Laici Libertari Anticlericali Forum

La legge sul 'fine vita'

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Alessandro Baoli
view post Posted on 8/3/2011, 20:50




IL CASO
Biotestamento, la legge in aula
Veronesi: meglio affossarla per sempre
Secondo giorno di discussione a Montecitorio. Ieri polemiche e si-in. L'oncologo: "Norma anticostituzionale, l'autodeterminazione è un diritto di tutte le persone in un Paese civile". Englaro: "Nessuno può sostituirsi alla volontà del singolo"

ROMA - Riparte alla Camera la discussione sulla legge testamento biologico, dopo i numeri di ieri, primo giorno di dibattito 1: due pregiudiziali di costituzionalità, 14 ore di discussione e 24 interventi previsti prima di passare all'esame degli articoli. Un avvio, ieri, fra le polemiche e con un lungo sit-in dei radicali di fronte a Montecitorio.

AUDIO Beppino Englaro 2

VIDEO Sit-in a Montecitorio 3

Ferma l'opposizione sul no secco all'impianto della legge che per l'ex ministro Umberto Veronesi, "è meglio che non passi e che rimanga affossato per sempre. Perché è meglio non avere alcuna legge che avere una legge sbagliata e cattiva". Per l'oncologo la norma è "anticostituzionale, perché l'autodeterminazione è un diritto di tutte le persone in un Paese civile. Quindi essere costretti a subire un trattamento non voluto è contro la legge".

Ieri Idv e i Radicali eletti nel Pd hanno presentato nell'Aula della Camera due pregiudiziali di costituzionalità. I documenti verranno
votati prima di passare all'esame degli articoli, presumibilmente in aprile. Il Pd ha preannunciato che presenterà una richiesta di sospensiva, mentre l'Udc presenterà alcuni emendamenti; Fli ha annunciato un emendamento unico sostitutivo dell'intero testo di legge e il Pdl non ha escluso la presentazione di alcuni emendamenti correttivi.

Ma il governo, in particolare attraverso il ministro Maurizio Sacconi e il sottosegretario Eugenia Roccella, difende il testo, auspicandone una rapida approvazione. "Sarebbe un errore rinviarla in commissione perché equivarrebbe a far morire il processo legislativo", ha detto il ministro a Bruxelles, a margine del Consiglio Ue dei ministri del lavoro. Secondo Sacconi, "ci sono tutte le condizioni perché in aula si discuta dei problemi che ancora si ritengono aperti" e perché "l'aula su di essi si pronunci liberamente. Non è certo abbandonando questo processo - ha concluso Sacconi - che si affrontano e si risolvono i problemi degni di ulteriore definizione". Roccella rincara la dose: "Ancora una volta bisogna stabilire se la legge la debba fare il Parlamento votato dagli elettori, o se la decisione sulla vita e la morte delle persone vada affidata ai tribunali".

"Come partito e come cristiano vorrei che ogni persona fosse lasciata libera di decidere quando deve chiudere gli occhi e affidarsi al buon Dio e di non vivere quando non vive piu", ha detto Antonio Di Piero esprimendo la posizione dell'Idv, mentre per il presidente del Pd, Rosy Bindi, "non devono imporre a maggioranza" un'idea sul fine vita, "ma mettermi nelle condizioni di scegliere. Questo deve fare la politica".

Al grido di "aguzzini con i sondini" e "no allo Stato bioetico" i Radicali sono stati invece protagonisti, sempre ieri, davanti a Montecitorio, di un sit-in di protesta, accompagnato da una maratona oratoria con i loro principali esponenti. Ma fuori dal Parlamento un appello è arrivato dall'associazione dei medici cattolici italiani che chiedono di evitare una "contrapposizione ideologica" che opponga "fautori della vita a chi sembrerebbe ad essa contrario", sottolineando tra l'altro come la questione sia spesso affrontata assumendo "lo 'stato vegetativo permanente' a paradigma interpretativo della questione". Una serie di circostanze che non permettono un "confronto sereno".
(08 marzo 2011)
http://www.repubblica.it/salute/2011/03/08...35/?ref=HREC2-6

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Altrachiesa
Il nuovo Testamento biologico “cristiano” dei tedeschi: L’eutanasia “passiva” e l’eutanasia “indiretta” sono “eticamente ammissibili”


“Stato vegetativo persistente”: sì dei vescovi cattolici tedeschi alla possibilità di disporre la rinuncia a tutti i trattamenti salvavita, compresa la nutrizione artificiale, e la riduzione graduale dell’idratazione artificiale al sopraggiungere di una malattia intercorrente acuta potenzialmente letale.

di Marlis Ingenmey

Ci hanno messo – la Conferenza episcopale tedesca (DBK), il Consiglio della Chiesa evangelica tedesca e la Comunità delle Chiese cristiane in Germania –, invece dei due previsti, ben diciannove mesi da quando, il 18.06.2009, fu varata dal Bundestag la legge che regola le Disposizioni del paziente, per rivedere, tenendo conto della nuova normativa, il loro opuscolo di stimolo ad affrontare anticipatamente il tema del “fine vita” con allegato un modulo, in parte prestampato, per Disposizioni del paziente cristiano, elaborato nel 1999, aggiornato nel 2003 e utilizzato nel frattempo da quasi tre milioni di cittadini.

Quel documento ufficiale – premesso che “la volontà del paziente sta alla base di ogni trattamento sanitario” (come vuole la Costituzione) per cui “nessuno può essere costretto a sottoporsi a trattamenti diagnostici o terapeutici per quanto promettenti essi siano”, e ribadito che (come vuole la Dottrina) per il credente la vita è un “dono di Dio”, “non disponibile” – permetteva già anche al testatore “cristiano” di richiedere, limitatamente alla fase terminale di una malattia con prognosi comunque infausta (“quando ogni terapia prolungherebbe soltanto il processo del mio morire”), il non inizio o l’interruzione di trattamenti salvavita (“come la nutrizione artificiale, la respirazione assistita, la dialisi, o l’impiego, per esempio, di antibiotici”) e l’uso di potenti analgesici (“anche se dovessero avere come effetto secondario, non voluto, l’anticipazione del momento del mio decesso”), atti definiti, senza tante ambagi, di “eutanasia passiva” e di “eutanasia indiretta”, considerati, in quanto aiuto nel morire, “ammissibili” non soltanto “giuridicamente” (in base a pronunce, fin dal 1994, della Corte di Cassazione, instauratrici di una tradizione) ma anche “eticamente” (come ebbe a confermare indirettamente ancora, in una breve nota del 17.03.2009 al “Servizio di Informazione Religiosa Online”, il portavoce della DBK, Matthias Kopp: “I concetti di ‘eutanasia passiva’ ed ‘eutanasia indiretta’ …” “che abbiamo adottato nelle nostre Disposizioni” “… non contrastano in alcun modo con le affermazioni del Catechismo della Chiesa cattolica, cfr. paragrafi 2278 e 2279”, “La Chiesa cattolica tedesca è in linea con il Vaticano sul tema dell’eutanasia”).

Il nuovo opuscolo è un “prontuario” di 46 pagine (compreso un nuovo modulo) che ha anche, a sorpresa, un nuovo titolo, Iniziative che il paziente cristiano può prendere a sua tutela (illustra, infatti, anche forme di tutela delle ragionevoli volontà e degli interessi legittimi del paziente diventato “incapace” alternative alle Disposizioni del paziente ora disciplinate dal legislatore), è stato presentato il 26 gennaio scorso in una conferenza stampa ed è scaricabile per esempio dal sito della DBK (www.dbk.de/Christliche Patientenvorsorge).

L’intento principale della pubblicazione – di “impostazione” cristiana, ma non per questo rivolta solo al paziente “cristiano” – era, ed è anche nella nuova versione, quello di indicare “una via di mezzo tra un prolungamento della vita a oltranza”, giudicato “improponibile” (dal divieto, per il credente, di disporre liberamente della propria vita, non deriva un suo “obbligo” di ricorrere a tutti i ritrovati della scienza medica per prolungarne la durata), “e un suo deliberato abbreviamento che non può trovare giustificazione”, in quanto aiuto a morire, “eutanasia attiva”, praticata con la somministrazione di un farmaco o altra sostanza letale, “moralmente inaccettabile” e comunque reato in Germania come “uccisione su richiesta”. Gli autori consideravano e considerano alla stessa stregua anche l’assistenza del medico al suicidio di un suo paziente, non contemplata invece dal Codice penale tedesco e giudicata nelle ultime Direttive della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, del 18 febbraio scorso, anziché, come finora, “non conciliabile con la deontologia medica”, “non facente parte dei doveri del medico”.

Una pastorale della DBK del 1975

Bisogna sapere che la DBK ha cominciato presto a inserirsi nel dibattito sul diritto all’autodeterminazione in materia di salute e sulle prime rivendicazioni di un diritto all’eutanasia. Già nel 1975, cinque anni prima che il Vaticano affrontasse il tema nella Dichiarazione sull’eutanasia, il suo Consiglio permanente pubblicò una pastorale intitolata Il diritto alla vita e l’eutanasia, con cui condannava fermamente l’“eutanasia”, ossia ogni porre “di proposito”, “sia pure su richiesta” e “per pietà”, anticipatamente fine a una vita umana (“significa uccidere”), ma riconosceva nel contempo a “ogni persona” “il diritto a una morte dignitosa”, “umana”, a “essere assistita e accompagnata” “nella tremenda prova che è il morire”, non ultimo con l’accettazione, “ove risultasse vana ogni speranza in un miglioramento”, della sua “rinuncia”, “eticamente ammissibile”, a interventi chirurgici gravosi che potrebbero forse tenerla in vita per qualche giorno o settimana in più, ma a costo di ulteriori sofferenze fisiche o psichiche, oppure a trattamenti sanitari straordinari, “atti ancora soltanto a differire artificialmente il momento della sua dipartita”. Da notare che la decisione in merito era lasciata dai vescovi tedeschi già allora al paziente stesso.

La traduzione tedesca del paragrafo 2278 del Catechismo

A facilitare la lettura data dalla DBK dei paragrafi citati del capitolo dedicato a “L’eutanasia” del nuovo Catechismo postconciliare, firmato nel 1992 dall’allora cardinale Ratzinger, concorre senz’altro il fatto che i tedeschi non avevano – né hanno voluto coniarla quando, nel 1993, si trattava di tradurre l’opera – una parola che rendesse il termine “accanimento terapeutico” (che nell’edizione “tipica”, cioè definitiva, in latino, del 1997, sarebbe diventato addirittura “saevitia therapeutica”), giudicato puro nonsenso (da terapie che manifestamente non producono un beneficio per il malato il medico si deve astenere di suo). Così hanno optato – difficilmente all’insaputa dell’illustre “autore”, all’epoca anche prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, che avrà pur seguito il loro lavoro – per una traduzione non letterale ma a senso dei primi due periodi del paragrafo 2278: “La morale non richiede terapie a ogni costo. L’interruzione di procedure mediche straordinarie oppure sproporzionate rispetto ai risultati attesi, onerose e pericolose può essere legittima”. (Il testo italiano recita: “L’interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all’‘accanimento terapeutico’”; nessuna discordanza tra le due versioni per il seguito del paragrafo: “Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità, o, altrimenti, da coloro che ne hanno legalmente il diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente”).

Con l’introduzione della parola “morale” nella traduzione tedesca è ben marcata la differenza tra, da un lato, “l’interruzione di procedure mediche” (che va decisa, anche qui, dalla “volontà”, attuale o presunta, “del paziente”) prevista da questo paragrafo, “eutanasia passiva”, “moralmente” accettabile, e, dall’altro, una “azione” od “omissione”, “qualunque ne siano i motivi e i mezzi”, di cui al paragrafo 2277, “eutanasia diretta”, che costituisce un “atto omicida”, “moralmente inaccettabile”. Quanto al paragrafo 2279, vi si trova, anche nel testo italiano, già la “scriminante”: “L’uso di analgesici per alleviare le sofferenze del moribondo, anche con il rischio di abbreviare i suoi giorni, può essere moralmente conforme alla dignità umana, se la morte non è voluta né come fine né come mezzo, ma è soltanto prevista e tollerata come inevitabile”, “eutanasia indiretta”.

La legge sul Testamento biologico in vigore in Germania dal 1° settembre 2009

Prima di entrare nel merito del nuovo documento dei vescovi tedeschi, ricapitoliamo i punti salienti della nuova normativa che recepisce nella sua massima estensione il diritto all’autodeterminazione del cittadino – garantito da una Costituzione che mette fin dal primo comma del primo articolo in risalto la “dignità” dell’uomo come individuo, definita “intangibile. E’ dovere di ogni potere statale rispettarla e proteggerla” – dando per scontato che il suo titolare possa disporre liberamente anche del proprio corpo e della propria vita fino alle conseguenze estreme (tanto è vero che in Germania, come del resto da noi, il tentativo di suicidio non è punibile), visto che il suo “diritto alla vita” è appunto un “diritto”, non un “dovere”, mentre lo Stato ha il “dovere” di difendere la sua vita unicamente se minacciata da parte di terzi, non se messa a rischio da lui stesso: l’intervento di un potere statale in tal caso violerebbe la “dignità” dell’individuo nell’esercizio di un altro suo diritto, parimenti “fondamentale”, ma personalissimo.

In Germania un maggiorenne capace di intendere e di volere, può (non è un obbligo) preventivamente, non necessariamente per iscritto, dare, negare o limitare nel tempo il suo consenso a determinati trattamenti medici (nessuno escluso) che dovessero un giorno risultare indicati in ogni stadio di una sua malattia, infermità o disabilità di qualsiasi tipo e grado. Chi lo desidera, può chiedere che venga fatto ricorso, ove medicalmente sostenibile, a ogni ritrovato della scienza e della tecnica per tenerlo il più a lungo possibile in vita, ma la maggior parte dei testatori avrà chiesto e chiederà la non attivazione o la limitazione nel tempo di trattamenti salvavita, tra cui anzitutto la nutrizione e l’idratazione artificiali.

Le Disposizioni del paziente – in qualsiasi momento revocabili senza formalità, modificabili per sopravvenuto ripensamento o attualizzabili secondo la parabola della sua salute – saranno vincolanti se all’avverarsi dell’evento prefigurato giudicate dal tutore, sentiti anche parenti e altre persone di fiducia dell’interessato, “aderenti alla situazione (quadro clinico e trattamenti possibili) venutasi a creare”; vincolante sarà anche – in mancanza di “disposizioni” scritte o qualora quelle non risultassero “calzanti” – la volontà “presunta” del paziente se accertata dal tutore in base a elementi concreti.

E’ inoltre d’obbligo un colloquio tra il medico curante che, individuato il trattamento eventualmente indicato, lo illustra, e il tutore che deve rendere nota e far valere la volontà del suo assistito, della quale sarà tenuto conto come base della decisione da prendersi congiuntamente; solo nel caso di divergenze d’opinione va consultato il Giudice tutelare la cui eventuale autorizzazione a procedere come proposto dal tutore deve essere effettivamente sorretta dalla volontà dell’interessato. I compiti del tutore possono essere svolti anche dal titolare di una procura sanitaria.

Le critiche fondamentali delle Chiese cristiane prima e dopo il varo della legge

I punti specifici più criticati dalle Chiese cristiane nel corso dei lavori – a cui hanno partecipato con dettagliati, spesso congiunti, statement – erano l’attribuzione dello stesso valore a decisioni basate sul solo immaginarsi di una data situazione e a decisioni prese contestualmente al suo verificarsi (“non è detto che il paziente, se fosse in grado di farlo, non potrebbe arrivare a conclusioni diverse”) nonché la mancata limitazione della possibilità di rifiutare o interrompere trattamenti salvavita a determinati quadri clinici (“una cosa sono patologie dal decorso irreversibilmente letale, altra cosa malattie potenzialmente curabili”), rimostranze che, se avessero trovato ascolto, avrebbero comportato la manomissione di diritti riconosciuti e garantiti dalla Costituzione.

Il giorno stesso del varo della legge – pur ribadendo che “le Disposizioni del paziente sono un istituto giuridico molto sensato perché nella logica stessa del diritto all’autodeterminazione” – si sono invece dette soprattutto “dispiaciute”, la Chiesa evangelica perché “nel testo approvato non vi è equilibrio tra autodeterminazione e presa in carico del paziente”, la Chiesa cattolica perché “questa legge enfatizza unilateralmente l’autodeterminazione della persona” mentre trascura “l’assistenza a lei dovuta onde perfezionarne davvero l’autonomia”, considerazioni che le hanno poi portate, per salvare il salvabile – e prima ancora di procedere, dove conciliabile con l’etica cristiana, all’adeguamento della loro pubblicazione alla nuova normativa –, a rivoluzionarne lo stesso impianto.

Iniziative che il paziente cristiano può prendere a sua tutela, ora, in Germania
Le eventuali “alternative” alle Disposizioni del paziente regolate dalla legge

Il lungo sottotitolo del nuovo “prontuario” – che dà “risposte” a ipotetiche domande del lettore in quattro capitoli con tanto di paragrafi e commi – elenca di fila quattro strumenti di cui ogni paziente si può servire per autodeterminarsi oggi per domani, optando anche per uno solo di essi, combinandone a piacimento due o tre, o adottando tutto il pacchetto come suggerisce il modulo che è unico (7 pagine) e rispetta in due sezioni l’ordine delle quattro operazioni previste (una nota avverte che possono essere lasciate in bianco le parti che non interessano). Il compilatore può conferire (con una semplice scrittura privata, datata, firmata e controfirmata per accettazione) una “procura sanitaria” standard a una persona di sua fiducia, può designare (con le stesse modalità) la medesima o altra persona della propria cerchia per l’ipotesi che un giorno dovesse essere nominato per lui un “tutore”, può enunciare per iscritto o a voce “desideri riguardo ai trattamenti” e può in merito redigere vere e proprie “disposizioni”, ormai vincolanti se “calzanti”.

Mentre l’opuscolo del 2003 era imperniato, fin dal titolo, sulle Disposizioni del paziente cristiano (che ospitavano anche suoi “desideri”) e prospettava soltanto in sottordine al testatore l’opportunità di integrarle con la nomina e la designazione di “fiduciari”, il nuovo documento organizza tutta la materia, pur mantenendo inalterati numerosi passi del vecchio testo, proprio intorno a queste due figure, giudicate più importanti delle stesse “disposizioni” perché alla fine tocca a loro rendere noti e far rispettare, anche in situazioni non previste da quelle, i desiderata del loro assistito, di cui conoscono la storia, i problemi, la concezione della vita e i più intimi convincimenti. La proposta completa di “iniziative” lanciata col nuovo prontuario – che, però, “riscrive” soltanto, spostando gli accenti, quanto già previsto dalla legge, la quale presuppone l’esistenza del titolare di una procura sanitaria o di un tutore e considera, in mancanza di “disposizioni” del paziente, per ricostruirne la volontà “presunta”, anche i suoi “desideri” riguardo ai trattamenti – è, limitatamente alla forma, un suggerimento utile per chiunque voglia lasciare le sue “penultime” volontà che richiedono un leale esecutore.

Quanto alle “alternative cristiane”: i vescovi, affezionati all’idea di una sinergia tra autodeterminazione del paziente e sua presa in carico da parte della collettività, vedono di buon occhio soprattutto la combinazione delle prime tre operazioni, protagonisti i “fiduciari”, coadiuvati nelle loro decisioni “attuali” più dai “desideri” del loro assistito, in quanto “linee guida”, che da inemendabili “disposizioni”, perché “nel singolo caso la decisione deve scaturire dalla situazione concreta della persona morente, da quello che più le giova, e deve essere presa in sintonia con le sue preferenze e aspettative”; apprezzata anche la scelta della “procura sanitaria” standard in cui il paziente delega ogni decisione alla discrezione del suo portavoce, e ventilata addirittura l’opzione “zero” di un paziente che, avvalendosi del diritto all’autodeterminazione, si “autodetermina” rimettendosi, anima e corpo, alla scienza e alla coscienza degli stessi medici.

Le “disposizioni” prestampate che può ora far proprie il paziente “cristiano” tedesco

Mentre l’ordinamento giuridico tedesco non prevede ormai nessuna limitazione quanto a tipo e stadio di una malattia per la quale può essere negato o revocato il consenso a un determinato trattamento medico anche salvavita (e non si parla in proposito più di “eutanasia passiva” bensì di “rifiuto o interruzione di un trattamento medico” legittimati dal diritto all’autodeterminazione anche in materia di salute), le Chiese cristiane tedesche (giacché al credente “si pone il problema etico se usufruire indistintamente delle possibilità offerte dalla nuova normativa o fare le proprie scelte a ragione quanto mai veduta”) mantengono (li avevano già posti nel 1999 e nel 2003) i paletti dettati dalla Dottrina che circoscrivono tali possibilità – come recita il cappello nella Sezione B del modulo (“Direttive per chi mi avrà in cura”) alla voce “Desideri riguardo ai trattamenti medici e all’assistenza nonché Disposizioni del paziente”, comma primo – a quando “con ogni probabilità è imminente l’ineluttabile processo del mio morire o mi trovo comunque nello stadio terminale di una malattia incurabile dal decorso letale”.

Le “disposizioni” passate al vaglio dei vescovi (in sostanza le stesse del documento del 2003 che parlava nel modulo genericamente di “trattamenti salvavita” dopo averli menzionati singolarmente nell’Introduzione), definite ancora, come allora, richieste, a seconda del tipo, di “eutanasia passiva” o di “eutanasia indiretta”, otto di numero con a fianco altrettante caselle da barrare in caso affermativo, formulate “nel modo più concreto possibile” per risultare all’occorrenza “calzanti”, riguardano: la richiesta di “alleviare dolori e disturbi come irrequietezza, ansia, nausea e fame d’aria” anche con farmaci il cui uso può comportare il rischio di abbreviare la vita del moribondo; la rinuncia alla “nutrizione artificiale”; la richiesta di “ridurre l’idratazione artificiale secondo le indicazioni del medico”; il rifiuto di “pratiche di rianimazione”; la rinuncia alla “respirazione assistita”; la rinuncia alla “dialisi”; la rinuncia alla somministrazione di “antibiotici” e il rifiuto di “trasfusioni di sangue o suoi componenti” (per “rinuncia” si intende insieme “non inizio e interruzione”).

Un apposito paragrafo del prontuario precisa che “dal punto di vista giuridico, per la letteratura scientifica e nella prassi quotidiana la nutrizione artificiale … e l’idratazione … sono trattamenti terapeutici che richiedono il consenso del paziente”; esse non fanno parte delle “cure di base” che prevedono solo “l’appagamento, per via naturale, di fame e sete se manifestate come sensazione soggettiva”.

Seguono nel modulo, sempre alla voce “Desideri riguardo ai trattamenti medici e all’assistenza nonché Disposizioni del paziente”, comma primo, e col sistema di barrare la casella relativa se del caso, alcuni “desideri” del paziente, per esempio di essere accudito, compresa la prestazione di cure palliative, possibilmente in casa propria, o di essere sottoposto a esami diagnostici o ricoverato in ospedale solo se tali misure mirano a lenire le sue sofferenze, mentre altri commi concernono l’autorizzazione all’eventuale espianto di organi e tessuti, e la richiesta di assistenza religiosa. Infine (comma quarto) è lasciato al compilatore, come già nel modulo del 2003, spazio – e libertà di coscienza – per “Disposizioni integrative”, tra le quali può figurare questa volta una clamorosa “novità”.

“Disposizioni integrative” che può ora redigere il paziente “cristiano” tedesco

Le “disposizioni” individuali possono riguardare sia integrazioni relative alle otto richieste prestampate al comma primo, sia ogni tipo di malattia – anche senza prognosi infausta e al di fuori dello stadio terminale – di cui il compilatore già soffra; ma molti vorranno tutelarsi, come gli permettono la giurisprudenza da anni e ora anche la legge, con scelte anticipate per l’ipotesi che possano un giorno, per esempio, restare vittime di rovinosi incidenti, essere colpiti da forme gravi di demenza o venire a trovarsi in stato vegetativo persistente. Il nuovo prontuario si sofferma in particolare su quest’ultima condizione patologica, già annoverata nella prima edizione delle Disposizioni del paziente cristiano, del 1999, tra le situazioni per le quali si poteva “prendere in considerazione una limitazione delle terapie”, ma tolta nel 2003 dalla parte prestampata del modulo e spostata tra le “integrazioni” lasciate alla responsabilità morale del singolo testatore: i vescovi cattolici avevano infatti la necessità di tenere in qualche modo conto del documento della Pontificia Accademia per la Vita, Il rispetto della dignità del morente, uscito nel 2000, che riconosce tale facoltà solo a malati terminali quando la morte “appare ormai inevitabile ed imminente” (restrizione, fra l’altro, non prevista dal paragrafo 2278 del Catechismo).

Da allora si sono diversificate le posizioni in merito delle due Chiese, il presidente della DBK era ancora fermo sul no il giorno stesso del varo della nuova legge (“Ribadiamo che persone in stato vegetativo persistente … non sono sul punto di morire”, mentre l’allora presidente del Consiglio della Chiesa evangelica tedesca era già possibilista quando, il 29 marzo del 2007, ebbe inizio il dibattito in Aula al Bundestag, e inviò il 22 giugno di quell’anno ai deputati un documento in cui si legge: “Limitare le Disposizioni del paziente alla sola fase terminale di malattie incurabili dal decorso irreversibilmente letale è una restrizione problematica … perché così esse non possono riguardare infermità come lo stato vegetativo persistente”. Per pazienti in quelle condizioni “si potrebbero accettare come vincolanti Disposizioni che prevedano terapie salvavita solo per un determinato periodo di tempo …”, ovvero, “se, chi si trova in stato vegetativo stabile già da molti mesi, venisse colpito da un’altra malattia potenzialmente mortale, per esempio da una polmonite, dovrebbe essere possibile, in presenza di Disposizioni dell’interessato in tal senso, non ricorrere all’uso di antibiotici”, e “sarebbe anche concepibile la richiesta, da lui avanzata, di cessazione, per esempio dopo sei mesi, della nutrizione artificiale che non fa parte delle ‘cure di base’ dovute al malato non autosufficiente”.

Si intuisce a questo punto perché l’elaborazione del nuovo prontuario si sia protratta – non certo per la sua ristrutturazione – tanto nel tempo. Lo stato vegetativo persistente, per il quale i vescovi hanno comunque alla fine trovato un compromesso, non era poi l’unico oggetto di controversia. Ci saranno state anche interminabili discussioni sulla posizione da prendere, per fare un solo esempio, di fronte a forme gravissime di demenza, discussioni che si sono concluse evidentemente con un nulla di fatto: il testo “ignora” questo problema che, con l’aumentare dell’aspettativa di vita, angoscia un numero sempre crescente di persone anche di fede cristiana.

Il “compromesso” dei vescovi riguardo allo stato vegetativo persistente

Al cristiano che voglia, sotto la propria responsabilità morale, dare indicazioni per l’ipotesi di trovarsi un giorno in stato vegetativo persistente, i vescovi propongono, pronte per essere riportate tra le “Disposizioni integrative”, due formulazioni quasi identiche. In calce viene precisato che, “dal suo punto di vista, la Chiesa cattolica” (che ha dovuto rivedere nei limiti del possibile la propria posizione in merito per evitare la rottura con le altre Chiese cristiane e il fallimento della comune iniziativa) “raccomanda fortemente di optare per la prima alternativa”. Per convincere se stessi (e, immagino, soprattutto il Vaticano), i vescovi cattolici – partendo dal principio che, per poter rinunciare a trattamenti salvavita, bisogna essere “morente” – si sono domandati se, chi da tempo versa in stato vegetativo, non venga proiettato “naturalmente” in “fin di vita” al sopraggiungere di una malattia intercorrente potenzialmente letale, e hanno convenuto che allora si possa rinunciare a ogni terapia passando a cure “di base” e di medicina palliativa, non per provocare attivamente la morte, ma per permettere che essa si compia.

La formulazione destinata al cristiano cattolico recita: “Le disposizioni impartite al comma primo valgano, al di là delle situazioni ivi precisate” – cioè quando “con ogni probabilità è imminente l’ineluttabile processo del mio morire o mi trovo comunque nello stadio terminale di una malattia incurabile dal decorso letale” –, “anche per il caso che, in seguito a gravi danni cerebrali, la mia capacità di intendere e di volere, a giudizio di due medici competenti, risultasse con ogni probabilità irrecuperabilmente perduta e sopraggiungesse una malattia intercorrente acuta, potenzialmente letale. Questo vale tanto per danni cerebrali diretti, causati da incidente, ictus o encefalite, quanto per danni indiretti, dopo rianimazione, arresto cardiocircolatorio o insufficienza respiratoria”. La variante evangelica ha un piccolo inserimento: “Le disposizioni … valgano … anche per il caso che … la mia capacità di intendere e di volere … risultasse con ogni probabilità irrecuperabilmente perduta e questa situazione perdurasse già da …… (per esempio un anno) o che sopraggiungesse una malattia intercorrente acuta …”.

In altre parole, il cristiano cattolico può chiedere la cessazione di tutti i trattamenti salvavita elencati al comma primo, nutrizione artificiale compresa, solo per quando, alla sua accertata incapacità di intendere e di volere si aggiunga una malattia intercorrente acuta gravissima, mentre l’evangelico può disporre che essa avvenga anche semplicemente dopo un lasso di tempo da lui stesso stabilito in mesi o anni. Inutile dire che sulla scia di questo esempio possono entrare fra le “Disposizioni integrative” del paziente cristiano, se la sua coscienza glielo permette, malattie, infermità e disabilità di qualsiasi tipo e grado, a cominciare da forme di demenza, e le sue volontà, se “calzanti”, saranno vincolanti per chi lo avrà in cura.

Ecco come è stata affrontata, in un Paese a noi culturalmente e giuridicamente vicino, da uno Stato laico e, in separata sede, dalle Chiese cristiane che ne rispettano le scelte, questa materia eticamente sensibile che richiede un diritto “mite” – come già auspicavano, quando nell’estate del 2009 la Commissione Affari Sociali della Camera cominciò l’esame del testo delle Dichiarazioni anticipate di trattamento approvato dal Senato, i presidenti degli Ordini provinciali dei Medici Chirurghi e Odontoiatri – “che si limiti a definire la cornice di legittimità giuridica sulla base dei diritti della persona costituzionalmente protetti, senza invadere l’autonomia del paziente e quella del medico prefigurando tipologie di trattamenti disponibili e non disponibili nella relazione di cura”.

(7 marzo 2011)

http://temi.repubblica.it/micromega-online...amente-ammissi/
 
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Alessandro Baoli
view post Posted on 9/3/2011, 19:03




ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI
Biotestamento? Facebook ti aiuta
Un'applicazione consente una simbolica comunicazione web delle proprie volontà sul fine-vita. Ultimi messaggi


MILANO - Da oggi è possibile fare testamento biologico, anche se solo simbolicamente, in rete. Grazie ad una applicazione di Facebook promossa dall’associazione Luca Coscioni e realizzata dalle agenzie Ninja LAB e Mikamai. L’applicazione chiamata The Last Wish*(ovvero l’ultimo desiderio) permette all’utente di nominare due «esecutori testamentari» che, in caso di decesso, possono attivare una procedura di pubblicazione di un messaggio scelto preventivamente dall’utente. In questo modo è possibile avere il controllo sul proprio ultimo messaggio pubblicato sulla bacheca di Facebook, cosa che attualmente non è ovviamente possibile. Il servizio permette anche di inviare dei messaggi privati ai propri amici di Facebook. Un ultimo augurio lasciato ai propri cari. E da oggi anche il testamento biologico può essere visibile a tutti sul social network.

NO ALLE DUBBIE INTERPRETAZIONI - Mentre ancora si dibatte in Parlamento sulla legge, Internet si attrezza e la volontà in materia di trattamento medico, quando non si e' più in grado di comunicarla, viene divulgata al momento opportuno in rete. In modo che tutti sappiano e in modo che si allarghi la possibilità di far rispettare quella scelta fatta in un momento di piena coscienza. Insomma, un testamento biologico adeguato ai tempi ma anche, al momento opportuno, talmente pubblico da non poter divenire oggetto di dubbie interpretazioni. L’applicazione, presentata in maniera ironica come l'ultimo grido in fatto di Personal Branding e Social Media Marketing per la persona, svolge in realtà un servizio utile. Affronta temi sensibili e controversi, come quello del testamento biologico e dell’identità digitale post mortem ai tempi di Internet.

PAROLE CHIAVE - Ma tenta di risolvere anche un annoso problema di Facebook. Da tempo, infatti, il social network sta prendendo in considerazione la possibilità di utilizzare un software capace di rintracciare tutte le frasi che contengano parole chiave del tipo: «Riposi in pace» o «Mi manchi», per poi far analizzare più nel dettaglio l’account così individuato da uno dei dipendenti. Si tratta però di una soluzione che ancora non dà garanzie di successo al 100 per cento e che in alcuni casi può anche incentivare scherzi di dubbio gusto. È già capitato che il form sia stato usato per diffondere notizie false circa la morte di qualche utente. E che quindi persone vive e vegete si siano viste improvvisamente rimossa la possibilità di aggiornare il proprio profilo. Al momento Facebook offre anche la possibilità di segnalare la morte di un amico o di un parente compilando un form con alcune informazioni personali sul defunto: nome, cognome, data di nascita, indirizzo email. Si tratta però di una soluzione ancora non molto pubblicizzata.
* http://apps.facebook.com/thelastwish/

Mario Pappagallo
08 marzo 2011(ultima modifica: 09 marzo 2011)
http://www.corriere.it/cronache/11_marzo_0...c80ef41f5.shtml
 
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Alessandro Baoli
view post Posted on 11/3/2011, 08:30




Comitato padovano per il testamento biologico

Il 10 Marzo 2011, nella sala Gruppi del Comune di Padova, si è costituito il comitato unitario padovano “Art. 32 – Per il testamento biologico” con le seguenti finalità:
- esprimere profondo dissenso sul testo del ddl Calabrò, attualmente in discussione alla Camera;
- sollecitare l’Amministrazione comunale a discutere al più presto la mozione e la proposta di iniziativa popolare da tempo depositate al riguardo;
- riunire le diverse sensibilità e coordinare le iniziative cittadine;
- informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema delle disposizioni anticipate di trattamento.
Vi aderiscono le rappresentanze cittadine di: Associazione Luca Coscioni, Associazione Mazziniana, Chiesa Metodista Valdese, Cgil-Fp, Lega dei Socialisti, Libertà e Giustizia, Sinistra Ecologia e Libertà, UAAR.

Il circolo UAAR di Padova

http://www.uaar.it/news/2011/03/11/comitat...ento-biologico/
 
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Alessandro Baoli
view post Posted on 12/3/2011, 11:41





Testamento biologico Appello su Avvenire: "Sì a questa legge va approvata in fretta"
L'appello ha raccolto numerose firme di intellettuali, giornalisti e giuristi cattolici. L'oncologo Veronesi: "Su questo tema il dialogo è impossibile"

Città del Vaticano, 12 marzo 2011 - Forte appello dei cattolici per l'approvazione della legge sul biotestamento. "Ci sono solidi argomenti di ragione, comuni a laici e cattolici, per sostenere l’urgenza, l’efficacia e l’utilità del testo di legge all’esame della Camera dei deputati - si legge nell'appello pubblicato su Avvenire - E per noi, in quanto credenti, sussiste anche l’autorevole pronunciamento della Chiesa che, in forza del suo sapienziale discernimento e con l’autorevolezza morale alla quale da più parti si guarda con rinnovata speranza, indica la via attualmente più concreta alla tutela del bene comune. Questa legge va fatta, e va fatta adesso".

L'appello ha raccolto numerose firme di intellettuali, giornalisti e giuristi cattolici, tra i quali Francesco D’Agostino, presidente onorario del Comitato Nazionale di Bioetica, il rettore della Cattolica Lorenzo Ornaghi e quello della Lumsa Giuseppe Dalla Torre. Firmano anche sacerdoti impegnati nel dibattito pubblico come don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco, e don Antonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana. Tra i giornalisti firmano anche il direttore di Avvenire Marco Tarquinio, quello di TV 2000 Dino Boffo e Antonio Socci.

"Pur essendo migliorabile, il testo di legge in discussione - si legge - è chiaro e lineare nei suoi contenuti fondanti. E noi riteniamo che se non fosse approvato in tempi rapidi, tenendo saldi questi suoi principi cardine, diventerebbe sempre più difficile drenare una giurisprudenza orientata a riconoscere il ‘dirittò a una morte medicalmente assistita, in altre parole all’eutanasia trasformata in atto medico".

"Una legge a protezione della vita è necessaria", conferma da parte sua il cardinale Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita, in un’intervista al quotidiano della Cei. Il porporato auspica che sia varata una legge "la più vicina possibile" al disegno varato dal Senato nel marzo del 2009, e si trova d’accordo con l’ultimo aggiustamento subito dall’articolato in seguito al parere espresso dalla Commissione Affari costituzionali, cioè la cancellazione del carattere vincolante del parere espresso dal collegio di specialisti in caso di contrasto tra medico curante e fiduciario sulla attuazione delle dichiarazioni anticipate di trattamento.

"È indispensabile legiferare, al punto in cui siamo giunti - afferma Sgreccia - in particolare dopo la tragica conclusione della vicenda di Eluana Englaro, per cui non si riuscì a varare un decreto che potesse correggere la decisione della magistratura di farle sospendere idratazione ed alimentazione. Se non si fissa una norma, episodi simili a quelli della giovane di Lecco si possono moltiplicare tutte le volte che vi saranno persone intenzionate a percorrere quell’itinerario di morte. E questo - conclude - non si può consentire".

VERONESI: DIALOGO IMPOSSIBILE - Il dialogo fra scienza e religione è impossibile sui temi che riguardano la vita, come il biotestamento, afferma l’oncologo Umberto Veronesi a margine di una lezione all’Accademia dei Linciei su ‘Gli orizzonti del sapere tra scienza e fede’. “Su alcune questioni come la pena di morte o la povertà un dialogo con la Chiesa è possibile - spiega Veronesi - ma non sui temi della vita, sia del suo inizio che della sua fine. Ho dedicato molto tempo a difendere l’autodeterminazione in questo campo, la vita è nostra e dobbiamo essere in grado di gestirla: cosi’ come disponiamo del nostro progetto di vita dobbiamo decidere sul nostro progetto di morte. Su questo punto dobbiamo essere fermi, e non c’e’ nessun compromesso possibile con le posizioni della Chiesa”.



http://qn.quotidiano.net/politica/2011/03/...biologico.shtml
 
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Alessandro Baoli
view post Posted on 23/3/2011, 20:39




Biotestamento: intervista a Cinzia Gori
di Cecilia M. Calamani [14 mar 2011]

Portavoce del Coordinamento Laico Nazionale, membro del direttivo di Per Eluana, l’associazione fondata da Beppino Englaro, e presidente della Società per la cremazione di Udine, Cinzia Gori è anche l’infermiera che ha coordinato l’equipe di assistenza a Eluana Englaro scrivendo poi, insieme al marito Amato de Monte, primario del primo reparto di anestesia dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine, il libro “Gli ultimi giorni di Eluana”. Con lei abbiamo parlato della discussione in atto in questi giorni alla Camera sul ddl Calabrò, la proposta di legge sul testamento biologico del Pdl.

Ad aprile, a meno di rinvii, è previsto il voto sul ddl Calabrò alla Camera. La discussione parlamentare si sta incentrando su due nodi fondamentali: alimentazione e idratazione artificiali, che in quanto «sostegno vitale» non possono «formare oggetto di dichiarazione anticipata di trattamento», e il ruolo centrale del medico, non vincolato a tener conto delle indicazioni del paziente. Secondo te, è possibile che questi due punti vengano modificati come richiesto da parte delle opposizioni e dalle associazioni laiche?

No, non credo che verranno modificati. Mercoledì 9 marzo, su invito dell’Italia dei Valori, ho partecipato insieme a Beppino Englaro a una conferenza stampa promossa dall’onorevole Di Pietro proprio su questo argomento. L’IdV ha sollevato la pregiudiziale di costituzionalità e finora è il primo e unico partito ad aver fatto qualcosa di tangibile contro questo decreto legge. Credo che l’incostituzionalità sia il punto cruciale della legge, più volte evidenziato dai partiti di opposizione ma mai preso in seria considerazione. Ci si concentra troppo sull’alimentazione e idratazione, quando invece alla base di questo decreto c’è di fatto che è una legge liberticida, basata su un’ideologia religiosa che porta a ignorare i principi fondamentali della nostra Costituzione. Bisognerebbe concentrarsi, come ha fatto l’IdV, sull’incostituzionalità, cosa ben più grave e punto chiave della legge, che automaticamente porterebbe a cambiare anche il punto in cui si afferma che la scelta del cittadino non è vincolante per il medico.

Infatti l’articolo 32 della Costituzione recita: «Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana». Quale strada si profila all’orizzonte se il ddl venisse approvato? La sensazione è che si rischi un iter simile a quello della legge 40 sulla procreazioni assistita, approdata alla Corte costituzionale dopo il mancato raggiungimento del quorum ai referendum…

Gli Italiani sembrano stanchi di referendum. Non credo che il referendum sia la soluzione, il ddl Calabrò ha contribuito a creare sufficiente confusione nelle persone e inoltre c’è il grosso rischio che con un referendum non si raggiunga il quorum. Questo decreto sta andando avanti nella consapevolezza generale, come ha detto Stefano Rodotà, che sarà una legge liberticida, incostituzionale, sgrammaticata, truffaldina e menzognera. Ci sono tutti i presupposti per poter bloccare la legge, ma purtroppo per i soliti giochi politici non c’è la vera intenzione di arrivare a tanto. Io penso che se la legge verrà approvata, bisognerà intraprendere la via della class action e fare ciò che è stato fatto per la legge 40. Ma nel frattempo il governo avrà raggiunto il suo risultato e cioè quello di aver preso tempo, non aver risolto il problema e aver “pagato pegno” al Vaticano.
Io comunque invito chiunque a registrare e depositare il proprio testamento biologico, perché è comunque una dichiarazione di volontà che in un eventuale sfortunato futuro, eviterà di dover ripercorrere l’Iter legale di Englaro per poter provare le proprie posizioni in fatto di autodeterminazione.

Ma che fine farebbero i registri per il testamento biologico già istituiti in moltissimi Comuni italiani se il ddl diventasse legge?

Sicuramente, viste le minacce già lanciate dal Sottosegretario Roccella sui registri comunali, verranno spazzati via, tanto il governo è abituato a questi atti di prepotenza nei confronti dei cittadini. Rimane comunque un messaggio forte da parte della popolazione, e sono comunque dichiarazioni di volontà documentate, quelle stesse dichiarazioni di cui la Roccella, in una puntata di Porta a Porta, aveva lamentato l’assenza nel caso Eluana. Ingenuamente si chiedeva perché Eluana non avesse lasciato niente di scritto. Come se 17 anni fa ci fosse la possibilità di lasciare le proprie volontà scritte, specialmente a 20 anni. Volontà che comunque a tutt’oggi ci negano di depositare.

Il 2 marzo, in Senato, il medico personale di Silvio Berlusconi, Alberto Zangrillo, ha paragonato la morte di Eluana alla soppressione di un cavallo zoppo. Alle rimostranze dell’associazione Per Eluana, il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella ha risposto condannando a sua volta «l’uso e l’abuso di terminologie scientificamente improprie e umanamente offensive». In particolare, ha accusato il professor Veronesi di aver «sempre definito lo stato vegetativo “permanente”, quando ormai da molti anni la comunità scientifica ha stabilito che tale definizione è obsoleta e inadeguata». A quale comunità scientifica fa riferimento il sottosegretario?

La Comunità Scientifica a cui suppongo faccia riferimento il sottosegretario è quella formata da lei stessa in occasione della stesura del “Libro bianco”, quando con un colpo di spugna quattro neurologi da lei nominati e capitanati del professor Gigli hanno deciso che non si poteva più parlare di Stato vegetativo (SV) permanente e persistente ma bisognava sostituire tale terminologia con «Stato di minima coscienza». Non risulta che la Società scientifica mondiale abbia mai accolto questa nuova definizione. Non si possono cancellare decenni di ricerca medica con un semplice trattato basato su esperienze personali. Cosa strana però, dopo aver dichiarato l’uso di questa terminologia obsoleto nel giugno del 2010, Roccella si è prodigata a nominare il 9 febbraio 2011 «Giornata degli stati vegetativi». Ma allora lo SV esiste dopo tutto. Un’altra delle tante incongruenze del nostro governo! Tutt’ora, negli ospedali si continua a parlare di SV permanente e persistente, come d’altronde si continua a parlare di nutrizione artificiale e idratazione come terapie e non sostegni vitali. Che ci sia una chiara intenzione di ribaltare la cultura medica mi sembra ovvio , che ci riescano è tutt’altra cosa.

Alla cerimonia per i Patti Lateranensi, in un colloquio riservato con il cardinal Bertone, il premier ha promesso di accelerare l’approvazione parlamentare del ddl Calabrò. Che ruolo gioca, nella posizione del governo sul biotestamento, l’impellenza di ottenere il “perdono” della Chiesa per gli scandali di letto di Silvio Berlusconi?

Il presidente del Consiglio sta dando in ostaggio gli italiani al Vaticano per farsi perdonare i suoi peccati. L’ipocrisia del Vaticano, che è disposto ha chiudere tutte e due gli occhi, è alla luce del sole. Le gerarchi ecclesiastiche hanno anche dichiarato che non è richiesta la coerenza da parte del premier, per cui gli hanno concesso la libertà di agire come vuole assicurandogli l’immediata assoluzione dei suoi peccati. L’importante è che continui a garantire loro il dominio delle questioni etiche, la gestione delle scuole private sicuramente migliori delle pubbliche dove in realtà “non si educa”, l’esenzione dell’ICI, l’otto per mille, il no ai matrimoni gay ecc… E cosa dice il Vaticano della prostituzione minorile? Visto che la capacità di perdono della Chiesa è grande, certamente troveranno una via per perdonarlo anche questa volta. Solo noi che abbiamo affiancato Beppino Englaro siamo stati minacciati di scomunica e additati come peccatori pubblici. Il premier può stare tranquillo, sicuramente a lui questo non succederà.

Nell’appello del 12 marzo lanciato dal quotidiano Avvenire al Parlamento sul fine vita, il giornale dei vescovi usa per due volte la parola laico. In particolare: «Ci sono solidi argomenti di ragione – comuni a laici e cattolici – per sostenere l’urgenza, l’efficacia e l’utilità del testo di legge all’esame della Camera dei deputati». Si definisce, inoltre, il ddl Calabrò «realmente liberale». Non suona come una presa in giro definire laica e liberale una proposta che priva i cittadini della libertà di decidere per la propria vita? E in secondo luogo, per quale motivo Avvenire distingue tra laici e cattolici quando molti, anche in politica, sono i cattolici laici?

Già il fatto di dividere in “laici e cattolici” fa capire che usano la parola laico in modo sbagliato. Ormai si denota un uso inflazionato ed estremamente scorretto di questo termine. La Roccella è arrivata anche a coniare una nuova definizione: «laicità adulta», facendo pensare quindi che esista anche una «laicità infantile», questa non è altro che una delle sue ennesime revisioni del Dizionario Italiano, insieme a quanto già detto (stato vegetativo trasformato in stato di minima coscienza, nutrizione artificiale non più definita terapia, sdoppiamento della parola eutanasia, oggi suddivisa in passiva e attiva, chissà cos’altro ci aspetta). Il 9 marzo, in Parlamento, ho sentito parlare per venti muniti un esponente del Pdl del catechismo e degli insegnamenti che ne giungono e concludere candidamente la presentazione con «noi lavoriamo per una stato laico»! Dimmi se tutto questo non è una presa di giro. Forse a chi si riempie la bocca del significato di questa parola bisognerebbe ricordare che alla base della laicità c’è il rispetto dell’autonomia decisionale indipendentemente da ogni condizionamento ideologico, morale o religioso. Quale rispetto ci stanno proponendo i nostri politici? Spesso il laico viene visto come anticlericale (vedi Avvenire: il Coordinamento Laico Nazionale definito una lobby anticlericale), come una spina nel fianco della Chiesa. Il fatto di svincolare la libertà dall’ideologia religiosa è mal visto dal Vaticano che per secoli ha gestito i suoi fedeli con minacce, punizioni, restrizioni, sottomissioni e diktat. Sono loro gli unici detentori del saper vivere, sono loro che ci devono imporre come pensare, pregare, far figli, amare, nascere e morire. Come ci possiamo aspettare che un sistema così strutturato, capisca e riconosca la libertà individuale, quando di fatto impone la sua ideologia togliendo all’individuo l’autonomia dei principi?

Cecilia M. Calamani


http://www.cronachelaiche.it/2011/03/biote...-a-cinzia-gori/

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Ddl Calabrò sul biotestamento: la nutrizione artificiale
di Cinzia Gori (*) [23 mar 2011]

Premettiamo che la Nutrizione Artificiale (NA) è una terapia che può salvare la vita a pazienti che se affetti da particolari patologie non riescono a mangiare, quali ad esempio malattie tumorali, sindromi da malassorbimento, fistole intestinali, morbo di Crohn, ecc, per cui negare che la NA è una terapia vorrebbe dire lasciare scoperti questi pazienti che hanno bisogno di un sostegno medico ed infermieristico per intraprendere un iter di cura che può durare svariati mesi. Chiarita la natura della NA, che forse è stata dimenticata dai nostri esponenti del Governo, adesso bisogna capire perché si battano così tanto per disconoscere l’origine scientifica e medica di tale procedura. C’è un’ostinazione morbosa nel ribadire che la NA non è terapia, ma bensì «forma di sostegno vitale o atto dovuto» e quindi obbligatoria per tutti i pazienti che non ne potrebbero rifiutare la somministrazione.

Che qualcosa non funzioni nella tesi governativa lo dimostrano altri due argomenti.

Primo: il 17 novembre 2010 muore di anoressia la modella Isabelle Caro, ragazza di 28 anni affetta da questa malattia. Il fotografo Oliviero Toscani fa un servizio fotografico per promuovere una campagna contro la “malattia” di cui la modella diventa il simbolo. Quindi in questo caso si parla di malattia, definita come «la mancanza o riduzione volontaria dell’appetito che può condurre alla morte se persiste» (dal greco: νορεξία anorexía, comp. di an- priv. e órexis ‘appetito’). A questo punto potrebbe sorgere naturale la domanda: se questa paziente, affetta da anoressia, si è lasciata morire, perché non le è stata imposto il sostegno vitale dell’alimentazione artificiale? Perché i pazienti anoressici non vengono forzati a mangiare attraverso un sondino, piuttosto che essere lasciati morire?

Secondo: le posizioni ufficiali del ministero della Salute. Il 20 agosto 2006 l’Agenzia dei servizi sanitari segionali (ASSR) incaricata dal ministero della Salute ha elaborato le Linee Guida cliniche ed organizzative per la NAD (Nutrizione Artificiale Domiciliare)*. Dalle 23 pagine del documento emerge quanto segue:

La Nutrizione Artificiale (NA) è una procedura terapeutica mediante la quale è possibile soddisfare i fabbisogni nutrizionali di pazienti non in grado di alimentarsi sufficientemente per la via naturale.
La Nutrizione Artificiale (NA) “Enterale” o “Parenterale” è uno strumento terapeutico […] La NAD rappresenta quindi una terapia extraospedaliera.
La NAD dovrà essere prescritta, attuata e monitorata da Unità Operative dedicate, identificabili preferibilmente con U.O. o Servizi già esistenti sul territorio regionale, purché adibite ad una funzione clinica.
La NAD prevede un protocollo di assistenza che include il programma di monitoraggio…. e necessità di controllo medico al domicilio.
Nel caso rappresenti terapia alla fine della vita o nello stato vegetativo permanente la Nutrizione Artificiale dovrà rispondere ai criteri di beneficienza in Medicina o Medicina Compassionevole e cioè assicurarla/interromperla rispettando le documentate convinzioni etiche del paziente ma anche del suo ambiente di vita.

Alla luce di questi due argomenti non servirebbe nemmeno dilungarci a polemizzare con gli esponenti del governo, i quali sostengono a tutti i costi che la NA non è terapia, visto anche che il documento sopra riportato è stato proprio redatto su richiesta del ministero della Salute e poi forse sepolto volutamente in qualche cassetto di Montecitorio.

La FeSin (Federazione delle Società Italiane di Nutrizione) afferma quanto segue: «La Nutrizione Artificiale, sia essa Enterale che Parenterale, va ritenuta a tutti gli effetti un Trattamento Medico riconosciuto da tutte le Società Scientifiche e Mediche specialistiche internazionali e nazionali” e specifica anche che: “La Nutrizione Artificiale, trattandosi di terapia sostitutiva, é, in alcuni casi, terapia salvavita; allo stesso tempo in rari casi può diventare un eccesso di cure o accanimento terapeutico».

La Federazione conclude quindi la dichiarazione con: «Nel contesto generale della buona pratica medica si ribadisce , come riconosciuto dalle Società Scientifiche e Mediche specialistiche nazionali ed internazionali, che la Nutrizione Artificiale è un Trattamento Medico a tutti gli effetti, da tutelare e diffondere in tutto il Paese e da effettuare da parte di equipe mediche qualificate e specializzate. La FeSIN esprime pertanto allarme ed imbarazzo per lo stato attuale della erogazione della Nutrizione Artificiale nel nostro Paese».



Ora c’è da chiedersi se l’onorevole Calabrò, docente universitario, cardiologo e ricercatore, rinneghi una sua conoscenza medica in favore di un ideologia di partito, mettendo a soqquadro un intera comunità scientifica e rischiando di mandare a casa migliaia di operatori sanitari, che con questa Legge non avrebbero più ragione di esistere. Non è pensabile che ci sia così tanta ignoranza su questi argomenti, per cui c’è veramente da capire cos’è che l’ha spinto ad andare contro l’intera classe medica e rinnegare un’evidenza che ha sconvolto tantissimi dei suoi colleghi medici. Negli ospedali ci sono Unità Operative interamente dedicate a quest’attività, corsi presso rinomate università italiane, medici ed infermieri specializzati in Nutrizione Artificiale, con questo ddl potremmo invece mettere al loro posto carovane di ristoratori e salumieri pronti a somministrare sostegni vitali a chiunque servano. Sono queste tutte invenzioni, puro frutto della fantasia o siamo di fronte ad un ennesimo caso di prepotenza ed arroganza del Pdl che per avallare una sua battaglia ideologica, è disposto oltre che ad andare contro la Costituzione a distruggere anche informazione e cultura scientifica?

Cosa succederà quando un paziente si rivolgerà a un medico per impostare una terapia nutrizionale artificiale e questo potrà, in forza della legge, dire che non essendo terapia lui non è tenuto a prescrivere quanto richiesto, ma che per “pane ed acqua” si può rivolgere al supermercato più vicino? Chi si prenderà la responsabilità di calcolare l’apporto calorico da somministrare al paziente e/o i quantitativi di liquidi giornalieri?

Inoltre, se l’onorevole Calabrò si è mosso nella convinzione scientifica di quanto esplicitamente affermato nel suo decreto, perché insieme alla nutrizione artificiale non considera anche l’aria o l’ossigeno quali supporti vitali? Cosa c’è di più vitale dell’aria che respiriamo e che in alcuni pazienti (vedi caso Welby) viene forzatamente spinta nei polmoni da supporti meccanici? Anche qui, come per la Nutrizione Artificiale, siamo in presenza di “ventilazione artificiale”. La nutrizione viene spinta da una pompa peristaltica, l’aria da un ventilatore. Cosa porta l’onorevole a non capovolgere anche questa definizione? O forse sarebbe osare troppo?

Una persona, durante un recente incontro a Pisa, ha chiesto se da parte dei parlamentari c’è pura ignoranza o malafede. La risposta è una sola: non è ammissibile l’ignoranza da parte di chi propone le leggi che andranno a regolamentare il vivere degli Italiani, perché hanno a disposizione tutti i mezzi per documentarsi, approfondire, e la possibilità di usufruire di audizioni da parte di tecnici specializzati e operatori del settore, ecc. Non può esserci spazio per l’ignoranza, per cui rimane solo la seconda alternativa.

Di fronte alle ferree convinzioni di alcuni parlamentari, che invece di farsi forte di un potere decisionale laico, sembrano preferire muoversi sulle parole e sul rigore di Pio XII che affermò «Per quanto concerne il paziente, egli non è padrone assoluto di se stesso, del proprio corpo, del proprio spirito. Non può dunque disporne liberamente», ci chiediamo perché questi stessi parlamentari non si ispirano alle parole del cardinal Bagnasco, che su Avvenire del 16 Marzo 2011, afferma che «…. quella sulla sospensione degli alimenti non è una battaglia teologica ma una questione laica, di buon senso e di ragionevolezza nel modo di concepire e praticare la cura di ciascuno di noi, quando è ammalato. Tutto qui: poche, grandi cose di sempre. Se fossero ricordate e rispettate da tutti una legge sarebbe inutile o perfino dannosa». Per cui se è «tutto qui», perché non lasciare che la Costituzione continui a proteggere la libertà individuale di rifiutare le cure visto che questa «non è una battaglia teologica ma una questione laica», e forse dare addirittura ragione al Cardinal Bagnasco, che ritiene che una legge così fatta sarebbe «perfino dannosa»?
* www.sinpe.it/Linee_Guida_NAD_ministeriali.pdf

(*) Portavoce del Coordinamento Laico Nazionale

www.cronachelaiche.it/2011/03/ddl-c...ne-artificiale/
 
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Alessandro Baoli
view post Posted on 28/3/2011, 09:03




Testamento biologico dei cristiani tedeschi: “Avvenire” attacca “MicroMega”


A seguito dell’articolo “Il nuovo Testamento biologico cristiano dei tedeschi” pubblicato su questo sito* a firma di Marlis Ingenmey, "Avvenire" ha parlato di una «Nuova biobufala delle Dat tedesche”. La replica di Ingenmey: ecco perchè il quotidiano dei vescovi non dice la verità.

La nuova bio-bufala delle «Dat tedesche»
di Andrea Galli, Avvenire, 17 marzo 2011

Scriveva Maurizio Crippa sul Foglio del 19 marzo 2009: «’La Conferenza episcopale tedesca approva l’eutanasia passiva e l’eutanasia indiretta. Lo annuncia la rivista MicroMega»‘. MicroMega?
Sì. Pare che d’ora in poi quel che pensano i vescovi cattolici tedeschi sia la rivista di Paolo Flores d’Arcais a deciderlo. O almeno così sembrano ritenere in molti, dal sito web che ieri pubblicava questa incredibile sintesi a Repubblica, che titolava: ‘I vescovi tedeschi: sì all’eutanasia passiva, è morte dignitosa’». Sono passati due anni e il copione si ripete. Tale e quale.
Sul sito di MicroMega è apparso il 7 marzo un lungo articolo a firma di Marlis Ingenmey, esponente dell’associazione pro-eutanasia LiberaUscita, che esamina il documento elaborato congiuntamente in Germania dalla Conferenza episcopale cattolica e dalla Chiesa evangelica, dal titolo Christliche Patientenvorsorge («dichiarazioni anticipate del paziente cristiano»). Il documento è stato presentato il 26 gennaio e vuole essere una guida alla compilazione di dichiarazioni anticipate di trattamento moralmente lecite dal punto di vista cristiano. Ha avuto tre versioni: la prima nel 1999, la seconda nel 2003, infine quest’ultima, che ha un’importanza particolare perché segue l’entrata in vigore della legge tedesca sul fine vita, nel settembre 2009. La presentazione che Ingenmey fa del testo cattolico-evangelico è sostanzialmente corretta. A parte alcuni passaggi in cui il pathos della militante forza la mano della traduttrice. Come quando, riferendosi alle versioni del 1999 e del 2003, scrive che «quel documento ufficiale… permetteva già anche al testatore ‘cristiano’ di richiedere, limitatamente alla fase terminale di una malattia con prognosi comunque infausta…, atti definiti, senza tante ambagi, di ‘eutanasia passiva’ e di ‘eutanasia indiretta’». Che detto così fa pensare a uno strappo – e che strappo – dei vescovi tedeschi rispetto alla morale cattolica. In realtà, in tutte e tre le versioni del documento cattolico-evangelico non si parla di Euthanasie, eutanasia, ma di Sterbehilfe, termine semanticamente più ambiguo, perché nel tedesco corrente è usato sia come come sinonimo secco di ‘eutanasia’ sia nel suo significato letterale di ‘accompagnamento alla morte’, ma in senso non eutanasico. Ed è questo il senso scelto dai vescovi tedeschi.

In ogni caso nel documento in questione il significato di passive Sterbehilfe e di indirekte Sterbehilfe è chiaro e corrisponde a quanto si legge nel Catechismo della Chiesa cattolica, rispettivamente ai paragrafi 2278 e 2279. Laddove è scritto che «l’interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all’’accanimento terapeutico’. Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire» (2278); e «L’uso di analgesici per alleviare le sofferenze del moribondo, anche con il rischio di abbreviare i suoi giorni, può essere moralmente conforme alla dignità umana, se la morte non è voluta né come fine né come mezzo, ma è soltanto prevista e tollerata come inevitabile» (2279). Ovviamente sempre nelle suddette ‘Dat tedesche’ la sospensione di nutrizione e idratazione di un paziente in stato vegetativo persistente è considerata moralmente il-lecita da parte dei vescovi cattolici. Mentre la Chiesa evangelica la ritiene lecita. Questo sarebbe il contenuto esplosivo del documento tedesco che MicroMega ha voluto titolare così: «Il nuovo Testamento biologico ‘cristiano’ dei tedeschi: L’eutanasia ‘passiva’ e l’eutanasia ‘indiretta’ sono ‘eticamente ammissibili’». Aggiungendo nel sommario, tanto per sommare confusione a imprecisione: «’Stato vegetativo persistente’: sì dei vescovi cattolici tedeschi alla possibilità di disporre la rinuncia a tutti i trattamenti salvavita, compresa la nutrizione artificiale, e la riduzione graduale dell’idratazione artificiale al sopraggiungere di una malattia intercorrente acuta potenzialmente letale». La bio-bufala è stata di nuovo servita. E a rilanciarla, oggi come allora, è stata ovviamente Repubblica, martedì, con un commento surreale dello storico Adriano Prosperi, che ha travisato pressoché tutto il travisabile. Con tanto di rimando al XVI secolo, al «trattamento diverso » riservato da Roma ai cattolici tedeschi alle prese con la Riforma rispetto a quelli italiani… E dire che bastava leggere con un po’ di attenzione l’articolo pesante ma intellegibile di MicroMega. È troppo per un accademico dei Lincei?
Per la seconda volta in due anni MicroMega & Repubblica confezionano una distorsione a uso italiano di un documento firmato in Germania dalle Chiese cattolica ed evangelica nel quale non c’è traccia di alcuna apertura eutanasica.

«Dat tedesche»: la bio-bufala rimane indigesta
Avvenire, 24 marzo 2011

Gentile direttore, replico al resoconto fatto da Andrea Galli della mia presentazione del nuovo Testamento biologico «cristiano» dei vescovi tedeschi il 17 marzo sul Suo giornale, che è tutt’altro che sostanzialmente corretto, e il fatto di averne taciuto proprio la «sostanza» rasenta la disinformazione. Comunque si vogliano definire gli atti che il testatore tedesco cattolico può disporre anticipatamente per l’ipotesi di non potersi esprimere al verificarsi di un determinato quadro clinico – il modo più appropriato sarebbe parlare di «rinuncia a trattamenti sanitari nell’esercizio del diritto all’autodeterminazione garantito dalla Costituzione » –, essi prevedono, «limitatamente alla fase terminale di una malattia con prognosi comunque infausta»: 1) il non inizio o l’interruzione di ogni trattamento salvavita, dalla «rianimazione » a «trasfusioni di sangue o suoi componenti », dalla «dialisi» alla «respirazione assistita», alla «nutrizione artificiale» (come «l’idratazione artificiale», un «trattamento terapeutico che richiede il consenso del paziente»); 2) la riduzione graduale dell’«idratazione artificiale»; 3) lo stop all’uso di «antibiotici »; 4) il via a quello di potenti analgesici che possano anche, senza che lo si voglia, abbreviare la sua vita. Tali «disposizioni» – diversamente dalle mere «dichiarazioni» o semplici «orientamenti» previsti dalle Dat italiane – sono «vincolanti» se «calzanti».

Posso capire l’imbarazzo della Chiesa cattolica italiana di fronte a questa realtà, ma l’onestà intellettuale dovrebbe forse sconsigliare di spacciarla per una «biobufala ». A queste «disposizioni», giudicate già dai vescovi tedeschi «eticamente ammissibili», si aggiunge col recente documento una «novità» clamorosa, anch’essa non di certo una «bio-bufala». Col benestare della Chiesa cattolica tedesca – che ha elaborato in proposito la precisa «formulazione» (da me riportata) da copiare testualmente alla voce «Disposizioni integrative » del modulo – anche il tedesco cattolico può ora predisporre gli stessi atti di cui sopra per il caso che venisse a trovarsi in «stato vegetativo persistente» e, accertata la perdita irrecuperabile della sua capacità di intendere e di volere, sopraggiungesse «una malattia intercorrente potenzialmente letale». Allora infatti «si può difficilmente invocare 'il dovere morale' di fare ricorso a 'mezzi straordinari' per cercare di combatterla», ma si raccomanda «il passaggio a cure palliative e di base» (di cui fa parte solo «l’appagamento, per via naturale, di fame e di sete se manifestate come sensazione soggettiva»), «non per provocare attivamente la morte, ma per permettere che essa si compia».
Marlis Ingenmey

Risponde Andrea Galli
Comunque si vogliano qualificare gli atti del testatore tedesco cattolico, certamente non si possono definire nel modo scelto da Marlis Ingenmey, modo che infatti non compare nel documento che abbiamo chiamato per semplicità Dat cattolico-evangeliche. Le quali hanno come riferimento non «il diritto all’autodeterminazione garantito dalla Costituzione» ma, come viene chiarito al paragrafo 2.2, l’etica cristiana e, sottinteso, il magistero della Chiesa, per quanto riguarda i cattolici. Nel modulo finale da compilare, le rinunce ai trattamenti che l’autrice elenca sono precedute da queste parole: «Nel caso io mi trovi… con tutta probabilità nell’immediatezza di una morte ineluttabile (unabwendbar im unmittelbaren Sterbeprozess) o nello stadio terminale di una malattia incurabile dal decorso letale». Il che significa trovarsi in quella specialissima condizione in cui il protrarsi delle cure può diventare un accanimento terapeutico. E, come recita il documento della Pontificia Accademia per la Vita Il rispetto della dignità del morente, «nell’immediatezza di una morte che appare ormai inevitabile e imminente è lecito in coscienza prendere la decisione di rinunciare a trattamenti che procurerebbero soltanto un prolungamento precario e penoso della vita, poiché vi è grande differenza etica tra 'procurare la morte' e 'permettere la morte': il primo atteggiamento rifiuta e nega la vita, il secondo accetta il naturale compimento di essa».

E’ ovvio che tali disposizioni nelle Dat cattolicoevangeliche siano considerate vincolanti per il medico, essendo de facto contro un possibile accanimento terapeutico. La legge sul fine vita in di-cussione alla Camera italiana è sulla stessa linea e semmai vuole garantire ancor di più l’eventuale testatore dal rischio di un accanimento terapeutico, quando è essa stessa a stabilire che «in casi di pazienti in stato di fine vita o in condizioni di morte prevista come imminente, il medico debba astenersi da trattamenti straordinari non proporzionati, non efficaci o non tecnicamente adeguati rispetto alle condizioni cliniche del paziente o agli obiettivi di cura».

Lo stesso discorso vale anche per chi si ritrovasse in stato vegetativo persistente (Wachkoma). La sospensione di alimentazione e idratazione via sondino e terapie varie è ritenuta lecita dai vescovi tedeschi solo nella situazione in cui sia prevista la morte in tempi brevi (in der der Tod in absehbarer Zeit eintritt), dovuta all’insorgere di una patologia acuta secondaria (eine akute Zweiterkrankung), secondaria rispetto a quella primaria che è lo stato vegetativo. E, a scanso di equivoci, i vescovi ribadiscono che «le persone in cosiddetto stato vegetativo persistente non sono morenti» (Menschen im so genannten Wachkoma sind keine Sterbenden).

Per quanto riguarda la disinformazione: Ingenmey è libera di continuare a credere che i contenuti delle Dat cattolico-evangeliche rappresentino delle «novità clamorose», ovvero delle brecce eutanasiche. Magari si chieda come mai non se ne è accorto nessuno, a partire dalla Santa Sede, che con la Chiesa tedesca qualche contatto ce l’ha e non ha esitato in passato a intervenire anche con energia su prese di posizione problematiche dei vescovi tedeschi (vedasi la vicenda dei consultori cattolici nel 2000). E come mai sui media tedeschi (pronti come e più che in Italia a cavalcare ogni strappo operato da vescovi e personalità cattoliche rispetto al magistero) l’unico commento significativo sul tema sia stato quello apparso il 26 gennaio sul laico Die Welt, dal titolo Le Chiese consigliano di rinunciare ai diritti dei pazienti, a firma di Matthias Kamann, sostenitore di una piena autodeterminazione del testatore. Nella prospettiva di Kamann, le disposizioni di trattamento previste dalle Dat cattolico-evangeliche (nella parte spacciata da noi per dirompente) sono soggette a tali restrizioni da rivelarsi inutili, anzi «assurde», in quanto riguardano atti dai quali un medico è già tenuto ad astenersi per la sua deontologia, che gli vieta appunto l’accanimento terapeutico. Se però può suonare sarcastico chiamare bio-bufale la tesi dell’autrice, la titolazione che del suo articolo ha fatto MicroMega e il grottesco rilancio che ne ha fatto su Repubblica Adriano Prosperi, le possiamo sempre chiamare bio-patacche.
* http://temi.repubblica.it/micromega-online...amente-ammissi/

(24 marzo 2011)

http://temi.repubblica.it/micromega-online...acca-micromega/
 
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Alessandro Baoli
view post Posted on 20/4/2011, 17:28




Ddl Calabrò, Sacconi spinge. Franceschini: “un orrore”

Il ministro del lavoro Maurizio Sacconi (PDL) ha espresso l’auspicio che l’esame del ddl Calabrò sul testamento biologico (sospeso per la discussione sulla prescrizione breve) sia “tempestivo”, in quanto “il parlamento non può abdicare al suo ruolo” per favorire “il ruolo creativo di segmenti ideologizzati della magistratura”. La maggioranza parlamentare ha contemporaneamente chiesto di cambiare il calendario già stabilito, anticipandone la discussione.
Dario Franceschini, capogruppo PD alla Camera, ha definito “un orrore” l’intento di portare questo tema “in piena campagna elettorale, evidentemente come argomento di campagna elettorale”. La discussione sul testamento biologico, ha commentato Franceschini, “andrebbe affrontata in parlamento in un clima di apertura e di disponibilità all’ascolto, non in un clima incandescente di campagna elettorale”.

Raffaele Carcano

http://www.uaar.it/news/2011/04/20/ddl-cal...hini-un-orrore/
 
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view post Posted on 27/4/2011, 15:35
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Premier: "Senza legge pm scavalcano Camere"
Aula approva proposta inversione odg
Il premier invia una lettera in vista dell'arrivo in Aula alla Camera del disegno di legge sul testamento biologico. Il testo, scrive il presidente del Consiglio, è "un risultato largamente condivisibile di sintesi e di mediazione alta". Battaglia sul calendario: Casini chiede inversione ordine del giorno. Pd ribadisce il no

Premier: "Senza legge pm scavalcano Camere" Aula approva proposta inversione odg
ROMA -"Sul 'fine vita' questione sensibile e legata alla sfera più intima e privata non si dovrebbe legiferare e anch'io la penserei così se non ci fossero tribunali che, adducendo presunti vuoti normativi, pretendono in realtà di scavalcare il parlamento e usurparne le funzioni". È quanto ha scritto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in una lettera ai deputati del Pdl in vista dell'arrivo in Aula, alla Camera, del disegno di legge sul cosiddetto testamento biologico. E Pier Ferdinando Casini, a nome dell'Udc, ha chiesto l'inversione dell'ordine del giorno della Camera, per passare subito all'esame del disegno di legge sul testamento biologico. La proposta, non condivisa dal Pd, è stata approvata dall'Aula della Camera.

"Scrivo questa lettera prima di tutto per ringraziarti dell'impegno speso nelle ultime settimane per far passare provvedimenti importanti in un contesto diffìcile e in un momento delicato per il nostro paese", spiega il premier, e "nella consapevolezza del grande senso di responsabilità, della lealtà e della compattezza dimostrate da tutto il gruppo parlamentare...Arriva in questi giorni in aula il disegno di legge sul cosiddetto 'testamento biologico'. È una legge parlamentare, su cui il governo non è tenuto a intervenire, ma allo stesso tempo è una legge che nasce da circostanze particolari su cui non solo il governo ha preso posizioni chiare e coraggiose, ma io personalmente mi sono adoperato ed esposto con assoluta convinzione".

"Nel
nostro partito, che rispetta profondamente le libere convinzioni di ciascuno esistono sensibilità diverse su questo tema e non è mia intenzione - scrive il premier - chiedere che queste convinzioni personali siano sacrificate o compresse. Credo però che il lungo lavoro sul testo di legge abbia portato a un risultato largamente condivisibile di sintesi e mediazione alta. Questa legge sancisce per la prima volta il principio laico di 'consenso informato' per cui nessun trattamento sanitario può essere compiuto sul paziente senza che questi abbia espresso il proprio consenso assicurando così la libertà di cura".

Il testo sul biotestamento che oggi arriva in aula è "un risultato largamente condivisibile di sintesi e di mediazione alta" che "traccia un confine netto con l'eutanasia, evitando anche i rischi di accanimento terapeutico", scrive il premier. "Noi liberali, cristiani, socialisti, riformisti, credenti di fedi diverse e non credenti- scrive Berlusconi - noi moderati, insomma, siamo convinti che la libertà, bene prezioso, non possa arrivare a negare la vita".

Quindi, rivolto, ai parlamentari, Berlusconi li invita: "Ti chiedo dunque, ancora una volta, impegno e partecipazione, sicuro che, come sempre, saprai conciliare l'etica della convinzione con quella della responsabilità, così come accade quando si è di fronte a scelte e a decisioni importanti. Sicuro di poter contare sulla Tua attenzione e sulla Tua lealtà, Ti invio il mio più cordiale ed affettuoso saluto".

(27 aprile 2011)

http://www.repubblica.it/politica/2011/04/...mento-15440882/
 
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Alessandro Baoli
view post Posted on 28/4/2011, 18:16




Testamento biologico: Berlusconi preme, il CLN invita a protesta civica “arancione”

In occasione della ripresa della discussione parlamentare sul testamento biologico, il capo del governo Silvio Berlusconi ha inviato una lettera a tutti i parlamentari del PDL, sostenendo che su una “questione sensibile e legata alla sfera più intima e privata non si dovrebbe legiferare”. Purtroppo, essendoci “tribunali che, adducendo presunti vuoti normativi, pretendono in realtà di scavalcare il parlamento e usurparne le funzioni”, si rende necessario approvare questa legge, che “sancisce per la prima volta il principio laico di ‘consenso informato’ per cui nessun trattamento sanitario può essere compiuto sul paziente senza che questi abbia espresso il proprio consenso assicurando così la libertà di cura”. Berlusconi afferma inoltre che il PDL “rispetta profondamente le libere convinzioni di ciascuno”, ed esistono al suo interno “sensibilità diverse su questo tema”. Benché non sia sua intenzione “chiedere che queste convinzioni personali siano sacrificate o compresse”, crede però anche “che il lungo lavoro sul testo di legge abbia portato a un risultato largamente condivisibile di sintesi e mediazione alta”.
Stamani si è svolta a Montecitorio anche la conferenza stampa del Coordinamento Laico Nazionale, di cui fa parte l’UAAR. I portavoce Maurizio Cecconi e Cinzia Gori hanno chiesto “una mobilitazione generale”, invitando la popolazione a “indossare qualcosa di arancione” per “testimoniare platealmente che la maggioranza degli italiani è contraria a questa legge contro il testamento biologico”. Il CLN ha individuato “tre strumenti” che possono essere messi in campo per far saltare comunque il provvedimento: “ricorsi individuali, referendum, oppure class action”.

Raffaele Carcano

http://www.uaar.it/news/2011/04/27/testame...vica-arancione/

Cosa fare di fronte a una legge liberticida
Raffaele Carcano*

È ripreso oggi l’esame parlamentare del ddl Calabrò. In discussione c’è una proposta che, in nome della laicità e del testamento biologico, stravolgendone il significato (come ha sottolineato molto bene ieri Carlo Flamigni) mira esplicitamente a introdurre una legge clericale che viola l’autodeterminazione dell’individuo. Purtroppo, tutto porta a pensare che il dibattito sarà breve, perché la legge è voluta da troppi: dalla Chiesa cattolica, ovviamente, ma anche da Berlusconi, dall’UDC, dai rutelliani, dai popolari del PD. Solo un’improbabile caduta del governo potrà fermarne l’iter. Siamo in campagna elettorale, se non si fosse capito, e un argomento come le scelte di fine vita è in grado di compattare la maggioranza e dividere l’opposizione.
Di fronte a un tale schieramento di forze poco si può fare, ma molto si deve fare. Quantomeno continuare a ricordare a voce alta che il ddl Calabrò recepisce ossequiosamente la dottrina cattolica, specialmente in materia di nutrizione e idratazione: nessun Dio ha chiesto questo, semmai qualche papa. Ed è indispensabile non dimenticare che il provvedimento sposta la libertà di scelta dall’individuo ad altri individui: i medici che dovranno prendere la decisione finale, i politici che attribuiranno loro tale responsabilità, i vescovi che hanno loro chiesto di approvare una legge che rappresenta un pugno in faccia al principio di autodeterminazione. Che, del resto, il magistero ecclesiastico nega: «la vita appartiene a Dio», dicono. Infine, indossare qualcosa di arancione, anche un solo fiocchetto, come ha chiesto il Coordinamento Nazionale Laico: un piccolo gesto, utile a informare e a far parlare quanto più possibile i cittadini.
Saranno molto probabilmente i tribunali (se l’Italia continuerà ad avere un ordinamento giudiziario autonomo) a dire la loro sulla legittimità o meno di un testo così illiberale. Ma già ora è impossibile negare che questa legge non solo sfregia la libertà di scelta, trasformando il cittadino da soggetto a oggetto, ma nega altresì la sua responsabilità individuale, ritenendolo incapace di comprendere le implicazioni di quanto vorrebbe sottoscrivere. Una legge paternalista, che mette nero su bianco che vescovi, medici e politici capiscono meglio del diretto interessato quali sono i suoi reali desideri.
Sarebbe già molto riuscire a ribadire tutto questo in ogni sede possibile. E ancora più importante sarebbe ribadirlo anche all’interno della cabina elettorale. Se tutti gli italiani favorevoli al testamento biologico (tre quarti della popolazione, dicono i sondaggi) smetteranno di votare chi contribuirà ad approvare un simile scempio, l’Italia sarà un paese incomparabilmente migliore. «La sovranità appartiene al popolo», recita l’articolo 1 della Costituzione.
Esercitatela.

* Studioso della religione e dell’incredulità, curatore di Le voci della laicità, coautore di Uscire dal gregge, segretario UAAR

http://www.uaar.it/news/2011/04/27/cosa-fa...ge-liberticida/

Testamento biologico, le votazioni riprenderanno il 18 maggio

L’agenzia AdnKronos informa che, in seguito a una decisione della conferenza dei capigruppo, la discussione alla Camera sul ddl Calabrò contrario al testamento biologico e alla libertà di scelta riprenderà il 18 maggio.

Raffaele Carcano

http://www.uaar.it/news/2011/04/28/testame...deranno-maggio/
 
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Alessandro Baoli
view post Posted on 6/5/2011, 06:32




Udine, in consiglio comunale battaglia sul registro dei testamenti biologici

Il consiglio comunale di Udine ha discusso l’altra sera di testamento biologico. All’ordine del giorno c’era la discussione su di una mozione favorevole all’istituzione del registro comunale delle dichiarazioni di fine vita, presentata 780 giorni fa dai consiglieri comunali Federico Pirone (SEL) e Gregorio Torretta (gruppo misto).
La discussione, più volte rimandata, era sostenuta anche in aula da esponenti dell’ Associazione Luca Coscioni, del Comitato Laico Nazionale, dall’ Associazione Per Eluana, dall’UAAR di Udine e da altri partiti e associazioni.
Alla fine del dibattito è stata respinta, con voto trasversale, la mozione Pirone-Torretta che prevedeva l’impegno diretto del Comune nell’ istituire e conservare il registro ed approvata una mozione proposta da una parte del PD che prevede l’istituzione del Registro in convenzione con l’Ordine dei Notai, con conseguente malumore tra quanti erano intervenuti a sostegno del testamento biologico e in passato avevano promosso una raccolta di firme per un referendum consultivo sull’argomento.

Claudio Calligaris

http://www.uaar.it/news/2011/05/04/udine-c...enti-biologici/
 
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Alessandro Baoli
view post Posted on 10/5/2011, 13:44




Debutta online LaMiaScelta.it, il primo network italiano del testamento biologico

Il diritto all’autodeterminazione viaggia in rete. Dal 5 maggio è online www.LaMiaScelta.it, il primo network del testamento biologico che raccoglie le volontà del popolo di internet, ma anche una serie di spunti e riflessioni in tempo reale su un tema così delicato ed importante.
Il testamento biologico è una dichiarazione anticipata di volontà che consente a chiunque – nel pieno possesso delle facoltà mentali – di dare disposizioni in merito alle terapie e trattamenti sanitari che intende o non intende accettare nell’eventualità in cui dovesse trovarsi nell’incapacità di comunicare. Si tratta di un atto che può essere modificato e revocato in qualsiasi momento e che può prevedere l’indicazione di una persona di fiducia, alla quale affidare scelte che l’interessato non sarà più in grado di assumere.
Sul sito è possibile inserire il proprio testamento biologico attraverso video, foto o testi e contribuire così alla creazione di un grande archivio virtuale con un ambizioso obiettivo: riportare l’attenzione su una questione – quella della dichiarazione anticipata di trattamento – che ancora oggi in Italia non ha una normativa precisa che ne regoli l’istituzione. Una mancanza grave, considerando come già nel 2001 il nostro Paese abbia ratificato la convenzione di Oviedo del 1997, la quale stabilisce che “i desideri precedentemente espressi a proposito di un intervento medico da parte di un paziente che, al momento dell’intervento non è in grado di esprimere la propria volontà, saranno tenuti in considerazione”.
Ovviamente i contenuti caricati dagli utenti non sostituiscono le dichiarazioni di trattamento anticipate né gli opportuni adempimenti di legge: LaMiaScelta.it costituisce un forte invito al dibattito ed una provocazione in favore della libertà di scelta, nonché uno strumento di sensibilizzazione nei confronti del legislatore all’emissione delle norme che mettano in pratica quanto stabilito dalla Convenzione.
A firmare il progetto Holly Water, giovane agenzia di comunicazione specializzata nella comunicazione non convenzionale che ha sposato con entusiasmo il progetto: «Le nuove forme di relazioni istituzionali passano dalla rete – spiega il direttore creativo Chiara Sansoni – e siamo sicuri che un network di utenti consapevoli costituirà un gruppo di pressione anche più forte dei tradizionali strumenti di lobby».
Nell’attesa di portare il dibattito in Parlamento, la community è infatti attiva anche su Twitter e Facebook con un network di persone e collettivi che si amplia di giorno in giorno.

Comunicato stampa Holly Water

http://www.uaar.it/news/2011/05/09/debutta...ento-biologico/
 
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Alessandro Baoli
view post Posted on 16/5/2011, 07:05




Spagna, il governo ripropone la legge sul fine vita

Il governo spagnolo guidato da José Luis Rodríguez Zapatero ha presentato il proprio progetto di legge per una morte dignitosa. Il provvedimento, se approvato, garantirà a ogni malato terminale il diritto che sia rispettata la sua volontà al momento di ricevere un trattamento: il paziente avrà l’ultima parola, e il medico sarà esonerato da ogni responsabilità. Preoccupazione è stata espressa dalle associazioni cattoliche. Il testo riprende la normativa già in vigore a livello regionale in Andalusia, Navarra e Aragona, già criticate dai vescovi locali. La sua discussione parlamentare è stata calendarizzata in giugno.

Raffaele Carcano

http://www.uaar.it/news/2011/05/15/spagna-...-sul-fine-vita/
 
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Alessandro Baoli
view post Posted on 19/5/2011, 12:53




Nuovo rinvio per la discussione sul ddl Calabrò

Il capogruppo PDL alla Camera, Fabrizio Cicchitto, ha annunciato l’intenzione del suo gruppo di rinviare ancora una volta la discussione sulla legge che nega valore al testamento biologico. Secondo Cicchitto, “è giusto e importante che una legge così delicata, che interpella la coscienza dei singoli, sia mantenuta al riparo da strumentalizzazioni e tensioni che possono essere accentuate dall’imminenza di scadenze elettorali”. Analoghe preoccupazioni sono state espresse da Giuseppe Fioroni, della minoranza popolare del PD, intenzionato ad appoggiare il provvedimento.

Raffaele Carcano

http://www.uaar.it/news/2011/05/18/nuovo-r...ul-ddl-calabro/
 
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Alessandro Baoli
view post Posted on 24/5/2011, 20:00




Bagnasco: “urgente” approvazione legge su fine vita

Nella sua prolusione all’assemblea generale della CEI*, il card. Angelo Bagnasco ha sottolineato che i vescovi italiani “avvertono urgente” il varo di una legge sul fine vita, “un approdo non solo importantissimo per le famiglie che hanno al proprio interno casi riconducibili alla evocata situazione, ma anche altamente significativo per la composizione calibrata e ispirata al principio di precauzione dei beni in gioco, senza dimenticare che – come afferma la Costituzione – la salute è fondamentale diritto dell’individuo, ma anche interesse della collettività (cfr art. 32)”. Bagnasco si è augurato che il provvedimento “non si imbatta in ulteriori ostacoli, ottenendo piuttosto il consenso più largo da parte del Parlamento”. L’arcivescovo di Genova ha anche ricordato l’impegno delle associazioni pro-life contro l’aborto, e ha sostenuto che “il cattolicesimo popolare è oggi sotto sfida da parte di un secolarismo per lo più inteso come fatale e dagli esiti inevitabili, quando invece è − ad osservare bene − anch’esso attraversato da contraddizioni, dunque tutt’altro che impossibile da affrontare a viso aperto”.
* www.agensir.it/sir/dati/2011-05/23-27/prolusione.pdf
Raffaele Carcano

http://www.uaar.it/news/2011/05/23/bagnasc...egge-fine-vita/
 
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Alessandro Baoli
view post Posted on 1/6/2011, 13:30




Rimandata a fine giugno la discussione parlamentare sul fine vita

Slitta a fine giugno la discussione parlamentare sul ddl Calabrò, il disegno di legge presentato dalla maggioranza di governo che nega valore al testamento biologico. La decisione è scaturita dalla conferenza dei presidenti di gruppo di ieri. Il relatore di maggioranza Domenico Di Virgilio (PDL) si è detto convinto che “sia bene che questo provvedimento, così delicato, sia affrontato lontano da appuntamenti politici che possono creare tensioni e strumentalizzazioni di vario genere. E a metà giugno sono previsti i referendum”.
Luciano Vanciu

http://www.uaar.it/news/2011/06/01/rimanda...-sul-fine-vita/
 
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114 replies since 14/1/2009, 11:53   2787 views
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