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Il rapimento di Emanuela Orlandi. Intrecci tra Vaticano e banda De Pedis, De Pedis voleva rientrare da un prestito alla IOR di Marcinkus?

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GalileoGalilei
view post Posted on 14/5/2012, 15:23 by: GalileoGalilei
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14 maggio 2012
Vicino alla bara di De Pedis, cassetta con resti di ossa

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La polizia scientifica nel cortile interno della Basilica Di Sant’Apolinare a Roma
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Vicino alla bara di De Pedis ritrovata cassetta con resti di ossa

La cassetta contenente resti ossei sarebbe stata trovata vicino alla bara di Enrico De Pedis e non al suo interno, come si era appreso in un primo momento. Le ossa saranno sottoposte ad analisi, al pari di quelle contenute in altre cassette rinvenute nello stesso ambiente, ma più lontano.

Procura Roma: si analizzerà anche materiale contenuto in ossario cripta

L’apertura della tomba di Enrico De Pedis si inscrive in «un’attività investigativa finalizzata «alla ricerca dei resti di Emanuela Orlandi». Lo afferma il procuratore della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone, in una nota relativa all’attivà in corso oggi presso la basilica di Sant’Apollinare. In quest’attività investigativa rientrerà anche «un’analisi del materiale contenuto nell’ossario presente nella cripta della Basilica».

Orlandi: «Ero certo che in bara non ci fosse Emanuela»
«Che Emanuela non ci fosse in quella bara non ne avevo dubbi». Questo il primo commento di Pietro Orlandi, subito dopo essere uscito dalla basilica di Santa Apollinare a Roma, dove è stata riaperto il sepolcro di Enrico De Pedis, l’ex boss della banda della Magliana, il cui nome è collegato alla scomparsa di Emanuela Orlandi, il 22 giugno del 1983. «Finalmente - ha aggiunto - si può mettere un punto su questa pista, una delle tante che si sono susseguite negli anni».

Pietro Orlandi non ha assistito personalmente all’apertura della bara di De Pedis, ma ha detto «Oggi è stato fatto un passo importante per risolvere un mistero che va avanti da anni. Forse dopo tanto tempo c’è la volontà di fare chiarezza. Questo era un dubbio che andava fugato in ogni caso. Mi auguro sia l’inizio della collaborazione tra magistratura e Vaticano per arrivare alla verità».

Conferma delle impronte: «È lui»

Gli esami dattiloscopici hanno confermato che il cadavere nella tomba tumulata nella basilica di Sant’Apollinare è di Enrico De Pedis. Le impronte infatti hanno permesso l’identificazione del cadavere consentita anche grazie al buono stato di conservazione del corpo.

Nella bara c’è il corpo di un uomo corrispondente a quello di De Pedis

Nella bara tumulata nella basilica di Sant’Apollinare «c’è il corpo di un uomo corrispondente a quello di Enrico De Pedis»: è quanto si è appreso da «fonti qualificate» dopo i primi accertamenti seguiti all’apertura della bara dell’ex boss della Magliana. La certezza che il corpo appartenga all’ex boss arriverà dall’esame del Dna, ma da una prima «ispezione visiva» gli investigatori parlano di «un corpo di uomo corrispondente a quello di De Pedis».

Il cugino di Emanuela: «Non credo alla pista della banda della Magliana»
«Sinceramente no»: così il cugino di Emanuela Orlandi, Pasquale Lo Russo, ha risposto ai cronisti davanti alla basilica di Sant’Apollinare e Roma che gli chiedevano se credesse nel coinvolgimento della banda della Magliana nella scomparsa della cugina, di cui non si hanno più notizie dal 1983, quando aveva 15 anni.

Lo Russo, all’esterno della basilica nel cuore di Roma, mostrando a telecamere e fotografi la foto della cugina per la quale è stata anche organizzata una petizione, ha detto: «Quello che uscirà fuori dalla basilica è un’incognita - ha concluso - spero tanto che la verità venga a galla. Oggi si sta verificando qualcosa di importante grazie alla caparbietà prima del papà di Emanuela e poi del fratello Pietro».

Non c’è invece la mamma di Emanuela Orlando: «Poco prima di venire ho sentito la mamma di Emanuela - ha continuato - mi ha chiamato dicendomi che sarebbe voluta venire, ma non se la è sentita».

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