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Non cade foglia che Dio non voglia..., Quando l'ira di Dio si abbatte sui fedeli. E la chiamano Provvidenza.

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GalileoGalilei
view post Posted on 25/4/2014, 06:41 by: GalileoGalilei
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"La croce strumento di giustizia"

www.liturgiagiovane.it/new_lg/print...197.htm&ns=2197


L'udienza del mercoledì

La croce di Cristo strumento di giustizia

La prima Lettera di san Pietro al centro della catechesi.

Autore: Giovanni Paolo II


Tratto da: Avvenire del 23/09/2004


1. Oggi ascoltando il brano innico del capitolo 2 della prima Lettera di san Pietro si è profilato in modo vivido davanti ai nostri occhi il volto di Cristo sofferente. Così accadeva ai lettori di quella Lettera nei primi tempi del cristianesimo, così è avvenuto per secoli durante la proclamazione liturgica della Parola di Dio e nella meditazione personale. Incastonato all'interno della Lettera, questo canto presenta una tonalità liturgica e sembra riflettere il respiro orante della Chiesa delle origini (cfr Colossesi 1,15-20; Filippesi 2,6-11; 1Timoteo 3,16). Esso è segnato anche da un ideale dialogo tra autore e lettori, scandito dall'alternanza dei pronomi personali «noi» e «voi»: «Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme... Egli portò i nostri peccati sul suo corpo… perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia. Dalle sue piaghe siamo stati guariti» (1Pietro 2,21.24-25).

2. Ma il pronome più insistito è nell'originale greco, «hos», quasi martellato all'inizio dei versetti principali (cfr 2,22.23.24): è «Lui», il Cristo paziente, Lui che non ha commesso peccato, Lui che oltraggiato non reagiva chiedendo vendetta, Lui che sulla Croce ha portato il peso dei peccati dell'umanità per cancellarli. Il pensiero di Pietro, ma anche quello dei fedeli che recitano questo inno soprattutto nella Liturgia dei Vespri del periodo quaresimale, corrono al Servo di Jahvè descritto nel celebre quarto canto del Libro del profeta Isaia. È un personaggio misterioso, interpretato dal cristianesimo in chiave messianica e cristologica, perché anticipa i particolari e il significato della Passione di Cristo: «Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori... Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità... Per le sue piaghe noi siamo stati guariti... Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca» (Isaia 53,4.5.7). Anche il profilo dell'umanità peccatrice delineato sotto l'immagine di un gregge sbandato, in un versetto non ripreso nella Liturgia dei Vespri (cfr 1Pietro 2,2-5), proviene da quell'antico carme profetico: «Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada» (Isaia 53,6).

3. Due sono, quindi, le figure che s'incrociano nell'inno petrino. Prima di tutto c'è Lui, Cristo, che s'avvia verso la strada aspra della passione, senza opporsi all'ingiustizia e alla violenza, senza recriminazioni e sfoghi, ma consegnando se stesso e la sua dolorosa vicenda «a colui che giudica con giustizia» (1Pietro 2,23). Un atto di fiducia pura e assoluta che sarà suggellata sulla Croce con le celebri ultime parole, gridate a gran voce come estremo abbandono all'opera del Padre: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» (Luca 23,46; cfr Salmo 30,6). Non è, dunque, una cieca e passiva rassegnazione, ma una fiducia coraggiosa, destinata a essere di esempio a tutti i discepoli che percorreranno la via oscura della prova e della persecuzione.

4. Cristo è presentato come il Salvatore, solidale con noi nel suo «corpo» umano. Egli, nascendo dalla Vergine Maria, si è fatto nostro fratello. Può quindi esserci accanto, condividere il nostro dolore, portare il nostro male, «i nostri peccati» (1Pietro 2,24). Ma egli è anche e sempre il Figlio di Dio e questa sua solidarietà con noi diventa radicalmente trasformatrice, liberatrice, espiatrice, salvifica (ibidem). E così la nostra povera umanità viene strappata dalle strade deviate e perverse del male e riportata alla «giustizia», cioè al bel progetto di Dio. L'ultima frase dell'inno è particolarmente commovente. Recita: «Dalle sue piaghe siamo stati guariti» (v. 25). Qui vediamo quale caro prezzo Cristo abbia pagato per procurarci la guarigione!

5. Concludiamo lasciando la parola ai Padri della Chiesa, cioè alla tradizione cristiana che ha meditato e pregato con questo inno di san Pietro.
Intrecciando un'espressione di tale inno con altre reminiscenze bibliche, sant'Ireneo di Lione così sintetizza la figura di Cristo Salvatore, in un passo del suo trattato Contro le eresie: «C'è un solo e medesimo Cristo Gesù, Figlio di Dio, che mediante la sua passione ci ha riconciliato a Dio ed è risuscitato dai morti, che è alla destra del Padre ed è perfetto in tutte le cose: era colpito ma non restituiva i colpi, "egli che, mentre soffriva, non minacciava" e mentre soffriva una violenza tirannica, pregava il Padre di perdonare coloro che lo avevano crocifisso. Egli ci ha salvato veramente, egli è il Verbo di Dio, egli è l'Unigenito del Padre, Cristo Gesù nostro Signore» (III, 16,9, Milano 1997, p. 270).






Autore: Giovanni Paolo II


Tratto da: Avvenire del 23/09/2004

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronach.../22/croce.shtml

In questi giorni si tiene la festa della Santa Croce
Colpita alla testa da croce in ferro, muore donna
L'episodio avvenuto a Vibo Valentia. Il simbolo religioso posto su un monumento nel centro della piazza del paese

Il monumento con la croce che ha ucciso la donna
VIBO VALENTIA - Una donna di 67 anni è morta perché colpita alla testa da una croce in ferro che era posta sopra un monumento al centro della piazza principale di Sant'Onofrio, nel Vibonese. Maddalena Camillo stava passando casualmente vicino al monumento quando la croce, alta circa tre metri e illuminata la notte da neon di color azzurro denso, è caduta e l'ha colpita in testa fracassandole il cranio.
Nel momento in cui si è verificato l'incidente erano in corso dei lavori per la festa dedicata appunto alla Santa Croce, uno dei simboli di Sant' Onofrio. Dopo la morte della donna i festeggiamenti, che avrebbero dovuto proseguire fino a domenica 26, sono stati sospesi. Il monumento è stato realizzato nei primi anni del secolo scorso.
22 settembre 2004 -


www.repubblica.it/2005/h/sezioni/cr...t/crforist.html

Repubblica.it » cronaca » Oristano, crolla un crocifisso donna uccisa durante la messa

Si festeggiava San Lorenzo, davanti alla chiesa una folla di fedeli
La vittima, 38 anni, era tornata in Sardegna per le celebrazioni
Oristano, crolla un crocifisso
donna uccisa durante la messa

MOGORELLA (Oristano) - Cede il basamento del crocifisso e la struttura in ferro travolge una donna, uccidendola. A Mogorella, un piccolo centro in provincia di Oristano, Paoletta Orrù, 38 anni, è morta schiacciata dal crocifisso in ferro che sovrastava l'entrata della chiesa di San Lorenzo. Sul sagrato, insieme con lei e molti compaesani che non avevano trovato posto all'interno, anche la sua famiglia, il marito e i due figli di nove e un anno e mezzo. La donna, originaria di Allai, era a Mogorella per la festa del patrono, San Lorenzo, che viene celebrata oggi.

I festeggiamenti richiamano ogni anno molte persone e in tanti erano dovuti rimanere fuori dalla chiesa, dove stavano seguendo la messa. All'improvviso, intorno alle 12, il basamento su cui poggiava il crocifisso, sulla facciata, è andato in pezzi rovinando sul sagrato. Tutto è successo all'improvviso: Paola Orrù è stata colpita in pieno, sono rimasti miracolosamente indenni i bambini, mentre un giovane, colpito di striscio, ha riportato una ferita lieve a una caviglia.

I soccorsi sono scattati immediatamente ed è stato richiesto anche l'intervento di un elicottero, ma i sanitari dell'ambulanza si sono resi conto che la donna è morta sul colpo, il cranio schiacciato dal crocifisso di ferro. Paola Orrù era arrivata solo ieri in Sardegna, proprio per assistere alla festa del paese. Sposata con un agente di polizia penitenziaria originario di Mogorella, viveva infatti a Voghera.

Vigili del fuoco del distaccamento di Oristano e carabinieri della compagnia di Mogoro sono intervenuti sul luogo dell'incidente e hanno subito fatto allontanare i fedeli e isolato la parte del sagrato prospiciente la facciata per effettuare i rilievi e scongiurare il pericolo di nuovi crolli.



(10 agosto 2005)

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18/08/05 - Randazzo (Catania) . Continuano a far vittime i crocifissi in Italia. Anche a Randazzo, in Sicilia, dopo l'episodio avvenuto pochi giorni fa in Sardegna, un crocifisso casa in testa a due musicisti che suonavano nella processione dell'Assunta e li ferisce. La pericolosità dei simboli cristiani trova ogni giorno nuove conferme.
Da La Sicilia.it
 
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