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Il rapimento di Emanuela Orlandi. Intrecci tra Vaticano e banda De Pedis, De Pedis voleva rientrare da un prestito alla IOR di Marcinkus?

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view post Posted on 11/3/2010, 21:15
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http://www.dazebao.org/news/index.php?opti...izia&Itemid=292

Rapimento di Emanuela. Tre indagati dopo 26 anni
Giovedì 11 Marzo 2010 21:52
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di Mariafrancesca Ricciardulli

ROMA – Cold cases. Così li chiamerebbero gli investigatori americani. “Casi freddi”, casi rimasti come sospesi nel tempo, senza un colpevole e senza una ricostruzione certa dei fatti. Casi che dunque vengono riaperti con il riaffiorare di nuovi elementi potenzialmente in grado di far luce sull’accaduto. È esattamente quello che sta avvenendo in questi giorni, con le novità emerse intorno al delitto di Via Poma e al sequestro di Emanuela Orlandi, due dei più controversi misteri della capitale.


Mentre si tentano di decifrare i messaggi lasciati da Pietro Vanacore, ex portiere dello stabile nel quale il 7 agosto 1990 venne uccisa Simonetta Cesaroni, suicidatosi proprio prima di deporre in corte d’assise a Roma al processo a carico dell'ex fidanzato della ragazza, Raniero Busco, è ad una svolta anche il caso di Emanuela Orlandi, figlia di un funzionario vaticano, sparita nel nulla il 22 giugno 1983 all’età di 15 anni.

I MISTERI DELLA BANDA DELLA MAGLIANA
Dopo 26 anni dal rapimento ci sono tre indagati. Gli ultimi in ordine di tempo sarebbero Angelo Cassani, detto “Ciletto” e Gianfranco Cerboni detto “Gigetto”. I due, che restano a piede libero, sono indagati per sequestro di persona a scopo di estorsione aggravato dalla morte e dalla minore età dell’ostaggio. Ieri era emerso il nome del primo indagato,Sergio Virtù, 49 anni, interrogato dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal pm Simona Misto, titolari degli accertamenti sul caso, nel carcere di Regina Coeli dove si trova ora rinchiuso per altri reati e in forza di un possibile pericolo di fuga. Le accuse che gli vengono contestate, nel fascicolo sulla Orlandi, sono quelle di sequestro a scopo di estorsione e omicidio volontario aggravato.

Secondo l’accusa l’uomo era l’autista di Enrico De Pedis, il boss della banda della Magliana. Sarebbe stato dunque lui a rapire Emanuela Orlandi nella zona del Vaticano per poi consegnarla al boss. A fare il suo nome la superteste Sabrina Minardi, ex compagna di De Pedis e Fabiola Moretti, già pentita della banda della Magliana. Entrambe lo hanno indicato come una persona esterna alla banda ma molto legata a «Renatino» tra il 1982 e il 1983.

I RACCONTI DELLA MINARDI
Nel corso dei colloqui con i magistrati la Minardi in particolare ha riferito di aver visto Emanuela al laghetto dell’Eur, poche ore dopo il sequestro. Con la ragazzina ci sarebbe stato proprio Sergio. La donna ha anche sostenuto di aver guidato un’auto, con accanto De Pedis, seguita dalla vettura del Virtù con a fianco Emanuela. Le due auto raggiunsero Torvajanica dove la Orlandi venne affidata per circa tre settimane alle «cure» di un’altra donna. Alcuni mesi dopo la 15enne, sempre secondo il racconto, venne consegnata a un sacerdote dopo essere stata prelevata dalla donna in un bar del Gianicolo dove le fu affidata dallo stesso Sergio.

LA EX CONVIVENTE
L’ipotesi accusatoria nei confronti di Sergio Virtù, è alimentata però anche dalle parole di un’altra donna, una sua ex convivente, alla quale l’uomo avrebbe raccontato di aver avuto un ruolo nel sequestro della Orlandi e di avere per questo ricevuto anche un compenso.

ESTRANEO AI FATTI
Davanti ai magistrati Virtù ha però negato ogni addebito: non avrebbe quindi conosciuto De Pedis né avrebbe partecipato al sequestro della 15enne. L’uomo ha solo ammesso di aver conosciuto Claudio Sicilia, detto «er vesuviano», considerato dagli inquirenti l'anello di congiunzione tra la camorra e la banda della Magliana, diventato poi collaboratore di giustizia e per questo ucciso nel 1991 a Tor Marancia, periferia della capitale.

«Un passo importante» - Sono queste le parole usate dalla mamma di Emanuela Orlandi per commentare la svolta nelle indagini. «Dopo quasi 27 anni esce questa nuova storia - dichiara -. Ma perché non ne hanno parlato prima? Eppure di questa banda della Magliana non si parla solo da oggi. Ma se veramente questa storia avrà un qualche fondamento, la verità verrà fuori. Tutta la famiglia è forte e compatta, in attesa della verità. Dispiace solo che queste rivelazioni escano a distanza di così tanto tempo».

I DUBBI DEL FRATELLO PIETRO
«È una notizia positiva perché significa che i pm stanno continuando a lavorare con impegno. Dopo 26 anni non è facile. Se Sergio Virtù è davvero implicato potrebbe identificare il sacerdote al quale, secondo il racconto dell'ex amante di De Pedis Sabrina Minardi, Emanuela fu consegnata». Questa la reazione di Pietro Orlandi che comunque, non nasconde i dubbi relativi sia alla ricostruzione dei fatti fornita dalla donna ai magistrati della Procura di Roma sia alle rivelazioni di Mehmet Ali Agca, l'attentatore di Giovanni Paolo, secondo il quale Emanuela sarebbe ancora viva da qualche parte in Europa. 



 
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giuria
view post Posted on 4/7/2010, 20:13




Leggo e riporto un commento alla notizia che ho preso dal profilo facebook di Raffaella Notariale, la giornalista Rai che ha trovato e mostrato i documenti e le foto inedite relative alla sepoltura di Renatino in territorio vaticano. Spero di non farle un torto, ma la sua opinione mi sembra fondamentale.
Raffaella Notariale scrive:
"In realtà, sempre in una nota, il Vicariato aveva già dato il suo assenso qualche anno fa. Evidentemente, i piani alti del Vaticano hanno voluto ribadire la propria disponibilità nel caso in cui l'Autorità giudiziaria competente avanzi una richiesta in tal senso. Mi sembra quasi un invito... un invito a trabocchetto, a dirla tutta. E' chiaro che in quella tomba ci sono esclusivamente i resti di De Pedis. Del resto, dal 1990 ad oggi, se altro ci fosse stato, rei e conniventi avrebbero avuto tutto il tempo di farli sparire. In ogni caso, considerato che Emanuela Orlandi è stata sequestrata nel 1983, dubito che chicchessia, tanti anni dopo, si sarebbe preso la briga di recuperare i suoi resti e trasportarli nella stessa bara di Renatino. Spero che la magistratura non faccia l'errore di abboccare".
 
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view post Posted on 5/7/2010, 06:44
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Ma infatti anche io penso che non serve a niente rovistare in una tomba. Detto francamente: se qualcno vuol trovarci i resti di Emanuela Orlandi farebbe un buco nell'acqua.

La tomba di de Pedis è un mistero non per il contenuto ma per le ragioni incoffessabili per cui è stato sepolto lì.
 
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view post Posted on 12/11/2010, 20:08
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www.ilsecoloxix.it/p/italia/2010/11..._riaperta.shtml

Caso Orlandi, la tomba di De Pedis sarà presto riaperta
12 novembre 2010

Il mistero che aleggia da tempo sulla tomba, nella basilica romana di Santa Apollinare, in cui sono custoditi i resti di Enrico De Pedis, il boss della Banda della Magliana ucciso il 2 febbraio 1990, potrebbe essere presto svelato. È da tanto che si ipotizza la presenza di un qualche elemento utile, dentro a quel sepolcro, per fare luce sulla sparizione di Emanuela Orlandi, la figlia di un dipendente del Vaticano della quale non si sa più nulla da 27 anni. Ed ora la procura di Roma sembra proprio vicina alla decisione di aprire la tomba. Si tratterebbe di un’eventualità imposta dagli sviluppi delle indagini che stanno conducendo il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il sostituto Simona Maisto.

L’apertura della tomba servirebbe agli inquirenti per cercare possibili elementi utili per il prosieguo degli accertamenti e per rafforzare il collegamento tra la scomparsa della ragazza e De Pedis, indicato dall’ex amante Sabrina Minardi, testimone discusso e controverso del caso, come l’esecutore del rapimento ed il responsabile dell’occultamento del cadavere. Alla probabile iniziativa della procura non potrebbero opporsi né il Vaticano, poichè la basilica di Santa Apollinare non è da considerarsi extraterritoriale, né i familiari di «Renatino». Anzì, questi ultimi hanno da tempo dato una sorta di «nulla osta» all’apertura del sepolcro.

Lo spunto iniziale per arrivare a un’iniziativa del genere è arrivato, tra l’altro, da una telefonata fatta, anni fa, alla redazione del programma «Chi l’ha visto?»: «Se volete saperne di più su Emanuela Orlandi - affermò un anonimo - guardate nella tomba di De Pedis». Secondo una perizia fonetica l’anonimo sarebbe il figlio di una persona legata alla Banda della Magliana e, in particolare, a De Pedis. Quel riferimento è stato, comunque, oggetto di domande poste dagli inquirenti a vari testimoni e nel corso di questi atti istruttori sarebbero emersi ulteriori spunti investigativi.

Per la scomparsa della Orlandi, all’epoca dei fatti quindicenne, sono indagate quattro persone, tutte legate in un qualche modo, nel periodo in cui «dettava legge» a Roma, alla Banda della Magliana; sono Sergio Virtù, Angelo Cassani, detto «Ciletto», Gianfranco Cerboni, detto «Giggetto», e la stessa Sabrina Minardi.
 
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perlanaturale
view post Posted on 13/11/2010, 14:09




Caso Orlandi, sarà riaperta la tomba del boss De Pedis

Caccia ai segreti sulla ragazza
scomparsa quasi trent'anni fa
ROMA
Il mistero che aleggia da tempo sulla tomba, nella basilica romana di Santa Apollinare, in cui sono custoditi i resti di Enrico De Pedis, il boss della Banda della Magliana ucciso il 2 febbraio 1990, potrebbe essere presto svelato.

È da tanto che si ipotizza la presenza di un qualche elemento utile, dentro a quel sepolcro, per fare luce sulla sparizione di Emanuela Orlandi, la figlia di un dipendente del Vaticano della quale non si sa più nulla da 27 anni. Ed ora la procura di Roma sembra proprio vicina alla decisione di aprire la tomba. Si tratterebbe di un’eventualità imposta dagli sviluppi delle indagini che stanno conducendo il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il sostituto Simona Maisto.

L’apertura della tomba servirebbe agli inquirenti per cercare possibili elementi utili per il prosieguo degli accertamenti e per rafforzare il collegamento tra la scomparsa della ragazza e De Pedis, indicato dall’ex amante Sabrina Minardi, testimone discusso e controverso del caso, come l’esecutore del rapimento ed il responsabile dell’occultamento del cadavere.

Alla probabile iniziativa della procura non potrebbero opporsi nè il Vaticano, poichè la basilica di Santa Apollinare non è da considerarsi extraterritoriale, nè i familiari di «Renatino». Anzì, questi ultimi hanno da tempo dato una sorta di «nulla osta» all’apertura del sepolcro.

Lo spunto iniziale per arrivare a un’iniziativa del genere è arrivato, tra l’altro, da una telefonata fatta, anni fa, alla redazione del programma «Chi l’ha visto?»: «Se volete saperne di più su Emanuela Orlandi - affermò un anonimo - guardate nella tomba di De Pedis». Secondo una perizia fonetica l’anonimo sarebbe il figlio di una persona legata alla Banda della Magliana e, in particolare, a De Pedis. Quel riferimento è stato, comunque, oggetto di domande poste dagli inquirenti a vari testimoni e nel corso di questi atti istruttori sarebbero emersi ulteriori spunti investigativi.

Per la scomparsa della Orlandi, all’epoca dei fatti quindicenne, sono indagate quattro persone, tutte legate in un qualche modo, nel periodo in cui «dettava legge» a Roma, alla Banda della Magliana; sono Sergio Virtù, Angelo Cassani, detto «Ciletto», Gianfranco Cerboni, detto «Giggetto», e la stessa Sabrina Minardi.

http://lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cr...60390girata.asp
 
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perlanaturale
view post Posted on 23/6/2011, 10:22




Ali Agca-Pietro Orlandi: il colloquio segreto
"Questa storia nasce in Vaticano"
L'incontro a Istanbul fra l'attentatore di Wojtyla e il fratello della ragazza sparita 28 anni fa. Fra le grandi trame e il dolore immenso di una famiglia


Il 22 giugno di 28 anni fa scompariva Emanuela Orlandi, la figlia del messo vaticano il cui caso, spesso, è stato messo in rapporto con la scarcerazione di Mehmet Ali Agca, l'attentatore del Papa appartenente al gruppo nazionalista turco dei Lupi grigi. Da quel giorno maledetto, la famiglia di Emanuela non ha mai smesso di cercarla. A spendersi sono stati tutti i parenti e i fratelli, soprattutto Pietro, dopo la morte di Ercole Orlandi, l'attendente del Pontefice che per tutta la vita attese il ritorno della figlia. Invano.

Lo scorso anno, il 2 febbraio 2010, il nostro sito riferì dell'eccezionale incontro avvenuto a Istanbul, per la prima volta, fra Pietro Orlandi e Ali Agca. Quel colloquio, svoltosi in un'abitazione privata nella parte asiatica di Istanbul, 50 chilometri oltre il centro della città, conobbe tuttavia un secondo dialogo, segreto, durato circa mezz'ora, quando il fratello di Emanuela e l'attentatore del Papa si appartarono da soli in un'altra stanza. Quello che segue qui è il resoconto registrato di quel secondo e finora sconosciuto colloquio.


In proposito è da segnalare che il Lupo grigio - il quale nella registrazione audio, di cui si trascrive qui il testo, si comporta in maniera del tutto normale, senza cioè recitare la parte del folle spesso usata durante i processi o nelle interviste fatte in tv - tocca alcuni aspetti sulla scomparsa della ragazza, che era cittadina vaticana. E più esattamente Agca dice che la sparizione di Emanuela fu dovuta a un rapimento: l'azione
delittuosa sarebbe stata portata a termine
congiuntamente da Sismi e Cia, cioè dai servizi italiani assieme a quelli americani. La regia, sostiene il turco - che al momento dell'incontro con Pietro Orlandi era stato ormai definitivamente scarcerato dalla prigione di Ankara da nemmeno due settimane - è individuata "in Vaticano". Agca afferma inoltre che a conoscere dettagli sulla scomparsa di Emanuela sarebbe addirittura il cardinale Giovambattista Re. L'alto prelato lavorava, all'epoca della sparizione della ragazza, nel cuore della Segreteria di Stato vaticana, e divenne successivamente, tra i molti incarichi importanti ricoperti, Sostituto per gli Affari generali, e infine prefetto per la Congregazione dei vescovi, ruolo avuto fino all'anno passato.

Nei giorni scorsi Pietro Orlandi ha deciso di informare lo stesso Re circa il contenuto del colloquio avuto con Agca. L'incontro si è svolto in Vaticano, e il cardinale, che non ha voluto ascoltare il resoconto registrato del dialogo tra il fratello di Emanuela e l'attentatore del Papa, ha smentito decisamente di essere a conoscenza di alcunché. Da ricordare che lo scorso anno, in un'intervista rilasciata a una tv turca, il Lupo grigio accusò l'allora segretario di Stato vaticano, cardinale Agostino Casaroli, di avere avuto a che fare con l'attentato a Giovanni Paolo II. Presso la Santa Sede è sempre stata nota la diversità di approccio, soprattutto nella politica internazionale, fra il Papa polacco e il suo braccio destro, che fu comunque scelto consapevolmente dal Pontefice. Ma è altrettanto riconosciuta la forte stima che c'era fra i due. Agostino Casaroli morì il 9 giugno 1998. Karol Wojtyla il 2 aprile 2005.

Un altro punto segnalato da Agca nel colloquio con Pietro Orlandi è l'ammissione che sulla vicenda della scomparsa di Emanuela furono compiuti in passato diversi depistaggi da parte dei servizi dell'Est Europa
. Servizi che tuttavia, nel giudizio dell'attentatore del Papa, non sarebbero rimasti coinvolti nel sequestro della quindicenne cittadina vaticana. Oggi, per arrivare alla eventuale liberazione della donna (Emanuela, se viva, avrebbe ora 43 anni) - sostiene infine Agca - occorrerebbe attivare gli elementi cattolici all'interno dell'Amministrazione americana: il vice presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, l'ex speaker della Camera dei Rappresentanti, Nancy Pelosi, e l'attuale direttore della Cia, Leon Panetta. Gli ultimi due sono italoamericani. L'ex killer turco afferma infine che per ottenere un risultato occorrerebbe in ogni caso salvare la faccia al Vaticano, e buttare tutta la responsabilità sui Lupi grigi.

Ecco, di seguito, il testo del colloquio segreto fra Ali Agca (il quale è contrassegnato dalla lettera A), e Pietro Orlandi (contrassegnato dalla P), avvenuto a Istanbul sabato 30 gennaio 2010, e svoltosi in lingua italiana:

A: Ascolta, questa è un'occasione unica e ultima per parlare di questa storia. Non ho nessuna illusione, capisci, sono un uomo libero ormai, non ho bisogno di nulla, e nessun potere occulto... Allora, io vi dirò la verità assoluta. In poche parole sarà per voi una sorpresa inaudita... ma la verità.

P: Siamo abituati a tutto...

A: Ascolta: è stata rapita dal governo vaticano, ho delle prove indiscutibili. Hai capito? Soltanto per ottenere la mia liberazione. La decisione è venuta dal governo vaticano. Io non ti dico nessuno, però la *** (incomprensibile, ndr.) del piano è stata fatta in relazione tra la Cia, servizi segreti americani, e il Sismi, servizi segreti italiani. Hanno portato via, ma il Vaticano sa tutto. Hai capito? Qualcuno per il telefonista, l'amerikano, eccetera. Sapete tutto di questa storia: cani sciolti, i Lupi grigi, o dei capi bulgari. Questa storia è ormai finita, questa ormai è diventata storia, lasciamo perdere... Adesso come possiamo liberare Emanuela? Io dire: madre Maria (cioè Agca indica la madre di Pietro ed Emanuela, ndr.) andare in Vaticano. Io ti dico che chi sa il caso Emanuela, che sa chi ha fatto il rapimento, e sa che l'ha fatto il governo vaticano, si chiama cardinale Giovanni Battista Re. Lui sa...

P: Lo conosco...

A: Lo conosci? Giovanni Battista Re. Dovete andare, dovete dire: questa è la storia, un altro superiore dei domenicani, i domenicani hanno avuto un ruolo in questa storia. Hai capito? Loro sanno...

P: E come si chiama?

A: No, no come istituzione loro sono coinvolti. Dovete dire: fate una ricerca. Chi ha portato Emanuela, chi ha organizzato? ***** (nome incomprensibile, ndr.), che era un domenicano, ma lavorava per la Cia, per il Vaticano. Poi c'è un altro discorso: andate anche dal capo dell'Opus Dei, Villa Tevere, lo sapete. Adesso, come si farà, questo è l'indirizzo dove potete andare... dove dovete andare, come si farà, se il governo vaticano non interviene, Emanuela rimarrà dove sta, sotto il controllo.

P: Secondo te loro la tengono sotto controllo?

A: Certamente, certamente, il Vaticano è una potenza mondiale.

P: Perché questo?

A: Ma se torna Emanuela, se si saprà che è stato il Vaticano, sarà una terribile....

P: Ecco perché dicevi moralmente non possono sopprimerla.

A: Non possono farlo. Ascolta: adesso se il governo vaticano ***** (incomprensibile, ndr.), questo con chi si fa? Con la Cia, si fa con la Cia, non basterebbe neanche Sismi. Degli uomini più importanti del potere americano tre sono cattolici: uomo dell'America si chiama Joseph Biden, il vicepresidente, è cattolico. Terza persona si chiama Nancy Pelosi, è cattolica e in più è italoamericana. L'altra persona, il capo della Cia, si chiama Leon Panetta, è cattolico, molto molto cattolico e inoltre è italoamericano. Il Vaticano darà un compito a loro, come liberare, ha dato come rapire, come mantenere, come nascondere, come gestire l'operazione. Se noi andiamo dai bulgari e Lupi grigi ci illudiamo, ci tradiamo la verità, la vita di Emanuela. Adesso la Cia verrà da me, io dirò: Emanuela Orlandi è stata rapita dai Lupi grigi. Noi liberiamo. Basta, addossiamo tutta la responsabilità sui Lupi grigi, così il Vaticano non subirà nessun danno, Cia non subirà nessun danno, Sismi non subirà nessun danno. Questo non è l'unico caso amico mio. Ascolta: il governo vaticano, i servizi segreti vaticani, i servizi segreti americani Cia, i servizi segreti italiani Sismi hanno rapito un'altra persona si chiama Lucenko, è il terzo uomo del Kgb, lo hanno rapito nei Musei vaticani, questo è il Vaticano. La Cia e il Sismi hanno rapito insieme il terzo uomo, uno degli uomini più importanti del Kgb, i servizi segreti sovietici. Lo hanno portato al quartier generale della Cia, hai capito? Questo è il discorso. Adesso devono intervenire come uomini e se diranno che questa vergogna eterna deve rimanere sulla nostra coscienza a me non importa, io non posso fare nulla, io voglio aiutare e voglio addossare la responsabilità sui Lupi grigi innocenti. Sì, innocenti, ma cani sciolti. Non importa. Il Vaticano è importante, la Santa Sede... non deve essere ferito nessuno...

P: E tu continuerai a mantenere questa cosa dei Lupi grigi, del Kgb, dell'Est...

A: Assolutamente, farò un sacrificio. Basta che il Vaticano dica: aiutiamo, ordiniamo al capo della Cia, un cattolicissimo, lo farà anche per Cia. Ha fatto un sacco di cose per ****** (incomprensibile, ndr.), ha utilizzato il Vaticano. Un sacco di cose, ma non posso raccontare tutto.

P: Ma tu dici: la responsabilità è del Vaticano. Cioè, l'hanno fatto per liberare te. E loro che ottenevano?

A: Eh questo... avevano una parola d'onore, capisci? Qualcuno mi ha dato parola d'onore dal Vaticano e hanno obbligato a farlo. Però oltre questo non andiamo perché...

P: No.

A: Loro hanno fatto questo. Quando non è stato più possibile, il discorso chiuso, rimasto così. Non è stata liberata Emanuela solo...

P: Questo è un altro discorso. Anche il primo ordine è arrivato sempre da dentro?

A: Non dico niente, il discorso è questo: siccome hanno fatto questo, devono ritornare al primo punto. Cioè *** (incomprensibile, ndr.), oppure dire: ha trovato un'occasione, è fuggita dalla villa. Può essere anche questo.

P. E questa sarebbe la speranza? Solo così?

A: No, il Vaticano lo fa, lo farà. Io garantisco: così la Cia può portare in Turchia. La Cia deve portare Emanuela in Turchia. Ma Turchia cos'è? Un burattino della Cia... un burattino americano, questo non è un Paese libero, una volta America, pardon, Italia, era una fattoria della Cia, capisci? Adesso Turchia è un Paese, un Paesino al servizio dell'America, quindi la Cia può portare Emanuela in Turchia. Liberiamo qua. Diciamo che i Lupi grigi hanno liberato, io dico sì, l'abbiamo noi rapita in Italia e liberata in Turchia. Gli unici responsabili si chiamano Lupi grigi, il Vaticano non vede nessun danno, lui non c'entra. Questa è unica cosa, altrimenti è impossibile quale (incompresibile, ndr.), non sanno niente

P: Allora il primo passo da fare qual è?

A: Giovanni Battista Re.

P: Convincerlo?

A: Eh...

P: E se lui mi dice: dai retta a queste cose? E se dice: non è vero niente, ma che scherzi?

A: Posso mandarvi qualche documento.

P: Lo mandi a me.
A: *** (incomprensibile, ndr.) Vaticano. Certo, tu dirai: ecco qua il responsabile.

P: Io devo avere qualcosa in mano: vado su e dico guardate qua.. che se loro... li conosci, se io vado così... loro mi dicono: no, no, sta farneticando.

A: Ah possono dire questo. Tu dici: quello è un potere, la logica...

P: Però se io porto dei documenti, porto delle prove. Ti do l'indirizzo...

A: Sant'Anna... no?

P: No, sto fuori, poi ti dò l'indirizzo oppure li puoi mandare...

A: No, sarebbe....

P: Me li puoi dare adesso o no questi documenti? Prima che parto.

A: No, adesso non ce l'ho.

P: Non abiti qua?

A: No, io sono venuto, sono cento chilometri lontano. No, non ce l'ho adesso. Neanche là... qualcosa.

P: Hai qualcosa che riguarda proprio Emanuela o puoi riuscire a ottenerla?

A: *** (incomprensibile, ndr.) perché Emanuela...

P: No? Io dico: i primi tempi, anche qualcosa dopo il rapimento.

A: No, no, perché il Vaticano di questo non mi ha mai informato, non mi hanno detto sta qua o sta là, mi hanno detto ti abbiamo mandato un regalo.

P: Cosa ti hanno fatto sapere?

A: Avevamo qualche lettera, qualche.... adesso questo sarebbe un bene anche per il povero Papa polacco, questo era un uomo buono.

P: Anche per quel povero papà mio.

A: Il Papa non sapeva nulla, il Papa polacco non sapeva nulla, ha sofferto per voi, ha sofferto tanto, ha fatto otto appelli, quindi la sua parola non deve cadere nel nulla, capisci, otto appelli, poi vi ha detto farò tutto il possibile, di lui si sa tutto...

P: E' stato vicino alla famiglia.

A: Quindi, anche nel rispetto del Papa devono fare un atto di carità, altrimenti questo sarebbe un tradimento contro il Vangelo: lasciare Emanuela là altri vent'anni... Io vi dico che... ecco io vi dico: ho portato Emanuela sia sotto controllo sul territorio vaticano. In mano ai giornali e televisioni sarebbe un disastro.

P: Perché Emanuela secondo te sa come sono andate le cose?

A: Certo.

P: Di chi è la responsabilità?

A: Certo, ci sono preti, suore... intorno.

P: Perché è in un ambiente di preti?

A: Preti, suore, non importa, lo sa a chi è in mano.

P: Potrebbe stare in un convento?

A: Eh sì, assolutamente, ma non è importante. Sa perfettamente che è in un ambiente religioso. Emanuela non sta male, non ha mai subito nessun maltrattamento. Sta benissimo, però non deve continuare, perché sarebbe un tradimento contro il Vangelo, contro il Cristianesimo, contro tutti, anche contro la vostra patria. Questo non serve a nessuno, deve finire... io voglio questo, non danneggerà nessuno. Io garantisco il Vaticano che ogni responsabilità finisca su di noi, basta che Emanuela venga liberata.

A: **** il principe **di Liechtenstein, Hans-Adam, è venuto in Vaticano. Questo principe è uomo dell'Opus Dei, è venuto******* e con alcuni importanti personaggi del Vaticano, hanno deciso in quell'incontro di portare Emanuela in un Paese sovrano e impenetrabile, di tenere per un periodo Emanuela nel palazzo imperiale, quindi impenetrabile, uomini dell'Opus Dei l'hanno portata là. Dopodiché non so dove hanno portato Emanuela, non so se è rimasta là o l'hanno portata in qualche altro principato, qualche altro Paese dove regna il potere vaticano, o il potere dell'Opus Dei, o dei domenicani, non so. Però ho la certezza che Emanuela sta bene. La Cia ha organizzato come si deve fare, perché uno di quegli agenti della Cia in questa storia è coinvolto, si chiama *****, è uomo della Cia, **** in qualche modo coinvolto, ma è morto e quindi non possiamo chiedere niente. Lui sapeva qualcosa, era collegato anche con domenicani e Opus Dei. Questo l'inizio della storia, poi dove si è evoluto, dove è finito...

P: Non sai se in questo momento sta sempre in un Paese europeo o potrebbe stare anche fuori...

A: Secondo me in un Paese europeo sarebbe meglio sotto controllo, perché in un Paese straniero sarebbe difficile. Adesso rimane unica cosa da fare dal Vaticano per la carità cristiana, ora basta... La cosa più facile del mondo. A voi spetta una cosa importantissima: dovete garantire il Vaticano. Non garantite, non lasceranno. Al Vaticano dovete dare la parola d'onore e la garanzia che Emanuela non parlerà alla stampa. Oppure se parlerà, sarà sotto il controllo assoluto. ******* alcuni turchi o altri ***************. Questo deve essere fatto e lo farà la Cia, l'organizzazione del rapimento e la conduzione di queste telefonate, depistaggi, affari dei servizi segreti. Io ti dico: la Cia e Sismi insieme.

P: E i servizi segreti dell'Est?

A: Ah, qualche depistaggio può essere, per addossare...

P: Perché una volta è stato intervistato Bohnsack (Guenter Bohnsack, ex colonnello della Stasi, i servizi segreti della Germania Orientale, dirigente della Abteilung X, il dipartimento addetto ai servizi internazionali, talvolta impegnato in azioni di disinformazione, ndr.). Avevano mandato quelle lettere.

A: Qualche depistaggio per addossare responsabilità della trattative sui Lupi grigi.

P: Loro dicevano per proteggere...

A: Sì, ma questo.. non... altrimenti non si avrà nessun risultato, quest'illusione continuerà perché la menzogna non paga. Soltanto, come dice il Vangelo: la verità vi renderà liberi, dal Vangelo di Giovanni. Sull'entrata della Cia, la verità vi renderà liberi, e la Cia è coinvolta in questa storia. Il capo della Cia, William Casey (direttore del servizio segreto americano dal 1981 al 1987, quando morì, ndr.). Capisci? Alla fine ha anche confessato, lui ha detto abbiamo *** (incomprensibile, ndr.) questa storia. Non c'è nessun segreto. Rimane soltanto il caso di Emanuela.

P: Possono avere, oltre al fatto della richiesta per la tua liberazione, avere anche altri scopi.

A: Qualche ricatto può essere contro il Vaticano. Per esempio parliamo di Sisde. Il Sisde sapeva, Vincenzo Parisi era un cattolico praticante, lo so, lui ha scritto un rapporto, parla chiaramente..

P: Sì, lui diceva che la mente era Marcinkus.

A: Il Vaticano. Lui dice: assolutamente questa è una storia vaticana. Però questo quando uscito fuori nel '94, quando il capo del Sisde, come si chiama, Malpica, e la sua banda hanno truffato 50 milioni di dollari, poi sono stati arrestati (Riccardo Malpica, ex direttore del Sisde, venne incriminato nel 1993 per lo scandalo dei fondi riservati e fu condannato a 3 anni e 3 mesi, ma si dichiarò innocente in un libro-intervista, ndr.). Quel tempo hanno chiesto aiuto al Vaticano: aiutateci. Quando il Vaticano non li ha aiutati, loro hanno dato alla stampa quel top secret del caso Orlandi, Vincenzo Parisi, quel rapporto. Hanno detto: Emanuela Orlandi rapita del Vaticano. Questo, qualche ricatto di questo tipo hanno fatto, hai capito? Questo è stato, ma nient'altro.

P: No, no, ma io dicevo proprio gli esecutori, il rapimento fatto esclusivamente per...

A: Assolutamente. Non c'è nient'altro. Tu dirai: com'è, questo è un qualcosa che supera anche la logica umana, capisci, come il Terzo segreto, come puoi spiegare quell'incontro mio con il Papa, è una cosa che... davanti alla stampa mondiale, è qualcosa di inaudito.... il caso Orlandi è una piccola...

P. Io pensavo che avevate parlato di Emanuela.

A: No.

P: Perché lui era venuto da poco a casa nostra...

A: No, questo noi dobbiamo farlo anche per la memoria del Papa, perché lui ha sofferto, lui ha fatto otto appelli, dove finirà? Nel nulla. Per il rispetto del Papa polacco, devono liberare. Lui non sapeva nulla. Non c'entra nulla. Ha sofferto tanto. Rispettate pure quell'uomo, il più grande Papa della storia. Il dovere morale, capisci, di liberare Emanuela. Se potessi parlare, magari venire in Vaticano a parlare con Giovanni Battista Re, sarebbe molto meglio. Però dovrei parlare anche con Papa Ratzinger, ma anche lui dovrà aver sentito qualcosa, lui era lontano da questa storia, però...

P: C'era in quel periodo, però.

A: Sì, sì, era il quarto uomo del Vaticano, avrà sentito qualcosa. Basta un ordine. Un ordine del Papa è un ordine e basta. E si deve eseguire.





http://www.repubblica.it/esteri/2011/06/22...greto-18054522/
 
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view post Posted on 23/6/2011, 11:49
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Mi da l'idea di una soap opera, une delle tante telenovelas. Boh!
 
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perlanaturale
view post Posted on 25/6/2011, 10:37





Ho visto rapire Emanuela Orlandi"
Emanuela Orlandi, figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia, sparì in circostanze mai chiarite il 22 giugno 1983 all'età di 15 anni

Lo dice l'ex agente del Sismi
Luigi Gastrini: «Abbiamo gestito noi il sequestro»

GIACOMO GALEAZZI

CITTA' DEL VATICANO
Io, supervisore del sequestro, ero in piazza Sant’Appollinare quando Emanuela Orlandi fu rapita». A 28 anni da un caso di cronaca divenuto giallo internazionale, anche la procura di Roma indaga sulla «pista inglese» e sulle dichiarazioni ai mass media di un ex agente del Sismi. Luigi Gastrini (55 anni, siciliano, da poco rientrato a Bergamo dallo stato brasiliano di Minas Gerais) sarà ascoltato nei prossimi giorni dai pm di Roma che si occupano della scomparsa della cittadina vaticana. Ieri sera Gastrini al Tg1 ha rivelato la sua presenza in piazza Sant’Appollinare quando fu rapita Emanuela Orlandi e si è attribuito un ruolo di supervisore nel sequestro.

Lo 007 sostiene che la figlia del commesso della Casa Pontificia, Ercole Orlandi, è in un manicomio dove «fu portata subito dopo il rapimento» e per questo sarebbe già stato sentito dalla procura di Bolzano. In Alto Adige una testimone ha riferito di una ragazza somigliante alla Orlandi con «un girocollo non metallico» ora riconosciuto dalla famiglia. «A Bolzano sono stato sentito come persona informata sui fatti e ho risposto alle domande sulla presenza di Emanuela in un manicomio londinese - afferma Gastrini -. In questi giorni sono stato minacciato, non ho paura per me ma per la mia famiglia. Questa gente non scherza. Emanuela è passata in Germania, Francia e Inghilterra.
La famiglia deve scovare in fondo a cosa faceva Ercole Orlandi: scoprirà cose che non le piaceranno». Secondo Gastrini, Ercole Orlandi aveva saputo di giri di denaro da «pulire» legati all’Istituto Antonveneta. Sono in corso accertamenti circa la credibilità e l’affidabilità dell’ex agente del Sismi, anche «inerenti alla sua persona ed alla sue dichiarate qualifiche».

Intanto Pietro Orlandi è rientrato a Roma dopo aver cercato senza esito la sorella in due strutture psichiatriche di Londra e Birmingham: a tutti ha mostrato una fotografia del viso «invecchiato» de Emanuela elaborata dalla polizia. Nulla da fare. L’ospedale di Birmingham aveva una struttura psichiatrica abbattuta 3 anni fa e i pazienti sono stati trasferiti ad altre unità, anche private. Un nome Orlandi c’è nei registri di un altro centro a Welwyn nell’Hertfordshire. Gli amministratori hanno chiesto la sua documentazione per farla vedere ad alcuni psichiatri che hanno lavorato nella struttura in passato. Anche Ali Agca, in un colloquio con il fratello, chiama in causa il Sismi e indica un piano per la liberazione dando la responsabilità ai Lupi grigi. «Emanuela si trova in una località europea, ci sono preti e suore che si occupano di lei, bisogna chiedere la verità al Vaticano», aggiunge l’attentatore di Karol Wojtyla.

Ma quella che vieneoggi alla luce è davverouna nuova pista investigativa, oppure è solo un depistaggio o ancora il tentativo di accreditarsi come protagonista per promuovere futuri memoriali e «libri-verità»? I fatti sono ancora avvolti dalla nebbia. Poco più di un anno fa, le indagini della Procura di Roma hanno ripreso slancio con l’iscrizione nel registro degli indagati di alcune persone legate agli ambienti della Banda della Magliana. Ora riprendono i colpi di scena e le segnalazioni. La scomparsa della cittadina vaticana inizialmente considerata come allontanamento volontario di un’adolescente è divenuta negli anni una delle vicende più oscure e intricate della storia italiana coinvolgendo Vaticano, Ior, mala romana e Banco Ambrosiano.

Emanuela Orlandi frequenta una scuola di musica a piazza Santa Apollinare a Roma. Il 22 giugno, esce dalla lezione dieci minuti prima del previsto, telefona alla sorella maggiore riferendole che le era stato proposto un piccolo lavoro di volantinaggio per la Avon (azienda di cosmetici) ad una sfilata di moda pagato esageratamente (375mila lire). Da allora è svanita nel nulla. Gastrini c’era?



http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/a...lo/lstp/408720/
 
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view post Posted on 19/12/2011, 17:07
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http://www.articolotre.com/2011/12/caso-or...llangelus/52731

Caso Orlandi: il fratello pretende chiarezza e protesta all’Angelus

Un gruppo di un centinaio di persone ha sfilato in Piazza San Pietro, ieri durante l’Angelus, per chiedere chiarezza sulla scomparsa, del 1983, di Emanuela Orlandi.

- Redazione – 19 dicembre 2011 – Il 22 giugno 1983 spariva Emanuela Orlandi, cittadina vaticana figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia. Domenica scorsa in Piazza San Pietro dopo la celebrazione dell’Angelus un centinaio di persone hanno sfilato con la foto di Emanuela per ricordare uno dei più controversi misteri italiani. In testa al corteo il fratello della ragazza scomparsa che chiede al Papa di non dimenticare la scomparsa della sorella e di fare chiarezza sull’accaduto.

Pietro Orlandi tempo fa aveva organizzato una petizione per richiedere al Pontefice di fornire tutte le informazioni utili per accertare la verità su di un caso che si trascina da più di vent’anni. Le persone con la foto di Emanuela hanno espresso la loro volontà nel pieno rispetto della piazza, aspettando che Benedetto XVI spendesse qualche parola a fine messa domenicale, speranza che non è stata soddisfatta.

Delusione e amarezza sono state espresse da Pietro Orlandi “Rimane in me la convinzione – ha commentato – che al Papa non sia stato permesso parlare. Spero che il Pontefice faccia breccia in questo muro di silenzio e omertà in modo da riscattare questi lunghi anni di silenzio”. Orlandi conclude denunciando anche il silenzio che lo Stato ha dimostrato, insieme al Vaticano, sul caso della sorella.
 
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perlanaturale
view post Posted on 25/12/2011, 20:18




speriamo che in questo muro di gomma, si apra finalmente una breccia, e si faccia sapere la verità alla famiglia.
 
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view post Posted on 24/2/2012, 18:04
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http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica...re-da-35942.htm

RICATTI INCROCIATI SUL CASO ORLANDI? - GLI APPUNTI DI PADRE FEDERICO LOMBARDI, FATTI ‘USCIRE’ DA UNO DEI TANTI ‘CORVI’ VATICANI, APRE NUOVI INTERROGATIVI SUL CASO DI EMANUELA ORLANDI - IL FRATELLO: “PERCHÉ LA TOMBA DI DE PEDIS NON È MAI STATA APERTA ANCHE SE IL CARDINAL VICARIO ERA DISPONIBILE? FORSE C’È UN RICATTATORE CHE VUOLE INTIMIDIRE IL VATICANO, CON DOCUMENTI CHE POSSONO RIGUARDARE L'ATTENTATO A WOJTYLA, L'OMICIDIO CALVI O IL SEQUESTRO DI EMANUELA”….

Fabrizio Peronaci per il "Corriere della Sera"
PIETRO ORLANDIPIETRO ORLANDIEmanuela OrlandiEmanuela Orlandi

«Dopo quasi 29 anni, nel muro di silenzio alzato sul sequestro di mia sorella si sta aprendo qualche crepa. Finalmente qualcuno nella Santa Sede vuole capire cosa è accaduto. Ma ho anche un'altra sensazione: che dietro le fughe di notizie ci sia un grande ricattatore in azione, in una sorta di guerra di nervi in atto tra le alte gerarchie». Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, la figlia del messo pontificio scomparsa nel 1983, commenta così le ultime novità.

Dal Palazzo Apostolico nei giorni scorsi un'altra «manina», dopo quella che ha fatto uscire le lettere di monsignor Viganò, ha portato all'esterno un «appunto riservato» sul caso Orlandi datato 9/1/2012 e firmato dal portavoce di papa Ratzinger. Tre pagine fitte di dubbi.
Papa Giovanni Paolo II e colombe della pacePapa Giovanni Paolo II e colombe della pace

«Padre Lombardi - dice il fratello di Emanuela - segnala aspetti da approfondire, come la non collaborazione con le autorità italiane, resa evidente dal no opposto alle rogatorie e dalle reticenze di un funzionario della sicurezza, e gli aiuti a Solidarnosc, che potrebbero aver scatenato il ricatto a Giovanni Paolo II attraverso il sequestro di mia sorella». L'appunto parla anche della sepoltura del boss Enrico De Pedis a Sant'Apollinare. «È un passaggio sorprendente.
PADRE FEDERICO LOMBARDIPADRE FEDERICO LOMBARDI

Padre Lombardi dice: "poiché mi pare che il cardinal vicario abbia dichiarato la disponibilità a lasciar aprire la tomba, non capisco perché questo non sia ancora avvenuto". Ne deduco che in Vaticano sono favorevoli, ma sperano che sia la magistratura a liberarli da questo peso».

Lei è stato convocato in Procura?
«Sì, venerdì scorso. Mi è stato chiesto se ero a conoscenza di novità dalla Santa Sede. Purtroppo no, ho risposto, però quante coincidenze...».

A cosa allude?
«A gennaio, al sit-in che avevo organizzato a Sant'Apollinare, si erano infiltrati due gendarmi per fotografare i presenti. Poi arriva la talpa sugli scandali finanziari, ora la nota segreta. Non escludo che tutto ciò sia legato alla presenza di un ricattatore che mira a intimidire il Vaticano, grazie a documenti che possono riguardare l'attentato a papa Wojtyla, l'omicidio Calvi, vicende economiche o il sequestro di Emanuela».
Roberto CalviRoberto Calvi

Sulle fughe di notizie, intanto, la notizia è che sono in corso interrogatori della gendarmeria: oltre a padre Lombardi, sono stati sentiti due monsignori, uno dei quali della II sezione della segreteria di Stato.
 
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view post Posted on 31/3/2012, 18:58
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De Pedis sepolto in chiesa, ci fu l'ok della Santa Sede

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De Pedis sepolto in chiesa, ci fu lok della Santa Sede

19:15 31 MAR 2012

(AGI) - Roma, 31 mar. - Ci fu il via libera della Santa Sede alla sepoltura del boss della banda della Magliana, Enrico De Pedis, nella chiesa di Sant'Apollinare a Roma. A sottolinearlo, in una lettera indirizzata a Walter Veltroni, e' il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri. "In data 10 marzo 1990 il Cardinale Ugo Poletti (all'epoca presidente della Cei; ndr) rilasciava il nulla osta della Santa Sede alla tumulazione della salma di De Pedis nella Basilica di S. Apollinare", scrive il ministro, che ha disposto ulteriori accertamenti, sollecitati dallo stesso Veltroni con un'interrogazione parlamentare.

Veltroni: procedura anomala per la sepoltura di De Pedis

"Illustre onorevole, - scrive il ministro dell'Interno nella lettera - le scrivo in relazione all'impegno di approfondire la completezza di ogni elemento della vicenda concernente la tumulazione della salma di Enrico De Pedis nella Basilica di S. Apollinare in Roma. Devo precisare, rispetto alla risposta fornita nel question time dello scorso 28 marzo, che la Basilica di S. Apollinare non e' territorio dello Stato Citta' del Vaticano. L'imprecisione contenuta in quella risposta e' dovuta al fatto che e' stata riportata integralmente l'affermazione contenuta in un risalente rapporto di polizia che si esprimeva in quegli stessi termini".

Legale De Pedis: dai familiari ok allo spostamento della tomba

"In effetti la Basilica di S. Apollinare - prosegue la titolare del Viminale - e' soggetta alle disposizioni di cui all'articolo 16 della legge 27 maggio 1929 n. 810, di esecuzione del Trattato tra la Santa Sede e l'Italia dell'11 febbraio 1929 (Patti Lateranensi), le quali prevedono, per detto complesso di proprieta' della Santa Sede , un particolare regime giuridico, definito dalla Corte Costituzionale c.d. "privilegio di estraterritorialita'" (cfr ordinanza del 30 gennaio 1985 n.26)". "Tale privilegio si traduce nel riconoscimento alla Santa Sede della facolta' di dare all'immobile 'l'assetto che creda, senza bisogno di autorizzazioni o consensi da parte di Autorita' governative, provinciali, comunali italiane ?'".
"Solo ieri pomeriggio sono stati acquisiti documenti che hanno consentito di appurare le seguenti circostanze: - si legge ancora - in data 10 marzo 1990 il Cardinale Ugo Poletti rilasciava il nulla osta della Santa Sede alla tumulazione della salma di De Pedis nella Basilica di S. Apollinare. In data 20 marzo 1990 Monsignor Pietro Vergari , attesta, nella qualita' di Rettore della Basilica di S. Apollinare, che la stessa e' soggetta allo speciale regime giuridico di cui all'art.16 della legge n. 810/29 sopra richiamato". "La famiglia De Pedis ottiene, in data 23 marzo 1990, dall'autorita' comunale l'autorizzazione all'estumulazione della salma del congiunto dal Cimitero monumentale del Verano per il successivo trasferimento alla Basilica di S. Apollinare in Roma - si legge ancora nella lettera del ministro dell'Interno - La famiglia De Pedis chiede nella tessa data , 23 marzo 1990, l'assistenza sanitaria per la traslazione della salma 'nella Basilica di S. Apollinare Stato Citta' del Vaticano", e) la famiglia De Pedis ottiene in data 24 aprile 1990 dalla autorita' comunale l'autorizzazione al trasporto della salma del congiunto 'da Roma a Citta' del Vaticano'".
"Cio' premesso e in considerazione anche del fatto che, come Le e' noto, sono ancora in corso indagini sulla vicenda, ritengo di informare l'Autorita' Giudiziaria delle evidenze emerse" conclude la lettera del ministro Anna Maria Cancellieri. (AGI) .
 
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Tomba di De Pedis non sara' aperta Orlandi: Pm, "Vaticano sa la verita'"

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Tomba di De Pedis non sara aperta Orlandi: Pm, Vaticano sa la verita

18:30 02 APR 2012

(AGI) - Roma, 2 apr. - Non sara' piu' aperta la tomba di Enrico De Pedis, detto 'Renatino', uno dei capi della banda della Magliana assassinato in un agguato in via del Pellegrino il 2 febbraio del 1990 e sepolto nella cripta della basilica di Sant'Apollinare. Il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, che indaga sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, la quindicenne, figlia di un dipendente del Vaticano, sparita in circostanze misteriose il 22 giugno del 1983, sembra orientato a rinunciare a ispezionare il sepolcro, perche' l'atto non e' piu' necessario ai fini dell'inchiesta.

Tempo fa il magistrato, accompagnato dal rettore Pedro Huidobro, sentito come persona informata sui fatti assieme a monsignor Pietro Vergari (rettore fino al '91), ha fatto un sopralluogo nella cripta per prendere atto che effettivamente, come suggeri' un anonimo che telefono' alla redazione di 'Chi l'ha visto?' nel settembre 2005, c'e' la scritta Enrico De Pedis su una elegante struttura in marmo (all'interno di una stanza piccola e parecchio umida) risultata poi analoga alla tomba di un Papa: un lavoro fatto da un marmista che aveva lavorato per la Santa Sede.

Al di la' del ruolo (non ancora chiarissimo) che De Pedis avrebbe avuto nella scomparsa di Emanuela, chi indaga ritiene poco credibile che la tomba possa contenere altro se non le spoglie del boss. Quanto poi al 'contenzioso' di questi giorni tra il ministro dell'Interno e il parlamentare Pd Walter Veltroni, nessun fatto nuovo, degno di rilievo, e' apparso agli occhi di chi indaga.
Che la basilica non fosse extraterritoriale lo si e' accertato alcuni anni fa consultando i Patti Lateranensi: cio' spiega la facilita', senza dover fare rogatorie, con cui Capaldo ha convocato in procura i due rettori ed ha avuto accesso nella cripta della basilica. Cosi' come era ampiamente noto alla procura l'iter procedurale che e' stato seguito affinche' la salma di De Pedis lasciasse il cimitero del Verano.

INQUIRENTI, IL VATICANO CONOSCE LA VERITA'

La verita' sulla scomparsa di Emanuela Orlandi probabilmente non si sapra' mai, ma in Vaticano ci sono soggetti in grado di raccontare, se volessero, che fine ha fatto la ragazzina di 15 anni sparita nel giugno del 1983. Ne e' convinta la procura di Roma che fra qualche mese tirera' le somme e decidera' se chiudere gli accertamenti con una richiesta di archiviazione per tutti gli indagati o se depositare gli atti, passo che anticipera' la richiesta di rinvio a giudizio.

Al momento e' difficile fare previsioni ma le indagini condotte dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo hanno portato alla luce "alcuni segmenti di verita' giudiziaria", a livello ancora indiziario, difficili da poter sostenere un'accusa in dibattimento. Si era sperato molto nelle dichiarazioni confessorie di Sabrina Minardi, per un periodo la donna di Enrico De Pedis. Ma le sue affermazioni, nel tempo, si sono rivelate contraddittorie, fumose, benche' suggestive.
 
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http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04/14...ivelare/204523/

Caso Orlandi, la Santa Sede: “In Vaticano non c’è nessun segreto da rivelare”

Padre Federico Lombardi replica a chi ha messo in dubbio che Oltretevere si sia fatto tutto il possibile per giungere alla verità, spiegando che “nulla è stato nascosto” e assicurando nuovamente agli inquirenti, “come sempre, la collaborazione appropriata”
In Vaticano non c’e'nessun “segreto” da rivelare sul caso di Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana, figlia di un commesso della Casa Pontificia, sparita in circostanze rimaste oscure la sera del 22 giugno 1983, all’età di 15 anni, e la cui scomparsa pesa ancora oggi, a quasi trent’anni di distanza, come uno dei grandi misteri irrisolti. Con una lunga dichiarazione, pressoché senza precedenti per la puntigliosità e in certi passi la durezza, il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, replica oggi a chi ha messo in dubbio che Oltretevere si sia fatto tutto il possibile per giungere alla verità, spiegando che “nulla è stato nascosto” e assicurando nuovamente agli inquirenti, “come sempre, la collaborazione appropriata”.

La presa di posizione della Santa Sede su un caso in cui in tre decenni si sono susseguite rivelazioni e smentite, impasse delle indagini e nuove accelerazioni, oltre a ipotesi investigative di vario genere, segue quanto affermato nei giorni scorsi dai pm della Procura di Roma, secondo cui segreti e misteri della scomparsa della povera Emanuela sarebbero a conoscenza di personalità del Vaticano. Affermazioni cui il fratello Pietro Orlandi, instancabile autore di appelli alla verità, aveva fatto seguito chiedendo che “siano loro stessi a presentarsi ai pm e a dire quel che sanno”. Padre Lombardi spiega però che sul caso Orlandi “non risulta che sia stato nascosto nulla, nè che vi siano in Vaticano ‘segreti’ da rivelare sul tema”.

“Continuare ad affermarlo è del tutto ingiustificato”, sottolinea il portavoce vaticano, anche perchè “tutto il materiale pervenuto in Vaticano è stato consegnato, a suo tempo, al pm inquirente (Domenico Sica, ndr) e alle autorità di Polizia”. Inoltre, “il Sisde, la Questura di Roma e i Carabinieri ebbero accesso diretto alla famiglia Orlandi e alla documentazione utile alle indagini”. Per padre Lombardi, “tutte le autorità vaticane hanno collaborato con impegno e trasparenza come le autorità italiane”. Non solo, “se le autorità inquirenti italiane – nel quadro dell’inchiesta tuttora in corso – crederanno utile o necessario presentare nuove rogatorie alle autorità vaticane, possono farlo, in qualunque momento, secondo la prassi abituale e troveranno, come sempre, la collaborazione appropriata”.

Il portavoce vaticano ricorda al proposito l’interessamento personale di Giovanni Paolo II e dell’allora segretario di Stato, il cardinale Agostino Casaroli, l’accesso degli investigatori e del Sisde al centralino vaticano e alla casa della famiglia Orlandi (con l’autorizzazione a tenere il telefono sotto controllo), le risposte con le deposizioni di personalità vaticane a tutte e tre le rogatorie internazionali, una nel 1994 e due nel ’95. “I relativi fascicoli – osserva – esistono tuttora e continuano a essere a disposizione degli inquirenti”, e “non è fondato accusare il Vaticano di aver ricusato la collaborazione alle autorità italiane preposte alle indagini”. Piuttosto, “la sostanza della questione è che purtroppo non si ebbe in Vaticano alcun elemento concreto utile per la soluzione del caso”.

In base ai messaggi ricevuti che facevano riferimento ad Alì Agca, prevaleva infatti l’opinione che il sequestro servisse a una “oscura organizzazione criminale” per “inviare messaggi o operare pressioni in rapporto alla carcerazione e agli interrogatori dell’attentatore del Papa”. In Vaticano “non si ebbe alcun motivo per pensare ad altri possibili moventi del sequestro”, dice Lombardi, che non risparmia una dura frecciata: “l’attribuzione di conoscenza di segreti attinenti al sequestro da parte di persone appartenenti alle istituzioni vaticane, senza indicare alcun nominativo”, oltre a non corrispondere “ad alcuna informazione attendibile o fondata”, “a volte sembra quasi un alibi di fronte allo sconforto e alla frustrazione per il non riuscire a trovare la verità”. E il grave problema delle persone che ogni anno scompaiono, come pure la stessa “sofferenza” della famiglia Orlandi, “non sia un motivo per scaricare sul Vaticano colpe che non ha”.

Il portavoce della Santa Sede interviene anche sulla collocazione della tomba del boss della Magliana Enrico De Pedis, detto “Renatino”, nella basilica romana di Sant’Apollinare, che “ha continuato e continua ad essere motivo di interrogativi e discussioni, anche a prescindere dal suo eventuale rapporto con la vicenda Orlandi”: tra gli ultimi a parlarne, anche il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri. “Da parte ecclesiastica non si frappone nessun ostacolo a che la tomba sia ispezionata e che la salma sia tumulata altrove, perchè si ristabilisca la giusta serenità, rispondendo alla natura di un ambiente sacro”, avverte padre Lombardi, rendendo noto così il via libera del Vaticano allo spostamento dell’imbarazzante sepoltura. “Un gesto cristiano, un importante passo avanti”, definisce Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, le dichiarazioni odierne di padre Lombardi. “Per me e per la mia famiglia questa è una cosa molto positiva – aggiunge -. Non so come si evolverà, ma è una cosa buona: è una mia idea, ma in quello che ha detto Lombardi credo che ci sia la parola del segretario particolare del Papa, padre George Gaenswein”. Quanto al fatto, poi, che il Vaticano sul caso Orlandi abbia sempre collaborato, “mi auguro – dice – che rispondano i giudici dell’epoca”.
 
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view post Posted on 13/5/2012, 09:42
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http://www.ilmessaggero.it/roma/cronaca/or...ie/195684.shtml

Orlandi, domani l'apertura della tomba
di De Pedis a Sant’Apollinare
Il rettore della basilica conferma: nessun avviso ma sto aspettando
PER APPROFONDIRE tagde pedis, banda magliana, emanuela orlandi, sabrina minardi, sant'apollinare
Manifestazione per la Orlandi davanti alla basilica di S. Apollinare
di Cristiana Mangani
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ROMA - Dopo così tanti anni all’inseguimento della verità sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, uno degli elementi che più ha fatto discutere nella vicenda della giovane figlia del commesso pontificio scomparsa il 22 giugno dell’83, sta per arrivare a soluzione. Forse già domani, infatti, potrebbe essere aperta latomba di Enrico De Pedis, il boss della Banda della Magliana, sepolto nella chiesa di Sant’Apollinare. Fino a ieri sera il rettore della Basilica, don Pedro Huidobro, non aveva ancora ricevuto alcun avviso, «ma me l’aspetto da un momento all’altro», ha confermato.

Le date possibili sono tra domani e dopodomani. Proprio in quei giorni la tomba di Renatino verrà aperta, analizzata e ispezionata, alla ricerca di chissà quale verità. Successivamente la famiglia del boss dovrebbe trasferire quello che rimane della salma a Prima Porta, anche se il passaggio non avverrà contestualmente all’apertura.
Il collegamento tra la gang che ha tenuto in scacco la Capitale per vent’anni, arriva dopo una lunga indagine della magistratura. Sono le dichiarazioni di Sabrina Minardi, quella che nell’83 (anno in cui Emanuela è scomparsa), era l’amante del boss. Prima di lei, però, a insinuare i sospetti di un possibile legame, era stata una telefonata arrivata alla trasmissione «Chi l’ha visto?», nel settembre del 2005. La voce di un uomo, dall’altro capo del filo, suggeriva di andare a vedere cosa c’era nella tomba di Renatino. «Andate - diceva - se volete conoscere la verità». Le successive dichiarazioni della Minardi accreditarono l’organizzazione criminale come esecutrice del sequestro.

I collegamenti tra il rapimento e De Pedis. Rimangono misteriose le ragioni che avrebbero spinto De Pedis a scendere in campo per rapire una giovane cittadina vaticana. Tante le versioni riferite dai testimoni ai pm di piazzale Clodio, poche le conferme. Cosa ci si aspetta di trovare nella tomba non è del tutto chiaro. Sono in pochi, infatti, a credere che quel sepolcro possa nascondere chissà quali segreti, compresi i resti della ragazza che è scomparsa ben sette anni prima che il boss venisse ucciso. Anche la famiglia Orlandi è scettica su quello che questa visita potrà rivelare. Dal punto di vista delle indagini e dell’opinione pubblica rimane comunque importante fare chiarezza fino in fondo su quella sepoltura.

A palazzo di Giustizia il caso non è affatto chiuso. Anzi proprio il procuratore capo, Giuseppe Pignatone, ne ha preso personalmente il coordinamento poche settimane fa. Si tratta di una vicenda che è sempre stata molto ingombrante per lo stesso Vaticano, vista la presenza a Sant’Apollinare di un personaggio come De Pedis, ucciso a Campo de’ Fiori il 2 febbraio del ’90, per un regolamento di conti. Il 24 aprile i pm hanno fatto sapere che la decisione di procedere con l'apertura era stata presa. Anche il Vaticano ha espresso piena volontà di collaborazione, con una lunga nota del portavoce, padre Federico Lombardi. E negli anni scorsi, sia ai parenti di Emanuela che a quelli di De Pedis era stato eseguito il prelievo del Dna, proprio per effettuare le analisi ancora possibili. Sono tutti in attesa di qualche grande rivelazione che possa aiutare una famiglia a capire cosa è successo alla loro figlia di soli 16 anni. Ma forse per tutto questo, non basterà aprire una bara.
Domenica 13 Maggio 2012 - 09:15
Ultimo aggiornamento: 09:16
 
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