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Il rapimento di Emanuela Orlandi. Intrecci tra Vaticano e banda De Pedis, De Pedis voleva rientrare da un prestito alla IOR di Marcinkus?

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GalileoGalilei
view post Posted on 18/5/2012, 06:22 by: GalileoGalilei
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www.ogginotizie.it/136879-omicidio-...ojtyla-parte-1/

EMANUELA ORLANDI - CASO APERTO
data articolo16 maggio 2012

Omicidio Estermann – Un delitto collegato al caso Orlandi e all’attentato a papa Wojtyla. PARTE 1

"Edizioni Oggi" propone uno dei casi ancora senza soluzione, che nel corso degli anni è stato ingigantito da numerose versioni dei fatti, verità mischiate a menzogne, depistaggi, fino a coinvolgere ambienti insospettabili come alti vertici del Vaticano, mafia, banche (IOR e Banco Ambrosiano), servizi segreti italiani e di altri Paesi, misteriosi omicidi, sparizioni di prove e testimoni, attentati, criminalità organizzata e molto altro. Il tutto a partire dal rapimento di una ragazza di 15 anni, figlia di un impiegato dello Stato del Vaticano, Emanuela Orlandi.
Sono passati 29 anni dal sequestro di Emanuela Orlandi, ed oggi le cronache tornano ad occuparsi del caso in occasione dell'apertura della tomba di uno dei protagonisti della vicenda, Enrico De Pedis, detto "Renatino", capo della tristemente nota banda della Magliana. Un caso che sta suscitando aspre polemiche.
Il fratello della ragazza scomparsa, Pietro Orlandi, ancora oggi è profondamente impegnato nella ricerca della verità, e con lui la Redazione di "Edizioni Oggi".
Per inaugurare l'inchiesta, partiamo da uno dei tanti avvenimenti collaterali. Uno strano omicidio avvenuto diversi anni dopo il rapimento Orlandi. Esporremo vari episodi che, apparentemente scollegati con l'oggetto dell'inchiesta, sono invece strettamente connessi, nel tentativo di ricomporre il mosaico della verità.

Il 4 maggio 1998 l’austero e nobile ambiente della Gendarmeria Vaticana, il Corpo della Guardie Svizzere, è scosso da uno scandalo senza precedenti. Il nuovo comandante del Corpo, colonnello Alois Estermann, la moglie Gladys Meza Romero e il caporale Céderic Tornay sono trovati morti. Nessuno, al di fuori delle autorità vaticane, ha mai potuto verificare come si siano svolti i fatti, e questo ha alimentato molte versioni e contrastanti nonché inquietanti collegamenti. Gli aspetti della vicenda che non convincono sono diversi, e molti i fatti celati entro le mura papali, a cominciare dai poco chiari traffici di monsignor Paul Marcinkus, già numero uno della Banca Vaticana (lo IOR), alla troppo repentina scomparsa di papa Albino Luciani (Giovanni Paolo I) proprio quando aveva manifestato l’intenzione di “riordinare” la struttura della Curia romana, per finire all’attentato al suo successore, papa Wojtyla, passando per la scomparsa di Emanuela Orlandi e fino agli alti prelati che fungevano da informatori per il Cremlino e quindi al mistero dei tre cadaveri: il neo-comandante delle Guardie Svizzere, la moglie, e un caporale fino ad allora sconosciuto.
Il caporale Cédric Tornay probabilmente era stato avvicinato da qualcuno, dopo aver terminato il servizio straordinario di guardia, nell’androne d’entrata di uno dei diversi edifici vaticani. Con qualche pretesto mai chiarito viene condotto nella palazzina dove si trova la residenza del comandante Estermann, nei pressi del Palazzo Apostolico, quindi colpito violentemente alla testa e perde conoscenza. Pochi minuti prima delle 21 la persona che colpì il caporale Tornay, quasi certamente con l’aiuto di complici, si introduce nell’alloggio del comandante Estermann che, secondo indiscrezioni, stava conversando al telefono, e lo uccide con due colpi di pistola, uno al torace e uno alla testa. La moglie è uccisa con un solo colpo.
Nell’alloggio viene quindi portato il caporale Tornay ancora stordito, il quale viene freddato con un colpo sparato in bocca. La commedia è inscenata: l’arma del delitto viene messa fra le mani del caporale, e un altro colpo è esploso verso il soffitto, elemento importante per fare risultare che lo stesso Tornay ha sparato, alla prova del guanto di paraffina. Il caporale Tornay ha ucciso il proprio comandante, la moglie e quindi ha rivolto l’arma contro se stesso, suicidandosi.
Perché questa ingegnosa messa in scena di un omicidio-suicidio? Che cosa si doveva nascondere? Perché il capitano Estermann doveva morire?
In ogni caso, i killer si allontanano in silenzio e fanno perdere le loro tracce attraverso uno dei numerosi sotterranei del Vaticano. I corpi della signora, impiegata del corpo diplomatico venezuelano all’ambasciata del proprio Paese, del caporale Tornay e del comandante Estermann vengono scoperti da una suora, la cui identità non è mai stata rivelata e che probabilmente non è mai esistita.
Fin qui quello che secondo gli elementi delle indagini, potrebbe essere lo scenario della tragedia avvenuta nel tardo pomeriggio del 4 maggio 1998 in Vaticano. Nei fatti, la versione che fu offerta dalle autorità vaticane fu completamente diversa. Addirittura paradossale la testimonianza resa da più parti circa il giovane caporale Tornay (era nato nel 1974) arruolatosi da circa tre anni nel Corpo: viene descritto come un pazzoide, omosessuale, che oltretutto si sarebbe anche prostituito diverse volte, tossicodipendente e molto altro. Accuse che i fatti reali hanno smentito con la più clamorosa evidenza.
Viene dato l’allarme. I primi a giungere sul luogo della strage sono il Sostituto della Segreteria di Stato, monsignor Giovanni Battista Re, l’Assessore agli Affari Generali della stessa Segreteria vaticana, monsignor Pedro Lopez Quintana, e l’ispettore della Vigilanza Camillo Cobin. Subito dopo il maggiore della Gendarmeria Raul Bonarelli e il portavoce della Sala Stampa Joaquin Navarro-Valls. Nessuno si preoccupa di informare gli agenti dell’Ispettorato di Pubblica Sicurezza presso il Vaticano, che secondo il protocollo dovrebbero collaborare con la Gendarmeria. In sostanza, nessuna comunicazione alle autorità italiane: le indagini sono svolte dal Corpo interno del Vaticano nella persona del giudice unico Gianluigi Marrone, il quale affiderà poi il caso al professor Nicola Piccardi che successivamente lo archivierà come omicidio-suicidio. A parte il fatto che la scena del delitto non viene messa in sicurezza, ma invasa da diverse persone, e quindi irrimediabilmente inquinata, la versione ufficiale dei fatti è la seguente: “Il caporale Cédric Tournay in preda a raptus di follia, si è introdotto nell’appartamento del proprio comandante, il colonnello Estermann, e lo ha ucciso con la pistola di ordinanza, una Sig Sauer 9.41mm di fabbricazione svizzera, quindi si è suicidato. Il caporale Tournay ha lasciato ad un commilitone una lettera d’addio per la madre, da consegnare se fosse accaduto qualcosa. E’ tutto molto chiaro, non c’è spazio per altre ipotesi”.
Nella lettera in questione vi era scritto: “Spero che tu, mamma, mi perdonerai perché sono stati loro a costringermi a fare quello che ho fatto. Quest'anno dovevo avere l'onorificenza e il colonnello me l'ha negata. Dopo tre anni, sei mesi e sei giorni passati a sopportare tutte le ingiustizie, l'unica cosa che io volevo me l'hanno rifiutata”.
Secondo le parole del caporale, la lettera sarebbe stata un messaggio di spiegazioni alla madre per il suo gesto. Una classica lettera d'addio di un suicida. Se è così, il gesto di Cédric Tornay non è stato dettato da un raptus, anzi è più che evidente la premeditazione, addirittura scritta in una lettera. Una differenza non trascurabile.
Il 6 maggio sono resi noti i risultati delle autopsie: il colonnello Estermann è stato ucciso da due colpi di pistola, uno lo ha colpito allo zigomo sinistro raggiungendo la colonna cervicale e il midollo spinale, l’altro alla regione deltoidea e fuoriuscito dalla spalla sinistra per rientrare dal lato sinistro del collo, fino a recidere i tessuti cerebrali e il canale midollare. La signora Gladys Meza è stata uccisa da un proiettile penetrato dalla spalla sinistra che ha raggiunto la colonna cervicale. Il caporale Céderic Tournay è morto per un proiettile penetrato dalla cavità orale che ha raggiunto la parete occipitale inferiore (CONTINUA)



www.ogginotizie.it/137227-omicidio-...ojtyla-parte-2/

EMANUELA ORLANDI - CASO APERTO
data articolo17 maggio 2012

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Omicidio Estermann – Un delitto collegato al caso Orlandi e all’attentato a papa Wojtyla. PARTE 2

Nel febbraio ’99 il caso viene definitivamente archiviato come omicidio-suicidio, a fronte di numerose verifiche necroscopiche, anatomiche e istopatologiche, tossicologiche, balistiche e molto altro, fra cui circa 38 audizioni di persone informate sui fatti, cinque rapporti del Corpo di Vigilanza, rilievi tecnici e fotografici.
Molte cose non quadrano. Non quadrano per niente, a cominciare dalla lettera del caporale: una accurata perizia calligrafica rivela incoerenze di forma ed evidenzia che non è scritta con la calligrafia di Cédric Tornay. E inoltre, se il colonnello Estermann al momento dell’omicidio era al telefono con qualcuno, dove sarebbe finito questo prezioso testimone? Di lui non vi è mai stata traccia.
A mettere in dubbio la versione vaticana, anche la posizione dei corpi, specie quella del presunto omicida-suicida. Secondo la versione ufficiale, il giovane, dopo aver sparato al comandante e alla signora, si è inginocchiato e, piegandosi in avanti, si è sparato in bocca con la pistola d'ordinanza, che sarebbe poi finita sotto il suo corpo. La ricostruzione evidenzia l’impossibilità che si sia verificata questa versione. Cédric Tournay doveva essere privo di sensi quando è stato colpito dal proiettile, per il semplice fatto che se si fosse sparato, come afferma la versione ufficiale, non si sarebbe piegato in avanti, ma sarebbe balzato all’indietro, per effetto dello stesso colpo sparato dalla bocca alla base del cranio. Inoltre, secondo la versione ufficiale sono stati sparati cinque colpi, (due al colonnello Estermann, uno alla moglie, uno a Tournay e uno al soffitto), senza silenziatore. Possibile che nessuno abbia udito ben cinque spari?
La madre del caporale Tournay, Muguette Baudat, è sempre stata convinta che la morte del figlio sia stata una messinscena ben architettata da una organizzazione occulta all’interno del Vaticano, che aveva lo scopo di coprire verità scottanti. Ma che cosa poteva giustificare tutto questo?
Alla signora Baudat è stato negato di conoscere gli atti dell'inchiesta, anche dopo l'archiviazione, e ai suoi avvocati Jacques Verges e Luc Brossollet, è stato impedito sia di partecipare allo svolgimento dell'inchiesta, sia l'accesso alla relativa documentazione. Gli stessi hanno poi pubblicato, nel 2002, un libro-inchiesta con le loro verità sui fatti descritti.
E veniamo quindi alla nostra inchiesta, che trae spunto da una recente conferenza stampa, nella quale è stato ipotizzato un collegamento fra la morte del comandante Estermann, il rapimento di Emanuela Orlandi e l’attentato a Giovanni Paolo II. Un’ipotesi suggerita proprio dagli stessi legali Brossollet e Verges, che hanno offerto prove inequivocabili della “commedia” orchestrata in Vaticano, a partire da una autopsia disposta dalla madre del caporale Tournay, eseguita il 14 maggio ’99 all’Istituto Medico Legale di Losanna, che smentisce completamente la versione ufficiale, nella quale è stata scoperta la frattura alla base del cranio, in corrispondenza del colpo dietro l’orecchio sinistro che il caporale avrebbe ricevuto prima di morire e che ha anche provocato un’emorragia con presenza di sangue e muco nei polmoni. Un'altra scoperta ribalta la tesi che il caporale si sia ucciso con la sua pistola, poiché il nuovo esame autoptico ha stabilito che a uccidere il giovane è stato un proiettile da 7mm. Infine, la rottura degli incisivi, a riprova che un'arma gli è stata introdotta a forza in bocca.
A margine di tutto questo, l’articolo pubblicato in Germania dal quotidiano “Berliner Kurier”, secondo la quale il colonnello Alois Estermann sarebbe stato un informatore, se non un agente attivo, della tristemente celebre STASI, la polizia della Germania Orientale, con il nome in codice “Werder”. Stessa versione la offre anche il giornale polacco “Super Express”, dopo avere intervistato il “capo”, Markus Wolff detto “Misha”, ed anche Pietro Orlandi è della stessa opinione.
Secondo le rivelazioni dei giornali, sembra che Estermann fosse un agente della STASI dal 1979, ancor prima di entrare nella Gendarmeria Vaticana. In veste di spia, “Werder” avrebbe redatto e consegnato ai propri superiori almeno sette rapporti, fra il 1981 e l’84. Dopo avere concesso l’intervista la giornale polacco “Super Express”, Markus Wolff ritrattò tutto in un’altra intervista al quotidiano italiano “Repubblica” nell’aprile 2005, dicendo che l’agente “Werder” non era il colonnello Estermann ma un monaco benedettino inserito nella redazione de “L’Osservatore Romano”.
Perché quindi il colonnello Estermann, morto appena nove ore dopo essere stato nominato comandante della Guardia Svizzera, sarebbe stato ucciso con un’operazione preparata a tavolino, e studiata nei minimi particolari? Ha forse a che vedere con il fatto che seguiva il papa in ogni suo spostamento e che la promozione a comandante della Gendarmeria gli avrebbe consentito di esercitare maggiore potere e più libertà, pericolosa per qualcuno? O forse che, se è vero che era un agente della polizia segreta della Germania Est, poteva essere informato sui progetti di attentato al pontefice e sul previsto rapimento di un cittadino vaticano? Oppure, paradossalmente, forse esserne addirittura parte? Forse era semplicemente un testimone scomodo, tanto da doversi assicurare che mai avrebbe potuto rivelare informazioni scottanti.
In ogni caso, una delle ipotesi più fondate è quella secondo cui, durante tutto il tempo trascorso al servizio nella Guardia Svizzera, Estermann sarebbe stato una spia della STASI infiltrata nel Vaticano e, proprio per questo, avrebbe avuto parte nell'attentato a Giovanni Paolo II e nel caso Orlandi. Il movente del triplice delitto avvenuto in Vaticano la sera del 4 maggio 1998, sarebbe quindi da ricercare nell'attività di spionaggio svolta da Estermann. Secondo questa versione Cédric Tornay sarebbe stato a sua volta una vittima, coinvolta forse per caso nell'assassinio dei due coniugi per mano di uno o più assassini mai identificati.

Edited by GalileoGalilei - 22/5/2012, 10:41
 
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