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Scandali a ripetizione alla Curia di Salerno., Processi e indagini sui maneggi dei preti

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GalileoGalilei
view post Posted on 17/1/2011, 11:44 by: GalileoGalilei
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Inchiesta sull’ex Colonia San Giuseppe
"L'Angellara Home era un hotel"

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Il nuovo vescovo di Salerno Luigi Moretti chiede al tribunale di dissequestrare l’ex Colonia San Giuseppe. Il pm punta a dimostrare che la struttura era diventata un albergo vero e proprio e come tale non sarebbe potuta sorgere in quella zona perché non prevista dal piano urbanistico

di Luigi Colombo

E’ entrato nel vivo il processo a carico del vescovo emerito di Salerno Gerardo Pierro del suo "cerimoniere" don Comincio Lanzara e di altri nove imputati, a giudizio nell’ambito dell’inchiesta sull’e x Colonia San Giuseppe. Ieri, nell’aula della prima sezione penale del tribunale di Salerno, sono stati ascoltati i primi testimoni citati dal pm Roberto Penna. La maggior parte dei testi in ieri in aula erano stati avventori della struttura, sia del lido che delle sale interne e del servizio d’alloggio. Testimonianze importanti per il pm Penna che confermano l’assunto di base della Procura. Ovvero che l’Angellara Home era diventato un vero e proprio albergo e come tale non sarebbe mai potuto sorgere in quella zona, via Allende, perché non previsto dal vigente piano urbanistico comunale. Perché, di fatto, con quegli interventi di ristrutturazione, l’ex Colonia San Giuseppe è stata trasformata da struttura assistenziale-caritatevole in una struttura ricettivo-turistica.

E, indubbiamente, i testimoni hanno citato i "costi" della struttura: alcuni di questi (una singola 55 euro a notte con prima colazione, una doppia a 85 euro) sembrano quantomeno equiparati a quelli di mercato. Il pm ha anche consegnato ai giudici del tribunale (presidente Maria Teresa Belmonte) circa venti voluminose informative redatte dal tenente colonnello Francesco Mazzotta, anche lui presente ieri in aula, all’epoca comandante della polizia tributaria della Guardia di Finanza di Salerno che eseguì le indagini.

I reati contestati a vario titolo agli indagati, vanno dalla truffa aggravata alla tentata truffa, dal falso in atto privato all’� abuso d’ufficio, fino all’abuso edilizio: quest’ultimo è l’unico reato contestato ai tecnici, mentre per quanto riguarda don Comincio Lanzara, l’ipotesi è anche di peculato e appropriazione indebita. E la testimonianza del maresciallo Fabozzi del nucleo di polizia tributaria della finanza è stata incentrata proprio su quest’ultimo punto. Secondo il pm, don Comincio si sarebbe impossessato di un totale di 310mila euro, suddivisi in 33 assegni. Si tratta per gli inquirenti di denaro proveniente dalla vendita del complesso di San Michele. Il beneficiario di questi assegni era Paolo Conforti, «collaboratore» e «persona di fiducia» di don Comincio. E Conforti - così come ha giá dichiarato in sede di indagine (la sua testimonianza in aula è prevista il 2 marzo) - si occupava di incassare gli assegni e riconsegnare le somme in contanti al cerimoniere di Pierro.


Ad affrontare il processo vi sono anche l’economo della Curia, Vincenzo Rizzo; il progettista e il direttore dei lavori finanziati nel 2002 per 2,5 milioni di euro, Nicola e Giovanni Sullutrone (quest’ultimo è anche presidente della Onlus che dal 2006 gestiva l’� albergo);i funzionari comunali Matteo Basile e Nicola Gentile, responsabile e dirigente dell’Ufficio permessi a costruire; Giuliana e Roberto Rago, progettisti e addetti a seguire l’iter di finanziamento regionale;l’architetto Pompeo Paolo Mazzucca che nel 2006, in qualitá di progettista, si occupò del secondo intervento sottoposto a finanziamento e Charles Richard Capraro, funzionari dello sportello unico del Comune, ma solo per il progetto dello stabilimento balneare. La difesa della Curia si basa sulla legittimitá degli atti per la ristrutturazione, ritenendo gli stessi rispondenti alle norme del piano urbanistico. Tra gli avvocati del collegio difensivo vi sono PaoloCarbone, Lorenzo Lentini, Giuseppe Saccone, Lucio Basco, Felice Lentini, Francesco Saverio Dambrosio. Le prossime udienze si terranno il 3, il 14 e il 21 marzo.

(11 gennaio 2011)

http://lacittadisalerno.gelocal.it/dettagl...rticolo/3147337

«Troppe anomalie nella fissazione delle udienze al Tribunale Ecclesiastico»

15 gennaio 2011 — pagina 13 sezione: Nazionale
• E’ toccato a don Carmine Greco, giudice presso il tribunale ecclesiatico, sfilare ieri come testimone dinnanzi al giudice di pace di Salerno nel procedimento contro il cancelliere dello stesso tribunale Lorenzo Grimaldi. Anche se il processo in corso riguarda solo l’accusa di diffamazione, le testimonianze raccolte in questi mesi hanno lanciato forti dubbi sul funzionamento di quello che è il primo grado del giudizio canonico.
• Secondo l’accusa, Grimaldi avrebbe diffamato l’avvocato Francesco Casale, costituito parte civile attraverso il suo legale di fiducia Orazio Tedesco. I fatti contestati a Grimaldi fanno riferimento ad una querela sporta da Casale nel marzo del 2007. La presunta parte lesa illustrava una serie di episodi che, a suo avviso, avrebbero comprovato il clima di ostilitá nei suoi confronti che si respirava all’interno degli uffici di via Roberto il Guiscardo, sede della Curia e dello stesso Tribunale. Ostilitá che per il pm sarebbe dimostrata anche dalle testimonianze rese da alcuni legali e sacerdoti.
• Ieri mattina il GdP ha acquisito agli atti la testimonianza che il giudice del tribunale del tribunale ecclesiastico aveva giá reso in fase di indagine al magistrato. Testimonianza nella quale don Carmine Greco confermava di conoscere l’attuale imputato anche se «per una mera conoscenza dovuta al lavoro». E ricordava anche alcuni suoi atteggiamenti quantomeno anomali. «Nel gennaio 2007 - racconta al pm - nella mia qualitá di giudice dovevo fissare delle date per ascoltare dei testimoni in una causa. L’avvocato Casale mi chiese la cortesia di fissare le udienze nel pomeriggio. Io potendolo tranquillamente fare decisi di accogliere la richiesta dell’avvocato». Ma Grimaldi era contrario, perché,racconta Greco, «a tale richiesta divenne totalmente rosso in volto e mi disse che all’avvocato Casale non bisognava assolutamente accogliere alcuna richiesta». In più, secondo la testimonianza del giudice, successivamente il cancelliere fissò delle udienze non quando da lui richiesto, ma addirittura «non dando volutamente il tempo utile ai testi per intervenire». Dice, infine, di aver notato che Grimaldi, ogni qualvolta si parla di Casale, «diventa tutto rosso in volto e si arrabbia moltissimo».
• Il processo è stato poi rinviato ad aprile, quando dovrebbe testimoniare lo stesso cancelliere.
• Intanto nella passata udienza anche l’avvocato Matilde Delfino e l’ex cancelliere della Curia don Daniele Peron, avevano dichiarato che Grimaldi aveva dell’ingiustificato astio nei confronti di uno degli avvocati iscritti all’albo del tribunale della Curia e che desse indicazioni su quale assistente scegliere per avere un procedimento più veloce, mettendo in luce una gestione non proprio trasparente. (l.c.)


http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...501_A4.txt.html
 
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