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Morto don Ruggero Conti condannato in Cassazione a 14 anni e 2 mesi: Abusò di 7 bambini, Già garante per la famiglia di Alemanno. Non andò in prigione perché depresso e non risarcì le vittime

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view post Posted on 5/6/2013, 16:58
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http://orianomattei.blogspot.it/2013/06/al...ofilo-e-la.html

mercoledì 5 giugno 2013
Alemanno, il prete pedofilo e la dirigente rimossa per una carta – Tutta la storia - Il caso di Don Conti e la colpa addossata su una sua funzionaria, tenuta poi "immobile" a spese del Campidoglio. L'avvocato di Rita Camilli racconta come è andata
Alemanno, il prete pedofilo e la dirigente rimossa per una carta - Tutta la storia

Tre giorni fa la III Corte d’Appello di Roma condanna don Ruggero Conti a 14 anni e 2 mesi di reclusione per avere abusato di 7 ragazzi. La pena è ridotta di un anno e due mesi rispetto al primo grado perché tre casi di abuso sono prescritti. Conti era parroco della Chiesa della Natività di Maria Santissima e garante per le politiche familiari e per le periferie nella campagna di Alemanno nel 2008 (Conti viene arrestato il 30 giugno 2008, mentre stava organizzando con l’oratorio la partenza per Sidney in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù). Nel processo avviato nel 2009, il Sindaco Alemanno firma per la non costituzione come parte civile del Comune di Roma – nonostante la richiesta di Mario Staderini (che qui spiega le ragioni dell’azione popolare avviata e qui cos’è successo intorno al processo). Quando gli si chiede ragione del no, Alemanno dice che non aveva letto – pur avendo firmato il documento – e la “colpa” del rifiuto è attribuita a una dirigente, Rita Camilli, rea di avere riportato le indicazioni ricevute dall’Avvocatura del Comune. Camilli viene sottoposta a un provvedimento disciplinare e a un’indagine “fantasma”, poi reintegrata ma lasciata per mesi senza un incarico. Dalla sospensione alla decisione di andare anticipatamente in pensione, nel maggio successivo, Camilli riceve regolarmente il suo stipendio da dirigente dal Comune che, però, non la fa lavorare.
Comunali di Roma, Alemanno al seggio
PARTE CIVILE O NO? – In questa storia c’è anche un vero e proprio giallo. Il 16 giugno 2009, all’udienza preliminare, sul banco arriva nero su bianco una memoria firmata da Alemanno con cui il sindaco dichiara di non volersi costituire parte civile opponendosi così alla candidatura di Mario Staderini dei Radicali Italiani, che chiedeva legittimamente di costituirsi parte civile a nome del Comune di Roma. “La cosa inizia dal 2007 da quando il comune si costituiva parte civile nei casi di violenza sessuale sulle donne e non nei casi di violenza sessuale sui minori – spiega Staderini contattato da Giornalettismo – cosa molto anomala”. “Mi era venuto il dubbio – spiega – forse perché nei casi che colpiscono di più l’opinione pubblica in genere coinvolgono preti”. Quando scoppia il caso Conti Staderini invia una richiesta ad Alemanno: “Una raccomandata dove notifico al sindaco la mia volontà di costituirmi come parte civile per il Comune di Roma e invitavo lui a sua volta a farlo. Questo per non lasciare sole le vittime, in un processo pesante, dove spesso le persone lese rischiano di passare al banco degli imputati”. Non riceverà risposta. Il giorno dell’udienza però arriva l’amara sorpresa. Ma dal palazzone di giustizia non si bada all’indicazione del primo cittadino. “A quel punto -spiega Staderini – il Tribunale mi costituisce come parte civile per il Comune di Roma e assieme all’avvocato Elisabetta Valeri difendiamo i ragazzi per tutto il primo grado”. Strano, perché sempre poche ore dopo l’inizio del processo, Alemanno fa dichiarare al suo portavoce Simone Turbolente: «Il Comune di Roma si è regolarmente costituito parte civile nel processo a carico di don Ruggero Conti. È quindi destituita di ogni fondamento qualsiasi notizia contraria».
COS’È DAVVERO SUCCESSO? – Il giorno successivo alla notizia della condanna in appello di Ruggero Conti, sabato primo giugno 2013, telefoniamo Rita Camilli, ex responsabile del Dipartimento Promozione dell’Infanzia, Famiglia e Gioventù del Comune di Roma. Le chiediamo se posso farle qualche domanda su quanto accaduto nel 2009. Preferisce non entrare nel merito della questione: “la vicenda è in corso ed è molto delicata”, mi dice. Mi conferma di essere in pensione da tre anni, dal 24 maggio del 2010, e mi consiglia di parlare con il suo avvocato, Rossella Lonetti.
CONTENZIOSO CON IL COMUNE – Stamattina contattiamo l’avvocato di Camilli, Rossella Lonetti, che ha la pazienza di spiegarci com’è cominciata questa storia e a che punto siamo. “È in corso un contenzioso nei confronti del Comune di Roma. La signora Camilli lamenta danni psicofisici e all’immagine”. Ma andiamo per ordine e torniamo alla primavera del 2009, quando la mancata costituzione come parte civile del Comune nel processo contro Ruggero Conti – accusato di avere abusato sessualmente di alcuni ragazzini – scoppia e porta alla sospensione di Camilli.
Gianni Alemanno chiude la sua campagna elettorale insieme a Silvio Berlusconi
COSTITUIRSI PARTE CIVILE – Non c’è un precedente specifico in materia di pedofilia, ma bisogna chiarire che per il Comune di Roma costituirsi parte civile sarebbe stata, ovviamente, una scelta più simbolica e politica che giudiziaria: sarebbe poi stato sempre il giudice a valutare i fatti. Sarebbe stato un gesto di sostegno verso le presunte (allora) vittime e contro il presunto (allora) carnefice. Era un problema di immagine del Sindaco e del Comune. Il burrascoso rapporto tra politica e dirigenza, però, in questo caso è esploso. “Su una cosa tanto grave – aggiunge Lonetti – il Capo di Gabinetto è stato invitato dalla dirigente a trasmettere le direttive, proprio per l’assenza di precedenti”. Avrebbe dovuto cioè procedere a una valutazione politica. E forse l’ha fatto, ma nessuno si aspettava tanto clamore.
“È TUTTA COLPA DEL DIRIGENTE” – Camilli è stata sospesa dal suo incarico – sapendolo dai giornali, perché la comunicazione ufficiale è arrivata dopo due giorni. “Non solo – mi racconta l’avvocato Lonetti – ricordo un comunicato dell’Ufficio Stampa del Campidoglio (non un giornale, la cui imprecisione sarebbe stata più comprensibile) che in quei giorni ha titolato: “Pedofilia: rimosso dirigente”. Sembrava che la dirigente fosse stata rimossa perché colpevole di pedofilia. Nel testo ovviamente la vicenda è spiegata, ma il titolo – in neretto – era davvero inopportuno e brutale”.
PROCEDIMENTO DISCIPLINARE – Nei confronti di Camilli è stato avviato un procedimento disciplinare. Le è stata contestata la mancata costituzione in giudizio del Comune – ma il Sindaco ha firmato un documento il 4 giugno 2009 (“Tribunale Penale di Roma – Sez. VI Collegiale – Proc. R.G. P.M. n. 486/08, udienza del 16.6.2009, Atto di Costituzione”) in cui c’è scritto che “il sottoscritto […] dichiara di non aderire”. Nello stesso documento si nomina la “apposita Determinazione Dirigenziale (27.5.2009 n. 118 […]), adottata dal competente Dipartimento XVII del Comune di Roma”. La decisione finale del Sindaco avrebbe seguito le “indicazioni” di Camilli – che però ha sentito e ha seguito l’Avvocatura del Comune. “In altre parole – chiarisce Lonetti – Camilli si è limitata a interpretare le indicazioni dell’Avvocatura e a farle proprie”.
guarda il documento:
La lettera del no
“PREFERIREI DI NO” – La mancata costituzione del Comune deriverebbe da un provvedimento redatto dalla signora Camilli, ma che a sua volta richiama un parere formale dell’Avvocatura del Comune. Prosegue Lonetti: “Camilli non è stata incauta, ha chiesto: come mi devo comportare? Lei non ha competenza in costituzione in giudizio penale, perciò ha seguito le indicazioni degli organi competenti. È anche prudente, e ha conservato la minuta redatta con un avvocato del Comune durante i lavori per redigere la risposta con il “preferiremmo di no””. Alla Bartebly, lo scrivano di Herman Melville, ma con una bomba che non sarebbe dovuta scoppiare, ma rimanere nel silenzio e nella disattenzione generale.
IL SINDACO FIRMA SENZA LEGGERE? – Quel provvedimento è stato portato al Sindaco dall’Avvocatura. È il Sindaco che decide se costituirsi oppure no, non certo la dirigente e in questo caso nemmeno l’Avvocatura. Perché, appunto, la vicenda è grossa, coinvolge un ex parroco e reati gravissimi. Il sindaco ha firmato. Senza leggere? Sarebbe forse ancora più grave dell’avere firmato consapevolmente e intenzionalmente di non costituirsi: come è possibile firmare un documento del genere senza averlo letto? E quali altre importanti decisioni potrebbe firmare un Sindaco tanto distratto? Se poi nessuno protesta tutto fila liscia; in caso contrario si può sempre attribuire la responsabilità a qualcun altro.
INTERPRETAZIONE DELL’AVVOCATURA – Per capire meglio le responsabilità delle parti soffermiamoci su questo punto. L’avvocato Lonetti ricostruisce quelle della sua assistita. “Camilli ha detto: l’Avvocatura ha dato valutazione negativa, io mi conformo. Camilli, prima di concludere il procedimento, aveva chiesto indicazioni anche al Capo del Gabinetto. Il Capo di Gabinetto non ha mai risposto, e anche questo appare bizzarro. Io rispondo alle richieste, lei no? Entro fine maggio bisognava rispondere (pare anche che il provvedimento fosse arrivato prima a un altro dirigente che aveva detto di non averne competenza). L’Avvocatura del Comune, richiamando l’assenza di precedenti e la delicatezza della vicenda, ha suggerito di non costituirsi. Tra questa decisione e il procedimento disciplinare verso Camilli c’è il silenzio – come ho già detto, Camilli l’ha saputo dai giornali. “Può immaginare – mi chiede Lonetti – cosa significhi subire una sospensione, il clamore dei giornali e le loro interpretazioni da capro espiatorio? Non è bello essere associati a una vicenda simile. Il Sindaco ha anche rilasciato un’intervista in cui ha fatto considerazioni particolarmente pesanti su Camilli. Fino a qualche mese fa era ancora rintracciabile il file audio sul sito di Radio Radicale: “Era una signora vicina alla pensione… questi deficienti di burocrati”.
“Vi racconto la storia di Alemanno e del prete pedofilo” 3
REINTEGRAZIONE – Subito dopo la sospensione, l’avvocato Lonetti ha proposto un giudizio d’urgenza per chiedere che Camilli fosse reintegrata. Nel corso di quel giudizio il Comune si è difeso dicendo che il Sindaco non può leggere tutti gli atti che firma. “Ma non era certo un atto qualsiasi – sottolinea Lonetti – ammesso poi che sia lecito firmare un atto qualsiasi senza leggerlo, tanto più quando arriva direttamente dall’Avvocatura”.
E non solo: in questo caso c’erano rapporti stretti, politici e personali, con don Ruggero Conti. Era una questione di ordine penale. Non era una vicenda che riguardava un semaforo caduto o una buca. Forse nessuno si aspettava che qualcuno avrebbe chiesto, come ha fatto Mario Staderini in giudizio: “perché non c’è il Comune di Roma?”.
C’HANNO PROVATO – Sciatteria o intenzione? Dopo il documento del 4 giugno 2009 firmato dal Sindaco, e dopo la richiesta di Staderini, era ormai impossibile dire che il no del Comune fosse intenzionale. Bisognava trovare qualcuno cui passare la colpa per dichiararsene estraneo e per uscire pulito da questa palude. Se hanno rimosso Camilli, non avrebbero dovuto anche indagare sul Sindaco distratto e sull’Avvocatura che aveva consigliato di non costituirsi? Cioè, o tutti o nessuno. Invece l’accertamento ha colpito l’elemento più fragile e quello meno responsabile – vaso di terracotta tra vasi di bronzo.
ISTRUTTORIA “FANTASMA” – Dopo un paio di mesi dalla sospensione Camilli è tornata a lavoro, retribuita (come accade in caso di procedimento disciplinare). Il giudice ha detto “è stata reintegrata, non c’è problema”. “Ma per noi non era così!”, commenta Lonetti. “Inoltre non risulta alcuna istruttoria successiva alla sospensione. Dopo la sospensione, il Comune ha ricevuto le nostre giustificazioni (cioè la documentazione a supporto della correttezza del comportamento di Camilli) e, infine, c’è stata la reintegrazione”. Il 25 giugno 2009 s’è svolto l’incontro in Campidoglio con il Segretario Generale e l’Avvocatura del Comune. Lonetti ha portato una memoria scritta molto documentata. Dopo questo incontro il silenzio. “Non mi risulta che ci sia stata alcuna ulteriore istruttoria. Hanno esaminato quello che abbiamo portato noi senza aggiungere nulla, ma per il reintegro c’è voluto ancora circa un mese e mezzo. Noi abbiamo fatto anche un reclamo, e il giudice del reclamo ha detto che era stato il Sindaco, sottoscrivendo l’atto, a essersene assunto la responsabilità”. Mi ricorda all’asilo quando dicevamo: “me l’ha detto lui” per giustificare azioni di dubbia portata morale. Soprattutto, poi, su un caso del genere. “Il provvedimento finale è delizioso. Dicono: non ci sono estremi per alcun provvedimento disciplinare, certo la invitiamo a una maggiore attenzione”.
RIORGANIZZAZIONE DEL COMUNE – Intorno ad agosto, dunque, Camilli è reintegrata. Nel frattempo una riorganizzazione generale del Comune ha soppresso il suo ufficio. Certo, magari questo è una sfortunata coincidenza temporale, ma possibile che non ci fosse nulla da farle fare? Gli altri dirigenti coinvolti nella riorganizzazione sono stati ricollocati, c’è una serie di provvedimenti di ricollocazione da ottobre all’inizio di aprile 2010 – dice Lonetti. Per mesi Camilli è stata invece immobile, finché ha deciso di andare in pensione, stufa di guardare i muri. Il Comune ha ricevuto diverse richieste per farle dare un incarico tramite il suo avvocato, ma non ha mai risposto. “Se una società privata riceve una lettera da un avvocato si mette in allarme, cerca di rimediare, non foss’altro per evitare una causa”, conclude Lonetti.
Giornalisti e personalità politiche davanti casa di Giulio Andreotti
PAGATA PER MESI PER NON FARE NULLA – E se non fosse già abbastanza la frustrazione personale di essere costretta a non lavorare e di ritrovarsi sulla lista nera del Sindaco, questa situazione al Comune di Roma è costata mesi di stipendio da dirigente, fino al maggio 2010 quando Camilli ha deciso di anticipare la pensione perché non ne poteva più. Economicamente Rita Camilli non ci ha rimesso, il Comune di Roma però sì – tenendola a guardare le pareti. E ora rischia anche di pagare altri soldi se sarà accettata la richiesta di risarcimento per danni psicofisici e di immagine: “cercando su internet escono ancora i vecchi articoli in cui Camilli viene associata a questa grave vicenda”. Si dovrebbe sapere qualcosa verso la fine del 2013 o all’inizio del 2014.
SOLO LE SPINE – La morale di tutta questa vicenda è sintetizzabile così: “mettere alla berlina una persona per avere fatto il proprio dovere, non cercare di rimediare”, per usare le parole dell’avvocato Lonetti. “Nemmeno le scuse, nemmeno un mazzo di fiori. Solo le spine. Se la sono dimenticata”. Se nessuno avesse chiesto quale fosse la posizione del Comune, forse non sarebbe accaduto nulla. Ma una volta che si è dovuta cercare la responsabilità della mancata costituzione, la risposta è stata: “è tutta colpa di Rita Camilli”. Anche umanamente sembra una decisione spaventosa. Rimangono molte domande. Rimane il passato di don Ruggero Conti: uno dei sostenitori della campagna di Alemanno, uno che magari suggeriva ai suoi fedeli di votarlo. Costituirsi parte civile sarebbe forse stato uno sgarbo verso un passato alleato? Com’è possibile leggere un provvedimento in cui c’è una persona che conosci, cui hai affidato un incarico ufficiale, e non dare precise direttive politiche? O era proprio quel rifiuto la risposta politica? Un rifiuto che sarebbe però dovuto restare silenzioso, non notato, nell’ombra e che invece ha avviato una serie di scuse e di rimedi peggiori del rifiuto stesso.(S. Carboni e C. Lalli per "Giornalettismo.com")
 
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view post Posted on 22/10/2013, 02:29
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http://www.corriere.it/inchieste/reportime...4fa45538a.shtml


Pedofilia nella chiesa, il risarcimento sottobanco della Curia


I legali di una vittima di un prete pedofilo scrivono al Vicario del Papa per ottenere un risarcimento in via bonaria. Lui li rimanda allo stesso Vescovo che, come emerso dal processo, fu informato degli abusi commessi nella sua diocesi e non intervenne.

I legali di una vittima di un prete pedofilo scrivono al Vicario del Papa per ottenere un risarcimento in via bonaria. Lui li rimanda allo stesso Vescovo che, come emerso dal processo, fu informato degli abusi commessi nella sua diocesi e non intervenne.

È in corso una trattativa segreta in cui la Chiesa si propone di risarcire una vittima di un prete pedofilo camuffando i soldi sotto forma di carità. Il tavolo si è aperto quando è arrivata la sentenza della corte di appello di Roma che ha condannato don Ruggero Conti a 14 anni e due mesi di carcere per aver violentato sette minorenni. All’epoca dei fatti don Conti era il parroco della borgata romana di Selva Candida e poco prima del suo arresto (nel 2008) era stato nominato come delegato alle politiche della famiglia dall’allora futuro sindaco di Roma Alemanno.

I giudici hanno anche condannato il prete a risarcire le sue vittime, rimandando al tribunale civile la quantificazione del danno, ma il sacerdote è nullatenente e ha già fatto sapere che in ogni caso non pagherà. Per questo i difensori di uno dei ragazzi abusati hanno deciso di provare ad ottenere il risarcimento dalla Chiesa stessa in via bonaria.

L’alternativa sarebbe quella di fare causa in sede civile alla diocesi, contro la quale ci sono le testimonianze raccolte dal pm Francesco Scavo: secondo i racconti dei testimoni, infatti, risulta che il vescovo, il Monsignor Gino Reali, era stato avvisato di quello che per anni avveniva nella canonica.

Il Monsignore, ancora oggi capo della diocesi romana di Porto Santa Rufina, è stato anche iscritto nel registro degli indagati per violenza sessuale in concorso con il parroco, posizione poi archiviata perché, scriveva il magistrato: «Reali ha tenuto un comportamento eccessivamente passivo o indolente nella conduzione della vicenda che (seppur rilevante sotto altri profili) non è in alcun modo idoneo a costruire il fondamento di una responsabilità penale».

Secondo uno dei difensori di uno dei ragazzi molestati, il presupposto giuridico della “colpa in vigilando” potrebbe costituire il fondamento di una possibile condanna della diocesi in sede civile, ma gli avvocati hanno per ora scelto una strada diversa da quella dello scontro frontale: nella scorsa primavera hanno scritto una lettera garbata al vicario di Sua Santità il cardinale Agostino Vallini, arcivescovo della diocesi di Roma, per chiedere se la Chiesa volesse farsi carico delle sorti economiche del loro assistito, visto che il giovane vive in uno stato di indigenza.

Il Cardinale ha risposto dopo pochi giorni e con toni cordiali spiegando che l’affare era di competenza proprio dello stesso monsignore Reali. I legali, interessati a chiudere la trattativa per il bene del ragazzo, hanno comunque scritto anche al Monsignore. Come risposta, quest’estate sono stati contattati da un avvocato della diocesi che ha proposto un incontro e ha prospettato la possibilità di un risarcimento da parte della Curia elargito sotto forma di opera di carità.

Monsignor Reali ad oggi non è mai stato sottoposto in Vaticano ad alcuna indagine disciplinare, e non risulta che abbia ritenuto necessario avvisare la Congregazione per la Dottrina della Fede, incaricata in Vaticano di esaminare casi del genere, dei sospetti diffusi sul parroco.
22 ottobre 2013
 
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view post Posted on 13/10/2014, 09:26
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http://www.caramellabuona.org/web/9-news/4...ra-i-fatti.html

Ci stiamo preparando ad altri importanti appuntamenti per far vincere ancora Verità e Giustizia: in settembre, con i nostri straordinari avvocati Nino Marazzita e Monica Nassisi, saremo presenti in Corte di Cassazione a Roma, per il terzo grado di giudizio (quello definitivo) a carico di Don Ruggero Conti, già condannato a oltre 14 anni di carcere e a Obren Mededovic, già condannato a oltre 9 anni di carcere.
Noi siamo pronti e contiamo naturalmente sul sostegno morale dei tanti nostri sostenitori !
 
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view post Posted on 14/3/2015, 15:46
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http://www.secoloditalia.it/2015/03/pedofi...parroco-romano/

Pedofilia: 7 minori abusati, confermati 14 anni a un parroco romano

di REDAZIONEvenerdì 13 marzo - 18:00
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È arrivata la parola “fine” su uno dei casi di pedofilia più gravi tra quelli che hanno coinvolto uomini della Chiesa italiana: la Cassazione ha confermato la condanna per l’ex parroco don Ruggero Conti. Almeno sette le vittime di abusi sessuali per fatti che cominciarono nel 1998 in una parrocchia della periferia romana. A darne notizia è il vicario generale della diocesi di Porto-Santa Rufina, monsignor Alberto Mazzola, sottolineando che il vescovo e tutta la comunità «rinnovano la più sentita vicinanza a tutte le vittime di questa grave e penosa vicenda». Oltre alla giustizia italiana, c’è un processo canonico: «Conclusa la prima fase ora la Congregazione per la Dottrina della Fede stabilirà i passi successivi», riferisce ancora la diocesi. In ogni caso Ruggero Conti non poteva più svolgere il suo ministero pubblicamente dal 2008 ed era poi stato sospeso “a divinis” già dal 2011. I fatti addebitati a don Conti risalgono a quando operava, tra il 1998 e il 2008, nella parrocchia romana nel quartiere di Selva Candida. A dare il via all’indagine giudiziaria era stata la denuncia di un altro sacerdote. L’ex parroco era stato poi condannato dal Tribunale di Roma nel marzo del 2011 a 15 anni e 4 mesi di reclusione.


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Pedofilia, una vicenda iniziata nel 1998
A maggio del 2013 la condanna, in appello, era stata ridotta a 14 anni e 2 mesi ma perché nel frattempo erano finiti in prescrizione tre degli episodi contestati al sacerdote. Oggi il verdetto della Cassazione che conferma la condanna, secondo quanto riferito dalla stessa chiesa locale alla quale fa riferimento l’ormai ex parroco. «Il vescovo e la diocesi di Porto-Santa Rufina nel prendere atto della decisione, con doveroso rispetto per l’accertamento giudiziale e profonda tristezza per la condotta del sacerdote, rinnovano la più sentita vicinanza a tutte le vittime di questa grave e penosa vicenda», dice monsignor Mazzola. «L’intera Chiesa diocesana è ora chiamata ad un percorso di preghiera, di solidarietà fraterna e di rinnovamento per continuare ad operare per la crescita dei bambini e dei ragazzi perché nessuno di loro abbia a soffrire violenza da parte di chi è chiamato ad essere per tutti punto di riferimento e padre», conclude il vescovo.
 
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view post Posted on 5/2/2016, 08:59
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www.tusciaweb.eu/2016/02/violenza-s...-ruggero-conti/

Tuscania - Carabinieri - Dovrà scontare una condanna di oltre undici anni e pagare una multa di 39mila 600 euro
Violenza sessuale su minori, arrestato don Ruggero Conti

Tuscania – Abusi su minori, arrestato don Ruggero Conti.

I carabinieri della compagnia di Tuscania ieri, in esecuzione di un’ordinanza emessa dalla corte d’appello di Roma, al termine del decisione della Suprema corte di cassazione, hanno arrestato don Ruggero Conti ex parroco della curia di Roma.

Dovrà scontare una condanna di undici anni, 10 mesi e 19 giorni e pagare la multa di 39mila 600 euro per violenza sessuale su minori e induzione alla prostituzione minorile.

L’arrestato, dopo le formalità di rito, è stato trasferito in un istituto religioso protetto in attesa di essere definitivamente portato in un carcere.

“Don Ruggero – si legge in una nota dei carabinieri -, a Roma, era finito in una delicata inchiesta del sostituto procuratore Francesco Scavo con l’accusa di aver abusato, tra il 1998 e il 2008, di sette adolescenti che partecipavano o avevano partecipato ai gruppi parrocchiali nella chiesa della “Natività di Maria Santissima” dove il sacerdote svolgeva la missione.

Don Conti era stato sottoposto a divieto dell’esercizio pubblico del ministero nel 2008 e sospeso “a divinis” nel 2011″.

4 febbraio, 2016
 
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view post Posted on 12/2/2016, 15:56
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http://www.liberastampa.net/in-edicola-la-...rima-notizie-2/

Abusi sessuali: sacerdote condanno, ma niente carcere

Legnano, dopo la condanna definitiva a 14 anni per abusi sessuali su 7 minorenni il sacerdote legnanese non finirà subito in carcere: per un anno starà in convento. In esclusiva le carte sulle minacce di morte ai magistrati che hanno processato il prete
 
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view post Posted on 19/2/2016, 14:41
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http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ped...ro-1227016.html

Pedofilia, le vittime chiedono ​10 milioni di euro a don Ruggero
La richiesta di risarcimento danni arriva dopo la condanna definitiva a 11 anni di carcere per 7 episodi di abusi su minori


Monica Serra - Ven, 19/02/2016 - 12:35
commenta
Le vittime presentano il conto al prete pedofilo: dieci milioni di euro.


Dopo l'epilogo del processo penale, con l’esecuzione della condanna definitiva a a 11 anni di carcere, per don Ruggero Conti, si apre un nuovo capitolo. Le famiglie delle 7 vittime degli episodi di pedofilia accertati a Roma tra il 1998 e il 2008, quando era parroco alla Natività di Maria Santissima di Selva Candida, chiedono il risarcimento dei danni.

Per la comunità, costituita da famiglie a medio e basso reddito, Don Ruggero era una garanzia: chi non poteva permettersi una baby sitter lasciava i figli a casa sua o in oratorio. Il prete fu scoperto anche grazie alla denuncia di un altro sacerdote, il suo vice. Nel corso del processo vennero alla luce anche presunti abusi consumati a Legnano, nel Milanese, dove Conti, negli anni Ottanta insegnava educazione sessuale alle scuole medie Bonvesin de La Riva ed era educatore all’oratorio San Magno. Tutti però erano oramai caduti in prescrizione.

In sede civile, il processo per il risarcimento dei danni era già stato avviato nel 2011, ma poi era stato congelato in attesa della sentenza penale. Nel caso di sentenza di assoluzione non si sarebbe più parlato né di vittime né di risarcimenti. La condanna di primo grado, a 15 anni e 4 mesi di reclusione, emessa dal tribunale di Roma nel marzo 2011, fu ridotta nel 2013 dalla Corte di Appello a 14 anni e 2 mesi, perché nel frattempo uno degli episodi contestati era caduto in prescrizione.

Nel marzo 2015 il ricorso presentato dalla difesa era stato giudicato inammissibile dalla Corte di Cassazione, e due settimane fa i carabinieri hanno eseguito la sentenza ormai diventata definitiva.

Ruggero Conti, sospeso a divinis dall’esercizio del sacerdozio fin dal 2011, dovrà scontare in carcere un totale di 11 anni, 10 mesi e 19 giorni di reclusione, grazie a un ulteriore sconto di pena dovuto alla prescrizione.

Ora che la colpevolezza dell’ex sacerdote è stata accertata, gli avvocati che durante il processo penale si erano costituiti parte civile hanno chiesto al tribunale civile di "scongelare" il procedimento avviato per chiedere il risarcimento danni che in totale hanno quantificato in dieci milioni di euro. Richiesta che fino a questo momento è rimasta inascoltata tanto dai difensori dell'imputato quanto dalla Chiesa. Nei prossimi giorni sarà fissata la data della prima udienza che riaprirà il processo.
 
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view post Posted on 26/2/2016, 19:34
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http://almioblog.blogspot.it/2016/02/don-r...l-processo.html

FEB
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Don Ruggero Conti, riprende il processo civile. Citata anche la curia vescovile di Santa Rufina.


Roma - Legnano. Sta per iniziare un nuovo capitolo sulla vicenda di don Ruggero Conti, l'ex sacerdote di Selva Candida condannato a oltre 11 anni di carcere in via definitiva per abusi sessuali su minori e induzione alla prostituzione.

Le richieste delle vittime

Alla fine di marzo, infatti, dovrebbe iniziare il procedimento civile durante il quale il giudice quantificherà i danni da risarcire alle vittime del prete, ora sospeso a divinis. Citata in tribunale anche la curia vescovile di Santa Rufina, dalla quale 'dipende' la parrocchia di Selva Candida. Si sapeva degli abusi del parroco? Per i legali, sì e non si sarebbe fatto alcunché per fermarlo. Le vittime avevano chiesto un risarcimento pari a circa 10 milioni di euro. Il procedimento però era stato congelato in attesa della sentenza definitiva, di assoluzione o condanna. Alla fine la condanna c'è stata: 14 anni di reclusione, scesi a 11 in quanto don Conti aveva già scontato tre anni in carcerazione preventiva in un convento. Ora le parti civili delle vittime hanno chiesto di riavviare il procedimento civile sospeso per ottenere quanto loro spetta.

Don Ruggero Conti non è in carcere. Perché?

Ma c'è anche un altro punto da non sottovalutare. La sentenza della cassazione è arrivata nel marzo 2015. Ma don Conti è stato arrestato dai Carabinieri di Tuscania (provincia di Viterbo) solo pochi giorni fa. A quasi un anno di distanza dalla sentenza. E ora si trova in un istituto religioso protetto, in attesa del carcere. Non è quantificato il periodo in cui don Conti resterà nell'istituto. Ma rimane una domanda: perché non è stato portato in carcere dopo l'arresto? Una motivazione potrebbe riguardare lo stato di salute del prete. Più volte don Ruggero aveva manifestato di avere problemi di pressione alta. Se i problemi di salute del parroco fossero confermati e il suo stato di salute risultasse incompatibile con il regime carcerario, allora tutto si spiega. Gli avvocati di parte civile stanno facendo le opportune verifiche del caso, intenzionati a chiedere la carcerazione del parroco.

Il doppio volto di don Ruggero Conti, tra vizi privati e pubbliche virtù


A Legnano don Conti era conosciuto e stimato. Negli anni Ottanta insegnava educazione sessuale alle scuole medie Bonvesin de La Riva ed era educatore all'oratorio San Magno. Una figura carismatica, quasi paterna per i ragazzi, che in lui riponevano la massima fiducia. Spesso don Ruggero invitava i giovani a pranzo o a cena a casa sua, a Legnano. Qui i ragazzi potevano guardare un film, giocare con il computer, in un clima conviviale. Capitava però che alcuni ragazzi dormissero lì. E allora scattavano gli abusi, venuti a galla durante le indagini degli inquirenti e fondamentali per il processo, sebbene caduti in prescrizione. Masturbazione e rapporti orali. Sono le stesse vittime, ormai adulte, a raccontarlo. Spesso si mettevano sul divano e scattavano gli abusi, su ragazzini che non avevano la forza di ribellarsi. In qualche caso, secondo i racconti, don Conti offriva piccole quantità di denaro o regali (per esempio scarponcini o una felpa) per convincere le vittime, che, in difficoltà economica, cedevano per non pesare sulla famiglia.

Don Ruggero Conti a processo, tra minacce testimonianze


Il primo arresto è scattato il 30 giugno 2008. La magistratura di Roma arriva a scoperchiare il caso anche grazie all'attiva collaborazione della Caramella buona Onlus, associazione leader nella prevenzione repressione dei reati di pedofilia (parte civile al processo). Il personale della Caramella buona aveva raccolto informazione dalle vittime di don Ruggero, lavorando per oltre un anno prima dell'arrivo in tribunale. Il processo di primo grado si svolge in un clima di intimidazioni e minacce di morte rivolte sia al presidente della Caramella buona, Roberto Mirabile, sia al Pubblico ministero, Francesco Lombardo Scavo. A pochi giorni prima dell'audizione del vescovo della diocesi di Santa Rufina, Gino Reali (il 20 giugno 2010) arriva una lettera contenete minacce e proiettili, in triplice copia. Una in una redazione di un noto giornale di Milano, una a una redazione di Reggio Emilia (sede dell'associazione) e una al tribunale di Roma. Una lettera pesantissima, che ha fatto scattare tutte le precauzioni da parte della magistratura. Il giorno della testimonianza del vescovo Reali, in tribunale c'è un allarme bomba e viene blindato. Alla fine, la condanna di primo grado: 15 anni e 4 mesi di reclusione per aver abusato di alcuni ragazzini della parrocchia romana tra il 1998 e il 2008. A testimoniare ci sono anche ragazzi legnanesi ormai adulti , che avrebbero subito abusi da parte del prete. Nel maggio 2013, l'appello conferma la condanna in primo grado, con una leggera riduzione della pena a 14 anni e due mesi in quanto alcuni episodi erano nel frattempo caduti in prescrizione.Poi la sentenza in cassazione.


27 aprile 2010, don Ruggero Conti in aula: “Contro di me, accuse fasulle”

Don Conti si è più volte difeso e nelle dichiarazioni spontanee rese in aula il 27 aprile 2010, parla ai giudici: "Dichiaro la mia innocenza, la totale estraneità rispetto i reati di cui sono imputato; anche se questi stringono intorno a me in una morsa dolorosissima vorrei quasi essere colpevole per poter chiedere perdono per accettare così più serenamente la pena e il giudizio degli altri. (…)Sapevo da tempo che si andava addensando accuse fasulle contro di me. (…) La notizia di questo arresto ha suscitato incredulità e dolore in tutti, proprio tutti a partire dai ragazzi che si accingevano a partire con me ma non una sola famiglia ha manifestato un dubbio. Lo dicono le migliaia di lettere ricevute che mi hanno consentito di resistere. (…) Ecco signor presidente non sono un mostro, sono innocente lo dico con retta coscienza, umilmente”.

Il libro

Sulla vicenda è stato scritto anche un libro dalla giornalista Angela camuso, 'La preda. Le confessioni di una vittima'. Dopo aver seguito il caso e i vari atti processuali, la Camuso scrive nero su bianco la storia agghiacciante di un prete che era il punto di riferimento per molti. Un prete potente e carismatico, insospettabile. che in virtù del suo ruolo ha strappato l'adolescenza a molti ragazzini. Nel silenzio della chiesa.
 
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Perché nessuno indagò sugli anni in cui esercitava nella scuola dalle rette per benestanti?

don-Ruggero-Conti-prete-pedofilo-amico-di-Alemanno-condannato
Don Conti Alemanno

www.presto.news/asisium-grottaross...6251586066.html

Asisium, la scuola dove "insegnava" il prete pedofilo Ruggero Conti condannato a 11 anni di reclusione con sentenza definitiva

Sono sette gli episodi di pedofilia accertati dalla Corte di Cassazione, mentre per gli altri è scattata la prescrizione. Ma perché nessuno si è mai preso la briga di indagare all'interno dell'Asisium? All'epoca, il prete frequentava circa seicento alunni, tuttora ignorati.

Si sono finalmente aperte le porte del carcere per don Ruggero Conti — "don" in senso mafioso, dato che ormai è stato sospeso a divinis — dopo che la Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 11 anni e 10 mesi di reclusione per il reato di pedofilia. Conti, che per lo stato italiano è ormai ufficialmente un pedofilo, ha pure beneficiato di notevoli sconti di pena, sfruttando lo sciagurato meccanismo della prescrizione. Alcuni dei reati contestati, infatti, risalivano addirittura agli anni '80, quando l'ex sacerdote — originario di Legnano — insegnava educazione sessuale in una scuola media della provincia di Milano. Tuttavia, come se non bastasse, ulteriori prescrizioni sono scattate per altri reati di pedofilia contestati nell'area nord di Roma, la zona dove Ruggero Conti si era, purtroppo, successivamente trasferito. In sostanza, Conti è riuscito a trasformare 30 anni di reclusione in una pena a 11 anni: un vero affare.

Dal canto suo, don Ruggero Conti continua a proclamarsi innocente e dice di essere come Gesù Cristo, che fu crocifisso ingiustamente. Peccato però che Conti dimentichi due particolari:

Gesù Cristo non è stato condannato dopo tre regolari gradi di giudizio caratterizzati da lunghi iter processuali in cui si sono svolte indagini complesse e approfondite;
né Cristo è stato mai sospettato di pedofilia — anzi…
Ruggero Conti: le opinioni sui suoi rapporti con l'Istituto Asisium

In questa sezione vogliamo occuparci di un aspetto che è stato ignorato dalle cronache giudiziarie, ovvero il rapporto tra Conti — negli anni in cui esercitava le attività di pedofilo per cui è stato condannato dalla Suprema Corte — e l'Istituto Asisium, scuola romana situata nella stessa zona dell'ex parrocchia di Conti, ben nota ai residenti dell'area Cassia-Tomba di Nerone per i costi non proprio popolari della retta di frequenza.

Dobbiamo subito specificare che l'Istituto Asisium delle Suore francescane missionarie, costituito da asilo, scuola primaria (elementare) paritaria, scuola secondaria di primo grado (media) e secondo grado (liceo scientifico), non è mai entrato all'interno del procedimento penale che ha coinvolto Ruggero Conti. Tuttavia, ci poniamo la seguente domanda: come mai nessuno si è preso la briga di indagare approfonditamente nell'Asisium dell'epoca?

Non si può ignorare il fatto che Conti è stato ospite, per circa quindici anni — esattamente nel periodo in cui si sono verificati gli episodi di pedofilia per i quali è attualmente detenuto — all'interno dell'istituto Asisium, in qualità di consigliere e assistente spirituale unico degli studenti. In altre parole, c'erano ben seicento alunni, tutti nelle divise "a disposizione" di Conti sia in teatro che in chiesa. La mitica sora Lella commenterebbe in questo modo:


Considerando che gli episodi su cui non si è indagato risalgono a quasi trent'anni fa, anche in questo caso è da tempo sopravvenuta la prescrizione.

D'altra parte, tanta omertà non ci sorprende. L'Asisium era una sorta di setta — che di "cristiano" aveva ben poco, considerano l'enorme giro di denaro non certo alla portata di un povero Gesù di Nazareth qualunque — dove alcuni personaggi di scarso valore venivano letteralmente venerati come ras di quartiere. Tra questi, oltre al già citato pedofilo Ruggero Conti, non possiamo non ricordare Pino, un neolaureato che nel '91 fu catapultato, su segnalazione di suor Luciana, nel ruolo di professore di storia, geografia e filosofia, senza avere alcuna preparazione di tipo pedagogico. In sostanza, bisognava imparare a memoria alcune pagine del libro e ripeterle a macchinetta. Le attività sportive erano ridicole — nonostante la presenza di vari campi da gioco in ottime condizioni, siti in un parco simile a Villa Borghese — e nessuno capiva nulla di informatica, al punto da vietare l'uso di un'aula d'informatica del valore di almeno 100 milioni di lire dell'epoca — pagati ovviamente con le rette degli studenti — costituita da trenta computer Apple nuovi di zecca. È vero che a quei tempi non esisteva il registro elettronico online, ma l'ignoranza dei sedicenti docenti era tale da non sapere neppure cosa fosse un sito internet — di cui l'istituto Asisium si sarebbe ufficialmente dotato solo molti anni dopo, per obbligo di legge. In particolare, il cosiddetto prof. Pino sentenziò: «Questa Internet mi pare una cavolata che nessuno userà mai». Allo stesso tempo, quei pochissimi studenti intelligenti che utilizzavano un computer — rigorosamente a casa propria, perché abbiamo già chiarito che gli Apple della scuola erano conservati in una stanza chiusa — venivano trattati da malati mentali da inviare in centri di cura. Vent'anni dopo, possiamo affermare con certezza che la profezia di Pino non fu particolarmente azzeccata, ma, per premiare cotanta perspicacia, Pino avrebbe iniziato a fare carriera all'interno della scuola stessa, fino ad arrivare al massimo livello. Fin qui, però, non siamo sorpresi più di tanto. Ciò che invece diede molto fastidio ai malcapitati studenti dell'epoca fu la richiesta di denaro per pagare il regalo di matrimonio a tale personaggio. Venne perfino distribuita la lista nozze agli alunni, indicando la quota da versare. Nessuno riuscì a sottrarsi al pizzo di questa estorsione mafiosa, e di conseguenza lo scroccone Pino raccattò un bel po' di regali per sé e per la moglie Claudia — con la benedizione di suor Luciana e dell'assistente spirituale "don" Ruggero Conti, oggi rinchiuso per pedofilia nella cella di un carcere. Complimenti.

Redazione online

Edited by pincopallino2 - 15/10/2018, 12:53
 
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Il consulente per la famiglia di Alemanno va via in taxi dalla clinica. Lo avevano scarcerato per motivi di salute

La lunga vicenda ricostruita qui: https://laici.forumcommunity.net/?t=17112464



www.iltempo.it/roma-capitale/2017/0...linica-1035523/

L'EX SACERDOTE ERA AI DOMICILIARI
Roma, don Ruggero Conti condannato per pedofilia evade in taxi dalla clinica29 Settembre 2017
Roma, prete condannato per pedofilia evade in taxi dalla clinica

Don Ruggero Conti, l'ex parroco di Selva Candida arrestato alcuni anni fa con l'accusa di violenze sessuali su minori, è evaso da una clinica alle porte di Roma, dove si trovava ai domiciliari. Il sacerdote, secondo quanto si apprende, si è allontanato in taxi. Sulla vicenda indagano i carabinieri. Don Conti era stato condannato a una pena di 14 anni e due mesi. Era ai domiciliari nella struttura per ragioni di salute.

L'ex parroco di Selva Candida era nella clinica del Viterbese dove si trovava ai domiciliari. Secondo una prima ricostruzione, l'uomo - che, dopo un periodo di arresti domiciliari nel suo appartamento, era stato trasferito nella struttura sanitaria per motivi di salute - è uscito dalla clinica, ha chiamato un taxi e si è allontanato facendo perdere le proprie tracce. Sulla vicenda indagano i carabinieri della Stazione di Genzano e del Nucleo operativo della Compagnia di Velletri.

www.ilfattoquotidiano.it/2017/09/2...4-anni/3885053/

Prete condannato per pedofilia evade da clinica a Roma. Doveva scontare 14 anni

Don Ruggero Conti si trovava ai domiciliari nella struttura per ragioni di salute. Ex parroco di Selva Candida, è stato arrestato dai carabinieri alcuni anni fa con l’accusa di abusi su minori
di F. Q. | 29 settembre 2017

Doveva scontare 14 anni per violenze sessuali su 7 ragazzini, come deciso da una sentenza della Cassazione il 3 marzo 2015. Invece don Ruggero Conti è evaso da una clinica alle porte di Roma, dove si trovava ai domiciliari. Secondo le prime ricostruzioni, tre giorni fa l’ex parroco di Selva Candida si è allontanato in taxi da una casa di cura di Genzano. È stato il personale della struttura a dare l’allarme. L’uomo era ai domiciliari nella clinica per ragioni di salute. I carabinieri, che stanno conducendo le indagini, erano in procinto di revocargli i domiciliari.

Chi è – Don Ruggero Conti è stato condannato nel 2015 dalla Corte di Cassazione per aver abusato, tra il 1998 e il 2008, di 7 adolescenti che partecipavano o avevano partecipato ai gruppi parrocchiali nella chiesa della periferia romana in cui il sacerdote svolgeva la missione. A dare il via all’indagine era stata la denuncia di un altro prete. L’ex parroco era stato poi condannato dal Tribunale di Roma nel marzo del 2011 a 15 anni e 4 mesi di reclusione. A maggio del 2013 la condanna, in appello, era stata ridotta a 14 anni e 2 mesi, perché nel frattempo erano finiti in prescrizione tre degli episodi contestati al sacerdote. Il verdetto della Cassazione ha confermato la condanna. Don Ruggero Conti non poteva più svolgere il suo ministero pubblicamente dal 2008 ed era poi stato sospeso “a divinis”, cioè dai ministeri divini, come previsto dal diritto canonico, dal 2011. Fino ad agosto l’ex parroco stava scontando i domiciliari a Viterbo. Poi aveva fatto richiesta e ottenuto il trasferimento in clinica per motivi di salute.

www.blitzquotidiano.it/sport/carlo-...nziato-2762608/

di Redazione BlitzPubblicato il 29 settembre 2017 14:27

Don Ruggero Conti, l’ex prete condannato per abusi che evade dai domiciliari… in taxi

ROMA – Il prete pedofil0 che evade dai domiciliari. Il prete (anzi, ex prete) è evaso da una clinica alle porte di Roma, dove si trovava ai domiciliari. Don Ruggero Conti, l’ex parroco di Selva Candida arrestato dai carabinieri alcuni anni fa con l’accusa di violenze sessuaIi su minori è riuscito a scappare. Secondo quanto si è appreso, l’uomo martedì si è allontanato in taxi da una casa di cura di Genzano. Sulla vicenda indagano i carabinieri. L’ex parroco è stato condannato a una pena di 14 anni e due mesi. Era ai domiciliari nella struttura per ragioni di salute.

I carabinieri erano in procinto di notificare all’ex parroco Ruggero Conti un provvedimento di revoca dei domiciliari. L’uomo doveva ancora scontare una pena di circa 11 anni. A dare l’allarme il personale della clinica di Genzano.

Edited by pincopallino2 - 1/10/2017, 20:37
 
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Era già a Milano. Fuggito in taxi dopo la concessione dei domiciliari

Catturato l'evaso don Ruggero Conti, condannato a 14 anni e 2 mesi per pedofilia


Don Conti

www.secondopianonews.it/attualita/2...a-sessuale.html
Preso a Milano l’ex prete evaso a Roma. Fu condannato per violenza sessuale
Redazione - 29 settembre 2017

E’ stato rintracciato dai Carabinieri, a Milano, l’ex sacerdote 64enne condannato nel 2013 dalla Corte d’appello di Roma a 14 anni di reclusione per violenza sessuale aggravata ai danni di minori. L’ex prete si era allontanato lo scorso 26 settembre da una clinica dei Castelli Romani dove si trovava per motivi di salute, in regime di detenzione domiciliare.

L’ex sacerdote era ricoverato in stato di detenzione presso la struttura sanitaria di Genzano con regolare autorizzazione dell’autorità giudiziaria, da dove, poi, ha deciso arbitrariamente di allontanarsi facendo perdere le proprie tracce.

I Carabinieri della Compagnia di Velletri, allertarti dai responsabili della clinica di Genzano, si sono subito messi al lavoro, analizzando le celle di telefonia mobile a cui il cellulare dell’ex parroco si agganciava, per ricostruire i movimenti dell’uomo.

L’attività d’indagine ha consentito di accertare che il fuggitivo aveva usufruito di un taxi per farsi trasportare a Roma, pagando la corsa con una carta di credito, da questo passo falso il rintraccio dei militari.

La circostanza che si trovasse a Milano era stata confermata dal suo difensore che si era messo in contatto con i Carabinieri. L’uomo deve ancora espiare la pena residua di quasi 12 anni. Ora si trova piantonato presso la struttura sanitaria milanese.

http://roma.repubblica.it/cronaca/2017/09/...zano-176855195/

Pedofilia, rintracciato a Milano l'ex parroco evaso dai domiciliari a Genzano
L'ex responsabile della parrocchia di Selva Candida è stato condannato a una pena di 14 anni e due mesi per aver abusato di sette ragazzini

29 settembre 2017

È stato rintracciato dai carabinieri a Milano, don Ruggero Conti, l'ex parroco di Selva Candida evaso da una clinica alle porte di Roma dove si trovava ai domiciliari. Era stato arrestato dai carabinieri alcuni anni fa con l'accusa di violenze sessuali su minori. Secondo quanto si è appreso, l'uomo martedì si è allontanato in taxi da una casa di cura di Genzano. Sulla vicenda indagano i carabinieri.

L'ex parroco è stato condannato nel 2013 in appello a una pena di 14 anni e due mesi. A marzo del 2015 la Cassazione aveva confermato la sentenza. L'ex parroco era ai domiciliari nella struttura per ragioni di salute. I fatti addebitati a don Conti, sospeso dal sacerdozio dal 2011, risalgono a quando operava, tra il 1998 e il 2008, nella parrocchia romana.

Don Ruggero sapeva che tra pochi giorni sarebbe dovuto andare in carcere per scontare 11 anni, dei 14 e 2 mesi a cui era stato condannato. I carabinieri, infatti, erano in procinto di notificargli un provvedimento di revoca dei domiciliari. E così martedì scorso l'ex parroco nel pomeriggio si è infilato in un taxi ed ha fatto perdere le sue tracce. I carabinieri della compagnia di Velletri, allertati dai responsabili della clinica di Genzano, si sono subito messi al lavoro, analizzando le celle di telefonia mobile a cui si agganciava il cellulare dell'ex parroco, per ricostruire i suoi movimenti. FInché lo hanno individuato presso una struttura sanitaria di Milano, dove i carabinieri della compagnia di Porta Monforte, su input dai colleghi di Velletri, hanno provveduto a rintracciarlo. Circostanza che era stata confermata dal suo difensore che si era messo in contatto con i carabinieri. All'uomo è stato notificato un ordine di esecuzione di espiazione di pena detentiva dopo la revoca della detenzione domiciliare, emesso lo scorso 26 settembredall'ufficio esecuzioni penali della procura generale della repubblica presso la Corte di Appello di Roma. Ora si trova piantonato presso la struttura sanitaria milanese.

È una storia infinita quella di Don Ruggero Conti ed è anche uno dei casi di pedofilia più gravi tra quelli che hanno coinvolto uomini della Chiesa italiana.

Il prete, 64 anni, venne arrestato il 30 giugno del 2008 mentre era in procinto di partire alla volta di Sydney per partecipare, con alcuni ragazzi, alla Giornata mondiale della Gioventù. Era accusato di aver compiuto molestie per dieci anni, tra il 1998 e il maggio 2008, quando era parroco della chiesa della Natività di Maria Santissima a Selva Candida nei confronti di sette bambini affidati alle sue cure in oratorio e nei campi estivi. Nel corso delle indagini emersero, però, altri casi di abusi compiuti in Lombardia e risalenti a 25 anni prima, ma caduti in prescrizione. La Procura non potette procedere ma fece testimoniare le vittime nel primo processo contro di lui: erano altre tre persone, che sarebbero state molestate da don Ruggero quando ancora non aveva preso i voti e lavorava nell'oratorio San Magno a Legnano.

"Non sono un mostro, sono innocente, lo dico umilmente. Se fossi colpevole confesserei" disse l'ex parroco nell'aula giudiziaria, dove oltre le vittime, si presentarono centinaia di giovani in sua difesa, alcuni con t-shirt bianche con la scritta "Don Ruggero, ti vogliamo bene" e furono molte anche le mamme dei ragazzini schierate col prete: "Per i nostri figli é stato come un padre" dissero. In primo grado il parroco, che nel 2011 fu sospeso dal sacerdozio, fu condannato a 15 anni e 4 mesi, ridotti a 14 anni e 2 mesi in appello e confermati nel 2015 dalla Cassazione. Fino ad agosto Don Ruggero stava scontando i domiciliari a Viterbo, poi aveva fatto richiesta ed ottenuto il trasferimento in clinica a Genzano per motivi di salute. E' stato proprio il personale della casa di cura a dare l'allarme.

Edited by pincopallino2 - 1/10/2017, 20:38
 
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view post Posted on 1/10/2017, 19:37

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http://tg5stelle.it/news/don-ruggero-conti...soldi?uid=44670

Don Ruggero Conti, parla il tassista dell'evasione: "Aiutato nella fuga con tablet e soldi"
1-10-2017 11:01

Don Ruggero Conti è stato condannato a 14 anni di reclusione per violenza su minori, era il parroco della chiesa di Selva Candida a Roma dove avrebbe abusato sessualmente di almeno sette minori. Il 26 settembre è fuggito in taxi dalla clinica dei Castelli Romani in cui era ricoverato in regime di arresti domiciliari. Fanpage.it ha raggiunto Riccardo, il tassista che lo ha prelevato e condotto a Roma. L'ex-parroco è stato poi rintracciato qualche ora dopo a Milano, ma il tassita aggiunge un dettaglio inquietante: "è stato aiutato nella fuga da un ragazzotto che gli ha consegnato un tablet e dei soldi".
 
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view post Posted on 2/10/2017, 11:28

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www.prealpina.it/pages/lex-don-andra-in-carcere-152195.html

Legnano 01-10-2017
IL CASO

L’ex don andrà in carcere
Ruggero Conti, sospeso a divinis per pedofilia, era evaso dopo la conferma della condanna

Dalla clinica di Genzano è evaso perché martedì 26 settembre il Tribunale di Roma gli aveva notificato la revoca dei domiciliari e l’ordine di custodia in carcere, dove avrebbe dovuto scontare la pena residua di 11 anni, 10 mesi e 19 giorni di reclusione.

Quando ha letto l’ordinanza, Ruggero Continon ha retto.

Da qualche giorno aveva ottenuto il permesso di lasciare la sua abitazione, dove era rimasto ai domiciliari per tre anni, per essere ricoverato nella clinica ai Castelli Romani. Martedì è uscito, ha chiamato un taxi ed è partito per Milano.

Tanti sono convinti che il suo obiettivo fosse tornare a Legnano, dov’era nato 63 anni fa e dove aveva vissuto fino a quando la vocazione lo aveva portato prima in Africa come missionario e poi a Roma come sacerdote e parroco di Selva Candida, lo stesso quartiere dove nel 2008 era stato arrestato con l’accusa di atti di pedofilia nei confronti di almeno sette ragazzini.

Da allora Legnano è divisa in due: chi sostiene che don Ruggero (sospeso a divinis dal sacerdozio nel 2011) sia stato vittima di un complotto, chi invece sostiene di aver sempre saputo e di non essere sorpreso della condanna definitiva a 14 anni e due mesi emessa nel 2013 dalla Corte d’Appello di Roma e poi confermata dalla Cassazione.

In primo grado la condanna era stata di 15 anni e 4 mesi, ma poi era stata ridotta per effetto della prescrizione su un ottavo caso.

A Legnano Ruggero Conti è in personaggio notissimo per essere stato negli Anni Ottanta uno degli animatori dell’oratorio di San Magno (forse il più benvoluto) e per aver insegnato educazione sessuale alle scuole medie Bonvesin De la Riva.

La sua odissea giudiziaria era stata seguita dai media di tutto il mondo. Ieri Conti era ancora piantonato nella clinica milanese dove i carabinieri della stazione di Porta Monforte lo avevano rintracciato la sera di giovedì 28 settembre.

Presto tornerà a Roma, dove sconterà quel che gli resta della pena nel carcere di Regina Coeli.
 
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view post Posted on 28/8/2018, 03:51

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Papa Francesco, dopo aver pianto e chiesto perdono, risarcirà le vittime?



www.ilfattoquotidiano.it/premium/a...n-paga-i-danni/

Pedofilia, il prete condannato non paga i danni
Don Ruggero Conti - Ha preso 14 anni, sfugge al carcere per “depressione” e la Curia non risarcisce le vittime
Pedofilia, il prete condannato non paga i danni
di Angela Camuso | 28 agosto 2018
|
Il Papa chiede perdono per i preti pedofili ma chissà se muoverà un dito per i ragazzi violentati dal sacerdote protagonista del più clamoroso caso di abusi sessuali in Italia. L’ex parroco della borgata romana di Selva Candida, don Ruggero Conti, 63 anni, all’epoca dei fatti anche economo della Curia di Santa Rufina è stato

Edited by GalileoGalilei - 27/2/2020, 11:02
 
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view post Posted on 29/8/2018, 08:58
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www.ilgiorno.it/legnano/cronaca/prete-pedofilo-1.4112117

Legnano: prete pedofilo, nessun risarcimento alle vittime
Don Ruggero Conti, condannato per abusi sui minori, non ha ancora scontato neppure un giorno di carcere

di CRISTIANA MARIANIPubblicato il 29 agosto 2018
Ultimo aggiornamento: 29 agosto 2018 ore 07:22

Legnano (Milano), 29 agosto 2018 - Condannato in via definitiva a 14 anni - la pena è poi diventata di 11 anni e 10 mesi per prescrizione -, mai un giorno di carcere scontato e nessuna spesa pagata. Nè quelle processuali nè, tantomeno, i risarcimenti alle vittime degli abusi. Quello di don Ruggero Conti è un caso che non cessa di far discutere ormai da oltre dieci anni. L’ormai ex sacerdote - è stato sospeso «a divinis» dal sacerdozio nel 2011 -, parroco a Selva Candida a Roma ma ancora prima insegnante di educazione sessuale a Legnano, era stato arrestato nel 2007 con l’accusa di essere stato il responsabile di abusi su diversi minori. Il religioso nel corso degli anni è passato attraverso tutti i gradi di giudizio, fino alla condanna definitiva a 14 anni e due mesi. La condanna è stata poi ridotta a 11 anni e 10 mesi, ma non è mai stata scontata. «Si è persino concesso il lusso di fuggire in taxi da Roma a Milano per farsi ricoverare in una clinica» tuona Roberto Mirabile, presidente de La caramella buona.

La onlus ha seguito da vicino le vicende di don Ruggero Conti, occupandosi anche della tutela di due delle sette vittime accertate degli abusi del prelato. Prelato che a oggi non ha neppure risarcito le vittime delle violenze. «Attualmente don Conti è in una clinica, perché sostiene di non poter andare in carcere per motivi di salute - aggiunge Mirabile -. Fra le vittime dei suoi abusi ci sono persone che sono in terapia da vent’anni. Terapia che comporta dei costi, che nessuno ha mai risarcito». L’associazione La caramella buona si rivolge quindi a chi, di fatto, rappresenta l’ente superiore dell’attività «professionale» di don Ruggero Conti. «La Curia deve farsi carico dei propri «dipendenti» - sottolinea Mirabile - e quindi deve prendere consapevolezza del fatto che quello della pedofilia fra i religiosi sia un problema da affrontare in modo serio anche in Italia. Non sono anticlericale, anzi. Credo però che i problemi vadano affrontati con determinazione e senza paura. Per questo ci rivolgeremo direttamente a Papa Francesco». Nei prossimi giorni, infatti, l’associazione scriverà una lettera proprio al Santo Padre. «Lo scandalo della pedofilia di alcuni preti in Italia è enorme - afferma il presidente della onlus - e non può più essere taciuto».



di CRISTIANA MARIANI
 
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