Laici Libertari Anticlericali Forum

Non cade foglia che Dio non voglia..., Quando l'ira di Dio si abbatte sui fedeli. E la chiamano Provvidenza.

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view post Posted on 8/2/2013, 01:18
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Penso che un parroco dovrebbe impedire di salire su un campanile mentre sono in funzione le campoane. Specialmente se il campanile è senza parapetto adeguato.

Dovrebbero indagare sulle responsabilità del prete, che non ha avuto il buon senso di spegnere le campane.
 
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view post Posted on 9/12/2013, 22:35
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http://www.ilrestodelcarlino.it/modena/pro...sa-ferito.shtml

Crollo in chiesa, un ferito
Ca’ di Sola, si stacca una parte d’intonaco dal soffitto durante la Messa

di Valeria Selmi

Castelvetro, la chiesa transennata dopo il cedimento di una porzione di intonaco nel soffittoCastelvetro, la chiesa transennata dopo il cedimento di una porzione di intonaco nel soffitto

Castelvetro (Modena), 9 dicembre 2013 - QUALCUNO ha pensato che il boato provenisse dal microfono, altri a una bomba, la maggior parte al terremoto. Nessuno poteva immaginare che, invece, quel rumore, descritto come uno scoppio, fosse dovuto a un cedimento nel soffitto. Una pioggia di calcinacci tra i banchi durante la messa mattutina nella chiesa Beata Vergine di Ca’ di Sola, Castelvetro. Il bilancio è di un ferito, colpito alla testa dai detriti. «Poteva andare molto peggio, poteva scapparci il morto» borbotta qualcuno qualche ora dopo davanti alla porta sbarrata dal nastro bianco e rosso messo dai vigili del fuoco. L’incidente si è verificato intorno alle 10, a metà della funzione religiosa durante l’Offertorio. La chiesa ospitava un centinaio di fedeli — più del solito, vista la festa dell’Immacolata — riuniti in preghiera. Il silenzio è stato interrotto da quel boato. «Ho pensato che ci fosse un problema con il microfono — spiega una fedele nelle prime file — poi ho visto che il prete ha alzato lo sguardo verso l’alto e si è preso la testa tra le mani».

UNA PORZIONE di intonaco, 4 metri circa di lunghezza (e una larghezza di alcune decine di centimetri) sopra i banchi a destra vicino all’ingresso, è precipitata colpendo un 71enne alla testa. Le schegge gli hanno procurato un taglio ed è stato necessario suturarlo all’ospedale di Vignola. «Per fortuna è qui a poter raccontare quello che è successo» ripeteva la figlia, mentre attendeva che i medici terminassero le medicazioni. Il cedimento ha riguardato le pignatte in laterocemento poste a 10 metri e, data l’altezza, potevano ferire gravemente qualcuno. Una tragedia sfiorata. Le condizioni del 71enne non sono preoccupanti. Questo grazie al fatto che lo spessore del materiale sbriciolato è stato di un paio di centimetri. Anche altre persone sono state ‘investite’ dalla nuvola di polvere e detriti ma non hanno riportato lesioni. La paura, però, è stata tanta e molti cittadini sono sotto choc.

«Sono tutti scappati fuori». Un fedele racconta che stava chiacchierando quando si è voltato e ha visto che tutti correvano (il parroco è rimasto per finire la celebrazione perché «non si abbandona l’altare per nessun motivo» ha spiegato). Come detto, tanti hanno pensato al terremoto. Ma non c’è stata nessuna scossa e difficilmente si può ipotizzare un collegamento con il sisma del 2012. La struttura è, infatti, recente (è stata costruita nell’86) e, dopo i ‘sussulti’ di maggio, era stata controllata da un tecnico. Potrebbe essersi trattato di un problema di infiltrazioni oppure l’effetto di uno sbalzo termico. «Nei giorni scorsi — spiega una fedele — avevo notato una macchia di umidità».

Pensava non fosse nulla di grave ma, alla luce dei fatti forse, spiega, «meritava un controllo». Pare, comunque, che la chiazza in questione sia spostata rispetto al punto che ha ceduto. Per quanto riguarda invece la tenuta strutturale, il tetto era stato sistemato due anni fa. Ieri sul posto sono intervenuti i pompieri di Vignola e Modena che hanno esaminato il danno. La chiesa è stata messa in sicurezza, sono stati rimossi gli elementi pericolanti e poi è stata transennata e dichiarata inagibile. Dovrà restare chiusa. «Non abbiamo fretta, meglio fare tutte le verifiche con prudenza» anche perché, spiega il parroco don Dì, è vero che il sisma dell’anno scorso all’apparenza non aveva fatto danni «ma potrebbero esserci lesioni nascoste». Le messe verranno ora celebrate all’oratorio.

Valeria Selmi
 
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view post Posted on 26/12/2013, 18:59
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http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/12/26/...postela/259487/

Spagna, fulmine distrugge un santuario lungo il cammino di Santiago di Compostela

Il maltempo che ha colpito l’Europa non ha risparmiato una delle tappe simbolo del cammino di Santiago di Compostela, il Santuario alla Vergine della Barca a Muxia, colpito da un fulmine e distrutto dalle fiamme la mattina di Natale. Secondo le prime informazioni, le fiamme sarebbero state causate da una saetta che ha colpito un generatore elettrico poco distante. Il Santuario, dedicato alla Vergine della Barca, è considerato uno dei siti più antichi e importanti della Galizia
 
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view post Posted on 27/12/2013, 13:20
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http://www.giornalettismo.com/archives/127...essa-di-natale/

La pietra che si stacca dal soffitto della chiesa e colpisce il prete durante la messa di Natale
di Redazione - 27/12/2013 - A Gent invece 300 persone sono state evacuate per il ritrovamento di una bomba della seconda guerra mondiale

La pietra che si stacca dal soffitto della chiesa e colpisce il prete durante la messa di Natale





Un soffitto di una chiesa fatiscente e un bomba della seconda guerra mondiale hanno rovinato il natale a centinaio di cittadini di un villaggio delle apli francesi così come ad un quarto dei residenti della città Belga di Gent. La notizia è stata riportata da Spiegel Online.
giullestre pietra chiesa natale prete 2
Foto: Le DL / Dominique Collomb (http://www.ledauphine.com/hautes-alpes/201...72-E4D1C1540C98)
LA MESSA ROVINATA - Nel paesino alpino di Guillestre martedì un pezzo di soffitto si è caduto sul prete che stava celebrando la messa di Natale. L’uomo ha riportato un ferita alla testa ed ha dovuto essere ricoverato in ospedale. Come conseguenza di tutto ciò la messa è stata annullata e la chiesa chiusa al pubblico per precauzione. Le cause dell’incidente sono ancora poco chiare, anche se al momento dell’incidente vi era una tempesta.
LA BOMBA - A Gent invece quasi 300 residenti hanno dovuto lasciare le loro case a causa di una bomba inglese della seconda guerra mondiale scoperta durante dei lavori di giardinaggio in una proprietà privata nei pressi della stazione ferroviaria. Tutte le case nel raggio di 300 metri sono state fatte evacuare. Gli artificieri sono stati ingrado di disinnescare l’ordigno che conteneva 108 chilogrammi di esplosivo
 
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view post Posted on 2/1/2014, 20:52
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http://www.ilgiorno.it/legnano/cronaca/201...io-feriti.shtml
Ossona, cade il bancale in oratorio: feriti parroco e due giovani
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Non è iniziato nel migliore dei modi l’anno nuovo per il parroco don Angelo Oldani e per due ragazzi della parrocchia colpiti da alcuni bancali di legno. Sembra che i bancali siano stati spinti giù da qualcuno che, involontariamente, ha aperto le finestre del balcone
di C.G.
I soccorsi dell'ambulanza (Foto di repertorio De Pascale)I soccorsi dell'ambulanza (Foto di repertorio De Pascale)

Ossona, 2 gennaio 2014 - Non è iniziato nel migliore dei modi l’anno nuovo per il parroco don Angelo Oldani e per due ragazzi della parrocchia. L'altra notte, infatti, mentre nella cittadina si preparavano i festeggiamenti,intorno alle 23 due ambulanze e un’automedica sono dovute accorrere all’oratorio San Luigi di via Baracca. Proprio lì, infatti, don Angelo, 66 anni, e due ragazzi di 17 e 19 anni sono stati colpiti da alcuni bancali di legno che, appoggiati a un balcone del primo piano della struttura, sostenevano una scritta augurante un buon 2014. In quel momento, all’oratorio era in corso una festa organizzata dai parrocchiani per celebrare al meglio l’arrivo dell’anno nuovo.

Non è ancora del tutto chiara la dinamica: sembra che i bancali, sospesi a un’altezza di 4 metri, siano stati spinti giù da qualcuno che, involontariamente, ha aperto le finestre del balcone dove erano appoggiate le strutture in legno. Il prete e uno dei due ragazzi sono stati trasportati all’ospedale di Legnano, il diciannovenne è stato, invece, portato al Fornaroli di Magenta. Diversi i traumi e le contusioni subite, alla testa, al naso e al collo: a don Angelo, infatti, sono stati applicati i punti di sutura e un collarino.

Sul posto, ieri mattina, i carabinieri di Corbetta per un sopralluogo. A informare i fedeli sullo stato di salute del parroco è stato don Mario Magnaghi, della parrocchia San Martino di Magenta, che era già stato prete di Ossona negli anni Novanta e che ieri ha celebrato la prima messa dell’anno nella cittadina.
 
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view post Posted on 24/4/2014, 16:07
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Non cade foglia che Dio non voglia. Wojtyla santo assassino

croce-640-brescia-papa

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04/24...-21enne/962858/

Brescia, crolla croce dedicata a Papa Wojtyla: muore 21enne
La trave curva che sosteneva la statua del Cristo è improvvisamente collassata travolgendo e uccidendo un ragazzo di Lovere, in gita con alcuni giovanissimi dell'oratorio del paese della Bergamasca. Un'altra persona ferita e trasportata in codice rosso in ospedale
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 24 aprile 2014
Commenti (13)
Brescia, crolla croce dedicata a Papa Wojtyla: muore 21enne

Più informazioni su: Brescia, Giovanni Paolo II, Karol Wojtyla.
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Un giovane di 21 anni è morto a Cevo, in Valcamonica, nel bresciano, schiacciato dal Cristo Redentore, la croce realizzata dall’artista Enrico Job in occasione della visita a Brescia di Papa Giovanni Paolo II nel settembre del 1998 nel centenario della nascita di Paolo VI.

La trave curva che sosteneva la statua del Cristo è improvvisamente collassata travolgendo e uccidendo un ragazzo di Lovere, in gita con alcuni giovanissimi dell’oratorio del paese della Bergamasca. Alcuni giovani erano nel piazzale vicino alla scultura, mentre la vittima era proprio sotto. Sul posto i carabinieri e l’eliambulanza del 118. Trasportata in codice rosso un’altra persona che non sarebbe in pericolo di vita.

La croce è una trave di legno curva, larga 72 centimetri e con profondità variabile dai 2 metri della base fino a 0,60 cm della cima. Raggiunge l’altezza di oltre 30 metri. Era stata benedetta e portata a Cevo il 5 novembre del 2005 alla presente dell’artista che era accompagnato dalla moglie, la regista Lina Wertmuller.

L’opera venne collocata nello stadio Rigamonti della città lombarda dove il pontefice polacco celebrò la Messa per poi essere collocata a circa 1.200 metri da altezza, in una posizione in cui si domina gran parte della valle. la croce era stata realizzata materialmente dalla Moretti Interholz, una ditta specializzata nella lavorazione del legno lamellare. Il Cristo che vi è inchiodato è invece un’opera dello scultore Giovanni Gianese.
 
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view post Posted on 25/4/2014, 06:41
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"La croce strumento di giustizia"

www.liturgiagiovane.it/new_lg/print...197.htm&ns=2197


L'udienza del mercoledì

La croce di Cristo strumento di giustizia

La prima Lettera di san Pietro al centro della catechesi.

Autore: Giovanni Paolo II


Tratto da: Avvenire del 23/09/2004


1. Oggi ascoltando il brano innico del capitolo 2 della prima Lettera di san Pietro si è profilato in modo vivido davanti ai nostri occhi il volto di Cristo sofferente. Così accadeva ai lettori di quella Lettera nei primi tempi del cristianesimo, così è avvenuto per secoli durante la proclamazione liturgica della Parola di Dio e nella meditazione personale. Incastonato all'interno della Lettera, questo canto presenta una tonalità liturgica e sembra riflettere il respiro orante della Chiesa delle origini (cfr Colossesi 1,15-20; Filippesi 2,6-11; 1Timoteo 3,16). Esso è segnato anche da un ideale dialogo tra autore e lettori, scandito dall'alternanza dei pronomi personali «noi» e «voi»: «Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme... Egli portò i nostri peccati sul suo corpo… perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia. Dalle sue piaghe siamo stati guariti» (1Pietro 2,21.24-25).

2. Ma il pronome più insistito è nell'originale greco, «hos», quasi martellato all'inizio dei versetti principali (cfr 2,22.23.24): è «Lui», il Cristo paziente, Lui che non ha commesso peccato, Lui che oltraggiato non reagiva chiedendo vendetta, Lui che sulla Croce ha portato il peso dei peccati dell'umanità per cancellarli. Il pensiero di Pietro, ma anche quello dei fedeli che recitano questo inno soprattutto nella Liturgia dei Vespri del periodo quaresimale, corrono al Servo di Jahvè descritto nel celebre quarto canto del Libro del profeta Isaia. È un personaggio misterioso, interpretato dal cristianesimo in chiave messianica e cristologica, perché anticipa i particolari e il significato della Passione di Cristo: «Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori... Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità... Per le sue piaghe noi siamo stati guariti... Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca» (Isaia 53,4.5.7). Anche il profilo dell'umanità peccatrice delineato sotto l'immagine di un gregge sbandato, in un versetto non ripreso nella Liturgia dei Vespri (cfr 1Pietro 2,2-5), proviene da quell'antico carme profetico: «Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada» (Isaia 53,6).

3. Due sono, quindi, le figure che s'incrociano nell'inno petrino. Prima di tutto c'è Lui, Cristo, che s'avvia verso la strada aspra della passione, senza opporsi all'ingiustizia e alla violenza, senza recriminazioni e sfoghi, ma consegnando se stesso e la sua dolorosa vicenda «a colui che giudica con giustizia» (1Pietro 2,23). Un atto di fiducia pura e assoluta che sarà suggellata sulla Croce con le celebri ultime parole, gridate a gran voce come estremo abbandono all'opera del Padre: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» (Luca 23,46; cfr Salmo 30,6). Non è, dunque, una cieca e passiva rassegnazione, ma una fiducia coraggiosa, destinata a essere di esempio a tutti i discepoli che percorreranno la via oscura della prova e della persecuzione.

4. Cristo è presentato come il Salvatore, solidale con noi nel suo «corpo» umano. Egli, nascendo dalla Vergine Maria, si è fatto nostro fratello. Può quindi esserci accanto, condividere il nostro dolore, portare il nostro male, «i nostri peccati» (1Pietro 2,24). Ma egli è anche e sempre il Figlio di Dio e questa sua solidarietà con noi diventa radicalmente trasformatrice, liberatrice, espiatrice, salvifica (ibidem). E così la nostra povera umanità viene strappata dalle strade deviate e perverse del male e riportata alla «giustizia», cioè al bel progetto di Dio. L'ultima frase dell'inno è particolarmente commovente. Recita: «Dalle sue piaghe siamo stati guariti» (v. 25). Qui vediamo quale caro prezzo Cristo abbia pagato per procurarci la guarigione!

5. Concludiamo lasciando la parola ai Padri della Chiesa, cioè alla tradizione cristiana che ha meditato e pregato con questo inno di san Pietro.
Intrecciando un'espressione di tale inno con altre reminiscenze bibliche, sant'Ireneo di Lione così sintetizza la figura di Cristo Salvatore, in un passo del suo trattato Contro le eresie: «C'è un solo e medesimo Cristo Gesù, Figlio di Dio, che mediante la sua passione ci ha riconciliato a Dio ed è risuscitato dai morti, che è alla destra del Padre ed è perfetto in tutte le cose: era colpito ma non restituiva i colpi, "egli che, mentre soffriva, non minacciava" e mentre soffriva una violenza tirannica, pregava il Padre di perdonare coloro che lo avevano crocifisso. Egli ci ha salvato veramente, egli è il Verbo di Dio, egli è l'Unigenito del Padre, Cristo Gesù nostro Signore» (III, 16,9, Milano 1997, p. 270).






Autore: Giovanni Paolo II


Tratto da: Avvenire del 23/09/2004

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronach.../22/croce.shtml

In questi giorni si tiene la festa della Santa Croce
Colpita alla testa da croce in ferro, muore donna
L'episodio avvenuto a Vibo Valentia. Il simbolo religioso posto su un monumento nel centro della piazza del paese

Il monumento con la croce che ha ucciso la donna
VIBO VALENTIA - Una donna di 67 anni è morta perché colpita alla testa da una croce in ferro che era posta sopra un monumento al centro della piazza principale di Sant'Onofrio, nel Vibonese. Maddalena Camillo stava passando casualmente vicino al monumento quando la croce, alta circa tre metri e illuminata la notte da neon di color azzurro denso, è caduta e l'ha colpita in testa fracassandole il cranio.
Nel momento in cui si è verificato l'incidente erano in corso dei lavori per la festa dedicata appunto alla Santa Croce, uno dei simboli di Sant' Onofrio. Dopo la morte della donna i festeggiamenti, che avrebbero dovuto proseguire fino a domenica 26, sono stati sospesi. Il monumento è stato realizzato nei primi anni del secolo scorso.
22 settembre 2004 -


www.repubblica.it/2005/h/sezioni/cr...t/crforist.html

Repubblica.it » cronaca » Oristano, crolla un crocifisso donna uccisa durante la messa

Si festeggiava San Lorenzo, davanti alla chiesa una folla di fedeli
La vittima, 38 anni, era tornata in Sardegna per le celebrazioni
Oristano, crolla un crocifisso
donna uccisa durante la messa

MOGORELLA (Oristano) - Cede il basamento del crocifisso e la struttura in ferro travolge una donna, uccidendola. A Mogorella, un piccolo centro in provincia di Oristano, Paoletta Orrù, 38 anni, è morta schiacciata dal crocifisso in ferro che sovrastava l'entrata della chiesa di San Lorenzo. Sul sagrato, insieme con lei e molti compaesani che non avevano trovato posto all'interno, anche la sua famiglia, il marito e i due figli di nove e un anno e mezzo. La donna, originaria di Allai, era a Mogorella per la festa del patrono, San Lorenzo, che viene celebrata oggi.

I festeggiamenti richiamano ogni anno molte persone e in tanti erano dovuti rimanere fuori dalla chiesa, dove stavano seguendo la messa. All'improvviso, intorno alle 12, il basamento su cui poggiava il crocifisso, sulla facciata, è andato in pezzi rovinando sul sagrato. Tutto è successo all'improvviso: Paola Orrù è stata colpita in pieno, sono rimasti miracolosamente indenni i bambini, mentre un giovane, colpito di striscio, ha riportato una ferita lieve a una caviglia.

I soccorsi sono scattati immediatamente ed è stato richiesto anche l'intervento di un elicottero, ma i sanitari dell'ambulanza si sono resi conto che la donna è morta sul colpo, il cranio schiacciato dal crocifisso di ferro. Paola Orrù era arrivata solo ieri in Sardegna, proprio per assistere alla festa del paese. Sposata con un agente di polizia penitenziaria originario di Mogorella, viveva infatti a Voghera.

Vigili del fuoco del distaccamento di Oristano e carabinieri della compagnia di Mogoro sono intervenuti sul luogo dell'incidente e hanno subito fatto allontanare i fedeli e isolato la parte del sagrato prospiciente la facciata per effettuare i rilievi e scongiurare il pericolo di nuovi crolli.



(10 agosto 2005)

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18/08/05 - Randazzo (Catania) . Continuano a far vittime i crocifissi in Italia. Anche a Randazzo, in Sicilia, dopo l'episodio avvenuto pochi giorni fa in Sardegna, un crocifisso casa in testa a due musicisti che suonavano nella processione dell'Assunta e li ferisce. La pericolosità dei simboli cristiani trova ogni giorno nuove conferme.
Da La Sicilia.it
 
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view post Posted on 25/4/2014, 07:05
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http://brescia.corriere.it/notizie/cronaca...7958dddda.shtml

Cevo, la croce dedicata a Wojtyla
si spezza e uccide un 21enne

Il cristo di Job realizzato nel 1998 in occasione della visita a Brescia di Giovanni Paolo II, che domenica verrà fatto santo. La vittima è Marco Gusmini, di Lovere (Bg)
di Redazione Online
4 BRESCIA

shadow
Marco Gusmini, 21enne di Lovere (Bg) è morto sul colpo a Cevo (Bs) travolto dalla croce del Cristo Redentore, scultura creata da Enrico Job in occasione della visita a Brescia di Papa Giovanni Paolo II nel settembre 1998. Il dramma poco dopo le 14: in visita alla croce alta 30 metri, che regge una gigantesca statua di Cristo, c’era un folto gruppetto di ragazzini dell’oratorio di Lovere (Bg). I più giovani erano nel piazzale antistante, insieme al parroco don Claudio e qualche genitore, mentre Marco si trovava proprio sotto la croce insieme ad un 31enne, quando all’improvviso si sono spezzate le giunture portanti ed un pesante pezzo del legno, insieme alla statua del Cristo sono piombati addosso a Marco. Il giovane, affetto da una leggera disabilità motoria, non è riuscito a fuggire come hanno fatto i suoi amici. Inutile l’arrivo sul posto dell’eliambulanza del 118 di Brescia: il 21enne è morto sul colpo.



Cevo, si è spezzata la croce dedicata a Wojtyla: muore un ragazzo

Il crollo preceduto da scricchiolii
Stando alle prime ricostruzioni fatte dai testimoni alle forze dell’ordine, il crollo è stato anticipato da alcuni scricchiolii. Poi la croce in legno, sorretta da potenti tiranti, si è spezzata, travolgendo il giovane che non è riuscito ad allontanarsi in tempo. Addosso al giovane è finita anche la statua di Cristo, opera in polistirolo dello scultore Giovanni Gianese: una scultura di 6 metri e 6 quintali di peso, l cui cavità interne sono state riempite di poliuretano espanso per evitare deformazioni della superficie e infiltrazioni d’acqua. Il cedimento non sarebbe colpa del vento, che oggi in Valcamonica non soffiava con intensità.

La croce a Cevo dal 2005
La croce alta 30 metri, installata nel 1998 allo stadio di Brescia in occasione della visita di papa Wojtyla, fu poi smontata e conservata per diversi anni nel seminario cittadino. Nel 2005 è stata poi portata al dosso dell’Androla di Cevo (1200 metri) su espressa volontà di Vigilio Mario Olmi, emerito vescovo ausiliare di Brescia, a suo tempo presidente del Comitato per la visita del Papa a Brescia. Decisero di portarla in montagna per ricordare, dissero, le cicatrici e le ferite della Seconda Guerra Mondiale. E anche perché papa Giovanni Paolo II, alpinista appassionato, era stato in visita al vicino massiccio dell’Adamello.
Aperta inchiesta per omicidio colposo
La procura della Repubblica di Brescia ha subito aperto un fascicolo a carico di ignoti per omicidio colposo. Gli inquirenti già da domani vogliono verificare tramite dei periti se la tragedia poteva essere evitata. Se sono stati effettuati negli anni i controlli alla struttura.

Chi era Job, l’autore della croce
Enrico Job, era nato nel 1934 a Napoli. Da ragazzo si era trasferito a Milano, dove aveva iniziato a copiare i maestri dalle cartoline. Volevano diventasse un geometra ma si iscrisse a Brera. L’addio ai pennelli nel 1961, seguirono anni di infelicità e depressione. Non sapeva far altro che disegnare: preparò bozzetti per la Scala e per il Piccolo, per Ronconi, Strehler e Margherita Wallmann. È morto nel 2008. È stato il marito della regista Lina Wertmuller.
La Wertmuller: «Sono sconvolta»
«È una notizia che mi ha sconvolto. Penso a quel povero ragazzo e alla sua famiglia. Quella croce era un grande simbolo per il Paese, ma tutto questo viene molto dopo la vita del quel ragazzo» dice la regista Lina Wertmuller, moglie dell’artista morto nel 2008. «Era un’opera bellissima, un omaggio al Papa Giovanni Paolo II in occasione della sua visita a Brescia - ricorda Wertmuller -. Prima era nel campo sportivo, poi fu portata sulle Alpi, proprio perché era diventata un simbolo per l’Italia. Mio marito ci teneva moltissimo». «Quella croce sembrava voler proteggere l’Italia - continua la regista -, ma ora tutto questo sembra sciocco di fronte a questa terribile tragedia». Si trattava di un’opera imponente che aveva bisogno di una particolare manutenzione? «Sicuramente, ma non saprei dire nulla di più su questo aspetto».
24 aprile 2014 | 15:32
 
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http://www.reportgarda.com/2014/04/27/cero...=2494&print=pdf

Page 1
Il cero pasquale dà fuoco all'altare della
chiesa di Cisano di Bardolino nella
giornata dei "quattro Papi"
di Annamaria Schiano
Prima della messa va a fuoco il
leggio della chiesa di Cisano. ll
cero pasquale, posto ai piedi
dell’altare, intacca l’angelo di
legno collocato a lato,
divampano così le fiamme che
invadono il leggio ricoperto di
addobbi e tessuti religiosi,
bruciandolo completamente e
mandando in pezzi anche le
colonnine di marmo che lo sostenevano. Intervengono i vigili
del fuoco e il parroco, don
Andrea Giacomelli è costretto a
celebrare la messa nella
piazzetta laterale alla Pieve.
E’ successo questa mattina intorno alle
10, nell’intermezzo tra la prima e la
seconda messa. Uno strano destino
quello del parroco di Cisano,
responsabile anche della Curia per il
settore giovanile e del turismo, arrivato
tre anni fa a dirigere la pieve di Cisano,
una delle più antiche del lago di Garda,
con origini nell’800 dopo cristo. Già il
13 aprile del 2013, infatti,
nell’accingersi a celebrare un
matrimonio, nel quale erano stati posti
ad
allestimento
anche
in
quell’occasione dei ceri a terra, aveva preso fuoco l’abito
Page 2
talare del prete. Parapiglia, la sposa fuori dalla chiesa che
attende di fare l’ingresso nuziale e il parroco di corsa in
sacrestia per cambiare l’abito bruciato. Giusto un anno dopo
si incendia l’altare. Due segnali che potrebbero sembrare
funesti. La chiesa, peraltro, è stata invasa dal fumo e i vigili
del fuoco del distaccamento di Bardolino hanno dovuto
interdire l’ingresso e posizionare sulla porta centrale una
ventola per aspirare il fumo acre rimasto per tutta mattina. E
nella chiesa sono in corso proprio in
questo periodo i lavori di sistemazione
e ritinteggiatura delle pareti e dei
marmi affissi. Don Andrea ha fatto
giusto in tempo a celebrare la messa
delle 10,30 all’aperto, che dopo un
mezzoretta è iniziato a piovere a
dirotto.
I
parrocchiani l’hanno presa con filosofia, nonostante si siano
trovati a seguire la messa con l’andirivieni alle spalle dei
vigili del fuoco che espletavano le operazioni di messa in
sicurezza del luogo sacro. Per non causare ulteriori danni,
infatti, i pompieri quando sono intervenuti hanno trasferito
gli oggetti che stavano ancora bruciando fuori dalla chiesa,
nel cortile interno parrocchiale, dove hanno completato lo
spegnimento delle fiamme. La
gente non si è spaventata più di
tanto, anzi ha trovato divertente
la funzione religiosa fuori
programma. “E’ bello come le
persone si siano raccolte in
modo vero e spontaneo fuori
dalla chiesa per la messa
all’aperto”, ha sottolineato Gino
Page 3
Zampieri, uno dei tanti fedeli
che a fine messa si sono raccolti attorno al parroco, il quale
non sapeva se ridere o se piangere. Alla domanda se non
fossero segnali inquietanti
questi episodi di ceri che
appiccano il fuoco, don Andrea
non esprime dubbi di natura
trascendentale: “Sono solo delle
casualità che possono capitare.
La storia dell’abito è solo una
sciocchezza. Invece è stata una
bella esperienza celebrare la
messa all’aperto”.
Certo è, che giusto oggi si celebrava la santificazione di
Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II, con quattro Papi
insieme a San Pietro, considerato che ha concelebrato il rito
il Papa emerito Ratzinger con Papa Francesco. E nel giorno
delle dimissioni di Benedetto
XVI, l’11 febbraio 2013, un
fulmine colpì la cupola della
Basilica di San Pietro, con la
foto dell’evento che fece il giro
del Mondo.
E peggio ancora il giorno prima di Pasqua, una settimana fa,
la croce con inarcato il Cristo, dedicata a Wojtyla installata a
Cevo, in provincia di Brescia, si è spezzata ed è crollata
uccidendo un ragazzo di appena 21 anni con una leggera
disabilità motoria. Il giovane, Marco Gusmini, abitava in via
Giovanni XXIII a Lovere, sulla sponda bergamasca del Lago
Page 4
di Iseo. Un insieme di segnali,
che potranno anche essere pure
coincidenze, ma che potrebbero
anche essere “lette” in modo
diverso. Ed anche nel piccolo,
dove non si sono verificati danni
gravi, un altare che prende
fuoco, non è pro
 
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Ma non esce sangue, solo gesso. Fosco presagio per i 2 papi santi

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I deliri di Antonio Socci

http://www.liberoquotidiano.it/news/opinio...ge-sangue-.html



Alla vigilia della santificazione
La Madonnina che piange sangue
mutilata dalla corona del vescovo

29 aprile 2014
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Antonio Socci
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Proprio alle porte di Roma, il giorno precedente la canonizzazione dei due papi, cioè sabato 26 aprile, è accaduto uno strano incidente alla statuetta della Madonna di Civitavecchia, quella che - fra il 2 febbraio e il 15 marzo 1995 - per 14 volte lacrimò sangue, e che è custodita nella chiesetta di Pantano. Sono stato informato da alcuni amici che erano presenti e immediatamente hanno temuto che la cosa venisse interpretata in modo superstizioso, come è avvenuto per altri episodi recenti, ritenuti da qualcuno (perlopiù dai mass media laici) dei cupi segni del Cielo, specialmente per il papato di Francesco. Molto si è strologato, per esempio, il 26 gennaio scorso quando Papa Bergoglio - com’è tradizione - ha fatto volare le colombe dalla finestra del palazzo apostolico. La colomba, si sa, è simbolo della pace, ma per i cristiani anche dello Spirito Santo. Già con Giovanni Paolo II e con Benedetto XVI era accaduto che le due colombe bianche, appena uscite nel mondo, rientrassero nella finestra pontificia (a volte andando a posarsi proprio sul Santo Padre). Il 26 gennaio scorso invece il povero volatile appena fuori dalla finestra è stato attaccato da un gabbiano e poi da una cornacchia che l'ha ammazzato. Un incidente che è stato caricato di significati apocalittici e simbologie fantasiose. Così come quello - ben più tragico - accaduto al giovane Marco Gusmini in gita con l’oratorio a Cevo, in Val Camonica. Per una strana coincidenza il ragazzo, che abitava in via Papa Giovanni XXIII, è morto per il crollo di un’alta croce che era stata dedicata a Papa Wojtyla. Questo tragico incidente, proprio due giorni prima della canonizzazione dei due papi voluta da Francesco, è stato ovviamente interpretato da qualcuno in modo dissacratorio. E superstizioso.

SOLENNE CERIMONIA - Dopo tali precedenti, è comprensibile che sabato a Pantano si sia prodotto un certo smarrimento. È accaduto infatti che nel pomeriggio si è svolta una celebrazione bella e commovente: il vescovo emerito di Civitavecchia, monsignor Girolamo Grillo, che visse proprio i giorni delle lacrimazioni e che - inizialmente ostile - assisté alla quattordicesima lacrimazione di sangue, ha deciso di far fondere la sua preziosa croce pettorale d’oro per ricavarne una corona da porre sulla testa della Madonnina. È una bella corona con i simboli dello stemma di Papa Francesco e, a lato, quelli dell’attuale vescovo di Civitavecchia e di monsignor Grillo. La statuetta della Vergine è stata perciò incoronata durante quella solenne cerimonia presieduta da monsignor Marrucci, attuale titolare della diocesi, insieme a monsignor Grillo e a monsignor Marra.
Per la verità la statuetta aveva già una corona che era stata benedetta da Giovanni Paolo II, il quale aveva anche posto sulla mano della Vergine un rosario da lui benedetto, ma quella corona regalo del Papa era troppo grande e non era stata mai collocata sulla statuina (si trova nella teca). Dunque sabato la Madonnina è stata insignita con l’oggetto donato da monsignor Grillo. Senonché più tardi, appena la statua è stata ricollocata nella teca della chiesina di Pantano, la corona è caduta e ha colpito e staccato la mano della Madonnina che teneva la corona del rosario donatale da Giovanni Paolo II. I fedeli che erano lì in preghiera sono rimasti scossi e preoccupati per quello che i giornali avrebbero potuto scriverne. In ogni caso, tutto è stato subito restaurato e ripristinato. L’indomani, saputo dell’incidente, ho telefonato a monsignor Grillo che ha minimizzato l’accaduto, declassandolo a banale infortunio (gli uomini di Chiesa, grazie al cielo, sono proprio impermeabili alle superstizioni). Chiedo anche se la cerimonia solenne di sabato non significhi il riconoscimento di fatto, da parte della Chiesa, del prodigio delle lacrimazioni: monsignor Grillo non risponde, perché ovviamente lascia ogni pronunciamento all’attuale vescovo. Però mi ricorda che lui stesso, per volere di Giovanni Paolo II, portò riservatamente la statuetta al Papa in Vaticano. Il Santo Padre volle benedire per essa - come si è detto - una corona e un rosario. Poi, dopo aver pregato a lungo davanti ad essa, disse a Grillo: «Un giorno dirà al mondo che Giovanni Paolo II ha venerato la Madonna di Civitavecchia». Negli anni successivi si è venuti a sapere che probabilmente il Papa polacco, per sue vie misteriose, aspettava un segno e lesse proprio questa vicenda come un messaggio rivolto a sé.
Le successive indagini, delle commissioni tecniche e della magistratura, hanno affermato l’inspiegabilità scientifica del fenomeno delle lacrimazioni, perché non c'è alcun imbroglio e alcun marchingegno che abbia fatto sgorgare gocce di sangue umano dagli occhi di questa statuina di gesso pieno. Fra l’altro è il sangue di un solo individuo, per tutte le lacrimazioni. Ma siccome hanno assistito al fenomeno ogni volta delle persone diverse (in molti casi anche vigili e forze dell'ordine), bisogna concluderne che quell’uomo misterioso era sempre presente ma non era… visibile. Il significato teologico è chiaro. Papa Wojtyla ne era personalmente certo. Monsignor Grillo mi racconta che a volte il Papa veniva anche in incognito a Pantano a venerare la Madonnina. C’è un aneddoto buffo al riguardo. «Un giorno - spiega il prelato - le suore che si erano stabilite lì al santuario mi riferiscono che la mattina erano arrivate delle guardie svizzere che avevano venerato la Madonnina e poi avevano circondato la Chiesa. Quindi, mi dissero le suore, arrivarono due cacciatori, uno grande e uno piccolo, e anch’essi venerarono la statuetta». Due cacciatori? «Non li avevano riconosciuti», dice divertito monsignor Grillo. «Erano il Papa e il suo segretario. Quando raccontai l’episodio a Dziwisz, si mise a ridere. Il fatto è che ogni tanto Papa Wojtyla, in abiti civili, usciva dal Vaticano e andava a trovare dei frati polacchi, suoi amici, a Santa Severa. Poi faceva una passeggiata sui monti della Tolfa e quella volta volle venire dalla Madonnina». Grillo sottolinea che Giovanni Paolo II ebbe un ruolo fondamentale nella vicenda, «perché io, dopo le prime lacrimazioni, non ci credevo affatto. Quella storia non mi piaceva e avevo dato ordine di distruggere la statuetta. Fu il Papa che mi fece telefonare dal cardinal Sodano per consigliarmi prudenza e attenzione. Finché la Madonna abbatté tutte le mie resistenze lacrimando nelle mie stesse mani il 15 marzo 1995». È evidente comunque che un segno simile - lacrime di sangue - è un monito preoccupante. Sono le lacrime della Madre di Dio per i suoi figli smarriti. Mentre il sangue appartiene al suo Gesù che ha dato la vita per noi. Siamo salvati per quel sangue...


MESSAGGI DAL CIELO - La vicenda della Madonnina di Civitavecchia è clamorosa. Eppure curiosamente, dopo il primo clamore dei media, una volta che tutte le indagini hanno confermato che si è trattato di un fatto soprannaturale, non si più è tornati a raccontare quegli eventi e a riflettere sul loro significato. Magari oggi i media fanno considerazioni superstiziose su eventi naturali come quelli citati o - appena lo si saprà - sull’incidente della Madonnina, ricavandone oscuri e inconsulti presagi, mentre snobbano accuratamente le inspiegabili lacrimazioni e tutti quei messaggi veri ed espliciti che il Cielo invia all’umanità. In questi tempi scristianizzati si irridono gli avvertimenti soprannaturali della Madonna e poi magari si crede nella iettatura e si va dai maghi. Anche noti intellettuali laici sono dichiaratamente superstiziosi. Poi magari gli stessi ridacchiano scettici di fronte ai messaggi espliciti che il Cielo ha inviato tramite la Madonna a Fatima o a Medjugorje (da dove peraltro arriva la statuetta di Civitavecchia). Eppure sono messaggi confermati da molti segni, prodigi e miracoli sui quali la scienza si dichiara incapace di dare spiegazioni.
È il paradosso di un'epoca futile e di un'umanità cieca.

di ANTONIO SOCCI
 
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La Madonna si accanisce su un operaio: grave

http://www.corrieresalentino.it/2014/05/ma...i-muro-leccese/

maggio 7, 2014 - Cronaca, Prima Pagina

Si stacca capitello della statua, grave in ospedale operaio di Muro Leccese

L'incidente in mattinata, a Maglie, nella centralissima via Roma

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maglieMAGLIE (Lecce) – Drammatico incidente sul lavoro a Maglie, dove in mattinata un operaio di una ditta comunale è rimasto gravemente ferito, dopo essere stato travolto da un capitello in pietra, staccatosi dal monumento dedicato alla Madonna delle Grazie, posta in cima all’obelisco di via Roma, proprio nei pressi della chiesa dedicata.

A farne le spese è stato Giuseppe Presicce, operaio 60enne di Muro Leccese, trasportato con “codice rosso” presso l’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce. L’incidente sul lavoro è accaduto intorno a mezzogiorno, quando l’uomo è stato investito dal grosso pezzo di pietra.

Subito soccorso da passanti ed altri operai, l’uomo è stato trasportato a sirene spiegate da un’ambulanza del 118, che lo ha trasferito d’urgenza alla volta del nosocomio leccese.

Sul posto sono intervenuti i vigili urbani di Maglie, che hanno avviato una serie di accertamenti, per chiarire la dinamica dei fatti ed eventuali responsabilità. Secondo una prima ricostruzione, pare che l’uomo si fosse aggrappato al capitello per rimuovere alcune erbacce.

Tra qualche giorno, proprio a Maglie, verrà celebrata la festa del santo patrono San Nicola, che include anche i festeggiamenti in onore dei compatroni del paese – La Madonna delle Grazie, per l’appunto – e Sant’Oronzo. Non è escluso che l’infortunio si sia verificato durante alcuni lavori di manutenzioni, in previsione della festa patronale.

Aggiornamenti nelle prossime ore.
 
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http://www.ilgiorno.it/brescia/cronaca/201...ndagati.shtml#1

Morto schiacciato dalla Croce a Cevo: 13 persone indagate
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La Procura della Repubblica di Brescia ha iscritto nel registro degli indagati 13 persone per il crollo della croce dedicata a Giovanni Paolo II dell’ architetto Enrico Job, che lo scorso 24 aprile ha ucciso a Cevo il giovane Marco Gusmini, schiacciato dall’imponente scultura ceduta improvvisamente.

FOTO - La croce di Job crollata a Cevo

Cevo, ragazzo morto schiacciato dalla Croce dedicata a papa Giovanni Paolo II

La Croce del Cristo Redentore crollata a Cevo in Valcamonica (Ansa) (1 / 20)

La Croce del Cristo Redentore crollata a Cevo in Valcamonica (Ansa) (2 / 20)

La Croce del Cristo Redentore crollata a Cevo in Valcamonica (Ansa) (3 / 20)

La croce è alta 30 metri (Alive) (4 / 20)

Ancora da accertare le cause del crollo (Alive) (5 / 20)

Il ragazzo morto era originario di Lovere, nel Bergamasco (Alive) (6 / 20)

Il giovane era in gita con gli amici della parrocchia (Alive) (7 / 20)

L'allarme è stato lanciato nel pomeriggio, quando erano da poco passate le 14 (Alive) (8 / 20)

La vittima dell'incidente è un ragazzo di 21 anni (Alive) (9 / 20)

La croce di Cevo crollata (Fotolive) (10 / 20)

La croce di Cevo crollata (Fotolive) (11 / 20)

La croce di Cevo crollata (Fotolive) (12 / 20)

La croce di Cevo crollata (Fotolive) (13 / 20)

La croce di Cevo crollata (Fotolive) (14 / 20)

La croce di Cevo crollata (Fotolive) (15 / 20)

La croce di Cevo crollata (Fotolive) (16 / 20)

La croce di Cevo crollata (Fotolive) (17 / 20)

Vigili del fuoco a lavoro per la messa in sicurezza (Fotolive) (18 / 20)

Vigili del fuoco a lavoro per la messa in sicurezza (Fotolive) (19 / 20)

Vigili del fuoco a lavoro per la messa in sicurezza (Fotolive) (20 / 20)
Foto

FOTO - La croce di Job crollata a Cevo

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Brescia, 13 maggio 2014 - La Procura della Repubblica di Brescia ha iscritto nel registro degli indagati 13 persone per il crollo della croce dedicata a Giovanni Paolo II dell’ architetto Enrico Job, che lo scorso 24 aprile ha ucciso a Cevo (Brescia) il giovane Marco Gusmini, schiacciato dall’imponente scultura ceduta improvvisamente. Al momento della disgrazia il 21enne di Lovere si trovava in gita con l’oratorio nel paese della Valle di Saviore. Nei dintorni c’erano una quarantina di persone fra ragazzi, bambini, genitori. Molti di questi stavano giocando ai lati della croce. Marco, invece era vicino all’altare, poco lontano da lui un altro ragazzo e il curato.

Il pubblico ministero Katy Bressanelli ha disposto una serie di accertamenti irrepetibili sul manufatto per accertare la dinamica del crollo e verificarne le cause. Secondo quanto riferito dall'Ansa nell’elenco degli indagati ci sarebbero, tra gli altri, l’ex sindaco di Cevo Mauro Giovanni Bazzana, l’attuale primo cittadino del paese della Vallecamonica Silvio Citroni, Mons. Ivo Panteghini, ex direttore del Museo diocesano. Tra gli indagati figurerebbero anche gli esponenti dell’associazione croce del Papa e tecnici comunali. Persone che, a vario titolo, hanno promosso e gestito il trasferimento a Cevo, della croce di Job, costruita per la vista di Giovanni Paolo II allo stadio di Brescia nel 1998 e trasferita in Vallecamonica nel 2005.
 
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Morcone (BN). Cede l'albero sotto i suoi piedi. I cappuccini sospendono festeggiamenti

padrepio3

http://www.ilmattino.it/BENEVENTO/benevent...ie/739757.shtml



Benevento, raccoglie ciliegie e cade: muore nel convento dei cappuccini

Il tragico incidente a Morcone nella residenza dei frati. La vittima era il conducente dello scuolabus del paese
PER APPROFONDIRE: Benevento; Morcone; ciliegio; caduta; morte; convento; cappuccini
di Michelangelo De Nigris A+ A- Stampa
Benevento. Cade mentre raccoglie le ciliegie,batte la testa su un muretto di pietre e muore.

La tragedia ieri sera a Morcone. Erano da poco passate le 18.30, quando, nel cortile annesso al convento dei padri cappuccini, situato al viale San Francesco, nella zona bassa del paese, non troppo distante dall’uscita della fondo valle Tammaro, si è consumata la tragedia.

La vittima è Piero Mennillo, 58 anni, residente nello stesso centro e dipendente del Comune di Morcone, dove era addetto alla guida del pullmino scolastico, sposato, tre figli e padre del consigliere comunale di maggioranza, Patrizia.

L’uomo, fuori dall’orario di lavoro, prestava la sua collaborazione, sotto forma di volontariato, proprio presso il convento dei padri cappuccini. In particolare, sembra che, in varie occasioni, aiutava i religiosi nelle operazioni di giardinaggio.

Ieri pomeriggio, invece, lo ha atteso un tragico destino. Mennillo, munito di scala, è salito sul ciliegio per la raccolta dei frutti. Un’operazione che nella sua vita, l’uomo aveva svolto, davvero, tantissime volte. Per lui era una routine. Questa volta, purtroppo, la raccolta gli è stata fatale. Infatti, proprio mentre era intento a staccare i frutti, il ramo sul quale aveva appoggiato i piedi, non ha retto al peso del suo corpo e ha ceduto.

Un cedimento, evidentemente, senza «preavviso», che non ha offerto a Mennillo la benché minima possibilità di aggrapparsi a qualche altro ramo. Un volo di pochi metri, ma la sfortuna ha voluto che battesse la testa su un muretto dello stesso giardino.

A prestare i primi soccorsi è stato un altro volontario che, in quel momento, era intento a pulire il giardino e che si trovava a pochi metri di distanza. Si è subito accorto della gravità del caso e ha dato l’allarme. Quasi immediato, l’arrivo dell’equipe medica del 118. Una corsa contro il tempo, purtroppo, rivelatasi inutile. Il pesonale medico intervenuto ha potuto solo constatare la morte dell’uomo, che, a quanto pare, sarebbe stata immediata. Determinante il violento colpo ricevuto alla testa.

Nel giardino del convento sono subito giunti i carabinieri della locale stazione e, successivamente, i militari della Compagnia di Cerreto Sannita che hanno effettuato i rilievi del caso per stabilire l’esatta dinamica dell’incidente, apparsa, comunque, subito evidente. È intervenuto, anche, il magistrato di turno, il giudice Giammarino, che, dopo un consulto con il medico, ha dato l’assenso affinché la salma dell’uomo venisse subito «restituita» ai familiari.

Molto probabilmente i funerali dovrebbero svolgersi nel pomeriggio di domani, proprio nel convento dove è avvenuta la tragedia, che è meta quasi ininterrotta di turisti, visto che proprio in quel pio luogo, San Pietro da Pietrelcina iniziò il 6 gennaio del 1903 il suo «cammino di fede». E i frati, in segno di lutto, hanno annullato tutte le manifestazioni che erano state programmate per Sant’Antonio.
mercoledì 11 giugno 2014 - 23:56 Ultimo agg.: giovedì 12 giugno 2014 20:54
 
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view post Posted on 13/7/2014, 03:48
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http://www.ilmattino.it/NAPOLI/CRONACA/san...ie/716163.shtml

San Vitaliano. Accende lumini alla Madonna, esplodono la casa e il bar vicino | Foto


PER APPROFONDIRE: lumini, madonna, esplosione, bombola
di Anita Capasso A+ A- Stampa


Sfiorata la tragedia a san Vitaliano. Un’anziana di 93 anni accende in segno di devozione dei lumini in casa davanti a dei santini che prendono fuoco scatenando un incendio e una violenta deflagrazione. Nella stanza, infatti, c’erano anche tre bombole di casa. Una è scoppiata provocando una violenta esplosione.

Erano all’incirca le 17.30 quando è scattato l’allarme. Le fiamme hanno raggiunto anche la vicina caffetteria Archè. Panico tra i clienti e i dipendenti. La stessa anziana è scappata nel cortile. Ad essere direttamente coinvolto nell’incendio è stato uno stanzino attiguo al bar utilizzato come deposito e archivio di contabilità. Le fiamme però non hanno risparmiato neanche la caffetteria che è rimasta seriamente danneggiata. Sul posto sono giunti immediatamente i carabinieri della locale stazione, al comando del maresciallo Giovanni Marchitelli.

Stando alle prime ricostruzioni l’anziana aveva acceso il lumino mentre recitava il Rosario in occasione della chiusura del maggio mariano quando all’improvviso è divampato l’incendio. Allertati anche i vigili del fuoco che sono intervenuti con un’autobotte riuscendo a spegnere l’incendio prima che la situazione assumesse dei risvolti più gravi. Intanto l’anziana è stata portata in caserma e interrogata dai carabinieri.
giovedì 29 maggio 2014 - 19:46

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2014...1b1a863bf0.html

Bus in fiamme in Colombia, 31 bimbi morti
Lo scuolabus, che trasportava bambini con età comprese tra 1 e 8 anni, è esploso ed è poi stato completamente distrutto dalle fiamme

Bus in fiamme in Colombia, 31 bimbi morti (foto: EPA) FOTO
Bus in fiamme in Colombia, 31 bimbi morti
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Redazione ANSA
BOGOTA'
19 maggio 2014
14:47
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Trasporti stradali
Incendio
Almeno 31 bambini sono morti oggi nell'incendio di un autobus che li portava verso una scuola religiosa a Fundacion, nel dipartimento di Magdalena, a nord della Colombia. "A bordo c'erano solo i bambini e l'autista", ha detto alla stampa Luz Stella Duran Manjarrez, sindaco di Fundacion, spiegando che "i fratelli di una chiesa pentecostale passavano a prenderli ogni domenica per portarli a scuola". Il responsabile della polizia colombiana, Rodolfo Palomino, ha detto che si sta ancora indagando per stabilire le cause dell'incendio dell'autobus, che potrebbe essere stato causato da "un guasto meccanico". Gravemente ferito anche l'autista del mezzo, precisa la Croce rossa locale. "I feriti hanno ustioni di secondo e terzo grado e molti di loro sono tuttora in condizioni critiche" negli ospedali della regione, aggiunge la Croce rossa.

"Si tratta di parrocchiani della Chiesa pentecostale", ha spiegato ieri il presidente colombiano Juan Manuel Santos. Il veicolo, che trasportava bambini con età comprese tra 1 e 8 anni, "è esploso verso mezzogiorno ed è poi rimasto completamente distrutto dalle fiamme", secondo la polizia locale. Le operazioni di soccorso sono andate avanti per tutta la giornata, per recuperare i corpi carbonizzati dei bambini, che tornavano da una cerimonia religiosa. Il conducente dell'autobus, sparito dal luogo della tragedia, sarebbe stato visto armeggiare con una tanica di benzina prima del dramma.

Forse benzina di contrabbando su bus
Trasportava forse benzina di contrabbando il pullmino colombiano dove domenica sono morti bruciati 31 bambini, nella città di Fundacion. E' questa una delle ipotesi degli investigatori, secondo quanto scrive il quotidiano locale El Tiempo sul suo sito internet. forse benzina di contrabbando su bus
Trasportava forse benzina di contrabbando il pullmino colombiano dove domenica sono morti bruciati 31 bambini, nella città di Fundacion. E' questa una delle ipotesi degli investigatori, secondo quanto scrive il quotidiano locale El Tiempo sul suo sito internet.

Autista arrestato

E' stato arrestato l'autista del bus, che si è arreso dopo aver tentato la fuga.

http://bologna.repubblica.it/cronaca/2014/...muore-88671218/

Taglia il prato della parrocchia, cade in un dirupo e muore
L'uomo, 70 anni, era volontario per la chiesa di Santa Maria di Monte Fune: il trattorino tosaerba si è ribaltato e l'anziano ha fatto un volo di 9 metri

11 giugno 2014

Un uomo di 70 anni è morto all'ora di pranzo mentre stava facendo volontariato per la chiesa di Santa Maria di Monte Fune: è caduto in un burrone, facendo unvolo di 9 metri, probabilmente perché si è ribaltato il trattorino tosaerba che l'anziano stava usando per tagliare il prato. L'uomo era legato alla parrocchia di Zolino e assieme ad altri fedeli si occupava saltuariamente e in via volontaria della pulizia della chiesa di Monte Fune.
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© Riproduzione riservata 11 giugno 20
 
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www.lanazione.it/sarzana/fulmine-zi...appello-1.86960

Fulmine «zittisce» campane e organi. Il parroco dall’altare lancia un appello
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Danni per 60mila euro alle attrezzature della chiesa di S. Francesco
Il piazzale della chiesa Il piazzale della chiesa

Sarzana, 29 luglio 2014 - DURANTE Il violento temporale di lunedì scorso un fulmine si è abbattuto sulla chiesa di San Francesco creando una serie di danni, quantificati da un primo inventario di don Renzo Cortese in 60mila euro, che ancora non sa se saranno coperti dall’assicurazione. E’ disperato il sacerdote che, nonostante quello che gli accaduto, continua almeno per il momento a sostenere tutte le famiglie che si rivolgono a lui per chiergli aiuto. Ora vuole organizzare una cena sabato 9 agosto per raccogliere fondi e chiede sostegno ai parrocchiani. Quel fulmine gli ha completamente distrutto l’impianto delle campane: la centralina è bruciata. Solo quello è un danno da 12 mila euro. ma è saltato anche l’impianto voce in chiesa, distrutta una fotocopiatrice di ultima generazione, non funzionano più neppure gli organi della chiesa e i due televisori, uno che aveva in casa l’altro in canonica per il catechismo. Tutto distrutto.

«SAMO assicurati — afferma affranto Don Cortese — ma l’ assicurazione ha massimali molto bassi non sappiamo neppure se la chiesa è coperta, devono ancora darci riscontro. Faccio un appello ai fedeli se possono darmi una mano. Ho deciso di chiamare i fedeli per raccogliere fondi ad una cena pubblica che organizzerò davanti al piazzale della chiesa sabato 9 agosto e lo comunicherò anche durante l’omelia di domenica». Ma il problema che assilla più di tutti il sacerdote è quello di non poter più aiutare i poveri, quelle persone che si rivolgono da sempre a lui. Nella chiesa di San Francesco c’è un vero e proprio servizio assistenziale parallelo a quello del Comune. Ci sono una ventina di poveri «storici» come li chiama Don Renzo. A loro il parroco dà il contributo per comprare il cibo. Ma si rivolgono a lui anche quelli che si trovano all’improvviso alla disperazione.

«Sono tante le famiglie che arrivano con una bolletta in mano — afferma Don Renzo — quasi tutti sarzanesi, qualcuno però arriva anche dalla Spezia. Mi dicono che gli stanno tagliando la luce, che saranno sfrattati se non pagano l’affitto e io continuo ad aiutarli. E’ la mia missione l’ho sempre fatto e continuo a farlo. Ora però non posso continuare, non posso più dare niente a nessuno se prima non riesco a sistemare i danni che ho avuto in chiesa per quel fulmine. Spero che il Signore mi aiuti. Mi piange il cuore quando arriva chi ha bisogno e so che a questo punto non posso più fare nulla». «Le casse sono vuote, desolatamente vuote», dice scuotendo la testa Don Renzo, il parroco degli ultimi. Lui che ha conosciuto la povertà fin da ragazzo non riesce a non far nulla per chi si rivolge a lui con la mano tesa e questo è il dolore più grande. Ora chiama a raccolta i fedeli. Conta molto in quella cena benefica, in grado di portargli se non tutto almeno una parte di aiuti necessari per poter intervenire sulla chiesa danneggiata. Nel frattempo aspetta un contributo da chi può darlo.
 
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