Laici Libertari Anticlericali Forum

Verona. 67 sordi accusano: "Violentati da preti pedofili all'Istituto Provolo", Le "virtù erocihe" del venerabile vescovo Carraro, accusato di pedofilia

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 4/7/2009, 09:26
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


http://www.sordionline.com/iNews/View.asp?ID=8562

Corteo contro la pedofilia clericale la Curia: "Solo azioni strumentali"

Domani - I manifestanti partiranno dall'Istituto dei Sordomuti "Provolo" e arriveranno davanti alla Diocesi


Lodi Rizzini:
"Vogliamo sollecitare
una commissione di inchiesta in Parlamento"


Eleonora Bullegas

IL VERONA "EPOLIS.SM – 02 Luglio 2009

Sarà un corteo pacifico che partirà dall'istituto per sordomuti Provolo, passerà in piazza Bra e si concluderà davanti alla sede della Curia. Domani dalle ore 17 alle 20 i manifestanti, i sordomuti,

con i loro parenti e amici, ma anche semplici cittadini, sfileranno con striscioni e cartelli "contro la pedofilia clericale".





SARA' UN MODO PER RICORDARE i fatti di violenze, abusi e umiliazioni, che sarebbero stati messi a segno da religiosi e collaboratori nei confronti di una sessantina di alunni sordomuti, che si sono consumati all'interno della struttura. Marco Lodi Rizzini, portavoce del presidente dell'associazione sordomuti Provolo, Giorgio Dalla Bernardina, spiega che «la manifestazione, cui parteciperanno oltre 150 persone, non solo veronesi ma provenienti anche da Padova, Trento, Vicenza e Cremona, è promossa su iniziativa del deputato del Pd Maurizio Turco. È una iniziativa, nata anche alla luce delle dichiarazioni della Curia, che ha riconosciuto alcuni fatti accaduti. Vogliamo non solo per sensibilizzare l'opinione pubblica ma anche sollecitare una commissione di inchiesta in Parlamento. E non solo per quanto è successo a Verona, ma pure a Bologna, Firenze, Milano, Reggio Calabria, Palermo ». sordionline

La presa d'atto di alcuni degli eventi denunciati e le scuse della Curia fatte lo scorso 28 maggio alle persone vittime degli abusi sessuali, non hanno messo la parola fine alla triste vicenda. Lodi Rizzini chiarisce che «l'associazione Provolo non è contro la Chiesa. Siamo cattolici - dice - ma non vogliamo, nè possiamo permettere che si dimentichi. Purtroppo le violenze e gli abusi sessuali contro gli ex alunni dell'istituto sono fatti realmente accaduti. Noi ci chiediamo ancora dov'era l'ente nazionale dei sordomuti, organo preposto a difenderli».



Dalla Curia, don Bruno Fasani, portavoce del vescovo Zenti fa sapere che ritiene la manifestazione

«una strumentale campagna ideologica anticlericale. Non capiamo dove vogliano “approdare”. Hanno scatenato lo scandalo, ma non sono ancora soddisfatti. La Curia ha provveduto a fare tutti gli accertamenti necessari ed è emerso che dei tanti fatti denunciati siano emersi due casi. Uno relativo a un prete, l'altro a due giovani, che avevano detto di aver avuto la vocazione, ma che avendo manifestato determinati comportamenti

sono stati allontanati. Sono state dette anche tante menzogne e non escluderei, a questo punto anche qualche colpo di scena. Per quanto ci riguarda questo caso è chiuso».

Redazione Sordionline su segnalazione di Paolo Fagnani



http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=...20%27Provolo%27

Anticlericale.net, la marcia in ricordo degli abusi al 'Provolo'

Ci saranno Maurizio Turco e la Coscioni del Partito radicale
Anticlericale.net, la marcia in ricordo degli abusi al 'Provolo'
Verona, 25 anni fa la scoperta della pedofilia nell'Istituto

Verona – Tra gli anni Cinquanta e il 1984 all’Istituto “Antonio Provolo” di Verona si sarebbero verificati 67 episodi di pedofilia. È una storia terribile. Il vescovo di allora, Giuseppe Zenti, prima affermava: “Sono convinto che si tratta di una montatura, di menzogne”, ma qualche settimana dopo ammise i fatti, e si scusò con le vittime. E questa sera, a 25 anni di distanza, Verona ricorda questo sconvolgente episodio con una marcia in fila indiana, organizzata dallo staff del sito www.anticlericale.net. La marcia sfila da Stradone Provolo a Piazza Duomo.

Tra gli esponenti politici che hanno assicurato la loro presenza ci sono Maurizio Turco e Maria Antonietta Farina Coscioni del Partito radiale. A guidare la marcia ci saranno il segretario di Anticlericale.net Carlo Pontesilli e il tesoriere Michele De Lucia.

D.D.


http://stage7.presstoday.com/_Standard/Articles/11941539

Arena, L'
"Abusi in istituto: Serve chiarezza"

Data: 04/07/2009
Stampa
Cronaca Locale
Sabato 04 Luglio 2009 CRONACA Pagina 13

MANIFESTAZIONI. Corteo in centro dei sordomuti del «Provolo»


Abusi in istituto:
«Serve chiarezza»

E chiedono la commissione parlamentare

Un lento corteo lungo corso Cavour, corso Portoni Borsari e piazza Bra, uniti da una lunga corda, per chiedere di fare chiarezza sui presunti abusi su bambini sordomuti, denunciati nei mesi scorsi dagli ex frequentatori dell’istituto «Provolo». A organizzare la manifestazione l’associazione sordomuti «Provolo», capeggiata da Giorgio Dalla Bernardina:«I sordi vogliono sensibilizzare l’opinione pubblica sui fatti di pedofilia verificatisi all’istituto per sordomuti Antonio Provolo di Verona e Chievo e recentemente portati alla luce dai media. Chiediamo che venga istituita una commissione parlamentare per il caso Provolo e altri casi similari. Chiediamo inoltre che i sacerdoti coinvolti vengano subito spretati e allontanati».
I fatti contestati risalgono a oltre vent’anni fa. Lo stesso vescovo Giuseppe Zenti aveva ammesso che qualche caso c’era stato. Ma ora i responsabili dell’associazione sordomuti Provolo insistono «affinchè siano verificati tutti i fatti in base ai racconti delle vittime» che, a loro dire, sono molte di più di pochi casi. E invitano esplicitamente il vescovo Zenti a rinunciare ad avvalersi del fatto che gli episodi emersi dopo vent’anni di silenzio siano caduti in prescrizione per cercare, invece, di far emergere tutta la verità sulle vicende denunciate dai sordomuti.
«Non siamo mai stati ascoltati», dice il portavoce dell’associazione Marco Lodi Rizzini, «e se le denunce sono venute fuori così tardi è perchè all’epoca i sordi venivano considerati anche stupidi e non venivano presi in considerazione. Ma oggi la mentalità è cambiata, anche sui disabili, e molto sulle persone sorde. E ora tante cose si possono raccontare».
Alla manifestazione hanno preso parte i deputati radicali Maria Antonietta Farina Coscioni e Maurizio Turco nonchè Carlo Pontirolli, segretario di Anticlericale.net, un movimento per laicizzare la società. «Oggi si fa molta demagogia parlando di fasce deboli, bambini, anziani, disabili», ha detto la deputata Farina Coscioni, «ma in realtà questa politica non se ne sta occupando per niente». Per Turco, «è tempo che i sacerdoti rinuncino a quell’obbligo stabilito nel 1962 di tenere segrete vicende di pedofilia che li riguardano. La Curia scaligera dovrebbe rinunciare alla prescrizione e fare piena luce sui fatti del Provolo così come in Irlanda è stata fatta un’inchiesta statale per individuare gli abusi commessi da sacerdoti cattolici su minori».

Edited by GalileoGalilei - 4/7/2009, 10:48
 
Web  Top
view post Posted on 4/7/2009, 09:49
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


http://stage7.presstoday.com/_Standard/Articles/11941682

Corriere del Veneto
"Provolo, oltre cento contro gli abusi «I coinvolti rifiutino la prescrizione»"

Data: 04/07/2009
Stampa
Cronaca Locale
Corriere del Veneto
sezione: CRONACAVERONA data: 04/07/2009 - pag: 7
La manifestazione All’ultimo cambiato il percorso: la zona del Duomo e della curia off limits

Provolo, oltre cento contro gli abusi «I coinvolti rifiutino la prescrizione»

Nel corteo anche i sordi che hanno denunciato le violenze
VERONA — Ci sono silenzi che rimbombano e urlano. E in questo caso sono due. Il loro silenzio, quello dettato da una disfunzione fisica. Un silenzio che è solo una mancanza di rumore, ma che nulla ha a che fare con l’altro silenzio. Quello delle coscienze. Hanno aleggiato tutti e due questi silenzi, ieri pomeriggio in centro a Verona. Perchè è stata una manifestazione silenziosa e urlante, quella dell’associazione sordi Provolo. La loro voce sono stati i cartelli che si sono appesi al collo e messi in testa. «Nell’istituto Antonio Provolo noi sordomuti siamo stati vittime dei preti pedofili». E’ stato con questa scritta che hanno «urlato » le loro richieste. Erano oltre un centinaio. Si sono fatti capitanare dal presidente dell’associazione, Giorgio Dalla Bernardina. Si sono fatti condurre dai deputati Maurizio Turco e Maria Concetta Coscioni, radicali eletti nelle file del Pd. Ma erano soprattutto uomini e donne. Oltre un centinaio. E tra di loro c’erano tutti e quindici quelli che le denunce di quegli abusi le hanno raccontate e sottoscritte.
Non hanno avuto vergogna, adesso che non sono più i bambini di allora, a sfilare - tutti uniti da una corda - nel centro della città. Mostrando i loro volti e sapendo che questo li segnerà.
Gli hanno cambiato anche il percorso del corteo, alla manifestazione dei sordi del Provolo. Loro avevano chiesto di arrivare fino alla curia. Ma no, arriva giusto ad hoc un cavillo del decreto Maroni, quello che vieta gli assembramenti davanti ai luoghi di culto. La zona del Duomo è stata interdetta. Come piazza Erbe. E’ stato lasciato giusto il luogo di partenza. La sede dell’istituto Provolo, nell’omonimo stradone, a San Bernardino. Chiedono l’istituzione di una commissione parlamentare, coloro che hanno denunciato abusi sessuali da parte di prelati e personale laico dell’istituto.
«Lo chiediamo - ha spiegato Dalla Bernardina - per tre motivi. Il primo è che secondo noi la curia non ha detto la verità, quando ha parlato solo di alcuni casi, che in un primo tempo aveva anche negato per voce del vescovo Zenti che ci aveva dato dei millantatori. Il secondo è perchè non sono state verificate le storie. Chi ha indagato per la curia ha sentito solo il personale dell’istituto e non noi. E poi perchè in casi di pedofilia che coinvolgono la chiesa chiediano che i preti coinvolti vengano privati dell’abito talare subito, senza aspettare anni». Già, gli anni. Quelli passati anche tra i presunti abusi e la loro denuncia. «Non è difficile capire - spiegano i sordi - che trent’anni fa chi aveva un handicap come il nostro era considerato alla stregua di un deficente». Ma c’è un altro fronte, per il quale ieri sono scesi per le strade del centro. Il più difficile. Chiedono che tutte le persone coinvolte e che sono ancora vive rinuncino alla prescrizione.
Una sorta di «appello» ribadito anche dall’onorevole Turco. «Dall’inzio di questa vicenda - ha detto - la curia ha cambiato atteggiamento, ma non è sufficiente. Prima ha negato tutto, poi qualcosa ha ammesso.
Noi chiediamo fermamente che si rinunci alla prescrizione del reato, perchè la verità e la giustizia si possono ottenere solo attraverso un comportamento trasparente che, secondo noi, qui a Verona è mancato. gira voce che il vescovo verrà trasferito a Udine a settembre. Se così fosse è solo una conseguenza di un comportamento che ha voluto negare delle violenze». Si chiede l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta come quella che venne creata in Irlanda e che portò allo scoperto migliaia di abusi. «Mi chiedo perchè una cosa del genere non possa essere fatta per il Provolo». La «laicità» del governo contro la verità ecclesiale. Ma anche la «giustizia» per chi dovrebbe essere più tutelato. «Questa politica - ha detto Maria Antonietta Coscioni - non si sta occupando di chi non può vivere una vita con la 'V' maiuscola. Essere qui è un dovere soprattutto per questo ». «Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da un asino e fosse gettato negli abissi del mare». Dal Vangelo secondo Matteo. Una delle «voci » che ieri i sordi del Provolo hanno distribuito nel silenzio a chi incontravano per strada.
An. Pe.
I cartelli
Tutti uniti lungo una corda e con un cartello: «Nell’istituto Provolo noi sordomuti siamo stati vittime dei preti pedofili» La commissione «La curia prima ha negato, poi ha cambiato atteggiamento. E’ necessario che sia lo Stato a indagare» La contestazione A sinistra la Coscioni e Turco, deputati radicali. A destra i sordi del Provolo davanti all’Arena ( foto Sartori)
 
Web  Top
view post Posted on 4/7/2009, 10:21
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


image

image

http://2.bp.blogspot.com/_F3zqKd8v4DU/Sk6K...03072009226.jpg

http://informazioneveneta.blogspot.com/200...ofilia-dei.html

venerdì 3 luglio 2009
Manifestazione contro la pedofilia dei preti e dei vescovi cattolici: in piazza gli ex allievi dell'Isituto Provolo di Verona

Oggi a Verona si è tenuta la prima manifestazione contro la pedofilia dei preti e dei vescovi cattolici.
Le violenze all’Istituto Provolo hanno mobilitato gli ex allievi e molte persone hanno portato la loro solidarietà.

Oltre 200 persone hanno partecipato al corteo che accusava la chiesa cattolica di crimini contro l’umanità (perché la violenza ai minori è SEMPRE un crimine contro l’umanità).

La violenza che i preti cattolici hanno esercitato nel veneto è infinitamente maggiore che non negli USA o nell’Irlanda. Solo la complicità della magistratura e della Polizia di Stato ha permesso ai preti cattolici di occultare la loro attività e di spargere insicurezza e terrore in tutta la Regione Veneto: quell’insicurezza e quel terrore che la regione sta vivendo ancor oggi.

La manifestazione ha avuto il via dall’Istituto Provolo e si è conclusa in Piazza Bra, davanti al municipio di Verona.
Da come si è svolta la manifestazione si è potuto toccare con mano quanto sia grande il terrorismo di Ratzinger e quanto l’extracomunitario di Ratzinger può manovrare a proprio vantaggio le Istituzioni della Repubblica: quelle stesse che hanno giurato fedeltà alla Costituzione e, invece, preferiscono mettersi in ginocchio davanti ad un Gesù che, dal momento che fu arrestato in compagnia di un bambino nudo, ritengono i preti cattolici legittimati a stuprare i bambini!
L’omissione di atti d’ufficio della magistratura e della Polizia di Stato conferma il loro atteggiamento nei confronti della Costituzione!
 
Web  Top
view post Posted on 15/9/2009, 09:43
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


http://www.uaar.it/news/2009/09/14/vicenda...a-negli-states/

La vicenda del Provolo fa notizia negli States

La vicenda degli abusi sessuali commessi per diversi decenni su ragazzi e bambini sordomuti da diversi religiosi dell’Istituto Antonio Provolo di Verona (cfr. Ultimissima del 22 gennaio 2009) è diventata ora oggetto di un’inchiesta pubblicata sul sito del New York Times. L’articolo ricorda come in Italia vi siano più sacerdoti che in tutta l’Africa o in tutto il Sudamerica, e che ciononostante i casi di pedofilia sono relativamente pochi, rispetto a quanto accaduto negli USA o in Irlanda. Ma da qualche anno il vento sta cambiando, e le vicende che vengono alla luce aumentano sempre più di numero: si ricorda altresì l’atteggiamento del vescovo di Verona Zenti, che aveva inizialmente accusato gli ex studenti di essersi inventati tutto, salvo poi ricredersi.

http://www.nytimes.com/aponline/2009/09/14...sq=italy&st=cse

AP Impact: Italy Grapples With Priest Sex Abuse

By THE ASSOCIATED PRESS
Published: September 14, 2009

Filed at 12:10 a.m. ET

VERONA, Italy (AP) -- It happened night after night, the deaf man said, sometimes in the priest's bedroom, sometimes in the bathroom, even in the confessional.

When he was a young boy at a Catholic-run institute for the deaf, Alessandro Vantini said, priests sodomized him so relentlessly he came to feel ''as if I were dead.'' This year, he and dozens of other former students did something highly unusual for Italy: They went public with claims they were forced to perform sex acts with priests.

For decades, a culture of silence has surrounded priest abuse in Italy, where surveys show the church is considered one of the country's most respected institutions. Now, in the Vatican's backyard, a movement to air and root out abusive priests is slowly and fitfully taking hold.

A yearlong Associated Press tally has documented 73 cases with allegations of sexual abuse by priests against minors over the past decade in Italy, with more than 235 victims. The tally was compiled from local media reports, linked to by Web sites of victims groups and blogs. Almost all the cases have come out in the seven years since the scandal about Roman Catholic priest abuse broke in the United States.

The numbers in Italy are still a mere trickle compared to the hundreds of cases in the court systems of the United States and Ireland. And according to the AP tally, the Italian church has so far had to pay only a few hundred thousand euros (dollars) in civil damages to the victims, compared to $2.6 billion in abuse-related costs for the American diocese or euro1.1 billion ($1.5 billion) due to victims in Ireland.

However, the numbers still stand out in a country where reports of clerical sex abuse were virtually unknown a decade ago. They point to an increasing willingness among the Italian public and -- slowly -- within the Vatican itself to look squarely at a tragedy where the reported cases may only just be the tip of the iceberg. The Italian church will not release the numbers of cases reported or of court settlements.

The implications of priest abuse loom large in Italy: with its 50,850 priests in a nation of 60 million, Italy counts more priests than all of South America or Africa. In the United States -- where the Vatican counts 44,700 priests in a nation of 300 million -- more than 4,000 Catholic clergy have been accused of molesting minors since 1950.

The Italian cases follow much the same pattern as the U.S. and Irish scandals: Italian prelates often preyed on poor, physically or mentally disabled, or drug-addicted youths entrusted to their care. The deaf students' speech impairments, for example, made the priests' admonition ''never to tell'' all the more easy to enforce.

In this predominantly Roman Catholic country, the church enjoys such an exalted status that the pope's pronouncements frequently top the evening news, without any critical commentary. Even those with anti-clerical views acknowledge the important role the church plays in education, social services and caring for the poor.

As a result, few dare to criticize it, including the mainstream independent and state-run media. In addition, there's a certain prudishness in small-town Italy, where one just doesn't speak about sex, much less sex between a priest and a child.

''It's a taboo on top of a taboo,'' said Jacqueline Monica Magi, who prosecuted several pedophilia cases in Italy before becoming a judge. ''This is the provincialism of Italy.''

Breaking the conspiracy of silence, 67 former students from Verona's Antonio Provolo institute for the deaf signed a statement alleging that sexual abuse, pedophilia and corporal punishment occurred at the school from the 1950s to the 1980s at the hands of priests and brothers of the Congregation for the Company of Mary.

While not all acknowledged being victims themselves, 14 of the 67 wrote sworn statements and videotaped testimony, detailing the abuse they say they suffered, some for years, at the school's two campuses in Verona, the city of Romeo and Juliet. They named 24 priests, lay religious men and religious brothers.

Vantini said he, too, was silent for years.

''How could I tell my papa that a priest had sex with me?'' Vantini, 59, told the AP one afternoon, recounting through a sign-language interpreter the abuse he said he endured. ''You couldn't tell your parents because the priests would beat you.''

Vantini named two priests and two lay brothers -- three of whom are still alive -- but asked that their names not be printed for fear of legal action. He spoke with the nervousness and agitation he says has accompanied him all of his life from being raped as a child by a priest.

''I suffered from depression until I was 30,'' said Vantini, who attended the school from age 6 to 19. ''My wife said it was good that I spoke out because it lifted this weight from my chest.''

Vantini's one-time schoolmate, Gianni Bisoli, 60, named the same men in his written declaration and in an interview, as well as 12 other priests and brothers from the Congregation, accusing them of sodomizing him, forcing him to have oral sex and to masturbate them.

In his declaration, Bisoli also accused Verona's late bishop, Monsignor Giuseppe Carraro -- who is being considered for beatification -- of molesting him on five separate occasions while he was a student at Provolo, which he attended from age 9 to 15.

A diocesan probe cleared Carraro of sex abuse. But the investigation interviewed none of the alleged victims, limiting testimony to surviving members of the Congregation, other school personnel and their affiliates, and documentation from the Congregation and Verona diocese.

The late bishop's beatification process was suspended pending the investigation, but is now going ahead to the Vatican's saint-making office.

Five decades later, Bisoli still recalls the route he said he took from the institute, located on a quiet street named for the congregation's founder, Don Antonio Provolo, along the serpentine Adige river to the bishop's residence tucked behind Verona's Piazza del Duomo.

Bisoli, who became deaf at age eight, said he was accompanied by one of his abusers and walked past the red brick Castelvecchio, an imposing 14th-century citadel, then along the main Corso Cavour thoroughfare or the more out-of-the-way pedestrian shopping street Via Mazzini.

''They brought me inside the curia (the diocese headquarters),'' Bisoli recalled in an interview. ''There was a servant who opened the door, then someone brought me inside. It was dark.''

Bishop Carraro appeared, he recalled. ''The bishop started to touch me, grope me,'' he said, running his hands up and down his body, pulling at his shirt and shorts to demonstrate. ''I pulled away. But he continued to touch me for 15, 20 minutes. I didn't know what to do.''

On a subsequent occasion, Bisoli says, the bishop tried to sodomize him with a banana. Another time, they were on the sofa and he sodomized him with his finger, offering him candy to appease him, Bisoli said.

Once, Bisoli said, the bishop offered him some gold crosses that had caught Bisoli's eye.

''I said 'at least give me 10,000-20,000 lire so I can buy a Coca-Cola or an ice cream,''' Bisoli recalled.

The current bishop of Verona, Monsignor Giuseppe Zenti, initially accused the former students of fabricating their claims in talking in January to L'Espresso, a left-leaning newsweekly. Zenti called the accusations ''lies'' and a stunt that was part of a long-standing real estate dispute between the Congregation and the deaf students' association, to which the alleged victims belong.

But when one of the accused lay religious men admitted to sexual relations with students, Zenti ordered an internal investigation into the Congregation. The results found that some abuse occurred, albeit a fraction of what has been alleged.

According to the diocese probe, there were episodes of physical violence against two unnamed students between 1958 and 1965. From 1965 to 1967, two would-be priests with ''sexual disorders'' were kicked out; while between 1965 and 1990 a religious brother had sexual relations with an undetermined number of students, the investigation found. In all cases the accused were removed.

''There could have been some episodes, some bad apples are possible,'' Carlo de' Gresti, spokesman for the Provolo institute said in an interview at the school's Chievo campus, where a lay staff now runs a technical school for poor teens. ''It happens, even in families. That there could have been 26, 27, 25 pedophiles? There is no objective corroboration from anyone who isn't inside the (students') association.''

Advocates, however, says the diocese's investigation was fatally flawed because it didn't interview the alleged victims and only people with links to the school who may have something to hide.

''If they had wanted to shed full light on it, they wouldn't have only heard from priests and lay brothers, but from the deaf as well,'' said Marco Lodi Rizzini, a spokesman for the victims.

The investigation has been forwarded to the Vatican, said the Rev. Bruno Fasani, spokesman for the diocese. He claimed former students had been manipulated into denouncing innocent priests and accused some of harboring a long-standing animosity to the church.

Zenti, for his part, asked forgiveness from the victims.

''The feeling that prevails is above all one of profound solidarity with the victims of abuse,'' Zenti said in a May statement. ''To them and their families, a humble request of forgiveness is made.''

Among the cases the AP tallied, there were charges of inducing boys into prostitution, participation in satanic rituals, and one notorious case in which the church itself determined that an elderly Florentine priest was responsible for ''sexual abuse, false mysticism and domination of consciences.''

Where there were sentences, they ran from a two-year suspended sentence to eight years in jail, although with Italy's notoriously lengthy appeals process it's unclear how many have been carried out. Where civil damages were awarded, which has been rare, the amounts ranged from about euro15,000 per victim to euro150,000 (about $22,000 to $220,000 at today's exchange rates).

The cases in the AP survey involve civil or criminal cases and investigations. For that reason, the Verona figures were omitted, since no criminal or civil action is pending because the statute of limitations has expired.

In 2002, when the abuse scandal was erupting in the United States, the No. 2 official in the Italian Bishops' Conference, Monsignor Giuseppe Betori, was quoted as saying clerical sex abuse was so limited in Italy that the conference leadership hadn't even discussed the matter.

But Italian prelates and the Vatican now seem to be taking the problem far more seriously. Monsignor Charles Scicluna, the Vatican prosecutor in the Congregation for the Doctrine of the Faith -- which handles cases of priestly sex abuse -- acknowledged that public awareness of the problem in Italy had increased as a result of the ''tsunami'' of cases that came to light in the United States.

''There is a change of mentality, and we find that to be very positive,'' he told the AP.

In a shift for the Vatican, Scicluna acknowledged that priestly sex abuse was an age-old problem that needed to be rooted out.

''I don't think it's a question of happening. It has always happened. It's important that people talk about it, because otherwise we cannot bring the healing which the church can offer to people who need it -- both the victims and perpetrators.''
 
Web  Top
perlanaturale
view post Posted on 15/9/2009, 10:09




L’articolo ricorda come in Italia vi siano più sacerdoti che in tutta l’Africa o in tutto il Sudamerica, e che ciononostante i casi di pedofilia sono relativamente pochi, rispetto a quanto accaduto negli USA

E' davvero una cosa che tranquillizza! peccato che in Italia piu che nel mondo,
ci sia la copertura del vaticano,che mette a tacere la gran parte delle violenze
 
Top
view post Posted on 15/9/2009, 18:17
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


http://www.giornalettismo.com/archives/366...preti-pedofili/


Italia, è davvero lotta contro i preti pedofili?
pubblicato il 15 settembre 2009 alle 18:00 dallo stesso autore - torna alla home

Mezzo secolo di sevizie nei luoghi più sacri. Ora c’è un’inchiesta, ma è alto il rischio impunità.

“Avveniva notte dopo notte. Nel dormitorio, nelle camere dei preti e nei bagni”. “Tre ragazzini e tre preti si masturbavano a vicenda sotto la doccia“. E ancora. “Era il 1959, avevo 11 anni. Mi ha sodomizzato e preteso altri giochi sessuali. È stata un’esperienza terribile che mi ha procurato da adulto gravi problemi psicologici“. “Avveniva nella sua stanza all’ultimo piano. E mi costringeva a fare queste cose anche a Villa Cervi durante le colonie estive e al campeggio sul lago di Garda“. “Mi costringeva spesso con punizioni (in ginocchio per ore in un angolo) e percosse (violenti schiaffi e bastonature) ad avere rapporti con lui. Nello stanzone dove dormivo con altri sordi spesso mi svegliava per portarmi nei bagni dove mi sodomizzava o si faceva masturbare. Non ho mai dimenticato“. “A tredici anni nella chiesa, durante la confessione faccia a faccia, il sacerdote mi ha toccata il seno più volte. Ricordo bene il suo nome. Io mi sono spaventata moltissimo e da allora non mi sono più confessata“. “Ha tirato fuori il membro e voleva che lo toccassi. Anche sotto l’altare”.

LA CULTURA DEL SILENZIO - Settantatré casi di presunti abusi sessuali su minori in dieci anni, più di 235 vittime. Sono i dati allarmanti contenuti in un’inchiesta dell’Associated Press sugli scandali a sfondo sessuale che hanno coinvolto preti cattolici in Italia. Quello che ne emerge è una realtà di soprusi circondata per decenni da una cultura del silenzio, in un Paese dove la Chiesa è una delle istituzioni più rispettate, una realtà che però sta lentamente venendo alla luce grazie a un movimento che vuole smascherare e sradicare i colpevoli. Il conteggio dell’Ap è basato sulle cronache locali e sui siti e blog delle vittime di abusi. I numeri – osserva l’autrice dell’inchiesta, Nicole Winfield – sono ancora irrisori rispetto alle centinaia di casi all’esame dei tribunali statunitensi o irlandesi. Basti pensare che la Chiesa italiana finora è stata costretta a pagare soltanto qualche centinaio di migliaia di euro come risarcimento alle vittime, rispetto ai 2,6 miliardi di dollari calcolati per la diocesi americana e gli 1,1 miliardi di euro (1,5 miliardi di dollari) stimati per le vittime in Irlanda. Ma questo non significa che i casi di abusi italiani non abbiano ripercussioni, tutt’altro: con 50.850 preti su una popolazione di 60 milioni di abitanti, l’Italia ha più sacerdoti di tutto il Sud America o dell’Africa. Negli Stati Uniti – dove il Vaticano può contare su 44.700 preti per una popolazione di 300 milioni – dal 1950 ad oggi sono stati accusati di molestie a minori più di 4mila preti cattolici. I casi italiani, d’altronde, seguono più o meno lo stesso schema di quelli americani e irlandesi: spesso i sacerdoti hanno preso di mira poveri, disabili fisici o mentali, oppure tossicodipendenti affidati alle loro cure.

L’ INCHIESTA DELL’ ESPRESSO - L’Associated Press dedica ampio spazio al caso dell’Istituto Antonio Provolo di Verona, reso pubblico lo scorso gennaio da un’inchiesta dell’Espresso in cui risultava che decine di bambini e ragazzi sordi fossero stati violentati e molestati dagli insegnanti-sacerdoti almeno fino al 1984. Accuse sottoscritte da oltre sessanta fra ex alunni e alunne dell’ Istituto e rese pubbliche solo dopo le parole di condanna del Papa contro i sacerdoti pedofili. Purtroppo, tutti i reati che sono stati commessi ai danni di quei minori sono ormai prescritti e pur avendo testimonianze scritte e filmate alcuni di quei sacerdoti, ormai anziani, sono ancora in servizio nell’ Istituto. Quei bambini oggi hanno in media tra i 50 e i 70 anni, qualcuno dice di essere stato seviziato fino quasi alla maggiore età. Scene raccapriccianti, impresse nella loro memoria. Ma la storia più angosciante è quella di Bruno, oggi sessantenne, che alla fine degli anni Cinquanta spiccava sugli altri bambini per i lineamenti angelici: era il ‘bello’ della sua classe. E solo ora tira fuori l’incubo che lo ha tormentato per tutta la vita: “Sono diventato sordo a otto anni, a nove frequentavo il Provolo che ho lasciato a 15 anni. Tre mesi dopo la mia entrata in istituto e fino al quindicesimo anno sono stato oggetto di attenzioni sessuali, sono stato sodomizzato e costretto a rapporti di ogni tipo dai seguenti preti e fratelli“. Ha elencato 16 nomi. Nella lista anche un alto prelato, molto famoso a Verona.

LA MADRE DI TUTTI I TABU’ - Ma nell’indagine dell’ Ap si citano anche vicende di incitamento alla prostituzione o partecipazione a riti satanici. Su tutto, pesa l’incertezza della pena. Quando ci sono state sentenze giudiziarie, osservano, si è passati da due anni con la condizionale a otto anni di carcere, anche se “con l’ormai nota lentezza del sistema giudiziario italiano, non è dato stabilire quante di queste condanne verranno effettivamente scontate“. Quando invece si è trattato di patteggiare un risarcimento, le cifre variano dai 15mila ai 150mila euro per vittima. E troppo poco coraggio, quando si tratta di queste vicende, anche da parte dei media più indipendenti. In più c’è una certa ritrosia nelle piccole città italiane, dove non si parla di sesso e figurarsi di sesso fra un prete e un bambino. “E’ il top dei tabù” ha detto Jacqueline Monica Magi, il giudice che segue i casi di pedofilia “questo è il provincialismo dell’ Italia”. “Come avrei potuto dire a mio padre che un prete faceva sesso con me ?”, Alessandro Vantini, 59 anni, ha raccontato tutto all’ Ap con il linguaggio dei segni, “non potevi parlarne ai tuoi parenti perché loro ti avrebbero picchiato”. E Gianni Bisoli, 60 anni, ha accusato di prolungate molestie sessuali, monsignor Giuseppe Carraro, vescovo di Verona, morto nel 1981 e in odore di beatificazione. Un’inchiesta della diocesi di Verona scagiona Carraro, ma le testimonianze non riguarderebbero le presunte vittime e si limiterebbero a coinvolgere altri membri della Congregazione e loro affiliati, personale della scuola e documentazione interna. Il processo di beatificazione è stato sospeso, ma adesso è tutto nelle mani del Vaticano. L’attuale vescovo di Verona, monsignor Giuseppe Zenti inizialmente aveva accusato gli ex studenti di fabbricare menzogne, ma quando uno dei religiosi accusati ha ammesso le relazioni sessuali, si è visto costretto ad ordinare un’inchiesta interna. Il risultato ha accertato che alcuni abusi sarebbero avvenuti realmente.

UNO TSUNAMI - Nel 2002 quando scoppiò lo scandalo negli Stati Uniti, monsignor Betori aveva giustificato il non aver affrontato la questione nella Conferenza Episcopale, con il fatto che in Italia gli abusi sessuali fossero molto limitati. Ora, invece, i prelati italiani e il Vaticano sembrano aver capito che il problema è molto più serio. Monsignor Charles Scicluna della Congregazione per la Dottrina della Fede che segue tutti questi casi ha ammesso che le pubbliche denunce in Italia sono in aumento da quando è scoppiato lo tsunami negli States. “C’è un cambio di mentalità”-riferiscono dall’ Ap-“e questo può essere molto positivo”. “E’ accaduto”- dice Scicluna-“è importante che se ne parli, altrimenti non possiamo come Chiesa aiutare quelli che ne hanno bisogno. Vittime e carnefici”.

Parliamone, aggiungiamo noi. Perché questi reati non cadano in prescrizione e perché chi li ha commessi possa essere giudicato da un Tribunale e non da una diocesi. O peggio, una Congrega.
 
Web  Top
pippo777
view post Posted on 15/9/2009, 20:07




eppure dicono che loro sono maestri d etica...
 
Top
view post Posted on 21/9/2009, 18:47
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


http://minitrue.it/09/2009/sacerdoti-pedof...zzi-non-udenti/

Sacerdoti pedofili e ragazzi non udenti

di: laredazione
stampa articolo stampa articolo

La notizia non è certo recente, risale infatti alla fine di gennaio. Si tratta di casi di abusi e violenze sessuali denunciati da alcuni ex allievi di un Istituto per sordomuti a Provolo di Verona. Gli autori della violenze – durate anni – sarebbero alcuni sacerdoti dell’Istituto ed altri della curia scaligera. Al tempo, a parte un servizio curato dall’Espresso, la triste vicenda non ebbe il dovuto risalto. Adesso viene portata all’attenzione del pubblico olandese per merito di uno dei maggiori quotidiani dei paesi bassi, il Der Volkskrant, che ne ha tratto un articolato servizio raffrontandola con analoghe situazioni che hanno visto coinvolto il clero americano e irlandese. Riportiamo l’articolo la cui traduzione è stata curata da ItaliadallEstero.

«Gli scolari non udenti non erano al sicuro nemmeno nel confessionale» Der Volkskrant 14 settembre 2009.

Di abusi sessuali da parte del clero non si parla mai pubblicamente in Italia. Ma lentamente le cose stanno cambiando. “ Poi il vescovo iniziò a palparmi. Succedeva sera dopo sera. A volte nella camera da letto del prete, a volte in bagno, a volte addirittura nel confessionale “. Quando A.V. (59) frequentava una scuola cattolica per non udenti, i preti abusavano di lui così spesso che si sentiva “come se fosse morto”. Quest’anno A.V. e diversi altri ex-alunni hanno fatto qualcosa che in Italia è molto fuori dal comune: sono usciti allo scoperto con l’accusa di essere stati costretti nel passato a fare sesso con i preti.

In Italia, dove la Chiesa è ancora un’istituzione rispettata dalla popolazione, per decenni gli abusi sessuali del clero sono stati circondati da silenzio. Ma ora “nell’orticello del Vaticano” sta nascendo un movimento che vuole denunciare questi comportamenti riprovevoli.L’agenzia stampa Associated Press (AP) ha contato 73 casi di sospettato abuso sessuale da parte di preti, per un totale di più di 235 vittime coinvolte. L’informazione proviene da articoli giornalistici, da siti internet e dai blog di alcune vittime. Quasi tutti i casi sono venuti alla luce negli ultimi sette anni dopo la pubblicità ricevuta da uno scandalo su un prete negli Stati Uniti.

Il numero dei casi in Italia è limitato in confronto alle centinaia di processi intentati negli Stati Uniti ed in Irlanda. La Chiesa cattolica in Italia ha finora dovuto pagare alle vittime solo poche centinaia di migliaia di euro di risarcimento danni. Negli Stati Uniti ed in Irlanda le cifre sono notevolmente più elevate: rispettivamente 1,6 miliardi ed 1 miliardo di euro. Ma per un Paese dove fino a dieci anni fa le notizie sugli abusi del clero erano pressochè sconosciute, queste cifre sono ragguardevoli. È possibile che i casi riportati siano solo la punta dell’iceberg.

Si può distinguere lo stesso schema emerso negli scandali americani ed irlandesi: i preti molestano i poveri, gli invalidi fisici o mentali o i giovani tossicodipendenti affidati alle loro cure. L’incapacità di parlare di molti non udenti rendeva per esempio più semplice costringere le vittime al silenzio. Pochi osano criticare la Chiesa in Italia. Inoltre l’Italia conosce ancora un certo pudore. Non si parla liberamente di sesso, a maggior ragione di sesso tra preti e bambini.

67 ex-alunni dell’Istituto Antonio Provolo per non udenti di Verona hanno rotto il silenzio ed hanno firmato una dichiarazione in cui affermano che abusi sessuali, pedofilia e punizioni corporali erano frequenti tra gli anni ‘50 e gli anni ‘80 in questa scuola. Anche A.V. ha parlato dopo un lungo silenzio: “Come facevo a raccontare a mio padre che un prete aveva fatto sesso con me? Non lo potevi dire ai tuoi genitori, altrimenti i preti ti picchiavano.”

A.V. dice di essere soggetto ad ansia estrema da quando fu violentato da un prete. Fa riferimento a due preti e due fratelli laici , ma non vuole che i nomi vengano pubblicati per paura di ritorsioni legali – tre degli uomini menzionati sono ancora in vita. “Fino all’eta’ di trent’anni ho sofferto di depressione”, racconta A.V., che frequentò l’istituto per sordi dai 6 ai 19 anni. “Mia moglie ha detto che sarebbe stato bene parlarne, per togliermi il peso dalle spalle.”

G.B. (60), un ex compagno di classe di A.V., accusa sedici preti e fratelli laici di averlo penetrato e costretto a sesso orale e masturbazione. Anche il vescovo di Verona ora deceduto, Giuseppe Carraro, in odore di santificazione, avrebbe abusato di lui svariate volte. G.B. si ricorda di come fu portato dal Vescovo. “Il Vescovo iniziò a palparmi. Non volevo, ma lui continuò.” Racconta che il vescovo provò a penetrarlo con una banana e che una volta lo fece con un dito. Per tenerlo calmo gli dava caramelle o i soldi per il gelato.

L’attuale vescovo di Verona, Giuseppe Zenti, ha inizialmente accusato gli ex-alunni dell’Istituto Provolo di aver prodotto false dichiarazioni. Ma dopo che uno dei preti accusati ha riconosciuto di avere avuto relazioni sessuali con gli scolari, Zenti ha ordinato un’inchiesta interna. Ma durante l’inchiesta non è stata ascoltata nessuna delle vittime e sono solo state raccolte le dichiarazioni di membri della congregazione e di altro personale scolastico. Alcuni casi di abuso sono stati ammessi, ma si tratta solo di una frazione di tutte le accuse. Due seminaristi ed un fratello laico sono stati licenziati. Il vescovo Carraro è stato assolto.
 
Web  Top
view post Posted on 22/3/2010, 13:21
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


http://www.gazzettino.it/articolo_app.php?...&npl=&desc_sez=

Verona. Indagine canonica su presunte
violenze all'istituto per sordomuti


VERONA (22 marzo) - Verranno affrontati dalla Congregazione vaticana per la Dottrina della Fede i fascicoli d'indagine canonica sulle presunte violenze sessuali da parte di religiosi operanti all'Istituto per sordomuti "AntonioProvolo" di Verona, avvenute circa 30 anni fa, su 67 alunni e denunciate da un'associazione di famiglie di allievi.

Lo ha reso noto oggi il portavoce della Curia veronese, mons. Bruno Fasani, precisando che la decisione risponde alle recenti disposizioni papali contro i preti pedofili, allo scopo di accelerare i processi.

La Diocesi scaligera - chiamata in causa dall'associazione - aveva accertato che episodi di violenze sessuali erano avvenuti, e che nei confronti dei responsabili erano stati presi provvedimenti di allontanamento.

Per gli ultimi sospettati, con violenze risalenti ai primi anni '90, erano stati avviati procedimenti canonici di espulsione dalla Congregazione.

Sul fronte giudiziario, invece, il Giudice per le indagini preliminari di Verona dovrà pronunciarsi il 9 giugno prossimo sull'opposizione all'archiviazione presentata dall'associazione nei confronti del vescovo, mons. Giuseppe Zenti, che aveva in un primo tempo respinto le accuse attribuendole a mire economiche sui beni della congregazione religiosa "Compagnia di Maria",che gestisce l'istituto Provolo.
 
Web  Top
view post Posted on 23/3/2010, 12:37
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


www.larena.it/stories/Cronaca/315843/

Verona, ritrovo nazionale delle vittime
«BASTA COL SILENZIO». Tra denunce e controaccuse c’è anche una causa civile sull’utilizzo della Tenuta Cervi

La manifestazione «Anch’io ho subìto violenza dal prete» si terrà il 25 settembre

* 23/03/2010

«Anch'io ho subito violenza dal prete»: il titolo del manifesto non lascia spazio a ciò che sarà il programma dell'incontro che si svolgerà a Verona il 25 settembre. Un incontro voluto da due famiglie di Brescia (i genitori di due bimbe di sei anni abusate da un sacerdote) che hanno chiesto la collaborazione e il sostegno dell'associazione Antonio Provolo onlus che nel gennaio 2008 rese pubblici i racconti di abusi ripetuti e continuati subiti dai bimbi sordi ad opera di fratelli laici e sacerdoti che formavano il corpo degli educatori dell'Istituto Provolo. Violenze che si sarebbero protratte per trent'anni - e fino al 1984 - e passate sotto silenzio: le vittime non potevano raccontare.
Una sofferenza covata per anni, poi il coraggio di esporsi: ora l'associazione presieduta da Giorgio Dalla Bernardina è diventata il catalizzatore per tutti coloro che vogliono uscire allo scoperto e denunciare. Un convegno con esperti, un indirizzo di posta elettronica al quale far pervenire l'iscrizione ([email protected]) e professionisti in grado di fornire consulenza e consigli per una mobilitazione concreta e operativa.
Tra la rabbia delle vittime e le parole forti del Papa ora c'è la richiesta presentata dalla Congregazione vaticana per la dottrina della Chiesa alla Curia veronese.
«Nessuna delle vittime degli abusi è stata sentita, l'unica persona allontanata è un fratello laico che ora ha più di 70 anni. L'indagine si è limitata a lui, che ha ammesso gli abusi sui bimbi sordi ospiti dell'istituto. Era nel direttivo e fu membro del cda del Provolo, addirittura fu nominato presidente ad interim», spiega Marco Lodi Rizzini, portavoce della Antonio Provolo onlus, «È stato l'unico sentito e subito cacciato tant'è che è stata l'associazione a dargli una mano per trovare una casa e una sistemazione. Era stato buttato in mezzo a una strada. Per quel che riguarda gli altri non mi risulta siano stati ascoltati nè tantomeno allontanati e sono una decina i sacerdoti ancora vivi che in quegli anni si resero responsabili di violenze».
Le testimonianze e poi la denuncia al vescovo perchè all'uscita dell'articolo de L'Espresso monsignor Zenti espresse incredulità per quei racconti ma parlò di «accuse infamanti per utilizzare i beni della congregazione». L'oggetto della denuncia per diffamazione (per la quale la procura ha chiesto l'archiviazione e ora il fascicolo pende davanti al gip che dovrà decidere) presentata da Giorgio Dalla Bernardina fu questa e altre affermazioni rese in conferenza stampa. «L'unica cosa che possiamo dire è che da quando abbiamo denunciato monsignor Zenti i contributi che ricevevamo da tre importanti realtà private non arrivano più», prosegue Lodi Rizzini, «non abbiamo mai ricevuto molto ma da allora nulla». E aggiunge che il loro scopo è contribuire a creare a Verona un centro audiofonologico per bambini incocleati: l'unico è a Genova. «Il progetto esiste ma servono finanziamenti».
Denunce di abusi e imbarazzi, come quello creato all'interno della Fondazione Bonoris, proprietaria della tenuta Cervi affidata, come da testamento, all'istituto che a inizio secolo si occupava dell'educazione dei bambini sordi e muti. Imbarazzo dovuto al fatto che, come riferì su queste pagine la direzione della fondazione bresciana, all'indomani delle dichiarazioni choc delle vittime, ad una richiesta di chiarimenti la Curia veronese non rispose. Silenzio e nessuna spiegazione ma ora davanti al giudice civile pende una causa intentata dagli esecutori testamentari per verificare che esistano ancora le condizioni per il rispetto delle volontà del conte Bonoris: la tenuta doveva essere a disposizione di tutti i sordi. Mentre da tempo i membri dell'associazione presieduta da Giorgio Dalla Bernardina in quel luogo non possono entrare.F.M.
 
Web  Top
view post Posted on 26/3/2010, 09:41
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


http://www.corriere.it/cronache/10_marzo_2...44f02aabe.shtml

La storia oggi a RaiTre
I 67 bambini sordi e le denunce a Verona La diocesi indaga

La storia oggi a RaiTre

I 67 bambini sordi e le denunce a Verona La diocesi indaga

VERONA—«In tempi ravvicinati si provvederà ad ascoltare le eventuali vittime di abusi». Il comunicato della Diocesi di Verona è di tre giorni fa. La richiesta arrivata dal Vaticano, invece, risale a metà febbraio: la Congregazione per la Dottrina della Fede vuole un approfondimento delle indagini su presunti casi di pedofilia. È l’ultima puntata di una storia complessa, prescritta per la giustizia ordinaria. Sessantasette ex alunni dell’Istituto per sordi Antonio Provolo di Verona avrebbero subito abusi e violenze sessuali da parte di preti fra gli anni Cinquanta e il 1984. Un caso tanto clamoroso da finire sulle pagine del New York Times, dopo che l’Espresso l’aveva sollevato a gennaio del 2009. Stasera, nel corso della trasmissione di Andrea Vianello Mi manda Raitre, tre delle vittime racconteranno a volto scoperto la loro verità. In sintesi: quindici ex ospiti dell’Istituto hanno messo per iscritto, davanti a Marco Lodi Rizzini, portavoce dell’Associazione sordi Provolo, l’elenco di abusi e i nomi dei religiosi che li avrebbero commessi: ben 25 sacerdoti sui 28 che hanno prestato servizio al Provolo in quegli anni. «Già quella percentuale pare poco credibile—dice monsignor Bruno Fasani, portavoce della Curia veronese —. E poi, a noi non è mai arrivata una denuncia circostanziata, con nomi e cognomi».

Il Vicario giudiziale, comunque, ha condotto un’inchiesta e il dossier è a Roma dal maggio scorso. «Si è accertato —spiega monsignor Fasani —che due aspiranti sacerdoti furono allontanati per tendenze pedofile manifestate negli anni 1965-67; un «fratello», non un prete, ammise di aver avuto rapporti dal 1965 al ’90 con minori, donne e uomini, e poi se ne andò con una donna. Infine, un religioso, ormai morto, aveva commesso abusi». Parla soprattutto di toccamenti, episodi minori. Le denunce invece sono gravissime. La lettera spedita dagli ex allievi del Provolo al vicario giudiziale il 20 novembre 2008 dice: «Nella stanza adibita a confessionale della chiesa di S. Maria del Pianto i preti approfittavano per farsi masturbare e palpare da bambine e ragazze sorde. Rapporti sodomitici avvenivano nel dormitorio, nelle stanze dei preti e nei bagni. I sordi possono fare i nomi di preti e fratelli laici coinvolti». L’agenzia di stampa Associated Press, in un’inchiesta sugli scandali a sfondo sessuale nel clero italiano, cita il racconto di due ex allievi del Provolo: Alessandro Vantini ricorda quando e dove veniva sodomizzato, il suo compagno Gianni Bisoli chiama in causa l’ex vescovo scaligero Giuseppe Carraro, per il quale è in corso una causa di beatificazione, accusandolo di averlo «molestato in cinque occasioni», fino a provare a sodomizzarlo con una banana. A Verona succede di tutto. Il vescovo, Giuseppe Zenti, difende il suo predecessore con parole di fuoco: «Le fandonie su di lui mostrano che si tratta di un teorema allucinante e infernale. Sono casi psichiatrici». Racconta del suo incontro con Giorgio Dalla Bernardina, presidente dell’Associazione sordi Provolo: «Chiedeva di continuare a usare gratis gli ambienti del Provolo e di gestire la tenuta Ai Cervi. Altrimenti, disse, noi interveniamo con accuse di pedofilia». L’Associazione lo denuncia per diffamazione. Il processo è in corso, ma dopo che sulla chiesa cattolica si è abbattuta l’ondata dello scandalo pedofilia, quella causa contro il vescovo pare poca cosa. Ora la Congregazione per la dottrina della fede aspetta notizie da Verona. Notizie su eventuali abusi.

Mario Porqueddu
26 marzo 2010

up
 
Web  Top
view post Posted on 26/3/2010, 18:56
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


www.gazzettino.it/articolo.php?id=96043&sez=NORDEST

Verona. Pedofilia, testimonianza choc:
«Sodomizzato da una quindicina di preti»
Un ex allievo dell'istituto per sordomuti Provolo racconta:
«Anche un prelato della Diocesi mi volle e mi violentò»



VERONA (26 marzo) - Nuova bufera sull'istituto per sordomuti Provolo di Verona. La choccante testimonianza di un ex allievo riaccende i riflettori sui presunti episodi di pedofilia che sarebbero avvenuti fra le mura della scuola: «Sodomizzato e costretto a rapporti da una quindicina di preti e fratelli».
Bruno è veronese, ha oltre sessant'anni e vive solo non avendo mai avuto il "coraggio" di farsi una famiglia. È una delle persone sorde, vittime, da adolescenti, di violenze e abusi sessuali a cui sarebbero stati sottoposti da esponenti del clero veronese durante la permanenza all'istituto scaligero.
Penalmente, visti i decenni trascorsi dai presunti episodi denunciati, gli orrori dei presunti pedofili non sono perseguibili né per la legge italiana né per il codice canonico, ma le denuncie presentate dal 2005 da 67 ex allievi verranno ugualmente analizzate dalla Congregazione vaticana per la Dottrina della Fede. La decisione è stata assunta dopo le recenti disposizioni del Papa contro i preti pedofili.

Bruno, che in questi giorni sta seguendo sulla stampa gli scandali di pedofilia che stanno chiamando in causa uomini della Chiesa, ha ricordato oggi all'Ansa, attraverso il consulente dell'associazione familiari Marco Lodi Rizzini, il momento forse più tragico dell'intera triste vicenda, risalente a una cinquantina di anni fa. «Sono sordo da quando avevo 8 anni - spiega Bruno - e sono entrato al Provolo l'anno successivo. Praticamente dalle prime settimane a quando, a 15 anni, uscii da quell'inferno venni sodomizzato e costretto a rapporti di ogni tipo da una quindicina di preti e fratelli».

Bruno era considerato un bambino "prezioso" se a un certo punto un alto prelato della Diocesi lo volle a palazzo. «Mi ha violentato» sostiene Bruno, indicando che precedentemente aveva subito abusi dallo stesso anche con oggetti.

«Un'esperienza terribile - conclude - dalla quale sono uscito sconvolto e che mi ha lasciato segni nella mia vita». Sul fronte giudiziario, invece, il Giudice per le indagini preliminari di Verona dovrà pronunciarsi il 9 giugno prossimo sull'opposizione all'archiviazione presentata dall'associazione nei confronti dell'attuale vescovo di Verona, mons. Giuseppe Zenti, denunciato dall'associazione familiari dopo che in un primo tempo aveva respinto le accuse attribuendole a mire economiche sui beni della congregazione religiosa "Compagnia di Maria", che gestisce il Provolo.
 
Web  Top
view post Posted on 27/3/2010, 09:01
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/...tituto_provolo/

In tv gli abusi all'istituto "Provolo"
IL CASO. Alla trasmissione “Mi manda Rai 3” si sono presentati tre ex allievi vittime di pedofilia. Tra i 60 abusati anche tre vicentini
La Curia veronese ha voluto essere presente con il direttore dell'ufficio stampa, mons. Fasani

* 27/03/2010

* e-mail
* print



*
* A
*

Zoom Foto
Gli ex allievi dell'istituto "Provolo" ieri sera a "Mi manda Rai 3"

Si sono presentati in tre: per la prima volta si sono mostrati in pubblico, per denunciare quello che avevano subìto. Erano tre dei circa 60 ex allievi dell'istituto "Provolo" per sordomuti di Verona, vittime di abusi sessuali da parte di religiosi dell'istituto veronese, nei decenni scorsi. Si sono presentati in televisione, negli studi di Rai 3, alla trasmissione "Mi manda Rai 3" condotta da Andrea Vianello.
Di questa sessantina di ex allievi vittime di religiosi (e non solo) pedofili, tre sono vicentini, come era emerso nel corso delle indagini. I tre apparsi nella trasmissione televisiva ieri sera erano comunque tutti veronesi: Gianni Bisoli, Dario Laiti, Alessandro Vantini. Con le loro denunce hanno dato un nome e un volto a chi ha commesso gli abusi; e anche a chi li ha subìti.
La redazione della trasmissione ha mandato in onda le testimonianze, dando voce a questi ormai adulti sordomuti abusati. Testimonianze che, come ha sottolineato anche il conduttore, andranno attentamente verificate. Testimonianze, comunque, agghiaccianti; con i nomi di una decina di sacerdoti e religiosi autori delle violenze ai bambini sordomuti dell'istituto.
A "Mi manda Rai 3" era presente anche Paolo Tessadri, giornalista dell'Espresso, che per primo pubblicò la storia dei sordomuti dell'istituto "Provolo". Con lui, anche Marco Lodi Rizzini, portavoce dell'Associazione ex allievi dell'istituto veronese, a dare man forte al presidente Giorgio Dalla Bernardina.
La Curia veronese non si è sottratta al dibattito. Era infatti presente il direttore dell'ufficio stampa della diocesi, mons. Bruno Fasani, che ha espresso partecipazione e profondo dolore nei confronti di chi aveva subìto abusi.
Mons. Fasani ha comunque voluto precisare che la Chiesa di Verona non ha mai cercato di nascondere i fatti; e che, se finora aveva tenuto un atteggiamento prudente, era perchè mancavano denunce precise, con i nomi sia dei presunti abusatori sia degli abusati. È volontà della Chiesa stessa fare chiarezza fino in fondo, per arrivare alla verità, ha concluso il sacerdote veronese.
Il dibattito, per quanto l'argomento fosse scabroso e per quanto la contrapposizione fosse evidente, ha seguito un andamento pacato, proprio in considerazione della sofferenza delle vittime. Da entrambe le parti sono state puntualizzate alcune precisazioni.
A conclusione, un giovane pure lui vittima di abusi (ma non all'istituto veronese) ha chiesto la modifica della legge, in modo che gli abusi di pedofilia non possano cadere in prescrizione. E un giurista ha sottolineato che, se in sede penale il reato di pedofilia è soggetto a prescrizione, in sede civile c'è la possibilità di intervenire, in quanto il manifestarsi del danno può avvenire molto tempo dopo aver subìto il danno.
Marco Sessa
 
Web  Top
view post Posted on 27/3/2010, 14:13
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


http://corrieredelveneto.corriere.it/venet...729062393.shtml

Il caso veronese - I RACCONTI A «MI MANDA RAI tRE». MONSIGNOR FASANI: VA FATTA CHIAREZZA
«Abusi al Provolo, vogliamo giustizia» Rifiutano la mano al prete della curia
Gli ex allievi in diretta tv. La replica: perplessità, poi abbiamo capito
Tre gli ex allievi del Provolo che hanno raccontato la loro storia a Mi manda RaiTre

Tre gli ex allievi del Provolo che hanno raccontato la loro storia a Mi manda RaiTre

*
NOTIZIE CORRELATE
*
Presunte violenze sessuali al Provolo, gli atti in Vaticano
*
Provolo, oltre cento contro gli abusi «I coinvolti rifiutino la prescrizione»
*
Caso Provolo, l’inchiesta della curia «Abusi, questi i casi accertati»
*
Provolo, il vescovo indagato per diffamazione. «Atto dovuto»

VERONA — Un anno e due mesi. Dopo altri venticinque anni. «All’inizio è stato un fraintendimento. A botta calda abbiamo avuto delle perplessità, pensando alle questioni logistico- patrimoniali che erano state tirate in ballo. Poi abbiamo capito davvero». Monsignor Bruno Fasani, ieri sera a «Mi manda RaiTre», ha provato - durante la pubblicità - a stringere la mano alle tre persone che aveva davanti. Ma Alessandro, Gianni e Dario quel gesto non lo hanno accettato. «Vogliamo la giustizia», ha detto Dario con la sua voce roca, con le parole che non conoscono le consonanti. Perchè Alessandro, Gianni e Dario la loro voce non l’hanno mai ascoltata. E non la sanno modulare. Sono sordi, Alessandro, Gianni e Dario. E ieri sono andati in quella televisione che per loro altro non è che un contenitore di immagini. Ci hanno messo la faccia, Alessandro, Gianni e Dario, E non è poco per chi vive in una città che per certe faccende sa essere un paese, come Verona.

Sono andati in tivù, loro tre. Tre dei 67 alunni dell’istituto per sordi Antonio Provolo che avrebbero subìto violenze sessuali di ogni genere, dagli anni Cinquanta fino al 1984, da parte di religiosi e laici che in quella struttura lavoravano e vivevano. Ci sono volute proprio quelle che don Fasani ieri sera ha definito più volte «questioni logistico-patrimoniali» per portare a galla quello che - se venisse provato - sarebbe il più imponente scandalo che ha coinvolto la Chiesa in Italia. Ha aperto, insolitamente, con una «copertina», la trasmissione di Andrea Vianello. Una «copertina » in cui si raccontava del caso «inquietante nella somiglianza » che in questi giorni sta scoppiando come un bubbone in America e che racconta sempre di abusi sessuali da parte di religiosi in un istituto per sordi. Ma quello del Provolo è un caso «madre». Quasi 40 anni di violenze, perpetrate da 25 dei 26 insegnanti dell’epoca. Alessandro, Dario e Gianni hanno ripetuto la storia che già avevano raccontato ai giornali, in particolare a L’Espresso che aveva sollevato il caso oltre un anno fa.

I loro nomi erano già conosciuti. Alessandro Vantini, Dario Laiti, Gianni Bisoli. Adesso sono dei pensionati. I loro racconti sono brevi. E assolutamente crudi. «Sono diventato sordo a 8 anni - ha raccontato Gianni - A nove sono arrivato al Provolo e tre mesi dopo sono iniziate le violenze. Sono stato sodomizzato da don Arrigo, don Rino, don Alcide, don Nicola, don Giovanni, don Giuseppe, fratel Erminio...». Un rosario di una decina di nomi. E di quel «don Giuseppe» il cognome lo fece proprio il vescovo Zenti, in una conferenza stampa del 23 gennaio 2009. «Tirare in ballo il nome di un mio predecessore - disse allora - di monsignor Giuseppe Carraro, era una cosa che non si doveva fare». In realtà la fece lui. Ma i racconti fatti da Gianni su quel monsignore definito il «pupillo di Paolo VI» e per il quale è in corso una causa di beatificazione, sono ben diversi. «Mi ha sodomizzato e ha preteso dei giochi sessuali », ha detto ieri davanti alle telecamere. Gli stessi racconti pieni di miasmi fatti da Alessandro e Dario. «Una vergogna che non ha senso di esistere », l’ha definita Paolo Tessadri, il giornalista de L’Espresso che ha raccolto le testimonianze. Don Fasani ha provato a spiegare che la curia non è intervenuta prima perchè non conosceva i «nomi degli abusati nè degli abusanti». Eppure i nomi circolano da oltre un anno, anche sui giornali esteri. «La nostra unica preoccupazione - ha detto - è quella di acclarare la verità. E’ fondamentale fare chiarezza». Ma Alessandro, Gianni e Dario ieri sera hanno chiesto qualcosa di più. Per loro la chiarezza c’è già, chiedono giustizia. Chiedono che quei sette preti che ancora vivono al Provolo, che nel frattempo ha totalmente cambiato «gestione», vengano allontanati, anche se da anni non hanno più contatti con i ragazzi. «Non diamo - ha replicato don Fasani - per scontato che siano dei pedofili». Uno di loro, un «fratello», che fino allo scorso maggio viveva all’istituto, quegli abusi li aveva ammessi mesi fa. E don Fasani, come contraltare, ha provato una sorta di coupe de theatre, con il «pentimento» di uno di quei 15 sordi che aveva denunciato abusi. «Ho copiato una storia che mi era stata preparata », recita la deposizione portata dal portavoce della curia. La stessa deposizione in cui si conferma che «ci sono stati dei toccamenti».

Lo stesso don Fasani che a un certo punto ha detto: «La situazione ci è sfuggita di mano a tutti quanti...». Dopo trent’anni e la bora dello scandalo che soffia sulla Chiesa, per Alessandro, Gianni e Dario non è comunque abbastanza.

Angiola Petronio
27 marzo 2010
 
Web  Top
view post Posted on 28/3/2010, 06:45
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


www.larena.it/stories/Cronaca/13923..._accuse_in_tiv/

Pedofilia nell'istituto religioso Bufera dopo le accuse in tivù
ABUSI. Polemiche dopo la testimonianza di tre sordomuti che hanno frequentato il Provolo negli anni Sessanta
Molte le telefonate di persone che volevano contattare l'associazione degli ex allievi L'Avvenire: «Contenzioso di tipo patrimoniale». El Pais titola: «Inferno a Verona»

* 28/03/2010

Le testimonianze delle vittime durante la trasmissione «Mi manda RaiTre»

Hanno suscitato enorme impressione in città le choccanti testimonianze di tre ex allievi dell'istituto Antonio Provolo mandate in onda l'altra sera dalla trasmissione televisiva Mi manda Raitre. A riaccendere l'attenzione sulla vicenda è stato il fatto che per la prima volta alcune delle 67 persone - e 15 di loro l'hanno messo per iscritto - che hanno denunciato, a distanza di molti anni dai fatti, gli abusi che avrebbero subito da religiosi dell'istituto per sordomuti hanno accettato di comparire apertamente, con i loro volti e i loro nomi. E le loro rivelazioni, in un momento in cui i riflettori dell'opinione pubblica internazionale sono puntati sullo scandalo della pedofilia in ambienti ecclesiastici, hanno fatto il giro del mondo.
«Durante la trasmissione, a quanto mi ha riferito il conduttore Andrea Vianello, sono arrivate moltissime telefonate, anche da Verona, di gente interessata a contattarci», afferma Marco Lodi Rizzini, l'avvocato che segue l'associazione degli ex allievi dell'istituto Provolo. E «molte adesioni», assicura, sono già arrivate al convegno che le associazioni dei familiari e delle vittime di abusi sessuali stanno organizzando per il 25 settembre a Verona. «L'assessore comunale Stefano Bertacco», fa sapere, «ci ha assicurato che se possibile potremo avere a disposizione la Gran Guardia, ma l'obiettivo è fare rete con le associazioni americane che stanno lottando affinché certi crimini non si ripetano più e la nostra, ribadisco, non è una battaglia contro la Chiesa ma contro comportamenti aberranti dal punto di vista etico, ho visto persone di 60 anni piangere nel raccontarmi ciò che hanno sofferto, nel dirmi di aver rinunciato ad avere figli per paura di mettere al mondo bimbi sordi che avrebbero potuto subire le stesse violenze fisiche e psichiche».
In una pausa della trasmissione i tre ex allievi del Provolo si sono rifiutati di stringere la mano al portavoce della Curia monsignor Bruno Fasani, intervenuto a difesa dell'operato della diocesi scaligera, e a telecamere spente nei corridoi della Rai ci sarebbero stati anche momenti di tensione. Il sacerdote si era detto «commosso» nel trovarsi di fronte i loro volti e aveva offerto la «massima disponibilità ad accertare la verità». Ma gli altri erano stati irremovibili: «Prima vogliamo giustizia». Ricucire non sarà facile. «Troppi fraintendimenti e la cosa è sfuggita di mano a tutti», aveva ammesso Fasani. «Siamo stati accusati», commenta Rizzini, «di aver falsificato le dichiarazioni delle vittime, di essere dei ricattatori. Al monsignore, nel salutarlo, ho detto "il suo è un compito difficile"».
Di «processo solo mediatico», intanto, parla il quotidiano cattolico Avvenire che torna ad affermare che «sullo sfondo della vicenda c'è un contenzioso di tipo patrimoniale». Si legge: «Era il gennaio 2009 quando il vescovo Giuseppe Zenti, di fronte alle gravissime accuse di pedofilia lanciate contro l'Istituto Provolo e la Congregazione Compagnia di Maria, chiedeva una denuncia vera e circostanziata». E aggiunge: «Sono passati un anno e due mesi, ma di quella denuncia ancora nulla, al punto che il procuratore capo, Giulio Schinaia, ha dichiarato di non poter procedere. Il processo mediatico, invece, è scattato subito, senza alcun riscontro». Secondo il giornale dei vescovi «tanti sono i fatti incredibili» e fra questi mette la circostanza che al Provolo ci siano stati «25 pedofili su 28 religiosi, senza che un solo racconto sia mai trapelato tra le famiglie o tra i bambini stessi». E conclude: «Solo ieri sera tre degli accusatori hanno presentato il loro volto e la loro identità. Un primo passo, si spera, verso un chiaro accertamento delle posizioni».
Il giornale spagnolo El Paìs, invece, titola «El infierno en Verona». Nell'articolo si parla di «spaventoso caso di abusi massicci contro bambini sordomuti, molto simile a quello denunciato in Wisconsin», dipingendolo come lo «scandalo più grave di pederastia clericale conosciuto in Italia».E.S.
 
Web  Top
69 replies since 22/1/2009, 18:18   10632 views
  Share