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La crisi del matrimonio religioso: nel 2022 solo 82.451. Ulteriore calo nei primi mesi del 2023, Solo il 45,9% delle unioni in chiesa o in altro tempio

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view post Posted on 28/11/2018, 11:59

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Si avvicina il sorpasso dei matrimoni civili: 49,51%

ISTAT. Crollo dei matrimoni religiosi: - 10,5% nel 2017

fra2_2_198376_v1

http://demo.istat.it/altridati/matrimoni/2017/tav1_2.pdf

Matrimoni religiosi in Italia
1931: 268.820
1936: 312.037
1941: 269.650
1948: 378.642
1950: 347.793
1955: 358.679
1960: 381.512
1963: 414.652
1965: 393.981
1970: 386.589
1975: 342.467
1980: 282.999
1985: 256.911
1990: 266.084
1991: 257.555
1992: 255.355
1993: 248.111
1994: 235.990
1995: 232.065
1996: 222.086
1997: 220.351
1998: 219.581
1999: 215.743
2000: 214.255
2001: 192.558
2002: 192.006
2003: 186.489
2004: 169.637
2005: 166.431
2006: 162.364
2007: 163.721
2008: 156.031
2009: 144.384
2010: 137.075
2011: 124.443
2012: 122.297
2013: 111.545
2014: 108.054
2015: 106.333
2016: 107.873
2017: 96.572



Statistiche sul matrimonio civile
1931: 1,6%
1936: 1,4%
1941: 1,5%
1948: 1,66%
1951: 2,43%
1956: 2,17%
1961: 1,56%
1966: 1,24%
1967: 1,22%
1968: 1,42%
1969: 1,71%
1970: 2,26%
1971: 3,85%
1976: 9,42%
1981: 12,72%
1986: 14,16%
1989: 16,70%
1990: 17,01%
1991: 17,47%
1992: 18,25%
1993: 17,91%
1994: 19,07%
1995: 19,98%
1996: 20,29%
1997: 20,66%
1998: 21,59%
1999: 23,04%
2000: 24,67%
2001: 27,07%
2002: 28,89%
2003: 29,39%
2004: 31,86%
2005: 32,82%
2006: 34,00%
2007: 34,61%
2008: 36,73%
2009: 37,19%
2010: 36,89%
2011: 39,25%
2012: 40,96%
2013: 42,52%
2014: 43.06%
2015: 45,30%
2016: 46,93%
2017: 49,51%
 
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view post Posted on 28/11/2018, 12:40

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Matrrimoni civili per regioni - Anni 2015 - 2016 - 2017
Anno 2015 2016 2017
Italia 45,30 46,93 49,51

Basilicata 16,48 18,03 19,74
Calabria 19,01 22,98 22,54
Puglia 26,64 28,89 30,55
Molise 28,92 31,36 31,08
Campania 27,66 29,04 31,38
Sicilia 29,74 29,97 32,31
Abruzzo 36,27 41,09 42,96
Marche 42,21 44,43 48,96
Sardegna 46,93 50,39 50,85
Umbria 48,89 47,20 51,64
Lazio 51,30 54,20 56,64
Veneto 53,83 55,71 59,64
Lombardia 57,44 58,94 62,08
Piemonte 57,57 59,78 62,72
Friuli V.G. 62,07 63,71 64,94
Toscana 60,79 62,69 64,95
Emilia R 61,26 62,60 65,67
Trentino A 62,86 64,89 66,36
Liguria 62,16 63,57 66,53
Val d’Aosta 64,74 70,48 71,35

https://agensir.it/quotidiano/2018/11/28/d...-dei-matrimoni/


Demografia: Istat, in Italia sempre meno nascite. 458.151 nel 2017 (-15mila sul 2016). Pesano la diminuzione di popolazione femminile e il calo dei matrimoni

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28 novembre 2018 @ 12:32
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REPORT
Demografia: Istat, in Italia in media 1,32 figli per donna (31,9 anni al parto). Cresce la percentuale di donne senza figli
Nel 2017 sono stati iscritti in anagrafe per nascita 458.151 bambini, oltre 15mila in meno rispetto al 2016. Nell’arco di 3 anni (dal 2014 al 2017) le nascite sono diminuite di circa 45mila unità mentre sono quasi 120mila in meno rispetto al 2008. Lo rende noto oggi l’Istat diffondendo il report “Natalità e fecondità della popolazione residente” per l’anno 2017.
“La fase di calo della natalità innescata dalla crisi avviatasi nel 2008 sembra quindi aver assunto caratteristiche strutturali”, osserva l’Istat, secondo cui “la diminuzione della popolazione femminile tra 15 e 49 anni (circa 900mila donne in meno) osservata tra il 2008 e il 2017 spiega quasi i tre quarti della differenza di nascite che si è verificata nello stesso periodo. La restante quota dipende invece dai livelli di fecondità, sempre più bassi”.
Stando ai dati diffusi, il calo dei nati è particolarmente accentuato per le coppie di genitori entrambi italiani, che scendono a 358.940 nel 2017 (14mila in meno rispetto al 2016 e oltre 121mila in meno rispetto al 2008).
Rispetto al 2008 diminuiscono sensibilmente i nati da coppie coniugate: nel 2017 sono 316.543 (-147mila in soli 9 anni). “Questo netto calo – si legge in una nota – è in parte dovuto all’andamento dei matrimoni, che hanno toccato il minimo nel 2014, anno in cui sono state celebrate appena 189.765 nozze (-57mila rispetto al 2008) per poi risalire lievemente fino a superare nel 2016 le 200mila celebrazioni. Nel 2017 si osserva una nuova diminuzione (191.287 matrimoni)”. In un contesto di nascite decrescenti, quelle che avvengono fuori del matrimonio aumentano di quasi 29mila unità rispetto al 2008, raggiungendo quota 141.608. Il loro peso relativo continua a crescere, è a 30,9% nel 2017
 
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view post Posted on 3/12/2018, 09:04
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Sono dispiaciuto solo per il calo delle nascite. Una fobia egoistica legata solo al benessere, la malattia del terzo millennio. Mio nonno era poverissimo ed erano 9 figli: non serve aggiungere altro.
I matrimoni religiosi, beh, lasciamoli ai cattolici senza commentare. Quelli civili non riesco proprio a comprenderli: non vedo una sola ragione perchè si debba contrattualizzare l'unione di due persone, quando è sotto agli occhi di tutti il numero enorme di separazioni e divorzi costosi e pieni di tragedie. Auspico un'apertura mentale più ampia a questi giovani che decidono di formare una coppia, lasciando perdere, una volta per tutte, le maledette tradizioni
 
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view post Posted on 20/11/2019, 14:44

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Matrimoni religiosi in Italia
1931: 268.820
1936: 312.037
1941: 269.650
1948: 378.642
1950: 347.793
1955: 358.679
1960: 381.512
1963: 414.652
1965: 393.981
1970: 386.589
1975: 342.467
1980: 282.999
1985: 256.911
1990: 266.084
1991: 257.555
1992: 255.355
1993: 248.111
1994: 235.990
1995: 232.065
1996: 222.086
1997: 220.351
1998: 219.581
1999: 215.743
2000: 214.255
2001: 192.558
2002: 192.006
2003: 186.489
2004: 169.637
2005: 166.431
2006: 162.364
2007: 163.721
2008: 156.031
2009: 144.384
2010: 137.075
2011: 124.443
2012: 122.297
2013: 111.545
2014: 108.054
2015: 106.333
2016: 107.873
2017: 96.572
2018: 97.596



Statistiche sul matrimonio civile
1931: 1,6%
1936: 1,4%
1941: 1,5%
1948: 1,66%
1951: 2,43%
1956: 2,17%
1961: 1,56%
1966: 1,24%
1967: 1,22%
1968: 1,42%
1969: 1,71%
1970: 2,26%
1971: 3,85%
1976: 9,42%
1981: 12,72%
1986: 14,16%
1989: 16,70%
1990: 17,01%
1991: 17,47%
1992: 18,25%
1993: 17,91%
1994: 19,07%
1995: 19,98%
1996: 20,29%
1997: 20,66%
1998: 21,59%
1999: 23,04%
2000: 24,67%
2001: 27,07%
2002: 28,89%
2003: 29,39%
2004: 31,86%
2005: 32,82%
2006: 34,00%
2007: 34,61%
2008: 36,73%
2009: 37,19%
2010: 36,89%
2011: 39,25%
2012: 40,96%
2013: 42,52%
2014: 43.06%
2015: 45,30%
2016: 46,93%
2017: 49,51%
2018: 50,15%
 
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view post Posted on 21/1/2021, 09:11

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www.corrispondenzaromana.it/notizi...iosi-in-italia/

20 Gennaio 2021 - 17:46
Ettore Gotti Tedeschi: la Scomparsa dei Matrimoni Religiosi in Italia
Ettore Gotti Tedeschi
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(Marco Tosatti, Stilum Curiae – 20 Gennaio 2021) Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il prof. Ettore Gotti Tedeschi ha scritto per La Verità, che ringraziamo, questa riflessione estremamente interessante sul crollo, in termini numerici, dei matrimoni religiosi. Buona lettura.

Un fenomeno a dir poco inquietante, almeno quanto quello del crollo della natalità, consiste nella quasi scomparsa dei matrimoni religiosi. Venerdi scorso ho partecipato con il prof GianCarlo Blangiardo, Presidente Istat, ad un convegno dibattito patrocinato dal Senato della Repubblica e organizzato dalla senatrice Tiziana Drago per New Generation Italy. In questo Convegno <incremento demografico e sviluppo economico- (effetto Covid sulla natalità)>,il prof. Blangiardo, ha illustrato alcuni dati, ancora provvisori, sui matrimoni celebrati in Italia nel periodo osservato: gennaio-luglio 2020.Questi dati meritano particolare attenzione. Tra gennaio e luglio 2020 il numero assoluto di matrimoni celebrati in Italia è stato di 34.059, verso 101.461 per lo stesso periodo nel 2019 e i 107.990 nel 2018. Ma il fenomeno più sorprendente e inquietante sta nella scomparsa dei matrimoni religiosi che, sempre tra gennaio e luglio 2020, son stati 4.141 verso i 47.025 del 2019. In pratica nel periodo considerato del 2019 i matrimoni religiosi hanno rappresentato quasi la metà (il 46.5%) dei matrimoni totali, mentre nel 2020 solamente il 12%.


Effetto chiese chiuse e municipi aperti? Effetto rinvio a tempi migliori del matrimonio religioso? Effetto scoraggiamento del valore del Sacramento del matrimonio? Sarà interessante leggere i commenti degli “esperti” in un eventuale dibattito in proposito, ma dobbiamo intanto riconoscere la gravità del fenomeno e le sue conseguenze, non solo sulla formazione di famiglie, quanto sul problema conseguente nascite, che vedremo solo nel 2021 e anni successivi. Sentiremo presto il lamento per un ulteriore crollo delle nascite, leggeremo dotti commenti sull’inverno demografico, ascolteremo il pianto dei produttori di pannolini per neonati e soprattutto leggeremo il compiacimento per gli ulteriori sbarchi, sempre più necessari, di migranti destinati a colmare il gap di popolazione.

Ma mentre da una parte sentiamo il sussurro di chi lamenta il crollo natalità, da altra parte intendiamo il grido di esultazione per lo stesso crollo natalità, che permette di salvaguardare meglio il pianeta grazie a meno bocche da sfamare che pretendono lo sfruttamento dell’ambiente da parte dell’avida creatura umana. Ecco, questa contraddizione tra chi lamenta le non nascite e chi esulta per le non nascite, è preoccupante. Non nascite, prescindendo da valutazioni morali, significa decrescita economica, ma significa anche (per i maltusiano ambientalisti) tutela dell’ambiente. Contraddizione irrazionale, quanto pericolosa, per le soluzioni che conseguentemente non verranno mai adottate.

Riguardo questa “contraddizione” vediamo coesistere previsioni anche fantasiose, ma opposte nella conclusione.

Per esempio quelle malthusiano-ambientaliste, catastrofiche ed allarmanti, che dicono che nel 2100 saremo più di 10miliardi, ed è intollerabile perchè Greta ne soffrirebbe troppo. Queste previsioni si scontrano con quelle, molto meno fantasiose, che dicono che sempre nel 2100, ben 20 paesi (tra cui l’Italia e il Giappone) vedranno ridursi la popolazione del 50%, e sarà la loro fine, ma Greta non andrà al loro funerale. Si tratta dello stesso modello di terrorismo demografico usato da Malthus e più recentemente dal capostipite del neomalthusianesimo, Paul Erlich dell’Università di Stanford (colui che scrisse il famoso libro “ The population bomb” nel 1968), che previde centinaia di milioni di morti per fame in Asia -Cina, prima del 2000, grazie alla crescita della popolazione.

Come sta succedendo oggi per il Covid e vaccini, io non ho mai assistito ad un confronto pubblico ed adeguato tra sostenitori di tesi opposte sul tema natalità-ambiente. Anche io non riuscii mai ad ottenere un confronto con il grande prof. Giovanni Sartori sul tema natalità, che sembrava interessarlo molto anche se con visione opposta alla mia. Non son mai riuscito ad assistere neppure ad un confronto sull’analisi della evoluzione economica mondiale, innestata con il crollo nascite nel mondo occidentale dagli anni ’7O, che ci ha regalato questi ultimi 50anni che hanno cambiato il mondo intero. Forse perchè le cause sono state di ordine morale e di morale non si deve mai discutere?

Ma ancora, come possono illudersi i nostri governanti di sapere realizzare e proporre ai partner europei un Recovery Plan credibile e realizzabile, se non sono chiari quei “driver” di crescita economica che si fondano su matrimoni e nascite nella situazione attuale? Quali nuove utopie dobbiamo aspettarci?

Edited by pincopallino2 - 17/2/2021, 20:45
 
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view post Posted on 17/2/2021, 20:45

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www.istat.it/it/files//2020/04/Ris...rafico-2020.pdf

1 febbraio 2021
Primi riscontri e riflessioni sul bilancio demografico
del 2020
Gian Carlo Blangiardo

Migrare e fare famiglia al tempo di COVID-19
Ma i riscontri statistici dell’effetto di COVID-19 sulla demografia italiana non
si limitano all’azione direttamente osservabile sulla componente naturale. I dati
più recenti evidenziano altri due ambiti che riflettono, in modo rilevante, nuovi
orientamenti nelle scelte e nei comportamenti della popolazione: i percorsi di
mobilità territoriale e i processi di formazione delle unità familiari.
Riguardo al primo ambito, il recente report Istat sulle iscrizioni e cancellazioni
anagrafiche non manca di sottolineare come nei primi otto mesi del 2020 – secondo
le prime anticipazioni disponibili – le migrazioni nel nostro Paese abbiano subito
una drastica riduzione (-17,4%). In particolare, rispetto al confronto con gli stessi
otto mesi del quinquennio 2015-2019 si è registrata una flessione del 6% per i
movimenti interni, tra comuni, e del 42% e 12%, rispettivamente, per quelli da e per
l’estero (Prospetto 1). Su quest’ultimo punto l’unico dato in controtendenza riguarda
i flussi verso il Regno Unito (+62,8%), ma si tratta esclusivamente di un effetto
dovuto alle regolarizzazioni indotte dalla brexit e relative a soggetti trasferitisi già da
tempo al di fuori dei confini nazionali.


Quanto poi ai processi di formazione familiare, i primi dati sulla nuzialità,
disponibili in via provvisoria per il periodo gennaio-ottobre, segnalano per il 2020
circa 85 mila matrimoni, a fronte dei 170 mila nei primi dieci mesi del 2019 e dei
182 mila nello stesso intervallo del 2018. La variazione negativa del numero di
matrimoni è stata nel complesso del 50,3% – rispetto al 2019 e a parità di periodo –
ma il calo raggiunge la punta del 69,6% se ci si limita a quelli religiosi. Questi ultimi
rappresentavano il 49,5% del totale delle unioni nei primi dieci mesi del 2019 (erano
il 51,8% nello stesso periodo del 2018) e sono scesi al 30,3% nel 2020.

A livello territoriale la caduta più consistente ha riguardato il Mezzogiorno, dove
ha agito in modo significativo il forte ridimensionamento delle unioni religiose, il
corrispondente tasso di nuzialità si è ridotto sino a mantenere nel Sud circa un quarto
del valore che aveva nel 2019 e nelle Isole circa un terzo (Figura 3).
Il calo della nuzialità appare, oltre che intenso, anche assai generalizzato così che,
stante la persistente diffusione delle nascite provenienti da coppie coniugate (pari a
2/3 del totale secondo i dati del 2019), sembra legittimo aspettarsi, pressoché
ovunque, un fattore aggiuntivo negli scenari di ulteriore caduta della natalità che
potrebbero caratterizzare l’immediato futuro. D’altra parte, se è vero che la nascita
di un primogenito, che ha riguardato il 47,8% degli eventi registrati nel 2019, ha
come presupposto – non esclusivo ma certamente qualificante – una scelta di
genitorialità maturata entro un rapporto di coppia stabile, viene naturale chiedersi
come si potrà diluire/recuperare nel tempo questo brusco punto di rottura introdotto
da COVID-19 nell’avvicendamento delle coorti matrimoniali. Se oltre a ciò mettiamo in conto il prosieguo degli effetti del rinvio dei concepimenti,
qui valutati sui nati di dicembre (e in parte di novembre) ma verosimilmente destinati
a protrarsi nel corso del 2021 (almeno nei primi mesi), si forma la piena convinzione
che, a meno di inaspettati e improbabili fattori a supporto della fecondità, difficilmente
si ci potrà sollevare in tempi brevi dalla soglia dei 400 mila nati toccata nel 2020. In
realtà, il timore è che il confine possa ancor più discostarsi, sempre al ribasso, nel
bilancio finale del 2021.
 
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view post Posted on 20/2/2021, 19:13

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www.avvenire.it/famiglia-e-vita/pa...crollo-infinito

Istat. Il crollo infinito dei matrimoni. Al Nord due su tre con rito civile
Luciano Moia giovedì 18 febbraio 2021
Nel Report dell'Istituto di statistica dati sempre più allarmanti sulla diminuzione delle nozze nel 2019. Sempre meno attrattive quelle religiose. Due su 3 al Nord e 1 su 3 al Sud sono con rito civile

Quando le scorse settimane sono state diffuse le previsioni sul crollo dei matrimoni celebrati nel 2020, c’era chi faceva notare la scarsa credibilità di dati pesantemente condizionati dalla pandemia. Tutto vero. Le nozze registrate soprattutto nel secondo trimestre sono crollate dell’80 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019, mentre le unioni civili hanno visto un arretramento del 60%. Il fatto però che una diminuzione netta sia stata registrata già nel primo trimestre 2020, solo parzialmente toccato dall’emergenza Covid – diminuzione di circa il 20% rispetto allo stesso periodo del 2019 – dice che l’effetto pandemia non ha fatto altro che accelerare una tendenza già in atto e che, nel 2019, ha visto una nuova, sensibile, discesa. Secondo il Rapporto Istat nel 2019 sono stati celebrati in Italia 184.088 matrimoni, 11.690 in meno rispetto all’anno precedente (-6,0%). Il calo riguarda soprattutto i primi matrimoni. Scendono anche le seconde nozze o successive (-2,5%) ma aumenta la loro incidenza sul totale: ogni 5 celebrazioni almeno uno sposo è alle seconde nozze.

I divorzi diminuiscono leggermente (85.349, -13,9% rispetto al 2016, anno di massimo relativo) dopo il boom dovuto agli effetti delle norme introdotte nel 2014 e nel 2015 che hanno semplificato e velocizzato le procedure. Pressoché stabili le separazioni (97.474).

Diminuiscono anche le unioni civili. Nel 2019 sono state 2.297, rispetto alle 4.376 del 2017 (4.376) e alle 2.808 del 2018. A dimostrazione che siamo di fronte a una diffusa e persistente crisi delle relazioni che coinvolge tutti, al di là dell’orientamento sessuale.

Una tendenza all’incertezza, alla provvisorietà e all’instabilità che appare ancora più evidente osservando tre dati.
Il primo riguarda la crescita delle cosiddette libere unioni, quadruplicate negli ultimi dieci anni. Oggi secondo l’Istat sono quasi due milioni, ferma restando la difficoltà di calcolare il numero di persone che non intende registrarsi da nessuna parte. Come difficilmente misurabile – ma secondo l’Istat in rapido aumento – il numero delle convivenze prematrimoniali che sempre più spesso si protraggano sine die.

Il secondo elemento riguarda il numero delle separazioni che rappresenta oltre il 50 per cento di quello dei matrimoni. Vuol dire che in media un matrimonio su due è destinato a naufragare. E si tratta di un elemento scoraggiante per chi guarda a un progetto d’amore per sempre.
Il terzo dato su cui riflettere è il nuovo arretramento dei matrimoni religiosi. Nel 2019 sono stati celebrati con rito civile 2 su 3 matrimoni al Nord e uno su tre al Sud. È vero che questo rapporto va letto insieme al dato complessivo che indica come il crollo più sensibile sia quello dei primi matrimoni di giovani sotto i 30 anni – coloro che statisticamente continuano a guardare favorevolmente, pur variazioni regionali, alle nozze in chiesa – ma la decrescita non può non interrogare. C’è qualcosa da rivedere nella pastorale? Come mai un numero crescente di fidanzati considera sempre meno attrattivo il matrimonio sacramento? Come fare per invertire la tendenza?

Ancora in crisi i primi matrimoni

Dal 2008 (anno che precede le varie modifiche legislative appena illustrate e che segna l’inizio della recessione economica), i matrimoni tra celibi e nubili sono passati da 212 mila a poco più di 146 mila. Nel 2019 si registra un nuovo minimo relativo delle prime nozze rispetto a quello osservato nel 2017 (152.500).
Nella maggior parte dei casi i primi matrimoni riguardano sposi entrambi italiani (84,5%), in forte flessione rispetto al 2008: da 185.749 a 123.509 nel 2019 (-33,5%).

Sempre più tardi le prime nozze

Il calo dei primi matrimoni è da mettere in relazione in parte con la progressiva diffusione delle libere unioni (convivenze more uxorio) che sono più che quadruplicate dal 1998-1999 al 2018-2019, passando da circa 340 mila a 1 milione 370 mila. L’incremento dipende prevalentemente dalla crescita delle libere unioni di celibi e nubili (da 150 mila a 834 mila circa).
Le libere unioni sono sempre più diffuse anche nel caso di famiglie con figli; l’incidenza di bambini nati fuori del matrimonio è in continuo aumento: nel 2019 un nato su tre ha genitori non coniugati.
Sono in continuo aumento anche le convivenze prematrimoniali, le quali possono avere un effetto sul rinvio delle nozze a età più mature (posticipazione del primo matrimonio). Ma è soprattutto la protratta permanenza dei giovani nella famiglia di origine a determinare il rinvio delle prime nozze.

Più sposi stranieri al Centro e al Nord
La quota dei matrimoni con almeno uno sposo straniero è notoriamente più elevata al Nord e al Centro. In queste due aree quasi un matrimonio su quattro ha almeno uno sposo straniero mentre nel Mezzogiorno questa tipologia di matrimoni è circa del 10%.
A livello regionale in cima alla graduatoria vi sono la provincia autonoma di Bolzano (32,4%), la Toscana (28,1%), l’Umbria (26,8%) e la Lombardia (25,3%).

Aumenta la quota di seconde nozze
Più aumenta l’instabilità coniugale più cresce la diffusione delle seconde nozze e delle famiglie ricostituite. Nel 2019, il 20,6% dei matrimoni riguarda almeno uno sposo alle seconde nozze (o successive) (13,8% nel 2008).
La tipologia più frequente tra i matrimoni successivi al primo è quella in cui lo sposo è divorziato e la sposa è nubile (12.928 nozze, il 7,0% dei matrimoni celebrati nel 2019); seguono le celebrazioni in cui è la sposa divorziata e lo sposo è celibe (5,9 %) e quelle in cui entrambi sono divorziati (5,6%).
Anche l’età media degli sposi al secondo matrimonio mostra un aumento consistente tra il 2008 e il 2019. L’età degli sposi precedentemente vedovi è passata da 61,2 anni a 70,9 e quella delle spose precedentemente vedove da 48,4 anni a 51,4. Analoga tendenza per gli sposi divorziati: nel 2019 gli sposi già divorziati hanno in media 54,9 anni e le spose già divorziate 47,2 anni (rispettivamente +6,8 anni per gli uomini e +4,6 per le donne rispetto al 2008).
Le percentuali più elevate di matrimoni con almeno uno sposo alle seconde nozze sul totale delle celebrazioni si osservano, nell’ordine, in Liguria (33,1%), Valle d’Aosta (32,3%), Friuli-Venezia Giulia (31,0%), Emilia-Romagna (29,4%) e Piemonte (29,0%). I matrimoni successivi al primo sono più diffusi laddove si registrano i tassi di divorzio più elevati, ovvero nelle regioni del Nord e del Centro.

http://www.sanmarinofixing.com/smfixing/fi...l-covid-19.html

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Repubblica di San Marino, sposarsi ai tempi del Covid-19
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Mercoledì 03 Febbraio 2021
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di Alessandro Carli



Uno degli aspetti "collaterali" legati all'emergenza sanitaria ma anche ha avuto egualmente ricadute economiche sul sistema Paese per la sua capacità di coinvolgere diversi settori (dalla ristorazione ai fotografi, ma anche ai sarti e ai negozi di abbigliamento, alle fiorerie e alla pasticcerie oltre ai wedding planner e alle agenzie di viaggio) è il numero di matrimoni celebrati in Repubblica. Un "dato", questo, finito come di consuetudine nel report annuale dell'Ufficio di Statistica di San Marino e che "racconta", com'era facile immaginare, una robusta contrazione delle "promesse" d'amore. Dopo aver ricordato che il Titano, poco più tardi di un lustro fa circa aveva deciso di promuoversi, attraverso il Decreto Delegato numero 61 del 2015, come luogo di celebrazione del matrimonio civile, ampliando le sedi - non più solamente Palazzo Pubblico ma anche la Cava dei Balestrieri, il Chiostro di Santa Chiara, gli spazi interni ed esterni della Prima e della Seconda Torre e i Giardini Borghesi - mettiamo a specchio i numeri degli ultimi quattro anni. Nel 2017, si legge nel report dell'UPECEDS, ne furono celebrati 159 (51 religiosi, 98 civili e 10 non specificati), nel 2018 il totale si fermò a 151 (38 religiosi, 102 civili e 11 non specificati) per poi risalire l'anno successivo. Nel 2019 difatti 156 coppie di dissero di sì (36 riti religiosi, 109 civili e 11 non specificati). Nel 2020 invece, complice soprattutto la pandemia, sono state officiati 20 unioni religiose, 89 civili e 6 non specificate, per un totale di 115 riti.



RIMINI "TIENE"



Nel 2020 i matrimoni celebrati a Rimini, in mezzo a tante difficoltà, hanno continuato ad essere celebrati. Tutto nasce dal progetto Rimini Wedding Destination che ha portato all'introduzione di nuovi luoghi di prestigio per la celebrazione dei matrimoni, come Cinema Fulgor, Museo Part, Castel Sismondo, oltre al Palazzo del Turismo, Museo della Città, Casa dei matrimoni sulla spiaggia di Piazzale Boscovich, Teatro Galli, Grand Hotel, gli spazi di Rimini Terme a Miramare. Nell'ambito del progetto è stato siglato un accordo tra VisitRimini (la Dmc turistica individuata dal Comune di Rimini) e Comune di Rimini in cui la DMC si occupa di curare la parte logistica e organizzativa dei matrimoni nelle sedi che sono state autorizzate dal Comune per la celebrazione dei riti civili. Ebbene, nel 2020 VisitRimini ha contato 12 celebrazioni con rito civile a fronte di 40 richieste iniziali complessive. Nel 2019 erano state 27. Interessante rilevare che 2 coppie sposate nel 2020 provengono da fuori città: Londra e Brescia. Le location preferite sono state la Casa dei Matrimoni sulla spiaggia (4 riti) e il Grand Hotel (4). Seguono il Museo della città (3) e Palazzina Roma (1). Per motivi contingenti, infatti, Teatro Galli, Castel Sismondo sono rimasti inattivi tutto l'anno e le nuove location, quali Cinema Fulgor e Museo Part, hanno dovuto rinviare la loro disponibilità. Si tratta comunque di luoghi molto apprezzati e che sono già oggetto di prenotazione per il 2021. Per l'anno in corso appena iniziato, VisitRimini ha già raccolto 16 prenotazioni, che in parte corrispondono ai riti posticipati dal 2020. Molte coppie, poi, sono in attesa di conoscere gli sviluppi della situazione della pandemia, prima di procedere con le prenotazioni.
 
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view post Posted on 26/4/2021, 11:18

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www.ilbollettino.eu/2021/04/04/mat...onie-religiose/

https://corrieredellumbria.corr.it/news/it...2020-istat.html

Matrimoni, crollo per il Covid: -47,5% nel 2020. I numeri choc dell'Istat
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matrimoni crollo fatturato istat

26 marzo 2021
La pandemia fa crollare i matrimoni e di conseguenza il fatturato. "L’osservazione dei dati, seppure provvisori, dei matrimoni e delle unioni civili celebrate nei comuni italiani nel corso del 2020 rivela un crollo significativo: i matrimoni, già in calo nel 2019, si riducono del 47,5% nel confronto con l’anno precedente, attestandosi a 96.687.

I matrimoni sono in calo ma in tanti continuano a venire appositamente da fuori

A diminuire sono soprattutto i matrimoni religiosi (-68,1%) ma anche quelli civili registrano una perdita di quasi il 29%", spiega il rapporto Istat ’La dinamica demografica durante la pandemia covid-19- anno 2020’. «Se nel periodo gennaio-febbraio 2020 i matrimoni mostrano addirittura un aumento percentuale rispetto allo stesso bimestre del 2019 (+10,7%), trainato probabilmente da un effetto calendario del mese di febbraio (presenza di un giorno in più), è con l’inizio di marzo che si assiste a una drammatica inversione di tendenza. Le misure di contenimento del contagio, introdotte in concomitanza della prima ondata tra marzo e maggio 2020 (sospensione delle cerimonie civili e religiose, limitazioni alla mobilità delle persone, divieto di organizzare eventi), hanno avuto dirette ripercussioni sulle celebrazioni dei matrimoni producendo un calo di quasi l’81% rispetto allo stesso trimestre del 2019 (96,6% i matrimoni religiosi, -70,4% quelli civili). A partire dalla metà di maggio, l’attenuazione di alcune misure restrittive produce qualche effetto di ripresa solo per i matrimoni civili, che restano tuttavia ben sotto la media mensile del 2019 (-65,1%)".

"Nella fase di transizione (giugno-settembre 2020) - aggiunge l’Istat - con la contestuale riapertura di tutte le attività commerciali e dei movimenti sul territorio nazionale, non si osserva un significativo recupero dei matrimoni rimandati a causa del lockdown. La persistenza di regole restrittive sulle modalità di celebrazione (limite agli assembramenti, numero contenuto di partecipanti consentiti per evento, obbligo di uso di dispositivi di protezione in luoghi chiusi), le limitazioni ai viaggi internazionali, nonché il sopraggiungere delle prime difficoltà economiche, hanno indotto verosimilmente le coppie a rimandare il matrimonio a periodi più favorevoli".

www.lapresse.it/ultima-ora/2021/03...celebrati-_475/

Covid, Istat: Crolla numero matrimoni celebrati: _47,5%
26 Marzo 2021
Milano, 26 mar. (LaPresse) – Crolla il numero dei matrimoni celebrati: 96.687, -47,5% sul 2019 (-68,1% i matrimoni religiosi e -29% quelli con rito civile). È quanto si legge nel report dell’Istat sulla dinamica demografica durante la pandemia Covid-19.
 
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view post Posted on 14/3/2022, 13:10

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Segnali positivi anche per matrimoni e unioni civili
Secondo i dati provvisoriviii, nel 2021 sono stati celebrati circa 179 mila matrimoni: rispetto al 2020 si
tratta di un raddoppio, anche se questo aumento non è sufficiente a recuperare quanto perso nell’anno
precedente; rispetto al 2019 i matrimoni sono infatti inferiori del 2,7%ix
.
Un ritorno ai livelli del 2019 si osserva solamente per i matrimoni civili (+0,7% nel 2021 rispetto al 2019),
che sembrano essere stati meno penalizzati dalle limitazioni imposte per il contenimento della
pandemia. Tale tipologia di matrimonio, pur avendo subito un calo consistente nei primi mesi del 2020,
aveva già mostrato in piena pandemia una variazione negativa più contenuta rispetto ai matrimoni
religiosi.
Le misure di contenimento del contagio, introdotte in concomitanza della seconda ondata tra gennaio
e maggio 2021 (limitazioni alla mobilità delle persone, regole rigide per l’organizzazione di eventi),
hanno continuato ad avere effetti diretti sulle celebrazioni dei matrimoni producendo un calo del 34%
rispetto allo stesso periodo del 2019 (-68,9% i matrimoni religiosi, -16,1% quelli civili).
Nella fase di transizione (giugno-settembre 2021), con la contestuale attenuazione di alcune misure
restrittive, si osserva un significativo recupero dei matrimoni rimandati a causa del lockdown. Durante
l’estate, l’aumento dei matrimoni non solo è consistente rispetto al 2020 (+113,1%) ma mostra anche
valori percentuali più elevati rispetto allo stesso periodo del 2019 (+9,0%). Il picco si registra nei mesi
di luglio (+232,1% sul 2020; +41,8% sul 2019) e agosto (+80,2% sul 2020; +22,2% sul 2019). In un
paese come l’Italia, dove oltre i due terzi dei nati sono all’interno del matrimonio, sarà interessante
vedere se tale aumento avrà ripercussioni su un recupero di nascite a partire dalla primavera del 2022.
Con il sopraggiungere della terza ondata e il conseguente inasprimento delle misure di contenimento
dell’epidemia, nell’ultimo trimestre dell’anno la crescita delle nozze rallenta, solo il 22% circa in più
rispetto al 2020, con un calo del 4,2% dei matrimoni religiosi rispetto al 2019.
Anche le 2 mila unioni civili tra persone dello stesso sesso costituite nel 2021 mostrano una tendenza
alla diminuzione rispetto al 2019 (-6,2% sul 2019), subendo l’effetto delle varie ondate in modo simile
ai matrimoni.
 
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view post Posted on 6/3/2023, 16:53

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MATRIMONI, UNIONI CIVILI, SEPARAZIONI E DIVORZI | ANNO 2021
Matrimoni e unioni civili in ripresa ma ancora non
ai livelli pre-pandemia
Nel 2021 sono stati celebrati in Italia 180.416 matrimoni, l’86,3% in più rispetto al
2020, anno in cui, a causa della crisi pandemica, molte coppie avevano rinviato le
nozze. L’aumento non è stato però sufficiente a recuperare quanto perso nell’anno
precedente (la variazione rispetto al 2019 è infatti pari a -2,0%).
I matrimoni religiosi, quasi triplicati rispetto al 2020, sono in calo
(-5,1%) rispetto al periodo pre-pandemico.
Nei primi nove mesi del 2022 i dati provvisori indicano un lieve aumento dei
matrimoni (+4,8% rispetto allo stesso periodo del 2021) dovuto esclusivamente alla
crescita dei matrimoni civili (+10,8%). Crescono in misura marcata (+32,0%) le
unioni civili.

Più di un matrimonio su due celebrato con rito civile
La quota dei matrimoni civili osservata nel 2020 (71,1%) aveva registrato un eccezionale aumento a
causa delle misure di contenimento dell’emergenza sanitaria, che hanno colpito soprattutto le
celebrazioni con rito religioso. Nel 2021 tale quota si ridimensiona (54,1%) riallineandosi all’andamento
crescente osservato negli anni pre-pandemici (52,6% nel 2019).
Il rito civile è chiaramente più diffuso nelle seconde nozze (95,0%), essendo in molti casi una scelta
obbligataiv, e nei matrimoni con almeno uno sposo straniero (91,9% contro il 48,2% dei matrimoni di
sposi entrambi italiani). La scelta del rito civile va però diffondendosi sempre di più anche nel caso dei
primi matrimoni (43,1% nel 2021).

Segnali di ripresa nel 2022 per matrimoni e unioni civili
Secondo i dati provvisori dei primi nove mesi del 2022
viii i matrimoni mostrano un lieve aumento rispetto
allo stesso periodo del 2021 (+4,8%); questa ripresa delle nozze non è sufficiente a recuperare quelle
perse nel 2020, ma è il primo vero piccolo segnale di recupero, dal momento che, nel 2021, nonostante
la forte crescita rispetto al 2020, i livelli erano ancora inferiori a quelli del 2019.
Mettendo a confronto il 2022 con il 2021, crescono soprattutto i secondi matrimoni (+15,6%), mentre i
primi matrimoni aumentano in misura molto più contenuta (+2,1%) e, tra questi, l’aumento è dovuto
esclusivamente al rito civile (+8,2%). I primi matrimoni religiosi mostrano, infatti, una diminuzione del
2,0%
.
Le unioni civili, a loro volta, aumentano di un terzo nei primi nove mesi del 2022, lasciando ipotizzare
un parziale recupero di quanto perso nell’anno della pandemia.
 
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view post Posted on 2/8/2023, 08:14

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https://www.istat.it/it/files//2023/03/rep...azioni-2021.pdf
Segnali di ripresa nel 2022 per matrimoni e unioni civili
Secondo i dati provvisori dei primi nove mesi del 2022
viii i matrimoni mostrano un lieve aumento rispetto
allo stesso periodo del 2021 (+4,8%); questa ripresa delle nozze non è sufficiente a recuperare quelle
perse nel 2020, ma è il primo vero piccolo segnale di recupero, dal momento che, nel 2021, nonostante
la forte crescita rispetto al 2020, i livelli erano ancora inferiori a quelli del 2019.
Mettendo a confronto il 2022 con il 2021, crescono soprattutto i secondi matrimoni (+15,6%), mentre i
primi matrimoni aumentano in misura molto più contenuta (+2,1%) e, tra questi, l’aumento è dovuto
esclusivamente al rito civile (+8,2%). I primi matrimoni religiosi mostrano, infatti, una diminuzione del
2,0%.
Le unioni civili, a loro volta, aumentano di un terzo nei primi nove mesi del 2022, lasciando ipotizzare
un parziale recupero di quanto perso nell’anno della pandemia.
 
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