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Morto don Ruggero Conti condannato in Cassazione a 14 anni e 2 mesi: Abusò di 7 bambini, Già garante per la famiglia di Alemanno. Non andò in prigione perché depresso e non risarcì le vittime

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view post Posted on 10/11/2010, 10:35
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http://www.iltempo.it/roma/2010/11/10/1215...no_puliti.shtml

10/11/2010, 05:30
Notizie - Roma
Pedofilia Al processo del parroco accusato di abusi sfilano i testi della difesa
«I baci di Don Ruggero erano puliti»
«Sì, ci davamo dei baci e cose simili

Dei gesti affettuosi. Ma non ho mai avuto l'impressione che i suoi atteggiamenti fossero strani». Lorenzo, 26 anni, è uno dei ragazzi pronto a giurare che Don Ruggero Conti è innocente. L'ex parroco della chiesa della Natività di Maria Santissima è accusato di aver compiuto abusi sessuali su alcuni bambini. E ieri in Tribunale è andata in scena la seconda ondata di testimonianze presentate dalla difesa. Una schiera di - più o meno - giovani che frequentavano l'oratorio di Don Ruggero. E di cinquantenni che conoscevano il religioso quando era insegnante di educazione sessuale a Legnano, nel Milanese. Nessuno ricorda un gesto sopra le righe. Solo affetto. «Frequentavamo la sua casa per vedere film, giocare ai videogiochi. Era un momento di aggregazione», raccontano i testi. Gli avvocati hanno cercato di ricostruire il giorno di Pasqua 2008, data di un presunto abuso. Le ricostruzioni dei giovani sono state confuse dai ricordi annebbiati. A.G., 17 anni, è uno di quelli che ha anche «dormito a letto con Don Ruggero. Più volte. Sia in vacanza a Canazei che in Norvegia. Non ha mai avuto comportamenti scorretti». A.G. che nella chiesa romana faceva il chierichetto, si occupava anche della videoteca dell'allora parroco. Nel sistemarla, ricorda, si sarebbe accorto della presenza di un film erotico. «Quando l'ho trovato l'ho portato a Don Ruggero. Mi ha detto: "Non ti preoccupare, mettilo lì. Poi lo butto". Ho pensato fosse arrivato lì allegato a chissà quale rivista». I racconti dei ragazzi sulla convivenza col religioso si susseguono. Dai campeggi alle serate a casa, fino alle ricostruzioni delle maestre delle scuole primarie di Legnano, dove Don Ruggero insegnava ed era a stretto contatto coi bambini. Nessun testimone della difesa si è mai accorto di atteggiamenti anomali. L'appuntamento col processo è per gennaio 2011.
 
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view post Posted on 11/1/2011, 12:51
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Ma che ci azzecca nel processo l'ex fidanzata? Mica un violentatore lo va a dire in giro quello che fa. E mica violenta tutti quegli che gli passano sotto mano.

www.iltempo.it/roma/2011/01/11/1229...html?refresh_ce

11/01/2011, 05:30
Notizie - Roma
Sentenza a febbraio
L'ex fidanzata di Don Ruggero esclude abusi
Prosegue la sfilata di testimoni a difesa di Don Ruggero Conti, accusato dalla Procura di abusi sessuali su alcuni bambini mentre esercitava l'attività di parroco a Legnano e a Roma nella chiesa della Natività di Maria Santissima.

Nell'udienza di ieri cinque testi hanno escluso la possibilità che l'uomo avesse mai avuto comportamenti «equivoci» con i ragazzi. Davanti al Tribunale ha parlato anche l'ex fidanzata di don Ruggero, allora non ancora ordinato prete. La signora ricorda di avere avuto un rapporto affettivo con lui per circa un anno, durante il quale il futuro parroco era assolutamente «normale» e «non dava segni di stranezze». Di fatto escludendo un'eventuale attrazione nei confronti di ragazzi. Ma per l'avvocato di parte civile, Giacomo Tranfo, «tali testimonianze non hanno nessun rilievo valido». E intanto il processo entra nella fase finale. Il primo febbraio la Corte ascolterà la requisitoria del pubblico ministero, poi toccherà alle parti civili e alla difesa concludere. Entro fine febbraio i giudici diranno se don Ruggero abusò o meno dei suoi ragazzi. Fab. Per.

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11/01/2011
 
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view post Posted on 1/2/2011, 16:25
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Roma: processo a sacerdote per violenza a minori, chiesti 18 anni di reclusione


ultimo aggiornamento: 01 febbraio, ore 15:38



Roma, 1 feb. - (Adnkronos) - Diciotto anni di reclusione per atti sessuali con minori, violenza sessuale, induzione alla prostituzione minorile: e' questa la richiesta di condanna fatta oggi dal pubblico ministero Francesco Scavo a conclusione della requisitoria nel processo che vede imputato il sacerdote Ruggero Conti gia' parroco della chiesa della Nativita' di Maria Santissima, in via di Selva Candida a Roma. Il pubblico ministero in una lunga requisitoria ha sostenuto la piena responsabilita' del sacerdote negli abusi ai quali ha sottoposto per lunghi anni i ragazzi a lui affidati, spesso da famiglie bisognose, nella speranza che con l'avvicinanza al sacerdote potessero migliorare la loro vita.

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/...1622047349.html

IL PROCESSO
Pedofilia, il pm chiede 18 anni
per don Ruggero Conti
Fu arrestato nel giugno 2008 perché accusato di aver abusato di sette minorenni

Pedofilia, il pm chiede 18 anni per don Ruggero Conti La parrocchia Natività di Maria Santissima

Condannare a 18 anni di reclusione e a pagare una multa pari a 50mila euro don Ruggero Conti, già parroco della parrocchia Natività di Maria Santissima, arrestato nel giugno 2008 perché accusato di aver abusato di sette minorenni. Lo ha chiesto il pm Francesco Scavo ai giudici della VI sezione del tribunale penale collegiale davanti ai quali si celebra il processo.

Violenza sessuale, atti sessuali con minori, induzione alla prostituzione minorile aggravate sono i reati contestati al sacerdote. Nel corso della requisitoria il pm ha sottolineato come, tenendo ferma la presunzione di innocenza, "ci troviamo di fronte a condotte che se vere sono di una gravità inaudita. Le condotte così come descritte nel capo di imputazione - ha detto - denotano una serialità, una spiccata propensione all'abuso e comportamenti compiuti con dolo".

Una condotta, ha aggiunto, "insidiosa e insistente" e a chi sostiene che sia tutto un complotto il magistrato ha replicato: "Davvero dobbiamo pensare che persone così diverse tra loro abbiano messo insieme un tale disegno criminoso? Le dichiarazioni dei ragazzi sono precise e riferiscono di abusi compiuti con lo stesso modus. Esaminando i loro racconti dobbiamo ricordarci come si ragiona a dieci-dodici anni: in quei momenti un bambino ha paura e non sa cosa fare".

La vicenda culminò il 30 giugno 2008 quando il sacerdote fu arrestato mentre stava organizzando con l'oratorio il viaggio per partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù di Sidney che si tenne dal 12 al 21 luglio 2008. Secondo l'accusa, il sacerdote negli ultimi dieci anni avrebbe ripetutamente abusato di giovani affidati alle sue cure, tra l'altro, nell'oratorio e nei campeggi estivi. Nel corso delle indagini successive all'emissione della misura cautelare, sarebbero emersi altri casi di abusi che risalirebbero fino a venticinque anni fa e che si sarebbero svolti a Legnano quando ancora non era stato ordinato sacerdote e insegnava educazione sessuale. Fatti ormai prescritti e per i quali la procura non potrà quindi procedere, ma le presunte vittime saranno comunque citate come testimoni nel caso di un eventuale processo. Il parroco ha sempre respinto le accuse contestategli.Sono sette gli episodi di abuso imputati al sacerdote, tutti coinvolgono minori di sesso maschile; di questi, in due casi il prete avrebbe anche indotto i ragazzi a "compiere e/o subire gli atti sessuali in cambio di denaro e di altra utilità, in genere capi d'abbigliamento".

Secondo la ricostruzione dell'accusa i fatti si sono svolti tra il 1998 e il maggio del 2008. Il sacerdote, stando al capo d'imputazione, per compiere gli abusi avrebbe approfittato dei situazioni di 'debolezza' o di difficoltà familiare in cui si trovavano i piccoli. In un caso un minore era stato affidato al prete dalla madre, in difficoltà economiche, perché si prendesse cura del figlio e lo aiutasse a superare i problemi dovuti alla perdita del padre. E proprio in questo caso il sacerdote avrebbe abusato del minore per circa quaranta volte in cambio di danaro (dai dieci ai trenta euro per ogni singola prestazione) o di abiti.

Anche nel secondo caso in cui il pm contesta il reato di prostituzione minorile il prete avrebbe indotto un ragazzo a subire atti sessuali in cambio di denaro (dai dieci ai cinquanta euro) per circa quattro o cinque volte al mese, invitandolo anche a fermarsi di notte nella sua abitazione. Secondo l'accusa, inoltre, il prete avrebbe abusato di un altro minore, approfittando dei momenti che passavano da soli con la scusa di impartirgli gratuitamente lezioni private attinenti alla preparazione al primo anno scolastico dell'istituto professionale per geometri. In un altro caso, infine, le violenze sarebbero avvenute dopo che il prete aveva invitato il ragazzino nella sua abitazione, in seguito ad un litigio che il minore aveva avuto con un giovane che frequentava la parrocchia e terminato con lesioni evidenti.

In due episodi le violenze sarebbero avvenute anche durante i campi estivi organizzati dal prete a Santa Caterina Valfurva (Sondrio) o in Trentino, tra l'altro, mentre gli altri partecipanti al campo erano a fare un'escursione. Il processo, nel corso del quale molti parrocchiani hanno testimoniato a favore del sacerdote, è stato aggiornato al 7 febbraio per la prosecuzione della discussione.

"Da radicale non auguro a nessuno di finire nelle disumane carceri italiane" afferma Mario Staderini, segretario dei Radicali italiani, che rappresenta la parte civile a nome del Comune nel processo che vede imputato il sacerdote.Credo, comunque, che nel processo siano emerse prove molto forti a carico di Don Ruggero. Il 7 febbraio preciseremo con l'avvocato Elisabetta Valeri le conclusioni a nome del Comune". "Spero che in Vaticano - conclude - abbiano finalmente compreso che ostacolare la giustizia italiana, con un atteggiamento omertoso rispetto ai casi di pedofilia è un grave errore, non solo per le future vittime ma per la chiesa stessa".


(01 febbraio 2011)

http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/02/...conti-11924403/
 
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Pedofilia/ Giudici in camera consiglio per sentenza su Don Conti
I difensori: assolvetelo, le prove non reggono
Pedofilia/ Giudici in camera consiglio per sentenza su Don Conti

Roma, 3 mar. (TMNews) - I giudici della VI sezione penale del tribunale di Roma si sono ritirati in camera di consiglio per la sentenza su Don Ruggero Conti, l'ex parroco della chiesa Natività di Maria Santissima, arrestato nel giugno 2008 perché accusato di aver abusato di sette minorenni. Il pm Francesco Scavo ha chiesto, nelle scorse udienze, una condanna a 18 anni di reclusione. Il sacerdote, che è da tempo tornato in libertà, si è sempre dichiarato innocente. I suoi difensori, oggi, hanno ribadito che "va assolto, perché le prove non reggono" di fronte ai fatti.

Le accuse contestate per Don Conti sono violenza sessuale, atti sessuali con minori, induzione alla prostituzione minorile. Nel corso della requisitoria il pm ha sottolineato come, tenendo ferma la presunzione di innocenza, "ci troviamo di fronte a condotte che se vere sono di una gravità inaudita. Le condotte così come descritte nel capo di imputazione - ha detto - denotano una serialità, una spiccata propensione all'abuso e comportamenti compiuti con dolo".

Don Conti fu arrestato il 30 giugno 2008, mentre stava organizzando con l'oratorio il viaggio per partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù di Sidney che si tenne dal 12 al 21 luglio 2008. Secondo l'accusa, il sacerdote negli ultimi dieci anni avrebbe ripetutamente abusato di giovani affidati alle sue cure, tra l'altro, nell'oratorio e nei campeggi estivi.

In particolare sono sette gli episodi di abuso imputati al sacerdote, tutti coinvolgono minori di sesso maschile; di questi, in due casi il prete avrebbe anche indotto i ragazzi a "compiere e/o subire gli atti sessuali in cambio di denaro e di altra utilità, in genere capi d'abbigliamento". Secondo la ricostruzione dell'accusa i fatti si sono svolti tra il 1998 e il maggio del 2008. La sentenza è attesa nel tardo pomeriggio.

www.tmnews.it/web/sezioni/news/PN_20110303_00182.shtml
 
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ROMA, PRETE PEDOFILO
CONDANNATO A 15 ANNI -FOTO.
"ABUSÒ DI SETTE BAMBINI"
Giovedì 03 Marzo 2011 - 17:42
Don Ruggero Conti

ROMA - Ha abusato di sette ragazzini minorenni, nell'arco di dieci anni, tra il 1998 e il maggio del 2008. Arrestato nel giugno di tre anni fa, è stato oggi condannato don Ruggero Conti, ex parroco della Natività di Maria Santissima a Roma. I giudici della VI sezione del tribunale penale collegiale gli hanno inflitto una condanna di 15 anni e 8 mesi di reclusione.


www.leggonline.it/articolo.php?id=109756


PEDOFILIA
Condannato don Ruggero Conti
per aver abusato di sette ragazzini
I giudici della VI sezione del tribunale penale hanno inflitto al sacerdote quindici anni e 4 mesi di reclusione. L'associazione Caramella buona: "Pena esemplare anche se per lui, con l'aggravante della veste sacra che fino ad oggi ha indossato, non credo possa esistere una punizione valida"

Il tribunale di Roma ha condannato don Ruggero Conti, l'ex-parroco di Selva Candida, a 15 anni e 4 mesi di carcere per abusi sessuali ai danni di 7 ragazzi del quartiere romano. Il pm Francesco Scavo aveva richiesto 18 anni di condanna.

Il sacerdote è stato condannato per tutte le contestazioni, tranne che per un episodio per il quale il tribunale ha dichiarato di non doversi procedere per intervenuta prescrizione. I giudici, presieduti da Francesca Russo, hanno anche stabilito che l'imputato risarcisca in sede civile le parti offese costitute in giudizio, stabilendo intanto una provvisionale immediatamente esecutiva pari complessivamente ad oltre 200mila euro. Don Ruggero è stato anche condannato a pagare una multa di 42mila euro. Nessun commento è stato fatto alla lettura della sentenza dal prete.

"Possiamo definirla una pena esemplare - ha detto Roerto Mirabile presidente de La caramella buona, associazione contro la pedofilia - anche se per un pedofilo seriale di questo genere, con l'aggravante della veste sacra che fino ad oggi ha indossato, non credo possa esistere, giuridicamente parlando, una pena valida. Sicuramente possiamo ritenerci soddisfatti del lavoro degli inquirenti, degli avvocati tutti dell'accusa e della decisione del tribunale: i ragazzi hanno sempre detto la verità ed oggi finalmente è ufficiale". La Caramella buona onlus, da 14 anni impegnata contro i crimini su minori, è stata riconosciuta parte civile e, tramite l'avvocato Nino Marazzita, presidente onorario della stessa associazione, ha difeso due dei 7 ragazzi da cui è partita l'indagine.

Soddisfazione dunque tra le vittime e gli avvocati, proteste tra i vari sostenitori che dalla prima udienza hanno accalcato l'aula della sesta sezione penale di piazzale Clodio. "Abbiamo assistito oggi - ha continuato Mirabile - ad un epilogo per noi che conferma la fiducia nella giustizia: siamo stati attaccati strumentalmente anche da chi come noi dovrebbe perorare la causa contro gli abusi su minore ma ha preferito stare dalla parte dell'imputato piuttosto che delle vittime perché appartenente alla stessa categoria. A testa alta abbiamo continuato a credere alle vittime forti di avere sempre riscontri obiettivi; ora andrebbero accertate responsabilità ad alti livelli ecclesiastici".

Don Ruggero fu arrestato il 30 giugno 2008 mentre stava organizzando con l'oratorio il viaggio per partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù di Sidney che si tenne dal 12 al 21 luglio di quell'anno. L'accusa ha sostenuto che il sacerdote, per dieci anni, abbia ripetutamente abusato di giovani affidati alle sue cure nell'oratorio e nei campeggi estivi, approfittando delle situazioni di debolezza o difficoltà familiare in cui si trovavano le vittime. Dopo l'arresto, le indagini successive portarono alla luce altri casi di abusi che sarebbero avvenuti negli anni Ottanta quando don Conti non era stato ancora ordinato sacerdote e insegnava educazione sessuale a Legnano. Si tratta di episodi ormai prescritti anche se alcune vittime dell'epoca sono state comunque sentite in aula come testi dell'accusa. Il parroco, dal canto suo, ha sempre respinto le accuse, forte anche del sostegno di decine di fedeli che hanno sempre seguito le udienze per manifestargli in ogni momento solidarietà e stima.


(03 marzo 2011)

http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/03/...filia-13147790/
 
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Don Ruggero, ex collaboratore del sindaco. Polemica su Alemanno


ROMA - La condanna di don Ruggero Conti sta provocando anche polemiche politiche perché il prete era stato garante per la famiglia e le periferie in campagna elettorale dell’allora candidato sindaco Alemanno. «La condanna di don Ruggero Conti è una triste notizia. Ancora più triste è stata l’assenza del comune di Roma dal processo. Chi pagherà, nell’amministrazione, per questa insensibilità?». Lo ha affermato in una nota Francesco Storace Segretario Nazionale della Destra.

Idv: sindaco si rifiutò di costituirsi parte civile. «Con la condanna di don Ruggero Conti si conclude una vicenda amara per la vita civile della città di Roma. Tra le numerose, odiose ambiguità di questa storia, ricorderemo il rifiuto del sindaco Alemanno di costituirsi ufficialmente parte civile. E questo solo perché Alemanno aveva scelto proprio don Ruggero Conti quale garante, nella sua campagna elettorale, per la famiglia e le periferie». È quanto afferma il segretario dell’Idv Lazio Vincenzo Maruccio. «Sarebbe bastato, per uscire dall’imbarazzo - aggiunge - ammettere di essersi fidato della persona sbagliata. Del resto questi errori di valutazione sulle persone cominciano ad essere una costante della grigia parentesi alemanniana nella storia del Comune di Roma».

Nanni: mi aspetto il mea culpa del sindaco. «Violenza sessuale, atti sessuali con minori, induzione alla prostituzione minorile aggravate sono i reati per i quali è stato condannato oggi a 15 anni Don Ruggero Conti, già parroco a Selva Candida e garante per la famiglia e le periferie in campagna elettorale dell’allora candidato sindaco Alemanno. Mi domando se il sindaco oggi a fronte di una sentenza così grave non provi rammarico per l’operato di questo suo collaboratore. Tra l’altro non è la prima volta che il primo cittadino di Roma si contorna di personaggi dal passato ambiguo e sicuramente offensivi verso la nostra città. Il Sindaco è solito commentare le sentenze su avvenimenti che a vario livello hanno colpito la città e i romani. Ora mi aspetto da lui un ‘mea culpà e una dura presa di posizione nei confronti di questo orco». È quanto dichiarato in una nota dal consigliere comunale del Pd Dario Nanni.
Giovedì 03 Marzo 2011 - 18:53

www.ilmessaggero.it/articolo_app.ph...&npl=&desc_sez=
 
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http://notizie.virgilio.it/notizie/cronaca...12.html?pmk=rss

La deposizione di mons. Reali a maggio: Non avvisai il Vaticano


Il vescovo di Porto-Santa Rufina (Fiumicino) non denunciò alle autorità civili don Ruggero Conti, il sacerdote oggi condannato a 15 anni per pedofilia dal tribunale di Roma, né avvisò il Vaticano, come prevedono le norme canoniche. A riferirlo, in una deposizione che si è svolta lo scorso 20 maggio, è stato lo stesso monsignor Gino Reali. "Esiste una direttiva della Chiesa cattolica che dice che c'è l'obbligo, in presenza di un fatto accertato, di denuncia alle autorità civile laddove la legge dello Stato lo preveda, ma non so cosa preveda la legge italiana", disse in quell'occasione il presule. Nella sua deposizione di maggio, monsignor Reali spiegò anche di aver istituito un tribunale ecclesiale in seguito alle denunce raccolte di un ragazzo che aveva riferito di essere stato abusato quando era minorenne. "Trovai questo ragazzo abbastanza sincero, lo invitai a denunciare i fatti e a mettere per iscritto le accuse", raccontò il vescovo. "Due giorni dopo mi arrivò la sua lettera ma, dopo aver costituito un piccolo tribunale per procedere in maniera canonica, lui non se la sentiva di andare avanti perché disse che non voleva che i suoi genitori lo sapessero". Quanto al Vaticano, monsignor Reali, interrogato dagli avvocati di parte civile, spiegò: "Io ho l'obbligo di avvisare la Congregazione per la dottrina per la fede quando ho fatto un'indagine previa e ho verificato che è fondata, ma in questo caso non l'ho avvisata. Ho chiesto informazioni e ho incontrato in termini informali qualcuno della Congregazione". Dopo che lo scandalo pedofilia l'anno scorso ha investito numerosi paesi, dall'Irlanda alla Germania, dagli Stati Uniti al Belgio, la congregazione vaticana per la Dottrina della fede ha adottato a maggio scorso norme più restrittive. Papa Ratzinger, fautore di una linea di 'tolleranza zero', ha scritto una lettera ai cattolici irlandesi, ha incontrato gruppi di vittime dei preti pedofili in alcuni paesi ed ha accettato le dimissioni di diversi vescovi. Per la Santa Sede, un vescovo - qualora il sospetto abbia verosimiglianza con la verità - ha l'obbligo di investire la congregazione per la Dottrina della fede. Quanto alla denuncia alle autorità civili, non esiste una norma canonica univoca e l'indicazione del Vaticano è di rispettare le diverse normative nazionali. Don Conti nel 2008 è stato anche testimonial della campagna elettorale di Gianni Alemanno per le politiche della periferia e del disagio sociale del Comune di Roma. (segue)

"Verranno presi provvedimenti previsti". Ipotesi favoreggiamento

Quanto all'Italia, la Conferenza episcopale italiana non ha ritenuto sinora di prendere iniziative specifiche come avvenuto in altri paesi europei (strutture 'ad hoc' sul tema degli abusi sessuali, numeri-verdi, revisioni normative). Come ha spiegato il cardinale Angelo Bagnasco all'assemblea generale di Assisi lo scorso novembre in merito alle linee-guida del Vaticano, "a nostro avviso non necessitano, fino ad oggi - ma la valutazione è aperta - di particolari, altre strutture, iniziative o precisazioni". In un'intervista dell'anno scorso ad 'Avvenire', monsignor Charles J. Scicluna, 'promotore di giustizia' della congregazione vaticana, parlò così dell'Italia: "Finora il fenomeno non sembra abbia dimensioni drammatiche, anche se ciò che mi preoccupa è una certa cultura del silenzio che vedo ancora troppo diffusa nella Penisola. La Conferenza Episcopale Italiana (Cei) offre un ottimo servizio di consulenza tecnico-giuridica per i vescovi che devono trattare questi casi. Noto con grande soddisfazione un impegno sempre maggiore da parte dei vescovi italiani di fare chiarezza sui casi segnalati loro". Senza ulteriori dettagli, la Cei, interpellata dai giornalisti, ha reso noto nei mesi scorsi che sono cento i casi di abusi sessuali sui minori da parte dei preti cattolici che i vertici della Chiesa italiana hanno registrato negli ultimi dieci anni. Quanto alle denuncie, il segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, ha avuto a precisare, nei mesi scorsi, che l'Italia "è uno di quei paesi in cui la legge civile non prevede l'obbligo di denuncia" di casi di pedofilia. "Questo evidentemente non esclude che, per nostra iniziativa, assicuriamo una cooperazione e collaborazione che consiste nell'accertamento dei fatti e nell'incoraggiamento alla denuncia dei fatti da parte di chi ha subito o è a conoscenza dei fatti". Proprio ieri, peraltro, l''Avvenire' ieri ha dedicato un dossier speciale alla pedofilia. "Oggi, i riflettori sullo scandalo pedofilia sono di nuovo spenti (anzi, spentissimi)", ha scritto in prima pagina il direttore Marco Tarquinio. "E a misurarsi senza lesinare energie con il feroce e avido mostro dello sfruttamento sessuale dei più piccoli sono rimasti un gruppo di poliziotti e di uomini della legge, i soliti volontari e proprio quei preti e quegli uomini e quelle donne di Dio che erano stati messi 'in blocco' nel mirino". Nel dossier, tra l'altro, anche il punto sul "rigore e l'impegno" della Chiesa. Il giornale Cei ricorda che è in arrivo una "lettera circolare della Congregazione alle Conferenze episcopali sulle linee guida da offrire per un programma coordinato ed efficace nella direzione sopra descritta". Il vescovo di Fiumicino oggi ha commentato la condanna di don Ruggero Conti con una nota nella quale ha detto di aver appreso "con rispetto" la decisione dei magistrati, ha espresso "profondo dolore per l'accaduto" e, sottolineando che "quanto avvenuto ferisce l'intera comunità ecclesiale", ha invitato tutti "alla preghiera e alla penitenza". Quanto alla situazione attuale e futura di don Conti, "nei confronti del sacerdote, che aveva già la proibizione dell'esercizio pubblico del ministero, verranno presi i provvedimenti previsti dalla disciplina della Chiesa, secondo le indicazioni della competente Congregazione per la Dottrina della Fede". Nella deposizione di maggio in tribunale, mons. Reali, 64 anni, precisò di avere appreso delle accuse di abusi sessuali sui minori dallo stesso parroco di Selva Candida che, nell'ottobre del 2006, gli riferì di voci che circolavano sul suo conto e formulò il sospetto che a metterle in giro fosse stato uno dei suoi viceparroci, don Claudio Peno Brichetto. E' stato proprio quest'ultimo a denunciare il sacerdote. Don Ruggero Conti "mi ha sempre smentito in modo deciso quelle voci che circolavano sul suo conto", riferì mons. Reali. "Io ho cominciato a verificare le accuse a partire dai suoi più stretti collaboratori. Ho incontrato sacerdoti, laici, religiose ed ho detto loro di invitare chi sapeva a farsi avanti. Ho visto una ventina di persone. Ho cercato riscontri con i mezzi che il vescovo ha a disposizione, muovendomi secondo la normativa canonica". Ad ottobre del 2006 don Ruggero Conti chiese al vescovo Reali di lasciare la parrocchia per un mese di pausa. Quando tornò il vescovo, sulla scorta delle indicazioni raccolte, ha riferito di avergli dato tre indicazioni: "Un impegno maggiore nella vita spirituale della parrocchia che aveva avuto una forte attenzione nell'impegno di costruire una nuova casa parrocchiale. Assumere un atteggiamento più prudente nei confronti di ragazzi e bambini in particolare per quanto riguardava i baci e gli abbracci che lui era solito dare anche agli adulti. Gli chiesi, infine, di non accogliere ragazzi in casa", ha detto mons. Reali che ha precisato, su domanda di un avvocato di parte civile, di essere stato a conoscenza che il sacerdote ospitava a casa dei ragazzi anche di notte. "Lui promise di impegnarsi ed attuare queste indicazioni". L'associazione Caramella buona, parte civile nel processo a carico di don Ruggero Conti, ha preannunciato che intende chiedere l'incriminazione del vescovo per favoreggiamento della pedofilia.
 
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La requisitoria del PM e l'esame di 2 testimoni scaricabili sul sito di Radio Radicale: http://www.radioradicale.it/don-ruggero-co...eo-del-processo

http://notizie.radicali.it/articolo/2011-0...a-e-don-ruggero

Mario Staderini
Alemanno, la curia e Don Ruggero
04-03-2011

Don Ruggero Conti è un parroco cattolico che esercitava il suo ministero a Roma sino a quando nel giugno 2008 fu arrestato mentre era in procinto di partire con i suoi ragazzi per la Giornata mondale della gioventù di Sidney. Accusato di aver commesso nell’arco di dieci anni violenza sessuale su sette minori e induzione alla prostituzione, è stato condannato ieri dalla VI sezione del Tribunale di Roma a 15 anni e 4 mesi di reclusione, oltre alla condanna a risarcire tutte le parti civili, con provvisionali per più di 200 mila euro.
La requisitoria del pm, le conclusioni delle parti civili e della difesa, la sentenza finale, sono disponibili in audio video su radio radicale.it
Questi in estrema sintesi i fatti. Veniamo ora a tutto il resto. Personalmente entro in questa storia al termine delle indagini preliminari, quando il Pubblico Ministero chiede il rinvio a giudizio nei confronti di don Ruggero. L’udienza in cui si deciderà il rinvio a giudizio è anche il termine entro il quale debbono costituirsi le parti civili, ovvero i soggetti danneggiati dal reato. Chiedo allora al Sindaco Alemanno di far costituire il Comune di Roma parte civile: nei processi per reati di violenza sessuale è molto facile che le vittime finiscano loro sul banco degli accusati. La presenza del Comune nel processo garantisce alle parti offese di non essere lasciate sole, ferma restando la necessità di accertare la colpevolezza dell'imputato. Proprio per questo negli ultimi anni molti Comuni, compreso quello capitolino, si sono costituiti parte civile nei processi per stupri di donne.
Stranamente, non è mai capitato nei casi di pedofilia.
Mi viene un sospetto, che non lo si faccia perché l’accusato potrebbe essere un esponente del clero: ci pensate, il Sindaco di Roma che si schiera contro un prete, per di più accusato del tabù dei tabù per il Vaticano?!?
Alemanno non mi risponde. Scopro che don Ruggero è stato un suo fiancheggiatore sino a pochi mesi prima: durante la campagna elettorale per il Campidoglio era il garante per le politiche della famiglia (!!) e le periferie dell’aspirante Sindaco.
Decido di andare sino in fondo.
Scovo uno strumento quasi mai utilizzato: l’azione popolare, che permette ai cittadini di esercitare le azioni legali che il Comune potrebbe fare nel caso in cui l’amministrazione rimanga inerte.
Decido quindi di esercitarla, cioè costituirmi parte civile a nome del Comune di Roma.
Il 16 giugno 2009, all’udienza preliminare la prima sorpresa: l’avvocatura comunale deposita una memoria firmata da Alemanno con cui il Sindaco dichiara di non volersi costituire parte civile e si oppone a che lo faccia io al suo posto.
Rimango basito per quello che mi sembra un atto vile oltre che un suicidio politico.
Il Tribunale, però, con una storica ordinanza ammette la mia azione popolare: il Comune di Roma sarà parte civile nel processo, solo che a rappresentarlo non sarà il Sindaco ma il sottoscritto. Artefice di questa straordinaria conquista giuridica l’avvocato Elisabetta Valeri, che mi assisterà durante tutto il processo.
Sommerso dalle critiche, Alemanno tenta prima di negare i fatti e poi scarica la responsabilità su di una dirigente comunale, annunciando di averla rimossa.
Messo alle strette, ci confrontiamo nella popolare trasmissione radiofonica condotta da Mario Corsi e, dopo aver ammesso l’errore, mi ringrazia “ per averci pensato al suo posto, d’ora in poi il Comune si costituirà non solo per le donne ma anche per i minori”.
Eppure, mentre la dirigente che aveva fatto da capro espiatorio torna al suo posto in pochi mesi, mi devo anche difendere fino in Cassazione perché Alemanno impugna l’ordinanza del Tribunale e vuole che io esca dal processo e che entri lui.
Per capire l’ostinazione, un altro sospetto: “chissà che combina questo radicale!” avrà pensato. In un processo penale, infatti, la parte civile può fare domande a testimoni e imputati.

Mario Staderini
Segretario dei Radicali italiani. Ha pubblicato nel 2003 il libro Otto per mille, come lo Stato sottrae un miliardo di euro ogni anno agli italiani per darli alla Chiesa cattolica.

Ed arriva il momento della verità: il Vescovo Gino Reali, chiamato a testimoniare perché diretto superiore di don Ruggero, ammette di essere stato informato nel periodo in cui accadevano le violenze da conoscenti e vittime ma di non aver creduto loro.
L’avv. Valeri, che per mio conto rappresenta il Comune, gli domanda in aula perché non avesse denunciato alla polizia e se fosse stato aperto almeno un procedimento canonico.
La sua risposta vale più di tante inchieste: “esiste una direttiva della Santa Sede che dice che c’è l’obbligo di denuncia all’autorità civile laddove la legge dello Stato lo preveda.” Solo che, dice il Vescovo rispondendo alla mia domanda, “non so cosa preveda la legge italiana” (!).
L’alto prelato conferma inoltre che non c’è stato nessun processo canonico e che si è limitato ad informare informalmente la Congregazione per la dottrina della fede. Insomma, fosse stato per loro questo processo non si sarebbe fatto.
Nel frattempo, Renato Farina sulle pagine de Il Giornale conduce una campagna in difesa di don Ruggero, contro il PM e contro di me, accusato di essere estraneo alla tradizione radicale. Pochi giorni dopo, il 13 ottobre del 2009, arrivano tre lettere con minacce di morte e pallottole nei confronti miei, del PM e del presidente di un’altra parte civile, la Caramella buona.
Di udienza in udienza si arriva alla sentenza finale. È la prima volta che un Comune viene risarcito come parte civile in un processo di violenza sessuale contro minori. I soldi del risarcimento danni ovviamente non andranno a me, ma andranno a finire nelle casse del Comune e dovranno essere spesi per la prevenzione e l'assistenza. Nelle mie conclusioni troverete le ragioni. La vicenda, a parte l’appello che confermerà o meno la condanna, non è ancora conclusa. Innanzitutto Alemanno: chiederà i soldi di risarcimento che il Tribunale ha riconosciuto al Comune grazie alla mia azione popolare?
E poi la Curia: garantirà il risarcimento economico alle vittime o si affiderà al fatto che don Conti non lo farà? Credo sarebbe il minimo viste le loro responsabilità, in caso contrario torneremo nei tribunali. Questa volta, speriamo con il Sindaco dalla nostra…

 
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view post Posted on 27/5/2011, 15:13
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Pedofilia/ Legale: citerò Vaticano per violenze di Don Conti

Avvocato Fabrizio Gallo: nessuno ha chiesto scusa a vittime
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"Citeremo in giudizio sia il Vaticano sia che la diocesi di Santa Rufina, che era a perfetta conoscenza dei fatti già dal 2006 e non ha fatto nulla. Siamo pronti a chiedere un risarcimento danni di 5 milioni di euro". Così ha detto l'avvocato Fabrizio Gallo, legale di parte civile nel processo per violenza sessuale su minori nel quale è stato condannato a 15 anni e 4 mesi Don Ruggero Conti. Il penalista è intervenuto a commento delle motivazioni della sentenza che sono state depositate dai giudici della VI sezione del tribunale di Roma. Secondo l'avvocato dai vertici della Chiesa "sono arrivate solo belle parole". E "di fronte ad un prete che ha ripetutamente violentato minori di 14 anni, non è stato fatto alcun gesto per chiedere scusa ai ragazzi e stargli vicino. Nel processo sembravano loro alla sbarra, sembravano loro gli imputati: ora vogliamo giustizia".

http://notizie.virgilio.it/notizie/cronaca...i,29794354.html

Il prete pedofilo che si faceva chiamare Imperatore
Tommaso Caldarelli

27 maggio 2011

Don Ruggero Conti non potrebbe provare in nessun modo di essere vittima “di un complotto”: e dunque le accuse a suo carico sono certamente da confermarsi. Le vittime: “Ora i danni”

Don Ruggero Conti, il prete romano che si faceva chiamare “imperatore”, rimane in carcere, e questo si sapeva: ma col deposito delle motivazioni della sentenza il tribunale che lo ha condannato spiega con maggiore chiarezza che il quadro da lui usato come strategia difensiva non sta in piedi, perchè assolutamente non provato; e per contro che le testimonianze delle vittime sono certamente attendibili e da tenere nel massimo del conto possibile. Tutto vero insomma quello che i ragazzi stuprati dal sacerdote raccontano, e molto poco credibile quello che lui, il sacerdote, afferma.

LE MOTIVAZIONI – Una partecipazione emotiva quella che le vittime hanno dimostrato davanti alla giuria; talmente convincente che non sarebbe possibile credere che si siano inventate tutto, come invece afferma la difesa che vuole il sacerdote che avrebbe abusato di ragazzi e bambini durante le attività dell’oratorio e dei campi estivi per anni vittima di un complotto da alcuni parrocchiani invidiosi, in questo pensiero supportata la linea di difesa da parte di altri parrocchiani che hanno passato la gran parte del loro tempo a difendere il sacerdote.

Il tribunale che lo ha giudicato e’ rimasto colpito “dalla immediata, diretta, coerente, sincera e partecipata narrazione compiuta in dibattimento, oralmente, dalle vittime, dando la possibilita’ al tribunale medesimo di valutare il loro atteggiamento emozionale, indicativo di una sincerita’, sofferta e partecipata, mostrato al suo cospetto”. La tesi del complotto – ha spiegato il collegio giudicante della sesta sezione penale che ha motivato la condanna emessa il 3 marzo scorso – “e’ rimasta indimostrata: molte delle vittime e dei giovani parrocchiani hanno dichiarato addirittura di non conoscersi fra di loro e qualcuno non ha neppure mai avuto contatti con don Brichetto” (…)

Come dicevamo ciò che ha convinto i giudici è la narrazione concordante e coincidente di vittime che nemmeno si conoscevano.

Cio’ che, pero’, ha portato alla condanna del sacerdote deriva dalla “credibilita’ delle persone offese, dall’escussione di testi di Legnano (dove aveva lavorato don Ruggero Conti prima di arrivare nella capitale, ndr), lontani sotto il profilo probatorio dallo spazio e dal tempo in cui vennero commessi gli abusi per i quali si e’ celebrato il giudizio, dall’identita’ delle modalita’ attraverso le quali quelle condotte vennero a perfezionarsi a Legnano e a Roma, dalla personalia’ dell’imputato abbondantemente delineata dai testi introdotti da accusa e difesa, giudicata compatibile, nei suoi tratti caratterizzanti, con la concreta, continuata, annosa ripetizione di quelle condotte nel lunghissimo lasso temporale coperto dalla compiuta istruttoria dibattimentale”.

Le vittime hanno dunque descritto un modus operandi del sacerdote identico; identiche le modalità d’approccio ai bambini, con visioni notturne di film nella casa del parroco; e reiterato nelle varie sedi pastorali nelle quali si è trovato ad operare.

ORA I DANNI! – Secondo gli avvocati delle parti civili, dunque, questa sentenza sarà ampiamente sufficiente a citare in giudizio l’autorità ecclesiastica, perché paghi per le omissioni e per aver coperto una persona che certo non poteva essere difesa.

‘Citeremo in giudizio sia il Vaticano che la diocesi di Santa Rufina, che era a perfetta conoscenza dei fatti già dal 2006 e non ha fatto nulla. Siamo pronti a chiedere un risarcimento per i danni di 5 milioni di euro’. E’ quanto afferma l’avvocato Fabrizio Gallo, difensore di una vittima di abusi da parte di Don Ruggero Conti, commentando le motivazioni della sentenza con cui l’ex parroco e’ stato condannato in primo grado a 15 anni e 4 mesi di reclusione.
Per il penalista dalla Chiesa ‘sono arrivate solo belle parole’. ‘Di fronte ad un prete – prosegue – che ha ripetutamente violentato minori di 14 anni, non ha fatto alcun gesto per chiedere scusa ai ragazzi e stargli vicino. Nel processo sembravano loro alla sbarra, sembravano loro gli imputati: ora vogliamo giustizia’.

Una vicenda giudiziale che ora di certo proseguirà con gli altri gradi di giudizio sul merito mentre si potrebbe distaccare il processo-costola sui danni da richiedere al Vaticano. E’ la giustizia che richiedono le vittime e che forse potrebbe arrivare anche sottoforma di sostanzioso risarcimento.


http://www.giornalettismo.com/archives/127...are-imperatore/
 
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www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=162552&sez=HOME_ROMA

Pedofilia, chiesti 10 milioni di danni
a don Ruggero e alla Curia
L'ex parroco di Selva Candida condannato a 15 anni e 4 mesi
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Don Ruggero Conti
di Giulio De Santis

ROMA - Dieci milioni di euro. È il risarcimento danni chiesto a don Ruggero Conti, condannato in primo grado a 15 anni e 4 mesi, da una delle presunte vittime di abusi sessuali compiuti su minori dell’ex parroco di Selva Candida tra il 1998 ed il 2008. La richiesta di danni è stata avanzata anche nei confronti della curia Vescovile di Santa Rufina, che sarà chiamata a rispondere in solido del risarcimento in caso di condanna in sede civile.

A dover decidere se la richiesta è fondata sarà il Tribunale civile di Roma. I giudici dovranno pronunciarsi anche sulla citazione in giudizio del vescovo Gino Reali che all’epoca dei fatti aveva la responsabilità di sorvegliare l’operato di Don Ruggero Conti. In questo caso monsignor Reali rappresenterebbe la chiesa come istituzione. Qualora il giudice infatti scegliesse di far partecipare all’istruttoria anche il vescovo, la Chiesa sarebbe potrebbe essere chiamata a pagare un risarcimento danni alla presunta vittima. Con la conseguenza che verrebbe riconosciuta la responsabilità diretta della Curia per i comportamenti compiuti dai suoi membri nell’esercizio delle loro funzioni ecclesiastiche.

Una decisione che potrebbe rappresentare un precedente, perché in Italia la Curia non è mai stata ritenuta diretta responsabile per vicende di pedofilia. Responsabilità che per esempio invece è stata accertata negli Stati uniti dove nel 2007 l’Arcidiocesi di Los Angeles concordò un risarcimento di 660 milioni di dollari per le 508 vittime di abusi sessuale compiuti da preti pedofili.

La scelta dell’avvocato Fabrizio Gallo, rappresentante di una delle presunte vittime, di citare la Curia in sede civile nasce dalle motivazioni della sentenza di condanna in primo grado del prete. In alcuni passaggi i giudici della sesta sezione del tribunale penale di Roma, con un linguaggio velato, insinuano che i presunti abusi compiuti da don Ruggero sarebbero stati anche causati dalle omissioni compiute da chi aveva il compito di controllare l’operato del sacerdote. Il Tribunale penale di Roma ha ritenuto che le autorità ecclesiastiche intendevano «congelare» la vicenda nonostante avessero appreso della gravità della situazione dalla viva voce delle presunte vittime. Anzi i giudici sono arrivati a sottolineare la possibilità che i supposti abusi compiuti dal sacerdote dopo il 2006 forse avrebbero potuto essere evitati se non fosse stata sottovalutata la denuncia fatta da due vittime al monsignor Gino Reali.

Il processo civile avrà inizio il 12 dicembre del 2012. «La domanda di risarcimento della presunta vittima è irrituale» commenta l’avvocato Patrizio Spinelli, difensore di don Ruggero. La storia dei presunti abusi compiuti da Don Ruggero scoppia nel giugno del 2008 quando l’allora sacerdote di Selva Candida viene arrestato dalla Procura di Roma. L’inchiesta sarebbe arrivata a rivelare l’esistenza di un uomo capace di violentare alcune vittime anche 300 volte un minorenne. Secondo i giudici in un caso don Ruggero avrebbe abusato di un minore dopo avergli impartito lezioni private in preparazione dell’anno scolastico. Mentre un’altra violenza sarebbe avvenuta il giorno di Pasqua nel marzo del 2008 dopo aver convinto una vittima a farsi raggiungere presso la sua abitazione.
Sabato 10 Settembre 2011 - 15:47
 
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view post Posted on 19/9/2012, 10:22
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http://www.prealpina.it/notizie/alto-milan...ero/2327560/55/

Giustizia lumaca, pedofilo libero
Ex sacerdote legnanese, condannato a oltre 15 anni, da diciotto mesi attende la fissazione della data dell'appello. Ma la prescrizione potrebbe arridergli
L'ingresso dell'oratorio di San Magno

L'ingresso dell'oratorio di San Magno

Legnano - Condannato in primo grado a 15 anni e 4 mesi di reclusione per atti di pedofilia nei confronti di sei ragazzini, il legnanese Ruggero Conti oggi non è più don ma è comunque un uomo libero. E siccome a diciotto mesi dalla sentenza non è ancora stata fissata una data per il processo d’appello, alla fine in prigione potrebbe non andarci mai.
Non solo per le sue precarie condizioni di salute, ma anche perchè prima della sentenza definitiva per tutti i reati che gli sono stati contestati potrebbero essere raggiunti i termini della prescrizione. Il caso del prete legnanese che negli anni Ottanta era un punto di riferimento dell'opratorio di San Magno e che nel marzo 2011 era stato condannato a Roma per pedofilia continua a fare discutere.
Altro servizio sulla Prealpina in edicola domenica 16 settembre.
 
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view post Posted on 4/12/2012, 09:38
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http://vaticaninsider.lastampa.it/inchiest...edofilia-20299/


3/12/2012
Appello al Papa dalle vittime di don Conti: “Santità, ci aiuti”
Il faldone sull'inchiesta riguardante don Conti

Il faldone sull'inchiesta riguardante don Conti
Parla l’avvocato di una vittima del parroco romano condannato per abusi. Un libro racconta l’intera vicenda
GIACOMO GALEAZZI
CITTA'DEL VATICANO



Appello al Papa delle vittime del prete pedofilo don Ruggero Conti, il parroco della periferia romana condannato in primo grado a 15 anni e 4 mesi per aver abusato di almeno sette minorenni. "E’ forse poco professionale nonché imbarazzante rivolgermi a Lei ma non so più cosa dovrei fare per un ragazzo che difendo e che giustamente sta cercando giustizia nei confronti di un prete Don Ruggero Conti che tanto male gli ha fatto nel corso degli anni da quando era ancora minore degli anni 14", scrive a Benedetto VI, l'avvocato Fabrizio Gallo. "Finalmente dopo molti anni nel 2011 il prete è stato condannato perché riconosciuto colpevole dei numerosi abusi sessuali commessi e conseguentemente condannato a 15 anni di reclusione oltre al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva nei confronti del mio assistito", prosegue il legale. "Ebbene nonostante abbiamo ripetutamente scritto sia al prete sia alla Curia Vescovile per avere ragione di una sentenza che andrebbe rispettata oltre ad aver adito il Tribunale Civile di Roma, nessuno si è mai fatto sentire, mai nessuno nel corso del processo ha osato tendere una mano di aiuto a questo ragazzo, mai nessuno ha osato dare allo stesso una parola di conforto, ma tutti hanno ignorato ciò che è accaduto provvedendo ad isolarlo e deriderlo per ciò che aveva fatto", puntualizza l'avvocato.





"Ultimamente ho citato in giudizio sia il Prete sia La Curia Vescovile di appartenenza ( a perfetta conoscenza di ciò che succedeva), ma nonostante ciò, silenzio assoluto- evidenzia Gallo -.Il ragazzo D.D.N. stanco di tale situazione ha deciso di uscire allo scoperto e raccontare quello che è successo per avere ragione di una indifferenza che sta superando ogni limite. Chiedo che lo stesso venga da Sua Santità ricevuto perché penso che soltanto Lei possa giustificare in qualche modo questo assordante silenzio inaccettabile che incombe su tale gravissima situazione. Attendiamo con fiducia".





Per le vittime del sacerdote oltre alla lacerazione psicologica e alle ricadute sulla sessualità, al sentirsi sporchi e colpevoli, al pensare che gli altri stiano sempre «per fregarti», c'è anche la perdita di fede, se non in Dio, almeno nella Chiesa. «Ho sognato la mia vita senza questo schifo, perché ormai è l'unico mio desiderio, il desiderio mio più grande: riuscire ad andare avanti come se tutto non fosse mai successo». È la testimonianza di uno dei ragazzi che accusa di violenza don Ruggero Conti, il parroco di Selva Candida, alla periferia della capitale, condannato dal tribunale penale di Roma.





«Che fa suo figlio, signora?, può venire a pranzo da me oggi?», chiedeva il sacerdote alla mamma ignara dell'inferno nel quale l'adolescente stava sprofondando. «Era molto cattolica. Non volevo deluderla», spiega il giovane alla cronista Angela Camuso, che per l'editore Castelvecchi ne ha raccolto i tormenti nel libro «La preda, le confessioni di una vittima», presentato oggi alla Sala stampa estera di Roma dal cappellano del carcere minorile "Beccaria" don Gino Rigoldi e dal giornalista Gianluigi Nuzzi. «Questo non è un libro contro la Chiesa Cattolica. È piuttosto un libro dedicato soprattutto ai cattolici di tutta Italia e di tutto il mondo, alle famiglie, ai ragazzi, ai preti e alle suore, ai vescovi e ai cardinali. Se mi è permesso, al Sommo Pontefice», confida nella premessa Angela Camusso, che con il suo scritto vuole «rendere giustizia a quei preti, la stragrande maggioranza, che i bambini li amano come figli e basta».





Il libro ricorda la circostanza sconcertante che «le indagini su don Ruggero Conti sono iniziate grazie alla denuncia di un sacerdote (il vicario parrocchiale), il quale, incredibilmente, per aver osato tanto, verrà, piuttosto che premiato, punito dai suoi superiori con un decreto di allontanamento dalla parrocchia teatro dello scandalo».





A convincere «in alto» della propria innocenza era stato lo stesso don Conti, «capace di mentire per anni spudoratamente, anche di fronte all'evidenza e di accusare le sue vittime attraverso riuscite manipolazioni della realtà». Una capacità mistificatoria che ha favorito la creazione di un vero e proprio movimento di opinione a favore di don Conti. Secondo la Camuso, del resto, proprio grazie a questa sua particolare abilità nel convincere gli altri, per ottenere la propria soddisfazione sessuale, «don Ruggero non ha mai usato la forza fisica», e nonostante tutto, «pur sapendo che tornando sarebbero state violentate di nuovo, quasi tutte le sue prede sono tornate da lui».





Le storie dei preti pedofili (e le tragedie delle loro vittime) hanno quasi sempre un punto in comune: «L'omertà a copertura del comportamento del corruttore», scrive Dario Fo nella prefazione del volume. «Da noi - scrive il Premio Nobel per letteratura - il clero, ce lo testimonia questo libro, ha ancora l'ardire e i mezzi per abbattere e rendere vana la gran parte delle denunce e inchieste su atti di pedofilia». Secondo Dario Fo, che paragona i crimini consumati nella parrocchia di Selva Candida, nella periferia romana, a quanto accaduto in una favela brasiliana, dove l'estrema povertà delle vittime favoriva l'abuso, «l'unico problema che realmente interessa a una certa Chiesa è salvare la rispettabilità delle curie, come a dire salvare la "faccia" e non il povero disgraziato dall'angoscia che lo accompagnerà per tutta la vita».

Alternando resoconti da atti giudiziari alla narrazione in prima delle vittime, Camuso racconta una vicenda grave, sia perché ha diviso una comunità tra innocentisti e colpevolisti, coinvolgendo un sacerdote carismatico ritenuto capace di portare tanti giovani a Dio e considerato anche «con appoggi potenti in curia», sia in quanto consulente del sindaco di Roma Gianni Alemanno per problematiche e disagi, amico di don Giovanni D'Ercole ai tempi in cui questi prestava servizio in segreteria di Stato. E sia perché, dando voce alle vittime e a quanti credettero a queste, in particolare i catechisti di Selva Candida, formatisi alla scuola salesiana, racconta i meccanismi di rimozione, insabbiamenti per timore di ledere il buon nome della istituzione che frenarono anche chi avrebbe dovuto vigilare e proteggere i piccoli. In primis il vescovo di don Ruggero, monsignor Gino Reali, e il suo predecessore a Santa Rufina, monsignor Diego Bona, informato in confessione dalla zia di una delle vittime. O l'anziano prelato che tanti anni fa, quando Ruggero non era ancora prete ma abusò di un ragazzo a Legnano, ignoro' la denuncia, o una serie di preti collaboratori dei vescovi sempre pronti a non credere alle vittime, magari cestinando le loro denunce dopo aver detto che le avrebbero consegnate al vescovo. L'abuso, soprattutto se da parte di un sacerdote, che consideri un padre, è una violenza indelebile, in particolare in ragazzi già fragili o soli, e scelti per questo come prede ideali. La vita ne rimane sconvolta, spesso irrimediabilmente compromessa, come raccontano le vittime a Angela Camuso e come emerge dalle indagini, basate su intercettazioni telefoniche, analisi dei computer, raccolta di testimonianze.





La difesa dei piccoli e la giustizia alle vittime - hanno chiesto Benedetto XVI e prima di lui Giovanni Paolo II - devono essere al primo posto, e non è degno di essere prete chi fa male ai bambini. Stanare i colpevoli, impedirgli di nuocere, compiere la giustizia e difendere i piccoli sono le priorità. Questo libro dunque, crudo e atroce, potrebbe far bene alla Chiesa italiana.
 
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view post Posted on 5/4/2013, 10:42
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http://www.radicali.it/evento/5-aprile-201...contro-don-rugg

5 aprile 2013, Corte d’Appello di Roma: Staderini rappresenterà il Comune nel processo contro don Ruggero Conti

Roma, , con Mario Staderini

05/04/2013 - 09:00

Venerdì 5 aprile, alle ore 9.00, presso la terza sezione della Corte d’Appello di Roma, inizierà il processo di appello nei confronti di don Ruggero Conti, condannato in primo grado a 15 anni e 4 mesi di reclusione per aver commesso nell’arco di dieci anni abusi sessuali su sette minori.

All’udienza, a rappresentare la parte civile che tutela gli interessi del Comune di Roma ci sarà Mario Staderini, segretario di Radicali italiani.

Nel processo di primo grado Staderini, assistito dall’avvocato Elisabetta Valeri, è stato ammesso a rappresentare il Comune di Roma quale parte civile nonostante la volontà contraria espressa dal sindaco Alemanno.

Grazie alla costituzione di Staderini a seguito di esercizio dell’azione popolare prevista dall’articolo 9 del testo unico enti locali, il Tribunale ha riconosciuto al Comune di Roma il diritto al risarcimento del danno da parte di don Ruggero Conti.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/03/04...-ruggero/95286/

Alemanno, la curia e don Ruggero
di Mario Staderini | 4 marzo 2011
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Più informazioni su: Comune, Condanna, Gianni Alemanno, Minorenni, Pedofilia, Processi, Radicali, Roma, Violenza.
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Questa è una storia diversa dalle cronache che avete letto. Non parlerò dei fatti del processo, ma di quello che c’è stato intorno e rispetto al quale ho avuto un ruolo diretto.

Don Ruggero Conti è un parroco cattolico che esercitava il suo ministero a Roma sino a quando nel giugno 2008 fu arrestato mentre era in procinto di partire con i suoi ragazzi per la Giornata mondale della gioventù di Sidney. Accusato di aver commesso nell’arco di dieci anni violenza sessuale su sette minori e induzione alla prostituzione, è stato condannato ieri dalla VI sezione del Tribunale di Roma a 15 anni e 4 mesi di reclusione, oltre alla condanna a risarcire tutte le parti civili, con provvisionali per più di 200 mila euro. La requisitoria del pm, le conclusioni delle parti civili e della difesa, la sentenza finale, sono disponibili in audio video su Radioradicale.it.

Questi in estrema sintesi i fatti. Veniamo ora a tutto il resto.

Personalmente entro in questa storia al termine delle indagini preliminari, quando il pubblico ministero chiede il rinvio a giudizio nei confronti di don Ruggero. L’udienza in cui si deciderà il rinvio a giudizio è anche il termine entro il quale debbono costituirsi le parti civili, ovvero i soggetti danneggiati dal reato. Chiedo allora al sindaco Alemanno di far costituire il Comune di Roma parte civile: nei processi per reati di violenza sessuale è molto facile che le vittime finiscano loro sul banco degli accusati. La presenza del Comune nel processo garantisce alle parti offese di non essere lasciate sole, ferma restando la necessità di accertare la colpevolezza dell’imputato. Proprio per questo negli ultimi anni molti Comuni, compreso quello capitolino, si sono costituiti parte civile nei processi per stupri di donne.

Stranamente, non è mai capitato nei casi di pedofilia. Mi viene un sospetto, che non lo si faccia perché l’accusato potrebbe essere un esponente del clero: ci pensate, il sindaco di Roma che si schiera contro un prete, per di più accusato del tabù dei tabù per il Vaticano?!?

Alemanno non mi risponde. Scopro che don Ruggero è stato un suo fiancheggiatore sino a pochi mesi prima: durante la campagna elettorale per il Campidoglio era il garante per le politiche della famiglia (!!) e le periferie dell’aspirante Sindaco. Decido di andare sino in fondo. Scovo uno strumento quasi mai utilizzato: l’azione popolare, che permette ai cittadini di esercitare le azioni legali che il Comune potrebbe fare nel caso in cui l’amministrazione rimanga inerte. Decido quindi di esercitarla, cioè costituirmi parte civile a nome del Comune di Roma.

Il 16 giugno 2009, all’udienza preliminare la prima sorpresa: l’avvocatura comunale deposita una memoria firmata da Alemanno con cui il sindaco dichiara di non volersi costituire parte civile e si oppone a che lo faccia io al suo posto. Rimango basito per quello che mi sembra un atto vile oltre che un suicidio politico. Il Tribunale, però, con una storica ordinanza ammette la mia azione popolare: il Comune di Roma sarà parte civile nel processo, solo che a rappresentarlo non sarà il Sindaco ma il sottoscritto. Artefice di questa straordinaria conquista giuridica l’avvocato Elisabetta Valeri, che mi assisterà durante tutto il processo.

Sommerso dalle critiche, Alemanno tenta prima di negare i fatti e poi scarica la responsabilità su di una dirigente comunale, annunciando di averla rimossa. Messo alle strette, ci confrontiamo durante una trasmissione di Radio Radicale e, dopo aver ammesso l’errore, mi ringrazia “per averci pensato al suo posto, d’ora in poi il Comune si costituirà non solo per le donne, ma anche per i minori”. Eppure, mentre la dirigente che aveva fatto da capro espiatorio torna al suo posto in pochi mesi, mi devo anche difendere fino in Cassazione perché Alemanno impugna l’ordinanza del Tribunale e vuole che io esca dal processo e che entri lui. Per capire l’ostinazione, un altro sospetto: “chissà che combina questo radicale!” avrà pensato. In un processo penale, infatti, la parte civile può fare domande a testimoni e imputati.

E arriva il momento della verità: il vescovo Gino Reali, chiamato a testimoniare perché diretto superiore di don Ruggero, ammette di essere stato informato nel periodo in cui accadevano le violenze da conoscenti e vittime, ma di non aver creduto loro. L’avv. Valeri, che per mio conto rappresenta il Comune, gli domanda in aula perché non avesse denunciato alla polizia e se fosse stato aperto almeno un procedimento canonico. La sua risposta vale più di tante inchieste: “Esiste una direttiva della Santa Sede che dice che c’è l’obbligo di denuncia all’autorità civile laddove la legge dello Stato lo preveda”. Solo che, dice il vescovo rispondendo alla mia domanda, “non so cosa preveda la legge italiana” (!). L’alto prelato conferma inoltre che non c’è stato nessun processo canonico e che si è limitato ad informare informalmente la Congregazione per la dottrina della fede. Insomma, fosse stato per loro, questo processo non si sarebbe fatto.

Nel frattempo, Renato Farina sulle pagine de Il Giornale conduce una campagna in difesa di don Ruggero, contro il pm e contro di me, accusato di essere estraneo alla tradizione radicale. Pochi giorni dopo, il 13 ottobre del 2009, arrivano tre lettere con minacce di morte e pallottole nei confronti miei, del pm e del presidente di un’altra parte civile, la Caramella buona.

Di udienza in udienza si arriva alla sentenza finale. È la prima volta che un Comune viene risarcito come parte civile in un processo di violenza sessuale contro minori. I soldi del risarcimento danni ovviamente non andranno a me, ma andranno a finire nelle casse del Comune e dovranno essere spesi per la prevenzione e l’assistenza. Nelle mie conclusioni troverete le ragioni.

La vicenda, a parte l’appello che confermerà o meno la condanna, non è ancora conclusa. Innanzitutto Alemanno: chiederà i soldi di risarcimento che il Tribunale ha riconosciuto al Comune grazie alla mia azione popolare? E poi la Curia: garantirà il risarcimento economico alle vittime o si affiderà al fatto che don Conti non lo farà? Credo sarebbe il minimo viste le loro responsabilità, in caso contrario torneremo nei tribunali. Questa volta, speriamo con il sindaco dalla nostra…
 
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http://www.quotidianoitalia.it/index.php/i...e-pedofilo.html

Pedofilia: comune parte civile contro il prete pedofilo

Scritto da Redazione online
Venerdì, 05 Aprile 2013 16:13


ROMA-La Corte d’appello penale di Roma ha riconosciuto il diritto dell’Amministrazione di Roma Capitale a gestire in sede processuale la costituzione di parte civile nei confronti di don Ruggero Conti, il prete imputato di reati sessuali contro minori.

Roma Capitale si riappropria, quindi, dell’azione già fatta valere in primo grado dal cittadino elettore, nonché ex consigliere comunale, Mario Staderini dei Radicali, che è stato conseguentemente estromesso dal processo.

La Corte d’appello riafferma il principio secondo cui, in qualsiasi stato e grado del processo, il Comune non perde la capacità giuridica e processuale, anche in caso di azioni popolari.

L’Amministrazione di Roma Capitale, da ultimo, intende ringraziare l’attività processuale di supplenza svolta in primo grado da Mario Staderini.
 
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http://roma.repubblica.it/cronaca/2013/05/...pello-60082144/

Abusi sui bambini della sua parrocchia
don Ruggero Conti condannato in appello
L'ex parroco di Selva, che era stato garante delle politiche per le periferie e per la famiglia del sindaco Alemanno, condannato a 14 anni e 2 mesi di reclusione. Prescritti tre degli episodi contestati
Lo leggo dopo

Abusi sui bambini della sua parrocchia don Ruggero Conti condannato in appello Don Conti è stato condannato per gli abusi su sette ragazzini che gli erano stati affidati nella sua parrocchia, nella zona di Selva Candida

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ruggero conti, appello, 14 anni, prescrizione

Quattordici anni e due mesi di reclusione per Ruggero Conti, l'ex parroco romano accusato di aver abusato di alcuni bambini che frequentavano la sua parrocchia. È questa la decisione della III Corte d'appello di Roma, che ha leggermente ridotto la condanna del prelato rispetto ai 15 anni e 4 mesi del primo grado. La scelta è dettata dalla prescrizione per tre episodi contestati.

Parroco della chiesa della Natività di Maria Santissima, nella zona di Selva Candida, don Ruggero Conti era stato anche garante delle Politiche per le periferie e per la famiglia del sindaco di Roma Gianni Alemanno alle elezioni del 2008. Poi, l'accusa di aver abusato di sette ragazzini che gli erano stati affidati sia nell'oratorio della chiesa che in alcuni campi estivi e l'arresto poco prima della partenza per un viaggio in Australia. Per tre degli episodi contestati al prete, tutti avvenuti dal 1998 al 2008, è scattata la prescrizione.

Presente in aula, Don Ruggero Conti è stato condannato anche al risarcimento dei danni alle parti civili, che dovranno essere valutati in separata sede. Nel procedimento, oltre ad alcune vittime, si sono costituiti parte civile il Comune di Roma e Mario Staderini, dei radicali. "Esprimiamo grande soddisfazione per la sentenza della corte d'appello - ha detto l'avvocato di parte civile Fabrizio Gallo - poiché la tesi dell'accusa è stata rispettata. Riteniamo che con questo appello si è finalmente scritta la parola fine a questa vicenda".

Ad assistere al proccesso
c'erano anche una ventina di sostenitori di Ruggero Conti. Tra loro la sorella del prete, scoppiata in lacrime durante la lettura della sentenza.
 
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94 replies since 30/6/2008, 17:21   6986 views
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