Laici Libertari Anticlericali Forum

Preti in crisi, Quando si spretano per un uomo, una donna, per tornare uomini liberi.

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 24/9/2013, 16:18
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


Avellino, don Luigi Iandolo, prete latinista, litiga coi fedeli e va in pausa di riflessione

"Lascio per meditare"


http://avellino.ottopagine.net/2013/09/24/...nita-si-divide/

24-09-2013
Don Luigi: «Lascio per meditare». E a Valle la comunità si divide

Avellino – Don Luigi Iandolo parroco di Valle saluta dall’altare commosso la sua comunità e va via. Un ritiro spirituale, di fede, preghiera e silenzio da eremita lo aspetta. Ha detto ai suoi parrocchiani di volersi prendere una pausa meditativa. Fedeli commossi e divisi per la scelta del prete giovane che amava celebrare la messa in latino. «In un momento come questo si ha paura che una pausa meditativa significhi abbandonare l’abito, che si tratti di una crisi di fede, tanto comune oggi come quella di una vocazione. Ma questo non è il caso di Don Luigi, vero uomo di fede che in questo momento sente solo il bisogno di pregare in grande silenzio – spiegano i fedeli -».

Il prossimo due ottobre monsignor Francesco Marino nominerà il nuovo parroco della chiesa di Maria Assunta in cielo di Valle. «Ci ha spiegato di essere pronto per questo nuovo percorso di fede – racconta Carlo Dello Russo -. Ci ha già anticipato che non avrà cellulari e conserverà il massimo riserbo sulla sua nuova destinazione». Comunità divisa a Valle. Ieri sera la messa in onore di San Pio. Proprio di Padre Pio ha parlato ai fedeli durante la sua omelia Don Luigi, prima di informarli della sua scelta e del suo nuovo cammino.

«Quando un parroco va via è sempre un dolore per la comunità intera – spiega Mario Lanzano -. Con lui abbiamo trascorso quattro anni e mezzo speciali. Un prete giovane, Don Luigi, ma che è cresciuto con fede e amore insieme a noi. Non possiamo che rispettare la sua scelta. Non possiamo che sperare che il prossimo parroco riesca a trasmetterci lo stesso desiderio di impegno e fede, proprio come ha fatto lui».

Un piccola comunità quella di Valle raccolta nei suoi tempi, le sue tradizioni e i suoi luoghi. «Don Luigi è stato per noi un parroco di frontiera – racconta Dello Russo -. Grazie a lui sono state restaurate le statue dei santi e riaffrescati interni e esterni della nostra chiesa di Santa Maria Assunta in cielo. Ero in chiesa domenica scorsa. Al suo annuncio di lasciare l’impegno pastorale per iniziare un nuovo percorso di silenzio, in ritiro non sono riuscito a trattenere l’emozione. Non posso che augurarmi che il prossimo parroco riesca a continuare quanto da lui avviato per la nostra comunità. Ho solo un rammarico. Questo prete ragazzo è cresciuto con noi. Avevamo dovuto salutare con dolore don Luciano Gubitosa. Poi, col tempo ci siamo affezionati. E’ diventato il nostro parroco. Ora va via e dovremo ricominciare tutto da capo».

Don Luigi è stato ordinato sacerdote dal vescovo Marino e prima di essere parroco a Valle lo era stato nella chiesa di San Ciro per due anni. «Era un prete particolarmente cattolico, osservante a cui piaceva celebrare il rito antico della messa – ricorda Dello Russo -. Lui stesso ha definito il suo nuovo cammino una missione di completa ascesi. Non possiamo che rispettare la sua scelta ma, certo, ci mancherà». «Ora vogliamo un prete che guidi le nostre anime – conclude Lanzano -. Qualcuno che continui col suo impegno».
- See more at: http://avellino.ottopagine.net/2013/09/24/...h.kyqka5ep.dpuf

www.affaritaliani.it/campania/avell...parrocchia.html

Avellino: litiga con i fedeli. Parroco lascia la parrocchia
Martedì, 24 settembre 2013 - 10:42:00

«Per motivi assolutamente personali - ha spiegato dall’altare durante la Messa -. Non andrò in nessun’altra parrocchia, ma mi ritirerò in meditazione lontano dalle tentazioni della realtà quotidiana, dai media, dal caos per pregare e ritrovarmi davvero con Dio».



A 34 anni, da 5 a capo di una comunità popolosa come quella di Valle, Don Luigi Iandolo lascia improvvisamente la sua missione eucaristica. Un prete molto rigido viene giudicato da qualche fedele che in un incontro con i giornalisti si mostra turbato e fermo a non voler lasciare nessun tipo di intervista. I motivi profondi di questa rinuncia non sono chiari ma c'è chi parla di dissapori con la propria gente. Riesumare vecchie tradizioni come la messa in latino, dissapori che nascono per lo spazio e la considerazione data ai gruppi parrocchiali e la decisione ultima di una festa per la Madonna Assunta in tono minore hanno fatto nascere aspre tensioni con i fedeli. Don Luigi Iandolo ha lasciato anche per altri motivi, sicuramente più delicati e profondi, ma l'allontamento dalla sua comunità fanno pensare che il legame con i suoi fedeli non era cosi profondo da superare ogni difficoltà.

www.ilmattino.it/AVELLINO/parroco-a...ie/329927.shtml

Il parroco della messa in latino annuncia dall'altare: vado in meditazione, lascio la parrocchia
PER APPROFONDIRE: parroco, avellino, valle, iandolo
A+ A- Stampa
«Per motivi assolutamente personali - ha spiegato dall’altare durante la Messa -. Non andrò in nessun’altra parrocchia, ma mi ritirerò in meditazione lontano dalle tentazioni delle realtà quotidiana, dai media, dal caos per pregare e ritrovarmi davvero con Dio». Un annuncio che ha creato scalpore e non poco. Perché un parroco che lascia tutto fa sempre notizia. Soprattutto se ha solo 34 anni, e se da meno di cinque ha preso le redini di una comunità popolosa e importante come quella di Valle. Il protagonista della storia si chiama don Luigi Iandolo. Un prete all’antica per certi versi, molto legato alla dottrina, sempre vestito in abito talare, capace di recuperare vecchie tradizioni come la messa in latino e rigido nei confronti delle regole della Chiesa.


Fuori della chiesa di Valle la comunità si divide tra chi è amareggiato, chi vorrebbe parlare ma preferisce tacere, e chi invece rispetta la scelta. Di certo le incomprensioni e i malumori in questi anni non sono mancati. Per i metodi rigidi usati, per lo spazio e la considerazione data ai gruppi parrocchiali, con i quali solo dopo numerosi e difficili tentativi è stata trovata una intesa, per le metodologie di preghiera. Per la prima volta, dopo più di venti anni, per esempio la tradizionale festa dell'inizio di settembre, dedicata alla Madonna Assunta, è stata in tono minore.
CONDIVIDI L'ARTICOLO
DIVENTA FAN DEL MATTINO
lunedì 23 settembre 2013 - 23:26
 
Web  Top
view post Posted on 7/12/2013, 23:06
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


Dopo gli scandali di don Luigi Balsamo, nativo di Afragola, parroco di Monteroduni (IS), a processo per pedofilia, don Marino Genova, in fuga da Portocannone (CB), don Ciro Scala, originario di Torre del Greco, parroco di Castel S. Vincenzo (IS), sospeso su denuncia di un prete pedofilo, di don Felix Cini, prete pedofilo nascosto a Cercemaggiore (CB), finisce con lo spretamento la "pausa di riflessione" don Giovanni Tramontano, parroco di San Giuliano e Cercepiccola (CB). Diocesi di Campobasso, Termoli e Isernia nella bufera.

don-giovanni-tramontano-465x278

http://molisetabloid.altervista.org/don-gi...-dei-cittadini/


Don Giovanni va via da Cercepiccola e San Giuliano. Le reazioni dei cittadini
BY MOLISETABLOID – 07/12/2013
POSTED IN: ATTUALITÀ, CERCEPICCOLA, IN PRIMO PIANO, SAN GIULIANO DEL SANNIO
Un punto di riferimento per due comunità, una colonna spirituale di due centri abitati della Valle del Tammaro “va […]


Un punto di riferimento per due comunità, una colonna spirituale di due centri abitati della Valle del Tammaro “va via” sotto un alone di “mistero”.
Da domenica scorsa, 1 dicembre, con un annuncio ufficiale da parte dell’Arcivescovo della Diocesi di Campobasso-Bojano, Monsignor Giancarlo Maria Bregantini, i comuni di San Giuliano del Sannio e Cercepiccola vedono andar via, dopo sette anni, il proprio parroco Giovanni Tramontano il quale, a fine novembre, ha presentato le dimissioni dal suo incarico per chiedere “un anno di riflessione”.
Da una settimana a questa parte i cittadini delle sue due parrocchie non hanno alcuna notizia del proprio parroco fatta eccezione per una breve visita ai bambini delle scuole elementari, medie e materne poichè, stando alle parole di don Tramontano, “sono gli unici a meritare un saluto”.
Effettivamente in sette anni di presenza molti hanno ammirato, apprezzato ma anche criticato le scelte di don Giovanni. Nei paesi si vocifera che questo gesto sia dovuto “alla cattiveria ed alle malelingue” di qualche concittadino che, non essendo sintonizzato sulla stessa linea di pensiero del parroco, avrebbe fatto di tutto per mandarlo via. Il sacerdote avrebbe retto questa situazione ormai da tempo ed arrivato ora allo stremo avrebbe gettato la spugna chiedendo un anno di riflessione e di preghiera in un luogo lontano dalle sue comunità, dal suo Molise. “Ad unirsi in questa preghiera devono essere anche i cittadini di Cercepiccola e San Giuliano – ha detto il vescovo Bregantini – Mai come in questo momento don Giovanni ha bisogno della vicinanza di tutti noi”.
Ieri, 6 dicembre, i Consigli Pastorali di Cercepiccola e San Giuliano del Sannio si sono riuniti per affrontare quella che in molti hanno definito “emergenza” poiché ci si trova a ridosso delle festività natalizie senza avere un pastore, una guida spirituale, quella voce che amorevolmente guida il popolo verso l’evento cristiano più importante e sentito del calendario.
La notizia della partenza di don Giovanni ha creato reazioni diverse tra i cittadini. “Alcuni hanno mostrato indifferenza o addirittura compiacenza nell’accaduto – elementi questi segnalati dagli stessi cittadini delle due comunità – al fine di mettersi in mostra criticando ulteriormente l’operato di chi ha cercato di fare tanto per i nostri paesi”. Altri invece hanno appreso la notizia come un fulmine a ciel sereno, tra cui proprio i bambini per i quali don Giovanni ha sempre fatto tanto: molte le lacrime versate per la strana ed apparentemente immotivata partenza del caro ed amato sacerdote, che prima di essere un prete è stato un amico non solo per i bambini ma anche per tanti ragazzi ed adulti che hanno trovato in lui un punto di riferimento, una persona su cui contare.
“Del resto – commentano alcuni cittadini – è proprio vero quando si dice che per gli errori e l’arroganza di qualcuno a pagarne le amare conseguenze sono tutti”. Forte, invece, l’appello dei bambini delle comunità: “Don Giovanni, torna qui da noi!”.

Edited by GalileoGalilei - 4/9/2015, 04:53
 
Web  Top
view post Posted on 8/12/2013, 17:23
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


http://molisetabloid.altervista.org/cercep...tra-compaesani/

Cercepiccola. Messa senza don Giovanni, i cittadini: “c’è troppa cattiveria tra compaesani”
BY MOLISETABLOID – 08/12/2013
POSTED IN: ATTUALITÀ, CERCEPICCOLA, IN PRIMO PIANO, SAN GIULIANO DEL SANNIO



“Oggi la chiesa è stata stranamente piena, un po’ perchè è il giorno in cui si celebra l’immacolata concezione, un po’ perchè tanti curiosi hanno voluto vedere quale parroco oggi sarebbe salito all’altare”. Sono questi i primi commenti dei cittadini cercepiccolesi a seguito della Santa Messa di oggi 8 dicembre, la prima dopo l’annuncio dell’Arcivescovo della Diocesi di Campobasso-Bojano, Monsignor Giancarlo Maria Bregantini, della “strana e misteriosa” partenza del parroco Giovanni Tramontano.
A celebrare l’eucarestia don Nicola, originario di Foggia, dell’ordine dei francescani di Sepino, in Molise da quasi un anno.
Dopo la Santa Messa, la popolazione ha partecipato alla processione partita dalla Chiesa madre, in piazza Armando Lombardi, e terminata alla statua della Madonna in corso Vittorio Emanuele III per depositare una corona di fiori, iniziativa ormai diventata una tradizione per il piccolo comune della Valle del Tammaro iniziata proprio da don Giovanni Tramontano.
E proprio a proposito del “vecchio” parroco, tra i cittadini continuano ad emergere opinioni e commenti sull’accaduto che sottolineano, in diversi casi, il fatto che “nella comunità vi sono gruppi di persone che si dichiarano ‘cristiani’ ma sono arrivati a fare del male, del male vero, perfino al prete”. (Leggi il precedente articolo)

http://molisetabloid.it/intervista-esclusi...ato-mia-verita/

Intervista esclusiva all’ex parroco di Cercepiccola e San Giuliano, Giovanni Tramontano: ‘Diffamato e calunniato, ecco la mia verità’
BY MOLISETABLOID – 05/08/2014
POSTED IN: ATTUALITÀ, CERCEPICCOLA, IN PRIMO PIANO, SAN GIULIANO DEL SANNIO

“Sono ormai otto mesi che ho lasciato il sacerdozio ma sulla mia persona sono state dette e continuano a circolare tante voci insulse e calunniose. Sono stato dipinto come il peggior criminale del mondo senza motivo alcuno. Ma adesso basta. Sono davvero stanco di questa situazione. Ora è giunto il momento di darci un taglio”. E’ quanto dichiarato in una intervista esclusiva rilasciata a Molisetabloid.it dall’ex parroco di Cercepiccola e San Giuliano del Sannio, Giovanni Tramontano, il quale denuncia la presenza di “chiacchiericci che vanno a ledere non solo la mia persona ma anche quella di terzi”.
“Lettere anonime, dicerie, menzogne, racconti inventati di sana pianta – continua Tramontano – mossi da una profonda cattiveria di poche persone che non so da cosa possa nascere. Tra le tante cose è stato addirittura detto che sarei abile a fare il lavaggio del cervello, a plagiare, a ‘rigirare’ le persone, a riuscire ad avere potere su di loro con il solo scopo di sfruttarle e tenerle strette a me. E in questa vicenda, purtroppo, è stata immischiata anche una mia carissima amica che, suo malgrado, si è trovata coinvolta in queste dicerie solo perché all’epoca, in qualità di sacerdote, le sono stato vicino in un momento di profonda tristezza che l’aveva colpita. Il lavoro di un sacerdote è proprio quello di stare vicino ai propri parrocchiani quando ne hanno più bisogno, ma evidentemente alcune persone dalla mentalità chiusa, ottusa, hanno visto in questo mio gesto un qualche segno di maliziosità, vedendo del marcio in una cosa pura come l’amicizia, sentimento che può tranquillamente esistere tra un uomo ed una donna (o tra un prete ed i suoi parrocchiani) senza che si trascenda obbligatoriamente in qualcosa di più profondo. L’amicizia non deve essere giustificata. Posso dire a gran voce ed alla luce del sole che io, quando ero sacerdote, non ho mai dato scandali (l’aver lasciato il clero non costituisce uno scandalo) e cattivi esempi, anzi, chi ancora oggi mi incontra e mi ferma per strada nutre nei miei confronti profonda stima, affetto ed amicizia, la stessa che avevo allacciato e che ancora oggi intrattengo con questa persona insieme a molti altri cittadini delle comunità nelle quali ero parroco. Voglio precisare però – continua a raccontare Tramontano – che non ho sentimenti di rancore verso nessuno, nonostante ci sia chi contribuisce ad alimentare queste dicerie, e non ho assolutamente nulla di cui pentirmi o vergognarmi. Dico solo che, dopo otto mesi, è giunto il momento di lasciarmi in pace a vivere tranquillamente la mia vita.
Tali atti diffamatori nascono da persone povere nell’animo e dominate dalla cattiveria. Se si ha qualcosa da dire è bene farlo guardando l’altro direttamente negli occhi e non nascondendosi come dei vigliacchi nell’anonimato e nell’ombra di assurde macchinazioni. Nelle Sacre Scritture queste persone vengono chiamate ‘sepolcri imbiancati’ poiché appaiono puliti fuori ma il loro cuore è marcio. E il marcio, si sa, prima o poi torna sempre alle origini. Del resto la vera giustizia è quella di Dio che, come recita un antico proverbio, ‘ è lungariello ma no scurdariello’.
Tengo a sottolineare anche che quella di lasciare il clero è stata una mia scelta, non dettata da fattori esterni, non dipesa da imposizioni di terzi. Tuttavia, anche se non sono più un prete, non vuol dire che io abbia lasciato anche la Chiesa, anzi. Credo con sempre più fervore in un Dio dell’amore, che non giudica ma perdona.
Ancora oggi se qualcuno chiede il mio aiuto per una qualsiasi cosa, anche solo per un consiglio, io sono sempre a disposizione perché non rinnego ciò che sono stato. Non sono più un prete, è vero, ma sono sempre Giovanni Tramontano”.
Insieme a Giovanni Tramontano abbiamo incontrato anche una delle persone da lui citate in quanto ritrovatesi oggetto di simili calunnie e diffamazioni. Per motivi di privacy, non citeremo il nome della persona in questione.
“Da Giovanni ho ricevuto solo del bene. Mi è stato vicino, all’epoca, come sacerdote ed oggi ancora come amico sincero e fidato aiutandomi a superare un difficile momento della mia vita. Giovanni è un vero amico, e così come esterna con me questo suo nobile e prezioso sentimento, lo fa con tanti altri che lo rispettano e lo stimano profondamente. Rispondo a chi insinua assurdità di ogni genere che Giovanni non ha mani influenzato o manipolato nessuno in quanto io (qui parlo personalmente) sono perfettamente in grado di intendere e di volere. Se tante altre persone fossero e si comportassero come Giovanni, sicuramente le nostre comunità diventerebbero dei luoghi migliori. E’ facile puntare il dito contro chi è solo, vedendo del marcio in ogni gesto, attaccando costantemente chi è reputato essere il più debole. Ma vi assicuro che anche chi è solo è in grado di difendersi molto bene”.
In chiusura dell’esclusivo incontro, Giovanni Tramontano ha dichiarato un’ultima cosa: “Ora mi sono limitato semplicemente a raccontare. Ma se tale situazione proseguirà, se tali calunnie di queste persone persisteranno, non esiterò ad agire per vie legali. Non si può continuare a vedere persone che, per ragioni inesistenti, distruggono la vita degli altri”.

Edited by GalileoGalilei - 5/8/2014, 17:17
 
Web  Top
view post Posted on 18/12/2013, 10:06
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


Napoli, rione Sanità, record di preti spogliati (e pedofili)

Ricordiamo che operava al Rione Sanità anche don Giovanni (Ivan) Palmieri, assolto per pedofilia per infermità di mente e attualmente cappellano ospedaliero all'Ospedale Cardarelli, nonché testimone di miracole a Medjugorje su Radio Maria

sacerdoti-630

www.retenews24.it/rtn24/societa/ton...iere-di-napoli/

Tonaca addio, sesso non ti resisto. Record di preti spogliati in un quartiere di Napoli
Pubblicato 1 ora fa |

sacerdoti 630

A cura di Giampiero Esposito

Papa Francesco “regna” da pochi mesi. L’effetto Bergoglio c’è e si sente, ma serve ancora tempo per diffondere il Verbo in salsa argentina e provare a fermare così la crisi di vocazioni. Un tempo si indossava la tonaca per rifugiarsi in un futuro tranquillo, trovare una collocazione nella scala sociale. Ora, con i tempi moderni che corrono, neanche più queste certezze sembrano attirare. C’è un quartiere di Napoli, infatti, che negli ultimi anni ha visto “spogliarsi” decine di preti. Nel Rione Sanità e dintorni, zona popolare ricca di tentazioni e situazioni border-line, i sacerdoti non resistono al fascino femminile (ma in alcuni casi neanche a quello maschile) e abbandonano il destino che si erano scelti in seminario. Tanti i casi eclatanti, che i ben informati conoscono da vicino: per risalire a tempi più lontani, c’è un padre che si è spogliato nel 2000 per una relazione con una donna del quartiere che ha poi sposato; c’è un vice parroco che è stato prima trasferito in un’altra parrocchia, poi ha dismesso anche lui le vesti ecclesiastiche per una relazione con un uomo; i residenti raccontano con amarezza anche di un sacerdote che si è suicidato buttandosi dal balcone perché vittima di depressione ma sui cui motivi si è sempre indagato; nella zona di Materdei un altro parroco ha persino avuto una figlia con una donna del quartiere. Persino una suora ha preferito l’amore per una donna influente a quello promesso a Dio. Così è se vi pare, nel Rione Sanità e dintorni, dove le ragazze danno confidenza agli uomini di Chiesa ed è difficile se non impossibile mantenere le giuste distanze, ma anche dove c’è chi combatte la criminalità e la globalizzazione (vedi padre Alex Zanotelli).
 
Web  Top
view post Posted on 30/12/2013, 14:12
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


Ma già 4 anni fa fu al centro di lettere anonime

don_simo

Choc sull'altare: "Lascio la parrocchia e l'abito, troppe calunnie"
Don Simeon Eneh, parroco di Santa Caterina de'Ricci, annuncia ai fedeli il suo addio alla parrocchia e al clero: "Dicevano: la parrocchia non merita un nero"

LE FOTO DELL'ULTIMA MESSA DI DON SIMONE

L'ultima messa di don Simone nella parrocchia di Santa Caterina de' Ricci (foto Attalmi)L'ultima messa di don Simone nella parrocchia di Santa Caterina de' Ricci (foto Attalmi)
FOTO
Le foto dell'ultima messa di don Simone

Prato, 30 dicembre 2013 - "Una decisione maturata dopo una lunga sofferenza. Lascio la parrocchia e l’abito. Così non posso andare avanti". E’ la notizia-bomba lanciata tra i fedeli nella piccola chiesa di Santa Caterina de’ Ricci di via Lepanto da don Simeon Eneh, di origini nigeriane, al termine della messa domenicale. "Da quattordici anni vivo a Prato. In questi anni sono stato accusato di tutto. Mi sono ammalato a causa delle calunnie dette sul mio conto. Il mio fisico non ce la fa più", spiega don Simeon, o Simone come tutti lo chiamano da queste parti. Nessuno si aspettava una decisione tanto drastica, ma don Simone non intende tornare sui suoi passi: lascia Santa Caterina de’ Ricci, lascia Prato e, soprattutto, lascia la tonaca indossata per la prima volta nel lontano 1978. Ieri la messa delle undici si è svolta come di consueto, ma prima di dare la benedizione, don Simone dall’altare ha chiesto ai fedeli — numerosi — di sedersi ancora una volta. "Scusate se rubo un po’ del vostro tempo — ha detto don Eneh — ma è una questione che mi preme molto. Per anni ho subito calunnie da più parti. Dopo tanta sofferenza, sia fisica che morale, il Signore mi ha indicato la strada giusta".

I fedeli hanno ascoltato per venti minuti lo sfogo del parroco, alcuni allibiti, altri che già subodoravano qualcosa dopo una lettera anonima arrivata in parrocchia e alla Curia quattro anni fa in cui si rivolgevano al parroco pesanti accuse. Ieri don Simone ha distribuito la lettera in chiesa durante una messa del tutto inconsueta. Nello scritto il parroco è accusato di aver definito "gruppo di razzisti, della città razzista" i parrocchiani durante un’omelia del maggio del 2009 proprio in Santa Caterina de’ Ricci. Una frase che, evidentemente, nasceva dai problemi avuti dal parroco all’inizio della sua esperienza nella parrocchia di via Lepanto. Accuse non digerite da alcuni fedeli, soprattutto una donna anonima che ha firmato lo scritto: "una pratese doc non razzista". Nella lettera si ricorda il parroco precedente, don Madinelli, che ha fondato la chiesa e che "nulla ha a che vedere con don Simone".

Il prete viene accusato di essersi intascato i soldi raccolti per le offerte, di aver perorato denaro per la sorella. Viene definito "stupido e superficiale, geloso e ignorante" e lo si invita ad andarsene. Toni duri che manifestano un forte risentimento nei confronti del parroco. Il sacerdote non parla apertamente di razzismo ma sostiene di aver incontrato una resistenza iniziale per quel "prete di colore sull’altare". Le voci e le chiacchiere alle sue spalle lo hanno sfinito tanto da arrivare a lasciare l’abito talare. "Infamie — ha spiegato amareggiato dall’altare — Il mio arrivo non è stato accettato subito. Dicevano ‘questa parrocchia non merita un prete nero’. Ho trovato la chiesa in rosso di 7mila euro e grazie a una gestione oculata ora lascio un conto in attivo di 41mila euro. Non ho intascato nulla. Il denaro l’ho chiesto per aiutare un bambino malato che poi, grazie alla vostra generosità, è stato operato. E’ tutto documentato. All’inizio non sono stato benvoluto neppure a Narnali. Dicevano ‘è nero’. Poi, sono passato a Galcetello dove un altro parroco ha voluto prendere il mio posto: furono messe in giro voci di una mia presunta relazione con una donna. Falsità. A Galcetello trovai debiti e fornitori da pagare. Anche lì sono riuscito a ripianare i conti. Quel prete che voleva il mio posto, poi fu portato a Roma con l’accusa di pedofilia".

Ieri è stata l’ultima messa celebrata da Simeon Eneh. I fedeli si sono rifiutati di cantare l’inno conclusivo della messa. "Le tue parole sono sufficienti", hanno detto con le lacrime agli occhi.
Laura Natoli

www.lanazione.it/cronaca/2013/12/30...arrocchia.shtml

Edited by GalileoGalilei - 4/9/2015, 04:54
 
Web  Top
view post Posted on 30/12/2013, 15:37
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


http://www.notiziediprato.it/2013/12/don-s...roco-di-colore/

Don Simeon lascia il sacerdozio, l’annuncio durante la messa. La Diocesi: “Non c’entra il razzismo”. Al suo posto un nuovo parroco di colore
30 Dicembre 2013 C Categoria: Cronaca, Primopiano, Vita ecclesiale, Vita in città
don_simo
Don Simeon Eneh, parroco di Santa Caterina De’ Ricci, ha annunciato di lasciare il sacerdozio. E’ stato lo stesso sacerdote a spiegare ai fedeli le motivazioni che l’hanno spinto a questo importante passo. Una decisione, quella di don Simeon che non ha colto di sorpresa monsignor Franco Agostinelli. “Il Vescovo – si legge in una nota della diocesi – in questi mesi ha condiviso personalmente e più volte, la sofferenza interiore di questo sacerdote e le riflessioni riguardo al ministero”. Ci sarebbe dunque un lungo travaglio interiore e non tanto episodi di razzismo o difficoltà particolari della vita parrocchiale a motivare questa scelta. «Di fronte al travaglio di una coscienza – afferma il vescovo – il rispetto profondo è l’atteggiamento più appropriato».
Tanto più che alla Curia non risulta che don Simeon, originario della Nigeria, sia stato vittima di episodi di razzismo. Del resto la presenza di sacerdoti di diverse provenienze e etnie è un dato ormai acquisito anche da parte della nostra Diocesi: numerosi sono infatti i preti, provenienti anche dall’Africa, che hanno prestato e prestano servizio nelle parrocchie e nei diversi ambiti della pastorale. «Avremmo voluto – spiega il vicario generale monsignor Nedo Mannucci – essere presenti alla Messa per salutare e ringraziare don Simeon per questi anni di servizio; da parte sua c’è stata la preferenza di vivere personalmente, all’interno della propria comunità, questo congedo».
La denigratoria lettera anonima, lamentata da don Simeon e mostrata ieri ai fedeli, è deprecabile ma, certamente, non è rappresentativa della sensibilità e del comportamenti dei parrocchiani di Santa Caterina De’ Ricci, come anche alla fine delle celebrazioni è apparso chiaro: in tanti hanno manifestato affetto e riconoscenza al loro parroco e dolore per la scelta intrapresa.La tempestiva nomina del nuovo parroco scaturisce da questo lungo percorso di condivisione vissuto dal vescovo con don Simeon. Alla guida della parrocchia di Santa Caterina De’ Ricci è da oggi un altro sacerdote africano: don Denis Touré Yocuba, della Diocesi di Korhogo, in Costa D’Avorio.


CommentiCommenti: 1
Stampa Share

Commenti manuele un momento fa
A me pare che invece il razzismo c’entri eccome e non poco !!
 
Web  Top
view post Posted on 30/12/2013, 21:21
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


http://iltirreno.gelocal.it/prato/cronaca/...niero-1.8383374

Il 30% dei sacerdoti della Diocesi è straniero
Ormai da diversi anni nelle parrocchie di Prato e provincia celebrano messa preti provenienti da mezzo mondo
curia immigrazione
+
-
PRATO. La nomina da parte del vescovo Franco Agostinelli di un nuovo parroco straniero alla chiesa S. Caterina de' Ricci, al posto di un altro uscente, non è stata una scelta casuale. Sono tantissimi infatti i parroci stranieri che da molti anni operano sia a Prato che nel territorio della Provincia: 43 su 150 (circa il 30% ) sacerdoti della Diocesi pratese.
Molti provengono dalla Polonia, dall'Africa come l'ivoriano don Denis Tourè Yocuba il nuovo parroco della parrocchia di Santa Caterina de' Ricci che è andato a sostituire il nigeriano don Simeon Eneh. C'è anche chi proviene dalla Romania, dal Venezuela, da Malta, dalla Nuova Guinea e dall'India, l'unico sacerdote orientale in diocesi è don Francesco Saverio Wang, cappellano della comunità cinese e vice parroco all'Ascensione al Pino. È stato don Wang a celebrare la messa in ricordo delle sette vittime cinesi morte nel rogo del Macrolotto. (a.c.)
30 dicembre 2013
 
Web  Top
view post Posted on 21/1/2014, 15:22
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


Don Mauro Pegoraro

Missionario bergamasco in Indonesia ha scoperto l'amore

IMG_1197

http://viaggiinindonesia.blogspot.it/


Viaggi in Indonesia

Fate la vostra vacanza da noi per finanziare la scuola dei ragazzi poveri

Ciao a tutti sono don Mauro nato nel '72 e ordinato sacerdote nella diocesi di Bergamo nel 1999. Mi trovo in Indonesia al servizio dell'Associazione Nayasan Baramuli che opera nel campo scolastico.

http://viaggiinindonesia.blogspot.it/2014/...e-continua.html

martedì 21 gennaio 2014

La mia missione continua



Io, tra i bambini dell'Indonesia
Airmadidi: 21 gennaio 2014
I miei quindici anni di sacerdozio «sono stati meravigliosi».
Ho svolto la mia missione cercando di portare a tutti la fratellanza e la solidarietà: ho cercato di stare vicino ai deboli e agli ammalati, ai giovani e ai ragazzi cercando di dare i consigli che ritenevo piu’ giusti.
Ho rivolto tanti sorrisi, regalato abbracci, pronunciato infinite volte parole di speranza e trasmesso coraggio a tutti coloro che soffrivano.
La passione sacerdotale non è mai mutata con gli anni.
Ora qui in Indonesia mi sono trovato a fare un’esperienza unica tra gente davvero povera e piena di vivacita’ e di entusiasmo.
Osservando questi sorrisi sinceri ho riflettuto sul mio essere prete, sugli sbagli che si fanno, sulle leggerezze che si usano e qui ho trovato l’ambiente giusto che mi ha fatto dire voglio continuare a fare del bene e lo voglio fare da laico, impegnato sempre nella missione di trasmettere parole che parlano di amore e che portano a Dio, ma voglio formare la mia famiglia e costruirla qui tra la poverta’, tra i sorrisi e in questa terra che mi ha fatto rivivere e mi ha fatto trovare la pace con me stesso.
So che diverse persone non capiranno questa mia scelta, ma vi dico solo questo: sono felice di poterla fare e di aver ritrovato la forza e l’energia che pian piano con gli anni avevo perso.
Accompagnatemi in questo momento come lo avete sempre fatto e ve ne sono grato.




Pubblicato da Mauro Pegoraro a 09:47
Invia tramite email
Postalo sul blog
Condividi su Twitter
Condividi su Facebook

Etichette: Airmadidi, famiglia, Indonesia, Info e costi, laico, missione, ragazzi, sorrisi, Varie, Viaggi
6 commenti:

Bea Travel Planner21 gennaio 2014 15:02
Articolo a dir poco commovente, ti auguro tanta serenità, che al giorno d'oggi credo sia il regalo più grande che si possa ricevere! Un abbraccio Bea

Rispondi
Risposte

Mauro Pegoraro21 gennaio 2014 15:11
Grazie Bea, sono semplici parole, ma quelle che il cuore mi ha dettato. Qui' la erenita' e la gioia sono di casa e sono davvero felice di rendervene partecipe.


Maddalena Caltran21 gennaio 2014 19:30
La felicità che trasmetti.. Va oltre... Ogni cosa... È un dono che regali a loro... Ogni giorno... E loro lo danno il stesso... Ti sono vicino... Un abbraccio... Maddalena....


Mauro Pegoraro21 gennaio 2014 19:50
Maddalena ti ringrazio e saluta tutta la tua famiglia e il tuo nipotino. I bambini sono il nostro futuro....

Rispondi

katiuscia imberti21 gennaio 2014 15:31
Dove c'è Amore, Dio non mancherà!!! Un abbraccio Sincero di cuore e un grosso In Bocca Al Lupo!!!

Rispondi
Risposte

Mauro Pegoraro21 gennaio 2014 15:36
Che belle parole Katiuscia..si l'amore puo' tutto e i veri sorrisi ti trasformano dentro...Buona giornata a tutti voi

Edited by GalileoGalilei - 4/9/2015, 04:55
 
Web  Top
view post Posted on 26/2/2014, 05:28
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


http://www.primonumero.it/attualita/news/1...-la-scelta.html


25/02/2014 - IL PARROCO DI CERCEPICCOLA TORNA LAICO, BREGANTINI: RISPETTO LA SCELTA

Campobasso. Ha lasciato un buon ricordo di sé il parroco di Cercepiccola don Giovanni Tramontano al quale la Diocesi rivolge il suo ringraziamento «per il servizio svolto nelle parrocchie di San Giuliano del Sannio e Cercepiccola».
Il prete ha infatti chiesto, dopo un periodo di riflessione, di iniziare la pratica di riduzione allo stato laicale.
«Siamo molto dispiaciuti della sua scelta – fa sapere oggi il vescovo Bregantini - ma come ogni scelta va rispettata e capita, mai giudicata. Gli siamo molto vicini per il suo futuro cammino, non facile, con tanta preghiera, amicizia e solidarietà».


http://molisetabloid.altervista.org/don-gi...-mai-giudicata/

Don Giovanni Tramontano non sarà più sacerdote. Il Vescovo Bregantini: ‘scelta che va capita e rispettata, mai giudicata’
BY MOLISETABLOID – 25/02/2014
POSTED IN: ATTUALITÀ, CAMPOBASSO, CERCEPICCOLA, IN PRIMO PIANO, SAN GIULIANO DEL SANNIO
Il parroco di Cercepiccola e San Giuliano del Sannio, Giovanni Tramontano, ha chiesto di iniziare la pratica di riduzione […]


Il parroco di Cercepiccola e San Giuliano del Sannio, Giovanni Tramontano, ha chiesto di iniziare la pratica di riduzione allo stato laicale. A renderlo noto in maniera ufficiale è il Vescovo e la Curia Diocesana di Campobasso – Bojano, Monsignor Giancarlo Maria Bregantini. In parole spicciole il “don” dei due paesini della Valle del Tammaro non sarà più un sacerdote.
«Lo ringraziamo per il suo servizio di entusiasmo e di gioia che ha svolto presso le due parrocchie di San Giuliano del Sannio e Cercepiccola – spiega il vescovo – come guida spirituale dei due paesi, che conserveranno sempre la gratitudine per quanto hanno ricevuto.
Siamo molto dispiaciuti della sua scelta, ma come ogni scelta va rispettata e capita, mai giudicata.
Gli siamo molto vicini per il suo futuro cammino, non facile, con tanta preghiera, amicizia e solidarietà».

http://www.diocesicampobassobojano.it/onli...nni-tramontano/

La gratitudine della diocesi nella scelta di don Giovanni Tramontano.
25 FEBBRAIO 2014
Cercepiccola (CB). Il Vescovo e la Curia Diocesana di Campobasso – Bojano, rende noto che il parroco Don Giovanni Tramontano, ha chiesto, dopo un periodo di riflessione, di iniziare la pratica di riduzione allo stato laicale.

«Lo ringraziamo per il suo servizio di entusiasmo e di gioia che ha svolto presso le due parrocchie di San Giuliano del Sannio e Cercepiccola – in provincia di Campobasso - come guida spirituale dei due paesi, che conserveranno sempre la gratitudine per quanto hanno ricevuto.

Siamo molto dispiaciuti della sua scelta, ma come ogni scelta va rispettata e capita, mai giudicata.

Gli siamo molto vicini per il suo futuro cammino, non facile, con tanta preghiera, amicizia e solidarietà».

Questa, in sintesi, la voce ufficiale del Pastore mons. GianCarlo Maria Bregantini, alla guida della diocesi di Campobasso –Bojano.









L’Addetto Stampa

Rita D’Addona
 
Web  Top
view post Posted on 26/2/2014, 05:44
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


Diocesi di Campobasso, si spreta don Giovanni Tramontano

don-giovanni-tramontano-465x278

Don Giovanni Tramontano non sarà più sacerdote. Il Vescovo Bregantini: ‘scelta che va capita e rispettata, mai giudicata’
BY MOLISETABLOID – 25/02/2014
POSTED IN: ATTUALITÀ, CAMPOBASSO, CERCEPICCOLA, IN PRIMO PIANO, SAN GIULIANO DEL SANNIO
Il parroco di Cercepiccola e San Giuliano del Sannio, Giovanni Tramontano, ha chiesto di iniziare la pratica di riduzione […]


Il parroco di Cercepiccola e San Giuliano del Sannio, Giovanni Tramontano, ha chiesto di iniziare la pratica di riduzione allo stato laicale. A renderlo noto in maniera ufficiale è il Vescovo e la Curia Diocesana di Campobasso – Bojano, Monsignor Giancarlo Maria Bregantini. In parole spicciole il “don” dei due paesini della Valle del Tammaro non sarà più un sacerdote.
«Lo ringraziamo per il suo servizio di entusiasmo e di gioia che ha svolto presso le due parrocchie di San Giuliano del Sannio e Cercepiccola – spiega il vescovo – come guida spirituale dei due paesi, che conserveranno sempre la gratitudine per quanto hanno ricevuto.
Siamo molto dispiaciuti della sua scelta, ma come ogni scelta va rispettata e capita, mai giudicata.
Gli siamo molto vicini per il suo futuro cammino, non facile, con tanta preghiera, amicizia e solidarietà».

http://molisetabloid.altervista.org/don-gi...-mai-giudicata/
 
Web  Top
view post Posted on 26/2/2014, 06:26
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


http://www.quotidianomolise.com/cercepicco...-chi-lha-visto/

Cercepiccola. Per sapere dove è finito il nostro parroco dobbiamo andare a Chi l’ha visto ?
Pubblicato da: Dionisio Di Marzio Data: febbraio 25, 2014 In: Dalle Città | commenti : 0
Cercepiccola. Per sapere dove è finito il nostro parroco dobbiamo andare a Chi l’ha visto ?
“Anche il nostro parroco è sparito da oltre un mese senza un saluto, senza una ragione e andato via, mandato, o costretto ad andarsene, non sappiamo e noi fedeli non riusciamo a capire cosa è accaduto, il clero osservando il massimo silenzio non risponde alle nostre sollecitazioni alle richieste di chiarezza, aiutateci a capire cosa è successo!”

L’appello proviene da alcuni cittadini di Cercepiccola dove da circa un mese, per celebrare messa, si alternano i frati del Convento di Sepino. Bocche cucite e aria di gran mistero una situazione che alimenta voci incontrollate tutte da verificare. Se qualcuno è in grado di spiegare lo faccia! I fedeli non sono da considerarsi sudditi stupiti da tenere sotto il tacco e, cercare di mettere la testa sotto la sabbia non serve se non allo struzzo che, come è noto, è un animale stupido oltre che dominato dalla paura.
 
Web  Top
view post Posted on 1/3/2014, 04:52
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


Voci di relazione sentimentale. Correva dietro donne assatanate

p159_1_00


www.giornalediseregno.it/notizie/cr...br-3235086.html

Don Paolo Ciotti rinuncia al sacerdozio Si avvia alla professione di psicologo, nessuna conferma su una presunta relazione sentimentale

index.php?pos=14&cod=max-3235556-1-mondo&img=201403010418420596957001393643922

www.scoopsquare.com/post/it/2014/02...ml#.UxFRXfl5Nlw

Don Paolo Ciotti rinuncia al sacerdozio Ha vissuto per anni al quartiere Prati

Avrebbe deciso di lasciare il sacerdozio ma le motivazioni sono ancora ignote. Stiamo parlando di ...

Il post dal titolo: «Don Paolo Ciotti rinuncia al sacerdozio Ha vissuto per anni al quartiere Prati» è apparso il giorno 25/02/2014, alle ore 07:23, sul quotidiano online Giornale di Desio


www.incrocinews.it/chiesa-diocesi/d...la-vita-1.82795


INTERVISTA
Dalla relazione di coppia
alla generazione della vita
Don Paolo Ciotti parla della sua esperienza come consulente etico e psicologo nel Consultorio familiare interdecanale di Seregno, Seveso e Carate Brianza

di Marta VALAGUSSA
Don Paolo Ciotti
Don Paolo Ciotti
Generi (1)

Tag (2)

3.11.2013
Da anni nella diocesi di Milano vengono proposti, con un calendario particolare per ogni zona, alcuni incontri che si rivolgono ai giovani fidanzati sul tema della relazione di coppia, della generazione della vita, della paternità e maternità responsabili e della conoscenza dei metodi naturali. Si tratta del percorso «Imparare ad amare l’amore», rivolto in primo luogo alle coppie che hanno intrapreso il cammino triennale per i fidanzati, offerto dall’Azione Cattolica.
Vista l’importanza delle tematiche e la difficoltà a rintracciare altri luoghi e occasioni che aiutino le coppie in questo tipo di riflessione, l’iniziativa ha raggiunto il territorio in maniera capillare. Ne parliamo con don Paolo Ciotti, sacerdote dal 1986, impegnato come consulente etico e psicologo nel Consultorio familiare interdecanale di Seregno, Seveso e Carate Brianza.
Don Paolo, come sono strutturati gli incontri del percorso «Imparare ad amare l’amore»?
Nello specifico della nostra realtà, gli incontri si svolgono tramite il Consultorio di Seregno, una realtà fondamentale per noi. Ma data la vastità dei tre Decanati, abbiamo deciso di andare sul territorio, con quattro incontri antropologici che integrano i percorsi catechistici locali: due a livello psicologico relazionale, uno specificatamente medico sulla sessualità e un ultimo incontro prettamente legale, nel quale un avvocato illustra nello specifico gli articoli del Codice Civile che vengono letti il giorno del matrimonio.
Quali sono le caratteristiche del vostro gruppo?
In questi anni la collaborazione con il Consultorio è risultata preziosa. Nel tempo abbiamo registrato due fenomeni importanti. Il primo riguarda i corsi prematrimoniali parrocchiali. In molti Decanati circostanti, per mancanza di richieste, i corsi tradizionali non sono stati avviati. Nei nostri incontri, invece, registriamo presenze molto elevate: parliamo di 300-350 fidanzati nel 2013. Anche se negli anni scorsi, lo devo ammettere, siamo arrivati ad accogliere anche 600 giovani...
Stiamo parlando comunque di un ottimo risultato. Come sono cambiati i vostri incontri nel tempo? La platea ha cambiato caratteristiche, negli ultimi anni...
Questo è proprio il secondo elemento degno di nota. L’età media delle coppie si aggira attorno ai 28-30 anni e quasi il 90% delle coppie ormai è già convivente. La partecipazione è comunque molto attiva e l’atteggiamento dei giovani non è critico o polemico nei confronti della Chiesa.
Nel percorso lei ha un ruolo rilevante non solo come sacerdote, ma anche per la sua formazione psicologica, dato che insegna Psicologia della religione presso l'Istituto Superiore di Scienze Religiose a Milano. In che modo questa competenza professionale la aiuta nel confronto con i fidanzati?
La psicologia è una competenza che ogni sacerdote dovrebbe avere, per cercare di leggere con più accuratezza i processi umani. Occorre sicuramente maggiore concretezza nel cercare di comprendere i vissuti di una persona, il suo passato e il suo presente. Trovo un grande vantaggio nell’essere un sacerdote che approfondisce lo studio della psicologia: è possibile conciliare i valori del Vangelo con il vissuto delle persone. Esigenza quanto mai urgente nella società di oggi.

www.issrcremacremonalodi.net/ciotti_don_paolo.html

CIOTTI Don PAOLO

Titolo di studio

Baccalaureato in Teologia (1986)
Diploma di Magistero in Scienze della Formazione (1999)
Laurea in Scienze dell'Educazione (2000)
Laurea in Scienze e tecniche Psicologiche (2009)

Casella di posta

[email protected]

INSEGNA:

PSICOLOGIA DELLA RELIGIONE (PREL)


www.paroladiugo.it/2014/02/03/lucig...a-ridere-tutti/
Lucignolo e il servizio sull’ esorcismo che fa ridere tutti
Posted by Parola diUgo on 03/02/2014 in Spettacolo No comments
Share on facebookShare on twitterShare on diggShare on deliciousShare on emailMore Sharing Services

Easy AdSense by Unreal
03/02/2014- Marco Berry incontra Martina, una ragazza che sostiene di essere stata posseduta dal demonio.

Durante la puntatata di Lucignolo andata in onda ieri sera su Italia 1 è stato trasmesso un servizio nel quale si parlava del fenomeno degli esorcismi. Una ragazza chiamata con il nome di fantasia “Martina” ha contattato la redazione della trasmissione per raccontare la sua esperienza, dopo essersi riconosciuta in un video sullo stesso tema andato in onda la settimana prima durante la trasmissione.


SEMPRE PIÙ ESORCISTI – In italia sono stati nominati decine di esorcisti, come conferma Francoise Dermine, che di professione caccia il demonio dai corpi dei posseduti: «Gli esorcisti sono sempre più numerosi». Le chiese in cui questa figura opera sono piene di persone che attendono di essere “liberate dal demonio”. Don Paolo Ciotti, anch’egli esorcista ha detto che un posseduto gli avrebbe detto «Se fosse per me ti avrei già fatto a pezzi, ti avrei già fatto fuori, ma c’è “lei” che non mi permette neanche di avvicinarmi a te. “Lei” era la Madonna, non la nomina, ha orrore a nominarla». Francois Dermine dice di aver avuto a che fare con un bambino coinvolto in riti satanici che avrebbe avuto bisogno di benedizioni.

LA STORIA DI MARTINA – Martina, ragazza che ha contattato la trasmissione racconta che la sua storia è cominciata quando: «mia madre non capiva perchè ero un bambina diversa dalle altre. Rispondevo male, volevo stare sempre al buio, non mi andava di fare amicizie, mi tagliavo. Non potevo entrare in chiesa. Mi bruciava tutto». In seguito sarebbe stata visitata da uno psicologo che avrebbe consigliato – racconta Martina – di portarla da un esorcista. Secondo quanto riportato dalla ragazza,la sua pelle si sarebbe scottata quando il prete le ha appoggiato la croce sulla pelle, anche perchè il suo corpo, che in quel momento «aveva una forza sovrumana», sarebbe stato posseduto da 30 spiriti differenti e che aveva bisogno di essere anche esorcizzata attraverso il cellulare. Tra gli accadimenti che sono capitati in quel periodo vi sarebbero state lampadine che si rompevano da sole e graffi che comparivano sui muri: «ha visto l’esorcismo di Emily Rose, il film? Quello. Il letto dondolava. Queste cose le sto avendo anche ora, come il freddo glaciale in casa con il riscaldamento a 30 gradi, la coperta che va via. In casa da sola non posso più stare». Martina dice che quando era posseduta parlava, l’aramaico, la lingua dell’inferno e l’arabo. Ora, dopo aver sofferto molto, Martina si aspetta solo tranquillità dalla vita.

L’ESORCISMO E LE RAGIONI DI TWITTER
 
Web  Top
OttonediB.
view post Posted on 1/3/2014, 11:31




Il 20 luglio del 1969 l'uomo è andato sulla luna, noi dopo 45 anni ci tocca leggere ancora di esorcisti e di demoni.
 
Top
view post Posted on 9/3/2014, 23:21
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


http://webcache.googleusercontent.com/sear...lient=firefox-a


http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/201...-spretarsi.html
domenica 9 marzo 2014
Trend postconciliari: lo spretarsi-express
Durante le feste di Natale mi avevano riferito che un giovane sacerdote, per gli amici Taturiello, dopo appena due anni di Messa ha improvvisamente gettato la tonaca alle ortiche ("tonaca" in senso metaforico: non ne ha mai usata una, era decisamente raro vederlo con almeno il colletto del clergyman, e rifiutava perfino il titolo "don"). Lo ha fatto così, di punto in bianco e senza preavviso, pochi mesi dopo un caso analogo nella sua stessa diocesi. Notizie del genere non stupiscono più: questo drammatico stillicidio di abbandoni repentini del sacerdozio avanza ovunque a ritmo sempre più accelerato.

Nel leggere il giornale al mattino, i vescovi temono di scoprire dalle cronache locali di avere una parrocchia "scoperta" in più e un prete in meno. In pochi anni alla Congregazione per il Clero si sono accumulati oltre dodicimila di questi casi (su poco più di 400.000 sacerdoti nel mondo): gli spretati-express se ne infischiano della trafila burocratica per chiedere la riduzione allo stato laicale. Dopotutto se il sacerdozio consisteva nell'avere «una personalità integrata e un carattere dialogante e moderato», a che pro perdere tempo per mettersi a posto con santa madre Chiesa?

E pensare che per arginare il fenomeno erano state escogitate diverse eccelse strategie: allungare la formazione a cinque anni, anzi a sei anni e più, imbottire i candidati di tantissime attività di seminario e parrocchiali, esigere il biennio di licenza teologica aggiuntivo... Non è servito a niente: anche ad aggiornarli spesso, gli annuari diocesani sono sempre zeppi di nomi e statistiche del clero che non corrispondono alla realtà. Tutte le volte che gli ecclesiastici hanno tentato di gestire la Chiesa come se fosse un partito o un'azienda, hanno sempre fatto la magra figura dei dilettanti allo sbaraglio.
Pubblicato da Esistenzialmente Periferico alle 18:12
 
Web  Top
OttonediB.
view post Posted on 11/3/2014, 12:14




Riferendomi all'ultimo post aggiunto, c'è da dire che se nemmeno tutti gli investimenti fatti per garantirsi preti ligi e fedeli nel tempo vuol dire che le cose proprio non vanno. E lasciare un posto fisso remunerato e con residenza in cui non si paga l'affitto vuol dire che la ccar è proprio messa molto male. Meglio così.
 
Top
157 replies since 6/8/2007, 13:18   41450 views
  Share