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Scandali a ripetizione alla Curia di Salerno., Processi e indagini sui maneggi dei preti

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GalileoGalilei
view post Posted on 6/9/2008, 13:00 by: GalileoGalilei
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Corriere del Mezzogiorno pag. 9
"Don Notari querela Pierro: «Ha offeso la mia dignità»"
Data: 06/09/08


Cronaca Locale


Corriere del Mezzogiorno - NAPOLI -
sezione: SALERNO - data: 2008-09-06 num: - pag: 9
categoria: REDAZIONALE
Curia nella bufera L'esposto dell'ex presidente dell'Istituto diocesano
Don Notari querela Pierro: «Ha offeso la mia dignità»
Il sacerdote chiede anche il risarcimento danni

Oltre che alla giustizia ordinaria, il presule ha inviato una denuncia contro il vescovo alla Congregazione del clero
SALERNO — Il 29 giugno scorso l'arcivescovo di Salerno scrisse al «popolo di Dio» per fare chiarezza sulle accuse mossegli nel dossier inviato in procura, da cui poi sono scaturite due inchieste ed avvisi di garanzia per monsignor Gerardo Pierro, don Comincio Lanzara e don Enzo Rizzo nell'ambito «dell'Angellara-gate». Nel mirino del presule caddero i preti «disobbedienti» e don Matteo Notari, ex presidente dell'Istituto interdiocesano per il sostentamento del clero. «Se l'arcivescovo però — scriveva Pierro — avesse confermato il presidente dell'Istituto nell'incarico i 500mila euro (richiesti per la spiaggia dell'Angellara Home, l'albergo sequestrato il 15 luglio scorso, ndr) sarebbero stati disponibili».
Dura la replica a caldo del sacerdote: «Lo querelo». E così è stato il 22 luglio scorso, quando don Matteo Notari ha inviato al prefetto della Congregazione del clero, il cardinale Claudio Hummes, querela per falso, calunnia e diffamazione nei confronti di Pierro, responsabile, secondo il sacerdote di averlo accusato di «tentata corruzione e simonia». Il 5 agosto poi, quando la stessa lettera viene pubblicata anche sul Bollettino diocesano, parte l'integrazione alla querela, con tanto di richiesta di risarcimento danni e ritrattazione pubblica. «Nego assolutamente di aver tentato di corrompere il mio arcivescovo per ottenere la riconferma dell'incarico e — continua Notari — quanto affermato dall'arcivescovo è in evidente contrasto con la sua lettera a me indirizzata il 20 gennaio 2008 ove mi propone di rimanere come consigliere del cda (ciò che non è avvenuto) ». Nella querela don Matteo ripercorre tutta la storia della richiesta dei 500mila euro, quando Pierro gli manifestò l'intenzione di «impegnare l'Istituto nella realizzazione della spiaggia per i preti» che sarebbe stata concessa in comodato d'uso. «L'arcivescovo non firma perché voleva dare la spiaggia in comodato d'uso e non in fitto — spiega il sacerdote — ma con esborso dei 500mila euro da parte dell'istituto per i lavori a farsi, appaltati già ad una ditta presumibilmente scelta però da don Comincio Lanzara». Si avvia così alle conclusioni: «Come posso io addivenire ad una pacifica riconciliazione amministrativa con il mio vescovo — insiste don Notari — dal momento che non perde occasione di distribuire in ogni chiesa la sua lettera? Io sono in comunione ecclesiale con il mio vescovo ma non in materia amministrativa. Pertanto non vedo segni della grazia per tale riconciliazione, fin quando non mi vengono riconosciuti i miei diritti alla stima e alla buona fama, compromesse dagli atti del vescovo».
Angela Cappetta In lotta A lato don Matteo Notari, sopra il vescovo di Salerno monsignor Gerardo Pierro


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Citta' di Salerno, La
"Pierro sferza i dissidenti: chiedete perdono"
Data: 19/09/2008
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Interni / Politica


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IL GIORNALE DI OGGI, VENERDÌ 19 SETTEMBRE 2008 › CRONACA



Pagina 9 - Cronaca Stampa questo articolo



Pierro sferza i dissidenti: chiedete perdono
«Animi perversi fanno male alla Chiesa salernitana»
bufera in curia

Ieri messa in carcere «In nome di Cristo scuserò i torti ricevuti»
Su Agire richiamo all’obbedienza verso il vescovo
DI CLEMY DE MAIO




• «Quando la bufera cesserá, ci convinceremo che è giunta l’ora della penitenza e della richiesta di perdono per il male fatto e per lo scandalo procurato».L’arcivescovo (nella foto con don Comincio Lanzara) torna parlare con un editoriale su Agire, e per la seconda settimana di seguito punta il dito contro i detrattori.
• Si rivolge a «presbiteri, religiosi e religiose», richiama il suo clero all’obbedienza e parla di zizzania, di peccati di orgoglio, di insinuazioni, che stanno logorando dall’interno la Chiesa salernitana. Sette giorni fa aveva citato l’esperienza di San Gregorio VII, adesso, in concomitanza dei festeggiamenti patronali, richiama il messaggio di San Matteo e ne invoca la protezione. «E’ San Matteo che consegna a noi salernitani il Vangelo perché ne accogliamo gli insegnamenti- ricorda - Ciò vale innanzitutto per le anime consacrate, prima che per tutti i fedeli». Eppure, sottolinea, «Stando ad esperienze recenti è doveroso constatare che il Vangelo talvolta non ispira il cammino, per vocazione e scelta di vita, ne dovrebbe fare la norma costante del proprio operare». Quindi la sferzata, l’ennesima da quando la Curia è stata travolta dalle denunce e messa sotto i riflettori dalle inchieste del Vaticano e della magistratura.«La Chiesa non si edifica con la critica preconcetta - tuona Pierro - con la saccenteria di chi si ritiene superiore agli altri, con lo stravolgimento dei ruoli, con il rifiuto dell’obbedienza e del rispetto filiale al vescovo promessi nel giorno dell’ordinazione presbiteriale».
• Chi è venuto meno ai doveri sará chiamato a «penitenza e perdono».Quasi un avvertimento, che l’arcivescovo affida alla comunitá ecclesiale assegnando ai comuni fedeli il diritto di pretendere quella richiesta di perdono. Fedeli con i quali il prelato cerca di riallacciare un rapporto lasciato languire per anni, dando più spesso l’immagine di una Curia distante dalla cittá che quella di una reale compartecipazione. Adesso fa appello alla comunitá dei fedeli, sollecita l’afflato popolare della devozione per il Patrono e, pochi giorni fa, è intervenuto pubblicamente per commentare l’emergenza dell’ordigno bellico ritrovato in via Rafastia.
• Ieri il calendario degli appuntamenti per il patrono lo ha portato nella cappella del carcere di Fuorni, per la consueta messa ai detenuti.E’ tornato sul tema del perdono e ha detto «anch’io devo perdonare. Umanamente il perdono può essere quasi impossibile, ma come cristiano e come ministro di Dio anche io perdono i torti ricevuti. Ricordando Gesù, che perdonò dalla croce». In una cappella gremita, davanti ai dirigente dell’istituto e al cappellano padre Sommella, una detenuta ha intonato l’Ave Maria e un detenuto ha recitato una poesia in dialetto sulla fede. «So bene - ha detto Pierro - che molti di voi hanno cambiato rotta».







Edited by GalileoGalilei - 19/9/2008, 13:56
 
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