Pistoia. Si spreta il rettore del seminario don Fausto Corsi
Fugge in Africa e lascia una lettera ai parrocchiani di Quarrata, ma non spiega il motivo
Lascia una lettera ai parrocchiani di Quarrata, ma non spiega il motivo. Benvenuto tra la gente normale
Don Corsi
www.linealibera.info/diocesi-don-ma...-il-sacerdozio/diocesi. DON MAURIZIO LASCIA LA PARROCCHIA. DON FAUSTO, IL SACERDOZIO
Data: 2 ottobre 2017 di Andrea Balli
A Montemurlo e Quarrata le due parrocchie sono ora senza la propria guida pastorale
Don Maurizio Andreini
MONTEMURLO — QUARRATA. Cambio improvviso e inaspettato nella parrocchia del Sacro Cuore di Montemurlo e in quella di Santa Maria Assunta a Quarrata.
Da una parte don Maurizio Andreini lascia la guida pastorale affidatagli appena un anno fa dal vescovo di Pistoia monsignor Fausto Tardelli per andare a ricoprire il medesimo incarico in un’altra parrocchia della diocesi.
Dall’altra don Fausto Corsi, da tempo assente per un viaggio in missione in Africa, da quanto letto ieri durante le Messe non dovrebbe tornare più a Quarrata.
Don Fausto ha scritto una toccante lettera ai parrocchiani dove spiega la sua scelta sofferta di abbandonare il sacerdozio
In entrambi i casi la comunicazione è stata accolta con sbigottito silenzio. Resta ora il fatto che per entrambe le parrocchie si apre un periodo particolare dato anche il concomitante avvio del nuovo anno pastorale.
«Sapevamo – ha detto il vescovo nella sua comunicazione – che dopo la trentennale presenza dei padri betharramiti a Montemurlo, il passaggio con un sacerdote diocesano non sarebbe stato facile.
D’altra parte è lungo il cammino che si aggiusta la somma. Troveremo presto nuove soluzioni, nel frattempo la guida della parrocchia sarà assunta da don Patrizio Fabbri, vicario del vescovo».
Don Fausto Corsi
Don Maurizio Andreini, era giunto alla guida della Parrocchia del Sacro Cuore il 16 ottobre dello scorso anno, con una nomina di nove anni, dopo aver prestato servizio in varie parrocchie della diocesi di Pistoia, tra cui Quarrata, sua città d’origine.
Insieme a lui, per affiancarlo alla guida dell’unità pastorale lo stesso giorno furono nominati altri due parroci in servizio nella chiesa di Fornacelle e in quella di Bagnolo: don Jaroslaw Boguslaw Ziaekiewicz e don Rodriguez Gildaz Bedjinou, che in base a quanto comunicato dalla diocesi di Pistoia continueranno il loro servizio coordinandosi con il vicario, monsignor Fabbri.
Don Fausto Corsi, 47 anni, era alla guida della parrocchia di Quarrata, Lucciano, Santallemura, Violina e Buriano dal 2011.
Ordinato sacerdote nel 1998 è stato anche parroco di San Felice, Le Grazie e Saturnana.
La concomitante comunicazione da parte della diocesi potrebbe far pensare ad un “avvicinamento” di don Andreini alla sua parrocchia d’origine ma difficilmente tale opzione viene scelta dalle autorità religiose.
Si dovrà quindi attendere le decisioni ufficiali che non tarderanno sicuramente ad arrivare.
[Andrea Balli]
www.diocesipistoia.it/?staff=corsi-don-faustoCorsi Don Fausto
categorie: Presbiteri
Parroco di:
Quarrata, dal 2011
Lucciano, dal 2011
Santallemura, dal 2011
Violina, dal 2011
Buriano, dal 2011
Saturnana dal 1999.1.12
San Felice dal 1999.1.12
Le Grazie dal 1999.1.12
Rettore del Seminario, dal 2011
Difensore del vincolo
Consultore
Piazza della chiesa 1 51039 Quarrata PT
email:
[email protected]Montecassino. Don Antonio Potenza si spreta, si sposa e si converte anglicano: "A Londra per studio"
L'ex segretario dell'abate Vittorelli, che spendeva 500.000 € dell'8 x 1000 in festini gay con cocaL'ex segretario dell'abate Vittorelli, che spendeva 500.000 € dell'8 x 1000 in festini gay con coca
Don Potenza
www.radiocassinostereo.com/montecas...fonte-sorprese/Montecassino – Don Antonio Potenza sposo. L’abbazia fonte di sorprese
DI REDAZIONE RCS · PUBBLICATO 9 LUGLIO 2017 · AGGIORNATO 9 LUGLIO 2017
Don Antonio Potenza, segretario particolare dell’ex abate Vittorelli è convolato a nozze in Inghilterra, dove si era trasferito subito dopo lo scandalo che aveva colpito l’abbazia ed il “suo” abate.
Si è spostato ieri sera a Londra dove si era trasferito, ufficialmente, per motivi di studio; una trasferta rivelatasi un cambio di rotta della vita del monaco benedettino che ora ha messo su famiglia sposando una studentessa universitaria di Cassino che lo aveva accompagnato in terra inglese. Un cambio di rotta forse non radicale visto che, secondo le notizie, qui aveva iniziato a frequentare la chiesa anglicana, all’interno della celeberrima abbazia di Westminster, che consente ai suoi pastori di contrarre matrimonio.
Il matrimonio di don Antonio Potenza, al quale hanno partecipato pochi familiari e qualche amico del cassinate, tra cui anche personaggi noti, potrebbe essere il colpo di coda dello scandalo che ha colpito l’abbazia di Montecassino con le ben note vicende di Pietro Vittorelli, che hanno generato, tra l’altro, la storica perdita della Diocesi a vantaggio di quella di Sora-Aquino-Pontecorvo.
Addirittura, in quell’occasione, Potenza, per un certo periodo fu considerato un papabile successore di Vittorelli sul soglio di San Benedetto, prima di decidere di trasferirsi in Inghilterra.
Incredulità e sarcasmo le maggiori reazioni con le quali il popolo cassinate ha accolto la notizia delle nozze del “pastore” Potenza celebrate alla vigilia della storica processione del 9 luglio della madonna dell’Assunta.
www.alessioporcu.it/articoli/potenz...no-westminster/Antonio (non più don) Potenza si è sposato a Westminster
Posted on 8 luglio 2017 Alessio PorcuPosted in Gli Articoli
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Togliamoci subito di mezzo la notizia di gossip. Antonio (non più don) Potenza si è sposato. L’ex segretario del chiacchierato 191mo abate di Montecassino Pietro Vittorelli si è unito in matrimonio con Celeste, la ragazza di Cassino che aveva conosciuto nell’archivio del museo dell’abazia. E per la quale ha lasciato: la tonaca di benedettino, la carica di segretario dell’abate, nonché la carriera spianata verso i vertici dell’Ordine.
Il matrimonio è stato celebrato nel pomeriggio all’interno della cattedrale di Westminster a Londra, direttamente dal dean John Hall che è il decano di Westminster. Il rito è stato quello anglicano. Officiato in un giorno particolare: quello del compleanno della sposa. Tra le foto è possibile riconoscere con sicurezza l’assessore comunale e già cerimoniere abbaziale Benedetto Leone nonché l’avvocato Gianrico Ranaldi. Sono seduti l’uno accanto all’altro nell’immagine che li vede nel chiostro di Westminster Abbey durante il concerto per violino che si è tenuto al termine della cerimonia religiosa.
Puntare sul pettegolezzo, di fronte ad una notizia così sarebbe un grave limite.
Perché Antonio (non più don) Potenza poteva convolare a nozze ovunque gli fosse garbato. Ma farlo a Westminster ha un significato molto profondo e particolare. Il suo matrimonio rappresenta un segnale forte alla Chiesa di Roma ed a Papa Francesco. E’ un messaggio con il quale sollecitare a rimettere nell’agenda il tema del celibato dei preti.
Non è un caso che il rito sia stato celebrato dal dean John Hall: non è solo il decano di Westminster. In quanto tale, è anche il capo del capitolo dell’abbazia. Che è prelatura personale della Corona. Quindi il dean risponde direttamente alla Regina (che è il capo della Chiesa anglicana) non al Vescovo di Londra come ordinario, né all’arcivescovo di Canterbury come metropolita. L’abate Pietro Vittorelli ed il suo segretario Antonio Potenza avevano lavorato molto sui rapporti tra Chiesa di Roma e Anglicani. Avevano cercato di favorire il dialogo ecumenico. Più volte erano stati a Londra ed avevano ospitato a Montecassino i vertici della chiesa di Sua Maestà.
Antonio Potenza in questo momento è formalmente un exclaustrato. E’ cioè un monaco che non conduce più vita monastica ed ha lasciato l’ordine. L’iter lo aveva avviato a gennaio 2016, presentando la domanda e trasferendosi quasi subito a Londra. Ma avendo preso i voti monastici resta sempre un consacrato: il sacramento è per sempre e in nessun modo può essere tolto.
Il suo matrimonio celebrato a Westminster può essere un modo per tentare di accelerare i meccanismi di dialogo che in qualche modo erano stati attivati proprio dai due vertici dell’abazia di Montecassino negli anni scorsi.
«E’ la visione di una Chiesa pre Tridentina – analizza il filosofo Biagio Cacciola – in quanto a quel tempo era prevista la possibilità dell’unione matrimoniale pur conservando il sacerdozio. Soltanto dopo il secolo XI con papa Gregorio VII, Ildebrando di Soana, ci fu il radicamento del celibato. Che era però legato soprattutto ad una questione di convenienza. Infatti, il papato era egemone sotto il profilo territoriale ed avere figli, essendo sacerdoti, avrebbe tolto alla Chiesa strutture e terreni»
Il tema è aperto. In Puglia esiste una diocesi di rito Bizantino Orientale che è incardinata nella Chiesa di Roma. Non è di rito Ortodosso. E prevede l’istituto dell’uxoriato cioè i sacerdoti sono sposati.
Quel matrimonio, celebrato a Westminster, paradossalmente è anche una risposta ai preti sposati anglicani passati al Cattolicesimo, motivo di attrito tra Chiesa Anglicana e Cattolica, cinque anni fa.
In questo periodo Antonio (non più don) Potenza lavora per anglicani in una delle loro strutture di Londra. Alcuni sostengono trattarsi di un hotel nel cuore della City. Formalmente, potrebbe rivendicare il titolo di don. Ma per ora, tolti i formalismi farisaici, per i fedeli di Roma non lo è. Le prossime settimane, con i successivi passi, diranno come stanno le cose.
Per il momento, auguri. Agli sposi. E alle due Chiese.
www.ciociariaoggi.it/news/cronaca/5...antonio-potenzaNozze segrete in Inghilterra per il vice di Vittorelli, Don Antonio Potenza
Cassino - Il giovane si era trasferito alcuni anni fa nel Regno Unito per motivi di studio. A Londra ha trovato l’amore
11 ore fa
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Fiori d'arancio per il segretario di dom Pietro Vittorelli. Don Antonio Potenza si è sposato ieri pomeriggio a Londra. Presenti alla celebrazione pochissimi amici e conoscenti. Ma la notizia della "nuova" vita del monaco di Montecassino si era già sparsa tempo fa quando, dopo le vicende che travolsero la casa di San Benedetto, partì alla volta del Regno Unito, si dice, per un periodo di studi.
Dall'Inghilterra il "don" non è più tornato, se non per qualche breve vacanza di visita ai familiari. Proprio nella città di sua maestà don Antonio ha iniziato un nuovo percorso nella chiesa anglicana, prestando servizio nell'abbazia di Westminster. Al suo fianco una compagna, una giovane studentessa universitaria anche lei arrivata dalla città martire. Così, in un caldo pomeriggio estivo Anno Domini 2017, l'uomo che per anni abbiamo visto al fianco di dom Pietro Vittorelli, un giovane monaco che si è distinto per l'impegno e nelle attività della comunità del territorio, ha impalmato la giovane fidanzata e davanti ai suoi amici ha pronunciato il sì che lo ha reso un marito.
Nella mente di qualcuno, forse di pochi, risuonano ancora quelle parole pronunciate durante un'omelia nella cattedrale di Montecassino, una lettura dal Vangelo di San Marco, alcuni mesi dopo lo scandalo che coinvolse dom Pietro. «In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte - disse dal pulpito un emozionato don Antonio - Cadono le stelle per una disgrazia, una malattia, la morte di una persona cara, una sconfitta, un tradimento, uno scandalo. Però è necessario ripartire e noi abbiamo bisogno di ripartire, di ricominciare, di ricostruire. Ben vengano, allora, certe scosse di primavera per cancellare ciò che merita di essere cancellato. Appoggiando la nostra fragilità sulle altre alla ricerca di legami sosteniamo il mondo». La primavera di don Antonio è iniziata a Londra.
Roma. Il Rettore del seminario: "Ho 2 figli, mi spreto"
Nuovo scandalo tra i Legionari di Cristo, fondati e diretti da una banda di preti pedofiliwww.agora24.it/2017/10/roma-scandal...ario-due-figli/Roma, nuovo scandalo Chiesa: ex Rettore seminario con due figli
SocietàRedazione7 ottobre 2017 23:01
Nuovo scandalo nella Chiesa: l’ex Rettore di un seminario pontificio ha ammesso di avere una relazione e due figli. Accade al Pontificio Collegio internazionale Maria Mater Ecclesiae dei Legionari di Cristo a Roma. Ed e’ la stessa congregazione religiosa a rendere noti i fatti che riguardano padre Oscar Turrion, che era stato sostituito ad agosto scorso da un nuovo Rettore proprio a causa, come oggi si apprende, di questa sua situazione personale.
Legionari ancora nell’occhio del ciclone, dunque, dopo le ferite causate dalla storia del loro fondatore, Marcial Maciel Degollado, che fu autore di abusi e violenze su minori.
Ma il nuovo corso, all’insegna della trasparenza e del rinnovamento, questa volta ha spinto la Congregazione a giocare d’anticipo e a rendere noti i fatti in un lungo comunicato. Padre Turrion a marzo di quest’anno aveva informato i superiori di avere una relazione con una donna dalla quale era nata una figlia. Subito era stata avviata la procedura per chiedere alla Santa Sede un nuovo Rettore che in effetti si e’ insediato lo scorso agosto. Questa settimana poi, il sacerdote spagnolo, non ancora cinquantenne e appassionato di calcio, tanto da scendere in campo con i suoi seminaristi nelle partite delle Clericus Cup, ha ammesso di avere un secondo figlio dalla stessa relazione e di volere lasciare il sacerdozio.
“Come responsabili di istituzioni dedicate alla formazione dei candidati al sacerdozio, siamo consapevoli – sottolineano i Legionari – dell’impatto che l’esempio negativo di un formatore e di un Rettore ha su di loro e sui fedeli cristiani. Siamo profondamente rattristati che la recente storia della nostra Congregazione ha causato il calo del fervore di alcuni dei nostri membri. Siamo fermamente impegnati ad accompagnare i nostri fratelli in momenti di difficolta’. Allo stesso modo, ripetiamo il nostro impegno verso la via del rinnovamento”.
Padre Turrion, la scorsa primavera, aveva chiesto ai superiori un periodo di “riflessione” e si era impegnato a non esercitare il ministero sacerdotale in pubblico. Ora l’annuncio di voler lasciare la tonaca per occuparsi della sua famiglia. Era stato scelto come Rettore solo tre anni fa, nel 2014, e in quell’occasione aveva dichiarato di “apprezzare la fiducia” che i Legionari stavano riponendo in lui per svolgere il delicato compito di formare i nuovi sacerdoti.
www.repubblica.it/vaticano/2017/10/...aca_-177660086/Rettore di seminario confessa: "Ho due figli, lascio la tonaca"Rettore di seminario confessa: "Ho due figli, lascio la tonaca"
L'ex rettore Oscar Turrion
Nuovo scandalo sessuale per i Legionari di Cristo. Sostituito ad agosto, la congregazione religiosa ora rivela il vero motivo
di PAOLO RODARI
08 ottobre 2017
CITTÀ DEL VATICANO - Nel giorno in cui papa Francesco ricorda ai rettori dei seminari, ai direttori spirituali e ai vescovi incontrati in un'udienza concessa alla Congregazione del Clero che "serve meno ambizione", un nuovo scandalo colpisce la Chiesa e un seminario di diritto pontificio, quel Collegio internazionale Maria Mater Ecclesiae che fa parte dei Legionari di Cristo, e cioè il movimento ecclesiale fondato dal sacerdote Marcial Maciel Degollado già autore di abusi e violenze su minori.
Questa volta i fatti sono stati resi noti dalla stessa Congregazione religiosa: l'ex rettore del Mater Eccelesiae, padre Oscar Turrion, infatti, ha ammesso di avere una relazione con una donna e due figli. Turrion era già stato sostituito ad agosto scorso nel suo incarico, ma soltanto in queste ore i suoi confratelli hanno voluto comunicarne pubblicamente i motivi.
Dopo la morte di Degollado, che era riuscito fino al giorno della sua morte a guadagnare la piena fiducia di Giovanni Paolo II e dei suoi più stretti collaboratori, la Congregazione ha iniziato un percorso di pulizia e trasparenza interno voluto fortemente da papa Benedetto XVI. Fu Joseph Ratzinger, infatti, a commissariare i Legionari inviando un suo uomo di fiducia, l'esperto canonista Velasio De Paolis, porporato curiale recentemente scomparso a causa di una grave malattia. Ed è propria la strada della trasparenza ad aver spinto la Congregazione a rendere pubblica la vicenda di Turrion, come avvenne nel 2012 per un altro personaggio di spicco del movimento. Allora fu padre Thomas Williams, decano della facoltà di teologia del pontificio ateneo Regina apostolorum, popolare scrittore e soprattutto volto noto della tv americana come commentatore di notizie vaticane per la Cbs news, a scuotere i Legionari e la Chiesa tutta ammettendo di aver avuto una relazione sessuale con una donna che lo ha anche reso padre.
Padre Turrion aveva informato a marzo i suoi superiori della relazione con una donna e di essere già padre di una figlia. Tramite il Vaticano, la Congregazione aveva in tempi brevi trovato un nuovo rettore, ma soltanto nelle scorse settimane il sacerdote ha rivelato di aver avuto un secondo figlio dalla stessa relazione spiegando come per lo stesso motivo egli sia intenzionato a lasciare il sacerdozio. Turrion, spagnolo, non ancora cinquantenne e appassionato di calcio, scendeva sempre in campo con i suoi seminaristi nelle partite delle Clericus Cup, il torneo fra seminari romani che si svolge ogni anno vicino a San Pietro. "Come responsabili di istituzioni dedicate alla formazione dei candidati al sacerdozio - hanno detto i Legionari - siamo consapevoli dell'impatto che l'esempio negativo di un formatore e di un rettore ha su di loro e sui fedeli cristiani. Siamo profondamente rattristati per il fatto che la recente storia della nostra Congregazione ha causato il calo del fervore di alcuni dei nostri membri. Siamo fermamente impegnati ad accompagnare i nostri fratelli in momenti di difficoltà. Allo stesso modo, ripetiamo il nostro impegno verso la via del rinnovamento".
La scorsa primavera la Congregazione aveva semplicemente concesso a Turrion un periodo di "riflessione" con l'impegno da parte del sacerdote di non esercitare in pubblico il proprio ministero. Ora però, da parte del sacerdote, è arrivata la richiesta di riduzione allo stato laicale per iniziare una nuova vita insieme alla sua donna. Turrion era stato scelto come rettore soltanto tre anni fa, nel 2014. Allora dichiarò di "apprezzare la fiducia" che i Legionari stavano riponendo in lui per svolgere il delicato compito di formare i nuovi sacerdoti.
Castellammare (NA). Don Pasquale Somma mette incinta parrocchiana e si spreta, "Ho provato vergogna ma mi ha aiutato don Ciotti"
"Fuga d'amore dalla parrocchia dell’Acqua della Madonna"www.metropolisweb.it/news/castellam...dele/20939.htmlCastellammare. Amore proibito: prete innamorato aspetta un bimbo da una fedele
Un grande amore tra due giovani, poco più che trentenni, coronato dall’attesa di un figlio. Nulla di strano se non fosse che lui è un prete e lei una delle fedeli che frequentavano la parrocchia. E’ questa la storia che da qualche giorno tiene banco a Castellammare di Stabia e nei comuni dell’Arcidiocesi. Una storia tra un parroco che ora ha deciso di svestire l’abito talare e una donna innamorata, che ha spinto anche un prete di Casola a lanciare un appello dall’altare, durante un incontro con i gruppi parrocchiali «pregate per i giovani che si avviano al sacerdozio e non giudicate chi cade in errore. Stiamo vicini a questa persona che sta vivendo un momento di difficoltà». Un messaggio chiaro che lascia intendere come il sacerdote che di fatto diventerà padre stia vivendo forse il momento più duro della sua vita. Il parroco, molto amato dai giovani e sempre in prima linea nell’aiutare i più poveri, è stato sospeso ma ha già informato il vescovo Francesco Alfano che svestirà l’abito talare.
www.stabiachannel.it/Cronaca/castel...onna-60370.htmlCastellammare - Lascia la chiesa per sposarsi. Prete aspetta un figlio da una giovane donna
Ha già comunicato a mons. Alfano la sua decisione di svestire l'abito talare.
di Simone Rocco
Un amore sbocciato lentamente e che ora si consolida con l’arrivo di un figlio. Nulla di strano se non fosse per il fatto che il papà sarà un prete. Protagonisti della vicenda, infatti, è un giovane sacerdote che per lungo tempo ha operato presso la parrocchia dell’Acqua della Madonna. Molto attivo ed amato dai giovanissimi della zona, protagonista di tante attività in favore dei più deboli e dei poveri del rione. Proprio qui ha conosciuto lei, una donna della stessa età. Si sono amati, e da questa loro storia sta ora per arrivare un bambino. Combattuto tra la fede e l’amore per la sua vocazione, ha deciso di smettere l’abito ecclesiale per dedicarsi alla sua nuova famiglia.
Ne ha informato direttamente il Vescovo, mons. Francesco Alfano che non ha potuto far altro che prendere atto della sua decisione.
Ovviamente in città non si fa altro che parlare di questa storia, ricordando “che prete bravo ed amoroso” fosse. Probabile che ora i due convolino a nozze, anche se del prete e della donna non si hanno notizie da alcuni giorni. Qualcuno dice che abbiano lasciato Castellammare per vivere meglio, e soprattutto in modo più sereno, la nascita del loro figlio.
Don Vincenzo Dainotti si spreta per una donna: "diventerà padre"
Civitavecchia. Il parroco di Allumiere dal pulpito: "mi sono innamorato"Civitavecchia. Il parroco di Allumiere dal pulpito: "mi sono innamorato"
Don Dainotti
www.civonline.it/articolo/allumiere...uolo-di-parrocoAllumiere, don Vincenzo lascia il ruolo di parroco
Ad annunciarlo sabato sera in parrocchia Monsignor Luigi Marrucci. Al suo posto per ora c’è don Diego Pierucci
ALLUMIERE - Non si placa in collina l’eco del dopo notizia della decisione del parroco Don Vincenzo Dainotti di lasciare il sacerdozio. Qualche mese fa il parroco durante una celebrazione è svenuto e ha avuto problemi di salute e si era allontanato per curarsi e operarsi. Dopo una lunga degenza e la riabilitazione don Vincenzo era rientrato ad Allumiere riabracciato dai suoi parrocchiani e aveva ricominciato a lavorare; poche settimane dopo il suo rientro, a sorpresa, don Vincenzo ha chiesto al Vescovo della diocesi di Civitavecchia e Tarquinia, Monsignor Luigi Marrucci, di essere esonerato dal ruolo di parroco e ridotto allo stato laicale per motivi strettamente personali. Il presule nella messa vespertina di sabato ha annunciato ai fedeli che don Vincenzo ha scelto di essere allontanato rinunciando al peso della parrocchia precisando che ciò è stata un libera scelta di don Dainotti. Nel paese don Vincenzo era parroco dal 2012 della chiesa SS Maria Assunta e Rettore del Santuario della Madonna delle Grazie ed era molto amato e rispettato; lo stesso anche a Civitavecchia dove per anni ha svolto il ruolo di vice parroco in cattedrale lavorando coi bambini, i giovani e le coppie che si preparavano per il matrimonio; inoltre dopo aver lasciato Milano e il suo lavoro da cuoco per divenire seminarista è venuto a vivere a Civitavecchia (parrocchia SS Martiri Giapponesi) studiando nell’ex Istituto Preziosissimo Sangue sotto la guida delle suore e poi nell’ex Istituto diocesano ‘‘Veritas in Charitate’’. Questa sua decisione ha lasciato tutti sconvolti ad Allumiere quanto a Civitavecchia, anche perchè nella nostra diocesi è la prima volta che accade. La notizia ha fatto il tam tam fra i collinari e tutti sono rimasti sconcertati: don Vincenzo era arrivato ad Allumiere in sostituzione di don Augusto, allumierasco che per anni è stato parroco e la sua partenza (ora parroco a Tarquinia della chiesa San Giovanni) aveva lasciato rammarico fra i paesani che lo vedevano come un punto di riferimento. Don Vincenzo, però, si è fatto apprezzare e amare e quindi intorno a lui si sono stretti tutti sia in questi anni che, soprattutto, durante la sua malattia. Tutti si dicono rammaricati sia per la scelta di don Dainotti che per il fatto che se ne è andato senza salutare nessuno. Ora la risposta arriverà dalla Santa Sede: una volta appurato che questa è la volontà di don Vincenzo gli verrà riconosciuto lo stato laicale. La Chiesa, infatti, in questi casi si pone in atteggiamento di massimo rispetto delle persone lasciando la piena libertà di scelta. Al posto del dimissionario don Vincenzo ad Allumiere c’è don Diego Pierucci, sacerdote molto apprezzato e amato che ha ricoperto vari e importanti ruoli nell’ambito diocesano: don Diego resterà in collina fino a quando il Vescovo non nominerà il nuovo parroco. Don Diego con il suo modo di fare e con le sue capacità ha conquistato gli allumieraschi e già lavora a pieno ritmo.
(13 Mar 2017 - Ore 21:22)
www.settegiorni.it/index.php/pages/...icola-1141.htmlRHODENSE - Il nuovo numero di Settegiorni è in edicola: queste le notizie in primo piano. Nuove dichiarazioni del pentito della 'ndrangheta: la città di Rho torna a tremare. E ancora: "Mi sono innamorato", don Vincenzo Dainotti si toglie la veste e scappa con la donna che forse lo renderà padre. A Cornaredo la storia di Ruben Giuliani, violinista di fama internazionale a soli 21 anni. "Grazie a Settegiorni ho ritrovato la mia amica d'infanzia dopo oltre 50 anni", il racconto dell'aresina Silvia Ferretto. Queste e tante altre notizie sul numero di Settegiorni in edicola da oggi venerdì 24 marzo.
http://rho.netweek.it/notizie/cronaca/il parroco dal pulpito mi sono innamorato... La storia Cresciuto a Rho dove ha fatto il cuoco prima di entrare in seminario don Vincenzo si è tolto la veste
Pubblicata il 24 Marzo 2017
RHO Viveva a Rho e faceva il cuoco Vincenzo Dainotti tutto questo prima di entrare in ...
www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&es...150729734,d.d24 Home » Parrocchie
Don Vincenzo Dainotti
Indirizzo: 00051 Allumiere Rm Italy
Tel: 0766 96020 (Parr.)
Gli Incarichi:
Parroco presso: Santa Maria Assunta - Allumiere (Allumiere)
Rettore Santuario presso: Santuario Diocesano Madonna delle Grazie (Allumiere)
Assistente Ecclesiastico presso: Azione Cattolica Diocesana (Civitavecchia)
Canonico Del Capitolo Cattedrale presso: San Francesco d'Assisi - Cattedrale Civitavecchia (Civitavecchia)
Membro del consiglio di amministrazione presso: Istituto Diocesano Sostentamento Clero (Civitavecchia)
www.civitavecchia.chiesacattolica.i...20DIOCESANO.pdf9. DAINOTTI don VINCENZO
nato a Calamonaci (ag) il 03.06.1969; ordinato presbitero il 07.12.2003
indirizzo: piazza Cardinale Mertel, 1 - 00051 ALLUMIERE (RM)
Grosseto. Prete gay 37enne sedotto e ricattato, si spreta
Condanna pesante ai prostituti ricattatori, ingaggiati su internetDuomo di Grosseto
http://iltirreno.gelocal.it/grosseto/crona...nati-1.14116778Ricatto a luci rosse al viceparroco: condannati
Due escort nei guai: avevano video e foto di rapporti consumati con l’uomo. L’estorsione dopo il furto di un calice
di Francesca Gori
18 settembre 2016
GROSSETO. La verità emersa nell’aula del tribunale di Grosseto dove si è celebrato il processo che vedeva imputati Soussi Kharbouch, 35 anni e Gianluca Di Biase, 26 anni, entrambi residenti nel napoletano, racconta una storia fatta di sesso, ricatti, debolezze, amore e tonache. Perché la vittima del furto aggravato e dell’estorsione messe in atto dai due è un ex viceparroco che da qualche tempo ha deciso di lasciare l’abito talare. Era la fine di novembre del 2015 quando Kharbouch e Di Biase, di professione escort, furono arrestati a Modena dopo una serrata indagine dei carabinieri del nucleo investigativo di Grosseto. I due uomini offrivano prestazioni sessuali in cambio di soldi attraverso un sito Internet nel quale il prete, che ha 37 anni, si era imbattuto: aveva preso contatto con loro e si erano incontrati in città. Poche volte aveva ceduto alla sua debolezza, senza pensare probabilmente alle conseguenze della sua fiducia mal riposta.
I due lo avevano filmato e fotografato durante quegli incontri a luci rosse e avevano conservato immagini e filmati, lui non si era nemmeno accorto che tutto questo era accaduto. Una volta sparito il calice che conservava gelosamente, non soltanto per il valore reale ma soprattutto per quello affettivo, aveva chiesto indietro quell’oggetto. Sulla coppa d’argento infatti, il trentasettenne aveva fatto inserire alcune pietre preziose che erano appartenute a sua madre. E durante quella brutta serata, quando il prete era stato probabilmente stordito con della droga, era sparito anche un computer.
Il furto del calice aveva colpito la comunità di fedeli che ignoravano lo sfondo sul quale era maturato il colpo. Poi però le richieste di Kharbouch e di Di Biase erano diventate sempre più pressanti: volevano soldi per restituire il calice al viceparroco ma soprattutto chiedevano cifre sempre più alte per non pubblicare le immagini osé che avevano scattato.
Alla fine, il processo che si è celebrato con il rito abbreviato (giudice Sergio Compagnucci, sostituto procuratore Giuseppe Coniglio) è finito con una condanna pesante per entrambi. Dovranno scontare cinque anni e 40 giorni di carcere
per i reati di furto aggravato ed estorsione, oltre al pagamento di una multa. Il viceparroco invece, ha deciso di abbandonare l’abito talare.Il giudice si è riservato più di due mesi per le motivazioni della sentenza che saranno depositate probabilmente a fine novembre.
18 settembre 2016
http://iltirreno.gelocal.it/grosseto/crona...3918?ref=searchFurto ed estorsione in chiesa Convalidati i due arresti
GROSSETO. Soussi Kharbouch, 35 anni e Gianluca Di Biase, 26 anni, ieri sono rimasti in silenzio davanti al giudice, durante l’interrogatorio di garanzia al carcere di Modena. Un interrogatorio fatto...
24 novembre 2015
GROSSETO. Soussi Kharbouch, 35 anni e Gianluca Di Biase, 26 anni, ieri sono rimasti in silenzio davanti al giudice, durante l’interrogatorio di garanzia al carcere di Modena. Un interrogatorio fatto in rogatoria per il tribunale di Grosseto. I due sono stati arrestati arrestati a Modena in esecuzione di un’ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Grosseto Valeria Montesarchio dopo un’accurata indagine fatta dai carabinieri del nucleo investigativo.
Kharbouch e Di Biase sono accusati di aver rubato una preziosa coppa d’argento intarsiata in una parrocchia di Grosseto. E di aver poi chiesto soldi, per una cifra di circa cinquemila euro al viceparroco per ottenerne la restituzione.
Furto aggravato ed estorsione sono i reati contestati ai due uomini.
Ieri mattina, davanti al gip del tribunale di Modena, sono rimasti entrambi in silenzio.
Un furto, quello della coppa, che aveva colpito la comunità di fedeli della parrocchia. Un furto come ce ne sono stati altri in Maremma, da quello commesso solo poco tempo fa ai danni di don Franco Cencioni, al quale è stata rubata, in Duomo, la coppa che gli era stata donata per il suo sessantesimo anniversario di sacerdozio.
Ma se nel caso di don Franco, nessuno si è fatto avanti per “contrattare” la restituzione del maltolto, così come era
successo anche qualche anno fa a Castel del Piano, dove furono i carabinieri a ritrovarla, nel caso del viceparroco i due avrebbero chiesto soldi per riportare quella preziosa coppa lì dove l’avevano presa.
L’arresto dei Karbouch e di Di Biase è stato convalidato.
Francesca Gori
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24 novembre 2015
http://iltirreno.gelocal.it/grosseto/crona...anco-1.12210324Rubato il calice d'argento di don Franco
Era sul bancone della sacrestia pronto per essere utilizzato in occasione della messa vespertina
di Enrico Pizzi
05 ottobre 2015
GROSSETO. Furto nella cattedrale di San Lorenzo, ieri mattina, a Grosseto: poco prima di mezzogiorno è stato rubato il calice d'argento che era stato donato a monsignor Franco Cencioni in occasione del 60esimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale.
È stato sufficiente un attimo di distrazione e dalla sacrestia del Duomo è scomparso il calice d'argento che, al di là del valore venale, aveva anche un grande valore affettivo dal momento che si trattava di un oggetto che il Capitolo della cattedrale aveva donato, il 23 dicembre del 2010, al suo preposto, l'89enne monsignor Franco Cencioni, per festeggiare i sessanta anni di sacerdozio.
È lo stesso monsignor Cencioni che, contattato telefonicamente, conferma, sconcertato, il furto che lo colpisce direttamente. Con la consueta disponibilità che lo contraddistingue, infatti, quel calice lui non lo teneva nascosto, chiuso in qualche armadio o cassetto, in modo geloso, ma lo aveva messo a disposizione dei sacerdoti che celebrano la messa in cattedrale. E infatti, nella tarda mattinata, il calice era stato preparato, sul bancone della sacrestia, per essere utilizzato durante la messa vespertina del sabato, presieduta da don Josè de La Torre, la celebrazione che viene teletrasmessa. «Era tutto pronto – dice don Franco – lì, insieme alle ostie da consacrare durante la messa. Il custode si è allontanato un attimo e qualcuno è riuscito a entrare». È stato sufficiente, dunque, un piccolo lasso di tempo, poco prima della chiusura dei portoni a mezzogiorno, perché qualcuno riuscisse a mettere le mani sul prezioso oggetto liturgico. La chiesa, in quel momento, era completamente vuota e il ladro ha avuto gioco facile nell'entrare e uscire senza essere né notato né disturbato.
Solo in serata, durante la preparazione per la messa delle 18, in cattedrale si sono accorti che dalla sacrestia era stato portato via il calice. Il furto è stato denunciato ai carabinieri. Il calice, in argento, riporta, sotto la base, anche un'incisione che ricorda l'occasione in cui è stato donato: «Dono del Capitolo della Cattedrale a monsignor
Franco Cencioni nel 60° della sua ordinazione sacerdotale». Don Franco lo sottolinea, nella speranza – per la verità debole, come ammette lui stesso – che qualcuno possa riconoscerlo e possa permettere di ritrovarlo. «Purtroppo – dice con rammarico – le scritte si possono cancellare».
05 ottobre 2015