ELUANA, RICORSO A STRASBURGO, CASSAZIONE: NON BLOCCA LA SENTENZA
STRASBURGO - Il caso di Eluana Englaro approda alla Corte europea dei diritti dell'uomo attraverso un ricorso presentato da 34 associazioni italiane che si battono per la tutela ad oltranza della vita. Se venisse accolto i giudici di Strasburgo potrebbero avere l'ultima parola in questa lunga e dolorosa vicenda. Ma in Cassazione è stato fatto notare che il ricorso non può bloccare gli effetti della sentenza che ha fato il via libera al distacco del sondino che tiene in vita la donna.
La prima risposta della Corte europea riguarderà l'applicazione della regola 39 che prevede l'applicazione dell'estrema urgenza e potrebbe quindi congelare ogni azione fino al pronunciamento della Corte, obbligando così lo Stato italiano a non procedere con il distacco del sondino. Gli Stati sono obbligati a rispettare la regola 39 e ad agire immediatamente di conseguenza. Sinora questa regola è stata applicata dalla Corte soprattutto nei casi di estradizione e gli Stati, compresa l'Italia, hanno sempre sospeso ogni azione in attesa di un pronunciamento di Strasburgo. L'obiettivo del ricorso - ha spiegato Alfredo Granata, il legale che assieme alla collega Rosaria Elefante sta seguendo la vicenda - è di ottenere un pronunciamento il più rapido possibile da parte di Strasburgo e "una sospensiva o un annullamento" della sentenza della Suprema Corte. Successivamente i giudici dovranno decidere sull'ammissibilità del ricorso e su questo aspetto i dubbi non mancano. Negli ambienti vicini alla Corte si ritiene che vi siano poche possibilità che i giudici di Strasburgo si pronuncino a favore.
La Corte dovrà stabilire se le 34 associazioni sono titolate a rappresentare le persone il cui diritto è stato violato e se effettivamente tale violazione c'é stata. La decisione se applicare la regola 39 nel caso Englaro - che richiederà alcuni giorni - spetterà al presidente della seconda sezione della Corte, quella che si occupa dei casi italiani, il giudice belga Francoise Tulkens. Ma nel caso lei dovesse avere dei dubbi in merito, al Presidente della Corte, Jean-Paul Costa. Qualsiasi sia la decisione sull'applicabilità della regola 39, la Corte di Strasburgo dovrà poi pronunciarsi sull'ammissibilità del ricorso e determinare se vi è stata una violazione. I legali Elefante e Granata sostengono che nel caso di Eluana Englaro lo Stato italiano sta violando gli articoli 2 e 3 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo: il diritto alla vita e il divieto alla tortura.
Non potendo presentare il caso per conto di Eluana, perché non ne avrebbero alcun titolo, i due legali sostengono che la decisione della Corte di Cassazione italiana si configura come una violazione del diritto alla vita e al divieto della tortura di soggetti terzi, altre persone che si trovano nello stesso stato di Eluana. Ma perché la Corte di Strasburgo ammetta l'ammissibilità del ricorso è necessario dimostrare che le 34 associazioni sono titolate a rappresentare le persone di cui viene violato il diritto. Se ciò venisse dimostrato, dovrà poi essere provato che la violazione dei diritti di soggetti terzi derivante dalla decisione della Corte di Cassazione è effettiva e non ipotetica. Secondo il sostituto pg della Cassazione, Marcello Matera, però, "dal punto di vista tecnico la presentazione del ricorso é come se non esistesse: non ci sono norme giuridiche che possano bloccare il rispetto del verdetto della Suprema Corte".
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