Meglio di niente. D'altra parte il risultato previsto -sono convinto- l'altro slogan lha raggiunto. In Italia, è tutto grasso che cola...
http://www.uaar.it/news/2009/01/29/genova-...o-circolazione/Genova, gli ateobus UAAR ‘tornano’ in circolazioneAvrebbero dovuto sfilare per la città dicendo che Dio non esiste, ma sono stati bloccati dalla concessionaria degli spazi pubblicitari che li trovava lesivi delle convinzioni religiose. Oggi gli ateobus hanno ottenuto il semaforo verde per un nuovo slogan e si preparano a dare ai genovesi due notizie allegre: “La buona notizia è che in Italia ci sono milioni di atei. Quella ottima è che credono nella libertà di espressione”.
«Dopo tutto l’inatteso bailamme per i vecchi ateobus, - spiega Raffaele Càrcano, segretario generale dell’Uaar - volevamo lanciare un altro messaggio: volevamo dire che, tra gli italiani, uno su sette è ateo o agnostico, anche se politici, media e aziende municipalizzate non ne tengono conto. La nostra è una campagna per la loro visibilità, perché più visibilità significa meno discriminazione e più rispetto». La IGP Decaux, la concessionaria degli spazi pubblicita-ri della società di trasporti genovese, ha dato il via libera al nuovo slogan, al posto del prece-dente: “La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno”.
Intanto la Uaar non ha desistito con il vecchio slogan, anzi. Il gruppo Facebook che sostiene gli ateobus ha già 4000 sostenitori e sono stati raccolti 23 000 euro di donazioni per metterli in circolazione in altre città. «Non desistiamo perché è in gioco la libertà di espressione: – insiste Carcano – dobbiamo ribadire che, per la nostra Costituzione, credenti e non credenti hanno gli stessi diritti, compreso quello di dire “Dio c’è” o “Dio non c’è”».
Comunicato stampa UaarL’Uaar ha diffuso questo comunicato perché la notizia, a sua insaputa, era già trapelata sulla stampa. Ne ha infatti dato notizia questa mattina Repubblica, nella cronaca di Genova, e la notizia è stata prontamente ripresa dal Secolo XIX e dall’ANSA.
Nota tecnica: l’UAAR ha deciso di parlare di “un italiano su sette” in base ai dati forniti dall’ultimo rapporto sulla libertà religiosa redatto dal Dipartimento di Stato Americano (1), non certo sospettabile di simpatie nei confronti dell’ateismo e dell’agnosticismo. Vi si può infatti leggere che “the most recent data indicate that approximately 14 percent of the population identifies itself as either atheist or agnostic“.
(1)
http://2001-2009.state.gov/g/drl/rls/irf/2008/108453.htmPubblichiamo qui sotto l’elaborazione grafica del nuovo slogan.
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Ma figurati se i cattoidioti non mettevano bocca anche su questo:
http://www.uaar.it/news/2009/01/30/ateobus...ogan-opinabile/Ateobus: per la curia anche il nuovo slogan è “opinabile”“Non è offensivo, ma è opinabile”. Nemmeno il nuovo slogan coniato dall’UAAR è piaciuto a don Silvio Grilli, direttore del settimanale cattolico Il Cittadino. Don Grilli, intervistato da Repubblica, ha ammesso che nessuno può contestare “che lo possano mettere”. Tuttavia, “che ci siano milioni di atei è un fatto opinabile e non possiamo saperlo né loro né noi”. In realtà dalle evidenze disponibili sembrerebbe che a essere opinabile sia piuttosto l’affermazione del sacerdote. La Chiesa cattolica ha del resto sempre cercato di sovradimensionare il proprio numero di fedeli, arrivando a pubblicare ogni anno un Annuario statistico che, sottoposto a una prova empirica, si è rivelato un contenitore di statistiche false su scala mondiale. Il tentativo di ridimensionare il numero di chi non fa parte del gregge è il logico corollario di questo atteggiamento.
A detta di don Grilli, il fatto che il primo slogan sia stato rifiutato e che il secondo sia stato accettato dimostra che “aveva ragione la Curia”. Ricordiamo come sia stato proprio don Grilli a far presente quanto fosse “svantaggiosa” per la città la pubblicità dell’UAAR: usando un tono allusivo che, secondo Corrado Augias, “ricorda da vicino l’ambiguo linguaggio della mafia”.
L’articolo di Repubblica riporta anche una dichiarazione di Raffaele Carcano, segretario UAAR: “Il nostro messaggio è anche un invito a chi ateo non è, ed in particolare ai cattolici, a dimostrare di credere nella libertà di espressione. Noi non ci offendiamo se qualcuno scrive che Dio esiste. La Curia invece aveva chiesto che i bus non circolassero ed ha speso parole di soddisfazione dopo la bocciatura”.
Sul Manifesto di oggi è stata pubblicata un’intervista a Silvano Vergoli, coordinatore del circolo UAAR di Genova. Dal canto suo, il Secolo XIX ha lanciato un sondaggio sul nuovo slogan coniato dall’UAAR: favorevoli, al momento, il 60% delle risposte.
Si fottessero...