Laici Libertari Anticlericali Forum

Scandali a ripetizione alla Curia di Salerno., Processi e indagini sui maneggi dei preti

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perlanaturale
view post Posted on 28/5/2010, 21:46




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view post Posted on 17/1/2011, 11:44
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Inchiesta sull’ex Colonia San Giuseppe
"L'Angellara Home era un hotel"

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Il nuovo vescovo di Salerno Luigi Moretti chiede al tribunale di dissequestrare l’ex Colonia San Giuseppe. Il pm punta a dimostrare che la struttura era diventata un albergo vero e proprio e come tale non sarebbe potuta sorgere in quella zona perché non prevista dal piano urbanistico

di Luigi Colombo

E’ entrato nel vivo il processo a carico del vescovo emerito di Salerno Gerardo Pierro del suo "cerimoniere" don Comincio Lanzara e di altri nove imputati, a giudizio nell’ambito dell’inchiesta sull’e x Colonia San Giuseppe. Ieri, nell’aula della prima sezione penale del tribunale di Salerno, sono stati ascoltati i primi testimoni citati dal pm Roberto Penna. La maggior parte dei testi in ieri in aula erano stati avventori della struttura, sia del lido che delle sale interne e del servizio d’alloggio. Testimonianze importanti per il pm Penna che confermano l’assunto di base della Procura. Ovvero che l’Angellara Home era diventato un vero e proprio albergo e come tale non sarebbe mai potuto sorgere in quella zona, via Allende, perché non previsto dal vigente piano urbanistico comunale. Perché, di fatto, con quegli interventi di ristrutturazione, l’ex Colonia San Giuseppe è stata trasformata da struttura assistenziale-caritatevole in una struttura ricettivo-turistica.

E, indubbiamente, i testimoni hanno citato i "costi" della struttura: alcuni di questi (una singola 55 euro a notte con prima colazione, una doppia a 85 euro) sembrano quantomeno equiparati a quelli di mercato. Il pm ha anche consegnato ai giudici del tribunale (presidente Maria Teresa Belmonte) circa venti voluminose informative redatte dal tenente colonnello Francesco Mazzotta, anche lui presente ieri in aula, all’epoca comandante della polizia tributaria della Guardia di Finanza di Salerno che eseguì le indagini.

I reati contestati a vario titolo agli indagati, vanno dalla truffa aggravata alla tentata truffa, dal falso in atto privato all’� abuso d’ufficio, fino all’abuso edilizio: quest’ultimo è l’unico reato contestato ai tecnici, mentre per quanto riguarda don Comincio Lanzara, l’ipotesi è anche di peculato e appropriazione indebita. E la testimonianza del maresciallo Fabozzi del nucleo di polizia tributaria della finanza è stata incentrata proprio su quest’ultimo punto. Secondo il pm, don Comincio si sarebbe impossessato di un totale di 310mila euro, suddivisi in 33 assegni. Si tratta per gli inquirenti di denaro proveniente dalla vendita del complesso di San Michele. Il beneficiario di questi assegni era Paolo Conforti, «collaboratore» e «persona di fiducia» di don Comincio. E Conforti - così come ha giá dichiarato in sede di indagine (la sua testimonianza in aula è prevista il 2 marzo) - si occupava di incassare gli assegni e riconsegnare le somme in contanti al cerimoniere di Pierro.


Ad affrontare il processo vi sono anche l’economo della Curia, Vincenzo Rizzo; il progettista e il direttore dei lavori finanziati nel 2002 per 2,5 milioni di euro, Nicola e Giovanni Sullutrone (quest’ultimo è anche presidente della Onlus che dal 2006 gestiva l’� albergo);i funzionari comunali Matteo Basile e Nicola Gentile, responsabile e dirigente dell’Ufficio permessi a costruire; Giuliana e Roberto Rago, progettisti e addetti a seguire l’iter di finanziamento regionale;l’architetto Pompeo Paolo Mazzucca che nel 2006, in qualitá di progettista, si occupò del secondo intervento sottoposto a finanziamento e Charles Richard Capraro, funzionari dello sportello unico del Comune, ma solo per il progetto dello stabilimento balneare. La difesa della Curia si basa sulla legittimitá degli atti per la ristrutturazione, ritenendo gli stessi rispondenti alle norme del piano urbanistico. Tra gli avvocati del collegio difensivo vi sono PaoloCarbone, Lorenzo Lentini, Giuseppe Saccone, Lucio Basco, Felice Lentini, Francesco Saverio Dambrosio. Le prossime udienze si terranno il 3, il 14 e il 21 marzo.

(11 gennaio 2011)

http://lacittadisalerno.gelocal.it/dettagl...rticolo/3147337

«Troppe anomalie nella fissazione delle udienze al Tribunale Ecclesiastico»

15 gennaio 2011 — pagina 13 sezione: Nazionale
• E’ toccato a don Carmine Greco, giudice presso il tribunale ecclesiatico, sfilare ieri come testimone dinnanzi al giudice di pace di Salerno nel procedimento contro il cancelliere dello stesso tribunale Lorenzo Grimaldi. Anche se il processo in corso riguarda solo l’accusa di diffamazione, le testimonianze raccolte in questi mesi hanno lanciato forti dubbi sul funzionamento di quello che è il primo grado del giudizio canonico.
• Secondo l’accusa, Grimaldi avrebbe diffamato l’avvocato Francesco Casale, costituito parte civile attraverso il suo legale di fiducia Orazio Tedesco. I fatti contestati a Grimaldi fanno riferimento ad una querela sporta da Casale nel marzo del 2007. La presunta parte lesa illustrava una serie di episodi che, a suo avviso, avrebbero comprovato il clima di ostilitá nei suoi confronti che si respirava all’interno degli uffici di via Roberto il Guiscardo, sede della Curia e dello stesso Tribunale. Ostilitá che per il pm sarebbe dimostrata anche dalle testimonianze rese da alcuni legali e sacerdoti.
• Ieri mattina il GdP ha acquisito agli atti la testimonianza che il giudice del tribunale del tribunale ecclesiastico aveva giá reso in fase di indagine al magistrato. Testimonianza nella quale don Carmine Greco confermava di conoscere l’attuale imputato anche se «per una mera conoscenza dovuta al lavoro». E ricordava anche alcuni suoi atteggiamenti quantomeno anomali. «Nel gennaio 2007 - racconta al pm - nella mia qualitá di giudice dovevo fissare delle date per ascoltare dei testimoni in una causa. L’avvocato Casale mi chiese la cortesia di fissare le udienze nel pomeriggio. Io potendolo tranquillamente fare decisi di accogliere la richiesta dell’avvocato». Ma Grimaldi era contrario, perché,racconta Greco, «a tale richiesta divenne totalmente rosso in volto e mi disse che all’avvocato Casale non bisognava assolutamente accogliere alcuna richiesta». In più, secondo la testimonianza del giudice, successivamente il cancelliere fissò delle udienze non quando da lui richiesto, ma addirittura «non dando volutamente il tempo utile ai testi per intervenire». Dice, infine, di aver notato che Grimaldi, ogni qualvolta si parla di Casale, «diventa tutto rosso in volto e si arrabbia moltissimo».
• Il processo è stato poi rinviato ad aprile, quando dovrebbe testimoniare lo stesso cancelliere.
• Intanto nella passata udienza anche l’avvocato Matilde Delfino e l’ex cancelliere della Curia don Daniele Peron, avevano dichiarato che Grimaldi aveva dell’ingiustificato astio nei confronti di uno degli avvocati iscritti all’albo del tribunale della Curia e che desse indicazioni su quale assistente scegliere per avere un procedimento più veloce, mettendo in luce una gestione non proprio trasparente. (l.c.)


http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...501_A4.txt.html
 
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Mattialeccese
view post Posted on 17/1/2011, 16:07




Però, non si può dire che ci si annoi in quella Diocesi!
 
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view post Posted on 22/3/2011, 12:49
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Angellara Home, processo all’ex vescovo Don Matteo Notari testimonia in aula
L'ex presidente dell'istituto per il sostentamento del clero
«Feci bene a non dare i soldi a Pierro per la struttura»
L' Angellara Home sotto sequestro dal 15 luglio 2008

L' Angellara Home sotto sequestro dal 15 luglio 2008

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[NOTIZIE CORRELATE]
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Angellara Home, dissequestro negato
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Il vescovo: riapritela. Il pm: no

SALERNO — «Non sono monsignore, non mi attribuite titoli che non possiedo. Io sono un semplice sacerdote. Se proprio volete, chiamatemi "don" altrimenti va bene anche signore» . Al banco dei testimoni, nel processo sull’ex arcivescovo di Salerno, Gerardo Pierro e sui presunti affari illeciti legati all’Angellara Home, ieri mattina, è salito don Matteo Notari: l’ex presidente dell’Istituto interdiocesano per il sostentamento del clero. Lo stesso sacerdote che, durante il periodo più buio della curia salernitana, quando i presunti scandali affaristici e la spaccatura interna al clero riempivano le pagine dei quotidiani, fu accusato di essere nemico acerrimo di Pierro. Perché aveva portato a Roma un dossier scabroso per la diocesi salernitana e perché, poi, quello stesso dossier finì anche in Procura. Don Matteo torna a Salerno, dopo due anni di silenzio, ed entra nella stessa aula giudiziaria dove testimoniò in un altro processo che fece tremare il clero salernitano: quello carico del suo predecessore, don Generoso Santoro, condannato per truffa aggravata e morto prima della possibilità di ricorrere in appello.

«LA SPIAGGIA DEI PRETI» - Quando l’avvocato di fiducia di Pierro, Paolo Carbone, lo confonde con don Santoro, cercando di riportare alla luce quella storia di mutui concessi per quasi un miliardo di lire e mai restituiti, è il sacerdote a ricordargli che lui, con quella storia, non c’entra niente. Don Matteo invece resta coinvolto in un’altra vicenda: quella relativa ai 500mila euro che l’ex vescovo gli aveva chiesto, quando ancora presiedeva l’Istituto di via Bastioni, per realizzare lo stabilimento balneare e la «spiaggia dei preti» della struttura ricettiva ancora sotto sequestro. «Ho tentato due volte di prendere in fitto la spiaggia - dice don Matteo - e, in entrambe le occasioni, ho portato un assegno di 100 mila euro al vescovo Pierro, come anticipo, ma non ci siamo mai accordati. Perché Sua Eccellenza voleva fare un contratto di comodato d’uso gratuito e io non ne vedevo la convenienza. Incrementare il patrimonio di un ente ecclesiastico non è speculazione, ma è dovere dell’ente stesso. Quando ho saputo che, poi, a gestire l’intera struttura, compresa la spiaggia, sarebbe stata un’associazione formata da laici sono stato contento di non aver buttato i soldi per favorire i privati. Non capivo perché l’Istituto dovesse investire il denaro e l’associazione privata non era tenuta a sostenere alcuna spesa».

PRESSIONE DAI SACERDOTI - Don Matteo ricorda anche le pressioni ricevute dai sacerdoti salernitani che lo invitavano a dimettersi, dal momento che il suo rapporto con Pierro era ormai compromesso. «Pierro non mi ha mai minacciato -aggiunge il sacerdote - ma le pressioni dei confratelli sono continuate prima, durante e dopo la scadenza del mio mandato all’Istituto» . Da maggio 2008 don Matteo è tornato a fare il parroco nella chiesa di San Pietro a Resicco, a Montoro Superiore: una parrocchia, il cui nome non compare neppure nell’elenco pubblicato sul sito della diocesi.

Angela Cappetta
22 marzo 2011


http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/...278623638.shtml
 
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view post Posted on 20/7/2012, 09:44
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http://www.positanonews.it/articoli/80033/...vo__pierro.html

19/07/2012
Angellara: condannato l´arcivescovo Pierro


Accuse ridimensionate: dieci mesi all’arcivescovo e un anno all’ex cerimoniere don Comincio e a Giovanni Sullutrone

E’ un’accusa di molto ridimensionata rispetto alle iniziali contestazioni, quella che ha portato ieri alla condanna a dieci mesi per l’arcivescovo emerito Gerardo Pierro che, probabilmente, diventa però il primo vescovo in Italia ad essere condannato per truffa: quella ai danni della Regione Campania per i lavori di ristrutturazione dell’ex Colonia San Giuseppe, oggi Angellara Home. Con lui, ieri sera, sono stati condannati il suo ex cerimoniere don Comincio Lanzara (un anno rispetto ai cinque chiesti dal pm) e il direttore dei lavori e presidente della onlus “Villaggio San Giuseppe” Giovanni Sullutrone (un anno). Dovranno ora risarcire la Regione per una parte dei finanziamenti ricevuti (per altri è già scatta la prescrizione). Soprattutto, però, i giudici restituiscono il complesso di via Allende, dopo quattro anni, alla Diocesi di Salerno, dispondendo il dissequestro dell’ex Colonia «previa regolarizzazione amministrativa» nei termini che saranno chiariti nella motivazione disponibile fra due mesi. Tutti gli altri, tecnici e funzionari del Comune sono stati invece assolti.

Sono da poco passate le 19.30 quando i giudici della prima sezione penale del tribunale di Salerno (presidente Maria Teresa Belmonte, a latere Fabio Zunica e Marilena Albarano) escono da una lunga camera di consiglio per emettere la sentenza di un processo durato decine di udienze e che ha visto sfilare sul banco degli imputati moltissimi testimoni. Il pm Roberto Penna aveva chiesto la condanna degli undici imputati finiti alla sbarra per reati che vanno dalla truffa aggravata alla tentata truffa, dal falso in atto privato all’abuso d’ufficio, fino all’abuso edilizio. Per i giudici, invece, vanno condannati soltanto Pierro, don Comincio e Giovanni Sullutrone, ma solo per il reato di truffa e per una contestazione del testo unico in materia edilizia più lieve rispetto a quella contestata dall’accusa. Cadono, invece, gli altri reati. Don Comincio è stato assolto anche dal reato di peculato e appropriazione indebita: per l’accusa si era impossessato di 310mila euro, per i giudici l’accusa non sussiste. Assolti con formula piena da tutte le accuse: l’economo della Curia, Vincenzo Rizzo; il progettista dei lavori di ristrutturazione Nicola Sullutrone, i funzionari comunali Matteo Basile e NicolaGentile, rispettivamente responsabile e dirigente dell’Ufficio permessi a costruire; Giuliana e Roberto Rago, progettisti e addetti a seguire l’iter di finanziamento regionale; l’architetto Pompeo Paolo Mazzucca che nel 2006, in qualità di progettista, si occupò del secondo intervento sottoposto a finanziamento e Charles RichardCapraro, funzionari dello sportello unico di Palazzo di Città.

Il pm Roberto Penna attende ora le motivazioni per valutare l’ipotesi di proporre appello contro le ipotesi di reato per le quali i giudici hanno deciso di assolvere i principali imputati. Per i legali del collegio difensivo (tra questi gli avvocati Paolo Carbone, Felice e Lorenzo Lentini, Giuseppe Saccone, Lucio Basco, Francesco Saverio Dambrosio e Arturo Della Monica) si tratta indubbiamente di un succusso. «Abbondamente soddisfatti – dice Paolo Carbone, legale di Pierro e don Comincio – La cosa più importante è la che l’intera città di Salerno potrà finalmente riavere un patrimonio importante». Era il 15 luglio 2008 quando i finanzieri apposero i sigilli a quella struttura dopo oltre un anno di indagini. L’accusa della procura – ora solo in parte confermata – era di aver messo in piedi un raggiro ai danni dello Stato che avrebbe fatto introitare alla Curia salernitana finanziamenti pubblici per due milioni di euro, trasformando l’ex Colonia da struttura sociale in un albergo di lusso. Tesi che era stata sostenuta anche dai periti nominati dai giudici, che evidentemente non ha convinto del tutto il collegio giudicante.





Fonte: LA CITTA' di Salerno


 
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view post Posted on 26/7/2012, 04:28
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www.ilfattoquotidiano.it/2012/07/25...edilizi/305727/

Colonia trasformata in hotel, ex vescovo condannato per abusi edilizi

Don Gerardo Pierro, ex vescovo di Salerno condannato in primo grado a dieci mesi per abusi edilizi. Il "villaggio dei fanciulli" trasformato in "Angellara home", albergo con tv lcd, minibar e spiaggia privata
di Vincenzo Iurillo | 25 luglio 2012

Prelato, e truffatore. Questo dice la sentenza di primo grado contro l’ex vescovo di Salerno, don Gerardo Pierro. Alle prime avvisaglie dell’inchiesta giudiziaria il prelato scrisse una lettera aperta in cui annunciava ai fedeli di “voler morire povero”, poi è finito alla sbarra per una vicenda tutt’altro che povera: la trasformazione di un bene della Curia, una ex colonia per i bimbi indigenti, in un albergo per clienti facoltosi. Grazie a milioni di euro di fondi regionali, chiesti e ottenuti per ristrutturare il Villaggio del Fanciullo e farlo diventare a tradimento un hotel, l’Angellara Home: camere singole e doppie dotate di minibar, tv satellitare, lcd, aria condizionata, internet point, con sala ristorante, sala congressi fino a 450 persone e spiaggetta privata. Se navigavi sul web, trovavi tariffe e offerte. Almeno fino al 15 luglio 2008, quando i finanzieri misero i sigilli alla struttura dopo un anno di indagini coordinate dal pm di Salerno Roberto Penna.

Due anni di udienze si sono concluse con una sentenza mite rispetto alle richieste del sostituto procuratore, che in requisitoria aveva sollecitato 11 condanne per reati che spaziavano dalla truffa al falso all’abuso d’ufficio al peculato, fino all’abuso edilizio. Il Tribunale presieduto da Maria Teresa Belmonte ne ha sentenziate soltanto tre, e solo per truffa sui finanziamenti pubblici e per un abuso edilizio più leggero rispetto a quello contestato: 10 mesi per Pierro (rispetto ai due anni chiesti dal pm), un anno per Giovanni Sullutrone, già presidente del consiglio regionale della Campania ma imputato nella veste di presidente della Onlus “Villaggio San Giuseppe”, e un anno per il cerimoniere della Curia, don Comincio Lanzara, assolto però dalle pesantissime accuse di peculato per la presunta appropriazione di più di 300.000 euro dalla vendita di un immobile della Curia, dopo che il sequestro giudiziario dell’8 per mille a loro destinato consentì di scoprire un giro di circa 30 assegni tra Lanzara e il suo autista-factotum. Il pm aveva chiesto per lui cinque anni e ora leggerà con attenzione le motivazioni per valutare un più che probabile appello.

Con la sentenza l’albergo è stato dissequestrato ed è tornato nella disponibilità della Curia. La Regione Campania si è costituita parte civile e potrebbe recuperare parte del maltolto. Il Comune di Salerno invece no, e peraltro si è beccato gli strali del sostituto procuratore, che nel corso dell’ultima udienza ha parlato di “una totale consapevole accondiscendenza degli uffici comunali verso le illegittime richieste dell’Arcidiocesi di Salerno”. Senza la quale probabilmente l’abuso non si sarebbe formato o sarebbe stato stoppato in tempo.

Intanto Pierro non è più il Vescovo di Salerno. E’ stato avvicendato al termine dell’estate del 2010 e da allora vive in provincia di Salerno. Non lontano dai luoghi dove due anni fa autorizzò l’installazione di una maxistatua di quattro metri raffigurante se stesso, nel giardino del seminario di Pontecagnano. Dono di alcuni sacerdoti della diocesi in occasione del suo 75simo compleanno.
 
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view post Posted on 18/6/2013, 14:03
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Sospetti di evasione. Agenzia delle entrate in campo


euro

http://www.positanonews.it/articoli/97368/...i_nei_guai.html

17/06/2013
Salerno. Agenzia delle entrate, 13 preti nei guai
Agenzia delle entrate, 13 preti nei guai
Agenzia delle entrate, 13 preti nei guai

Salerno. Non solo don Nunzio Scarano costretto a giustificare danaro. Tredici sacerdoti incardinati presso la Diocesi di Salerno - Acerno - Campagna oggetto di accertamenti da parte dell’Agenzia delle entrate per difformità riscontrate nelle dichiarazioni dei redditi presentate durante il periodo compreso tra il 2009 ed il 2011. In alcuni casi i preti, di cui la stragrande maggioranza è alla guida di parrocchie a Salerno, Battipaglia, Eboli e nella valle dell’Irno, ma alcuni religiosi sono titolari dell’attività pastorale a Montoro Inferiore, avrebbero presentato opposizione rispetto agli atti ricevuti. In altri, invece, hanno sottoscritto una transazione con la quale di fatto dichiaravano le proprie responsabilità rispetto a quanto loro contestato e contemporaneamente la volontà di pagare le differenze dovute secondo l’erario. Tra i sacerdoti che hanno deciso di trovare l’accordo con l’Agenzia delle Entrate anche don Comincio Lanzara, memoria oltre che presenza storica della Curia dove ha ricoperto ruoli di rilievo al fianco prima del vescovo monsignor Guerino Grimaldi e poi del suo successore Giovanni Pierro. Accertamenti hanno riguardato pure don Mario Salerno che negli anni oggetto delle contestazioni da parte dell’Agenzia delle entrate era presidente a Salerno dell’Istituto interdiocesano per il sostentamento del clero. Ma sono diversi i sacerdoti che hanno ricevuto dall’Agenzia delle entrate richiese di chiarimenti e chi non ha risposto avrebbe anche visto notificarsi cartelle esattoriali. Notevole attenzione alle problematiche fiscali viene data dalla Curia di Salerno e, non a caso, lo stesso arcivescovo Luigi Moretti già dal suo insediamento ha chiesto ai suoi più stretti collaboratori di non lasciare nulla al caso e di sensibilizzare tutti i sacerdoti al rispetto delle normative vigenti. Quella degli accertamenti fiscali a carico di alcuni sacerdoti della diocesi Salerno – Acerno – Campagna è una vicenda verificatasi già nei primi anni del 2000 quando, in seguito ad alcune inchieste della magistratura riguardanti la gestione delle Congreghe, vennero effettuati controlli sulle disponibilità economiche in capo a diversi preti. In quel caso non risultarono irregolarità formali per quanto riguarda la dichiarazione dei redditi o la tenuta della contabilità relativamente alle strutture aperte anche alla partecipazione dei fedeli. Ma nell’occhio del ciclone furono quanti ritenuti dagli inquirenti attori in cessioni di terreni e immobili di proprietà della Curia (Metropolis)


http://www.irpiniaoggi.it/index.php/cronac...-inferiore.html

Controlli del fisco su 13 preti, c'è anche Montoro Inferiore
Lunedì 17 Giugno 2013 18:47

La lente d'ingrandimento dell'Agenzia delle entrate su tredici preti, tutti incardinati presso la Diocesi di Salerno - Acerno - Campagna. Controlli legati a difformità riscontrate nelle dichiarazioni dei redditi presentate durante il periodo compreso tra il 2009 ed il 2011. La stragrande maggioranza dei parroci è alla guida di parrocchie a Salerno, Battipaglia, Eboli e nella valle dell’Irno, ma alcuni anche a Montoro Inferiore. Quella degli accertamenti fiscali a carico di alcuni sacerdoti della diocesi Salerno – Acerno – Campagna è una vicenda verificatasi già nei primi anni del 2000 quando, in seguito ad alcune inchieste della magistratura riguardanti la gestione delle Congreghe, vennero effettuati controlli sulle disponibilità economiche in capo a diversi preti. In quel caso non risultarono irregolarità formali per quanto riguarda la dichiarazione dei redditi o la tenuta della contabilità relativamente alle strutture aperte anche alla partecipazione dei fedeli. Ma nell’occhio del ciclone furono quanti ritenuti dagli inquirenti attori in cessioni di terreni e immobili di proprietà della Curia
 
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view post Posted on 21/6/2013, 07:18
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www.positanonews.it/articoli/97428/...antaggiosi.html

18/06/2013
Salerno. I favori romani di don Nunzio Scarano agli amici. Immobili della Santa Sede acquistati a prezzi vantaggiosi


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Don Nunzio Scarano

Salerno. Case in disponibilità della Santa Sede acquistate a Roma a prezzi vantaggiosi grazie all’intercessione di don Nunzio Scarano, indagato dalla Procura di Salerno con altre 56 persone con l’accusa di riciclaggio e sospeso dall’incarico di addetto tecnico di prima categoria dell’Amministrazione per il patrimonio della sede apostolica con sede a Città del Vaticano. E proprio in virtù del suo incarico il monsignore di Salerno, che aveva ottenuto tale nomina in occasione dell’inizio attività in seno all’Apsa, era al corrente delle unità immobiliari che l’amministrazione vaticana intendeva dismettere per fare cassa ed impiegare il ricavato in opere di bene a vantaggio di bisognosi. Una vera e propria mappatura immobiliare grazie alla cui disponibilità diversi salernitani hanno potuto acquistare a prezzi spesso non di mercato, inferiori rispetto alle quotazioni ufficiali, case di più vani. Alcuni dei proprietari sarebbero anche tra coloro a vario titolo interessati dall’inchiesta a Salerno coordinata dal sostituto procuratore Elena Guarino e che vede coinvolti costruttori, politici, imprenditori, operatori commerciali, avvocati, commercialisti e medici. Persone con cui don Nunzio Scarano intratteneva a Salerno rapporti più che cordiali ed a cui in alcuni casi chiedeva attenzione per trovare una soluzione ai bisogni di persone in difficoltà economiche che a lui si rivolgevano. Ed egli stesso, grazie ai proventi dell’attività immobiliare di proprietà prima della cessione di quote a persone a lui care, era solito mostrarsi estremamente generoso. Poi le difficoltà economiche per il tracollo della società immobiliare e la richiesta di aiuti ai facoltosi amici che gli hanno consegnato assegno con somme variabili da tremila a diecimila euro per un ammontare accertato dalla magistratura salernitana pari ad oltre mezzo milione di euro. Con il danaro che, poi, sarebbe stato successivamente riconsegnato dal sacerdote in contanti, eludendo le normative anti riciclaggio. Accusa che don Nunzio Scarano ha comunicato ai vertici dell’Amministrazione per il patrimonio della sede apostolica che ne hanno disposto la sospensione. Ed ora l’arcivescovo di Salerno dovrà anche decidere quale incarico o parrocchia assegnargli dal momento che don Nunzio Scarano è incardinato presso la Curia di via Roberto il Guiscardo. (Alfredo Boccia – Metropolis)


Inserito da:
Annalisa Cinque


www.positanonews.it/articoli/97548/...6_indagati.html

19/06/2013
Salerno. Donazioni con il trucco: sconfessato don Nunzio Scarano. Interrogata una prima parte dei 56 indagati

Salerno. Donazioni con il trucco, sconfessato il prete ex bancario. In tribunale sfilano i rappresentanti di quella che è definita la “Salerno bene” e che ora, in gran parte dei casi, prende le distanze da don Nunzio Scarano, indagato con altre 56 persone per riciclaggio in seguito alle donazioni che non convincono gli inquirenti. Riscontri che già in avvio delle indagini avrebbero portato ad intrecci con alcune delle persone monitorate per la vicenda legata al fallimento del pastificio Amato: punto di convergenza sempre le donazioni. Una formula che si sarebbe sviluppata ad inizio 2009 e che avrebbe raggiunto i picchi nel 2011 in occasione delle prime difficoltà che l’attività della società immobiliare a cui partecipava don Nunzio Scarano iniziò a far registrare. E proprio la necessità di ripianare il disavanzo, garantito per circa quattrocentomila euro con un immobile di proprietà del sacerdote, avrebbe indotto lo Scarano a richiedere le donazioni. Al cospetto del sostituto procuratore Elena Guarino già si sono presentati una ventina di personaggi eccellenti fra cui facoltosi imprenditori, professionisti e sia parenti che amici del prete sospeso in Vaticano, proprio per le indagini in corso, dall’incarico di addetto tecnico di prima categoria dell’Amministrazione per il patrimonio della sede apostolica. Tutti apparsi meravigliati delle accuse nei loro confronti e pronti a sottolineare che, in virtù dell’autorevolezza di don Scarano, si sono limitati ad erogare somme di danaro convinti di effettuare una donazione utile a venire incontro alle esigenze di persone o di nuclei familiari in difficoltà. Centinaia di migliaia di euro che, con assegni variabili dai 3 ai 10mila euro, ma in alcuni casi anche cifre più modeste come mille euro, sarebbero stati negoziati da don Nunzio anche presso la banca vaticana Ior dove divenivano contanti nella disponibilità del sacerdote. Che, successivamente, anche restituiva le somme, sempre in contanti, a quanti avevano erogato le stesse come donazione. Di qui l’accusa di riciclaggio da parte della Procura di Salerno che coordina le indagini caratterizzate anche da accurati controlli sui patrimoni oltre che dello stesso sacerdote anche delle 56 persone coinvolte, le quali entro la fine di questo mese saranno tutte ascoltate dal sostituto Elena Guarino per delineare al meglio una vicenda che potrebbe far emergere ulteriori responsabilità. (Alfredo Boccia - Metropolis)



Inserito da:
Annalisa Cinque


www.positanonews.it/articoli/97615/..._di_sapere.html

20/06/2013
Salerno. L’Arcivescovo monsignor Luigi Moretti scarica don Nunzio Scarano. Per Don Mario Salerno "aspettiamo di sapere"
Monsignor Luigi Moretti
Monsignor Luigi Moretti

Garantista l’arcivescovo di Salerno monsignor Luigi Moretti, ma senza assumerne la difesa a spada tratta, sul prete ex bancario con il pallino delle attività immobiliari. “Caso Nunzio Scarano? Sicuramente ho fiducia della buona fede delle persone, poi si vedrà”, ha affermato ieri mattina l’arcivescovo metropolita della Diocesi Salerno-Campagna-Acerno a precisa domanda sulla vicenda giudiziaria che vede indagate presso la Procura di Salerno per riciclaggio di danaro 56 persone ed il prete, il quale è incardinato presso la diocesi di Salerno-Campagna -Acerno. Invece, il massimo responsabile della Curia salernitana glissa sull’incarico o la parrocchia a cui sarà destinato don Nunzio Scarano che la scorsa settimana è stato sospeso in Vaticano (per decisione del cardinale Domenico Calcagno in qualità di presidente dell’Apsa) dall’incarico di addetto tecnico di prima categoria proprio dell’Amministrazione per il patrimonio della sede apostolica: “Non dipende certo da me. Lui opera a Roma. Questa è una decisione che non compete di certo a noi”. Null’altro proferito da Luigi Moretti a cui, comunque, dalla Santa sede è stata comunicata la decisione assunta nei riguardi di don Nunzio Scarano, il quale non ha osservato le regole del Diritto Canonico che prevedono il divieto per i sacerdoti di acquistare e detenere quote di società o di partecipare all’attività delle stesse. Il prete in questione è proprietario, infatti, del novanta per cento del capitale della Nuen, la cui sede è ubicata a Salerno e che dall’ottobre 2012 è attiva per la costruzione di immobili residenziali. Ma l’interesse di don Nunzio Scarano per le attività immobiliari risale al 2006 quando partecipò alla creazione della Prima Luce srl ed è proseguita nell’anno successivo con la costituzione della Effegi Gnm. Partner societario in entrambe le società a responsabilità limitata Giovanni Fiorillo di Baronissi. Quote che don Nunzio nei mesi scorsi aveva deciso di cedere al parente Domenico Scarano di 46 anni. Mentre il socio di minoranza nella Nuen è il costruttore di Alba Adriatica, in provincia di Teramo, Enrico Vallese. Partecipazioni che sono al vaglio degli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore presso il Tribunale di Salerno, Pubblico ministero Elena Guarino, per comprendere l’origine e la destinazione dell’oltre mezzo milione di euro in donazioni effettuate da imprenditori, professionisti e politici tramite don Nunzio Scarano, che poi restituiva in contanti agli stessi le somme erogate tramite assegni la cui somma variava da tremila a diecimila euro. E mentre sono partite le accuse contro la commercialista, rea di aver tradito don Nunzio, il prelato ha definito, invece, “persone amiche” quelle che gli hanno dato assegni - per ripianare i debiti di una di queste società - per oltre mezzo milione. La linea garantista dell’arcivescovo della Diocesi di Salerno- Campagna-Acerno, monsignore Luigi Moretti, riguarda anche la posizione di don Mario Salerno alla guida dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero e che ha concordato con l’Agenzia delle entrate il pagamento di circa undicimila euro in seguito a discordanze nelle dichiarazioni dei redditi presentate. “La riconferma di don Mario Salerno alla guida dell’Istituto? Queste sono cose che non decido io”, ha detto il pastore della Chiesa salernitana . “Le ribadisco che ho piena fiducia nella buona fede delle persone. Aspettiamo”, conclude Moretti ribadendo la stessa linea usata con don Nunzio Scarano. (Alfredo Boccia – Metropolis)



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Annalisa Cinque
 
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2013-06-27 Salerno di Redazione
L'arcivescovo di Salerno Nunzio Scarano sospeso dal Vaticano dopo l’accusa per riciclaggio

Immagine L'arcivescovo di Salerno Nunzio Scarano sospeso dal Vaticano dopo l’accusa per riciclaggio E' stato sospeso, a quanto si apprende in Vaticano, il vescovo di Salerno Nunzio Scarano, addetto tecnico di prima categoria dell'Apsa, l'Amministrazione Patrimonio Sede Apostolica che gestisce i beni della Santa Sede in Italia. Il prelato salernitano è stato sospeso cautelativamente in base ai regolamenti vaticani dopo essere stato iscritto nel registro degli indagati per il reato di riciclaggio, nel corso del mese di giugno, dalla procura della Repubblica di Salerno.
 
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Spariti 600.000 € della parrocchia. Don Mimmo in "pausa di riflessione"

http://lacittadisalerno.gelocal.it/cronaca...ufoli-1.7594522

Inchiesta sull’ex parroco di Rufoli

Don Siglioccolo è accusato di aver fatto sparire 600mila euro. L’arcivescovo lo aveva già rimosso


di Clemy De Maio

Tutto è partito dalla lettera di un gruppo di parrocchiani, convinti che dal conto corrente della chiesa di San Michele, a Rufoli, siano spariti 600mila euro. Ora, dopo l’avvio di un’indagine interna in Curia, quella vicenda è all’attenzione anche della magistratura, che tramite accertamenti bancari verificherà come e perché quel denaro sia uscito dalla disponibilità della parrocchia e, soprattutto, in quali tasche sia finito. Nel mirino c’è il vecchio parroco, don Mimmo Siglioccolo, accusato da un gruppo di residenti di aver distratto i fondi destinati ad alcune attività benefiche. Gli episodi si sarebbero consumati negli anni che vanno dal 2002 al 2010, periodo in cui nelle casse parrocchiali finirono anche i 437mila versati dal Comune di Salerno per l’esproprio di un terreno destinato alla costruzione di case di edilizia pubblica. Gli alloggi sono stati ultimati di recente e gli assegnatari dovrebbero prenderne possesso prima della festività di San Matteo, ma di quei soldi, secondo la lettera denuncia arrivata in Curia, si sarebbero perse le tracce.

Il 3 ottobre del 2011, a poco più di un anno dall’insediamento al vertice della Diocesi salernitana, l’arcivescovo Luigi Moretti ha rimosso don Siglioccolo dalla guida della parrocchia mettendo al suo posto monsignor Michele Alfano, che è anche vicario giudiziale del Tribunale ecclesiastico. Secondo le indiscrezioni il provvedimento sarebbe stato il frutto non solo delle segnalazioni su movimenti di denaro sospetti ma anche di altre testimonianze su comportamenti giudicati incompatibili con l’abito talare. Da allora il sacerdote, ordinato nel 1986 e già vice direttore della Caritas, è in una sorta di pausa di riflessione. Non ha ancora dismesso ufficialmente le vesti di prete, ma per ora resta ai margini dell’organizzazione ecclesiastica. «Una crisi vocazionale sulla quale egli stesso ha deciso di darsi il tempo di una riflessione», dicono i più benevoli. Ma in Curia circola anche un’altra versione, secondo cui l’aut aut gli sarebbe stato imposto dai vertici della Diocesi.

La parrocchia di San Michele in Rufoli è retta adesso da monsignor Alfano, affiancato dal diacono Antonio Lobello, e da lì partiranno le verifiche della magistratura sui movimenti contabili registrati fino al 2010. Secondo la denuncia inviata a Moretti a svanire nel nulla sarebbero stati, oltre ai soldi dell’esproprio, anche quelli incassati per la vendita di un terreno in località Casa Martino e persino 4.500 euro raccolti con un’iniziativa di beneficenza e destinati a una iniziativa benefica in Brasile. Nel Paese sudamericano don Mimmo Siglioccolo era andato più volte missionario. Nel 2005 quindici volontari salernitani andarono con lui a Salvador de Bahia, per un progetto umanitario nella favelas di Novos Algados. Gli ultimi fondi, raccolti con una lotteria di beneficenza, non sarebbero invece mai arrivati oltreoceano. Ma su questo, e sugli altri sospetti oggetto della denuncia, sarà ora la magistratura a dover fare chiarezza.

17 agosto 2013
 
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http://lacittadisalerno.gelocal.it/cronaca...curia-1.7599708

Ombre sull’ex economo della Curia

Residenti denunciano: «Rizzo ha autorizzato don Siglioccolo a prelevare 100mila euro dal conto della parrocchia»

Il vecchio parroco è stato allontanato perché ha due figli


di Clemy De Maio

Non c’è solo l’ex parroco don Mimmo Siglioccolo nello scandalo che avrebbe visto sparire dal conto corrente di San Michele in Rufoli 600mila euro. Secondo la denuncia che un gruppo d parrocchiani ha fatto arrivare in Curia, in quella vicenda potrebbe aver avuto un ruolo anche l’ex economo diocesano don Enzo Rizzo, accusato di aver autorizzato don Mimmo al prelievo in contanti di 100mila euro. «Soldi di cui si sono perse le tracce» affermano i denuncianti, secondo cui di quella cifra si sarebbe appropriato l’ex parroco. Due settimane fa una delegazione dei residenti di Rufoli ha incontrato l’arcivescovo Luigi Moretti, per evidenziare tutte le zone grigie della vecchia gestione parrocchiale e chiedere che la Chiesa faccia chiarezza portando l’intera vicenda alla luce del sole.

Don Siglioccolo non è più a Rufoli dal 3 ottobre del 2011, quando Moretti inviò al suo posto monsignor Michele Alfano. Allora non si parlava ancora di soldi spariti, ma il sacerdote, originario di Mercato San Severino, era finito nell’occhio del ciclone perché in Curia si era saputo che anni addietro aveva avuto due figli, pare con una donna di Montoro. Sussurrata da tempo, la voce si era fatta sempre più insistente e lui non aveva potuto negare. Adesso è nel Lazio, in una comunità residenziale gestita da “La tenda” nella campagna romana, dove il vescovo l’ha invitato a trascorrere una pausa di riflessione prima di scegliere tra l’abito talare e la vita mondana. «Da anni sollevavamo dubbi sulla moralità di quel prete – dichiara uno dei parrocchiani – Non avevamo ancora capito come funzionava la gestione del denaro, ma certi atteggiamenti, soprattutto con le donne, non ci parevamo consoni alle vesti di un religioso. Il precedente arcivescovo, però, non ha voluto darci retta. Anzi, pare che una volta abbia detto che quel prete, volente o nolente, ce lo dovevamo tenere».

Poi l’arcivescovo è cambiato, a Gerardo Pierro è subentrato Moretti e quelle segnalazioni si sono sommate alle altre che arrivavano dalla Valle dell’Irno, dove don Mimmo Siglioccolo era stato nominato commissario arcivescovile della confraternita del Ss Rosario in San Giovanni in Parco, a Mercato San Severino. Anche su quella gestione economica sono stati sollevati sospetti di anomalie, che aggiunti alle testimonianze sulla vita privata del sacerdote hanno indotto la Chiesa a intervenire. Finora negli ambienti della Diocesi si era riusciti a mantenere il riserbo, ma dopo gli ultimi incontri con l’arcivescovo e con monsignor Alfano alcuni fedeli hanno deciso di premere il piede sull’acceleratore e annunciano un esposto alla Guardia di Finanza, per sollecitare le indagini della magistratura. In ballo ci sono 600mila euro, denaro arrivato in gran parte dalle casse comunali per l’esproprio di un terreno dove sono stati realizzati una piazza e nuovi alloggi di edilizia pubblica. Per quei suoli l’ente versò 437mila euro, che secondo i parrocchiani sono spariti nel nulla. Così come non ci sarebbe più traccia dei 18mila euro all’anno che il Comune pagava per il fitto di alcune casette prefabbricate collocate a Rufoli dopo il terremoto del 1980 e fino a qualche tempo fa ancora occupate dai senzatetto. Intanto che arrivavano i versamenti, il tam tam sul tenore di vita del sacerdote si faceva più insistente. Tuttora si parla di un’auto di grossa cilindarata (un Suv) e di una barca acquistata da un commerciante di San Mango Piemonte. Voci arrivate anche in Curia e che presto potrebbero diventare oggetto di un’indagine penale. La vicenda è già all’attenzione della magistratura, a cui nei prossimi giorni potrebbe essere inoltrata anche una denuncia formale da parte della Curia o, in alternativa, un esposto dei residenti, che anche sotto il profilo giudiziario sono decisi ad andare fino in fondo.

18 agosto 2013
 
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view post Posted on 22/8/2013, 20:46
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Moretti: «Siglioccolo
non è più un prete»


L’arcivescovo conferma che per l’ex parroco, che ha avuto due figli, è stata disposta la riduzione allo stato laicale

di Gaetano de Stefano

La giustizia ecclesiastica è già intervenuta, mentre quella penale dovrà fare il suo corso e la Chiesa non si opporrà affatto ad alcuna iniziativa tesa a stabilire la verità. Nel giorno che apre ufficialmente i festeggiamenti di San Matteo l'arcivescovo Luigi Moretti non si sottrae nemmeno alle domande più scomode. E risponde senza titubanze anche sull'ultimo scandalo che ha colpito la Curia di Salerno, quello relativo all'ammanco di cassa denunciato dai fedeli di San Michele in Rufoli, che vede coinvolto l'ex parroco Mimmo Siglioccolo . «Ciò che era di nostra competenza - evidenzia l'arcivescovo - lo abbiamo già fatto, tant'è che non è più prete». l provvedimento della riduzione allo stato laicale non è stato preso per le irregolarità finanziarie ma per il venir meno di don Mimmo ai doveri del celibato, al punto da aver procreato due figli. Sui 600mila euro di cui si sarebbe impossessato sono invece ancora in corso le verifiche del suo successore, monsignor Michele Alfano, a cui i fedeli chiedono di presentare denuncia alla magistratura. «Spetterà alla parrocchia agire penalmente" conferma monsignor Moretti, aggiungendo: "Noi certamente non saremo contrari e non ci opporremo». Parole che suonano come un incoraggiamento ad agire, sebbene la Curia non entrerà "ufficialmente" nella vicenda, almeno da un punto di vista legale. Si potrà occupare, tuttavia, della moralizzazione di una parte del clero salernitano che, più che per i meriti religiosi, sta assurgendo agli onori della cronaca per scandali di natura economica.

«Sono cose che non dovrebbero accadere - rimarca amareggiato monsignor Moretti - ma che purtroppo succedono». Poche settimane fa ha incontrato il gruppo di parrocchiani, che gli ha segnalato gli ammanchi sul conto di Rufoli e gli ha chiesto accelerare sulla denuncia dei fatti all'autorità giudiziaria. Gli episodi si sarebbero consumati negli anni che vanno dal 2002 al 2010, periodo in cui nelle casse parrocchiali finirono anche i 437mila versati dal Comune di Salerno per l'esproprio di un terreno destinato alla costruzione di case di edilizia pubblica. Gli alloggi sono stati ormai ultimati e gli assegnatari dovrebbero prenderne possesso prima della festività di San Matteo, ma quei soldi, secondo la lettera denuncia arrivata in Curia, sarebbero passati dal conto corrente della chiesa a quello personale di Domenico Siglioccolo . Cosi come sarebbero spariti anche i 18mila euro all'anno che il Comune pagava per il fitto di alcune casette prefabbricate collocate a Rufoli dopo il terremoto del 1980 e fino a qualche tempo fa ancora occupate dai senzatetto. I primi sospetti che qualcosa non quadrasse i residenti li avevano avuti quando si erano diffuse le prime voci sul tenore di vita dell'ex parroco. Tuttora si parla di un'automobile di grossa cilindarata (un Suv) e di una barca acquistata da un commerciante di San Mango Piemonte. Poi c'è stata quella lotteria di beneficenza organizzata con la finalità di finanziare le attività missionarie in Brasile, un'iniziativa con cui sono stati raccolti 4.500 euro che in Sudamerica, però, non sono mai arrivati. È stato uno degli organizzatori della raccolta fondi ad apprendere del mancato invio del denaro e ad avvisare gli altri fedeli. Da qui sono partiti gli accertamenti sul conto corrente della parrocchia, e si è concluso che una parte del denaro che si prevedeva di trovare era invece sparito. Nel mirino non c'è soltanto Siglioccolo ma anche l'ex economo della Curia, don Enzo Rizzo, che gestiva i conti della Diocesi quando al vertice c'era monsignor Gerardo Pierro. Sarebbe stato don Rizzo (ora vice parroco a Sant'Agostino) ad autorizzare l'allora don Mimmo a un prelievo di 100mila euro in contanti dal conto della parrocchia. Così almeno denunciano i fedeli, che anche sul ruolo dell'ex economo chiedono di fare chiarezza.
22 agosto 2013
 
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view post Posted on 25/3/2014, 00:50
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http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/...160064040.shtml

GIUSTIZIA LUMACA
Angellara, processo a ex vescovo Pierro
verso la prescrizione: udienza fra un anno
In primo grado è stato condannato per truffa aggravata

Giustizia 33
ALTRI 6 ARGOMENTI
SALERNO - Tanto rumore per nulla. Tanto clamore mediatico, centinaia di atti di indagine, intercettazioni mai uscite fuori e una sentenza di condanna in primo grado per truffa aggravata che rischia di non cancellare mai quell'alone grigio di sospetto che per anni ha insidiato la curia di Salerno , il suo ex arcivescovo Gerardo Pierro e il suo fidato don Comincio Lanzara. Il processo sull'ex colonia San Giuseppe, diventata Angellara Home e gestita come un albergo, non vedrà neanche la fine del procedimento di secondo grado. Alla Corte d'Appello di Salerno non è stata celebrata neanche un'udienza. E l'ultima, quella di ieri mattina, sulla falsariga delle precedenti - fissate a luglio e a ottobre scorso - si è conclusa con il terzo rinvio. Lontano, molto lontano, se si considera che la prossima data è il 9 febbraio 2015. Un anno. Deve passare ancora un anno per ritornare ad accertare se quegli affari della diocesi retta da Pierro erano davvero strani. La prescrizione, però, è dietro l'angolo, ma questo particolare non influenza il collegio del Tribunale di secondo grado. Troppo occupato a celebrare cinque "maxi-processi importanti" durante l'anno in corso. Lo dice chiaramente il giudice relatore Giovanna Lerose, mentre legge l'ordinanza di rinvio concordata con il presidente Franco Pasquariello.
LA SVOLTA - Quindi, non c'è tempo per le vicende giudiziarie di Pierro e don Comincio (che hanno sempre gridato la loro innocenza). Non c'è tempo per sapere se l'assoluzione in primo grado dei tecnici del Comune di Salerno sia stata giusta o meno. Non c'è tempo per svelare in aula i misteri della chiesa salernitana. Ci sono altre priorità per i giudici salernitani. E sapere se con quei due milioni e mezzo di soldi pubblici sia stata realizzata una struttura per giovani e persone meno abbienti o un albergo per fare business, per la giustizia salernitana non è un'urgenza. In aula i volti degli avvocati difensori manifestavano meraviglia, mentre fuori si calcolavano i tempi della prescrizione. A cui ovviamente si può rinunciare, ma solo tra un anno. La storia della curia di Salerno e di monsignor Gerardo Pierro è cominciata il 15 luglio 2008, quando il pm Roberto Penna e il nucleo di polizia tributaria sequestrano l'ex colonia per bambini di via Allende. Prima, la procura aveva raccolto documenti e testimonianze sul caso e, dopo, la Regione Campania aveva chiesto la revoca del finanziamento erogato e la restituzione dei due milioni e mezzo di euro. Adesso che il procedimento penale rischia di essere inghiottito nella spirale della prescrizione, il processo amministrativo - sulla revoca del finanziamento - è arenato al Consiglio di Stato. Palazzo Spada forse attendeva il resoconto della giustizia penale che, però, non arriva. E Gerardo Pierro resta nella sua villetta del seminario di Pontecagnano con vista sulla statua a mezzo busto che lo raffigura.

04 marzo 2014
 
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http://www.angelacappetta.it/index.php/le-...-quasi-sospeso/

Le croci della Curia salernitana: un vescovo condannato, un prelato arrestato e un parroco quasi sospeso
in NEWS, PROCESSI 9 febbraio 2015 139 Views

Nel nome del Signore e del dio denaro. Le croci della Chiesa salernitana ultimamente sembrano avere ben poco di sacro e troppo di profano.
Lontana dall’inchiesta archiviata sul miliardo di Serino utilizzato per costruire il Seminario metropolitano di Pontecagnano Faiano, la Curia di Salerno si porta dentro tre ferite: un vescovo emerito condannato in primo grado per truffa aggravata, un alto prelato arrestato due volte per corruzione e riciclaggio e un parroco accusato di violenza sessuale aggravata.
Gerardo Pierro, che dopo il suo lungo episcopato adesso si gode il suo appartamento all’interno del Seminario con affaccio sulla statua che lo raffigura, forse un riscatto morale potrà averlo. Condannato in primo grado per aver autorizzato la ristrutturazione della vecchia colonia San Giuseppe con un finanziamento regionale di 2 milioni e mezzo, poi trasformata in albergo, l’ex arcivescovo, in appello potrebbe essere assolto da ogni accusa. Con lui, anche il fido don Comincio Lanzara e l’ex presidente del consiglio regionale della Campania, Giovanni Sullutrone.
Il procuratore generale di Salerno, Renato Martuscelli, ne ha chiesto l’assoluzione, non tenendo assolutamente fede alla mezza vittoria che il pm Roberto Penna aveva ottenuto in primo grado. Certo, se si considera che la prima udienza di secondo grado si è tenuta dopo tre anni dalla sentenza di condanna e alla vigilia di una imminente prescrizione, verrebbe da pensare che la giustizia terrena abbia ponderato bene il caso.
Ma, per un arcivescovo in odore di assoluzione, resta un monsignore che è stato in grado di scalare le vette più alte della carriera ecclesiastica salvo poi sprofondare in una storia di denaro evaso attraverso lo Ior e di amicizie particolari e anche pericolose.
Don Nunzio Scarano, il “monsignor 500” del jet set romano e degli uffici dell’Apsa, ha appena cominciato a portare la sua croce. E con lui, non solo la Curia salernitana, ma anche lo stesso Vaticano. Scarano, tenuto a domiciliari molto elastici da più di anno, è costretto a dividersi tra Roma e Salerno. Non più per portare in giro la sua opera pastorale, ma per professare la sua dichiarata innocenza ai giudici che lo dipingono come un uomo legato e ammaliato dal potere e dal denaro, da opere d’arte e da traffici strani.
In Tribunale a Salerno ha deciso di non mettere più piede perché si sarebbe sentito deriso e ingiuriato, di fronte ai giudici di Roma, invece, comparirà. Pizzicato da alcune intercettazioni ambientali in atteggiamenti e rapporti ambigui, sulla vita privata di Scarano tutti ne conoscono i particolari ma nessuno li rivela.
Chi è obbligato invece a fare i conti con la giustizia per via dei suoi comportamenti è un altro sacerdote salernitano, che di carriera – come Pierro e don Nunzio – non ne ha mai fatta. Si è accontentato di reggere la parrocchia del Sacro Cuore per anni. E lo ha fatto fino a quando un extracomunitario, che per un periodo è stato ai suoi servizi, lo ha denunciato per violenza sessuale.
Il prete si chiama don Antonio Danese e su di lui pende, per questo motivo, un procedimento di sospensione a divinis. A peggiorare la situazione si è messa anche una relazione del pm Roberto Penna in cui viene descritto lo stile di vita condotto da sacerdote in compagnia della presunta vittima.
Anni fa, molti anni fa, ci fu un altro sacerdote che fu condannato in via definitiva per molestie sessuali nei confronti di alcune studentesse. La Diocesi di Pierro non fece mai trapelare la notizia e oggi questo sacerdote riveste un ruolo ufficiale anche nella curia di Luigi Moretti.
Nel nome del Signore e del dio denaro. E in virtù di quel senso di impunità che troppo spesso si accompagna al potere.

http://www.positanonews.it/newsOnline/pdf/...oci-interessati

09/02/2015
Salerno. Lavori edili effettuati per strutture religiose e pagamenti ancora da erogare nonostante le fatture regolarmente
emesse e fatte pervenire: richiesta di saldo delle somme dovute presentata alla Curia di Salerno da parte di una
impresa con sede a Fisciano che lamenta il mancato rispetto degli impegni assunti da chi ha rappresentato anche
l’arcidiocesi di Salerno-Acerno-Campagna. Con la spada di Damocle che della vicenda venga informata la
Commissione Episcopale Italiana la quale in alcuni casi ha inteso finanziare i lavori e prevedere di pagare parte dei
finanziamenti stabiliti. Due gli interventi realizzati, oltre ad un terzo a Salvitelle, per cui l’azienda richiede che vengano
completati o effettuati i pagamenti: presso la chiesa dello Spirito Santo alla frazione San Martino a Montecorvino
Rovella, riaperta al culto dopo 34 anni lo scorso mese di settembre alla presenza dell’arcivescovo Luigi Moretti pure
grazie alla generosità dei residenti sollecitati dal parroco don Marco Ventura che hanno offerto fondi aggiuntisi al
contributo della Conferenza episcopale italiana; per la realizzazione della chiesa di San Francesco d’Assisi a
Campigliano, guidata da don Flavio Manzo, dove l’opera completa secondo il progetto viene a costare un milione
863.605,72 euro con la Cei che contribuisce per 1.418.137,50 euro (il 75%) e l’arcidiocesi di Salerno-AcernoCampagna
con 180mila euro mentre il 14%, pari a 265.468,22 euro, risulta a carico della parrocchia. Tutte e tre
strutture religiose interessate dai lavori, effettuati dalla ditta che ora chiede i pagamenti, avviati dopo un iter
burocratico che ha interessato i singoli Comuni, la Curia di Salerno, progettisti e l’Ufficio nuova Edilizia di culto di
Roma. Con don Antonio Pisani, parroco a Fisciano oggetto di polemiche nelle scorse settimane per aver partecipato
ad una manifestazione politica in cui veniva illustrata la probabile partecipazione del sindaco alle prossime elezioni
regionali,al corrente delle vicende in qualità di delegato della Curia per gli edifici di culto. L’arcivescovo Luigi Moretti,
come suo costume, di fronte alla richiesta di pagamenti ha chiesto immediatamente di accertare i fatti. Ed ha riunito i
parroci delle strutture religiose interessate dagli interventi, facendosi spiegare ogni particolare. Chiamato in causa
anche l’economo della Curia per valutare l’eventualità di avviare l’iter per il pagamento all’impresa di quanto spettante
se effettivamente dovuto. Già da questa settimana dovrebbe esserci un incontro tra l’amministratore dell’impresa edile
ed il rappresentante della Curia delegato dall’arcivescovo Luigi Moretti per trovare una intesa in grado di evitare il
ricorso all’autorità giudiziaria competente considerata la richiesta di pagamento notificata alla Curia di via Roberto il
Guiscardo. E anche per favorire il completamento di altri interventi in corso presso le chiese considerato che la
mancanza di liquidità di fatto frena l’avanzamento dei lavori. (Alfredo Boccia – Metropolis)
 
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http://www.diocesisalerno.it/il-vescovo-mo...one-del-gregge/


Il Vescovo riconosce ad experimentum l’Associazione del “Gregge”

Mons. Luigi Moretti, con Decreto arcivescovile del 31 maggio scorso, ha deciso il riconoscimento canonico all’associazione “Opera del Gregge del Bambino Gesù”. Come è prassi nella Chiesa, il riconoscimento è ad experimentum per un triennio.
Il Decreto rappresenta l’atto conclusivo dell’itinerario di proficuo dialogo con i sacerdoti e i laici del Gregge che l’Arcivescovo ha avviato sin dallo scorso anno.
Nella sua opera di discernimento Mons. Moretti si è avvalso anche delle valutazioni delle Congregazioni della Santa Sede e dell’opera di Canonisti esperti di Aggregazioni ecclesiali.
L’esito dell’articolato percorso ha realizzato un miglioramento di alcuni aspetti dell’Associazione e un suo più profondo inserimento nella vita della Chiesa diocesana.
Il cammino compiuto rappresenta per l’intera Chiesa diocesana il superamento di pregresse difficoltà e un evidente progresso della comunione ecclesiale.


http://www.diocesisalerno.it/wp-content/up...ione-Gregge.pdf
 
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