Laici Libertari Anticlericali Forum

Ateobus e pubblicità laica

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SlyK
view post Posted on 15/1/2009, 18:33




CITAZIONE (Felipe-bis @ 15/1/2009, 13:34)
“In un momento drammatico di crisi economica e sociale, l’unica forza che ogni persona ha è la Fede in Dio. Pertanto bisogna impedire con fermezza ogni attacco di intolleranza che provoca ulteriore instabilità sociale”.

A riconferma del fatto che l'idea di Dio può tornare sempre utile, quando la vita reale fa schifo.
Una specie di "realtà parallela" in cui rifugiarsi quando le cose non vanno per il meglio. Ma non è simbolo di infantilismo? Di solito sono i bambini che si rifugiano in costruzioni mentali, che si creano amici immaginari per sfuggire alla realtà...

Mah, e questi dovrebbero essere i nostri politici...
 
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Kulkulcan
view post Posted on 15/1/2009, 18:49




CITAZIONE (SlyK @ 15/1/2009, 18:33)
CITAZIONE (Felipe-bis @ 15/1/2009, 13:34)
“In un momento drammatico di crisi economica e sociale, l’unica forza che ogni persona ha è la Fede in Dio. Pertanto bisogna impedire con fermezza ogni attacco di intolleranza che provoca ulteriore instabilità sociale”.

A riconferma del fatto che l'idea di Dio può tornare sempre utile, quando la vita reale fa schifo.
Una specie di "realtà parallela" in cui rifugiarsi quando le cose non vanno per il meglio. Ma non è simbolo di infantilismo? Di solito sono i bambini che si rifugiano in costruzioni mentali, che si creano amici immaginari per sfuggire alla realtà...

Mah, e questi dovrebbero essere i nostri politici...

guarda.. fose la religione il problema.. sono così facce di culo che venderebbero anche la loro madre.
 
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Felipe-bis
view post Posted on 15/1/2009, 20:10




CITAZIONE (SlyK @ 15/1/2009, 18:33)
CITAZIONE (Felipe-bis @ 15/1/2009, 13:34)
“In un momento drammatico di crisi economica e sociale, l’unica forza che ogni persona ha è la Fede in Dio. Pertanto bisogna impedire con fermezza ogni attacco di intolleranza che provoca ulteriore instabilità sociale”.

A riconferma del fatto che l'idea di Dio può tornare sempre utile, quando la vita reale fa schifo.
Una specie di "realtà parallela" in cui rifugiarsi quando le cose non vanno per il meglio. Ma non è simbolo di infantilismo? Di solito sono i bambini che si rifugiano in costruzioni mentali, che si creano amici immaginari per sfuggire alla realtà...

E' quello che penso anche io: 'sti qua non sono ancora usciti dall'infanzia della civiltà, quando serve attaccarsi a qualche gonna per sentirsi rassicurati e cercare protezione.
 
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topometallo
view post Posted on 16/1/2009, 17:29




profetico e menagramo il titolo del thread:gli atei si attaccano al tram

http://www.primocanale.it/news.php?id=42067

CITAZIONE

Bus atei, l'agenzia pubblicitaria di Amt ha rifiutato la richiesta

16/01/2009 14:48

Bus atei, l'agenzia pubblicitaria di Amt ha rifiutato la richiesta Si potrebbe dire, “tanto tuonò che piovve”. E probabilmente ora che la loro campagna pubblicitaria è stata bocciata, Atei e Agnostici sono ancora più convinti delle loro idee, ovvero dell’inesistenza di Dio.
La Igp Decaux, la società di Milano che si occupa di gestire gli spazi pubblicitari sui bus Amt di Genova, ha bocciato la richiesta dell’Uaar, che da febbraio, per un mese, avrebbe voluto far girare due autobus con la scritta “La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno”. Ricevuto il bozzetto con la scritta, la Igp ha fatto le verifiche del caso, arrivando a definire lo slogan contrario al codice di autodisciplina pubblicitaria. In particolare violerebbe l’articolo 10 che recita: “La comunicazione commerciale non deve offendere le convinzioni morali, civili e religiose dei cittadini”. E l’articolo 46 che invece si occupa dei messaggi di interesse sociale. “I promotori di questi messaggi – dice il Codice - possono esprimere liberamente le proprie opinioni sul tema trattato, ma deve risultare chiaramente che trattasi di opinioni dei medesimi promotori e non di fatti accertati”. Immediata la replica degli Atei e Agnostici, che hanno subito chiesto al Comune di Genova, in qualità di azionista di Amt, di revocare alla Igp la concessione degli spazi pubblicitari sui bus. "Biancheria intima e villaggi vacanze sì – dicono dall’Uaar – ma guai a chiedere uno spazio pubblicitario e a usarlo per dire che Dio non esiste. Sembra che in questo paese – dicono i non credenti – non ci sia spazio per dichiararsi atei, che sia qualcosa di cui parlare con vergogna, o non parlare affatto, pena la censura. Alla Igp vorremmo chiedere se direbbero di no a uno slogan che sostiene che Dio esiste”. Gli avvocati dell’Unione Atei stanno già valutando la vicenda, che ora, quasi certamente, avrà risvolti legali.

 
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SlyK
view post Posted on 16/1/2009, 17:37




CITAZIONE (topometallo @ 16/1/2009, 17:29)
dicono dall’Uaar ... vorremmo chiedere se direbbero di no a uno slogan che sostiene che Dio esiste

Di pubblicità dei preti ne siamo pieni!
Da quella dell'8xmille, alle pubblicità fornite dai Tg, agli striscioni "Aprite le porte a Dio" apparsi durante il Giubileo e mai scomparsi.
Mi rincresce dirlo, ma al momento il mio odio verso queste stronzate del "politically correct", per cui dovrei stare zitto e subire i "diritti" dei credenti, aumentano esponenzialmente.
 
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Felipe-bis
view post Posted on 16/1/2009, 17:48




CITAZIONE (topometallo @ 16/1/2009, 17:29)
profetico e menagramo il titolo del thread:gli atei si attaccano al tram

Per adesso!

Slyk: ma è proprio questo che otterranno: l'aumento dell'odio nei loro confronti, qualunque cosa succederà sarà colpa loro! :angry:

Intanto è importante che al no-vat siamo in tanti!!!
 
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Arammigu
view post Posted on 16/1/2009, 18:29




“I promotori di questi messaggi – dice il Codice - possono esprimere liberamente le proprie opinioni sul tema trattato, ma deve risultare chiaramente che trattasi di opinioni dei medesimi promotori e non di fatti accertati

...il colmo,è quello che non fa la religione da 2000 anni! :)
 
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Felipe-bis
view post Posted on 17/1/2009, 15:46




http://www.uaar.it/news/2009/01/17/ateobus...#comment-226014

Ateobus bloccati: reazioni

La bocciatura, da parte della IGPDecaux, della campagna UAAR per gli ateobus ha scatenato, come prevedibile, un vero e proprio diluvio di polemiche. I due gruppi dedicati all’iniziativa aperti su Facebook (Vogliamo i bus atei in tutta Italia!!! e Bus atei) in poco tempo hanno già rispettivamente raggiunto i 1.185 e gli 811 iscritti.
La notizia ha già fatto il giro del mondo (è arrivata anche in Sudafrica), e gli organi di informazione danno oggi ampia copertura della vicenda. Dal mondo politico, a sostegno dell’iniziativa UAAR è giunto l’invito di Franco Grillini, che ha parlato di “grave segno della mancanza di libertà che si registra oggi in Italia dove esiste una dittatura clericale che non consente il dissenso e le critiche”, invitando a estendere la campagna degli ateobus in tutta Italia. Pia Locatelli, capodelegazione del Ps a Strasburgo e presidente dell’Internazionale socialista delle donne, ha rilevato che “dove non colpisce la censura arriva l’autocensura”, constatando che “in Italia si può liberamente ragionare su ogni credo religioso ma non sull’ateismo, considerato alla stregua, se non peggio, della pornografia, mentre i credenti vengono considerati come bambini incapaci di accostarsi liberamente e convintamente alla loro fede, qualunque essa sia”.
Massima attenzione a Genova, ovviamente, dove un sondaggio sul sito del Secolo XIX vede al momento prevalere i favorevoli alla campagna UAAR. Il sindaco Marta Vincenzi ha chiesto attraverso l’AMT di conoscere nel dettaglio i motivi della decisione della concessionaria di pubblicità, anche se già le appaiono facilmente comprensibili. “Un’autentica censura” l’ha definita la Federazione Giovanile Comunisti Italiani.
Monsignor Franco Granata, rettore del Santuario della Guardia, non nasconde invece la sua gioia: “una minoranza di quaranta persone ha tenuto sveglia l’intera nazione su un tema che, in fondo, non è loro”. Don Silvio Grilli, direttore del Cittadino, organo di informazione della Curia di Genova, ha parlato di “una buona notizia e una scelta illuminata”. Lo stesso don Grilli, nei giorni scorsi, (vedi Repubblica online di ieri) aveva del resto chiesto lo stop della campagna: “In quanto al fatto che la pubblicità dovrebbe essere esposta sugli autobus, un bene per la comunità e per la città, è pensabile che coloro che dirigono l’azienda abbiano la capacità di valutare se sia davvero vantaggioso per loro accettarla. Come rifiutano pubblicità disdicevole, pornografica e offensiva della sensibilità delle persone che utilizzano i mezzi pubblici, sicuramente terranno conto dei contenuti di questa proposta e dei giudizi della gente”. Tali parole sono state definite da Corrado Augias, oggi su Repubblica, “il ricorso ad un’allusione che ricorda da vicino l’ambiguo linguaggio della mafia”. La dichiarazione di Grilli faceva seguito al ‘vaticinio’ di Avvenire, che l’altro ieri aveva anticipato che il debutto appariva ormai “sempre più in forse”, pur senza esplicitare la fonte della sua informazione. Sempre dei giorni scorsi è l’uscita dell’ormai impagabile Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria: dopo aver accusato l’azienda di trasporto genovese di “vendere l’anima al diavolo pur di incassare i soldi della pubblicità dell’UAAR”, e dopo aver esortato i fedeli a non pagare il biglietto, perché “tanto lo paga il demonio”, ha aggiunto di non volere “che quel bus, dove il diavolo ha messo la sua pubblicità, magari avesse qualche incidente” (Agenda Comunicazione).
Una segnalazione da Bologna: volantini del Movimento per la vita, con il chiaro obbiettivo di stigmatizzare le donne che abortiscono, sono presenti sul vetro dietro l’autista in buona parte degli autobus urbani. La società che cura la pubblicità sui mezzi di trasporto nel capoluogo emiliano è anche in questo caso la IGPDEcaux.
In questi giorni, e ancora in queste ore, l’UAAR è stata letteralmente inondata di messaggi di solidarietà, di nuove iscrizioni e di sottoscrizioni per la campagna di donazioni: il Comitato di coordinamento ringrazia ancora una volta tutti, e si impegna a portare avanti la campagna in tutte le sedi opportune.
Chiudiamo in allegria (ce n’è bisogno, in questi giorni) segnalando il sonetto di Francesco Burroni su Aprileonline e pubblicando una vignetta di Roberto Martina.

image

(per i links andare all'articolo originale)
 
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Felipe-bis
view post Posted on 19/1/2009, 14:04




Questa l'ho spedita venerdi al quotidiano free press D News. Era un pò più lunga, ma è importante che l'abbiano pubblicata. L'avevo spedita anche a EPolis e Metro, ma nisba.
Bisognerebbe bombardare i giornali con lettere di questo tipo tutti i giorni!

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view post Posted on 19/1/2009, 20:20
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http://notizie.alice.it/notizie/cronaca/20...i,17624554.html

'Dio esiste',manifesti in tutta Italia: la replica di CR agli atei
Mazzocchi: "C'è maggioranza silenziosa che non smette di credere"
postato 5 ore fa da APCOM
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* ##crisi economia/ ue a picco, italia…
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Roma, 19 gen. (Apcom) - Circa 20 mila manifesti in città di tutta Italia e 10 mila cartoline inviate a tutti gli organi di informazioni e alle associazioni di volontariato con lo slogan 'Una buona notizia: Dio esiste e anche gli atei lo sanno'. I Cristiano Riformisti (CR) hanno inaugurato così, oggi, la contro-campagna in risposta ai 'bus atei' dell'Unione degli atei e degli agnostici razionalisti: "Non vuole essere solo la risposta ad una battaglia degli atei, ma un messaggio forte da parte di noi cattolici che sentiamo oggi più che mai l'esigenza di ribadire le tradizioni e le radici della cultura italiana ed europea che trovano fondamento nel cristianesimo", spiega in una nota Antonio Mazzocchi, deputato Pdl e presidente dei Cristiano Riformisti.

Il layout delle iniziative è lo stesso: sullo sfondo un cielo azzurro con delle nuvole, in primo piano lo slogan a caratteri cubitali.

Per Mazzocchi "è una risposta a tutti coloro che di fronte ad una timidezza dei cattolici stanno occupando piazze che prima erano usate per fare processioni o manifestazioni di carattere religioso. Non è una casualità del destino che si concentrino tutti in un solo punto, magari proprio di fronte ad un duomo o una cattedrale ad affermare che in quel momento quello spazio è il loro. Lo fanno per dare una prova di forza, per contarsi e lanciare un messaggio chiaro e diretto. Noi Cristiano Riformisti, in maniera altrettanto chiara e diretta abbiamo intenzione di far capire bene che c'è una maggioranza silenziosa di italiani che non smette di credere e che - conclude - non ha alcuna intenzione di rinunciare alla propria identità religiosa nazionale".
 
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Felipe-bis
view post Posted on 19/1/2009, 20:33




FACCE DA CULO!!!!!!
 
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Kulkulcan
view post Posted on 19/1/2009, 21:41




La provocazione c'è stata, non hanno voluto dare i autobus? Va ben.
Ma adesso se apiccicano questi cosi, e favoriscono questa manifestazione non avranno più compassione da parte mia!!



I atei non possono ataccare un manifesto e i cattolici si ? O ma vogliono una guerriglia urbana?
 
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SlyK
view post Posted on 20/1/2009, 02:03




Tra l'altro, la notizia sul sito dell'UAAR, riporta il fatto che alcuni di questi manifesti siano stati appesi in maniera abusiva.

In pratica, noi abbiam pagato per farlo, ma siccome i bimbi piangono, allora niente da fare.

Loro, invece, fanno quel che gli pare.

Kul, davvero tra un po' si arriverà ad una guerriglia urbana.

Io spero solo di non avere esami durante quei giorni :P
 
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Felipe-bis
view post Posted on 20/1/2009, 13:40




http://www.uaar.it/news/2009/01/19/ateobus-anche-in-canada/

Ateobus anche in Canada

Ateobus anche in Canada? Quasi sicuramente. Sulla scia delle iniziative avviate in Inghilterra, USA, Australia, Spagna e Italia, anche in Canada è stata lanciata, da parte della Freethought Association of Canada, una Canadian Atheist Bus Campaign, che ha già raccolto 12.900 dollari canadesi (circa 8.000 euro). Un portavoce della diocesi cattolica di Toronto, intervistato dal National, ha detto che l’iniziativa “può portare a discussione e dialogo sulla fede”.
La reazione è più o meno la medesima che ebbe inizialmente la diocesi di genova nei confronti della campagna UAAR, salvo poi chiedere di bloccarla, riuscire (almeno temporaneamente) nel suo obbiettivo e manifestare soddisfazione per l’esito: come riporta il Telegraph, è ormai chiaro che è stata la Chiesa cattolica a bloccare l’iniziativa.
Giunge peraltro notizia che la IGPDecaux, dopo aver detto no all’UAAR, ha anche rifiutato il manifesto dell’ultimo spettacolo di Daniele Luttazzi in programma a Bologna: ne dà notizia lo stesso attore, intervistato da La Stampa.

per i links andare all'articolo originale

CITAZIONE (SlyK @ 20/1/2009, 02:03)
Tra l'altro, la notizia sul sito dell'UAAR, riporta il fatto che alcuni di questi manifesti siano stati appesi in maniera abusiva.

In pratica, noi abbiam pagato per farlo, ma siccome i bimbi piangono, allora niente da fare.

Loro, invece, fanno quel che gli pare.

Kul, davvero tra un po' si arriverà ad una guerriglia urbana.

Io spero solo di non avere esami durante quei giorni :P

Guarda: avrei tanta voglia anch'io di lanciare qualche pomodoro marcio... ma non so se augurarmi di arrivare a questo punto.
 
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Felipe-bis
view post Posted on 24/1/2009, 16:13




http://www.uaar.it/news/2009/01/23/qualche...a-ateobus-uaar/

Qualche riflessione sull’avvio della campagna ateobus UAAR

«Qualcuno può stupirsi di fronte all’affermazione che in Italia non si è liberi (o lo si è molto scarsamente) di essere atei, eppure è una verità tra le meno difficili da dimostrare». Sono parole del giurista Carlo Cardia, e risalgono al 1973. Nonostante dal 1984 non vi sia più una religione di Stato, e nonostante la Corte Costituzionale abbia stabilito che «il nostro ordinamento costituzionale esclude ogni differenziazione di tutela della libera esplicazione sia della fede religiosa sia dell’ateismo» (sentenza 117/1979) e che «il principio supremo della laicità dello Stato è uno dei profili della forma di Stato delineata nella Carta costituzionale della Repubblica» (sentenza 203/1989), la situazione sembra purtroppo la stessa di trentasei anni fa, salvo il fatto che ora Carlo Cardia scrive per Avvenire. Gli ateobus UAAR sono stati per ora bloccati.
Negli ultimi decenni la società italiana è diventata sempre più plurale e, soprattutto, secolarizzata. I non credenti italiani sono diversi milioni, molti di più di tutte le confessioni religiose di minoranza messe insieme. Sono in aumento, ma sono in aumento anche i messaggi che lo sportello UAAR S.O.S. Laicità riceve quotidianamente. Le discriminazioni segnalate sono di tutti i tipi: atti di culto a scuola, crocifissi e altre suppellettili religiose negli edifici pubblici, ora alternativa negata, sbattezzi negati, pillole del giorno dopo negate, campane amplificate a livelli degni di un concerto heavy-metal, matrimoni e funerali civili effettuati in luoghi incivili… e non è che la punta dell’iceberg, perché non tutti conoscono questo servizio e, purtroppo, non tutti trovano il coraggio di contattarlo.
Del quotidiano impegno dell’UAAR per assistere i cittadini non credenti (e non solo) alle prese con gli spaventosi deficit di laicità, se non di civiltà, di una buona parte dell’establishment non parla nessuno. Delle sue campagne informative… spesso nemmeno. La popolazione italiana, la classe politica, i mass media non sembrano nemmeno rendersi conto che nel nostro paese vivono (e vivono serenamente!) milioni di atei e agnostici.
L’idea di avviare una campagna di ateobus rispondeva a questa semplice esigenza: dar loro visibilità, fungere da antidoto al condizionamento sociale. Un non credente che sa di non essere solo è più stimolato non solo ad affermare pubblicamente le proprie convizioni, ma anche a segnalare eventuali discriminazioni. E un clericale a conoscenza dell’esistenza di un’associazione come l’UAAR può forse pensarci due volte, prima di porre in essere una sopraffazione.
A differenza di altre iniziative UAAR, quella degli ateobus ha ricevuto un’immediata e cospicua attenzione da parte dei mezzi di informazione. Ma dalle vicende di questi giorni, e dalla modalità di copertura che hanno riscosso, si può trarre un’amara riflessione: gli atei possono pure continuare a vivere serenamente, purché non esprimano pubblicamente le loro opinioni. Parafrasando Benedetto Croce, il messaggio che li raggiunge sembra essere «perché vi costringiamo a dirvi cristiani».
Non vogliamo tappare la bocca alla Chiesa cattolica. Il cardinal Bagnasco deve godere di libertà di parola. Quasi sempre, però, il cardinal Bagnasco è il solo ad avere la parola. Paradossalmente, è proprio grazie all’annuncio del lancio nella sua diocesi di una campagna ‘atea’ che l’UAAR e i non credenti si sono potuti riprendere un po’ di par condicio. Prevedibilmente, è stato proprio l’operato del cardinal Bagnasco e della sua curia, ben evidenziato dall’iniziale aperta contrapposizione alla campagna e dalla successiva «soddisfazione» per la sua bocciatura, a ripristinare lo status quo. Nel mondo della comunicazione si deve ascoltare un solo Verbo.
È poi discutibile che di vera e propria par condicio si sia trattato. Sull’UAAR sono piovute accuse di tutti i tipi: di aver offeso i credenti, di averli turbati, di aver proposto una pubblicità ingannevole, di aver osato voler parlare di religione su mezzi inadeguati, di arrecare danno alla società di trasporti genovese. Mostrare l’inconsistenza di queste accuse è semplice, specialmente dopo lo slogan dei Cristiano-Riformisti («Dio esiste… e anche gli atei lo sanno»: per dargli un senso occorre sostituire «atei» con «Satana»). I non credenti si sono sentiti offesi? Turbati? Ingannati? Ritengono che sia una pubblicità dannosa, promossa su supporti sbagliati? No. Ecco che un semplice confronto evidenzia quanto diverso sia l’approccio alla convivenza civile da parte di laici e clericali: i primi ritengono che ogni organizzazione possa esprimere la sua opinione, i secondi vorrebbero invece che si possa esprimere soltanto la loro.
Oltraggioso il nostro slogan? Molto probabilmente, se si presta ascolto a Fabrizio Du Chène de Vére, amministratore delegato della IGPDecaux, secondo il quale, potendo «essere offensivo per gli appartenenti alle grandi religioni monoteiste», ha deciso di respingerlo. Sicuramente, se si condividono le dichiarazioni del cardinal Bagnasco, che l’ha definito «una ferita alla sensibilità religiosa di tanta gente, e non soltanto dei cattolici». Eppure tale campagna è nata sulla scia di quella inglese, concepita dalla scrittrice Ariane Sherine dopo che, avendo visto due teobus, ben lungi dal restarne «ferita», ha pensato bene di ribattere con gli ateobus. Altro ottimo esempio di quanto siano diversi laici e clericali: i primi, di fronte a un’affermazione che non li convince, cercano di rispondere argomentando; i secondi cercano di far sparire l’affermazione, di modo che anche altri non patiscano la medesima «sofferenza». Le affermazioni di Du Chène e quelle di Bagnasco attestano inequivocabilmente quanto i credenti siano molto più permalosi dei non credenti. E forse anche molto più offensivi, a giudicare dal tenore dei messaggi che riceviamo in questi giorni da loro: il 95% è costituito da insulti.
Abbiamo turbato alcuni credenti? Certamente, come ad esempio ha sostenuto il vicesindaco di Roma, Mauro Cutrufo («si tratta di una chiara turbativa della pubblica opinione… Un’amministrazione pubblica deve tenere conto di questa sensibilità diffusa nella collettività»). Gli atei e gli agnostici non si turbano davanti a una scritta che inneggia a Dio. Forse, contrariamente a quanto si pensa comunemente, sono proprio loro ad essere più sicuri delle proprie convinzioni. Un sospetto che sembrerebbe allignare anche tra le gerarchie ecclesiastiche, osservando quanto temono che il proprio gregge sia esposto anche solo a una pubblicità ‘comparativa’. Curiosamente, il turbamento manifestato dai credenti sembra dar ragione a quanto afferma il nostro slogan: per vivere serenamente non c’è bisogno di Dio e, anzi, facendone a meno si è probabilmente anche più sereni.
Abbiamo ideato uno slogan ingannevole? Siamo stati accusati anche di questo: anzi, per la precisione, è questa l’accusa con cui la nostra campagna è stata denunciata all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato da parte del senatore Bornacin. Qualcuno, anche da parte laica, ha sostenuto che l’UAAR ha diffuso un’affermazione assertiva che, tra l’altro, era assente nell’originale inglese (peraltro a sua volta denunciata all’Autorità garante britannica per pubblicità ingannevole!). Ma la frase «Dio non esiste» è un’opinione per definizione, proprio perché qualsiasi affermazione attinente alla sfera religiosa non è provata né provabile empiricamente, siano esse frasi pro o contro l’esistenza di Dio. Ma ci immaginiamo un missionario evangelizzare il prossimo suo affermando che «Dio probabilmente esiste, ma probabilmente non esistono né Krisna né Buddha, né tutte le altre divinità che la mente umana ha mai concepito»? E se agli atei è vietato dire pubblicamente che Dio non esiste, un divieto analogo non deve essere esteso ai credenti che sostengono l’esatto contrario?
Ci rendiamo conto benissimo - io stesso l’ho scritto in un libro solo pochi mesi fa - che il nostro slogan non ‘sconvertirà’ nessuno, in quanto le scelte personali in favore della religione o della miscredenza vengono quasi sempre compiute durante l’adolescenza, e tendono a restare stabili lungo il corso dell’esistenza. Uno slogan pubblicitario, peraltro anche ironico (dovrebbe essere evidente il fatto che, per l’UAAR, l’inesistenza di Dio non rappresenta una cattiva notizia), andrebbe però valutato in quanto tale. E continuo quindi a trovarlo onesto, sicuramente più onesto di quello spot, ricordato da Curzio Maltese, in cui la Chiesa cattolica si vantava di aver destinato i fondi raccolti con l’Otto per Mille per le vittime dello tsunami nel Sud-est asiatico, omettendo di precisare che quella campagna era costata il triplo della somma effettivamente inviata alle popolazioni disagiate. Le donazioni raccolte dall’UAAR saranno invece integralmente utilizzate per dare visibilità alla miscredenza.
Un’altra accusa ricorrente sostiene che avremmo causato un danno alla società di trasporti. Nella versione proposta dall’impagabile Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria, gli ateobus avrebbero un’alta possibilità di incorrere in incidenti, in quanto autobus gestiti direttamente dal demonio. Dal canto suo don Silvio Grilli, direttore del giornale della Curia di Genova il Cittadino, ha chiesto agli amministratori se ritenessero «davvero vantaggioso» accettare la pubblicità atea sugli autobus, «un bene per la comunità e per la città». La miglior risposta a Grilli è stata già formulata da Corrado Augias, su Repubblica: la sua è «un’allusione che ricorda da vicino l’ambiguo linguaggio della mafia».
Più in generale, la vicenda si inquadra in un panorama politico che, a destra come a sinistra, sempre più identifica il cattolicesimo con una sorta di religione civile. Quando Maurizio Gasparri, presidente dei senatori PDL, si è dichiarato «sconcertato e rattristato» dalla campagna UAAR, non ha avuto bisogno di precisare perché: ha semplicemente pensato che fosse dato per scontato. E se anche il PD, a parte la sindaco di Genova Marta Vincenzi, ha mantenuto l’ormai consueto silenzio di tomba che riserva a ogni questione laica, non si può non rilevare come alcuni suoi autorevoli maîtres à penser, come Giancarlo Bosetti e Massimo D’Alema, intervenendo su altre questioni, abbiano esposto un’opinione sostanzialmente analoga: la religione è un fattore di coesione sociale, ergo (implicitamente) l’ateismo è fonte di divisione. Peccato che gli studi esistenti affermino il contrario. E peccato che, volendo, non ci sarebbe nemmeno bisogno di accedere a ricerche accademiche: basta un manuale di storia mondiale o una mappa dei conflitti in corso sul pianeta per constatare quanto le religioni siano divisive. Le parole di Gasparri, Bosetti e D’Alema costituiscono ragionamenti da palazzo del Potere, propri di chi pensa di usare la religione come instrumentum regni, senza avvedersi (o, più probabilmente, facendo finta di non vedere) che è la Chiesa cattolica a usare la politica come instrumentum religionis.
Quanto alla seconda parte dello slogan, anziché il concetto, forse un pochino troppo edonista, trasmesso dal messaggio inglese («enjoy your life»), abbiamo preferito puntare sull’autosufficienza, sull’autonomia e sull’autodeterminazione degli individui: tre atteggiamenti decisamente poco praticabili all’interno di un gregge. Il cielo si è aperto comunque: è ormai conclamato che in Italia, più di tre secoli dopo Pierre Bayle, si deve ancora dover spiegare, a politici e mezzi di informazione, che non avere una fede non significa essere immorali o delinquenti, non significa spingere la società verso il precipizio. Banalmente, basterebbe confrontare la percentuale di non credenti che vive nei dieci paesi che, secondo l’ONU, hanno il più alto indice di sviluppo umano con quella dei paesi che si trovano agli ultimi dieci posti.
La vicenda, da qualunque angolazione la si osservi, mostra dunque inesorabilmente quanto è decaduto negli ultimi tempi il nostro paese. Il nostro slogan è stato rifiutato facendo riferimento non a una normativa, ma a un codice di autodisciplina: anzi, citando un articolo di quel codice che riguarda la sola pubblicità commerciale. Ne dovremmo trarre la convinzione che anche i messaggi religiosi sono definibili «pubblicità commerciale»?
Peraltro, da un punto di vista legale l’affermazione «Dio non esiste» non è un’offesa per le convinzioni di nessuno, ma una convinzione che si contrappone a convinzioni altrui di segno opposto. La manifestazione di tali convinzioni è un diritto costituzionalmente riconosciuto e protetto, senza che sia mai stato (finora) considerato un’offesa.
E allora perché è accaduto? È accaduto perché esiste un Potere incurante del fatto che i messaggi che trasmette riceveranno critiche e provocheranno inquietudine nella popolazione. E perché si tratta dello stesso Potere che, non poi molti secoli fa, organizzava pubblici autodafé ai quali tutta la popolazione era obbligata ad assistere, pena il rinvio all’Inquisizione. Un Potere che può anche concepire che si possa concepire un pensiero non ortodosso, ma che ritiene che non si possa (che non si debba) manifestare alla luce del sole.
Se fossero certi della bontà delle proprie idee e dell’ampiezza del consenso che ricevono, le gerarchie ecclesiastiche non avrebbero certo bisogno di imporre divieti. Il loro comportamento denota invece, sempre più spesso, sia la paura della concorrenza (significativo lo ‘stop’ ai minareti recentemente chiesto dal cardinale Poletto), sia, ancor di più, la paura per la progressiva secolarizzazione del mondo occidentale: secolarizzazione che, come ben hanno mostrato i risultati dell’ultimo Eurobarometro, non risparmia affatto il nostro paese.
Ma le religioni non sono solo divisive: spesso sono anche invasive. Le gerarchie ecclesiastiche, sentendo franare il terreno sotto i propri piedi, consapevoli di non poter incidere sulle coscienze attraverso argomentazioni convincenti, tornano ancora una volta a comprimere la libertà di espressione con l’aiuto del braccio secolare e del condizionamento sociale. Le difficoltà della famiglia Englaro nel trovare una clinica disposta ad accogliere la figlia Eluana costituiscono, da questo punto di vista, un caso esattamente identico a quello degli ateobus.
Si potrà non condividere lo slogan scelto dall’UAAR, ma pensiamo sia difficile negare che si sia rivelato la miglior cartina di tornasole per conoscere di quale effettivo grado di libertà dispongono i cittadini italiani. La vicenda ha già raggiunto un punto fatidico: è possibile, in questo paese, godere degli stessi diritti nel voler dire che Dio c’è o che Dio non c’è?
Se la risposta sarà «no», allora avremo la prova provata che non siamo più un paese europeo (dove slogan analoghi non hanno avuto problemi), che non siamo più un paese laico (ammesso che lo sia mai stato), che non siamo più un paese civile dove si rispettano i diritti dell’uomo, ma verrà sancita, nero su bianco, l’abrogazione de facto degli articoli 3 e 21 della costituzione.
Sono questioni fondamentali che non riguardano ormai solo l’UAAR, o solo la laicità. Oggi è capitato a noi, domani potrà capitare a qualcun altro. Sono queste considerazioni che ci spingono a ribadire che l’UAAR si impegnerà con tutte le sue forze per l’affermazione di una piena parità di diritti tra credenti e non credenti. Se tanti si uniranno a noi, ce la faremo senz’altro.

Raffaele Carcano
Segretario UAAR


(per i links andare all'articolo originale)

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Magnifico: non ho una sola virgola da aggiungere!

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CITAZIONE (SlyK @ 20/1/2009, 02:03)
Tra l'altro, la notizia sul sito dell'UAAR, riporta il fatto che alcuni di questi manifesti siano stati appesi in maniera abusiva.

In pratica, noi abbiam pagato per farlo, ma siccome i bimbi piangono, allora niente da fare.

Loro, invece, fanno quel che gli pare.

Kul, davvero tra un po' si arriverà ad una guerriglia urbana.

Io spero solo di non avere esami durante quei giorni :P

http://www.uaar.it/news/2009/01/24/manifes...to-comune-roma/

Manifesti abusivi? L’UAAR ne chiede conto al Comune di Roma

A seguito della comparsa, in gran parte della città, di manifesti a firma del movimento politico dei “Cristiano-Riformisti” caratterizzati dalla scritta “DIO ESISTE… e anche gli atei lo sanno”, l’Uaar ha scritto ieri all’Ufficio per il decoro urbano del Comune di Roma per sollecitare la verifica sulla liceità di tali affissioni e ripristinare, eventualmente, la legalità.
I manifesti, infatti, sembrerebbero affissi abusivamente sia perché collocati su spazi non autorizzati, sia perché si presentano privi del timbro del Comune di Roma.
L’Uaar ha raccolto una documentazione fotografica comprovante le affissioni in sei punti della capitale (piazza dei Giuochi Delfici, piazza Maresciallo Giardino, stadio Olimpico, via Calzecchi Onesti, via Tagliamento 19 e 29) e l’ha allegata alla lettera indirizzata all’Ufficio per il decoro urbano chiedendo riscontro della segnalazione e delle sanzioni eventualmente applicate.
Non si vorrebbe arrivare all’assurdo che, mentre una pubblicità ufficiale contenente il messaggio “Dio non esiste” viene respinta (come successo nei giorni scorsi a Genova), una abusiva contenente il messaggio opposto, “Dio esiste”, campeggi indisturbata sui muri della capitale.

Comunicato stampa del circolo UAAR di Roma (per informazioni: [email protected])
 
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88 replies since 12/1/2009, 18:56   1662 views
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