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Non cade foglia che Dio non voglia..., Quando l'ira di Dio si abbatte sui fedeli. E la chiamano Provvidenza.

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GalileoGalilei
view post Posted on 25/4/2014, 07:05 by: GalileoGalilei
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http://brescia.corriere.it/notizie/cronaca...7958dddda.shtml

Cevo, la croce dedicata a Wojtyla
si spezza e uccide un 21enne

Il cristo di Job realizzato nel 1998 in occasione della visita a Brescia di Giovanni Paolo II, che domenica verrà fatto santo. La vittima è Marco Gusmini, di Lovere (Bg)
di Redazione Online
4 BRESCIA

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Marco Gusmini, 21enne di Lovere (Bg) è morto sul colpo a Cevo (Bs) travolto dalla croce del Cristo Redentore, scultura creata da Enrico Job in occasione della visita a Brescia di Papa Giovanni Paolo II nel settembre 1998. Il dramma poco dopo le 14: in visita alla croce alta 30 metri, che regge una gigantesca statua di Cristo, c’era un folto gruppetto di ragazzini dell’oratorio di Lovere (Bg). I più giovani erano nel piazzale antistante, insieme al parroco don Claudio e qualche genitore, mentre Marco si trovava proprio sotto la croce insieme ad un 31enne, quando all’improvviso si sono spezzate le giunture portanti ed un pesante pezzo del legno, insieme alla statua del Cristo sono piombati addosso a Marco. Il giovane, affetto da una leggera disabilità motoria, non è riuscito a fuggire come hanno fatto i suoi amici. Inutile l’arrivo sul posto dell’eliambulanza del 118 di Brescia: il 21enne è morto sul colpo.



Cevo, si è spezzata la croce dedicata a Wojtyla: muore un ragazzo

Il crollo preceduto da scricchiolii
Stando alle prime ricostruzioni fatte dai testimoni alle forze dell’ordine, il crollo è stato anticipato da alcuni scricchiolii. Poi la croce in legno, sorretta da potenti tiranti, si è spezzata, travolgendo il giovane che non è riuscito ad allontanarsi in tempo. Addosso al giovane è finita anche la statua di Cristo, opera in polistirolo dello scultore Giovanni Gianese: una scultura di 6 metri e 6 quintali di peso, l cui cavità interne sono state riempite di poliuretano espanso per evitare deformazioni della superficie e infiltrazioni d’acqua. Il cedimento non sarebbe colpa del vento, che oggi in Valcamonica non soffiava con intensità.

La croce a Cevo dal 2005
La croce alta 30 metri, installata nel 1998 allo stadio di Brescia in occasione della visita di papa Wojtyla, fu poi smontata e conservata per diversi anni nel seminario cittadino. Nel 2005 è stata poi portata al dosso dell’Androla di Cevo (1200 metri) su espressa volontà di Vigilio Mario Olmi, emerito vescovo ausiliare di Brescia, a suo tempo presidente del Comitato per la visita del Papa a Brescia. Decisero di portarla in montagna per ricordare, dissero, le cicatrici e le ferite della Seconda Guerra Mondiale. E anche perché papa Giovanni Paolo II, alpinista appassionato, era stato in visita al vicino massiccio dell’Adamello.
Aperta inchiesta per omicidio colposo
La procura della Repubblica di Brescia ha subito aperto un fascicolo a carico di ignoti per omicidio colposo. Gli inquirenti già da domani vogliono verificare tramite dei periti se la tragedia poteva essere evitata. Se sono stati effettuati negli anni i controlli alla struttura.

Chi era Job, l’autore della croce
Enrico Job, era nato nel 1934 a Napoli. Da ragazzo si era trasferito a Milano, dove aveva iniziato a copiare i maestri dalle cartoline. Volevano diventasse un geometra ma si iscrisse a Brera. L’addio ai pennelli nel 1961, seguirono anni di infelicità e depressione. Non sapeva far altro che disegnare: preparò bozzetti per la Scala e per il Piccolo, per Ronconi, Strehler e Margherita Wallmann. È morto nel 2008. È stato il marito della regista Lina Wertmuller.
La Wertmuller: «Sono sconvolta»
«È una notizia che mi ha sconvolto. Penso a quel povero ragazzo e alla sua famiglia. Quella croce era un grande simbolo per il Paese, ma tutto questo viene molto dopo la vita del quel ragazzo» dice la regista Lina Wertmuller, moglie dell’artista morto nel 2008. «Era un’opera bellissima, un omaggio al Papa Giovanni Paolo II in occasione della sua visita a Brescia - ricorda Wertmuller -. Prima era nel campo sportivo, poi fu portata sulle Alpi, proprio perché era diventata un simbolo per l’Italia. Mio marito ci teneva moltissimo». «Quella croce sembrava voler proteggere l’Italia - continua la regista -, ma ora tutto questo sembra sciocco di fronte a questa terribile tragedia». Si trattava di un’opera imponente che aveva bisogno di una particolare manutenzione? «Sicuramente, ma non saprei dire nulla di più su questo aspetto».
24 aprile 2014 | 15:32
 
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