Laici Libertari Anticlericali Forum

Preti in crisi, Quando si spretano per un uomo, una donna, per tornare uomini liberi.

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Felipe-bis
view post Posted on 7/8/2009, 08:33




CITAZIONE (GalileoGalilei @ 6/8/2009, 08:32)
... nel rispetto del diverso, per crescere assieme in quell’unità che è dono di Dio e sforzo nostro perché riusciamo a pensarci sullo stesso cammino di figli di un Padre buono.
...
Padova, 12 giugno 2009

Sarei tanto curioso di vedere fin dove si spinge questo suo nuovo "rispetto del diverso".
 
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view post Posted on 1/10/2009, 11:27
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giovedì 01 ottobre 2009, 07:00
La nuova promessa della teologia lascia per sposarsi


di Andrea Tornielli

Quarantanove anni, una brillante carriera di teologo, uno dei pochi considerati fedelissimi di Roma ad aver raggiunto posti importanti nelle facoltà tedesche, docente di dogmatica a Bonn, titolare di insegnamenti a Madrid e a Lugano. Ieri è arrivato l’annuncio del cardinale Karl Lehmann, vescovo di Magonza, che lo sospende dal sacerdozio perché non è più in grado di rimanere celibe.
Farà scalpore nei sacri palazzi più che in Germania la notizia che Michael Schulz, teologo ratzingeriano emergente e membro della Commissione teologica internazionale - l’élite presieduta dal Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede che collabora con la Santa sede nell’esaminare delle questioni dottrinali di maggior importanza - ha deciso di abbandonare il sacerdozio per sposarsi.
Uno scarno comunicato della diocesi di Magonza rende noto che Schulz «ha informato il vescovo Karl Lehmann che non si vede più nella condizione di vivere il celibato sacerdotale». Il cardinale «ha sospeso Schulz come sacerdote e ha informato l’arcivescovo di Colonia, cardinale Joachim Meisner, ordinario della facoltà teologica di Bonn». La diocesi di Magonza informa che agirà secondo quanto previsto dal Concordato e questo dovrebbe significare che a Schulz sarà chiesto di lasciare la cattedra di dogmatica.
L’annuncio ha choccato non poco gli ambienti vaticani, perché Schulz era considerato una vera promessa della teologia, un emergente, fedele al Papa e allievo del vescovo di Ratisbona, Gerhard Ludwig Müller. Originario di Wiesbaden, Schulz ha studiato a Magonza e alla Gregoriana di Roma. Sacerdote dal 1984, ha ottenuto il dottorato a Monaco con una tesi su Hans Urs Von Balthasar. Nel 2001 è diventato professore alla facoltà di teologia di Lugano con una tesi sulla storicità del peccato originale. Dal 2002 al 2004 è stato membro della Commissione teologica della Conferenza episcopale svizzera ed è il curatore della collana intitolata «Grandi teologi. Precursori del Terzo millennio», per la quale ha pubblicato due saggi su Von Balthasar e su Karl Rahner.
È membro della Commissione teologica internazionale per il quinquennio 2009-2013, e la sua presenza fra i trenta membri scelti dal Vaticano per collaborare con l’ex Sant’Uffizio la dice lunga sua quale sia la stima di cui gode Oltretevere.
Sia in Germania sia in Austria e in Svizzera si sono riscontrati diversi casi di preti conviventi, alcuni dei quali presentano quella che in realtà è la loro compagna come segretaria o assistente. Nei mesi scorsi ha fatto discutere il caso del vescovo ausiliare di Linz, Gerhard Wagner, la cui nomina era stata firmata dal Papa e pubblicata, ma che è stato costretto ad abbandonare a causa di una forte campagna contraria perché considerato troppo conservatore: tra i preti suoi più accesi contestatori, uno dei quali siede nel capitolo della cattedrale, ce n’erano alcuni che convivevano con le rispettive compagne e questa era una delle situazioni che il Vaticano, designando Wagner, intendeva affrontare.
Il caso di Schulz, però, è diverso: il teologo ha infatti deciso di lasciare il sacerdozio per potersi sposare e non ha manifestato l’intenzione di contestare la secolare norma del celibato in vigore nella Chiesa latina. Una norma della quale Papa Ratzinger ha più volte ribadito il valore.
 
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view post Posted on 3/10/2009, 09:56
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http://stage7.presstoday.com/_Standard/Articles/13713790

Gazzettino, Il (Belluno)
"Monsignor Giulio Antoniol si è dimesso da arciprete della cattedrale con una lettera al..."

Data: 03/10/2009
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Cronaca Locale
Sabato 3 Ottobre 2009, Monsignor Giulio Antoniol si è dimesso
da arciprete della cattedrale
con una lettera al vescovo
Il religioso non era sparito
ma sul Cammino di Santiago,
lungo il quale ha maturato la decisione,
non è riuscito a superare un conflitto
interiore causato da «un peso dolce
e lacerante». Ai parrocchiani dice
«Evitate le chiacchiere»



http://stage7.presstoday.com/_Standard/Articles/13713729

Corriere delle Alpi pag. 26
"Chiedo a tutti di rispettare la mia decisione"

Data: 03/10/09
Cronaca Locale

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LE SUE PAROLE
«Chiedo a tutti di rispettare la mia decisione»





Ha chiesto perdono ai suoi parrocchiani don Giulio Antoniol. Lo ha fatto ai microfoni di Antennatrenordest durante un’intervista a cuore aperto. Il sacerdote - raggiunto nella sua casa di Lamon - ha parlato del momento travagliato che sta attraversando. Momento che però sta vivendo con grande serenità. «Sono stato in pellegrinaggio a Santiago de Compostela. Ho percorso ottocento chilometri e ho capito molte cose», ha raccontato.
Il parroco del Duomo ha anche sottolineato come le sue siano dimissioni temporanee. «Ho incontrato il vescovo. Ho maturato questa decisione dopo diversi mesi». Insomma, don Giulio non sarà più il parroco del Duomo, ma rimarrà sacerdote a tutti gli effetti. Il sacramento dell’ordine quindi resta.
A muovere don Giulio ci sarebbero problemi personali, sui quali preferisce non sbilanciarsi. «Chiedo a tutti di rispettare la mia decisione», l’invito cui è seguita una richiesta di perdono per il modo “brusco” in cui ha lasciato la sua parrocchia. Don Giulio Antoniol non è però solo: «In tanti mi stanno manifestando la loro vicinanza: parrocchiani e amici preti a cui ho raccontato la mia storia personale». Nelle prossime ore don Giulio invierà una lettera ai suoi parrocchiani.
 
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http://corrieredelveneto.corriere.it/veron...836965162.shtml

Il caso Il sacerdote rompe il silenzio e comunica la sua sofferta decisione da Lamon
Don Giulio lascia: «Chiedo perdono»
Feltre, l’arciprete si dimette dalla parrocchia: rispettate la mia scelta
Don Giulio Antoniol ha lasciato al cattedrale di Feltre

Don Giulio Antoniol ha lasciato al cattedrale di Feltre

FELTRE — Don Giulio non è più parroco né insegnante, anche se resta sacerdote. Chiede perdono ai fedeli, che a suo giudizio, sono stati presi alla sprovvista. Dopo alcuni giorni di attesa, ieri la svolta nella vicenda del quarantenne arciprete del Duomo di Feltre. «Ho comunicato le dimissioni dal mio ufficio al vescovo ieri (l’altro ieri, ndr) - ha fatto sapere in tivù, dai microfoni di Antenna Tre don Giulio Antoniol - . Chiedo rispetto per una scelta personale, ma voglio rassicurare tutti. Ho compiuto un meraviglioso pellegrinaggio a Santiago: un itinerario lungo 800 chilometri e un’esperienza formidabile. L’avevo concordato col vescovo per riflettere sui problemi personali che mi stavano assillando. Non sono rientrato a Feltre perché ho chiesto alle autorità diocesane le dimissioni da incarichi personali. Si tratta di problemi privati e vi chiedo di rispettare la mia intimità».

Don Giulio si è rifugiato a Lamon, protetto dalla gente del paese. «Non voglio interferire ha detto per tutti ieri il sindaco Vania Malacarne - ma desidero esprimere rispetto e solidarietà per una scelta individuale sicuramente travagliata e ponderata ». La questione ha dato origine, tra i fedeli, ad una ridda di voci che il portavoce del vescovo, don Giuseppe Bratti aveva stigmatizzato, solo l'altro ieri, come «sciocchezze». «Sono chiacchiere ingiustificate - aveva chiosato don Bratti - ; il parroco sarà presto a Feltre e chiarirà tutto». Ma la prolungata assenza aveva finito per instillare nuovi dubbi.

A star dietro alle voci, ci sarebbe perfino l'ombra di una ragazza; ma si tratta di congetture che non hanno trovato conferma. Don Giulio cerca le parole per accommiatarsi dai fedeli nel modo meno traumatico: «Sto raccogliendo tante espressioni di stima, vicinanza e fede che commuovono e mi sono di grande sostegno - ha aggiunto ieri sera ad Antenna Tre - . Il modo con cui mi sono allontanato è stato brusco, e per questo chiedo perdono. Ho vissuto momenti un po’ pesanti e che non riuscivo a comunicare in quanto strettamente privati; ma sono sostenuto da tanti amici ». A Feltre i consigli pastorali della parrocchia si sono riuniti ieri sera e al più presto lettura di una lettera di don Giulio ai fedeli. «Non lasceremo soli né i fedeli né don Giulio - ha commentato ieri sera don Bratti ; sono certo che la scelta dell'arciprete non sia definitiva, ma solo una pausa di riflessione».


03 ottobre 2009

http://stage7.presstoday.com/_Standard/Articles/13755076

Corriere del Veneto
"L'arciprete di Feltre confessa «Sono innamorato e confuso»"

Data: 04/10/2009
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Cronaca Locale
Corriere del Veneto
sezione: REGIONE data: 04/10/2009 - pag: 5
Dimissioni nella Chiesa Il sacerdote lascia la parrocchia del Duomo e ringrazia il vescovo. Da mesi pensa a una donna

L’arciprete di Feltre confessa «Sono innamorato e confuso»

Don Giulio: entro l’anno deciderò se abbandonare la tonaca
BELLUNO — «Al cuore non si comanda». Non solo un detto popolare, ma anche la convinzione più intima di don Giulio Antoniol, arciprete della parrocchia del Duomo di Feltre. Un cuore diviso, quello di don Giulio, e non da ieri. Da una parte, l’abito talare, le cerimonie religiose, la pastorale dei fedeli, l’amministrazione dei sacramenti, il contatto con i parrocchiani; dall’altra, l’amore terreno, una donna, i sentimenti e la prospettiva di una famiglia. «Sì – concede don Giulio –, ho chiesto un periodo di distacco dalla funzione pastorale, per problemi di natura affettiva. Spero che questo momento di pausa possa aiutarmi in vista di una verifica seria e onesta sul mio futuro. Sì, ecco, ho avuto dei problemi: sono stato aiutato, su mia richiesta, dall’opinione di persone esperte, ma al cuore si fa fatica a comandare. Ora vivo qui, a Lamon, dai miei genitori, in una sorta di eremitaggio. E’ qui che mi abbandono alla volontà di Dio, perché mi indichi quale strada percorrere».
La vicenda di don Giulio è un fatto umano; non è una battaglia contro la Chiesa, come quella di don Sante Sguotti, l’ex «prete innamorato» di Monterosso (Padova) che apertamente si schierò contro il celibato dei preti. «Non voglio scandali – dichiara don Giulio – né per me né per la Chiesa. Non ho nulla contro la vita pastorale; anzi, devo ammettere che ci sono stati momenti intensi e gratificanti con i fedeli. Uno scambio importante tra il pastore e i parrocchiani. Il fatto è che per la Chiesa l’amore di un sacerdote per una donna è un problema. Ed in effetti lo è: anche se questo sentimento non è espresso né materialmente coltivato, ti fa capire che “non ci sei veramente” quando incontri i fedeli e discuti dei loro problemi. E’ un affetto che lacera».
Don Giulio ha informato subito le autorità diocesane della situazione. «Il Vescovo (monsignor Giuseppe Andrich) conosce la questione da qualche mese, forse da un anno – continua l’arciprete - . Ha assunto un atteggiamento paterno nei miei confronti, perché comprende il cuore umano. Mi ha invitato a restare, nonostante lo “scherzetto” di Santiago».
Don Giulio aveva chiesto e ottenuto un permesso mensile per compiere «il cammino di Santiago», lungo itinerario che porta alla tomba di San Giacomo, in Galizia. Aveva concordato con la diocesi di partire il 24 agosto, ma nessuno in città l’ha più visto. La questione ha dato origine, tra i fedeli, ad una ridda di voci che il responsabile dell’ufficio per le relazioni sociali della Diocesi di Belluno-Feltre don Giuseppe Bratti aveva bollato, solo tre giorni fa, come «sciocchezze». «In fondo – afferma don Giulio – è un messaggio che ho voluto mandare al Vescovo; significava che ero in difficoltà, e che avevo bisogno di una pausa. Il Vescovo ha capito, ha preso atto della situazione senza assumere provvedimenti disciplinari nei miei confronti».
Tre giorni fa don Giulio ha comunicato a monsignor Andrich le sue dimissioni dalla funzione di parroco e dall’insegnamento. Resta sacerdote. «Pensavo che i fedeli si fossero arrabbiati con me – continua l’arciprete - ; e invece ho scoperto che non mi devo difendere. Mi accolgono lo stesso, e ricevo testimonianze di solidarietà». E «l’altra parte»? «Vuole restare – chiarisce il parroco - nel completo anonimato ». Ma quanto durerà questa pausa di riflessione? «Non mi sono posto scadenze – termina don Giulio - ; però ricordo che l’ultimo dell’anno, quando già il problema esisteva, osservando i botti, mi ero rivolto al Signore, implorandolo di definire il mio caso entro la fine del 2009. 'Non ce la faccio più', mi ero detto; e ora, secondo me, si tratta di decidere entro la fine dell’anno ».

http://corrieredelveneto.corriere.it/venet...841568233.shtml

Dimissioni nella Chiesa - Il sacerdote lascia la parrocchia del Duomo e ringrazia il vescovo
L’arciprete di Feltre confessa
«Sono innamorato e confuso»
Da mesi pensa a una donna. «Entro l’anno deciderò se abbandonare la tonaca»
Don Giulio Antoniol (archivio)

Don Giulio Antoniol (archivio)

BELLUNO — «Al cuore non si comanda». Non solo un detto popolare, ma anche la convinzione più intima di don Giulio Antoniol, arciprete della parrocchia del Duomo di Feltre. Un cuore diviso, quello di don Giulio, e non da ieri. Da una parte, l’abito talare, le cerimonie religiose, la pastorale dei fedeli, l’amministrazione dei sacramenti, il contatto con i parrocchiani; dall’altra, l’amore terreno, una donna, i sentimenti e la prospettiva di una famiglia. «Sì – concede don Giulio –, ho chiesto un periodo di distacco dalla funzione pastorale, per problemi di natura affettiva. Spero che questo momento di pausa possa aiutarmi in vista di una verifica seria e onesta sul mio futuro. Sì, ecco, ho avuto dei problemi: sono stato aiutato, su mia richiesta, dall’opinione di persone esperte, ma al cuore si fa fatica a comandare. Ora vivo qui, a Lamon, dai miei genitori, in una sorta di eremitaggio. E’ qui che mi abbandono alla volontà di Dio, perché mi indichi quale strada percorrere».

La vicenda di don Giulio è un fatto umano; non è una battaglia contro la Chiesa, come quella di don Sante Sguotti, l’ex «prete innamorato» di Monterosso (Padova) che apertamente si schierò contro il celibato dei preti. «Non voglio scandali – dichiara don Giulio – né per me né per la Chiesa. Non ho nulla contro la vita pastorale; anzi, devo ammettere che ci sono stati momenti intensi e gratificanti con i fedeli. Uno scambio importante tra il pastore e i parrocchiani. Il fatto è che per la Chiesa l’amore di un sacerdote per una donna è un problema. Ed in effetti lo è: anche se questo sentimento non è espresso né materialmente coltivato, ti fa capire che “non ci sei veramente” quando incontri i fedeli e discuti dei loro problemi. E’ un affetto che lacera». Don Giulio ha informato subito le autorità diocesane della situazione. «Il Vescovo (monsignor Giuseppe Andrich) conosce la questione da qualche mese, forse da un anno – continua l’arciprete - . Ha assunto un atteggiamento paterno nei miei confronti, perché comprende il cuore umano. Mi ha invitato a restare, nonostante lo “scherzetto” di Santiago».

Don Giulio aveva chiesto e ottenuto un permesso mensile per compiere «il cammino di Santiago», lungo itinerario che porta alla tomba di San Giacomo, in Galizia. Aveva concordato con la diocesi di partire il 24 agosto, ma nessuno in città l’ha più visto. La questione ha dato origine, tra i fedeli, ad una ridda di voci che il responsabile dell’ufficio per le relazioni sociali della Diocesi di Belluno-Feltre don Giuseppe Bratti aveva bollato, solo tre giorni fa, come «sciocchezze». «In fondo – afferma don Giulio – è un messaggio che ho voluto mandare al Vescovo; significava che ero in difficoltà, e che avevo bisogno di una pausa. Il Vescovo ha capito, ha preso atto della situazione senza assumere provvedimenti disciplinari nei miei confronti».

Alcuni giorni fa don Giulio ha comunicato a monsignor Andrich le sue dimissioni dalla funzione di parroco e dall’insegnamento. Resta sacerdote. «Pensavo che i fedeli si fossero arrabbiati con me – continua l’arciprete - ; e invece ho scoperto che non mi devo difendere. Mi accolgono lo stesso, e ricevo testimonianze di solidarietà». E «l’altra parte»? «Vuole restare – chiarisce il parroco - nel completo anonimato ». Ma quanto durerà questa pausa di riflessione? «Non mi sono posto scadenze – termina don Giulio - ; però ricordo che l’ultimo dell’anno, quando già il problema esisteva, osservando i botti, mi ero rivolto al Signore, implorandolo di definire il mio caso entro la fine del 2009. 'Non ce la faccio più', mi ero detto; e ora, secondo me, si tratta di decidere entro la fine dell’anno ».

Marco de’ Francesco
05 ottobre 2009

Edited by GalileoGalilei - 5/10/2009, 10:48
 
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La Chiesa alle strette: scatta l’ora dei preti sposati
Tags: abito talare, anglicani, Benedetto-XVI, celibato, Chiesa, fede, nozze, obbligo, panorama in edicola, Papa-Ratzinger, preti sposati, sacerdozio, Vaticano, vocazione 2 commenti
Emmanuel Milingo e Maria Sung, nel giorno delle nozze

Nozze in vista per Maurizio Calipari? Il brillante sacerdote, fratello di Nicola Calipari, l’agente del Sismi ucciso in Iraq, ha chiesto un periodo di riflessione per meditare sulla sua vocazione. Esperto di bioetica, docente di teologia morale e soprattutto autorevole membro della Pontificia accademia per la vita, Calipari starebbe valutando se abbandonare il sacerdozio per una nuova vita.

Prima di lui altri casi clamorosi: Ugo Moretto, direttore del Centro televisivo vaticano, che ha lasciato l’abito talare per sposare una sua ex collaboratrice. E Paolo Curtaz, il “parroco del Papa”, che guidava la parrocchia di Introd dove Benedetto XVI ha trascorso le vacanze. Protagonista persino di uno spot tv per la raccolta dell’8 per mille a favore dei sacerdoti della Chiesa cattolica, don Curtaz ha lasciato tutto per raggiungere la sua compagna dalla quale aveva avuto un figlio.

Sono alcune delle storie degli oltre 6 mila preti sposati italiani. Tutti ricordano anche la love story del vescovo scomunicato Emmanuel Milingo con la coreana Maria Sung. Oppure il matrimonio del parroco di Monterosso, Sante Sguotti, con una giovane parrocchiana.
Ma erano solo la punta di un iceberg.
Nel mondo i sacerdoti che hanno chiesto al Papa la dispensa per sposarsi sono ormai oltre 57 mila e ogni anno circa 700 preti abbandonano l’abito talare. Una vera emergenza per la Chiesa cattolica, già alle prese con la scarsità di vocazioni sacerdotali. Migliaia di lettere sono partite dalla Congregazione per il clero, destinate ai sacerdoti che si trovano in posizione irregolare (conviventi “more uxorio“, oppure con figli non riconosciuti) affinché chiariscano quanto prima la loro posizione. Di preti sposati si torna a parlare in questi giorni: in deroga alla norma sul celibato ecclesiastico, Benedetto XVI accoglierà nella Chiesa cattolica alcune decine di sacerdoti e vescovi tradizionalisti anglicani, con mogli e figli.

Il loro primate, l’arcivescovo australiano John Hepworth, è addirittura divorziato e sposato due volte. La mano tesa di Joseph Ratzinger ai fuoriusciti della Chiesa d’Inghilterra suona come uno schiaffo per i sacerdoti sposati cattolici. “Noi siamo stati messi di fronte alla scelta obbligata fra il sacerdozio e il matrimonio, mentre preti anglicani sposati saranno accolti a pieno titolo nella Chiesa cattolica di rito latino” osserva Federico Bollettin. Classe ’75, don Federico ha lasciato la tonaca per sposare una giovane nigeriana, Fidelia, strappata dalla strada. Ora fa l’operaio e la sua storia è diventata un romanzo (Bianco e nera. Amanti per la pelle, Gabrielli editori).

Come don Federico, molti altri preti sposati vorrebbero tornare a servire la Chiesa. “Sono felicemente coniugato da 25 anni con Anna Maria ma sono contento anche di essere stato ordinato prete. Rifarei entrambe le cose” spiega il teologo e giornalista Gianni Gennari. “Fu proprio il cardinale Joseph Ratzinger a concedermi la dispensa per poter celebrare il mio matrimonio in chiesa. In futuro spero che i preti sposati possano essere valorizzati nella catechesi, nella pastorale, nella carità. Ai vescovi diocesani andrebbe rimessa la facoltà di valutare caso per caso, ma le migliaia di preti sposati sono una forza a disposizione della comunità ecclesiale alle prese con la carenza di vocazioni”.

Al Papa sono stati consegnati diversi progetti in proposito. Uno di questi è già all’attenzione della Congregazione per la dottrina della fede. Accompagnato da una vasta raccolta di firme, prevede che sacerdoti sposati con più di 25 anni di matrimonio possano essere recuperati almeno come diaconi. Nel frattempo c’è chi non ha atteso le decisioni del Papa: il vescovo di Sessa Aurunca (Caserta), Antonio Napoletano, ha nominato direttore dell’ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro un ex sacerdote sposato, Giovanni Monteasi.

E molte associazioni di preti sposati (in Italia Vocatio, in Germania l’Associazione dei preti cattolici e delle loro mogli, in Austria l’Associazione preti senza comunità per comunità senza preti) sono in contatto con le diocesi. In realtà l’ordinazione di uomini sposati è già permessa nelle Chiese cattoliche di rito orientale: sono oltre un migliaio i preti sposati greco-cattolici, maroniti, copti e caldei. D’altronde fino al Concilio di Trento nel 1563 non esisteva l’obbligo del celibato, gli stessi papi avevano figli. Oggi, una spinta molto forte a superare il celibato arriva dalle Chiese dell’Africa e dell’America Latina.

Diversi vescovi e cardinali latinoamericani (incluso il prefetto della Congregazione per il clero, il brasiliano Claudio Hummes) hanno chiesto al Papa la facoltà di avviare al sacerdozio i “viri probati” (uomini sposati di provata fede), poiché i pochi preti in attività non ce la fanno più a coprire le immense esigenze pastorali del continente.
Anche il giovane Ratzinger nel ’71 aveva previsto che un giorno si sarebbe arrivati all’ordinazione di “cristiani maturi” già sposati. Ma oggi appare molto più prudente. Tradizionalmente la battaglia dei preti sposati si è intrecciata con quella delle comunità di base sorte nella Chiesa cattolica dopo il Concilio Vaticano II, come spiega il giornalista Mauro Castagnaro (curatore del volume Preti sposati nella Chiesa cattolica, edizioni La Meridiana): “I preti sposati si dividono in coloro che chiedono semplicemente la riammissione nella Chiesa e coloro che, più radicalmente, suggeriscono di ripensare il ruolo e la funzione del sacerdote nella comunità ecclesiale”.

A questi ultimi appartiene Rosario Mocciaro, prete sposato della comunità di base di San Paolo a Roma: “I vescovi di molti paesi sono pronti a ordinare sacerdoti gli uomini sposati ma si scontrano con l’ostilità di una parte della curia e dei gruppi più conservatori. Il celibato dovrebbe tornare a essere una scelta libera del prete non un obbligo” sostiene Mocciaro.
Ma c’è chi recita il mea culpa per le battaglie condotte contro la Chiesa, come Giuseppe Serrone, fondatore dell’Associazione sacerdoti sposati e, in passato, portavoce dell’associazione Married priest now di Milingo: “Il clamore suscitato da Milingo ha rovinato la causa dei preti sposati. Io e mia moglie abbiamo pagato sulla nostra pelle questo clima di scontro. Ora servirebbe più pacatezza” spiega Serrone a Panorama.

Eppure, oggi anche le donne dei preti sposati alzano la voce. Pina Del Nevo, moglie di Mauro, presidente dell’associazione dei preti sposati Vocatio, è stanca di quella che definisce l’ipocrisia della Chiesa: “L’istituzione protegge e tutela i sacerdoti con la segretezza e il silenzio, purché non si sposino. Le principali vittime sono spesso le donne e i loro figli che non sono riconosciuti e non possono avere un padre regolare.

Molte accettano per anni queste situazioni impossibili solo per amore”. Così racconta un’altra donna di un sacerdote che ha chiesto di restare anonima: “A 60 anni mi ritrovo a dover ancora lavorare se voglio permettere a mio figlio di frequentare l’università mentre il padre, noncurante e menefreghista, continua a fare il prete in bella mostra, a testa alta”. Tradimenti, bugie, doppie vite: poco sembra essere cambiato rispetto a quasi 40 anni fa, quando don Marco (Marcello Mastroianni nel film di Dino Risi La moglie del prete, anno 1971) innamorato di Valeria (Sophia Loren) viene promosso monsignore affinché rinunci a sposarla.

DOPPIA FEDE: IN DIO E AL DITO
700 preti cattolici ogni anno lasciano il sacerdozio per sposarsi. Dal 1964 al 2004 gli abbandoni sono stati 69mila. Oggi nella Chiesa cattolica di rito latino ci sono 57mila ex preti sposati su 272mila sacerdoti diocesani. Nella Chiesa italiana gli ex sacerdoti sposati sono oltre 6 mila su 33mila sacerdoti diocesani.

ignazio.ingrao
Lunedì 16 Novembre 2009
 
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Riassunto della puntata precedente....

CITAZIONE (GalileoGalilei @ 3/10/2009, 09:56)
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Gazzettino, Il (Belluno)
"Monsignor Giulio Antoniol si è dimesso da arciprete della cattedrale con una lettera al..."

Data: 03/10/2009
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Sabato 3 Ottobre 2009, Monsignor Giulio Antoniol si è dimesso
da arciprete della cattedrale
con una lettera al vescovo
Il religioso non era sparito
ma sul Cammino di Santiago,
lungo il quale ha maturato la decisione,
non è riuscito a superare un conflitto
interiore causato da «un peso dolce
e lacerante». Ai parrocchiani dice
«Evitate le chiacchiere»



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Corriere delle Alpi pag. 26
"Chiedo a tutti di rispettare la mia decisione"

Data: 03/10/09
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LE SUE PAROLE
«Chiedo a tutti di rispettare la mia decisione»


Ha chiesto perdono ai suoi parrocchiani don Giulio Antoniol. Lo ha fatto ai microfoni di Antennatrenordest durante un’intervista a cuore aperto. Il sacerdote - raggiunto nella sua casa di Lamon - ha parlato del momento travagliato che sta attraversando. Momento che però sta vivendo con grande serenità. «Sono stato in pellegrinaggio a Santiago de Compostela. Ho percorso ottocento chilometri e ho capito molte cose», ha raccontato.
Il parroco del Duomo ha anche sottolineato come le sue siano dimissioni temporanee. «Ho incontrato il vescovo. Ho maturato questa decisione dopo diversi mesi». Insomma, don Giulio non sarà più il parroco del Duomo, ma rimarrà sacerdote a tutti gli effetti. Il sacramento dell’ordine quindi resta.
A muovere don Giulio ci sarebbero problemi personali, sui quali preferisce non sbilanciarsi. «Chiedo a tutti di rispettare la mia decisione», l’invito cui è seguita una richiesta di perdono per il modo “brusco” in cui ha lasciato la sua parrocchia. Don Giulio Antoniol non è però solo: «In tanti mi stanno manifestando la loro vicinanza: parrocchiani e amici preti a cui ho raccontato la mia storia personale». Nelle prossime ore don Giulio invierà una lettera ai suoi parrocchiani.

www.gazzettino.it/articolo.php?id=88963&sez=NORDEST

Martedì 26 Gennaio 2010 / ultimo aggiornamento h 13:13

Feltre. «Lascio la tonaca e divento papà»
L'ex prete confessa: «Amo un'albanese»

Era parroco del Duomo cittadino ma da settembre è stato
sospeso dal sacerdozio: «La fede non mi bastava più»

FELTRE (26 gennaio) - Dal settembre scorso è stato sospeso dal sacerdozio, su sua stessa richiesta, e ora don Giulio Antoniol, ex parroco del Duomo di Feltre, annuncia che diventerà padre a coronamento della sua storia d'amore con una ragazza albanese.

«Semplicemente mi sono innamorato - ha raccontato, indicando di essere in attesa del ritorno allo stato laico chiesto al vescovo e al Papa - e con convinzione abbiamo desiderato un bambino».

La nascita è prevista per settembre. «La mia volontà - ha spiegato riguardo alla decisione di lasciare la tonaca - è stata sempre quella divivere la fede in chiesa e in comunità ma con il tempo le cose sono cambiate. Mi rendevo conto che ciò non bastava più».

Dei suoi propositi, nell'estate scorsa, aveva parlato con il vescovo di Belluno - «che da lì in avanti ha sempre avuto con me un rapporto paterno» - e non nasconde gli imbarazzi quando incontra persone che conosce e che gli mancano il Duomo gremito per la messa e i parrocchiani «ma trovo altrettanta gratificazione dalla vita di coppia nella quale lavare i piatti è espressione d'amore».

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Edited by GalileoGalilei - 26/1/2010, 13:36
 
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FELTRE, EX MARITO DELLA SPOSA:
"DA PRETE TROPPE ESTERNAZIONI"
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«Non nego che mi sarei quantomeno aspettato dal vescovo un invito al suo sottoposto ad un comportamento più consono all'abito che, se non ha mal compreso, continua al momento conservare». Il marito separato della donna che darà un figlio all'ex parroco del Duomo di Feltre, don Giulio Antoniol, sfoga tutta la sua amarezza per le «esternazioni» del sacerdote sulla vicenda. Dopo che la storia d'amore fra il prete e la donna è finita sui giornali con dichiarazioni e interviste, l'uomo ha inviato una lettera («questa è la prima e l'ultima volta che intervengo sull'argomento») al fascicolo locale del Gazzettino, in cui sottolinea che all'inizio della vicenda aveva chiesto al vescovo «un suo autorevole intervento, peraltro senza esito». «Come marito, separato dal 3 dicembre 2009, della signora che darà un figlio a don Giulio Antoniol - scrive - avrei preferito maggior discrezione, riservatezza e, perchè no, un pò di pudore in una vicenda di cui col tempo mi sono fatto una ragione ma che, come si può comprendere, non è stata facile da accettare e sopportare». Il marito separato della signora ritiene infatti che la situazione richiedesse «silenzio e rispetto», ma contesta anche la versione che è stata data sui tempi in cui la relazione sarebbe iniziata: «Ossia ben prima del pellegrinaggio a Santiago di Compostela - sottolinea - Fatti su cui in ogni caso non intendo dire altro», assicura l'uomo, secondo il quale, di fronte a questa situazione «il silenzio fosse la soluzione necessaria e opportuna». «Nessuno nega a nessuno di poter vivere la sua vita - conclude - ma si vorrebbe che lo stesso diritto fosse garantito anche agli altri senza che siano, loro malgrado, anche solo indirettamente chiamati in causa».
 
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view post Posted on 15/2/2010, 10:05
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""Il vostro parroco lascerà il sacerdozio""

Data: 15/02/2010
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Cronaca Locale

Retroscena


L’annuncio
anche a Saluzzo
dove seguiva i giovani

“Il vostro parroco
lascerà il sacerdozio”

ANDREA GARASSINO


VILLAR SAN COSTANZO

Il vescovo della diocesi di Saluzzo monsignor Giuseppe Guerrini sabato pomeriggio alle 18 ha deciso di celebrare la messa prefestiva nella parrocchiale di Villar. Al termine della funzione dal pulpito ha spiegato: «Don Maurizio non sarà più il vostro parroco, perché ha iniziato l’iter per la riduzione allo stato laicale». Nelle prossime settimane, in attesa di nominare un sostituto, saranno gli altri sacerdoti della vicaria a svolgere a turno i compiti religiosi della chiesa del paese.
Per don Maurizio Giolitti, che il 23 settembre compirà 38 anni, il 15 gennaio scorso è stato il decimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale, avvenuta nel 2000. È probabile che sia stata per lui una ricorrenza complicata da dubbi e domande sulla scelta da fare a cui non deve essere stato facile dare risposta: il sacerdote, infatti, stava attraversando quello che le persone più vicine a lui definiscono un «periodo molto travagliato», per giungere poi alla decisione resa pubblica nel corso del fine settimana appena trascorso.
Don Maurizio era parroco di Villar San Costanzo dal primo marzo dell’anno scorso. La sua decisione di intraprendere il percorso per lasciare la tonaca e cessare di essere un prete deve essere maturata in questi mesi.
Dal 2000 al 2005 don Giolitti era stato vice parroco nella cattedrale di Saluzzo. Ieri la parrocchia ha scritto una nota nel bollettino in distribuzione tra i banchi ogni domenica, dal titolo «Accompagniamo con la preghiera». «Sabato 13 febbraio – è riportato nella nota -, nella parrocchia di Villar San Costanzo, il vescovo monsignor Guerrini, ha annunciato che il parroco don Maurizio ha scelto di lasciare il ministero sacerdotale. L’aveva iniziato nel 2000 in questa parrocchia Cattedrale. La rinuncia ad una scelta radicale fatta è sempre fonte di disappunto e di dolore. Rispettando l’insegnamento evangelico di Gesù, nessuno può e vuole esprimere giudizi sulle persone, ma accompagnare con la preghiera chi soffre di più».
Nei primi anni di servizio nella chiesa saluzzese «don Mauri», questo il suo soprannome, era stato il «prete dei giovani» in città. Tra i responsabili dell’oratorio «Don Bosco» di via Donaudi, aveva istituito la messa dei bambini, ogni domenica alle 11,30 in duomo: i più piccoli seguivano parte della celebrazione, soprattutto la liturgia della Parola, nella sacrestia della chiesa, per poi unirsi al resto della comunità nella parte finale della celebrazione.
Era anche stato assistente ecclesiastico per il gruppo scout Agesci «Saluzzo 1» ed aveva pronunciato la Promessa dei «ragazzi con il fazzolettone» nell’autunno del 2004 durante una messa a Occa di Envie. Nel 2005 il vescovo gli affidò la responsabilità delle parrocchie dell’Alta Valle Maira (Acceglio, Canosio, Marmora, Macra e Celle) e si trasferì a San Damiano. Continuò ad occuparsi della Pastorale giovanile dedicandosi ad approfondimenti accademico-teologici a Milano. L’anno scorso l’ultimo «trasloco» ancora in Val Maira, a Villar San Costanzo.
Diploma all’istituto per Geometri, dopo due anni al Politecnico di Torino, nel 1993 aveva scelto la strada del seminario. È appassionato di sport e camminate in montagna.
Maurizio Giolitti ha scelto il silenzio. «Non sta molto bene in queste settimane – dice un sacerdote che l’ha incontrato di recente – e si sente in colpa perché crede che questa sua decisione faccia del male a molte persone».
 
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Resto del Carlino, Il (R. Emilia)
"«Dopo l'esperienza del Brasile mi interrogo sulla vocazione»"

Data: 09/03/2010
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Cronaca Locale
REGGIO pag. 8
«Dopo l'esperienza del Brasile mi interrogo sulla vocazione»
Tornato dalla missione lascia il servizio attivo. «Il vescovo è stato paterno»
di GABRIELE GALLO LA NOTIZIA è di quelle che, specialmente nell'ambiente cattolico, farà parecchio rumore. Per le qualità del personaggio e la sua storia di sacerdote. DON MARIO GAZZOTTI, 44 anni, fino a circa un anno fa parroco di Sesso, prima della sua partenza per la Missione diocesana di Salvador Bahia, in Brasile, ha chiesto al vescovo di Reggio, monsignor Adriano Caprioli, un periodo di pausa e riflessione dal suo apostolato e dalle sue funzioni. UN PASSO che, come è avvenuto in passato per altri presuli reggiani, potrebbe anche portare alla richiesta di riduzione allo stato laicale, o, in antitesi, a un rafforzamento delle proprie convinzioni. Tra l'altro, in passato, don Gazzotti è stato responsabile della Pastorale giovanile della diocesi, dove era molto attivo nell'invitare i ragazzi reggiani a compiere esperienze missionarie, anche di breve durata. La notizia della decisione di don Mario è stata data ai fedeli della parrocchia di Sesso e all'intera comunità reggiana, dal parroco, don Fortunato Monelli, nel corso della messa di domenica scorsa. Don Mario Gazzotti, ordinato sacerdote nel 1989, pur con comprensibile riservatezza, ha spiegato i motivi del suo gesto. Don Mario, confessiamo che la sua richiesta ci ha sorpreso «Faccio molta fatica, al momento, a parlarne». Vorremmo provare a capire. Questa notizia sorprenderà molti, lo sa? «Comprendo, ma sono questioni, come può immaginare, un po'imbarazzanti, estremamente personali e dolorose». Può dirci come è arrivato a compiere questo passo? «Diciamo che l'esperienza missionaria in Brasile era del tutto nuova per me. Sono venuto a contatto con una cultura totalmente diversa dalla nostra, a suo modo affascinante. Con stili di vita agli antipodi dei nostri. E questo mi ha aperto a una visione completamente nuova del mondo, che mi ha provocato sentimenti contrastanti e mi ha condotto a pormi questioni sulla natura della mia vocazione». Sono dubbi legati anche a come la Chiesa di Roma si rapporta con quella sudamericana? «Sono di vario tipo. Di certo la chiesa sudamericana ha uno stile di approccio diverso da quella delle nostre parti, ma è naturale che sia così». Come ha reagito il vescovo, monsignor Caprioli, alla sua richiesta? «E' stato comprensivo, accogliente, paterno, un vero pastore. Di questo lo ringrazio». Mediterà a Reggio, in proposito? «Sì, l'ho ritenuto il luogo migliore per affrontare questo percorso. Che porterò avanti con gli strumenti che la Chiesa mette a disposizione per i casi come il mio. Ascoltando il parere di esperti ma chiedendo consiglio e sostegno anche agli amici». Quanto tempo si prenderà per riflettere sul suo futuro? «Non posso dirlo con certezza, ma certamente qualche mese». lÌa 
 
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“Lascio la tonaca per amore”.

Il religioso ha detto no al trasferimento: “Abbandono il sacerdozio e lei si sta separando dal marito”. I l prete scoperto con l’amante: “Siamo una coppia da 4 mesi”.
GROSSETO08.08.2010
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Via Il prete lascia la Chiesta per amore

“Ci amiamo, altro che Uccelli di Rovo, io resto qui, non scappo certo dalla Maremma e mi tolgo la tonaca per lei, il mio amore”. Dall’altra parte del telefono della redazione del Corriere c’è il prete dello scandalo. Il sacerdote salito agli onori della cronaca dopo il sexgate maremmano vuole chiarire alcuni aspetti della vicenda raccontata sabato dal Corriere di Maremma. Non smentisce nulla di quanto scritto, solo precisazioni che rendono meglio l’idea della vicenda e aiutano a comprenderla. “La nostra non è un’avventura, ci amiamo - dice - e la nostra non è stata certa una ‘fuitina’ ma c’è qualcosa di più serio. Un rapporto importante. Stiamo insieme da quattro mesi e vogliamo continuare a farlo alla luce del sole”. Il religioso, nella sua versione dei fatti, rimarca soprattutto l’amore con la donna. Sono entrambi di circa 40 anni e vivono la loro passione con trasporto. Allo stesso tempo il sacerdote tiene a confutare la tesi della fuga da Grosseto. “I miei superiori - rivela l’uomo, che occorre ricordare non appartiene alla Diocesi maremmana - mi hanno suggerito una destinazione diversa, in Liguria. Non una punizione, ma un cambio di sede di lavoro. Si tratta anche di una destinazione migliore rispetto a quella di adesso, ma io ho rifiutato. Mica voglio fuggire. Io voglio rimanere con la mia donna. Siamo sotto gli occhi di tutti e abbiamo preso le nostre decisioni con responsabilità e rispetto verso tutti”. Nessun dubbio, quindi: il religioso ha preso la decisione definitiva. Il sacerdote di 40 anni, infatti, ha già avviato le pratiche per la perdita dello stato clericale. “Ci vorrà del tempo. Non è una pratica semplice da portare a termine, serve un iter complesso. L’ultima parola, poi, spetterà alla Santa Sede. Alla fine comunque toglierò la tonaca per amore. Anche se devo aggiungere che preti si rimane per sempre”. Il sacerdote vuole anche chiarire i rapporti con il terzo personaggio di questo triangolo. Il marito della donna amata. “Tra loro due - ha detto il prete - il matrimonio era già finito prima che arrivassi io, tanto che si stavano separando. Qualche tempo dopo l’inizio della nostra storia, abbiamo fatto capire al marito dell’esistenza del nostro rapporto, in modo che se ne facesse una ragione”. E, infine, il prete descrive il rapporto con il marito dell’amata. “Ci siamo incontrati una sola volta. Lui ha detto che avrebbe riferito tutto ai miei superiori. E lo ha fatto, ma senza successo. Adesso mi evita sempre. Non ha però mai minacciato di volermi denunciare alle autorità, anche perché non c’era nulla da denunciare”

Pasquale Sorrentino
 
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Mattialeccese
view post Posted on 9/8/2010, 11:54




OH, un pò di sana coerenza! Finalmente qualcuno che ha il coraggio di vivere!
 
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view post Posted on 19/8/2010, 16:54
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http://ilgazzettino.it/articolo.php?id=115347&sez=NORDEST

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Giovedì 19 Agosto 2010 / ultimo aggiornamento h 17:51

Belluno. Quarant'anni con la tonaca
ma ora don Giulio è diventato papà

L'ex parroco del Duomo di Feltre un anno fa dichiarò di essere
in crisi e chiese il ritorno allo stato laicale: si era innamorato

Giulio Antoniol, ex parroco del Duomo
di Raffaella Gabrieli

BELLUNO (19 agosto) - Fiocco azzurro in casa Antoniol. L’ex parroco del Duomo di Feltre, don Giulio, martedì sera è diventato papà di un maschietto che gode di ottima salute, così come la mamma.

Grande festa, ieri, oltre che per le famiglie e gli amici dei neogenitori anche per i clienti del bar Le Torri (gestito dalla coppia) ai quali, accolti da numerosi fiocchi azzurri, sono stati offerti dei dolci.
Da parte dell'ex sacerdote lamonese un chiaro e semplice "no comment". «Non desidero rilasciare alcuna dichiarazione», ha affermato Antoniol con la tradizionale gentilezza che lo contraddistingue. E massima è stata anche la privacy riservata alla famiglia dagli operatori dell’ospedale Santa Maria del Prato dove il piccolo è nato nel reparto di ostetricia.
Ma inevitabile è stata invece la curiosità che la notizia, diffusasi velocemente in città, ha suscitato tra i feltrini.

Don Giulio, amatissimo parroco della cattedrale di San Pietro, era entrato in crisi un anno fa a causa di quello che egli stesso aveva definito «un peso dolce e lacerante». Poi il tentativo di risolve il conflitto interiore percorrendo il Cammino di Santiago de Compostela che lo ha portato, ai primi di novembre, a rassegnare le dimissioni da parroco e a chiedere al vescovo monsignor Giuseppe Andrich il ritorno allo stato laicale. A gennaio, poi, l’annuncio di essersi innamorato di una ragazza albanese e di essere in procinto di diventare papà. Una storia bella ma sofferta, quella di don Giulio, che più volte ha chiesto scusa ai propri fedeli. Ma da parte di parenti e amici l’affetto non è mai mancato a quest’uomo che, poco più che quarantenne, con la nascita di un figlio sta conoscendo in questi giorni una delle gioie più grandi che la vita può riservare.
 
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view post Posted on 6/9/2010, 10:44
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http://mattinopadova.gelocal.it/dettaglio/...lettere/2321615

Prete s'innamora e se ne va
E' in montagna a riflettere
Don Romano Frigo, 46 anni, da undici parroco a Cervarese Santa Croce, ha chiesto al vescovo di essere sollavato dall'incarico e si è preso una pausa sull'altopiano di Asiago. La ragazza è molto attiva in parrocchia
Don Romano con la sua bicicletta
Don Romano con la sua bicicletta
CERVARESE SANTA CROCE. Don Romano Frigo, parroco di Cervarese Santa Croce, si è sarebbe infatuato di una giovane parrocchiana. Sarebbe questo il motivo che l’ha portato a chiedere al Vescovo di essere rimosso dopo undici anni di apprezzata guida pastorale. Il quarantaseienne sacerdote originario di Canove di Roana (Vicenza) si è preso un periodo di riflessione ed è tornato a vivere con la mamma Paola (che lo aveva accompagnato a Cervarese ed era ben nota ai parrocchiani) tra i monti dell’Altopiano di Asiago.

Il motivo della scelta sarebbe proprio la profonda amicizia con la ragazza che da qualche anno lo coadiuvava nella gestione di alcune iniziative parrocchiali. Un innamoramento che in paese è sulla bocca di tutti. Don Romano, che la mattina dell’Assunta ha salutato la comunità (al suo posto il 3 ottobre arriverà don Mattia Biasiolo, 35 anni, attualmente cappellano della parrocchia Santa Maria Assunta di Chiesanuova) preferisce non parlare della vicenda, che definisce «dolorosa».

«Se ho deciso di prendermi un periodo di tempo per riflettere significa che un problema c’è - commenta il prete - Mi era stato proposto dal Vescovo un altro incarico pastorale, che in questo momento ho ritenuto giusto non accettare. Penso di aver agito con senso di responsabilità. Scrivete piuttosto di don Mattia e del futuro della parrocchia, che vi assicuro è sereno e senza problemi».

Don Romano Frigo (a sinistra) celebra un matrimonio con don Sante Sguotti, parroco di Monterosso (ridotto allo stato laicale dopo essere diventato papà)
Don Romano Frigo (a sinistra) celebra un matrimonio
con don Sante Sguotti, parroco di Monterosso
(ridotto allo stato laicale dopo essere diventato papà)
La notizia dell’avvicendamento di don Romano è arrivata in piena estate come un fulmine a ciel sereno. Il sacerdote a Cervarese si era fatto davvero benvolere per come ha gestito la parrocchia, dove con l’avallo del Consiglio pastorale ha avviato anche progetti importanti, non ultimo quello dell’ampliamento del centro giovanile, La gente avrebbe preferito che il prete prima di tornarsene per un periodo sabbatico tra le sue montagne avesse spiegato il motivo della scelta, anche se la maggior parte del paese ne è a conoscenza. Don Romano è arrivato al sacerdozio piuttosto avanti con l’età. La sua, come si dice nell’ambiente ecclesiastico, è «una vocazione adulta».


LEGGI Quel litigio con don Sante Sguotti

Diplomato in Ragioneria si è fatto prete nel 1993, dopo aver lavorato come funzionario di banca. A Cervarese Santa Croce è arrivato nel 1999 e si è subito distinto per la sua pastorale fresca e decisa. Una capacità e un desiderio di comunicazione testimoniati dal ricchissimo sito internet parrocchiale. Grande appassionato di ciclismo, ha coinvolto nella sua passione anche un gruppo di fedeli della comunità con i quali ha organizzato parecchi pellegrinaggi in bici, alcuni anche all’estero. «Sono cresciuto tra le montagne con uno spirito da lupo», scrive nel suo libro «Ora et pedala - Cicloriflessioni di un curato di campagna», pubblicato nel 2008. Ma anche i lupi si innamorano...
(04 settembre 2010)

http://mattinopadova.gelocal.it/dettaglio/...-fedeli/2325285

E con don Sante fu lite sulle nozze di due fedeli
Don Romano Frigo aveva avuto qualche anno fa un diverbio proprio con un altro prete "innamorato", don Sante Sguotti. Entrambi volevano celebrare il matrimonio di due fedeli

Don Romano Frigo e Don Sante Sguotti


MONTEROSSO DI ABANO. Mai avrebbe immaginato don Romano Frigo di essere accomunato a Sante Sguotti. E certo non lo pensava il 6 ottobre del 2007, giorno in cui venne scattata questa fotografia. Don Sante, prossimo a essere rimosso dopo che il suo innamoramento coronato dalla nascita di un figlio era divenuto di pubblico dominio, celebra il matrimonio di Andrea e Charity, due giovani della parrocchia di Cervarese che avevano scelto Monterosso per le loro nozze, in virtù del legame d'amicizia con don Sante. Don Romano Frigo assiste accigliato. Era arrivato con esplicito incarico vescovile di celebrare il rito, ma si era scontrato con un don Sante irremovibile.
(05 settembre 2010)

http://mattinopadova.gelocal.it/dettaglio/...-manchi/2328598

Parroco innamorato, i fedeli: "Don Romano ci manchi"
Nessuna condanna da parte dei paesani di Cervarese Santa Croce a Don Romano Frigo, il parroco che dopo 11 anni ha abbandonato la chiesa perchè sta vivendo una storia d'amore con una fedele. Nella messa della domenica chiaro un chiero riferimento alla vicenda: "Doveva scegliere la stella giusta"
Don Romano Frigo
Don Romano Frigo
CERVARESE. «Quando ci si innamora fortemente di una persona si tende a dedicarle tutte le attenzioni del mondo e ci si dimentica di tutto ciò che è altrettanto importante. Anche del Signore, che invece vorrebbe che noi fossimo un tantino più attenti e innamorati di lui». Chiaro il riferimento da parte del celebrante della messa delle 19 di ieri a Cervarese, all'ex parroco don Romano Frigo che ha deciso di lasciare la comunità perché innamorato di una giovane del paese.

Una ragazza che molto spesso lo coadiuvava nelle iniziative del centro parrocchiale. Durante l'omelia, comunque, il celebrante non ha mai fatto il nome di don Romano, ma i riferimenti all'ex parroco, espressi dal pulpito in modo elegante hanno fatto effetto sui fedeli. «Cari cristiani a volte ci si fa abbagliare dalla luce di una delle tante stelle che brillano, ma noi dobbiamo seguire la stella che ci irradia la luce giusta e che ci indica la strada maestra», ha aggiunto ad un'assemblea molto numerosa che gremiva la chiesa per la messa pomeridiana della domenica.

Don Romano, intanto, è tornato a vivere con la mamma Paola di ottant'anni, che lo ha seguito durante il suo impegno a Cervarese e a Canove, da dov'era partito 11 anni fa. Ieri era atteso alla Festa del Bo' che si concluderà stasera all'agriturismo «Al Bosco» di Fossona. Una sagra molto gettonata, organizzata dai volontari della comunità di Cervarese per sostenere le attività parrocchiali e la scuola materna. Il prete, però, non si è fatto vedere. Ad essere delusi del comportamento dell'ex parroco sono soprattutto i giovani che credevano molto in lui e che ora si sentono in qualche modo traditi.

«La comunità di Cervarese ha perso molto, troppo, sono ancora arrabbiata perché non lo trovo giusto. Ormai faceva parte della nostra vita. Non riesco nemmeno a scrivere quello che provo, solo invidio la prossima parrocchia che lo avrà. Don Romano ci mancherai», scrive una ragazza sul giornale on-line della comunità. La scelta del don di non accettare di andare in un'altra parrocchia, come sembra gli avesse proposto la Curia, ma di tornare a vivere dai suoi per un periodo di riflessione, è invece apprezzata dai più anziani. «Immaginiamo che sia stata una decisione dolorosa, ma va anche dato atto al senso di responsabilità di don Romano, che con questa decisione di fatto ammette di aver commesso l'errore e decide di tirarsi da parte, senza cercare, in accordo con i vertici della Chiesa di nasconderlo, come spesso accade», è il commento fatto ieri mattina da alcuni avventori della caffetteria «Le dolci tentazioni» di Fossona, dove tra caffè, cappuccini e brioche non si parlava d'altro che dell'innamoramento del prete.


LEGGI Prete s'innamora e lascia la parrocchia | Quel litigio con don Sante

Deserto, invece, ieri mattina il centro di Cervarese dove la domenica non c'è un locale aperto. La canonica ha le serrande abbassate in attesa dell'ingresso, il 3 ottobre, del nuovo parroco don Mattia Biasiolo. «Mi auguro che la partenza di don Romano non incida sui progetti che la parrocchia aveva avviato», commenta l'unica persona che gira per la piazza. Progetti che riguardano la sistemazione del patronato, che avrebbe dovuto essere finanziata anche con il ricavato del libro scritto dal parroco-ciclista «Ora et pedala», e della chiesa vecchia. «Sulla chiesa vecchia - spiega l'uomo - don Romano aveva un'idea davvero geniale. Voleva trasformarla in una di quelle trattorie di una volta dove si può mangiare le specialità della cucina povera. Come la trippa, il cotechino e il bollito».
(06 settembre 2010)
 
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perlanaturale
view post Posted on 6/9/2010, 10:48




tutto il rispetto per una storia d'amore che nasce,al sole.
 
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view post Posted on 7/9/2010, 16:14
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http://www.laprovinciadicomo.it/stories/ca...di_riflessione/

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Cantù, lascia don Davide
"Un anno di riflessione"

* 7 settembre 2010
* Cronaca
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Don Davide Pepe (Foto by Archive)

CANTU' Un anno sabbatico per confrontarsi con il proprio cammino di uomo di fede, cominciato dieci anni fa. E' quello che ha chiesto e ottenuto don Davide Pepe, il coadiutore degli oratori della Comunità di San Vincenzo, tanto che già domenica, nel corso delle messe del mattino, verrà svelato ai canturini il nome di chi prenderà il suo posto.
Avvicendamento che arriva inaspettato, comunicato dal pulpito da prevosto della comunità monsignor Giuseppe Longhi attraverso una lettera: «Chiediamo a tutte le comunità parrocchiali una particolare preghiera per don Davide. Dopo momenti umani e spirituali intensi e sofferti di ricerca, in accordo con l'arcivescovo, don Davide ha chiesto e ottenuto di sospendere l'attività ministeriale per un anno, per poter continuare la sua verifica». Don Davide, 35 anni, ordinato nel 2000, si è già trasferito a Milano, dove si dedicherà all'insegnamento della religione in una scuola superiore. «Si stacca dalla nostra comunità di Cantù con grande rincrescimento – prosegue la lettera – Noi speriamo che da questa esperienza delicata a difficile possa nascere un bene più grande per lui, per noi e per tutta la diocesi».
Arrivato in città nel 2006, don Davide Pepe era punto d riferimento per gli oratori delle parrocchie del centro – San Paolo, san Teodoro, San Michele e San Carlo – e il suo addio, o forse solo un arrivederci, ha colto alla sprovvista molti fedeli e volontari attivi nell'ambito oratoriano, visto che il suo impegno nella comunità pastorale a quanto pare non lasciava presagire una simile decisione. Secondo il vicario episcopale, monsignor Armando Cattaneo «Quello di don Davide è un cammino che è stato comunicato, condiviso e accolto con serenità. Il sacerdote che lo sostituirà è già stato designato ma per correttezza riteniamo sia giusto annunciare il suo nome ai fedeli per primi, il che potrà accadere già domenica mattina».
 
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