http://www.angelacappetta.it/index.php/le-...-quasi-sospeso/Le croci della Curia salernitana: un vescovo condannato, un prelato arrestato e un parroco quasi sospeso
in NEWS, PROCESSI 9 febbraio 2015 139 Views
Nel nome del Signore e del dio denaro. Le croci della Chiesa salernitana ultimamente sembrano avere ben poco di sacro e troppo di profano.
Lontana dall’inchiesta archiviata sul miliardo di Serino utilizzato per costruire il Seminario metropolitano di Pontecagnano Faiano, la Curia di Salerno si porta dentro tre ferite: un vescovo emerito condannato in primo grado per truffa aggravata, un alto prelato arrestato due volte per corruzione e riciclaggio e un parroco accusato di violenza sessuale aggravata.
Gerardo Pierro, che dopo il suo lungo episcopato adesso si gode il suo appartamento all’interno del Seminario con affaccio sulla statua che lo raffigura, forse un riscatto morale potrà averlo. Condannato in primo grado per aver autorizzato la ristrutturazione della vecchia colonia San Giuseppe con un finanziamento regionale di 2 milioni e mezzo, poi trasformata in albergo, l’ex arcivescovo, in appello potrebbe essere assolto da ogni accusa. Con lui, anche il fido don Comincio Lanzara e l’ex presidente del consiglio regionale della Campania, Giovanni Sullutrone.
Il procuratore generale di Salerno, Renato Martuscelli, ne ha chiesto l’assoluzione, non tenendo assolutamente fede alla mezza vittoria che il pm Roberto Penna aveva ottenuto in primo grado. Certo, se si considera che la prima udienza di secondo grado si è tenuta dopo tre anni dalla sentenza di condanna e alla vigilia di una imminente prescrizione, verrebbe da pensare che la giustizia terrena abbia ponderato bene il caso.
Ma, per un arcivescovo in odore di assoluzione, resta un monsignore che è stato in grado di scalare le vette più alte della carriera ecclesiastica salvo poi sprofondare in una storia di denaro evaso attraverso lo Ior e di amicizie particolari e anche pericolose.
Don Nunzio Scarano, il “monsignor 500” del jet set romano e degli uffici dell’Apsa, ha appena cominciato a portare la sua croce. E con lui, non solo la Curia salernitana, ma anche lo stesso Vaticano. Scarano, tenuto a domiciliari molto elastici da più di anno, è costretto a dividersi tra Roma e Salerno. Non più per portare in giro la sua opera pastorale, ma per professare la sua dichiarata innocenza ai giudici che lo dipingono come un uomo legato e ammaliato dal potere e dal denaro, da opere d’arte e da traffici strani.
In Tribunale a Salerno ha deciso di non mettere più piede perché si sarebbe sentito deriso e ingiuriato, di fronte ai giudici di Roma, invece, comparirà. Pizzicato da alcune intercettazioni ambientali in atteggiamenti e rapporti ambigui, sulla vita privata di Scarano tutti ne conoscono i particolari ma nessuno li rivela.
Chi è obbligato invece a fare i conti con la giustizia per via dei suoi comportamenti è un altro sacerdote salernitano, che di carriera – come Pierro e don Nunzio – non ne ha mai fatta. Si è accontentato di reggere la parrocchia del Sacro Cuore per anni. E lo ha fatto fino a quando un extracomunitario, che per un periodo è stato ai suoi servizi, lo ha denunciato per violenza sessuale.
Il prete si chiama don Antonio Danese e su di lui pende, per questo motivo, un procedimento di sospensione a divinis. A peggiorare la situazione si è messa anche una relazione del pm Roberto Penna in cui viene descritto lo stile di vita condotto da sacerdote in compagnia della presunta vittima.
Anni fa, molti anni fa, ci fu un altro sacerdote che fu condannato in via definitiva per molestie sessuali nei confronti di alcune studentesse. La Diocesi di Pierro non fece mai trapelare la notizia e oggi questo sacerdote riveste un ruolo ufficiale anche nella curia di Luigi Moretti.
Nel nome del Signore e del dio denaro. E in virtù di quel senso di impunità che troppo spesso si accompagna al potere.
http://www.positanonews.it/newsOnline/pdf/...oci-interessati09/02/2015
Salerno. Lavori edili effettuati per strutture religiose e pagamenti ancora da erogare nonostante le fatture regolarmente
emesse e fatte pervenire: richiesta di saldo delle somme dovute presentata alla Curia di Salerno da parte di una
impresa con sede a Fisciano che lamenta il mancato rispetto degli impegni assunti da chi ha rappresentato anche
l’arcidiocesi di Salerno-Acerno-Campagna. Con la spada di Damocle che della vicenda venga informata la
Commissione Episcopale Italiana la quale in alcuni casi ha inteso finanziare i lavori e prevedere di pagare parte dei
finanziamenti stabiliti. Due gli interventi realizzati, oltre ad un terzo a Salvitelle, per cui l’azienda richiede che vengano
completati o effettuati i pagamenti: presso la chiesa dello Spirito Santo alla frazione San Martino a Montecorvino
Rovella, riaperta al culto dopo 34 anni lo scorso mese di settembre alla presenza dell’arcivescovo Luigi Moretti pure
grazie alla generosità dei residenti sollecitati dal parroco don Marco Ventura che hanno offerto fondi aggiuntisi al
contributo della Conferenza episcopale italiana; per la realizzazione della chiesa di San Francesco d’Assisi a
Campigliano, guidata da don Flavio Manzo, dove l’opera completa secondo il progetto viene a costare un milione
863.605,72 euro con la Cei che contribuisce per 1.418.137,50 euro (il 75%) e l’arcidiocesi di Salerno-AcernoCampagna
con 180mila euro mentre il 14%, pari a 265.468,22 euro, risulta a carico della parrocchia. Tutte e tre
strutture religiose interessate dai lavori, effettuati dalla ditta che ora chiede i pagamenti, avviati dopo un iter
burocratico che ha interessato i singoli Comuni, la Curia di Salerno, progettisti e l’Ufficio nuova Edilizia di culto di
Roma. Con don Antonio Pisani, parroco a Fisciano oggetto di polemiche nelle scorse settimane per aver partecipato
ad una manifestazione politica in cui veniva illustrata la probabile partecipazione del sindaco alle prossime elezioni
regionali,al corrente delle vicende in qualità di delegato della Curia per gli edifici di culto. L’arcivescovo Luigi Moretti,
come suo costume, di fronte alla richiesta di pagamenti ha chiesto immediatamente di accertare i fatti. Ed ha riunito i
parroci delle strutture religiose interessate dagli interventi, facendosi spiegare ogni particolare. Chiamato in causa
anche l’economo della Curia per valutare l’eventualità di avviare l’iter per il pagamento all’impresa di quanto spettante
se effettivamente dovuto. Già da questa settimana dovrebbe esserci un incontro tra l’amministratore dell’impresa edile
ed il rappresentante della Curia delegato dall’arcivescovo Luigi Moretti per trovare una intesa in grado di evitare il
ricorso all’autorità giudiziaria competente considerata la richiesta di pagamento notificata alla Curia di via Roberto il
Guiscardo. E anche per favorire il completamento di altri interventi in corso presso le chiese considerato che la
mancanza di liquidità di fatto frena l’avanzamento dei lavori. (Alfredo Boccia – Metropolis)