. Sono entrato e con calma ghandiana e con la massima cortesia possibile, prima di votare, ho chiesto un colloquio personale con il presidente di seggio. Ottenuto il colloquio, ho fatto notare al presidente che nel seggio v'era un crocifisso che, oltre tutte le considerazioni personali possibili, è stato ritenuto fuori luogo dalla sentenza della Corte di Appello di Perugia del 10 aprile 2006 in quanto questa sostiene "l’opportunità che la sala destinata alle elezioni sia uno spazio assolutamente neutrale, privo quindi di simboli che possano, in qualsiasi modo, anche indirettamente e/o involontariamente, creare suggestioni o influenzare l’elettore" e la sentenza era stata redatta proprio in conseguenza ad un caso di crocifissi presenti nei seggi elettorali. Oltre a questa fonte, ho citato anche la sentenza 439/2000 della Corte di Cassazione, secondo cui le circolari fasciste del ministro Rocco del 1924 e del 1926, che prescrivevano la presenza del crocifisso nelle scuole elementari e medie, sono incompatibili con l'attuale assetto costituzionale (fra le varie cose non più basato sulla religione di stato) e da ritenersi tacitamente abrogate. Infine, ho citato anche la sentenza 203/1989 della Corte Costituzionale che (fra le varie cose) elegge la laicità a "principio supremo dell'ordinamento costituzionale", quindi anteponendolo anche ad altri principi quali il lavoro e l'uguaglianza perchè solo in un contesto laico gli altri diritti possono trovare accoglimento e possibilità di esplicazione.
Ho consegnato al presidente di seggio una copia di ognuna di queste fonti giuridiche e, essendo queste molto corpose (una decina di pagine ciascuna), stavo iniziando a riassumerne con calma e cortesia i contenuti quando sono stato fermato, dato che il presidente si è qualificato come un avvocato e quindi già a conoscenza della dottrina giurisprudenziale in materia. Nonostante le sue conoscenze in materia, però, ha preferito non rimuovere il crocifisso. A quel punto, nella più totale calma e tranquillità, prendo atto della risposta e chiedo che venga messa a verbale una breve dichiarazione in cui affermo che, nonostante le indicazioni delle chiare fonti giuridiche precedentemente citate, il presidente di seggio non ha accolto la mia richiesta. A questo punto il presidente di seggio si rifiuta anche di mettere a verbale la dichiarazione. Io gli faccio notare con la massima pacatezza che, ai sensi dell'art. 104 comma 5 del decreto del Presidente della Repubblica del 1957 (noto anche come regolamento per il seggio elettorale), il presidente è tenuto a verbalizzare dichiarazioni, pena la reclusione da 2 a 5 anni e una multa che va da 1.032,91 a 2.065,83 euro. A quel punto il presidente mi fa accomodare in un angolo del seggio dicendomi di attendere perchè stava chiamando la polizia: io ho atteso e, una volta giunta la polizia, ho citato quietamente quelle fonti giuridiche (consegnando anche a loro una copia), ho fatto presente che il presidente non voleva verbalizzare una mia dichiarazione ma ho anche esplicitato di non voler fermarmi troppo sulla questione perchè, avendo un treno improrogabile dopo solo mezz'ora, volevo votare in fretta. I poliziotti mi hanno accompagnato fuori dal seggio (non ho assolutamente fatto resistenza) e posto questioni del tipo:


"ci sono tanti problemi, perchè ti viene in mente una cosa del genere?",


"perchè lo fai?",


"l'Italia è un paese cattolico" e affini.


Io ho educatamente risposto alle diverse domande dicendo che rispettare la legge è un dovere civico, che se ci sono grandi problemi irrisolvibili non vuol dire che si debbano ignorare quelli "piccoli" e risolvibili, che l'Italia non è un paese cattolico ma laico e affini; in ultima istanza hanno detto che la questione del crocifisso compete ai responsabili di partito (???) (che però erano sparpagliati per la città e non erano reperibili) e ai "superiori" ma io ho risposto (con la massima volontà di chiarirmi) che, al di sopra di sentenze della Cassazione e della Corte Costituzionale, non c'è nessuno, al massimo ci sarebbe il re ma, non essendo più in monarchia, il caso non si pone. Dopo qualche minuto di dialogo pacatissimo e dai toni addirittura amichevoli, mi hanno detto di attendere lì perche volevano chiamare la Digos.
E' arrivato l'ispettore della Digos e ha esordito chiedendo cosa fosse accaduto, io ho rispiegato senza problemi il tutto nei minimi dettagli e senza considerazioni personali di sorta. Terminato il tutto, il dottore m'ha detto che:


"in Italia ci sono tanti problemi" e io ho risposto educatamente che se ci sono problemi grandi non vuol dire che quelli "piccoli" (anche se per me piccoli non sono, dato che si trattava di una liberta fondamentale) vadano ignorati/non risolti;


m'ha detto che "se vai negli Emirati Arabi e chiedi di togliere un Maometto ti tagliano la testa" e io ho risposto ancor più educatamente che spesso nell'ambito mediorientale la religione è compenetrata con la politica fino al punto che il peccato coincide con il reato, ma questo non è il caso dell'Italia che, invece, è uno stato laico per legge;


m'ha detto che "anche in Francia ci sono i crocifissi nelle scuole" e io ho risposto nella più totale tranquillità che la cosa mia sembra strana dato che il Francia vige la c.d. "legge del velo" secondo cui le donne non possono portare veli legati alla religione (qualunque religione), quindi figuriamoci se ci sono i crocifissi nelle aule scolastiche e, in qualunque caso, la Francia non è l'Italia, in cui vige una certa giurisprudenza;


dopo questa risposta m'ha detto che "quelle sono solo sentenze e non è legge", al che io ho fatto cortesemente notare che, se mi condannassero in via definitiva a 12 anni di carcere per omicidio, il parlamento non dovrebbe approvare una legge in cui c'è scritto "Ringo De Palma deve scontare 12 anni di carcere", ma la sentenza va applicata senza che nessun altro atto legislativo o meno debba essere prodotto; ho preso parola e gli ho detto che, se il presidente di seggio non vuole togliere il crocifisso, almeno verbalizzi la mia dichiarazione, dato che è tenuto a farlo e rischia quella pena carceriaria e pecuniaria di cui sopra. Cosa m'ha risposto l'ispettore?


"Se non vuole farti verbalizzare una dichiarazione tu lo denunci, fai un processo e avrai ragione", al che io "ma io non ho tempo per una denuncia o un processo, devo partire fra mezz'ora".


Dopo quest'ultimo scambio di battute, mi ha chiesto "dove studi?" e io "a Forlì" e lui "me lo immaginavo".


A questo punto, giocata la sua ultima carta e avendo io un treno che stava per partire e un voto da esprimere, ho dovuto "annullare" il tutto, dichiarando esplicitamente la mia intenzione di votare con o senza il crocifisso (sapete com'è, io credo nel valore anche del singolo voto), in un minuto ho ri-favorito i documenti, sono entrato il cabina, ho votato, depositato la scheda e sono fuggito verso Forlì. E' da notare che all'uscita dalla cabina, il presidente di seggio ha insistito perchè io mi riprendessi i fogli delle sentenze. Repulsione pura.
Diverse ore dopo la Digos ha telefonato al numero di casa della mia residenza e ha parlato con i miei genitori, descrivendomi (da quel che ho potuto capire) come una specie di terrorista cretino, oltre che attaccabrighe. Ho inoltre saputo di essere stato segnalato dalla stessa Digos per quello che avrei fatto. Sono un pò ignorante su queste cose, quindi ho cercato su Wikipedia e ho letto che "con la sigla DIGOS (acronimo di Divisione investigazioni generali e operazioni speciali) si indica una divisione operativa della Polizia di Stato [...]. Gli uffici della Digos svolgono attività investigativa ed informativa finalizzata a contrastare l'eversione dell'ordine democratico (attività antiterrorismo)".
Io punterei all' "eversione dell'ordine democratico"? Non fumo, non bevo, non gioco d'azzardo, non dò fuoco ai seggi elettorali, non compio blitz nelle prefetture e non ho mai preso parte nemmeno a occupazioni e, per quanto io ne sappia, la mia attività "eversiva" si limita al massimo a una decina di scioperi compiuti durante tutto l'arco delle scuole superiori e alla conoscenza di leggi che, puntualmente, vengono calpestate nell'indifferenza e nell'appiattimento di chi, invece, dovrebbe farle rispettare. Ho capito, e qui non nascondo una lieve punta di ironia, che la legge va rispettata ma, far rispettare la legge, è diventato un reato.
Spero solo che la segnalazione presso la Digos non mi impedisca di partecipare a concorsi in magistratura, dato che è un "sogno nel cassetto" che coltivo da un pò.

-

P.S: uno dei tanti paradossi dell'accaduto è che l'ispettore della digos, invece di parlare con me di argomentazioni personali, avrebbe dovuto mettere sotto torchio il presidente di seggio: lui si che non ha rispettato la legge e ha, magari involontariamente, puntato all' "eversione dell'ordine democratico" (dato che si è rifiutato di mettere a verbale la dichiarazione).
 
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Felipe-bis
view post Posted on 29/1/2010, 18:57




http://www.uaar.it/news/2010/01/29/crocifi...zione-bavarese/

Crocifisso, il PD sceglie la soluzione bavarese

Un disegno di legge* presentato da undici senatori consente di conoscere qual è la posizione del PD in merito all’esposizione del crocifisso. Il testo della proposta, che vede come primo firmatario il giurista Stefano Ceccanti, fa propria l’opinione espressa sul supplemento bolognese di Avvenire da Augusto Barbera, che ha definito la recente sentenza della Corte di Straburgo “una decisione sorprendente. Essa fa propria una lettura della laicità che appartiene ad altri ordinamenti, in particolare alla Francia e alla Turchia”. Dopo aver rinviato a precedenti lavori dello stesso Ceccanti, la relazione introduttiva propone “correzioni incrementali” alla situazione vigente, “in analogia alla legislazione bavarese e alla giurisprudenza castigliana”, che tengono in particolare considerazione la volontà della maggioranza. Il testo si compone in realtà di un solo articolo, particolarmente povero di indicazioni pratiche, e che in sostanza rimette le decisioni in capo al dirigente scolastico. Questo il testo:
Art. 1.
1. In considerazione del valore della cultura religiosa, del patrimonio storico del popolo italiano e del contributo dato ai valori del costituzionalismo, come segno del valore e del limite delle costituzioni delle democrazie occidentali, in ogni aula scolastica, con decisione del dirigente scolastico, è affisso un crocifisso.
2. Se l’affissione del crocifisso è contestata per motivi religiosi o di coscienza dal soggetto che ha diritto all’istruzione, ovvero dai suoi genitori, il dirigente scolastico, sulla base del princìpio di autonomia scolastica, nel rispetto dei princìpi di tutela della privacy e di non discriminazione nonché tenendo conto delle caratteristiche della comunità scolastica, cerca un accordo in tempi brevi, anche attraverso l’esposizione di ulteriori simboli religiosi.
3. Qualora non venga raggiunto alcun accordo ai sensi del comma 2, nel rispetto dei princìpi di cui al medesimo comma 2, il dirigente scolastico adotta, previo parere del consiglio di circolo o di istituto, una soluzione che operi un giusto contemperamento delle convinzioni religiose e di coscienza di tutti gli alunni della classe coinvolti e che realizzi il più ampio consenso possibile.
* http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/Ddl...34717_testi.htm

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http://www.uaar.it/news/2010/01/28/crocifi...-segue-litalia/

Crocifisso: San Marino segue l’Italia

Il ricorso del governo italiano contro la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, emanata in seguito a un ricorso promosso dall’UAAR e contraria alla presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche, ha trovato sostegno nell’esecutivo di un altro paese europeo, la Repubblica di San Marino. Sul sito della Radio Televisione sanmarinese* è stato pubblicato un servizio contenente due interviste, una al vescovo Luigi Negri, l’altra al socio UAAR Andrea Mina.
* www.sanmarinortv.sm/attualita/default.asp?id=35&id_n=39744
 
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Felipe-bis
view post Posted on 1/2/2010, 10:59




http://www.uaar.it/news/2010/01/31/crocifi...-sentenza-cedu/

Crocifisso, “Avvenire” presenta in anteprima il ricorso del governo contro la sentenza CEDU

Sul sito del governo italiano ancora non ce n’è traccia: in compenso il quotidiano dei vescovi, Avvenire, ha potuto pubblicare in anteprima ampi passaggi del ricorso presentato contro la sentenza della Corte di Strasburgo che, pronunciandosi su un ricorso presentato da una socia UAAR, ha espresso parere negativo sulla presenza dei crocifissi negli edifici pubblici. Il ministro degli esteri Franco Frattini ha infatti illustrato al giornalista Arturo Celletti le quattordici pagine del documento: la tesi del governo è che la Corte dei Diritti dell’Uomo “confonde la neutralità dello Stato di fronte a religioni diverse con la neutralizzazione di qualsiasi riferimento alla dimensione religiosa o spirituale all’interno dello spazio pubblico”. “Una concezione della neutralità che impone l’eliminazione di un simbolo religioso”, sostiene il governo, “piuttosto che aprire il dialogo alla comprensione e alla tolleranza che caratterizzano il pluralismo, si trasforma in negazione di questa stessa libertà finendo per escludere la dimensione religiosa”, finendo per “favorire ateismo e agnosticismo”. Nel testo sembra si arrivi a sostenere che, se si “concede” ai non credenti di togliere il crocifisso, presto si consentirà loro di eliminare le chiese: “Se l’impatto della presenza di un oggetto simbolico come il crocifisso in uno spazio pubblico rappresenta realmente un disagio psicologico talmente grande da rasentare la violazione della libertà religiosa allora converrebbe bandire tutti i simboli religiosi… Le cattedrali, le chiese che si trovano nelle piazze centrali delle nostre città”.
 
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Felipe-bis
view post Posted on 4/2/2010, 10:38




http://www.uaar.it/news/2010/02/04/crocifi...celta-bavarese/

Crocifisso, PD: la base del partito critica la scelta bavarese

Sul sito de iMille, creato da iscritti del PD che ritengono che il partito “possa diventare un rivoluzionario meccanismo di cambiamento e rinnovamento della politica e della società italiane”, è stato pubblicato un articolo critico* nei confronti della scelta “bavarese e catalana” in merito all’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche (cfr. Ultimissima del 29 gennaio 2010). I commenti sembrano porsi sulla stessa lunghezza d’onda: è interessante notare come il senatore Ceccanti, primo firmatario del contestato disegno di legge, partecipi anch’esso al dibattito.
* www.imille.org/2010/01/nel-tempo-libero-faccio-il-senatore/
 
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191 replies since 3/11/2009, 12:04   4830 views
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