Laici Libertari Anticlericali Forum

Preti in crisi, Quando si spretano per un uomo, una donna, per tornare uomini liberi.

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 22/5/2017, 16:45

Group:
Administrator
Posts:
8,011

Status:


Pescara. Don Dario Trave fugge senza dar spiegazioni.

Il Vicario "il celibato è un valore!


www.ilmessaggero.it/abruzzo/pescara...ni-2453781.html

Pescara, tutto pronto per le prime comunioni ma il parroco è “sparito”

di Davide De Amicis
Il parroco aveva già fissato la data delle prime comunioni e tutto sembrava procedere come sempre, tra una celebrazione e l'altra, ma da un giorno all'altro i fedeli della parrocchia del Santissimo crocifisso di Villaggio Alcyone, il quartiere di Pescara al confine con Francavilla, non l'hanno più visto. Si tratta di don Dario Trave, sacerdote quarantunenne originario di Vicoli, che a fine aprile ha lasciato improvvisamente la parrocchia senza avvisare i fedeli.

È stato l'arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti, circa due settimane fa, a presentarsi in chiesa per presenziare le messe domenicali e informare la comunità di ciò che stava accadendo: «Ho bisogno di una pausa di riflessione nella mia vita - queste le parole vergate da don Dario in una lettera indirizzata al presule e letta dallo stesso ai fedeli -, non mi sento realizzato». Un tempo di riflessione destinato a durare fino a luglio-agosto: «Ma qualsiasi cosa deciderà di fare don Dario - precisa l'arcivescovo -, sicuramente non tornerà qui». Fino ad allora, anche se al momento non è dato sapere quando verrà designato il successore, sarà il vicario parrocchiale di San Luigi Gonzaga don Tommaso Fallica a fare le veci del parroco, celebrando la liturgia eucaristica delle ore 19 al sabato sera e quelle domenicali delle ore 9, delle ore 10.30 e delle ore 19.

Don Dario Trave, ordinato presbitero nel 2006, è parroco del Santissimo crocifisso da tre anni e, in quanto apprezzato studioso, è anche archivista diocesano e docente presso l'Istituto superiore di Scienze religiose Toniolo di Pescara. Tra i parrocchiani di Villaggio Alcyone, dopo aver appreso dell'improvvisa assenza del loro parroco, c'è sorpresa e preoccupazione. Ma, per ora, non c'è modo di comprendere più approfonditamente le ragioni interiori che hanno spinto don Dario a maturare e concretizzare questa scelta difficile, dato che anche al cellulare è irreperibile. Solo il tempo, dunque, potrà dire se il sacerdote pescarese avrà fatto chiarezza nel suo progetto di vita e nella sua vocazione, tornando a farsi vedere e a esercitare altrove il suo ministero.
Domenica 21 Maggio 2017 - Ultimo aggiornamento: 11:50

www.leggo.it/news/italia/pescara_pa...ni-2453879.html

TUTTO PRONTO PER LE PRIME COMUNIONI MA IL PARROCO SCOMPARE: "HO BISOGNO DI UNA PAUSA"
COMMENTA
Tutto pronto per le prime comunioni ma il parroco scompare: "Ho bisogno di una pausa"
Domenica 21 Maggio 2017, 09:33

di Davide De Amicis
Il parroco aveva già fissato la data delle prime comunioni e tutto sembrava procedere come sempre, tra una celebrazione e l'altra, ma da un giorno all'altro i fedeli della parrocchia del Santissimo crocifisso di Villaggio Alcyone, il quartiere di Pescara al confine con Francavilla, non l'hanno più visto. Si tratta di don Dario Trave, sacerdote quarantunenne originario di Vicoli, che a fine aprile ha lasciato improvvisamente la parrocchia senza avvisare i fedeli.

È stato l'arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti, circa due settimane fa, a presentarsi in chiesa per presenziare le messe domenicali e informare la comunità di ciò che stava accadendo: «Ho bisogno di una pausa di riflessione nella mia vita - queste le parole vergate da don Dario in una lettera indirizzata al presule e letta dallo stesso ai fedeli -, non mi sento realizzato». Un tempo di riflessione destinato a durare fino a luglio-agosto: «Ma qualsiasi cosa deciderà di fare don Dario - precisa l'arcivescovo -, sicuramente non tornerà qui». Fino ad allora, anche se al momento non è dato sapere quando verrà designato il successore, sarà il vicario parrocchiale di San Luigi Gonzaga don Tommaso Fallica a fare le veci del parroco, celebrando la liturgia eucaristica delle ore 19 al sabato sera e quelle domenicali delle ore 9, delle ore 10.30 e delle ore 19.

Don Dario Trave, ordinato presbitero nel 2006, è parroco del Santissimo crocifisso da tre anni e, in quanto apprezzato studioso, è anche archivista diocesano e docente presso l'Istituto superiore di Scienze religiose Toniolo di Pescara. Tra i parrocchiani di Villaggio Alcyone, dopo aver appreso dell'improvvisa assenza del loro parroco, c'è sorpresa e preoccupazione. Ma, per ora, non c'è modo di comprendere più approfonditamente le ragioni interiori che hanno spinto don Dario a maturare e concretizzare questa scelta difficile, dato che anche al cellulare è irreperibile. Solo il tempo, dunque, potrà dire se il sacerdote pescarese avrà fatto chiarezza nel suo progetto di vita e nella sua vocazione, tornando a farsi vedere e a esercitare altrove il suo ministero.

www.ilcentro.it/pescara/non-giudica...alore-1.1559318

«Non giudicate don Dario Ma il celibato è un valore»
Don Amadio, già vicario della diocesi, difende il parroco di Villaggio Alcyone «Può esserci una fase di difficoltà che non si riesce a gestire. Giusto fermarsi»
di Simona De Leonardis 21 maggio 2017
PESCARA. «Matrimonio e sacerdozio o cadono insieme, o si tengono insieme. Se le famiglie tengono, tengono pure i sacerdoti». Don Vincenzo Amadio, già vicario generale della diocesi, storico parroco della chiesa di San Pietro e quasi 52 anni di sacerdozio alle spalle, parte dal caso del parroco 41enne della chiesa del Santissimo Crocifisso che si è preso una pausa di riflessione dai fedeli, per dire: «Oggi è tutto più difficile. Ci sono mille messaggi che ti distraggono. E poi la precarietà del lavoro che ci porta alla precarietà anche degli impegni dei sentimenti. Non si riesce a stare più insieme. Anche chi diventa sacerdote vive lo stesso ambiente, la stessa cultura del provvisorio che c’è oggi». «Del provvisorio», ripete don Vincenzo, «non del definitivo. E invece quando parliamo di un impegno di vita, l’impegno è per sempre. È quel “per sempre” che fa paura. Fa paura alle giovani coppie e fa paura anche ai giovani preti».
 
Top
view post Posted on 23/10/2017, 08:52

Group:
Administrator
Posts:
8,011

Status:


Pistoia. Si spreta il rettore del seminario don Fausto Corsi
Fugge in Africa e lascia una lettera ai parrocchiani di Quarrata, ma non spiega il motivo

Lascia una lettera ai parrocchiani di Quarrata, ma non spiega il motivo. Benvenuto tra la gente normale

doncorsi
Don Corsi

www.linealibera.info/diocesi-don-ma...-il-sacerdozio/

diocesi. DON MAURIZIO LASCIA LA PARROCCHIA. DON FAUSTO, IL SACERDOZIO
Data: 2 ottobre 2017 di Andrea Balli
A Montemurlo e Quarrata le due parrocchie sono ora senza la propria guida pastorale

Don Maurizio Andreini
MONTEMURLO — QUARRATA. Cambio improvviso e inaspettato nella parrocchia del Sacro Cuore di Montemurlo e in quella di Santa Maria Assunta a Quarrata.

Da una parte don Maurizio Andreini lascia la guida pastorale affidatagli appena un anno fa dal vescovo di Pistoia monsignor Fausto Tardelli per andare a ricoprire il medesimo incarico in un’altra parrocchia della diocesi.

Dall’altra don Fausto Corsi, da tempo assente per un viaggio in missione in Africa, da quanto letto ieri durante le Messe non dovrebbe tornare più a Quarrata.

Don Fausto ha scritto una toccante lettera ai parrocchiani dove spiega la sua scelta sofferta di abbandonare il sacerdozio

In entrambi i casi la comunicazione è stata accolta con sbigottito silenzio. Resta ora il fatto che per entrambe le parrocchie si apre un periodo particolare dato anche il concomitante avvio del nuovo anno pastorale.

«Sapevamo – ha detto il vescovo nella sua comunicazione – che dopo la trentennale presenza dei padri betharramiti a Montemurlo, il passaggio con un sacerdote diocesano non sarebbe stato facile.

D’altra parte è lungo il cammino che si aggiusta la somma. Troveremo presto nuove soluzioni, nel frattempo la guida della parrocchia sarà assunta da don Patrizio Fabbri, vicario del vescovo».


Don Fausto Corsi
Don Maurizio Andreini, era giunto alla guida della Parrocchia del Sacro Cuore il 16 ottobre dello scorso anno, con una nomina di nove anni, dopo aver prestato servizio in varie parrocchie della diocesi di Pistoia, tra cui Quarrata, sua città d’origine.

Insieme a lui, per affiancarlo alla guida dell’unità pastorale lo stesso giorno furono nominati altri due parroci in servizio nella chiesa di Fornacelle e in quella di Bagnolo: don Jaroslaw Boguslaw Ziaekiewicz e don Rodriguez Gildaz Bedjinou, che in base a quanto comunicato dalla diocesi di Pistoia continueranno il loro servizio coordinandosi con il vicario, monsignor Fabbri.

Don Fausto Corsi, 47 anni, era alla guida della parrocchia di Quarrata, Lucciano, Santallemura, Violina e Buriano dal 2011.

Ordinato sacerdote nel 1998 è stato anche parroco di San Felice, Le Grazie e Saturnana.

La concomitante comunicazione da parte della diocesi potrebbe far pensare ad un “avvicinamento” di don Andreini alla sua parrocchia d’origine ma difficilmente tale opzione viene scelta dalle autorità religiose.

Si dovrà quindi attendere le decisioni ufficiali che non tarderanno sicuramente ad arrivare.

[Andrea Balli]

www.diocesipistoia.it/?staff=corsi-don-fausto
Corsi Don Fausto

categorie: Presbiteri
Parroco di:
Quarrata, dal 2011
Lucciano, dal 2011
Santallemura, dal 2011
Violina, dal 2011
Buriano, dal 2011
Saturnana dal 1999.1.12
San Felice dal 1999.1.12
Le Grazie dal 1999.1.12
Rettore del Seminario, dal 2011
Difensore del vincolo
Consultore

Piazza della chiesa 1 51039 Quarrata PT

email: [email protected]

Montecassino. Don Antonio Potenza si spreta, si sposa e si converte anglicano: "A Londra per studio"

L'ex segretario dell'abate Vittorelli, che spendeva 500.000 € dell'8 x 1000 in festini gay con coca


L'ex segretario dell'abate Vittorelli, che spendeva 500.000 € dell'8 x 1000 in festini gay con coca


Don Potenza

www.radiocassinostereo.com/montecas...fonte-sorprese/

Montecassino – Don Antonio Potenza sposo. L’abbazia fonte di sorprese
DI REDAZIONE RCS · PUBBLICATO 9 LUGLIO 2017 · AGGIORNATO 9 LUGLIO 2017


Don Antonio Potenza, segretario particolare dell’ex abate Vittorelli è convolato a nozze in Inghilterra, dove si era trasferito subito dopo lo scandalo che aveva colpito l’abbazia ed il “suo” abate.

Si è spostato ieri sera a Londra dove si era trasferito, ufficialmente, per motivi di studio; una trasferta rivelatasi un cambio di rotta della vita del monaco benedettino che ora ha messo su famiglia sposando una studentessa universitaria di Cassino che lo aveva accompagnato in terra inglese. Un cambio di rotta forse non radicale visto che, secondo le notizie, qui aveva iniziato a frequentare la chiesa anglicana, all’interno della celeberrima abbazia di Westminster, che consente ai suoi pastori di contrarre matrimonio.

Il matrimonio di don Antonio Potenza, al quale hanno partecipato pochi familiari e qualche amico del cassinate, tra cui anche personaggi noti, potrebbe essere il colpo di coda dello scandalo che ha colpito l’abbazia di Montecassino con le ben note vicende di Pietro Vittorelli, che hanno generato, tra l’altro, la storica perdita della Diocesi a vantaggio di quella di Sora-Aquino-Pontecorvo.

Addirittura, in quell’occasione, Potenza, per un certo periodo fu considerato un papabile successore di Vittorelli sul soglio di San Benedetto, prima di decidere di trasferirsi in Inghilterra.

Incredulità e sarcasmo le maggiori reazioni con le quali il popolo cassinate ha accolto la notizia delle nozze del “pastore” Potenza celebrate alla vigilia della storica processione del 9 luglio della madonna dell’Assunta.

www.alessioporcu.it/articoli/potenz...no-westminster/
Antonio (non più don) Potenza si è sposato a Westminster
Posted on 8 luglio 2017 Alessio PorcuPosted in Gli Articoli
WhatsAppFacebookTwitterEmailGoogle GmailCondividi

Togliamoci subito di mezzo la notizia di gossip. Antonio (non più don) Potenza si è sposato. L’ex segretario del chiacchierato 191mo abate di Montecassino Pietro Vittorelli si è unito in matrimonio con Celeste, la ragazza di Cassino che aveva conosciuto nell’archivio del museo dell’abazia. E per la quale ha lasciato: la tonaca di benedettino, la carica di segretario dell’abate, nonché la carriera spianata verso i vertici dell’Ordine.



Il matrimonio è stato celebrato nel pomeriggio all’interno della cattedrale di Westminster a Londra, direttamente dal dean John Hall che è il decano di Westminster. Il rito è stato quello anglicano. Officiato in un giorno particolare: quello del compleanno della sposa. Tra le foto è possibile riconoscere con sicurezza l’assessore comunale e già cerimoniere abbaziale Benedetto Leone nonché l’avvocato Gianrico Ranaldi. Sono seduti l’uno accanto all’altro nell’immagine che li vede nel chiostro di Westminster Abbey durante il concerto per violino che si è tenuto al termine della cerimonia religiosa.



Puntare sul pettegolezzo, di fronte ad una notizia così sarebbe un grave limite.



Perché Antonio (non più don) Potenza poteva convolare a nozze ovunque gli fosse garbato. Ma farlo a Westminster ha un significato molto profondo e particolare. Il suo matrimonio rappresenta un segnale forte alla Chiesa di Roma ed a Papa Francesco. E’ un messaggio con il quale sollecitare a rimettere nell’agenda il tema del celibato dei preti.



Non è un caso che il rito sia stato celebrato dal dean John Hall: non è solo il decano di Westminster. In quanto tale, è anche il capo del capitolo dell’abbazia. Che è prelatura personale della Corona. Quindi il dean risponde direttamente alla Regina (che è il capo della Chiesa anglicana) non al Vescovo di Londra come ordinario, né all’arcivescovo di Canterbury come metropolita. L’abate Pietro Vittorelli ed il suo segretario Antonio Potenza avevano lavorato molto sui rapporti tra Chiesa di Roma e Anglicani. Avevano cercato di favorire il dialogo ecumenico. Più volte erano stati a Londra ed avevano ospitato a Montecassino i vertici della chiesa di Sua Maestà.



Antonio Potenza in questo momento è formalmente un exclaustrato. E’ cioè un monaco che non conduce più vita monastica ed ha lasciato l’ordine. L’iter lo aveva avviato a gennaio 2016, presentando la domanda e trasferendosi quasi subito a Londra. Ma avendo preso i voti monastici resta sempre un consacrato: il sacramento è per sempre e in nessun modo può essere tolto.



Il suo matrimonio celebrato a Westminster può essere un modo per tentare di accelerare i meccanismi di dialogo che in qualche modo erano stati attivati proprio dai due vertici dell’abazia di Montecassino negli anni scorsi.



«E’ la visione di una Chiesa pre Tridentina – analizza il filosofo Biagio Cacciola – in quanto a quel tempo era prevista la possibilità dell’unione matrimoniale pur conservando il sacerdozio. Soltanto dopo il secolo XI con papa Gregorio VII, Ildebrando di Soana, ci fu il radicamento del celibato. Che era però legato soprattutto ad una questione di convenienza. Infatti, il papato era egemone sotto il profilo territoriale ed avere figli, essendo sacerdoti, avrebbe tolto alla Chiesa strutture e terreni»



Il tema è aperto. In Puglia esiste una diocesi di rito Bizantino Orientale che è incardinata nella Chiesa di Roma. Non è di rito Ortodosso. E prevede l’istituto dell’uxoriato cioè i sacerdoti sono sposati.



Quel matrimonio, celebrato a Westminster, paradossalmente è anche una risposta ai preti sposati anglicani passati al Cattolicesimo, motivo di attrito tra Chiesa Anglicana e Cattolica, cinque anni fa.



In questo periodo Antonio (non più don) Potenza lavora per anglicani in una delle loro strutture di Londra. Alcuni sostengono trattarsi di un hotel nel cuore della City. Formalmente, potrebbe rivendicare il titolo di don. Ma per ora, tolti i formalismi farisaici, per i fedeli di Roma non lo è. Le prossime settimane, con i successivi passi, diranno come stanno le cose.



Per il momento, auguri. Agli sposi. E alle due Chiese.

www.ciociariaoggi.it/news/cronaca/5...antonio-potenza
Nozze segrete in Inghilterra per il vice di Vittorelli, Don Antonio Potenza
Cassino - Il giovane si era trasferito alcuni anni fa nel Regno Unito per motivi di studio. A Londra ha trovato l’amore


11 ore fa

letto 3258 volte


Fiori d'arancio per il segretario di dom Pietro Vittorelli. Don Antonio Potenza si è sposato ieri pomeriggio a Londra. Presenti alla celebrazione pochissimi amici e conoscenti. Ma la notizia della "nuova" vita del monaco di Montecassino si era già sparsa tempo fa quando, dopo le vicende che travolsero la casa di San Benedetto, partì alla volta del Regno Unito, si dice, per un periodo di studi.

Dall'Inghilterra il "don" non è più tornato, se non per qualche breve vacanza di visita ai familiari. Proprio nella città di sua maestà don Antonio ha iniziato un nuovo percorso nella chiesa anglicana, prestando servizio nell'abbazia di Westminster. Al suo fianco una compagna, una giovane studentessa universitaria anche lei arrivata dalla città martire. Così, in un caldo pomeriggio estivo Anno Domini 2017, l'uomo che per anni abbiamo visto al fianco di dom Pietro Vittorelli, un giovane monaco che si è distinto per l'impegno e nelle attività della comunità del territorio, ha impalmato la giovane fidanzata e davanti ai suoi amici ha pronunciato il sì che lo ha reso un marito.

Nella mente di qualcuno, forse di pochi, risuonano ancora quelle parole pronunciate durante un'omelia nella cattedrale di Montecassino, una lettura dal Vangelo di San Marco, alcuni mesi dopo lo scandalo che coinvolse dom Pietro. «In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte - disse dal pulpito un emozionato don Antonio - Cadono le stelle per una disgrazia, una malattia, la morte di una persona cara, una sconfitta, un tradimento, uno scandalo. Però è necessario ripartire e noi abbiamo bisogno di ripartire, di ricominciare, di ricostruire. Ben vengano, allora, certe scosse di primavera per cancellare ciò che merita di essere cancellato. Appoggiando la nostra fragilità sulle altre alla ricerca di legami sosteniamo il mondo». La primavera di don Antonio è iniziata a Londra.

Roma. Il Rettore del seminario: "Ho 2 figli, mi spreto"

Nuovo scandalo tra i Legionari di Cristo, fondati e diretti da una banda di preti pedofili


052856696-187b1ab7-be05-4850-9abe-45b66b966ffa

www.agora24.it/2017/10/roma-scandal...ario-due-figli/
Roma, nuovo scandalo Chiesa: ex Rettore seminario con due figli
SocietàRedazione7 ottobre 2017 23:01

Nuovo scandalo nella Chiesa: l’ex Rettore di un seminario pontificio ha ammesso di avere una relazione e due figli. Accade al Pontificio Collegio internazionale Maria Mater Ecclesiae dei Legionari di Cristo a Roma. Ed e’ la stessa congregazione religiosa a rendere noti i fatti che riguardano padre Oscar Turrion, che era stato sostituito ad agosto scorso da un nuovo Rettore proprio a causa, come oggi si apprende, di questa sua situazione personale.

Legionari ancora nell’occhio del ciclone, dunque, dopo le ferite causate dalla storia del loro fondatore, Marcial Maciel Degollado, che fu autore di abusi e violenze su minori.

Ma il nuovo corso, all’insegna della trasparenza e del rinnovamento, questa volta ha spinto la Congregazione a giocare d’anticipo e a rendere noti i fatti in un lungo comunicato. Padre Turrion a marzo di quest’anno aveva informato i superiori di avere una relazione con una donna dalla quale era nata una figlia. Subito era stata avviata la procedura per chiedere alla Santa Sede un nuovo Rettore che in effetti si e’ insediato lo scorso agosto. Questa settimana poi, il sacerdote spagnolo, non ancora cinquantenne e appassionato di calcio, tanto da scendere in campo con i suoi seminaristi nelle partite delle Clericus Cup, ha ammesso di avere un secondo figlio dalla stessa relazione e di volere lasciare il sacerdozio.

“Come responsabili di istituzioni dedicate alla formazione dei candidati al sacerdozio, siamo consapevoli – sottolineano i Legionari – dell’impatto che l’esempio negativo di un formatore e di un Rettore ha su di loro e sui fedeli cristiani. Siamo profondamente rattristati che la recente storia della nostra Congregazione ha causato il calo del fervore di alcuni dei nostri membri. Siamo fermamente impegnati ad accompagnare i nostri fratelli in momenti di difficolta’. Allo stesso modo, ripetiamo il nostro impegno verso la via del rinnovamento”.

Padre Turrion, la scorsa primavera, aveva chiesto ai superiori un periodo di “riflessione” e si era impegnato a non esercitare il ministero sacerdotale in pubblico. Ora l’annuncio di voler lasciare la tonaca per occuparsi della sua famiglia. Era stato scelto come Rettore solo tre anni fa, nel 2014, e in quell’occasione aveva dichiarato di “apprezzare la fiducia” che i Legionari stavano riponendo in lui per svolgere il delicato compito di formare i nuovi sacerdoti.


www.repubblica.it/vaticano/2017/10/...aca_-177660086/

Rettore di seminario confessa: "Ho due figli, lascio la tonaca"Rettore di seminario confessa: "Ho due figli, lascio la tonaca"
L'ex rettore Oscar Turrion
Nuovo scandalo sessuale per i Legionari di Cristo. Sostituito ad agosto, la congregazione religiosa ora rivela il vero motivo

di PAOLO RODARI

08 ottobre 2017

CITTÀ DEL VATICANO - Nel giorno in cui papa Francesco ricorda ai rettori dei seminari, ai direttori spirituali e ai vescovi incontrati in un'udienza concessa alla Congregazione del Clero che "serve meno ambizione", un nuovo scandalo colpisce la Chiesa e un seminario di diritto pontificio, quel Collegio internazionale Maria Mater Ecclesiae che fa parte dei Legionari di Cristo, e cioè il movimento ecclesiale fondato dal sacerdote Marcial Maciel Degollado già autore di abusi e violenze su minori.

Questa volta i fatti sono stati resi noti dalla stessa Congregazione religiosa: l'ex rettore del Mater Eccelesiae, padre Oscar Turrion, infatti, ha ammesso di avere una relazione con una donna e due figli. Turrion era già stato sostituito ad agosto scorso nel suo incarico, ma soltanto in queste ore i suoi confratelli hanno voluto comunicarne pubblicamente i motivi.

Dopo la morte di Degollado, che era riuscito fino al giorno della sua morte a guadagnare la piena fiducia di Giovanni Paolo II e dei suoi più stretti collaboratori, la Congregazione ha iniziato un percorso di pulizia e trasparenza interno voluto fortemente da papa Benedetto XVI. Fu Joseph Ratzinger, infatti, a commissariare i Legionari inviando un suo uomo di fiducia, l'esperto canonista Velasio De Paolis, porporato curiale recentemente scomparso a causa di una grave malattia. Ed è propria la strada della trasparenza ad aver spinto la Congregazione a rendere pubblica la vicenda di Turrion, come avvenne nel 2012 per un altro personaggio di spicco del movimento. Allora fu padre Thomas Williams, decano della facoltà di teologia del pontificio ateneo Regina apostolorum, popolare scrittore e soprattutto volto noto della tv americana come commentatore di notizie vaticane per la Cbs news, a scuotere i Legionari e la Chiesa tutta ammettendo di aver avuto una relazione sessuale con una donna che lo ha anche reso padre.

Padre Turrion aveva informato a marzo i suoi superiori della relazione con una donna e di essere già padre di una figlia. Tramite il Vaticano, la Congregazione aveva in tempi brevi trovato un nuovo rettore, ma soltanto nelle scorse settimane il sacerdote ha rivelato di aver avuto un secondo figlio dalla stessa relazione spiegando come per lo stesso motivo egli sia intenzionato a lasciare il sacerdozio. Turrion, spagnolo, non ancora cinquantenne e appassionato di calcio, scendeva sempre in campo con i suoi seminaristi nelle partite delle Clericus Cup, il torneo fra seminari romani che si svolge ogni anno vicino a San Pietro. "Come responsabili di istituzioni dedicate alla formazione dei candidati al sacerdozio - hanno detto i Legionari - siamo consapevoli dell'impatto che l'esempio negativo di un formatore e di un rettore ha su di loro e sui fedeli cristiani. Siamo profondamente rattristati per il fatto che la recente storia della nostra Congregazione ha causato il calo del fervore di alcuni dei nostri membri. Siamo fermamente impegnati ad accompagnare i nostri fratelli in momenti di difficoltà. Allo stesso modo, ripetiamo il nostro impegno verso la via del rinnovamento".

La scorsa primavera la Congregazione aveva semplicemente concesso a Turrion un periodo di "riflessione" con l'impegno da parte del sacerdote di non esercitare in pubblico il proprio ministero. Ora però, da parte del sacerdote, è arrivata la richiesta di riduzione allo stato laicale per iniziare una nuova vita insieme alla sua donna. Turrion era stato scelto come rettore soltanto tre anni fa, nel 2014. Allora dichiarò di "apprezzare la fiducia" che i Legionari stavano riponendo in lui per svolgere il delicato compito di formare i nuovi sacerdoti.

Castellammare (NA). Don Pasquale Somma mette incinta parrocchiana e si spreta, "Ho provato vergogna ma mi ha aiutato don Ciotti"

"Fuga d'amore dalla parrocchia dell’Acqua della Madonna"


watermarks-32.php_

www.metropolisweb.it/news/castellam...dele/20939.html

Castellammare. Amore proibito: prete innamorato aspetta un bimbo da una fedele


Un grande amore tra due giovani, poco più che trentenni, coronato dall’attesa di un figlio. Nulla di strano se non fosse che lui è un prete e lei una delle fedeli che frequentavano la parrocchia. E’ questa la storia che da qualche giorno tiene banco a Castellammare di Stabia e nei comuni dell’Arcidiocesi. Una storia tra un parroco che ora ha deciso di svestire l’abito talare e una donna innamorata, che ha spinto anche un prete di Casola a lanciare un appello dall’altare, durante un incontro con i gruppi parrocchiali «pregate per i giovani che si avviano al sacerdozio e non giudicate chi cade in errore. Stiamo vicini a questa persona che sta vivendo un momento di difficoltà». Un messaggio chiaro che lascia intendere come il sacerdote che di fatto diventerà padre stia vivendo forse il momento più duro della sua vita. Il parroco, molto amato dai giovani e sempre in prima linea nell’aiutare i più poveri, è stato sospeso ma ha già informato il vescovo Francesco Alfano che svestirà l’abito talare.

www.stabiachannel.it/Cronaca/castel...onna-60370.html
Castellammare - Lascia la chiesa per sposarsi. Prete aspetta un figlio da una giovane donna

Ha già comunicato a mons. Alfano la sua decisione di svestire l'abito talare.

di Simone Rocco



Un amore sbocciato lentamente e che ora si consolida con l’arrivo di un figlio. Nulla di strano se non fosse per il fatto che il papà sarà un prete. Protagonisti della vicenda, infatti, è un giovane sacerdote che per lungo tempo ha operato presso la parrocchia dell’Acqua della Madonna. Molto attivo ed amato dai giovanissimi della zona, protagonista di tante attività in favore dei più deboli e dei poveri del rione. Proprio qui ha conosciuto lei, una donna della stessa età. Si sono amati, e da questa loro storia sta ora per arrivare un bambino. Combattuto tra la fede e l’amore per la sua vocazione, ha deciso di smettere l’abito ecclesiale per dedicarsi alla sua nuova famiglia.



Ne ha informato direttamente il Vescovo, mons. Francesco Alfano che non ha potuto far altro che prendere atto della sua decisione.

Ovviamente in città non si fa altro che parlare di questa storia, ricordando “che prete bravo ed amoroso” fosse. Probabile che ora i due convolino a nozze, anche se del prete e della donna non si hanno notizie da alcuni giorni. Qualcuno dice che abbiano lasciato Castellammare per vivere meglio, e soprattutto in modo più sereno, la nascita del loro figlio.

Don Vincenzo Dainotti si spreta per una donna: "diventerà padre"

Civitavecchia. Il parroco di Allumiere dal pulpito: "mi sono innamorato"


Civitavecchia. Il parroco di Allumiere dal pulpito: "mi sono innamorato"

SANTA%20FERMINA%20PRETI%20PICU
Don Dainotti

www.civonline.it/articolo/allumiere...uolo-di-parroco

Allumiere, don Vincenzo lascia il ruolo di parroco
Ad annunciarlo sabato sera in parrocchia Monsignor Luigi Marrucci. Al suo posto per ora c’è don Diego Pierucci

ALLUMIERE - Non si placa in collina l’eco del dopo notizia della decisione del parroco Don Vincenzo Dainotti di lasciare il sacerdozio. Qualche mese fa il parroco durante una celebrazione è svenuto e ha avuto problemi di salute e si era allontanato per curarsi e operarsi. Dopo una lunga degenza e la riabilitazione don Vincenzo era rientrato ad Allumiere riabracciato dai suoi parrocchiani e aveva ricominciato a lavorare; poche settimane dopo il suo rientro, a sorpresa, don Vincenzo ha chiesto al Vescovo della diocesi di Civitavecchia e Tarquinia, Monsignor Luigi Marrucci, di essere esonerato dal ruolo di parroco e ridotto allo stato laicale per motivi strettamente personali. Il presule nella messa vespertina di sabato ha annunciato ai fedeli che don Vincenzo ha scelto di essere allontanato rinunciando al peso della parrocchia precisando che ciò è stata un libera scelta di don Dainotti. Nel paese don Vincenzo era parroco dal 2012 della chiesa SS Maria Assunta e Rettore del Santuario della Madonna delle Grazie ed era molto amato e rispettato; lo stesso anche a Civitavecchia dove per anni ha svolto il ruolo di vice parroco in cattedrale lavorando coi bambini, i giovani e le coppie che si preparavano per il matrimonio; inoltre dopo aver lasciato Milano e il suo lavoro da cuoco per divenire seminarista è venuto a vivere a Civitavecchia (parrocchia SS Martiri Giapponesi) studiando nell’ex Istituto Preziosissimo Sangue sotto la guida delle suore e poi nell’ex Istituto diocesano ‘‘Veritas in Charitate’’. Questa sua decisione ha lasciato tutti sconvolti ad Allumiere quanto a Civitavecchia, anche perchè nella nostra diocesi è la prima volta che accade. La notizia ha fatto il tam tam fra i collinari e tutti sono rimasti sconcertati: don Vincenzo era arrivato ad Allumiere in sostituzione di don Augusto, allumierasco che per anni è stato parroco e la sua partenza (ora parroco a Tarquinia della chiesa San Giovanni) aveva lasciato rammarico fra i paesani che lo vedevano come un punto di riferimento. Don Vincenzo, però, si è fatto apprezzare e amare e quindi intorno a lui si sono stretti tutti sia in questi anni che, soprattutto, durante la sua malattia. Tutti si dicono rammaricati sia per la scelta di don Dainotti che per il fatto che se ne è andato senza salutare nessuno. Ora la risposta arriverà dalla Santa Sede: una volta appurato che questa è la volontà di don Vincenzo gli verrà riconosciuto lo stato laicale. La Chiesa, infatti, in questi casi si pone in atteggiamento di massimo rispetto delle persone lasciando la piena libertà di scelta. Al posto del dimissionario don Vincenzo ad Allumiere c’è don Diego Pierucci, sacerdote molto apprezzato e amato che ha ricoperto vari e importanti ruoli nell’ambito diocesano: don Diego resterà in collina fino a quando il Vescovo non nominerà il nuovo parroco. Don Diego con il suo modo di fare e con le sue capacità ha conquistato gli allumieraschi e già lavora a pieno ritmo.

(13 Mar 2017 - Ore 21:22)

www.settegiorni.it/index.php/pages/...icola-1141.html
RHODENSE - Il nuovo numero di Settegiorni è in edicola: queste le notizie in primo piano. Nuove dichiarazioni del pentito della 'ndrangheta: la città di Rho torna a tremare. E ancora: "Mi sono innamorato", don Vincenzo Dainotti si toglie la veste e scappa con la donna che forse lo renderà padre. A Cornaredo la storia di Ruben Giuliani, violinista di fama internazionale a soli 21 anni. "Grazie a Settegiorni ho ritrovato la mia amica d'infanzia dopo oltre 50 anni", il racconto dell'aresina Silvia Ferretto. Queste e tante altre notizie sul numero di Settegiorni in edicola da oggi venerdì 24 marzo.


http://rho.netweek.it/notizie/cronaca/
il parroco dal pulpito mi sono innamorato... La storia Cresciuto a Rho dove ha fatto il cuoco prima di entrare in seminario don Vincenzo si è tolto la veste
Pubblicata il 24 Marzo 2017
RHO Viveva a Rho e faceva il cuoco Vincenzo Dainotti tutto questo prima di entrare in ...


www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&es...150729734,d.d24


Home » Parrocchie
Don Vincenzo Dainotti
Indirizzo: 00051 Allumiere Rm Italy
Tel: 0766 96020 (Parr.)

Gli Incarichi:
Parroco presso: Santa Maria Assunta - Allumiere (Allumiere)
Rettore Santuario presso: Santuario Diocesano Madonna delle Grazie (Allumiere)
Assistente Ecclesiastico presso: Azione Cattolica Diocesana (Civitavecchia)
Canonico Del Capitolo Cattedrale presso: San Francesco d'Assisi - Cattedrale Civitavecchia (Civitavecchia)
Membro del consiglio di amministrazione presso: Istituto Diocesano Sostentamento Clero (Civitavecchia)

www.civitavecchia.chiesacattolica.i...20DIOCESANO.pdf

9. DAINOTTI don VINCENZO
nato a Calamonaci (ag) il 03.06.1969; ordinato presbitero il 07.12.2003
indirizzo: piazza Cardinale Mertel, 1 - 00051 ALLUMIERE (RM)

Grosseto. Prete gay 37enne sedotto e ricattato, si spreta

Condanna pesante ai prostituti ricattatori, ingaggiati su internet



7b151b3656a93d6aa7c01cc776680c66
Duomo di Grosseto

http://iltirreno.gelocal.it/grosseto/crona...nati-1.14116778

Ricatto a luci rosse al viceparroco: condannati
Due escort nei guai: avevano video e foto di rapporti consumati con l’uomo. L’estorsione dopo il furto di un calice
di Francesca Gori

18 settembre 2016

GROSSETO. La verità emersa nell’aula del tribunale di Grosseto dove si è celebrato il processo che vedeva imputati Soussi Kharbouch, 35 anni e Gianluca Di Biase, 26 anni, entrambi residenti nel napoletano, racconta una storia fatta di sesso, ricatti, debolezze, amore e tonache. Perché la vittima del furto aggravato e dell’estorsione messe in atto dai due è un ex viceparroco che da qualche tempo ha deciso di lasciare l’abito talare. Era la fine di novembre del 2015 quando Kharbouch e Di Biase, di professione escort, furono arrestati a Modena dopo una serrata indagine dei carabinieri del nucleo investigativo di Grosseto. I due uomini offrivano prestazioni sessuali in cambio di soldi attraverso un sito Internet nel quale il prete, che ha 37 anni, si era imbattuto: aveva preso contatto con loro e si erano incontrati in città. Poche volte aveva ceduto alla sua debolezza, senza pensare probabilmente alle conseguenze della sua fiducia mal riposta.
I due lo avevano filmato e fotografato durante quegli incontri a luci rosse e avevano conservato immagini e filmati, lui non si era nemmeno accorto che tutto questo era accaduto. Una volta sparito il calice che conservava gelosamente, non soltanto per il valore reale ma soprattutto per quello affettivo, aveva chiesto indietro quell’oggetto. Sulla coppa d’argento infatti, il trentasettenne aveva fatto inserire alcune pietre preziose che erano appartenute a sua madre. E durante quella brutta serata, quando il prete era stato probabilmente stordito con della droga, era sparito anche un computer.
Il furto del calice aveva colpito la comunità di fedeli che ignoravano lo sfondo sul quale era maturato il colpo. Poi però le richieste di Kharbouch e di Di Biase erano diventate sempre più pressanti: volevano soldi per restituire il calice al viceparroco ma soprattutto chiedevano cifre sempre più alte per non pubblicare le immagini osé che avevano scattato.
Alla fine, il processo che si è celebrato con il rito abbreviato (giudice Sergio Compagnucci, sostituto procuratore Giuseppe Coniglio) è finito con una condanna pesante per entrambi. Dovranno scontare cinque anni e 40 giorni di carcere

per i reati di furto aggravato ed estorsione, oltre al pagamento di una multa. Il viceparroco invece, ha deciso di abbandonare l’abito talare.Il giudice si è riservato più di due mesi per le motivazioni della sentenza che saranno depositate probabilmente a fine novembre.

18 settembre 2016

http://iltirreno.gelocal.it/grosseto/crona...3918?ref=search

Furto ed estorsione in chiesa Convalidati i due arresti
GROSSETO. Soussi Kharbouch, 35 anni e Gianluca Di Biase, 26 anni, ieri sono rimasti in silenzio davanti al giudice, durante l’interrogatorio di garanzia al carcere di Modena. Un interrogatorio fatto...

24 novembre 2015

GROSSETO. Soussi Kharbouch, 35 anni e Gianluca Di Biase, 26 anni, ieri sono rimasti in silenzio davanti al giudice, durante l’interrogatorio di garanzia al carcere di Modena. Un interrogatorio fatto in rogatoria per il tribunale di Grosseto. I due sono stati arrestati arrestati a Modena in esecuzione di un’ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Grosseto Valeria Montesarchio dopo un’accurata indagine fatta dai carabinieri del nucleo investigativo.
Kharbouch e Di Biase sono accusati di aver rubato una preziosa coppa d’argento intarsiata in una parrocchia di Grosseto. E di aver poi chiesto soldi, per una cifra di circa cinquemila euro al viceparroco per ottenerne la restituzione.
Furto aggravato ed estorsione sono i reati contestati ai due uomini.
Ieri mattina, davanti al gip del tribunale di Modena, sono rimasti entrambi in silenzio.
Un furto, quello della coppa, che aveva colpito la comunità di fedeli della parrocchia. Un furto come ce ne sono stati altri in Maremma, da quello commesso solo poco tempo fa ai danni di don Franco Cencioni, al quale è stata rubata, in Duomo, la coppa che gli era stata donata per il suo sessantesimo anniversario di sacerdozio.
Ma se nel caso di don Franco, nessuno si è fatto avanti per “contrattare” la restituzione del maltolto, così come era

successo anche qualche anno fa a Castel del Piano, dove furono i carabinieri a ritrovarla, nel caso del viceparroco i due avrebbero chiesto soldi per riportare quella preziosa coppa lì dove l’avevano presa.
L’arresto dei Karbouch e di Di Biase è stato convalidato.
Francesca Gori
Invia per email
Stampa
24 novembre 2015

http://iltirreno.gelocal.it/grosseto/crona...anco-1.12210324

Rubato il calice d'argento di don Franco
Era sul bancone della sacrestia pronto per essere utilizzato in occasione della messa vespertina
di Enrico Pizzi

05 ottobre 2015

GROSSETO. Furto nella cattedrale di San Lorenzo, ieri mattina, a Grosseto: poco prima di mezzogiorno è stato rubato il calice d'argento che era stato donato a monsignor Franco Cencioni in occasione del 60esimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale.
È stato sufficiente un attimo di distrazione e dalla sacrestia del Duomo è scomparso il calice d'argento che, al di là del valore venale, aveva anche un grande valore affettivo dal momento che si trattava di un oggetto che il Capitolo della cattedrale aveva donato, il 23 dicembre del 2010, al suo preposto, l'89enne monsignor Franco Cencioni, per festeggiare i sessanta anni di sacerdozio.
È lo stesso monsignor Cencioni che, contattato telefonicamente, conferma, sconcertato, il furto che lo colpisce direttamente. Con la consueta disponibilità che lo contraddistingue, infatti, quel calice lui non lo teneva nascosto, chiuso in qualche armadio o cassetto, in modo geloso, ma lo aveva messo a disposizione dei sacerdoti che celebrano la messa in cattedrale. E infatti, nella tarda mattinata, il calice era stato preparato, sul bancone della sacrestia, per essere utilizzato durante la messa vespertina del sabato, presieduta da don Josè de La Torre, la celebrazione che viene teletrasmessa. «Era tutto pronto – dice don Franco – lì, insieme alle ostie da consacrare durante la messa. Il custode si è allontanato un attimo e qualcuno è riuscito a entrare». È stato sufficiente, dunque, un piccolo lasso di tempo, poco prima della chiusura dei portoni a mezzogiorno, perché qualcuno riuscisse a mettere le mani sul prezioso oggetto liturgico. La chiesa, in quel momento, era completamente vuota e il ladro ha avuto gioco facile nell'entrare e uscire senza essere né notato né disturbato.
Solo in serata, durante la preparazione per la messa delle 18, in cattedrale si sono accorti che dalla sacrestia era stato portato via il calice. Il furto è stato denunciato ai carabinieri. Il calice, in argento, riporta, sotto la base, anche un'incisione che ricorda l'occasione in cui è stato donato: «Dono del Capitolo della Cattedrale a monsignor

Franco Cencioni nel 60° della sua ordinazione sacerdotale». Don Franco lo sottolinea, nella speranza – per la verità debole, come ammette lui stesso – che qualcuno possa riconoscerlo e possa permettere di ritrovarlo. «Purtroppo – dice con rammarico – le scritte si possono cancellare».

05 ottobre 2015
 
Top
view post Posted on 1/12/2017, 15:22

Group:
Administrator
Posts:
8,011

Status:


www.cappuccinifoggia.it/files/image...glie%202017.pdf


SITUAZIONI PARTICOLARI fr. Antonio D. GRAVANTE dispensa dal celibato sacerdotale con rescritto del 14 giugno2017 della Congregazione per il Clero

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Mariano Comense. Don Giancarlo Secchi si spreta e si sposa

http://mariano-comense.netweek.it/personag...lo-secchi-42620

«Lascio la Chiesa, voglio avere una famiglia» La scelta di Don Giancarlo Secchi: «Sono sereno e mi affaccio a una vita nuova»
Pubblicata il 16 Febbraio 2013
Fonte: www.giornaledicantu.it
MARIANO COMENSE Sono tranquillo sereno e soprattutto mi sento libero. Resto innamorato di Dio e della Chiesa ...

http://lamartesana.it/attualita/prete-spos...che-gorgonzola/

Prete sposo a Lecco è stato anche a Gorgonzola
Giancarlo, 47 anni, ha sposato la sua vecchia amica Bruna Sala, di 57 anni.
462
Shares

Prete sposo a Malgrate, ha lasciato i voti quando era a Gorgonzola.

Prete sposo: Giancarlo Secchi
L’ex sacerdote Giancarlo Secchi e la sua compagna, ora moglie, Bruna Sala sono convolati a nozze il 28 ottobre scorso a Malgrate, vicino a Lecco. A celebrare il loro matrimonio è stato don Andrea Lotterio, responsabile di Secchi ai tempi del seminario.



La storia
Tutto era iniziato nel 2013 quando, l’allora sacerdote Giancarlo Secchi, 47 anni, originario Mariano Comense e sacerdote a Cornaredo per 9 anni e poi a Gorgonzola, nella parrocchia di San Carlo e all’ospedale, aveva annunciato dal pulpito la decisione di lasciare l’abito talare.

“Sono tranquillo, sereno e soprattutto mi sento libero” aveva commentato. “Resto innamorato di Dio e della Chiesa ma ora voglio mettermi in gioco e iniziare una vita nuova. Ho il desiderio di creare una famiglia e vivo questa scelta come qualcosa di bellissimo”.
La coppia
Una amore, quello tra i due novelli sposi che ha radici profonde. Non solo ma una affinità grande quella tra marito e moglie. Entrambi infatti lavorano con i ragazzi. Fanno gli insegnanti. Secchi in particolare lavora in una scuola media della provincia di Lecco.

Leggi anche: Record di partecipanti per la Pozzuolo Christmas Run & Walk
Chi è la moglie
Giancarlo ha sposato la sua vecchia amica Bruna Sala. Lei, 57 anni, come detto, è insegnante di Cornaredo. Quando il sacerdote aveva annunciato la sua scelta, le malelingue l’avevano accusata di essergli stata troppo vicina. Ma lei aveva smentito categoricamente: “La sua scelta non c’entra nulla con la mia persona. Per me lui è solo un fratello”, aveva dichiarato in un’intervista rilasciata nel 2013 al settimanale Settegiorni del gruppo Netweek.

I pettegolezzi
A proposito, poi, delle voci che giravano in paese aveva aggiunto:

“Non mi stupisce che qualcuno possa aver fatto delle chiacchiere sul mio conto. Eravamo molto amici e, proprio perché l’affetto tra noi non aveva nulla di illecito, non abbiamo mai pensato di nasconderlo”.

http://giornaledilecco.it/attualita/ex-pre...hiesa-malgrate/

Lecco e dintorni1 dicembre 2017 0 commenti
Ex prete si sposa in chiesa a Malgrate
Lo sposo, ex sacerdote, insegna in una scuola media della provincia di Lecco
172
Shares

Ex prete si sposa e decide di farlo proprio in chiesa. E’ successo a Malgrate.

Ex prete si sposa
L’ex sacerdote Giancarlo Secchi e la sua compagna, ora moglie, Bruna Sala sono convolati a nozze il 28 ottobre scorso a Malgrate . A celebrare il loro matrimonio è stato don Andrea Lotterio, responsabile di Secchi ai tempi del seminario.



La storia
Tutto era iniziato nel 2013 quando, l’allora sacerdote Giancarlo Secchi, originario Mariano Comense e sacerdote a Cornaredo per 9 anni e poi a Gorgonzola, aveva annunciato dal pulpito la decisione di lasciare l’abito talare. “Sono tranquillo, sereno e soprattutto mi sento libero” aveva commentato. “Resto innamorato di Dio e della Chiesa ma ora voglio mettermi in gioco e iniziare una vita nuova. Ho il desiderio di creare una famiglia e vivo questa scelta come qualcosa di bellissimo”.

La coppia
Una amore, quello tra i due novelli sposi che ha radici profonde. Non solo ma una affinità grande quella tra marito e moglie. Entrambi infatti lavorano con i ragazzi. Fanno gli insegnanti. Secchi in particolare lavora in una scuola media della provincia di Lecco.

Leggi anche: Lascia l'auto accesa nel parcheggio e va al funerale
Chi è la moglie
Giancarlo ha sposato la sua vecchia amica Bruna Sala. Lei, 57 anni, come detto, è insegnante di Cornaredo. Quando il sacerdote aveva annunciato la sua scelta, le malelingue l’avevano accusata di essergli stata troppo vicina. Ma lei aveva smentito categoricamente: “La sua scelta non c’entra nulla con la mia persona. Per me lui è solo un fratello”aveva dichiarato in un’intervista rilasciata nel 2013 al settimanale Settegiorni del gruppo Netweek.

I pettegolezzi
A proposito, poi, delle voci che giravano in paese aveva aggiunto: “Non mi stupisce che qualcuno possa aver fatto delle chiacchiere sul mio conto. Eravamo molto amici e, proprio perché l’affetto tra noi non aveva nulla di illecito, non abbiamo mai pensato di nasconderlo”.

Edited by pincopallino2 - 29/1/2021, 09:14
 
Top
view post Posted on 16/1/2018, 08:19

Group:
Administrator
Posts:
8,011

Status:


Si spreta uno su dieci E va a Londra a sposarsi
Cinquemila su 50mila lasciano la Chiesa cattolica per quella anglicana che è meno rigida e riconosce le nozze

Libero
16 Jan 2018


GIANLUCA VENEZIANI RIPRODUZIONE RISERVATA

Uno su dieci non ce la fa. Tra i sintomi più preoccupanti della crisi del cattolicesimo non c’è solo la fuga dei fedeli dalle chiese e il mancato avvicinamento o la mancata conversione di nuovi credenti; ma c’è anche la rinuncia al proprio ministero da parte di tanti, tantissimi sacerdoti che - per ragioni personali, motivi dottrinali o un’insofferenza verso le gerarchie - si spretano, dismettono l’abito talare o approdano ad altre confessioni. Secondo le stime di alcune associazioni cattoliche in Italia, sono ben 5mila i preti che si sono dimessi su un totale di 50mila uomini con la tonaca. Un’erosione enorme.

Ed è interessante che, mentre la maggior parte torna alla vita laicale, alcuni di essi restano preti, ma sotto una nuova veste, quella della Chiesa anglicana. In questi giorni ha fatto scalpore la storia del segretario dell’abbazia di Montecassino, padre Antonio Potenza, diventato anglicano e trasferitosi in Gran Bretagna dove ha sposato una giovane donna all’interno di un’altra abbazia, quella di Westminster. Ma non è un caso isolato. Come raccontato da Marianna Losito di coratolive.it, un prete pugliese, don Fabrizio Pesce, dopo una crisi spirituale durante una missione in Argentina (dove aveva come vescovo il futuro Papa Francesco), ha lasciato il sacerdozio, si è innamorato di una donna che ha sposato ed è andato a vivere a Londra; qua si è avvicinato alla comunità anglicana fino a divenirne sacerdote.

Storie che si inseriscono in un fenomeno più ampio, confermato dal vicario generale della Chiesa anglicana in Italia, Vickie Sims: «I preti cattolici mi contattano nella speranza di poter diventare preti anglicani», ci dice, «anche se non esiste un passaggio diretto. Uno deve essere prima membro della chiesa anglicana, e poi in un secondo momento discernere la vocazione al sacerdozio anglicano». Ecco allora il caso di «un gesuita che, tempo dopo aver lasciato il sacerdozio cattolico, è entrato nella Chiesa d’Inghilterra e ha poi ottenuto il permesso a esercitare il ministero dal nostro vescovo»; e ancora la storia di un prete che si è sposato, ha avuto una figlia ed è approdato alla Chiesa d’Inghilterra; o la vicenda

LE MOTIVAZIONI La possibilità di vivere a pieno la propria sfera affettivo-sessuale, visto che nella Chiesa anglicana il matrimonio dei sacerdoti è riconosciuto. Ma contano anche altri aspetti, di natura dottrinale-pastorale: dalla minore gerarchia interna alla maggiore autonomia di ciascuna comunità fino a un messaggio evangelico più vicino all’uomo e alla sua natura, in nome di un pragmatismo british

di un giovane ex sacerdote cattolico che «è ancora nel processo per fare riconoscere i suoi ordini» dalla Chiesa anglicana. A conferma che, sebbene richiesto, il passaggio è molto lento e lungo. «Prima la persona deve far parte di una congregazione anglicana come laico per un periodo di tempo. Poi, a seguito di un processo di discernimento, può essere accettata per esercitare il suo ministero nella Chiesa d’Inghilterra».

Di solito i parroci ex cattolici, nella fase di passaggio, cambiano non solo confessione ma anche Paese: si trasferiscono in Gran Bretagna dove hanno maggiore possibilità di esercitare il loro sacerdozio con la nuova veste.

«A muoverli nella scelta di approdare all’anglicanesimo c’è una somma di fattori. In primo luogo, la possibilità di vivere a pieno la propria sfera affettivo-sessuale, visto che nella Chiesa anglicana il matrimonio dei sacerdoti è pienamente riconosciuto. Ma contano anche altri aspetti, di natura dottrinale-pastorale: dalla minore gerarchia interna alla maggiore autonomia di ciascuna comunità fino a un messaggio evangelico più vicino all’uomo e alla sua natura, in nome di un pragmatismo tipicamente british. «Una combinazione», sintetizza la Sims, «di vita privata con questioni di dogma e di cultura ecclesiastica».

Temi che spingono ad aderire alla comunità anglicana non solo parroci ma anche semplici fedeli. Motivati ad esempio dalla possibilità per un divorziato di risposarsi o di vedere celebrata una messa anche da parte di una donna (nella Chiesa anglicana è prevista l’ordinazione femminile). Ma, ribadisce la Sims, «quello che attrae le persone è soprattutto l’esperienza di una comunità dove si sentono volute, accettate, e trovano lo spazio per riflettere sulla vita e incontrare Dio». E così la Chiesa anglicana cresce, a piccoli passi in Italia, dove esistono una ventina di congregazioni riconducibili alla Chiesa d’Inghilterra e la comunità ha un carattere internazionale, in quanto mette insieme persone dalle nazioni più diverse; e in modo più significativo nel mondo, dove la confessione anglicana è la terza del cristianesimo, dopo il cattolicesimo romano e la Chiesa ortodossa. Ma, a spiegare questa tendenza, c’è forse soprattutto la volontà di realizzare il doppio auspicio di Enrico VIII e di Lucio Dalla. Il primo, divorziando, sperava di «tornare lo scapolo più felice del creato»; il secondo sognava preti che «potranno sposarsi, ma solo a una certa età».
 
Top
view post Posted on 3/9/2018, 14:33

Group:
Administrator
Posts:
8,011

Status:


Albenga. Don Massimo Borsani lascia la tonaca

www.lastampa.it/2018/09/03/imperia/...ZqL/pagina.html

Abbandona l’abito talare il prete che cantò Azzurro a Messa. E scatta il valzer delle nomine
Tutti i trasferimenti nelle vallate, parrocchia per parrocchia

Don Massimo Borsani


Pubblicato il 03/09/2018
MAURIZIO VEZZARO
IMPERIA
Girandola di nomine e incarichi nelle parrocchie dell’entroterra innescata da un abbandono del sacerdozio. È quello di don Massimo Borsani, 38 anni, parroco di Caravonica e Borgomaro che nel gennaio scorso era balzato agli onori della cronaca, facendo arrabbiare non poco il vescovo Giulio Borghetti, per aver intonato in chiesa durante la messa dell’Epifania, Azzurro, la canzone di Paolo Conte portata al successo da Celentano. Qualcuno in chiesa aveva registrato il video diffondendolo poi sui social. La scena era diventata virale salvo poi essere cancellata non appena i suoi superiori si erano accorti di ciò che era successo. Ma ormai la frittata era fatta. Ora don Massimo Borsani ha fatto un passo indietro e non si sa se questa scelta di abbandonare l’abito talare sia il frutto amaro di quella «pazziata». Lui si limita a un «Mi sono preso un anno di riflessione» che sembra la frase che si dicono i fidanzati quando vogliono lasciarsi senza ferirsi l’un l’altro. Dal suo abbandono è scaturito il valzer di nomine. A Borgomaro prenderà il suo posto don Matteo Boschetti, a Caravonica don Stefano Mautone. Ecco i trasferimenti completi: don Fabrizio Contini, da Diano Borello andrà a Peagna; don Pablo Gabriel Aloy, reggente a Diano Castello, avrà in cura anche Diano San Pietro; don Prospero Bayeya Kileky è nominato parroco di Diano Borello e di Diano Borganzo-Roncagli; don Jean-Pierre Vinciguerra, amministratore parrocchiale di San Marco a Civezza è promosso parroco della Natività di Maria Vergine e San Bernardo in Aurigo-Poggialto e della Natività di Maria Vergine a Conio; don Ruggero Gorletti, vicario a San Bartolomeo Apostolo, a San Bartolomeo al Mare, viene mandato come parroco a San Dalmazzo a Pornassio e a San Giacomo Maggiore ad Acquetico; don Joseph Arokiasamy, parroco di Castelvecchio (S.Maria Maggiore) reggerà anche la parrocchia di Costa D’Oneglia; don Klaus Warns, il sacerdote con la passione per il rugby (arriva dalle Isole Samoa) è nominato parroco di Chiusavecchia; don Matteo Boschetti, parroco di S. Margherita a Pontedassio, assume pure la conduzione della parrocchia di Borgomaro; don Stefano Mautone viene confermato parroco a Lucinasco e a Borgoratto e condurrà anche le parrocchie di Caravonica e di San Lazzaro Reale; don Francesco Ramella è nominato parroco di Civezza; padre Andrea Perzilo, dei Cappuccini, diventa parroco di Pantasina-Casa Carli; don Paul Kerner è nominato vicario parrocchiale delle parrocchie di Santa Maria Maggiore a Castelvecchio, di Costa di Oneglia e di Oliveto; don Antonello Dani, per anni ai Piani, sarà vicario parrocchiale di San Pio X a Loano; don Phanuel Alphonso Kanema, amministratore parrocchiale della chiesa della Natività di Maria Vergine e San Bernardo ad Aurigo-Poggialto e della parrocchia della Natività di Maria Vergine a Conio, avrà lo stesso ruolo a San Vincenzo Ferreri ad Alassio; don Luca Parachini, parroco di Diano Serreta e Diano Gorleri è nominato vicario parrocchiale di San Antonio Abate a Diano Marina; don Giuseppe Scandurra è vicario parrocchiale di San Bartolomeo Apostolo a San Bartolomeo al Mare, oltre che delle parrocchie di Riva-Deglio Faraldi e Villa-Tovo Faraldi. Il 22 settembre monsignor Ennio Bezzone, 50 anni, prenderà possesso della parrocchia di San Giovanni a Oneglia. Arriva da Pietra Ligure. Sostituisce don Mario Ruffino.

Edited by pincopallino2 - 3/9/2018, 17:02
 
Top
view post Posted on 4/9/2019, 15:19

Group:
Administrator
Posts:
8,011

Status:


http://www.diocesi.catania.it/sites/defaul...ide%20Bruno.pdf

Salvatore Gristina
Preso atto che il Sig. Davide Bruno, ottenuta la dispensa dal sacro celibato e dagli obblighi connessi alla Sacra Ordinazione con Rescritto del Santo Padre del 5 ottobre2017, ha reso pubblica la sua decisione di abbandonare la Chiesa Cattolica e di aderire all'organizzazione denominata “Chiesa cattolica ecumenica

Catania, 12 novembre 2018


www.ilrestodelcarlino.it/rovigo/cr...padon-1.4765631

Pubblicato il 4 settembre 2019
Occhiobello, prete chiede una ‘pausa’
Don Daniele spiega ai cittadini la sua scelta
di MARIO TOSATTI
Ultimo aggiornamento il 4 settembre 2019 alle 06:33

Occhiobello (Rovigo), 4 settembre 2019 – «Una scelta personale in quanto ho bisogno di un periodo di pausa, ma continuerò a servire la Chiesa». Don Daniele Spadon, spiega e ribadisce la sua decisione di prendere una ‘pausa’ dal servizio pastorale per motivi personali. Una notizia che ha visto anche una formale conferma con la lettera inviata domenica scorsa dal vescovo Pierantonio Pavanello alle comunità cristiane di Gurzone, Occhiobello e Santa Maria Maddalena.

«Ci tengo a precisare – spiega don Daniele – che la mia decisione è stata condivisa con i parrocchiani ed anche il vescovo, cui ho ribadito che non sussistono assolutamente nessun dissidio con il parroco don Nicola Albertin, tantomeno con la comunità di Occhiobello ed i parrocchiani. Si tratta di una decisione maturata e prettamente personale. Anche noi parroci siamo uomini e ho manifestato la mia necessità di fermarmi dai servizi pastorali. Una pausa riflessiva. E’ giunto il momento di togliere lo zaino in spalla e capire bene il sentiero che andrò a percorrere. In questa fase la comunità di Gurzone, Occhiobello e Santa Maria Maddalena ha bisogno di avere continuità e presenza del servizio pastorale, che sarà garantita da chi verrà dopo di me».

In merito al ‘vuoto’ lasciato da don Daniele, lo stesso vescovo Pierantonio Pavanello, ha comunicato che arriverà don Patrizio Boldrin, finora parroco di Gavello, Lama Pezzoli, il quale ha accettato l’incarico di servire la parrocchie di Gurzone, Occhiobello e Santa Maria Madddalena, pur dovendo interrompere un percorso pastorale iniziato da poco. A supporto la diocesi ha assegnato a queste parrocchie un giovane seminarista, Alessandro Ferracin, che riceverà il prossimo 20 ottobre l’ordinazione diaconale e svolgerà il ministero di diacono, in preparazione all’ordinazione presbiterale.

Sul suo futuro, don Daniele Spadon, invece, non si bilancia seppure ribadisce come: «Sarà una pausa e un’esperienza nuova e stimolante – aggiunge don Daniele – sicuramente continuerò a servire la chiesa ed è mia intenzione dedicarmi all’insegnamento della religione. Qualsiasi percorso che intraprenderò, ovviamente, sarà concordato con il vescovo». Il parroco don Daniele ha incontrato venerdì scorso i parrocchiani e collaboratori più stretti, alla presenza del vescovo Pierantonio Pavanello, per poi comunicare la sua decisione anche nella messa domenicale. «Innanzitutto vorrei rivolgere – conclude don Daniele – un profondo ringraziamento a tutta la comunità, che mi ha mostrato grande affetto e vicinanza anche in questi giorni».

Edited by pincopallino2 - 29/1/2021, 09:20
 
Top
view post Posted on 24/9/2019, 20:56

Group:
Administrator
Posts:
8,011

Status:


www.radioetv.it/2019/08/20/don-dan...-piu-sacerdote/

DON DANIELE MORANDINI NON E’ PIU SACERDOTE
20 Agosto 2019
L’ex parroco di Aldeno prima e Borgo Valsugana poi era stato allontanato per “comportamenti moralmente inaccettabili e incompatibili con il suo ruolo”, così li definì la Diocesi quando scoppiò lo scandalo.

In sua difesa e per restituire l’incarico, i residenti promossero una raccolta firme.

Il prelato ammise di aver intrattenuto relazioni con alcune donne.

A distanza di un anno è stato dimesso dallo stato clericale.

Edited by pincopallino2 - 29/1/2021, 09:21
 
Top
view post Posted on 27/11/2019, 20:44

Group:
Administrator
Posts:
8,011

Status:


Ischia. Don Marco D'Orio si prende un anno sabbatico

https://www.ildispariquotidiano.it/it/don-...tempo-sabatico/

Don Marco D’Orio, il prete in stand by. “…ho concordato da mesi con il vescovo per un tempo sabatico”
Nov 27, 20190

Share Facebook Twitter


Gaetano Di Meglio | Ha pigiato il dito sul tasto pausa. Ha fermato le sue cure alla Parrocchia dello Schiappone e ora riflette e si riposa.
E’ questa la sintesi della crisi di un altro prete della Diocesi di Ischia retta dal Vescovo Pietro Lagnese. Un vescovato al centro di una continua crisi.

La cacciata o lo fuga di Don Mariano Montuori lontano dall’isola che abbandona la Parrocchia del Cuotto, poi lo scandalo di Don Giovanni Trofa a Fontana e di Don Nello Pascale allo Schiappone, poi la vicenda dei “Gemellini”, il caso di Zaro ancora aperto, la storia della parrocchia di Fiaiano con la vicenda arcinota di Don Gianfranco Del Neso che è si evoluto da padre a papà, la vivace vicenda del parroco con il piacere delle pagine “maschie” su facebook scoperto dall’escort per uomini, l’avvocato Francesco Mangiacapra che negli anni scorsi aveva denunciato di avere tra i suoi clienti anche un parroco ischitano e che dopo il nostro articolo ha ripulito il profilo facebook da tutti i mi piace imbarazzanti sono il corollario delle vicende di Don Luigi Trani e, appunto, di Don Marco D’Orio.


Il primo, Trani, è dovuto rifugiarsi un po’ a Loppiano per ritrovare se stesso e fare un corso di aggiornamento focolarino, il secondo, D’Orio, invece, come avevamo già scritto, ha deciso di prendersi un “tempo sabatico” e lo ha annunciato anche ai suoi parrocchiani con un messaggino whatsapp

«Carissimi fratelli e sorelle ho concordato da mesi con il vescovo per un tempo sabatico. Non si tratta di nessun problema ma di un periodo di riflessione e di riposo. Non è in discussione la mia vocazione sacerdotale, della quale ringrazio il Signore. Non servono altri dettagli è importante per me vivere questo momento. Vi chiedo solo la cortesia di non farmi domande ma di pregare gli uni per gli altri. Grazie»

“Non si tratta di nessun problema” e “Non servono altri dettagli” è tutto un programma…
Proviamo a capire. Uno dei postulati che animano la pastorale vocazionale di Lagnese è la relazionalità. Lagnese ci tiene così tanto che, ad esempio, Don Emanuel vale in Diocesi quasi come Messi vale nei vari campionati di calcio. Il prete esperto di relazioni è quello che vorrebbe il vescovo esperto di relazioni. Vuoi mettere che porta a Ischia il presidente e il vicepresidente della CEI e che chiama in causa il buon Bergoglio per vincere contro i comune di Casamicciola e Forio nella battaglia del “diritto di patronato”. Più relazioni di queste…

E, di relazioni in relazioni è legittimo pensare che se “lo” mandi allo Schiappone, quali grandi “relazioni” possono nascere? Lì erano abituati a don Nello che in quanto “relazioni” aveva il suo da dire.
La verità che è Don Marco, da tempo, aveva deciso di non abitare in canina e di traferirsi dove si trova a suo agio, tra Lacco Ameno e Forio dove le “relazioni” sono più vive rispetto allo Schiappone e, al massimo, al Vatoliere. Da mesi, infatti, in parrocchia era uccel di bosco, ovvero non lo vedevano mai.

Se poi ci aggiungiamo che Don Marco e Don Gianfranco furono proclamati preti nello stesso giorno, il 27 giugno 2014, allora il discorso diventa facile facile: questione di relazioni.

Nessuno faccia allusioni. Siamo convinti che se il problema è la “relazionalità” e il campo d’azione è una piccola frazione con pochi eventi, pochi giovani e poca visibilità, può anche essere che uno si possa sentire un prete, come dire, serie b. Ecco che il paragone con Messi o Ronaldo diventa più calzante
 
Top
view post Posted on 3/6/2020, 21:35

Group:
Administrator
Posts:
2,340

Status:


www.ilsecoloxix.it/italia/2019/02/...covo-1.30309927


Cerano, parroco si “spreta” per amore: l’annuncio lo dà il vescovo

Succede a Cerano, paese di 6.800 abitanti a 15 chilometri da Novara
Claudio Bressani 11 Febbraio 2019

Torino - Il giovane parroco lascia il sacerdozio perché s’è innamorato di una donna, con la quale vuole metter su famiglia. L’annuncio è stato dato ai fedeli di Cerano, paese di 6.800 abitanti a 15 chilometri da Novara, direttamente dal vescovo Franco Giulio Brambilla sabato nella messa vigiliare delle 18 e ha lasciato tutti di stucco. Don Federico Sorrenti, novarese d’origine, 41 anni da compiere domenica prossima, a Cerano dal settembre 2016, ha svolto il suo ministero regolarmente fino ai giorni scorsi ed era impegnato in importanti progetti. La donna di cui s’è innamorato ha 34 anni ed è una volontaria della stessa parrocchia.

Nessuno si aspettava un simile passo, nemmeno il coadiutore si era accorto di qualcosa. L’unico ad essere informato era il vescovo, al quale don Federico aveva scritto: «Eccellenza, in quest’ultimo anno mi sono innamorato di una donna ed è nato pian piano in me un desiderio nuovo e crescente di vivere una relazione di coppia e di costruire insieme una famiglia. Sono andato in una crisi profonda e anche sofferta, in cui ho maturato, in dialogo con lei, la scelta di sospendere il mio ministero sacerdotale per iniziare un nuovo percorso di vita».

La “confessione”
È stato lo stesso monsignor Brambilla a riferire le parole del sacerdote ai fedeli. «A seguito di un prolungato confronto con me - ha annunciato - il vostro parroco ha preso la decisione di non continuare ad esercitare il ministero sacerdotale. Interromperà il suo servizio a partire da questa domenica. Questa sua scelta così dirompente e di grande impatto anche per la vostra comunità crea tanta sofferenza: alla nostra chiesa diocesana, a me, e sono sicuro anche a voi, che avevate imparato ad apprezzarlo. Nello stesso tempo però la rispettiamo, riconoscendo la correttezza di don Federico nell’evitare di portare avanti ulteriormente il ministero in una situazione non coerente con lo stato di vita sacerdotale. Nella lettera che mi ha scritto mi domanda di chiedere scusa a voi per il tempo e il modo in cui arriva questa decisione e ringrazia tutti coloro che con passione hanno collaborato con lui e che gli vogliono bene».

Sorpreso della decisione anche il sindaco, Flavio Gatti: «È una scelta personale che merita rispetto. Sono dispiaciuto perché con lui abbiamo sempre collaborato in campo sociale, in cui era molto impegnato». Solo pochi giorni fa don Federico aveva presentato il suo ultimo progetto, per il quale aveva raccolto offerte per 150 mila euro: ristrutturare il vecchio cinema, chiuso da vent’anni, per farne la nuova sede dell’oratorio.

2 commenti

www.lastampa.it/cronaca/2019/02/11...covo-1.33680220

Parroco si spreta per amore, l’annuncio lo dà il vescovo

Succede a Cerano, paese di 6.800 abitanti a 15 chilometri da Novara
Parroco si spreta per amore, l’annuncio lo dà il vescovo
CLAUDIO BRESSANI
Pubblicato il
11 Febbraio 2019
Ultima modifica
14 Giugno 2019 18:06

Il giovane parroco lascia il sacerdozio perché s’è innamorato di una donna, con la quale vuole metter su famiglia. L’annuncio è stato dato ai fedeli di Cerano, paese di 6.800 abitanti a 15 chilometri da Novara, direttamente dal vescovo Franco Giulio Brambilla sabato nella messa vigiliare delle 18 e ha lasciato tutti di stucco. Don Federico Sorrenti, novarese d’origine, 41 anni da compiere domenica prossima, a Cerano dal settembre 2016, ha svolto il suo ministero regolarmente fino ai giorni scorsi ed era impegnato in importanti progetti. La donna di cui s’è innamorato ha 34 anni ed è una volontaria della stessa parrocchia.

Nessuno si aspettava un simile passo, nemmeno il coadiutore si era accorto di qualcosa. L’unico ad essere informato era il vescovo, al quale don Federico aveva scritto: «Eccellenza, in quest’ultimo anno mi sono innamorato di una donna ed è nato pian piano in me un desiderio nuovo e crescente di vivere una relazione di coppia e di costruire insieme una famiglia. Sono andato in una crisi profonda e anche sofferta, in cui ho maturato, in dialogo con lei, la scelta di sospendere il mio ministero sacerdotale per iniziare un nuovo percorso di vita».

La «confessione»

È stato lo stesso monsignor Brambilla a riferire le parole del sacerdote ai fedeli. «A seguito di un prolungato confronto con me - ha annunciato - il vostro parroco ha preso la decisione di non continuare ad esercitare il ministero sacerdotale. Interromperà il suo servizio a partire da questa domenica. Questa sua scelta così dirompente e di grande impatto anche per la vostra comunità crea tanta sofferenza: alla nostra chiesa diocesana, a me, e sono sicuro anche a voi, che avevate imparato ad apprezzarlo. Nello stesso tempo però la rispettiamo, riconoscendo la correttezza di don Federico nell’evitare di portare avanti ulteriormente il ministero in una situazione non coerente con lo stato di vita sacerdotale. Nella lettera che mi ha scritto mi domanda di chiedere scusa a voi per il tempo e il modo in cui arriva questa decisione e ringrazia tutti coloro che con passione hanno collaborato con lui e che gli vogliono bene».

Sorpreso della decisione anche il sindaco, Flavio Gatti: «È una scelta personale che merita rispetto. Sono dispiaciuto perché con lui abbiamo sempre collaborato in campo sociale, in cui era molto impegnato». Solo pochi giorni fa don Federico aveva presentato il suo ultimo progetto, per il quale aveva raccolto offerte per 150 mila euro: ristrutturare il vecchio cinema, chiuso da vent’anni, per farne la nuova sede dell’oratorio.

Edited by pincopallino2 - 29/1/2021, 09:11
 
Top
view post Posted on 22/8/2020, 14:32

Group:
Administrator
Posts:
8,011

Status:


Bergamo. Don Luca Gambirasio in pausa di riflessione

Si ritira a vita privata: "devo decidere che fare della mia vita"


13198549_509296569253484_8461079012389462552_o
Don Gambirasio

https://primabergamo.it/cronaca/a-grassobb...ndomenico-epis/

Doppio doloroso addio di parroco e curato, a Grassobbio la nuova guida è don Gian Domenico Epis
Grassobbio e Gorle, 17 Agosto 2020 ore 20:35
Un doppio annuncio che il vescovo mons. Francesco Beschi ha definito «delicato e doloroso», ma anche il segno di speranza della nomina di un nuovo parroco. La comunità parrocchiale di Grassobbio ha vissuto a inizio agosto giornate particolari e ricche di novità.

Al termine della celebrazione festiva di domenica 2, sia il parroco don Emanuele Beghini, sia il curato don Luca Gambirasio hanno infatti comunicato il proprio addio alla comunità. Annunciato da don Luca che presiedeva la concelebrazione, ha parlato per primo il parroco don Manuel, che così si è rivolto ai fedeli: «Come tutti sapete – ha detto il parroco – il virus mi ha colpito duramente nei mesi scorsi e sono ancora molti gli strascichi di quella malattia che mi sto portando addietro. Per questo motivo mi rendo conto che non sono in grado di poter continuare a reggere l’impegno del mio ministero e quindi ho rassegnato al vescovo le mie dimissioni da parroco di Grassobbio. Ci sono momenti in cui è necessario avere l’umiltà di riconoscere i propri limiti, e diventa necessario fare un passo indietro per il bene di tutti. Se tentassi ostinatamente di continuare nel mio ministero, non farei del bene alla comunità e nemmeno a me stesso. Ho chiesto allora al Vescovo di concedermi un periodo di riposo e di cure, un tempo in cui cercare di riprendere forze e salute, per poter tornare a vivere con serenità e impegno i compiti pastorali nel prossimo futuro. Per questo motivo, a partire dal 1 settembre, decado dall’ufficio di parroco di Grassobbio, e andrò a vivere come “residente” nella parrocchia di Villongo insieme a mio fratello don Alessandro. Vi ringrazio di cuore per la vicinanza e la preghiera, che mi ha salvato la vita nel momento più difficile e che tanto mi ha sostenuto in questo periodo di convalescenza. Vi chiedo umilmente di continuare a pregare perché il Signore mi sostenga e mi aiuti a comprendere quale servizio posso compiere nella sua Chiesa anche in questa situazione di difficoltà».


Don Manuel Beghini a Grassobbio nel 2015 in occasione di un’iniziativa AIDO
Subito dopo anche don Luca ha annunciato la sua richiesta di sospensione (accolta) a mons. Beschi.
«Anch’ io – ha spiegato il curato con la voce rotta dalla commozione – ho una cosa da dirvi. Poco più di un mese fa sono andato dal vescovo per chiedergli di essere spostato da Grassobbio. Ho fatto questa richiesta non perché qui con voi mi sia trovato male (anzi penso che tutti quanti siate ben consapevoli di quanto belli e ricchi siano stati questi anni vissuti insieme), né perché ho combinato qualche cavolata. Ma ho chiesto di essere spostato da Grassobbio perché sono scoppiato. La mia testa non funziona più. In questi sette anni di sacerdozio in mezzo a voi, e soprattutto in questi ultimi mesi, ho cercato di donarvi tutto me stesso, di essere presente per tutti, di avere una parola buona per ognuno. Ho tentato di accompagnare e guidare questa comunità cercando di non far sentire nessuno solo. Pensavo di essere forte e di farcela, invece sono scoppiato e mi rendo conto che per il bene mio e della comunità, devo fermarmi e cedere il testimone a qualcun altro perché non ne ho più, perché non ce la faccio più. Al vescovo ho chiesto un anno di sospensione, cioè un anno dove non mi occuperò più di pastorale, né potrò amministrare i sacramenti. Sarà un anno di pausa, nel quale mi prenderò cura di me e sarà un anno di discernimento, durante il quale cercherò di capire cosa fare della mia vita. Di preciso non so ancora dove andrò, ma l’idea è quella di prendere una casa in affitto e cercare un lavoro manuale e non di testa, perché questa fatica a connettere. Vi ho voluto veramente tanto bene, ho cercato di dare il meglio di me. In questa comunità mi sono sentito davvero amato e accompagnato con tanta stima e amicizia. Grazie per tutto il bene che mi avete donato e vi chiedo una preghiera speciale per me».


Don Luca Gambirasio
Don Manuel ha poi ripreso la parola, annunciando la successiva visita in parrocchia del vescovo, domenica 9 agosto. «Comprendo pienamente lo sconforto e la meraviglia che possono colpire ciascuno di voi per questi nostri annunci. Vi chiedo il favore di accogliere tutto all’interno del grande disegno provvidente di Dio. Ciò che può sembrare apparentemente una disgrazia, se vissuto nella fede e nell’abbandono fiducioso alla Provvidenza Divina è invece un dono. Il vescovo non farà venire meno la presenza di sacerdoti nella comunità che sappiano camminare con voi verso la costruzione del Regno di Dio (…). A tutti rimane il compito di presentare i pochi pani e i pochi pesci che si hanno a disposizione, perché sia Dio a raccoglierli e moltiplicarli per il bene di una comunità. C’è sempre una grande sproporzione fra i pochi mezzi che si possiedono e i tanti bisogni che si manifestano, ma se sappiamo vivere tutto alla luce del Vangelo che oggi ci accompagna, allora sapremo trovare le strade per giungere all’abbondanza e alla felicità. Grazie già da ora, per quanto ciascuno di voi saprà fare per aiutare tutta la comunità a crescere, anche in questo momento di fatica e difficoltà. Fosse anche un piccola preghiera di intercessione e di abbandono».

Nel corso della celebrazione del 9 agosto il vescovo mons. Beschi ha espresso la propria vicinanza ai sacerdoti, ricordando come don Manuel Beghini fu, nel marzo 2009 a Paratico, il primo sacerdote ad accoglierlo in Bergamasca, ma anche e soprattutto ai fedeli di Grassobbio. «La mia visita e la mia preghiera quest’oggi è soprattutto per voi – ha sottolineato nell’omelia e nei saluti finali – per stare dentro la vostra storia di comunità, che continua. Il Signore continua ad accompagnare la comunità di Grassobbio e il vescovo la porta nel cuore ancor più di prima. Vi benedico e vi ringrazio, mi avete fatto un grande dono: il dono della vostra fede. Noi che siamo al servizio della comunità e della fede di ciascuno, abbiamo bisogno della fede della comunità. Sono venuto qui in momenti molto belli, questo è un momento delicato e doloroso. Nei mesi della pandemia ho visto tanta oscurità, l’ombra della morte sulle nostre comunità, ma anche i germogli della Resurrezione».


Don Gian Domenico Epis, nuovo parroco di Grassobbio
In precedenza il Vescovo aveva reso nota la nomina quale parroco di Grassobbio di don Gian Domenico Epis, vicario parrocchiale a Stezzano dallo scorso anno, dopo essere stato in passato curato a Dalmine, parroco in Alta Valle Brembana (Trabuchello, Carona, Foppolo e Valleve) e missionario in Costa d’Avorio dal 2003 al 2019. A breve mons. Beschi ha assicurato che provvederà anche alla nomina di un nuovo curato.

Edited by pincopallino1 - 3/12/2020, 10:39
 
Top
view post Posted on 3/12/2020, 10:41

Group:
Administrator
Posts:
2,340

Status:


https://lanuovaprovincia.it/attualita/don-...-il-sacerdozio/

Villafranca - Villanova - 2 Dicembre 2020 0
Don Carlo Pertusati saluta i parrocchiani e lascia il sacerdozio
Da Villafranca tantissimi messaggi di affetto e i migliori auguri per il futuro

Don Carlo Pertusati dopo quasi vent’anni ha salutato i parrocchiani di Villafranca.
Una decisione che ha lasciato tutti smarriti e alla quale sono seguiti tantissimi messaggi di affetto e di sincero ringraziamento.
«Il mio addio è legato a motivazioni strettamente personali, non sarò trasferito e non ci sono tensioni con i parrocchiani – spiega don Pertusati quando lo contattiamo al telefono – anzi, quando ho annunciato la mia decisione di lasciare il sacerdozio durante l’ultima omelia sono stato inondato da un bagno di affetto e di stima. C’è un po’ di magone nel lasciare tanta gente con cui negli anni si è creato un legame di amicizia – ammette – ma è una scelta serena, di coerenza con il mio percorso».
Don Pertusati, ordinato sacerdote nel 1991, è stato assegnato alla parrocchia di Villafranca, Maretto e Roatto nel 2001 e dal 2015 curava anche la parrocchia di Cantarana. Inoltre da anni ricopriva il ruolo di delegato diocesano della Commissione ecumenismo e dialogo interreligioso.
Sempre presente alle tante iniziative in paese, a partire da quelle legate all’oratorio, appassionato di calcio, non mancava mai alle partite amichevoli tra tifoserie. Negli ultimi anni, inoltre, si era prodigato per portare a termine l’imponente lavoro di restauro della chiesa parrocchiale di Villafranca, riportando alla luce gli affreschi seicenteschi.
Tantissimi in queste ore i messaggi di affetto lasciati al sacerdote sul gruppo Facebook di Villafranca. Qualcuno sottolinea quanto mancherà, tutti lo ringraziano per l’impegno dimostrato, l’umiltà, la capacità di accettare l’altro e saper arrivare anche alle persone più distanti dalla fede, la positività nell’affrontare le sfide, con l’augurio sincero per la nuova strada intrapresa.

Le parole del vescovo Prastaro

Dispiaciuto, ma convinto della necessità di rispettare la scelta del sacerdote, il vescovo Marco Prastaro. «Don Pertusati – spiega – mi ha manifestato il desiderio di lasciare il sacerdozio, dopopdiché è cominciato un periodo di discernimento e dialogo. Successivamente, nonostante il dispiacere mio personale e il senso di smarrimento che può aver suscitato tra i parrocchiani, è necessario rispettare la libertà e accettare una decisione personale di questo tipo. Da lunedì, quindi, non è più parroco, mentre la domanda per essere sollevato dagli impegni sacerdotali dovrà essere valutata dalla Santa Sede, dato che sarà il Papa a decidere in merito».
Nelle prossime settimane, quindi, il vescovo Prastaro deciderà a chi assegnare le parrocchie di cui don Pertusati era sacerdote e amministratore parrocchiale.


Marzia Barosso
Elisa Ferrando

http://www.asti.chiesacattolica.it/wd-annu...-pertusati-494/
Pertusati Don Carlo
Titolo:Don
Nome:Carlo
Cognome:Pertusati
Tipo:Presbitero diocesano
Data ordinazione:12-10-1991
Telefono:0141943092
Email:[email protected]
Residenza:Piazza Giacomo Goria, 1, Villafranca d'Asti, 14018 AT, Italia
Parroco di Villafranca d’Asti – Amministratore Parrocchiale di Cantarana, di Maretto e di Roatto –
Delegato diocesano Commissione Ecumenismo e dialogo interreligioso- Docente I.S.S.R. in Alessandria- Docente I.S.S.R. in Fossano- Docente Corso Istituzionale e Biennio di specializzazione in Morale Sociale in Torino

Incarichi
Parroco presso S. Maria Assunta
Amministratore parrocchiale presso S. Giovanni Battista
Amministratore parrocchiale Presso Santi Maria e Michele
Amministratore parrocchiale Presso Santi Michele e Radegonda
 
Top
view post Posted on 26/1/2021, 16:07

Group:
Administrator
Posts:
8,011

Status:


www.vocedeiberici.it/vocazioni-alla-prova-del-lockdown/

Vocazioni alla prova del lockdown
23 dicembre 20205 min

di Andrea Frison

Che qualcosa sia cambiato nella vita di don Daniele Pressi lo si capisce dalla difficoltà che si incontra nel trovarlo al telefono. La sua disponibilità non è più quella di quando, fino a poche settimane fa, era in servizio nell’Up Sinistra Brenta, a Bassano, per cui lo si poteva chiamare quasi a tutte le ore. Oggi don Daniele, che si è preso un periodo sabbatico, lavora e ai primi di gennaio lascerà la canonica per andare a vivere in un appartamento, in affitto.

«È cominciato tutto con il lockdown – racconta |don Daniele Pressi, 30 anni, originario di Costalunga nel veronese| -. Davanti ai momenti di crisi reagisci con gli automatismi, e questi ti dicono chi sei. Ho vissuto chiuso in casa, ma nella mia vita non è cambiato niente quando per tutti gli altri è cambiato tutto. È vero, non c’erano riunioni, non c’erano incontri, ma tra preti abbiamo continuato a dire messa. Mi sono chiesto che vita stessi vivendo, avevo la sensazione di qualcosa di artefatto. Sono stato messo di fronte all’evidenza che siamo molto “clericali” come preti e come comunità. Nella mia testa sapevo benissimo, quando sono stato ordinato, che noi preti non siamo più cristiani degli altri, ma mi sono reso conto di non saperlo con la vita». Da qui è scaturita una riflessione che è proseguita nei mesi estivi per poi sfociare nella decisione di prendersi una pausa. «I motivi sono tanti e si sono sommati piano piano – prosegue don Daniele -. Mi serve un tempo per distinguerli, capirli e scegliere». La decisione di don Daniele è una di quelle che ha interrogato la comunità bassanese, come raccontato su queste pagine nelle scorse settimane, assieme alla decisione del parroco dell’Up di Angarano don Adriano Preto Martini di prendersi, a sua volta, un periodo di pausa. «Non sento questo passaggio determinato da un errore precedente – prosegue don Daniele, che ha frequentato il seminario fin dalle scuole medie ed è stato ordinato nel 2015 -. Quando sono diventato prete l’ho fatto con tutta la consapevolezza di cui ero capace e con tutti i desideri che hanno accompagnato quel passaggio. Mi sento dentro questo cammino con positività, cerco solo di capire quello che fa per me e come mettermi a servizio del Signore e della Chiesa».

«Il lockdown ci ha spogliati di centomila attività e ridotti quasi a niente. Personalmente mi ha riconsegnato la fedeltà alla preghiera, ma ho visto anche molti preti “traballare” senza riunioni. È stato un periodo che mi ha molto interrogato».

A dirlo è |don Andrea Pernechele, 30 anni, originario di Stroppari di Tezze| e vicario parrocchiale di ben due unità pastorali bassanesi: quella di Angarano e quella di Nove-Marchesane.

«L’esperienza di essere un cappellano condiviso mi spaventava per la paura di non avere nessun riferimento umano – racconta don Andrea, diventato prete nel 2017 -. Ma se lo vuoi, un po’ alla volta, dei rapporti nascono, anche “tribolando” per incastrarli in agenda. Certo però che realtà sempre più grandi rendono sempre più difficile coltivare legami di familiarità. Abbiamo un ruolo sociale, una serie di pratiche da far fuori, ma dobbiamo uscire dallo schema “sindaco-prete-medico”». Secondo don Andrea, «ci sono crisi che nascono da motivi personali, ma altre sono “strutturali” e su questi motivi andrebbe aperto un confronto. Un conto è la condivisione personale, ma c’è qualcosa che avrebbe senso affrontare più a livello di Diocesi. E non solo tra preti, ma per capire come queste crisi interpellano tutta la Chiesa».

Anche per |don Davide Gasparotto, vicario parrocchiale nell’Up di Sandrigo|, il lockdown rischia di compromettere un tessuto di relazioni già fragile per i numerosi impegni. «Il mio mondo è cambiato – racconta don Davide, 35 anni, originario di Marostica e ordinato prete nel 2012 -. Ero abituato ad avere incontri con ragazzi, riunioni, catechismo, campiscuola… questo mondo è ancora in lockdown.

Porto la comunione ai malati, ma si entra e si esce velocemente, non c’è tempo per stare insieme. Anche la canonica diventa stretta, quando alle 22 hai il coprifuoco e le riunioni puoi farle solo online».

Don Davide non lo nasconde: «Il lockdown è stato una bella botta, anche per il mio ministero. Ci ha fatto capire che alcune cose dobbiamo lasciarle da parte, ma così è troppo. Come si fa a vivere il ministero così? È disumanizzante. Certo, abbiamo più tempo per “far carte”, ma non è di quello che avevamo bisogno». E a proposito di far carte, il sovraccarico di lavoro è sufficiente a spiegare le crisi di tanti preti? «Bisognerebbe entrare nella mente dei miei confratelli – spiega don Davide – Dalla mia esperienza posso dire che uno dei motivi è che a un certo punto ci si trova senza punti fermi, senza relazioni che ti permettono di uscire un po’ dal ruolo.

C’è sicuramente tanto lavoro da fare, ma se questo impedisce di coltivare relazioni diventa un problema. Se guardo al futuro mi preoccupo un po’, ho paura di diventare un funzionario. Avere sette, otto parrocchie e girarle come un imprenditore gira per le sue aziende. Visitare patronati, oratori, case canoniche… ma senza fare il prete».

https://www.altavillavalmarana.it/2020/10/...daniele-pressi/
Lettera di Don Daniele Pressi
di parrocchia | 3 Ottobre 20200 commenti
Ciao a tutti e a tutte, fratelli e sorelle!

Ancora con affetto e nostalgia ricordo gli anni trascorsi con voi. Affetto per cui vi scrivo queste parole, per consegnarvi la verità di quello che sono in questo momen- to e, con essa, le mie scelte. Ho delle domande grandi sulla mia vita e sul mio mini- stero di prete. E devo darmi un tempo per ascoltare ciò che il Signore ha da dirmi in queste domande, discernere con Lui e con Lui rispondere. Quest’estate ho vissuto un periodo di preghiera e di ascolto per valutare cosa fare di tutto questo. Ho scelto, confrontandomi con il Vescovo, con il mio padre spirituale e con i preti con cui vivo, di sospendere il mio ministero di prete, per dedicarmi a questa ricerca. Sarà per me un tempo di preghiera e di relazione con il Signore, un tempo in cui lavorerò per il mio sostentamento e in cui cercherò una casa, un tempo in cui mi confronterò con chi la Chiesa e la vita mi hanno donato, primo tra tutti il nostro Dio.

Mi sarebbe davvero piaciuto potervi dire queste cose guardandovi negli occhi. Non mi è ovviamente possibile farlo con tutti; spero che queste poche righe che vi scrivo di vero cuore siano, se non molto, almeno abbastanza.

Nella Parola che ogni domenica spezziamo insieme ci capita di leggere ciò che il Signore fa con gli uomini e con le donne che popolano quelle pagine. Chiede loro di uscire dalla propria terra. Chiede di avere l’audacia di essere nomadi. Chiede di affrontare il deserto. Chiede di iniziare cammini di liberazione. Sento che ha chiesto questo anche a me, di farlo con radicalità. E ho lasciato che questa chiamata but- tasse per aria i fogli della mia vita. Per poterla raccogliere e metterla, insieme con la mia libertà, nelle uniche mani in cui desidero che stia: in mani levigate dal lavoro, sporcate dal servizio, bucate dalla croce. Le mani del nostro Dio.

Nella tenerezza del suo abbraccio sento che ciò che consideravo da scartare è per me un guadagno (cf. Fil 3,7). Non è più scarto, ma guadagno, non avere risposte. Non è più scarto, ma guadagno, essere nomade. Non è più scarto sentirmi piccolo, incerto, inerme di fronte alla vita. Non è più scarto per me, perché il mio Diletto canta d’amore per la sua piccola vite più forte di quanto possa fare io (Is 5,1).

Amici e amiche, in questo passaggio mi affido alla vostra preghiera; per voi di certo non mancherà la mia. Sarebbe bello reincontrarci tra un po’ e raccontarci la bellezza nuova a cui il Signore avrà condotto ciascuno di noi. Se non capiterà che ci rivedia- mo non dubitate che questa bellezza il Signore l’abbia portata a compimento in me. Davvero poco so della vita, ma una cosa la so: il nostro Dio è fedele alle sue promesse.

Ciao!

Domenica 4 Ottobre 2020

per grazia di Cristo per voi fratello, Daniele

https://primadituttoverona.it/cronaca/anno...-troppo-stress/

RICARICARE LE PILE
Anno sabbatico per don Adriano, il parroco dice stop: “Troppo stress”
Il sacerdote della Ss. Trinità, 53 anni, originario di San Bonifacio, ha chiesto al vescovo una pausa per ricaricare le pile.
Anno sabbatico per don Adriano, il parroco dice stop: “Troppo stress”
CRONACA San Bonifacio, 26 Novembre 2020 ore 10:34
Don Adriano Preto Martini, parroco della Ss. Trinità, in destra Brenta, e dell’unità pastorale che comprende anche le frazioni di S. Michele e Valrovina (VI), ha chiesto una pausa al vescovo.


PUBBLICITÀ


Anno sabbatico per don Adriano
Un anno sabbatico per ricaricare le pile e poi tornare al meglio. Lo ha chiesto al vescovo don Adriano Preto Martini, parroco della Ss. Trinità, in destra Brenta (VI), e dell’unità pastorale che comprende anche le frazioni di S. Michele e Valrovina. Il sacerdote, 53 anni, originario di San Bonifacio, nel Veronese, avrebbe detto stop a causa di un eccessivo accumulo di stress. Ora trascorrerà il periodo di riposo in una comunità francescana.

Sacerdote dal 1992
Ordinato sacerdote nel ‘92, don Adriano era arrivato alla Trinità nel 2017 da Brogliano. Si tratta del terzo sacerdote che abbandona la comunità bassanese. In precedenza don Adriano aveva fatto due esperienze pastorali come vicario parrocchiale (cappellano) e di insegnante di religione nelle parrocchie di SS. Trinità in Schio per 6 anni e a S. Pio X in città per 4 anni. Neoparroco nel 2002 a Castello di San Giovanni Ilarione ha continuato a essere nello stesso tempo anche insegnante di religione nelle scuole medie.
 
Top
view post Posted on 12/4/2021, 08:40

Group:
Administrator
Posts:
8,011

Status:


Orvieto. Si spreta don Riccardo Ceccobelli (nato nel 1979, ordinato nel 2012): mi sono innamorato


www.umbriajournal.com/cronaca/don-...-civile-403694/

Don Riccardo Ceccobelli lascia tonaca e torna alla vita civile
11 Aprile 2021 Cronaca, Notizia in rilievo

Don Ricccardo Ceccobelli, parroco di Massa Martana, ha chiesto al Papa, la dispensa dal celibato sacerdotale e la riduzione allo stato laicale. Don Riccardo ha chiesto di abbandonare la tonaca e tornare alla vita civile. L’annuncio è stato dato dal Vescovo Monsignor Gualtiero Sigismondi nel corso della Messa. Don Riccardo era anche Direttore della Pastorale Giovanile della Diocesi di Orvieto-Todi.

La comunità religiosa di Massa Martana è rimasta attonita all’annuncio. A succedere a Don Riccardo alla guida della parrocchia massetana, sarà Padre Mauro Dipalo della Fraternità Francescana di Santa Maria della Pace.

https://www.lanazione.it/umbria/cronaca/sa...orato-1.6235209
Il parroco ai fedeli durante l’omelia: "Vi lascio, mi sono innamorato"
Don Riccardo Ceccobelli ha dato l’annuncio nella chiesa di Massa Martana (Perugia) "Ora mi cerco un lavoro"

Massa Martana (Perugia), 12 aprile 2021 - «Mi sono innamorato»: con queste poche, emozionate parole don Riccardo Ceccobelli, parroco di Massa Martana, ha stupito la comunità durante la Messa domenicale. Accanto a lui il vescovo, monsignor Gualtiero Sigismondi e i frati del terzo Ordine Regolare di San Francesco che da oggi saranno amministratori della parrocchia.

Un passaggio di consegne inaspettato. Don Riccardo ha chiesto la dispensa dal celibato sacerdotale e la riduzione allo stato laicale: vuol lasciare l’abito sacerdotale e tornare alla vita civile. Un sentimento nuovo, inatteso, ma così forte da indurlo ad un repentino cambio di vita.

E poi la volontà di rimettersi al Vescovo e alle sue decisioni per vivere cristianamente questo amore. Per essere coerente e giusto. "Rimango a disposizione della Chiesa - afferma – e cerco un lavoro". Una scelta che don Riccardo, 42 anni a febbraio, ha meditato a lungo: ordinato sacerdote il 18 marzo del 2012 a Pantalla, frazione di Todi di cui è originario, era sempre in mezzo ai giovani.

Direttore della Pastorale Giovanile della Diocesi, assistente ecclesiastico dell’Agesci, è stato in servizio nella parrocchia della Santissima Annunziata di Todi e, dal 2015, era a Massa Martana. "Pretaccio", lo chiamavano i giovani, quelli con cui aveva condiviso il percorso dello scoutismo". Adesso per lui si apre la procedura interna che valuterà l’operato e rimetterà nelle mani del Papa la decisione finale.
 
Top
view post Posted on 12/5/2021, 20:49

Group:
Administrator
Posts:
8,011

Status:


Città di Castello. Si spretano Si spretano don David Tacchini, 40 anni e don Samuele Biondini, 52 anni.




www.umbriaon.it/citta-di-castello-...iano-la-tonaca/

Città di Castello, due sacerdoti di San Pio X lasciano la tonaca
Don Samuele, 52 anni, e Don David, 40 anni, erano rispettivamente parroco e viceparroco

Home»Attualità»

12 Mag 2021 15:58

di P.C.

Don David Tacchini (40 anni), quasi un anno fa, e, più recentemente Don Samuele Biondini (52 anni) – due sacerdoti della diocesi di Città di Castello – hanno chiesto e ottenuto dal Santo Padre la dispensa dagli obblighi derivanti dalla Sacra Ordinazione. Lo ha comunicato lo stesso vescovo Domenico Cancian. La notizia segue a stretto giro quella che riguarda Don Riccardo Ceccobelli, che ha lasciato la parrocchia di Massa Martana per amore di una donna. Don Samuele, 52 anni, e Don David, 40 anni, erano rispettivamente parroco e viceparroco a San Pio: circostanza alquanto singolare.

Il comunicato del Vescovo: «Sofferenza e rispetto»
Il vescovo mons. Domenico Cancian, nel corso del ritiro spirituale del clero a Canoscio, oggi, mercoledì 12 maggio, ha dato la seguente comunicazione:


«A partire da sabato 15 maggio 2021 la guida pastorale della Parrocchia di San Pio X in Città di Castello è affidata a Padre Giuseppe Renda OFM, guardiano del convento di San Giovanni Battista agli Zoccolanti, nominato Amministratore parrocchiale. Sono immensamente grato a Padre Francesco Piloni OFM, Ministro provinciale, per la sensibilità e la prontezza con cui l’Ordine dei Frati Minori si è reso disponibile, assicurando la mia vicinanza alla comunità parrocchiale».

«Il presbiterio e tutta la comunità diocesana accolgono con sofferenza e, allo stesso tempo, con rispetto la libera decisione di David e Samuele. Grati per il servizio svolto, preghiamo perché possano vivere serenamente la loro appartenenza ecclesiale, radicata nel Battesimo».

«Esprimo profonda gratitudine ai sacerdoti che con gioia si donano quotidianamente e per tutta la vita nel generoso esercizio del ministero in favore del popolo di Dio. Chiediamo al Signore il dono della fedeltà a tutte le vocazioni e per i due nuovi candidati al sacerdozio, che saranno ordinati nel corso di quest’anno».

«In prossimità della solennità di Pentecoste, invochiamo con fiducia una rinnovata effusione dello Spirito Consolatore perché si rafforzi la nostra fede. Ringraziando Papa Francesco perché recentemente ha annoverato tra i santi la nostra Margherita, proprio alla conclusione del VII Centenario della sua morte, imploriamo sulla nostra Chiesa tifernate l’intercessione dei fratelli e sorelle già nella gloria di Dio».

Boccardo (Ceu): «Li accompagniamo con la preghiera»
«A seguito del comunicato della Diocesi di Città di Castello del 12 maggio 2021, nel rispetto delle scelte personali, accompagniamo con la preghiera questo momento difficile e di sofferenza che incide nella storia delle persone interessate e delle Chiese locali umbre»: a dirlo è l’arcivescovo presidente della Ceu, monsignor Renato Boccardo, nel commentare la notizia della decisione dei due sacerdoti diocesani di Città di Castello di rinunciare all’esercizio del ministero sacerdotale. «Siamo chiamati oggi più che mai – sottolinea il presidente della Ceu – a riscoprire e valorizzare il tesoro di vita cristiana che i nostri Santi e Beati ci hanno trasmesso lungo i secoli».

Don Samuele Biondini e la ‘chiamata’



Il sindaco Bacchetta: «Bene la nuova nomina»
«Abbiamo letto il comunicato diramato dal Vescovo di Città di Castello, monsignor Domenico Cancian, in merito alla nomina del nuovo parroco di San Pio X ed ovviamente non entriamo nel merito di scelte assolutamente personali che rispettiamo – ha dichiarato in una nota il sindaco, Luciano Bacchetta – vogliamo esprime soltanto la nostra soddisfazione per la nomina immediata del nuovo Amministratore parrocchiale, Padre, Giuseppe Renda, guardiano del convento di San Giovanni Battista agli Zoccolanti, in una parrocchia cittadina importante e significativa della nostra città ed esprimiamo la vicinanza umana, la solidarietà al Vescovo Cancian per il lavoro che sta continuando a compiere in maniera ammirevole e con grande abnegazione personale. Credo che la scelta immediata che è stata compiuta di nominare un nuovo parroco va nel segno di un grande rispetto e considerazione per la parrocchia di San Pio X».


www.cittadicastello.chiesacattolica...-tacchini-1270/
TACCHINI DON DAVID
TITOLO: DON
NOME: DAVID
COGNOME: TACCHINI
TIPO: Presbitero diocesano
LUOGO DI NASCITA: CITTA' DI CASTELLO
DATA DI NASCITA: 16-04-1981
DATA ORDINAZIONE: 07-06-2014
RESIDENZA: Via Martiri della Libertà, 34, Città di Castello, PG, Italia
Incarichi
Vicario Parrocchiale
presso
S. PIO X



www.cittadicastello.chiesacattolica...e-biondini-246/
BIONDINI DON SAMUELE
TITOLO: DON
NOME: SAMUELE
COGNOME: BIONDINI
TIPO: Presbitero diocesano
LUOGO DI NASCITA: TRADATE
DATA DI NASCITA: 15-12-1970
DATA ORDINAZIONE: 29-06-1997
EMAIL: [email protected]
RESIDENZA: Via Martiri della Libertà, 34, Città di Castello, 06012 PG, Italia
Responsabile per la Pastorale Giovanile
Incarichi
Parroco
presso
S. PIO X
 
Top
view post Posted on 6/6/2022, 15:07

Group:
Administrator
Posts:
8,011

Status:


www.diocesivelletrisegni.it/download-attachment/3364


Prot. n° VSC A 50/2021
A Don Gabriele Ardente
del clero diocesano di Velletri-Segni

A seguito dei colloqui avuti con te nei mesi passati e dopo aver letto la tua lettera del 1° dicembre scorso, che mi hai consegnato personalmente,
con la quale hai formalmente richiesto al Santo Padre la dispensa dagli oneri sacerdotali, compreso il celibato, a norma dei can. 290 ss. del
Codice di diritto canonico, considerato il fatto che la tua decisione è irrevocabile, con la presente ti comunico che, a partire da oggi, sei sospeso dall’esercizio del ministero sacerdotale e da qualunque ufficio ecclesiastico che tu abbia ricoperto fino ad ora.
Ciò nonostante, ti invito a continuare nel cammino di discernimento e di preghiera per fare maggiormente luce sulla tua vocazione ed a perseverare nella vita cristiana.
Ti assicuro che continuo a pregare per te e ti ricordo con affetto.
Velletri, 4 Dicembre 2021 + Vincenzo Apicella, Vescovo
 
Top
157 replies since 6/8/2007, 13:18   41730 views
  Share