IL VOTO
Biotestamento verso l'approvazione
Englaro: "E' una legge incostituzionale"Alla Camera la votazione sul ddl che regolamenta il testamento biologico. Una stretta sulle Dat, le dichiarazioni anticipate di trattamento. L'opposizione respinge compatta. Le volontà del malato diventano "orientamenti". Livia Turco: "Proposta autoritaria". Staderini: "Ci rubano anche la morte"
ROMA - Dopo molti mesi di dibattito, la Maggioranza si avvicina al traguardo dell'approvazione del disegno di legge sul testamento biologico. E lo fa tra le "necessità di legiferare" evidenziate dal centrodestra, e tra le polemiche espresse da tutta l'opposizione. Salvo improbabili incidenti, la Camera darà in giornata il via libera, con alcune modifiche, al provvedimento licenziato dal Senato nel marzo del 2009. Sarà necessario a quel punto un ultimo passaggio a palazzo Madama, prevedibilmente in autunno. L'iter del ddl non dovrebbe comunque incontrare difficoltà. Ma dal Pd ai radicali, l'opinione sul ddl è univoca e negativa. Il commento di Beppino Englaro, papà di Eluana, è emblematico: "Si tratta di una legge incostituzionale", dice Englaro, "che va nella direzione opposta rispetto ai principi costituzionali. L'autodeterminazione terapeutica non può incontrare un limite anche se ne consegue la morte, che non ha niente a che vedere con l'eutanasia. Nessuno, nè lo Stato nè un medico può disporre della salute di un cittadino".
Maggioranza convinta. "Sono fiducioso riguardo l'approvazione", dichiara il relatore Domenico Di Virgilio (Pdl). Che aggiunge: "I numeri delle precedenti votazioni sono andati al di là delle aspettative. Hanno sostenuto il provvedimento l'Udc e anche 20-25 deputati del pd". Il Sottosegretario alla salute Eugenia Roccella critica un'opposizione definita "ideologica: "Si è voluta dare l'idea di un disegno di legge imposto al Parlamento e di un testo immodificabile, senza attenzione ai contenuti reali della legge. E invece è stato un provvedimento di iniziativa parlamentare, molto aperto al dibattito, modificato più volte e approvato da una maggioranza trasversale".
Ma anche nella Maggioranza, qualche voce dissidente si fa sentire. Come quella di Daniele Capezzone, che dice: "Se fossi in Parlamento, non la voterei".
Turco (Pd): "Un ddl autoritario". "La legge della destra sul fine vita è arcigna, autoritaria e proibizionista. Nel dibattito oggi alla camera la Maggioranza ha gettato la maschera ed è chiaro a tutti che siamo davanti a un imbroglio per i cittadini e i medici". Così Livia Turco, componente Pd in commissione affari sociali. Turco sottolinea che il ddl "Colpisce l'alleanza terapeutica medico-paziente e vieta, di fatto, il testamento biologico; nelle Dt si potrà infatti scrivere solo nome, cognome e che non si vuole essere sottoposti ad accanimento terapeutico, cosa che nessun medico farebbe".
Tra i vari emendamenti, con quello all'articolo 7, le volontà del paziente espresse nella Dichiarazioni anticipate di trattamento vengono derubricate a "orientamenti". E Ignazio Marino del Pd, guarda già oltre il secondo passaggio al Senato: "Se il ddl sul biotestamento che sarà approvato oggi alla camera sarà licenziato in via definitiva, partirà una raccolta firme per arrivare a un referendum che abroghi una legge inaccettabile", dice.
Idv: "Una legge contro le Dat". Antonio Palagiano, responsabile sanità dell'Italia dei Valori e relatore di minoranza del provvedimento, non usa mezzi termini: "Il governo ha gettato definitivamente la maschera e con l'emendamento al comma 6 dell'articolo 3 restringe il campo di applicazione delle Dichiarazioni anticipate di trattamento. E' evidente, quindi, che questa legge va contro le Dat". Spiega Palagiano: "Con gli emendamenti approvati sarà infatti difficile se non impossibile stabilire quando avranno rilievo le Dat, poichè sarà necessaria una risonanza magnetico-nucleare per accertare lo stato vegetativo del paziente. Nei piccoli ospedali, ad esempio, sarà difficilissimo effettuarla e sarà impossibile, quindi, applicare la legge. Legge che perde definitivamente di senso e dimostra, ancora una volta, la sua inutilità", conclude Palagiano.
Staderini: "Ci rubano la morte". Mario Staderini, segretario di Radicali Italiani è convinto che "se il Senato confermerà il provvedimento della Camera, non sarà più possibile decidere della propria vita. Per tutti noi hanno deciso Udc, Lega e Pdl, meschine comparse di un film scritto in Vaticano". Dichiara il segretario: "Con la legge 40 hanno rubato la vita e la libertà di ricerca scientifica, con la legge Calabrò ci rubano anche la morte. Questi moderni aguzzini vogliono, attraverso il sondino di Stato imposto per legge, disinnescare le conquiste di libertà che Piergiorgio Welby e la famiglia Englaro hanno assicurato agli italiani con la loro lotta". Staderini conclude:
"Chi ha votato questa legge infame lo ha fatto nella consapevolezza che sarà smantellata dalla Corte Costituzionale, solo che ci vorranno anni, durante i quali si ripeteranno drammi umani che colpiranno soprattutto i più poveri. L'hanno votata nonostante la maggioranza degli italiani e degli stessi cattolici fosse a favore del vero testamento biologico, solo perchè non ne pagheranno il costo, come accadrebbe in una democrazia".
A chi si applica. L'unica modifica sostanziale che l'aula di Montecitorio deve approvare è un emendamento proposto solo la settimana scorsa per circoscrivere la "platea" dei pazienti toccati dalla legge. Se nel passaggio da palazzo Madama a Montecitorio questa era stata allargata, ora il biotestamento si applicherebbe ai soli malati in stato vegetativo per i quali è stata "accertata assenza di attività cerebrale integrativa cortico-sottocorticale". Una previsione che richiama, sin nel lessico, la vicenda di Eluana Englaro, e l'originale intento del premier Silvio Berlusconi di prevenire con la legislazione altri interventi della magistratura in questo campo.
(12 luglio 2011)
http://www.repubblica.it/politica/2011/07/...75/?ref=HRER2-1Chi vuole rubarci la vitadi Giampietro Sestini (*)
Su Repubblica di ieri il professor Stefano Rodotà, nostro socio onorario, ha pubblicato l’articolo “Chi vuole rubarci la vita“ (vedi sopra, ndr). Per restare sul tema, ricordiamo che in altra occasione il professor Rodotà aveva scritto: «Non siamo soltanto di fronte ad una legge “truffa”, ma all’abbandono del lungo cammino che, partito dalle esperienze tragiche delle tirannie del Novecento che si erano violentemente impadronite dei corpi delle persone, era approdato all’affermazione netta della essenzialità del consenso dell’interessato. La persona, considerata prima come oggetto del potere politico e sottomessa alla volontà del medico, trovava così la sua libertà, la sua pienezza di soggetto morale».
Come lui, anche noi ci siamo chiesti come sia possibile che un Capo di Governo malato di “sondaggite” non tenga conto del fatto che la maggioranza degli italiani sono favorevoli al diritto di decidere liberamente sulla fine della loro vita.
A nostro avviso la risposta nasce dal vigente sistema elettorale. Il “bipolarismo”, infatti, mentre da una parte consente agli elettori di scegliere direttamente il Primo ministro e la coalizione di Governo senza le estenuanti, successive mediazioni fra partiti, dall’altra si presta, come è successo in Italia per il sostanziale equilibrio fra i due poli, a vittorie elettorali con soli 24.000 voti di scarto.
Tale situazione ha conferito di fatto alla Chiesa cattolica, la quale può contare su oltre 27.000 parrocchie, il potere di esercitare una notevole pressione su ambedue le coalizioni. Con risultati ben superiori a quelli che riusciva ad ottenere ai tempi della prima Repubblica attraverso il solo Partito della Democrazia Cristiana, la quale per governare doveva mediare con i partiti laici (vedasi divorzio ed aborto).
Consapevole di ciò, l’attuale Presidente del Consiglio non ha esitato a dichiarare pubblicamente che «su temi etici e scuole cattoliche terrà conto delle indicazioni della gerarchia ecclesiastica». In altri termini, il capo del Governo di una Repubblica laica ha fatto proprio il principio dettato dal capo di una Chiesa: “Il diritto di Dio viene prima del diritto degli uomini”, anche se ciò contrasta con la Costituzione italiana e con le norme i internazionali che il Governo per primo dovrebbe rispettare.
Forse è giunto il momento che anche i laici – credenti, non credenti o agnostici che siano - si organizzino e facciano sentire la loro voce se vogliono affermare la democrazia in un Paese diviso in due con un sistema bipolare.
(*) segretario dell’associazione Libera Uscita
www.cronachelaiche.it/2011/07/chi-vuole-rubarci-la-vita/