http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=8719ELUANA/ Trentaquattro associazione pronti a far ricorso alla Corte europea contro la sentenza della Cassazione
Redazione venerdì 14 novembre 2008
Entro martedì prossimo un gruppo di tre organizzazioni, in rappresentanza di 34 associazioni, presenterà un ricorso alla Corte europea di Strasburgo sui diritti dell'uomo contro la sentenza sul caso di Eluana Englaro.
Lo si apprende dai legali che stanno curando la stesura dell'atto, Rosaria Elefante e Alfredo Granata, per conto di Vive onlus, Federazione nazionale associazioni trauma cranico e Rete.
«Impugneremo sia il decreto emesso dalla Corte d'appello di Milano a luglio, sia la sentenza della Cassazione di ieri», fanno sapere i legali.
Violazione della carta dei diritti dell'uomo, della convenzione di Oviedo del 1997 sui diritti dell'uomo e la biomedicina e della convenzione Onu del 2006 sui disabili, sono le tre direttrici sui cui si muoverà il ricorso. Ma secondo i legali, oltre alle carte internazionali, sarebbero state «violate anche le procedure italiane - sostiene Elefante -. Il decreto della Corte d'appello, infatti, ha ichiarato come “passata in giudicato” la parte relativa allo stato di Eluana Englaro e alla sua irreversibilità. Ma non può sussistere un “giudicato” sulla situazione di salute di un soggetto. Questo - afferma l'avvocato - è solo un espediente tecnico-processuale».
«Questo ricorso - sottolinea Elefante - è espressione di un interesse collettivo e viene promosso perché, a seguito della sentenza di ieri, non si aprano le porte a forme di eugenetica. Si tratta di un'azione a tutela anche di tutte le famiglie che hanno un congiunto in stato di vegetativo». Per presentarlo, le associazioni hanno dovuto attendere che su chiudesse l'iter giudiziario in Italia.
«È un'ultima chance, dopo che si sono esperite tutte le altre vie», afferma l'avvocato.
http://iltempo.ilsole24ore.com/interni_est...io_eluana.shtmlIl sondino che l'alimenta sarà staccato in Friuli
I preparativi per l'ultimo viaggio di Eluana
Natalia Poggi
[email protected]«Ce l'abbiamo fatta!» è stato il primo pensiero di Beppino Englaro, il padre di Eluana, alla sentenza della Cassazione che respingendo il ricorso del procura di Milano ha dato il via libera al distacco del sondino nasogastrico che alimenta la figlia, in stato vegetativo dal 1992.
Nei momenti più difficili il signor Englaro ha pensato pure «ai lager, agli internati, alle loro sofferenze. Se quella povera gente ha stretto i denti e ha resistito, ha sopportato atrocità inenarrabili, forse potevo farcela anch'io». Adesso, ha concluso «lasciateci uscire di scena». In tempi rapidi Eluana Englaro la clinica «Beato Luigi Talamoni» di Lecco per raggiungere l'hospice (con molta probabilità a Udine, città d'origine del padre Beppino) nel quale il prof. Carlo Alberto Defanti, neurologo che ha in cura la donna da anni, darà il via alla «procedura» che le procurerà la morte. Non ci sarà «nessun blitz domenicale» per il trasferimento, ha tenuto a precisare il prf Defanti. Il padre Beppino non ha ancora chiesto le dimissioni della figlia.
Si leva accorato l'ennesimo appello delle suore che accudiscono la donna in coma nella clinica di Lecco: «Se c'è chi la considera morta, lasci che Eluana rimanga con noi che la sentiamo viva». Le suore chiedano che venga lasciata presso la loro struttura. «Non chiediamo nulla in cambio - si legge in una nota delle religiose - se non il silenzio e la libertà di amare e donarci a chi è debole, piccolo e povero. Noi suore continuiamo a servire la vita di Eluana Englaro e di tutti i nostri pazienti. La nostra speranza è che non si procuri la morte per fame e sete ad Eluana e a chi è nelle sue condizioni».
La drammatica vicenda di Eluana Englaro ripropone l'urgenza di una legge su queste vicende e sul testamento biologico. «Il Parlamento è chiamato a riempire questo vuoto normativo. Seguo con grande attenzione il movimento parlamentare attorno a quella legge che potrebbe colmare il vuoto in atto»: ha detto il ministro della Giustizia Angelino Alfano. E il presidente della Cei card. Angelo Bagnasco ha ribadito la necessità della legge: «Temiamo sia un primo passo verso l'eutanasia. Sarebbe grave per la società intera in quanto una società che non riesce a essere vicina alle persone più deboli e fragili certamente non si può dire che sia molto umana». In Italia si stima siano tra le 2.000 e le 2.500 le persone che, come Eluana Englaro, sono in stato di coma vegetativo.
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