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Scandali a ripetizione alla Curia di Salerno., Processi e indagini sui maneggi dei preti

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GalileoGalilei
view post Posted on 22/3/2011, 12:49 by: GalileoGalilei
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Angellara Home, processo all’ex vescovo Don Matteo Notari testimonia in aula
L'ex presidente dell'istituto per il sostentamento del clero
«Feci bene a non dare i soldi a Pierro per la struttura»
L' Angellara Home sotto sequestro dal 15 luglio 2008

L' Angellara Home sotto sequestro dal 15 luglio 2008

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Il vescovo: riapritela. Il pm: no

SALERNO — «Non sono monsignore, non mi attribuite titoli che non possiedo. Io sono un semplice sacerdote. Se proprio volete, chiamatemi "don" altrimenti va bene anche signore» . Al banco dei testimoni, nel processo sull’ex arcivescovo di Salerno, Gerardo Pierro e sui presunti affari illeciti legati all’Angellara Home, ieri mattina, è salito don Matteo Notari: l’ex presidente dell’Istituto interdiocesano per il sostentamento del clero. Lo stesso sacerdote che, durante il periodo più buio della curia salernitana, quando i presunti scandali affaristici e la spaccatura interna al clero riempivano le pagine dei quotidiani, fu accusato di essere nemico acerrimo di Pierro. Perché aveva portato a Roma un dossier scabroso per la diocesi salernitana e perché, poi, quello stesso dossier finì anche in Procura. Don Matteo torna a Salerno, dopo due anni di silenzio, ed entra nella stessa aula giudiziaria dove testimoniò in un altro processo che fece tremare il clero salernitano: quello carico del suo predecessore, don Generoso Santoro, condannato per truffa aggravata e morto prima della possibilità di ricorrere in appello.

«LA SPIAGGIA DEI PRETI» - Quando l’avvocato di fiducia di Pierro, Paolo Carbone, lo confonde con don Santoro, cercando di riportare alla luce quella storia di mutui concessi per quasi un miliardo di lire e mai restituiti, è il sacerdote a ricordargli che lui, con quella storia, non c’entra niente. Don Matteo invece resta coinvolto in un’altra vicenda: quella relativa ai 500mila euro che l’ex vescovo gli aveva chiesto, quando ancora presiedeva l’Istituto di via Bastioni, per realizzare lo stabilimento balneare e la «spiaggia dei preti» della struttura ricettiva ancora sotto sequestro. «Ho tentato due volte di prendere in fitto la spiaggia - dice don Matteo - e, in entrambe le occasioni, ho portato un assegno di 100 mila euro al vescovo Pierro, come anticipo, ma non ci siamo mai accordati. Perché Sua Eccellenza voleva fare un contratto di comodato d’uso gratuito e io non ne vedevo la convenienza. Incrementare il patrimonio di un ente ecclesiastico non è speculazione, ma è dovere dell’ente stesso. Quando ho saputo che, poi, a gestire l’intera struttura, compresa la spiaggia, sarebbe stata un’associazione formata da laici sono stato contento di non aver buttato i soldi per favorire i privati. Non capivo perché l’Istituto dovesse investire il denaro e l’associazione privata non era tenuta a sostenere alcuna spesa».

PRESSIONE DAI SACERDOTI - Don Matteo ricorda anche le pressioni ricevute dai sacerdoti salernitani che lo invitavano a dimettersi, dal momento che il suo rapporto con Pierro era ormai compromesso. «Pierro non mi ha mai minacciato -aggiunge il sacerdote - ma le pressioni dei confratelli sono continuate prima, durante e dopo la scadenza del mio mandato all’Istituto» . Da maggio 2008 don Matteo è tornato a fare il parroco nella chiesa di San Pietro a Resicco, a Montoro Superiore: una parrocchia, il cui nome non compare neppure nell’elenco pubblicato sul sito della diocesi.

Angela Cappetta
22 marzo 2011


http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/...278623638.shtml
 
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