Laici Libertari Anticlericali Forum

Strasburgo, dopo il no arriva il si al crocefisso in aule scolastiche, e le altre storie di crocifissi

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vaticANO
view post Posted on 3/11/2009, 22:43




Certo, non fregherà un cazzo e lo sai perchè? Già paghiamo un sacco di penali alla UE perchè non siamo in regola con i diritti civili, pagheremo anche per questo provvedimento. Bacia la pila, baciala ora.
 
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Ashmael
view post Posted on 4/11/2009, 09:09




Sono laico, e sono contro l’indottrinamento religioso nelle scuole. E devo dire che non amo particolarmente la vista di croci e crocefissi. Ma questa crociata contro il crocefisso è a mio avviso fuorviante, come se fossero i crocefissi il clou del problema. Per quanto mi riguarda, se i miei figli ricevono una educazione corretta circa il fenomeno religioso, senza indottrinamenti, che m’importa se c’è o no il crocifisso nell’aula? Fa parte del paesaggio, per così dire. Sono ben altre le cose per cui dovremmo protestare: l’otto per mille, l’indottrinamento, appunto, l’omertà che copre i casi di pedofilia, l’omofobia della chiesa.
Francamente, non ricordo se c'erano crocefissi nelle scuole elementari, medie e nelle aule universitarie da me frequentate (al liceo ero in una scuola di preti, per cui lì c'era, suppongo. E no, non mi hanno indottrinato, come avete potuto constatare). Semplicemente, erano parte dell'ambiente, se c'erano. Apprezzo la laiicità dell'Unione Europea, ma ritengo che prendersela col crocifisso sia una mossa strategicamente discutibile.

Comunque la levata di scudi dei baciapile italiani fa abbastanza schifo. Sembra che lo difendano più come tradizione antica (vedi il disgraziatamente eletto segretario del PD Bersani), che come simbolo religioso. I simboli religiosi non dovrebbero esserci negli uffici pubblici: l'Unione Europea rispetta più la religione di chi considera il crocifisso una "tradizione" come la pizza e l'abbuffata post cresima e prima comunione.
Dimostra quanto siano ipocriti e moralmente pigri i cattolici.
Per quanto mi riguarda, sono laico, voto laico, e che nel seggio ci sia o no un crocifisso appeso non mi fa nè caldo nè freddo.


Edited by Ashmael - 4/11/2009, 09:33
 
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view post Posted on 4/11/2009, 09:30
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http://www.agoravox.it/Falsi-cristiani.html

mercoledì 4 novembre

La Corte Europea boccia il crocifisso nel paese dei falsi cristiani

AUTORE DEL L'ARTICOLO

Francesco
Giornalista professionista, so perché ho scelto questo lavoro e non me ne pento ma dubito sempre di più che in Italia sia possibile (...)
Articoli autore in RSS - Sito Web dell'autore: Offline, le notizie in altre parole


Il principio che nella scuola pubblica non vi siano simboli religiosi è una norma basilare di quasi tutti gli stati moderni. Fanno eccezione soltanto l’Italia e altri paesi in cui il Vaticano esercita da sempre forte influenza, come la Spagna, dove lo stesso tema ha provocato polemiche tra la chiesa e il governo laico di Zapatero. E’ quindi assolutamente normale che la Corte Europea di Strasburgo consideri il crocifisso in aula una violazione della libertà religiosa.

Il ricorso è nato da una cittadina italiana di origine finlandese che ha ottenuto il rispetto di un diritto fondamentale che la politica italiana, sempre ansiosa di compiacere il Vaticano, ignorava da anni. La magistratura e anche la Corte Costituzionale erano già state investite della questione in altre occasioni, spesso disponendo la rimozione del crocifisso e a volte dichiarandosi non competenti a decidere. La presenza del crocifisso nelle scuole infatti risale a una legge del 1857, poi ribadita durante il fascismo in diverse occasioni. In realtà prima del fascismo, quando lo stato italiano dopo il 1870 e la breccia di Porta Pia aveva cattivi rapporti con il Vaticano, i crocifissi erano già scomparsi da molte scuole. E lo stesso avvenne dopo la caduta del regime nel 1945, e negli anni successivi al 1968. Anche se molti lo ignorano, ci sono tantissime scuole in Italia che non espongono nessun crocifisso da decenni.

Perché la realtà delle cose è che i cattolici davvero praticanti sono solo il 20-30% della popolazione, ma seppure fossero il 99%, la scuola e lo stato devono essere laici e non esporre simboli di una religione piuttosto che di un’altra. I tantissimi genitori atei, laici, musulmani, protestanti, etc che ormai vivono in Italia non hanno ovviamente alcun desiderio che i propri figli studino sotto un simbolo puramente cattolico, perché si tratta pur sempre di un simbolo di "propaganda" di una particolare fede. I genitori cattolici sono sempre liberissimi di appendere crocifissi a casa propria, o di mandare i propri figli in scuole cattoliche.

Ma l’aspetto più fastidioso di questa mania del crocifisso in aula cavalcata dal centro destra come "difesa della nostra tradizione" e simili amenità è che in realtà i veri cristiani purtroppo in questo paese sono una piccola minoranza. Alcuni sono tra le file dei cattolici, anche tra i religiosi, altri invece sono laici o atei. I veri cristiani infatti sono quelli che vivono secondo un messaggio che aveva un contenuto molto semplice: amore e comprensione per il prossimo, mai essere ipocriti, mai imporre agli altri le proprie convinzioni. Un messaggio che nella storia della Chiesa si è perso per strada tra guerre e massacri e che una figura come San Francesco aveva tentato, invano, di rilanciare.

Un vero cristiano non può accettare i respingimenti dei profughi, non può accettare la discriminazione e il razzismo, non può accettare che persone innocenti siano messe in prigione e nemmeno che persone che hanno violato una legge siano ammazzate in carcere al di fuori di qualsiasi giustizia. Un vero cristiano dovrebbe opporsi sempre alle prigioni, perché Cristo perdonava i peccatori e chiedeva di porgere l’altra guancia e di rispondere al male con il bene (Matteo - 5, 38).

E’ piuttosto ovvio a chi ha davvero letto il Vangelo, diversamente da chi utilizza la figura di Cristo come una scusa per odiare il suo prossimo, che a nessun vero cristiano verrebbe in mente di imporre i simboli della propria fede a chi non li desidera. E’ ovvio che il senso della predicazione di Cristo era quello di convincere con l’esempio e non tentare di imporre leggi a chi non le condivide. E’ ovvio leggendo il Vangelo che tanto per cominciare Cristo non avrebbe mai creato statuette di legno a sua immagine e tanto meno sarebbe andato ad appenderle in giro. I falsi cristiani però non hanno mai letto il Vangelo, e se lo hanno fatto non hanno capito nulla.

Ma ci sono i veri cristiani, che sono molto pochi, e poi ci sono quelli falsi, che mettono in pratica solo alcune parti del Vangelo: i comportamenti dei farisei, dei sacerdoti del sinedrio e di tutti gli ipocriti che Cristo condannava ripetutamente. Se costoro, tanto per cambiare, leggessero il libro a cui dicono di ispirarsi, dovrebbero smetterla immediatamente di cercare di imporre agli altri le proprie convinzioni. E l’Italia sarebbe certamente un paese migliore se ci fossero meno crocifissi e più veri cristiani.
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Ashmael
view post Posted on 4/11/2009, 09:45




Sono assolutamente d'accordo. Dico solo che certe crociate contro un semplice simbolo appeso a una parete fanno perdere di vista questioni più essenziali.
 
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vaticANO
view post Posted on 4/11/2009, 11:12




E' comunque un inizio. E' paradossale che lo Stato non tuteli questi diritti, mentre l'Europa invece se ne interessa legiferando.
 
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Felipe-bis
view post Posted on 4/11/2009, 12:11




CITAZIONE (Ashmael @ 4/11/2009, 09:09)
Sono laico, e sono contro l’indottrinamento religioso nelle scuole. E devo dire che non amo particolarmente la vista di croci e crocefissi. Ma questa crociata contro il crocefisso è a mio avviso fuorviante, come se fossero i crocefissi il clou del problema. Per quanto mi riguarda, se i miei figli ricevono una educazione corretta circa il fenomeno religioso, senza indottrinamenti, che m’importa se c’è o no il crocifisso nell’aula? Fa parte del paesaggio, per così dire. Sono ben altre le cose per cui dovremmo protestare: l’otto per mille, l’indottrinamento, appunto, l’omertà che copre i casi di pedofilia, l’omofobia della chiesa.
Francamente, non ricordo se c'erano crocefissi nelle scuole elementari, medie e nelle aule universitarie da me frequentate (al liceo ero in una scuola di preti, per cui lì c'era, suppongo. E no, non mi hanno indottrinato, come avete potuto constatare). Semplicemente, erano parte dell'ambiente, se c'erano. Apprezzo la laiicità dell'Unione Europea, ma ritengo che prendersela col crocifisso sia una mossa strategicamente discutibile.

Comunque la levata di scudi dei baciapile italiani fa abbastanza schifo. Sembra che lo difendano più come tradizione antica (vedi il disgraziatamente eletto segretario del PD Bersani), che come simbolo religioso. I simboli religiosi non dovrebbero esserci negli uffici pubblici: l'Unione Europea rispetta più la religione di chi considera il crocifisso una "tradizione" come la pizza e l'abbuffata post cresima e prima comunione.
Dimostra quanto siano ipocriti e moralmente pigri i cattolici.
Per quanto mi riguarda, sono laico, voto laico, e che nel seggio ci sia o no un crocifisso appeso non mi fa nè caldo nè freddo.

Scusa, ma che vuol dire?
Anzitutto la causa è stata intentata da una singola cittadina (che aveva tutto il diritto di farlo) e non dai "crociati laicisti", come ho letto ieri e oggi in giro, e poi dire che ci sono cose più importanti, battaglie più urgenti fa il paio -esattamente- coi cattolicisti che sostengono che "il crocefisso non fa male a nessuno". Se vale così poco (perché con questa tesi loro stessi lo svuotano di significato) perché s'incazzano se viene tolto dagli uffici pubblici, e solo da quelli? Tutte le battaglie sono urgenti, e se non si può beccare subito il bersaglio grosso è bene cominciare con quello piccolo (in questo caso, approfittare dell'iniziativa coraggiosa di un singolo cittadino, che ha fatto quello che tutti noi dovremmo fare).

CITAZIONE (Paolo_79 @ 3/11/2009, 20:53)
BELLA, BELLISSIMA, STRAORDINARIA SENTENZA!!

CITAZIONE (GalileoGalilei @ 3/11/2009, 18:04)
Nel ricorso, spiega Lettieri, "sottolineeremo che noi non siamo uno Stato laico, ma concordatario, come sancito dall'articolo 7 della Costituzione, e che quindi ha rinunciato ad alcune delle sue prerogative".

Aiuto :sick: , Felipe, qua occorre il tuo avatar. :P

Clicca qua sopra:
image

http://www.corriere.it/cronache/09_novembr...44f02aabc.shtml

Padova - La battaglia iniziata nel 2002.
«Adesso temo i talebani cattolici»
La famiglia che ha vinto la causa. I figli: botte in classe dopo la prima sentenza

DAL NOSTRO INVIATO

ABANO TERME (Padova) — Molti anni fa c’era un bambino di nome Massimo che andava a messa insieme al nonno. Nella tasca del cappotto stringeva l’ultimo numero di Tex, non si separava mai dai fumetti del più famoso ranger del West. Arrivato sul sagrato, fissando il crocifisso che domina la vecchia chiesa di Abano Terme, il bimbo chiese quale fosse la differenza tra noi bianchi e gli indiani che nei fumetti danzano intorno a un totem invocando la pioggia. Il nonno, che si chiamava Dataico, antico nome veneto, se la prese moltissimo. Rimproverò aspramente il nipote, gli disse che non doveva più bestemmiare il nome di nostro Signore. C’è sempre un momento fondante, per le passioni forti e il loro opposto. L’anziano e pio capofamiglia non poteva immaginare che quel rimbrotto era in realtà un seme ateista piantato nel cuore del Veneto, bianco per definizione. Alto e magro, Massimo Albertin ha il pizzetto bianco alla Kit Carson ma invece della pistola maneggia due telefoni cordless che suonano in continuazione. Travolto da improvvisa notorietà, lui e la sua famiglia.

«Questa sentenza — dice — stabilisce che l’Italia è un Paese fuori dall’Unione europea ma dentro quella vaticana». La firma sul ricorso è quella di sua moglie, Soile Lautsi, nata in Finlandia, cittadina italiana dal 1987, perché l’avvocato preferiva che il ricorrente non fosse la stessa persona che al Consiglio d’istituto della scuola media «Vittorino da Feltre» aveva messo ai voti la rimozione del crocifisso dalle aule, cioè lui. Era il 2002, la proposta venne respinta con perdite, 12 a 3. Ma la lunga marcia dei ricorsi è cominciata allora. «Dicono che sono un fanatico, ma è solo un modo per ribaltare la verità. Ho fatto una battaglia civile. Se io a casa insegno ai miei figli che l’uomo è figlio dell’evoluzione, e poi a scuola un professore sostiene invece che siamo tutti figli di Dio, quel crocifisso che sta alle sue spalle gli conferisce una autorità superiore alla mia. Un’ingiustizia ». Il dottor Albertin, medico dell’ospedale di Abano, ha una famiglia bella e unita. Per via di quella firma, gli insulti su blog e forum se li becca Soile («Torna tra le renne, str...»).

Danno la colpa allo straniero, ma quel ricorso è la somma delle convinzioni di genitori e figli. L’orizzonte è costellato di campanili. Gli interni della villetta dall’intonaco rosa sembrano invece un Bignami del rigoroso design finlandese. Corridoi con luci soffuse a mezza parete, biblioteche in spesso legno azzurro. Sugli scaffali l’opera omnia di Charles Darwin e Piergiorgio Odifreddi. Una grande living room dominata da un camino. Sul tavolo al centro della sala c’è una copia di Dio non è grande , di Christopher Hitchens. Accanto, Lo schiavo bianco , l’ultima avventura di Tex. Soile è timida, non vuole apparire. «Certo che sono contenta. Una sentenza giuridica e non filosofica che dimostra come lo Stato italiano sia tutt’altro che laico». Il figlio maggiore è chiuso in camera a smanettare su Internet nonostante il padre lo implori di lasciare libera la linea telefonica. Ha 21 anni, si chiama Dataico. Come il bisnonno. Il giovane Sami invece controlla le notizie e aggiorna il padre. «Papà è un moderato. Mamma è molto dura, io e mio fratello ancor di più. In classe, alle medie, c’erano tre crocifissi. Ovunque ti giravi, ti sentivi osservato».

Studia Scienze politiche, ha 19 anni. Occhi azzurri, capelli lunghi fino a metà schiena. Indossa una felpa nera e la maglietta dei Taras Betoni, cemento armato in finlandese. Heavy metal, la sua passione. Siccome è un ragazzo sveglio precisa che il filone satanico del rock non gli interessa. Suo padre si è sbattezzato lo scorso ottobre. È iscritto all’Unione atei e agnostici razionalisti fin dalla fondazione. Chiama per complimentarsi l’amico Luigi Tosti, il magistrato che vuole togliere il crocifisso dalle aule giudiziarie. Massimo rilascia interviste a getto continuo. Sempre al telefono, mai in video. Non accetta di farsi fotografare. «Non voglio essere preso di mira dai talebani cattolici». In questi anni ha ricevuto lettere minatorie. Sami racconta che al liceo, quando il Tar respinse il ricorso, alcuni compagni lo circondarono dicendogli «ateo di m...». Finì a botte. Arriva l’ennesima telefonata per papà. Che inserisce il disco automatico. «Non sono interessato alle reazioni della Chiesa... Bersani? Non mi sento offeso, ma discriminato... Questa è la posizione di tutta la mia famiglia, anche dei figli, certo...». Sami annuisce e ride: «Soprattutto dei figli».

Marco Imarisio
04 novembre 2009

:angry:




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Bersani non mi piace, me lo sentivo che era così...

http://www.uaar.it/news/2009/11/03/no-euro...fisso-reazioni/

Il ‘no’ europeo al crocifisso: reazioni in Italia

Gianni Alemanno (PDL, sindaco di Roma): “Sono veramente esterrefatto da questa sentenza assolutamente folle”.
Nicola Atalmi (Comunisti Italiani): “La Corte europea di Strasburgo ha finalmente riportato l’Italia in Europa. E’ giusto che in luoghi pubblici come la scuola non ci sia l’ostentazione di simboli religiosi come il crocefisso che, pur rappresentando una parte fondamentale della cultura del nostro Paese, può essere inopportuno in un luogo di insegnamento frequentato anche da bambini e ragazzi di altre culture e religioni”.
Piero Bernocchi (Cobas): “Il crocefisso in aula viola la libertà dei genitori e quella di religione”.
Pierluigi Bersani (PD): “Penso che su questioni delicate come questa, qualche volta il buonsenso finisce di essere vittima del diritto. Io penso che un’antica tradizione come il crocifisso non può essere offensiva per nessuno”.
Rocco Buttiglione (UDC): “Decisione aberrante”.
Roberto Calderoli (Lega Nord): “La Corte europea ha calpestato i nostri diritti, la nostra cultura, la nostra storia, le nostre tradizioni e i nostri valori. In ogni caso i crocifissi da noi resteranno sulle pareti delle nostre scuole”.
Pierferdinando Casini (UDC): ”La scelta della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di bocciare la presenza del crocifisso nelle scuole è la prima conseguenza della pavidità dei governanti europei, che si sono rifiutati di menzionare le radici cristiane nella Costituzione Europea”.
Conferenza Episcopale Italiana: “La decisione della Corte di Strasburgo suscita amarezza e non poche perplessità. Fatto salvo il necessario approfondimento delle motivazioni, in base a una prima lettura, sembra possibile rilevare il sopravvento di una visione parziale e ideologica. Non si tiene conto del fatto che, in realtà, nell’esperienza italiana l’esposizione del crocifisso nei luoghi pubblici è in linea con il riconoscimento dei principi del cattolicesimo come parte del patrimonio storico del popolo italiano. Non è certo espressione di laicità, ma sua degenerazione in laicismo, l’ostilità a ogni forma di rilevanza politica e culturale della religione; alla presenza, in particolare, di ogni simbolo religioso nelle istituzioni pubbliche”.
Paolo Ferrero (Prc): “La sentenza ci segnala giustamente come uno stato laico debba rispettare le diverse religioni ma non identificarsi con nessuna”.
Gianfranco Fini (presidente della Camera, PDL): “Mi auguro che la sentenza non venga salutata come giusta affermazione della laicità delle istituzioni, che è valore ben diverso dalla negazione, propria del laicismo più deteriore, del ruolo del Cristianesimo nella società e nella identità italiana”.
Franco Frattini (ministro degli esteri, PDL): “La decisione della Corte di Strasburgo ha dato un colpo mortale all’Europa dei valori e dei diritti”.
Maurizio Gasparri (PDL): “Abbiamo sufficienti elementi per sentirci indignati da una decisione che offende la tradizione, la storia e l’identità italiane”.
Mariastella Gelmini (ministro dell’istruzione, PDL): “La presenza del crocifisso in classe non significa adesione al Cattolicesimo ma è un simbolo della nostra tradizione”.
Silvana Mura (IDV): “L’offesa nei confronti di studenti di religioni diverse da quella cattolica non è rappresentata tanto da un crocifisso appeso al muro, ma piuttosto da programmi che non si pongano il problema di conciliare le caratteristiche fondamentali che l’insegnamento di stato deve avere con la nuova realtà multiculturale e multietnica”.
L’Osservatore Romano: “tra tutti i simboli quotidianamente percepiti dai giovani la sentenza colpisce quello che più rappresenta una grande tradizione, non solo religiosa, del continente europeo”.
Francesco Poirè (radicali): “La notizia della sentenza della Corte Europea conferma quanto abbiamo sempre sostenuto: le Istituzioni pubbliche devono essere laiche, unica garanzia del rispetto dei diritti di tutti i cittadini”.
Massimo Polledri (Lega Nord): “La sentenza è sintomo di una dittatura del relativismo, è un attentato alla libertà religiosa e si scontra con quella che è la legislazione vigente nel nostro paese, bsognerà discuterne al più presto anche in sede parlamentare”.
Ermete Realacci (PD): “Nel nostro paese non si tratta di aggiungere un simbolo non presente, con una scelta che potrebbe apparire di sopraffazione di altre culture, ma di mantenere un tratto di identità radicato e costitutivo della nostra cultura”.
Renato Schifani (presindente del Senato, PDL): ”Non posso non esprimere la mia più grande amarezza per la sentenza sull’esposizione del Crocifisso nelle aule scolastiche”.
Debora Serracchiani (PD): “Una sentenza formalmente corretta e condivisibile, ma la tradizione culturale dalla Chiesa si intreccia con la storia del nostro Paese e richiede un approccio più complesso e una maggiore profondità di coinvolgimento”.
Monsignor Antonio Maria Vegliò (presidente del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti): “Preferisco non parlare della questione del crocefisso perché sono cose che mi danno molto fastidio”.
Vincenzo Vita (PD): “Una ragionevole posizione, che non delegittima la religione cattolica, ma che la riconsegna a una spiritualità che non necessariamente ha bisogno di simboli esibiti in luoghi non adibiti al culto. Le religioni, nel villaggio globale, hanno una pluralità che merita rispetto”.
Francesca Zaccariotto (presidente provincia di Venezia, PDL): ”Ci denunci chi vuole: la vergognosa sentenza della cosiddetta Corte europea dei diritti dell’uomo, che vuole negare la nostra identità cristiana, non troverà mai applicazione nelle nostre aule scolastiche”.

http://www.uaar.it/news/2009/11/03/no-euro...-stampa-estera/

Il ‘no’ europeo al crocifisso: stampa estera

La notizia del ‘no’ della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo alla presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche italiane, che ha fatto seguito a un ricorso presentato da S.L. e sostenuto dall’UAAR, ha già fatto il giro del mondo:
(cliccare sul link qui sopra)

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Ashmael
view post Posted on 4/11/2009, 12:16




Ok, Felipe, hai ragione.
 
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carminepallotta
view post Posted on 4/11/2009, 13:46




Ci sono anche posizioni che contrastano con quella, a mio avviso corretta dle tribunale di strasburgo. Merita attenzione il fatto che in molti, anche laici, considerino la presenza del crocefisso inoffensiva. Spesso questo è un atto di opportunismo politico, ma merita alcune riflessioni. Date uno sguardo a questo articolo, che attacca la sentenza europea e la signora che con la sua denuncia ha portato alle discussioni di questi giorni. Io penso che in un'aula non debba essere presente nessun simbolo politico o religioso, sono cose che vanno vissute nel privato da ognuno, al massimo discusse in comunità ed a scuola, ma non si può, a mio avviso, imporre un corcefisso ad una persona che non vuole vederlo. Un ateo magari riesce anche a passarci sopra, ma mi viene da pensare ai ragazzi di altre confessioni, diverse da quella cattolica, che ogni giorno devono avere sotto gli occhi il simbolo d'una tradizione religiosa non loro. Io sono ateo e preferirei non vedere simboli religiosi, di nessuna natura, negli edifici pubblici.
 
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view post Posted on 4/11/2009, 14:26
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Appunto, bisognerebbe eliminare tutto, la propaganda perpretata a destra e a manca, in maniera assillante, qualunque essa sia, ma quando!
 
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Felipe-bis
view post Posted on 4/11/2009, 14:35




CITAZIONE (carminepallotta @ 4/11/2009, 13:46)
Ci sono anche posizioni che contrastano con quella, a mio avviso corretta dle tribunale di strasburgo. Merita attenzione il fatto che in molti, anche laici, considerino la presenza del crocefisso inoffensiva. Spesso questo è un atto di opportunismo politico, ma merita alcune riflessioni. Date uno sguardo a questo articolo, che attacca la sentenza europea e la signora che con la sua denuncia ha portato alle discussioni di questi giorni. Io penso che in un'aula non debba essere presente nessun simbolo politico o religioso, sono cose che vanno vissute nel privato da ognuno, al massimo discusse in comunità ed a scuola, ma non si può, a mio avviso, imporre un corcefisso ad una persona che non vuole vederlo. Un ateo magari riesce anche a passarci sopra, ma mi viene da pensare ai ragazzi di altre confessioni, diverse da quella cattolica, che ogni giorno devono avere sotto gli occhi il simbolo d'una tradizione religiosa non loro. Io sono ateo e preferirei non vedere simboli religiosi, di nessuna natura, negli edifici pubblici.

Questo è un articolo fazioso, che non dice nulla di nuovo, è come se io facessi leggere a loro quello che scriviamo noi. Comunque, ho inviato un commento, vediamo se lo pubblicano.
 
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Felipe-bis
view post Posted on 4/11/2009, 14:52




Pubblicato!
 
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Ashmael
view post Posted on 4/11/2009, 15:31




QUESTO é QUELLO CHE SUCCEDE IN CERTI UFFICI PUBBLICI
http://www.tomblog.it/?p=2725
3 novembre 2009 | Storie
lettera a Letizia

Gentile Letizia Moratti, Sindaco di Milano,

oggi, 3 novembre 2009, io e il mio fidanzato (e altre due coppie, e un legale della Rete Lenford) ci siamo recati in comune presso il vostro ufficio Pubblicazioni Matrimoniali, in via Larga 12, al fine di richiedere, per l’appunto, tale pubblicazione.
Prima di scendere nel dettaglio di ciò che è avvenuto, ci terrei a ricordarle ciò che enuncia l’articolo 3 della Costituzione Italiana che dichiara testualmente:
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

Brevemente: una deliziosa signorina ha accolto la novella coppia, con un gran sorriso chiedendo “chi di voi due si sposa e con chi?” e alla risposta “noi due con noi stessi” il sorriso si è raggelato in un ghigno satanico, ma pur sempre estremamente gentile.
Dopo brevissima consultazione col capo ufficio, ci ha informato che non avremmo nemmeno potuto far richiesta di pubblicazione, in quanto sprovvisti dei requisiti necessari.

Ad ogni modo la sua collega (che esclamava nel frattempo: che bello! Buona fortuna!) ci ha suggerito di far domanda in carta libera all’ufficio Protocollo.
Usciti dall’ufficio nel quale ci sono stati negati -in quanto rei d’omosessualità- i nostri elementari diritti di cittadino italiano che vota e paga le tasse, ci siamo confrontati con le altre coppie alle quali era stata detta la medesima cosa.
Nota a margine: durante questa breve consultazione tra coppie ed avvocato, un dipendente comunale si è premurato di farci sapere (ripetutamente) che la suoneria del suo telefonino era “Faccetta Nera”, nota canzoncina dei bei tempi perduti del fascio.

Così il variopinto gruppetto si è spostato ai piani bassi, all’ufficio protocollo e, dopo non poco penare, è riuscito a depositare finalmente questa domanda di richiesta per poter accedere al servizio di Pubblicazioni Matrimoniali.

Letizia, vorrei porre la sua attenzione su un esempio banale ma molto significativo: se a lei, in quanto donna, venisse negato il Diritto Costituzionale di accedere al voto, come si sentirebbe?

Ecco, esattamente nello stesso modo mi sento io stamane, violato nella mia dignità umana, personalmente offeso dai suoi dipendenti e soprattutto arrabbiato perché:
1) non solo mi viene negato il diritto di sposarmi, ma l’atteggiamento dei suoi dipendenti, viola l’articolo 3 della costituzione, rendendo ANTICOSTITUZIONALE L’OPERATO DELL’ANAGRAFE DI MILANO
2) oltre al diritto di sposarmi mi viene negato anche il mio diritto di dignità, sminuendo la mia persona, nonostante –come già sottolineato- io sia Cittadino Italiano incensurato, paghi le tasse ed eserciti il diritto/dovere di voto
3) naturalmente a tutto ciò si sommano tutti gli altri diritti correlati ai quali non posso accedere: si va dalla licenza lavorativa matrimoniale per arrivare al diritto di successione, alla responsabilità sanitaria… la lista è lunga, caro Sindaco

La prego quindi di dar seguito, nei tempi previsti dalla legge, alla richiesta di pubblicazioni depositata dalla nostra coppia e dalle altre coppie facenti parte dell’associazione “Certi Diritti”.
La prego inoltre di ricordare ai suoi dipendenti che l’intimidazione è un reato punibile per legge.

Cordialmente

Un cittadino che paga le tasse."

Ho o non ho il diritto di ritenere il comportamento di certi personaggi descritti in questa lettera più grave e più rilevante dell'eventuale presenza di un crocefisso?
 
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pippo777
view post Posted on 4/11/2009, 15:57




CITAZIONE (Ashmael @ 4/11/2009, 09:45)
Sono assolutamente d'accordo. Dico solo che certe crociate contro un semplice simbolo appeso a una parete fanno perdere di vista questioni più essenziali.

lo stato ha il diritto e il dovere di difendere i minori contro tutte le droghe,... comprese quelle ideologiche...
chi non capisce questo è uno spacciatore.l
 
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pietroancona
view post Posted on 4/11/2009, 16:50










04, 2009 10:52 AM
Subject: a Vandea italiana dopo la sentenza di Strasburgo





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LA VANDEA ITALIANA DOPO LA SENTENZA DI STRASBURGO
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I Palazzi dell'Oligarchia e l'intera batteria massmediatica del Paese si sono scatenati in una furibonda contestazione della sentenza della Corte di Giustizia Europea sulla esposizione del Crocifisso nelle aule scolastiche. Il Giornale del Presidente del Consiglio si è spinto fino alla trivialità di ingiuriare come ubriaconi i giudici di Strasburgo ed una vera e propria vandea sovrastata da alte grida si è creata dopo l'allineamento del capo della opposizione parlamentare alle critiche del governo italiano e degli esponenti del clericalismo oscurantista come Buttiglione. Bersani si è assunta la responsabilità di avallare un attacco ad una delle più delicate ed importanti istituzioni giuridiche dell'Europa, non tenendo conto dell'aiuto che avrebbe arrecato alla destra italiana nella sua campagna contro i diritti garantiti ancora oggi assai di più dalla Unione Europea che dalla legislazione italiana sempre più xenofoba, razzista e discriminatrice. L'allineamento di quasi tutta la stampa e di tutta la televisione italiana al linciaggio della Corte con centinaia di articoli infarciti di falsità e retorica patriottarda ed identitaria deve fare riflettere sulla libertà di informazione rivendicata ipocritamente da una recente manifestazione di "mantenuti" del Governo che spende sette miliardi di euro l'anno proprio per avere una stampa di regime.
La sentenza di Strasburgo non c'entra niente con la laicità e la paventata deriva "laicista" dell'Europa.
C'entra molto, moltissimo con la tutela dei diritti della persona a cui non può essere imposta un simbolo religioso in cui non si riconosce o perchè di altra fede o perchè ateo. La sentenza è perfettamente coerente con il Diritto italiano che in una recente sentenza della Cassazione favorevole al giudice Luigi Tosti ha affermato lo stesso principio peraltro rispettoso dell'art.8 della Costituzione che testualmente dice: "tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge". Soltanto se una legge italiana modificasse la Costituzione tornando a fare della religione cattolica la sola è unica religione di Stato sarebbe illegittima la sentenza di Strasburgo. Ma lo stesso Vaticano, nel 1984, ha riconosciuto essere la religione cattolica soltanto una delle confessioni religiose che lo Stato ammette nel suo ordinamento.
In quanto al Crocifisso simbolo della identità nazionale bisogna osservare che soltanto dal 1922 con leggi volute dal fascismo per recuperare il consenso della Chiesa e dare un fondamento "spirituale" ad un regime violento e totalitario è stato introdotto nelle scuole e poi negli uffici pubblici per diventare infine espressione della religione di Stato con i patti lateranensi del 1929. Fino ad allora lo Stato nato dal Risorgimento aveva affidato l'identità italiana agli ideali che Cavour,Mazzini,Garibaldi avevano posto a base dell'unificazione del Paese.
Nella storia millenaria d'Italia il Crocifisso non sempre ha avuto un ruolo positivo e benefico. Migliaia di disgraziati come Giordano Bruno e le vittime della Inquisizione sono state torturati e bruciati vivi con l'assistenza di un monaco o di un prete muniti di un Crocifisso che veniva mostrato ai condannati invitati alla conversione ed al pentimento per non parlare dell'uso che se ne è fatto nelle conquiste coloniali e nell'aggressione crociate ai popoli dell'Islam. Dalla dichiarazione di Costantino che fece del cristianesimo instrumentum regni fino al tardissimo settecento il Crocifisso è stato usato per sopprimere i "miscredenti". Ricordo per tutti il martirio di Ipazia, grande filosofa e matematica alessandrina, torturata, scorticata viva e poi squartata da ferocissimi monaci. Negli Usa il KKK pianta enormi croci brucianti nei luoghi dove massacrano i neri o i "diversi.
Certamente il cristianesimo nel corso della sua storia ha sviluppato anche valori positivi specialmente di solidarietà.
Per questi i cattolici che sono davvero cristiani e non vogliono fare violenza agli altri non condividono l'esposizione del crocifisso nei pubblici uffici e non avallano la deriva sanfedista imposta da Benedetto XVI e dalla Chiesa di Ruini e Bagnasco. Ma, si troveranno in difficoltà come tutti i laici italiani dal momento che i Palazzi della politica ribadiscono il diritto al monopolio cattolico mentre l'italia diventa multietnica.
La sentenza civilissima di Strasburgo in Italia ha sortito l'effetto paradossale di allargare il fronte identitario, fondamentalista, razzista. La sentenza sarà disattesa. Berlusconi non dichiara forse che se i giudici lo dovessero condannare resterà al suo posto al governo? Perchè dunque il Crocifisso non dovrebbe continuare ad essere esposto nelle scuole e negli uffici pubblici? I giudici italiani sono rossi. Quelli europei ubriaconi. La legge la fanno gli elettori scegliendo i loro governanti. Da oggi questo modo di pensare si estende al PD che dichiara non di "buon senso" la decisione dei giudici europei.
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it





















http://tostiluigi.blogspot.com/2009/07/sen...ta-sezione.html

http://www.eurac.edu/NR/rdonlyres/1D1CA361...oCassazione.pdf


http://www.uaar.it/uaar/campagne/scrocifiggiamo/09.html


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Felipe-bis
view post Posted on 4/11/2009, 17:58




http://www.uaar.it/news/2009/11/04/crocifi...i-dei-politici/

Crocifisso a scuola: la reazione degli atei alle reazioni dei politici

Si è parlato di tradizione, di identità nazionale di radici dell’italianità. Gli atei invitano perciò i politici italiani a leggere bene la sentenza della Corte europea, visto che i giudici di Strasburgo hanno già risposto a queste obiezioni, scrivendo che «il simbolo del crocifisso ha una pluralità di significati tra cui il senso religioso è predominante» e, dunque, che «la presenza dei crocifissi nelle aule va oltre l’uso di simboli in specifici contesti storici». Peraltro, sono semmai i non credenti a essere «tradizionali», visto che la presenza di non credenti nel nostro paese è documentata da 2500 anni.
Quanto all’oggetto innocuo che non offende nessuno, come dichiarato da Pierluigi Bersani neosegretario del Pd, «proprio non ci siamo: – dichiara Raffaele Carcano, segretario nazionale della Uaar – nessuno, né noi né i giudici europei, si sente offeso. Più semplicemente abbiamo detto che in un luogo di tutti non deve essere appeso un simbolo di parte. Nemmeno una statuetta di Buddha o il nostro simbolo offendono nessuno: perché non mettiamo anche quelli, allora?».
Le reazioni della politica alla sentenza sono state per gli atei «profondamente deludenti. Ricordiamo che in Italia i crocifissi in classe sono comparsi col fascismo, che in Francia non ci sono da più di un secolo e che nell’Europa protestante non esistono proprio. Al Pd, in particolare, ricordiamo che in Spagna in partito di Zapatero ha proposto di toglierlo. Noi a quale modello di laicità ci ispiriamo?».
Comunicato stampa UAAR

http://www.uaar.it/news/2009/11/04/no-euro...o-ainis-rodota/

Il ‘no’ europeo al crocifisso: Ainis e Rodotà
Tra le analisi della decisione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo sui crocifissi segnaliamo gli articoli di Michele Ainis (Nessuna legge lo prevede) e Stefano Rodotà (La battaglia su un simbolo).
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubr...ezione=&sezione
http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/p...ntArticle=NYDS0

http://www.uaar.it/news/2009/11/04/no-euro...ifisso-bertone/

Il ‘no’ europeo al crocifisso: Bertone
“Questa Europa del terzo millennio ci lascia solo le zucche delle feste recentemente ripetute e ci toglie i simboli più cari. Questa è veramente una perdita. Dobbiamo cercare con tutte le forze di conservare i segni della nostra fede per chi crede e per chi non crede”: è il commento del cardinale Tarcisio Bertone, segretario dello Stato della Città del Vaticano, alla decisione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo sui crocifissi nelle aule. Bertone ha manifestato apprezzamento per la decisione del governo italiano di presentare ricorso.

 
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191 replies since 3/11/2009, 12:04   4830 views
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