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Bologna. Condannato in appello don Andrea Agostini a 4 anni e 2 mesi. Spretato, Abusi nell'asilo di Gallo Ferrarese. Accuse al vescovo Vecchi

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view post Posted on 6/5/2010, 10:21
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Vecchi



www.ilpuntontc.it/index.php/attuali...ra-figliaq.html

Così ha abusato di nostra figlia"
Mercoledì 05 Maggio 2010 09:35 Carmine Castoro
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asilo1.jpgSolo negli ultimi giorni hanno “lasciato” le funzioni di ministro di Dio i vescovi di Limerick, di Cloyne, e un terzo presule irlandese, James Moriarty, il vescovo di Bruges in Belgio, il vescovo di Augusta in Germania, e nuovi casi spuntano come funghi avvelenati anche in Italia via via che le vittime di abusi sessuali da parte di rappresentanti delle gerarchie ecclesiastiche trovano il coraggio di denunciare i loro carnefici tonacati.



Una lunga lista di proscrizione. Storie torbide, buie, che a fatica escono da una riottosa clandestinità dove sono state seppellite per anni da una prassi interna al Vaticano e ai suoi apparati più elevati che impone di non divulgare la notizia di molestie e atti sessuali commessi da sacerdoti su inermi minorenni, di aspettare, di avere prove certe e insindacabili, di non stabilire subito rapporti di “buon vicinato” e di collaborazione con gli uffici giudiziari competenti dello Stato laico, di stornare l’attenzione dell’opinione pubblica, di pregare, questo sì, per il prete “intrappolato” dalla sua incoercibile carnalità e per le sue vittime, ma di uscire allo scoperto e di avere pietà e rispetto per queste ultime, no. Finché si può. Finché il segreto regge e i documenti pontifici che negli ultimi decenni, a partire dalla Crimen Sollicitationis del ‘62, hanno imposto prudenza, omertà e una pianificata omissione di fatti e responsabilità, riescono ad alzare un argine. Poi l’argine si rompe. E al dossier della commissione Murphy in Irlanda e ad una trasmissione d’inchiesta nello stesso Paese dal titolo Cardinal Secrets, fanno seguito in Italia il libro-choc Il Peccato nascosto (Nutrimenti), poi le dichiarazioni vibranti dello stesso Papa di condanna dei preti pedofili e le indagini e le sentenze della magistratura. Una ragnatela di vere e proprie sequenze criminali commesse all’ombra delle canoniche che passano dai palpeggiamenti, alle violenze esplicite e ripetute, alle punizioni corporali, all’uso di materiale pornografico, a reati gravissimi di tipo seriale che sanno di innocenza violata, di tenerezza sporcata, di fiori recisi.

L’avvocato Claudia Colombo sta difendendo una decina di bambine di Ferrara vittime di abusi in un asilo religioso da parte del parroco direttore. Il prelato è stato condannato in primo grado il 9 aprile del 2008 a sei anni e dieci mesi di reclusione per atti sessuali su minori di anni 10 e per violenza sessuale su due insegnanti dello stesso istituto, e al pagamento di una provvisionale di decine di migliaia di euro che non liquida perché nullatenente. E la Curia tace. In esclusiva per Il Punto, i genitori di una di queste bambine hanno accettato di raccontare la loro tristissima esperienza fatta di verità strazianti e di civica nobiltà. (Con P le risposte del papà, con M quelle della mamma).


Innanzitutto, qual è il senso del vostro essere qui oggi?
P: «E’ un modo di far capire che quando succedono questi fatti bisogna agire subito e fare delle denunce. Poi vorremmo anche far capire come ci si sente quando si affida la propria figlia a una persona di fiducia - nel caso di un prete è come se la si affidasse direttamente a Dio -, e poi traditi senza nemmeno una dichiarazione di scusa o un “mi dispiace”. Certo, bisogna aspettare i tre gradi di giudizio, ma non c’è stato nessun atto di volontà, di pudore, di carità cristiana».
C’è nei vostri ricordi un momento preciso, un primo giorno in cui il dramma ha preso avvio?
M: «Ricevetti una prima telefonata da una insegnante di mia figlia un pomeriggio verso le 4; inaspettata, lei era una ragazza con la quale avevamo come tutti i genitori un buon rapporto. Disse: “E’ successo qualcosa? Vi hanno chiamato i carabinieri?”. Non capivamo. Il giorno dopo arrivarono i carabinieri a casa con un documento di convocazione e ci siamo dovuti presentare in caserma, del tutto ignari di essere parte lesa. A quel punto è successo l’inferno, ci è caduto tutto addosso, certe cose sei abituato a vederle in tv, ma quando capitano a te ti distruggono la vita, sbatti la testa, non capisci cosa è successo, sei nel più completo buio. Noi pensavamo, tra l’altro, di essere stati chiamati per testimoniare su una scena che riguardava un bacio plateale dato dal prete a una bambina in particolare all’interno dell’asilo, vista da me e da un’altra mamma, ma non pensavamo che ci fosse altro fango sotto».
P: «Si trattava di cose che si ripetevano da due anni, e la questione è saltata fuori dopo due anni. E’ questo che ci ha lasciati del tutto basiti, il fatto che chi ha visto ha lasciato correre, sottovalutando. A quel punto io e mia moglie abbiamo dovuto scavare, ricostruire dichiarazioni e frasi che i bimbi di solito dicono con fantasia, o magari per la svogliatezza di non andare a scuola. Due anni di pensieri, parole per capire. E combaciava tutto».
Avete mai avuto sentori, nella normale vita familiare, di qualcosa che stava cambiando nei comportamenti di vostra figlia come conseguenza delle molestie?
M: «Solo episodi che i genitori di norma inquadrano come fisiologiche fasi di crescita. Con qualche accentuazione, però. A volte quando andavo a fumare fuori casa, oltre una porta finestra, urlava spaventatissima per la paura di restare sola dietro il vetro. All’asilo mostrava a volte intolleranza ad andare con una babysitter che impiegava tantissimo tempo a lasciarla sola, non ci voleva stare, e io mi precipitavo appena finivo di lavorare per prenderla subito perché rimaneva buona poche ore. Ma pensi che siano capricci, magari ti senti in colpa perché sei impegnata per tantissime ore al giorno, e una figlia vuole stare coi genitori, ma non pensi mai che si tratti di un sentimento profondo di disagio. Finito quel periodo ricordiamo che disse: “Non voglio più andare a quell’asilaccio”».
E qualche segnale di allarme più di tipo fisico, emotivo?
M: «Un’affermazione, col senno di poi, l’abbiamo incanalata nel giusto senso. Da un certo momento in poi nell’andare in bagno chiudeva la porta, anche se non c’era la chiave, dicendo “ho bisogno della mia privacy, all’asilo il prete è sempre lì che viene da noi bimbe grandi ad asciugarci, ma noi non ne abbiamo bisogno, lui deve accudire le bimbe piccole, noi siamo autosufficienti”».
P: «Personalmente ho inteso queste frasi nel senso della responsabilità, della vigilanza pura e semplice che il prete attuava per evitare che i bimbi si facessero male, che facessero i monelli. Solo dopo abbiamo capito la diversità di queste parole, mentre all’inizio sembrava che lei volesse dire: “Io non ho bisogno di assistenza, sono una bimba sveglia”».
Avete sensi di colpa per non aver intuito il peggio?
M: «No sensi di colpa, tanta rabbia, perché non ci si può fidare nemmeno della propria ombra».
P: «Inizialmente abbiamo provato uno stupore grande, superi diverse fasi emotive poi razionalmente metti insieme i fatti e cerchi di capire, perché si tratta di una persona malata, in altro modo non la si può definire. Ma la cosa più fastidiosa è stato constatare che le cose andavano avanti da due anni, e invece bisognava affrontare e stroncare tutto sul nascere. La cosa rilevante è l’arco temporale: dai fatti alla denuncia gli episodi criminosi sono andati avanti e si sono ripetuti».
Come avete gestito il rapporto con lei dopo la scoperta della verità?
M: «Uscita dall’asilo non ne ha più parlato, né ha dato segni di intolleranza, ha continuato a fare quello che una bimba della sua età fa. In quarta elementare non voleva più andare a scuola, all’improvviso, pur avendo dimostrato ottimo spirito di adattamento facendo due anni in una scuola e tre in un’altra. Diciamo che dopo lo scoppio della vicenda abbiamo fatto da noi e, nonostante la tristezza di questo periodo particolare, non si è accorta di niente. Una psicologa ci ha fatto capire che blocchi di questo tipo non sono infrequenti, temevamo fosse la ritorsione di qualche elemento legato alle molestie, ma sembra sia solo una paura irrazionale, un episodio occasionale legato alla crescita. La psicologa mi ha fatto domande sulla gravidanza, il concepimento, perché sembra che qualsiasi dramma dall’embrione possa creare queste angosce. Per ora siamo rimasti così, sospesi. Quando è andata in quinta, passavo ogni mattina a osservarla».
P: «E’ ancora ingenua, aspetterò due tre anni per parlare, ma quando è matura le spiegherò i fatti».
La vicenda di vostra figlia ha inciso anche su di voi?
M: «Ci siamo richiusi come in un guscio. Perdi la voglia di vivere, di fare qualsiasi cosa, vai a lavorare un po’ in trance, lui si è rinchiuso nella sua musica, abbiamo quasi eretto una barriera tra di noi per non soffrire: non ci si guardava in faccia per non rispecchiare il reciproco dolore, una barriera a 360 gradi fra noi e col mondo esterno per proteggerci, come se non fosse successo niente. Io sono più nervosa, agitata, darei fuoco a mezzo mondo».
P: «Quando si fa violenza a un bimbo che non sa difendersi, non hai strumenti in mano, da dove cominci? Non si ha esperienza, sei lì, ti dici: “Qualcosa dovrò fare, ma poi ognuno ha il suo carattere, chi sbraita, chi si chiude, io sono calmo e pacato, ma ognuno ha il suo modo di assimilare l’amarezza».
Avete dovuto far finta di niente…
M: «Esatto, sorrisi, tranquillità, anche se dentro tutto si amplifica e quando ti arrabbi sei sul limite del crollo, ti accorgi che stai urlando più del solito, quando magari il figlio non ha colpa, o per cose futili».
Avete temuto il giudizio della gente?
M: «Non tanto il giudizio, quanto il vuoto. E poi quella sottile accusa di andare contro la Chiesa per chissà quale mania di protagonismo, quando invece le persone toccate da questo problema sono tante».
P: «Un’istituzione come la Chiesa è guardata con reverenza, ma che l’abbia commessa un padre di famiglia o un prete, la violenza deve essere giudicata e condannata, e non far passare per delinquente chi denuncia un prete. Oggi avremmo avuto maggiore appoggio dall’opinione pubblica perché si è scoperta la pentola».
Che idea vi siete fatti della pedofilia dei preti?
M: «La considero aberrante, una delle peggiori schifezze al mondo, un grosso tradimento della fiducia che hai riposto in chi ha una posizione delicata. Io che andavo a prendere la bimba e avevo un rapporto di amicizia con insegnanti ed educatrici, vedevo che una di queste spesso era in lacrime, il clima era teso, i bambini tutti seduti in silenzio, ma non me lo spiegavo: pensavo che erano stati sgridati perché troppo esuberanti, poi abbiamo scoperto i fatti. Ci guardava in faccia e piangeva, ci credo, vergognati…».
Non vi eravate accorti delle attenzioni del prete verso vostra figlia?
M: «Non nei confronti di nostra figlia, ma il comportamento ambiguo e inqualificabile verso un’altra bambina con baci espliciti, fisici, nel cortile, tra le mamme, era tangibile, e la situazione era arrivata a un punto di rottura. La stessa scena si ripeteva alla luce del sole, il cortile era a vista e asilo e parrocchia erano collegati. Quando ho incrociato lo sguardo del prete in aula ho provato schifo e rabbia e pensieri diciamo fantasiosi contro di lui che tutti proverebbero al posto mio».
Che futuro pensate aspetti voi e la crescita della bambina?
M: «Aspettiamo di vedere come prosegue tutto e come affronteremo la cosa con la bambina che diventerà adolescente. Se ci saranno conseguenze psicologiche per lei non si può dire: rispetto ad altre bambine, sono state leggere queste invadenze da parte del prete, ma anche lì è un rimandare, un vivere alla giornata. Per ora è tranquilla, stiamo a guardare».
Cosa vi sentite di suggerire a genitori che si trovassero in analoghe situazioni?
P: «Denunciare e non tacere: se avete dubbi parlatene e non state zitti, perché a certe cose non si dà peso, le si prende come nel nostro caso per forme di vicinanza, di sorveglianza».
M: «Io mi sento di dire che è molto importante affidarsi a strutture dove tante persone sono in grado di aiutarti; non siamo mai soli e non dobbiamo vergognarci. E’ semplicissimo aprire le giuste porte e avere giusti consigli».
Per paradosso, adesso volete più bene a vostra figlia?
M: «Non siamo diventati iperprotettivi, il controllo, l’educazione sono fondamentali. Farà la cresima normalmente, non l’abbiamo isolata dall’ambiente ecclesiastico perché se uno è malato non è che tutti lo sono. Qui da noi in paese la Chiesa si sente nel suo vero essere, lì era qualcosa allo sbando. Non l’abbiamo demonizzata, come culto non lo abbiamo escluso dalla nostra vita. Ha sbagliato una persona per menefreghismo e disumanità, e non la Chiesa».

Edited by GalileoGalilei - 7/3/2012, 17:59
 
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Don Andrea Agostini spretato


http://www.sassuolo2000.it/2010/06/13/pedo...icale-dal-papa/

Pedofilia: sacerdote di Bologna ridotto a stato laicale dal Papa

13 giu 10 - (4) • Categoria Bologna, Cronaca Stampa questo articolo Invia questa notizia per e-mail

E’ stato ”dimesso dallo stato clericale” il 22 gennaio scorso da Benedetto XVI, a seguito di processo canonico, il sacerdote della Curia di Bologna che gestiva un asilo cattolico nel Ferrarese, condannato nell’aprile 2008 a sei anni e dieci mesi per molestie sessuali su una decina di bambine.

Il prete tornerà nuovamente davanti ai giudici per il processo d’appello nel gennaio 2012. A rendere nota la riduzione allo stato laicale è stato ‘Bologna sette’, inserto del quotidiano Avvenire curato dall’Arcidiocesi, sotto il titolo ‘Comunicazione del cancelliere arcivescovile’.

Il provvedimento pontificio è stato trasmesso al card.Carlo Caffarra il 4 marzo ed è stato notificato all’interessato il 9 marzo. Dopo la denuncia di abusi su minori al Tribunale ferrarese, il prete era già stato sospeso in via cautelare dall’esercizio di tutte le facoltà sacerdotali.
 
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http://www.cnrmedia.com/cronaca/newsid/109...l-ex-prete.aspx



"LA CURIA DI BOLOGNA RISARCISCA LE VITTIME DELL'EX PRETE"

Cronaca

E' stato ridotto allo stato laicale don Andrea Agostini, il sacerdote della curia di Bologna accusato di aver molestato delle bambine iscritte nel suo asilo parrocchiale. Ne ha dato notizia la Diocesi sull'inserto 'Bologna 7' del quotidiano 'Avvenire'. Nel 2008 l'ex sacerdote era stato condannato in primo grado dal Tribunale di Ferrara a 6 anni e 10 mesi e al pagamento di 28 mila euro. Per la difesa, la Curia di Bologna "deve risarcire le vittime".

Nel 2008 don Andrea Agostini, sacerdote della Curia di Bologna, è stato condannato a 6 anni e 10 mesi di reclusione e ad un risarcimento di 28 mila euro in primo grado, per aver molestato alcune bambine iscritte nel suo asilo parrocchiale. Sull'inserto 'Bologna 7' del quotidiano 'Avvenire' di questa settimana, il Cancelliere arcivescovile di Bologna ha annunciato, ad oltre 2 anni dalla sentenza di primo grado del Tribunale di Ferrara, la riduzione allo stato laicale del prelato. Nella nota la Diocesi riassume anche l'iter del processo canonico, successivo a quello penale e che ha preso il via solo nel dicembre del 2008.

"Chiediamo alla Curia di Bologna di rivolgere formali e pubbliche scuse alle vittime di quel parroco ridotto alla stato laicale. E ci aspettiamo anche che la Diocesi si sostituisca volontariamente all'ex prete nel versare il risarcimento stabilito nella sentenza di primo grado". Così a CNRmedia l'avvocato Claudia Colombo, che difende le bambine vittime di abusi.

"Ho saputo, in via ufficiosa, che l'appello si terrà nel 2012, ben 4 anni dopo la sentenza di primo grado - aggiunge il legale - ma mi auguro che oltre tutto quello che hanno passato le vittime di questo provvedimento, non ci siano rischi di prescrizione".

Anche per Rete Laica di Bologna, che ha sempre sostenuto i genitori delle bambine, la sospensione di don Andrea Agostini e' ''tardiva e insufficiente'' e mancano ancora ''le scuse di Caffarra, i risarcimenti alle vittime e la trasparenza''.

''E' stata finalmente disposta la sospensione di don Agostini - ha commentato a CNRmedia il portavoce della Rete Maurizio Cecconi - e questo testimonia che le segnalazioni compiute dalle educatrici e dai genitori sono ritenute, persino dalla Curia, fondate. Alla buon ora e alla faccia della Magna carta sulla scuola dell'infanzia redatta dalla Curia bolognese, per pubblicizzare le 'virtu' educative' delle scuole cattoliche''.

L'avvocato Giuseppe Coliva, difensore in appello di don Agostini, raggiunto telefonicamente da CNRmedia, ha preferito non rilasciare alcun commento sulla vicenda che rigurda il suo assistito "per ragioni di riservatezza processuale".

Benedetta Dalla Rovere

CNRmedia - 14/06/2010
 
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http://bologna.repubblica.it/cronaca/2010/..._curia-4850038/

"Prete pedofilo, ora serve un gesto della Curia"
Il legale delle famiglie: "Condannato prima, espulso adesso. E il risarcimento?" - La madre di una bimba molestata "Ma la mia soddisfazione fu la sua condanna"
di MICHELE SMARGIASSI

"Prete pedofilo, ora serve un gesto della Curia" L'ingresso della Curia, in via Altabella

«La mia vittoria morale l' ho ottenuta due anni fa, quando quel sacerdote fu condannato dal tribunale. Ma questa è una buona notizia, anche se arriva tardi»: la madre di una delle bambine vittime delle molestie di don Andrea Agostini è soddisfatta. La riduzione allo stato laicale dell' ex parroco e direttore dell' asilo parrocchiale di un paesino del ferrarese mette a posto tante cose, «ora anche chi stava ancora dalla parte del prete capirà che avevamo ragione». Ma non tutte.

«Ora la Curia dovrebbe trarre le logiche conseguenze dalla sua decisione», interviene Claudia Colombo, avvocato di alcune famiglie coinvolte, che in febbraio riaprì il caso chiedendo all' arcivescovo Caffarra di farsi carico dei 28 mila euro di risarcimenti che il sacerdote condannato in primo grado a 6 anni e 10 mesi non ha modo di pagare. Richiesta che oggi ripete: «Occorre un gesto di vicinanza a quelle famiglie a cui la Curia non ha mai chiesto scusa. Vedo invece che riesce a dare questa notizia prendendosela con le "polemiche" di stampa. Ma è legittimo chiedersi se, senza quelle polemiche, avremmo mai saputo nulla. Anziché un atteggiamento vittimista, io mi aspetto ora un gesto concreto di responsabilità».

Ma da via Altabella, dopo la scarna notizia della sentenza ecclesiale pubblicata domenica su Avvenire, le comunicazioni sono di nuovo chiuse. «Non c' è altro da aggiungere a quanto comunicato», riferiscono le voci ufficiose di Curia. Altre voci sembrano invece alludere a possibili passi verso le famiglie, ma compiuti nel ri serbo assoluto. Ma la mamma smentisce che sia già avvenuto: «Non ho notizia di messaggi dalla Curia,e ormai non me ne aspetto. Ma oltre alle nostre figlie e a quello che hanno passato, c' è chi per aver denunciato ha pagato un prezzo, e meriterebbe di essere ' riabilitato' ». Intende le maestre, che dopo aver inutilmente cercato di segnalare i loro sospetti alle gerarchie, si decisero a denunciare il parroco, e che videro i loro contratti di lavoro non rinnovati l' anno scolastico successivo.

La lunga vicenda giudiziaria, seguita fin dall' inizio con attenzione da La nuova Ferrara, non è ancora finita. Ed è confermato che don Agostini continuerà ad essere difeso, nell' appello previsto per il 2012, dallo studio Coliva, che è anche consulente legale della Curia. «Non ho alcun motivo per rinunciare all' incarico», conferma lo stesso Giuseppe Coliva, «la Curia non me l' ha chiesto e io non ho chiesto il permesso alla Curia». Dunque lei difende don Agostini su incarico della diocesi? «No, mi chiesero solo se vol evo dare una mano a un sacerdote in difficoltà, ma il mio rapporto professionale è solo con lui». Che risulta nullatenente. «Vorrà dire che mi pagherà in preghiere. Revocargli il patrocinio ora sarebbe come dare un calcio a una persona nei guai, al di là dalle sue eventuali colpe. Tantopiù che io penso che la sua posizione non sia poi così compromessa».

(15 giugno 2010)
 
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view post Posted on 17/6/2010, 12:34
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http://bologna.repubblica.it/cronaca/2010/...ndanna-4912847/

Quelle offerte ricevute dal prete pedofilo
anche dopo l' arresto e la condanna
Don Andrea Agostini avrebbe tenuto in vita un conto corrente intestato a lui per progetti di solidarietà

Quelle offerte ricevute dal prete pedofilo anche dopo l' arresto e la condanna

Nuovi interrogativi sull' ormai ex don Andrea Agostini, l' anziano parroco del ferrarese condannato per pedofilia nel 2008 e recentemente ridotto dal Papa allo stato laicale: dopo l' arresto e anche dopo la condanna avrebbe continuato a raccogliere offerte per un progetto di solidarietà, su un conto corrente intestato a lui personalmente, senza però mai informare i donatori della sua mutata condizione.

Il signor G.P. di Monterenzio, dove don Agostini fu parroco, si è rivolto alla Rete Laica mostrando le ricevute di quattro versamenti da 250 euro ciascuno, effettuati dal 2006 al 2009, ultimi di diciott' anni di donazioni che, assieme a quelle di una ventina di altre famiglie del paese, il sacerdote avrebbe via via versato all' autorevole organizzazione brasiliana "Fundo Cristão para Crianças".

Sempre secondo G.P., don Agostini s' impegnava a recapitare di persona le somme nel corso dei suoi periodici soggiorni nel paese sudamericano. Lo stesso G.P. ebbe modo nel ' 96 di visitare di persona le strutture brasiliane del Fundo che protegge i niños de rua dalla miseria e dallo sfruttamento economico e sessuale. Ma la famiglia di Monterenzio non seppe poi nulla delle vicende giudiziarie di don Agostini, pur continuando a versargli regolarmente la quota richiesta.

Solo pochi mesi fa, al riemergere della vicenda sui giornali, ha appreso con sorpre sa della condanna e del suo motivo. «G.P. e sua moglie scelsero il sostegno a distanza perché credono nella solidarietà», riferisce Maurizio Cecconi di Rete laica, «e pensavano fosse un buon esempio da trasmettere al figlio. Oggi si domandano come sia possibile che chi per primo dovrebbe dare il buon esempio abbia potuto tradire la loro fiducia molestando sessualmente delle bambine». D

a qui anche gli interrogativi sulla gestione del denaro raccolto, e la decisione di rendere pubblica la situazione per ottenere chiarezza. Rete laica domanda quindi alla Curia di Bologna se fosse informata di queste attività di don Agostini e dei suoi viaggi in Brasile; e inoltre se esista una documentazione che attesti gli effettivi versamenti al Fundo di tutte le quote raccolte dall' ex sacerdote, e perché il sacerdote ritenesse necessario recapitare di persona il denaro in Brasile.

(17 giugno 2010)
 
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Abusi sessuali su bimbi dell'asilo "Il sacerdote va condannato"
L'appello

Il procuratore generale ha chiesto la conferma dei 6 anni e 10 mesi



di Nicola Bianchi
Carabinieri
Carabinieri

Ferrara, 21 gennaio 2012 - Furono le maestre ad accorgersi che qualcosa, in quel sacerdote, non andava più. Strano lui, strani i bambini della scuola che da anni gestiva, in un paese dell’alto ferrarese. «Carezze un po’ troppo spinte, — secondo le accuse — palpeggiamenti, strofinamenti nelle zone intime e baci sulla bocca a una decina di bimbetti». Colpevole, per il tribunale estense, tradotto il 9 aprile 2008 in 6 anni e 10 mesi di condanna. Colpevole anche per il procuratore generale Miranda Bambace che ieri, al termine della sua lunga requisitoria in appello, ha chiesto alla corte di riconfermare la pena del primo grado.


Accusa e difesa. Credibili e fondate, per il pg, le accuse contenute nelle testimonianze oculari delle insegnanti, delle cuoche e delle ausiliarie della materna ferrarese, che riferirono in aula numerosi episodi verificatisi durante gli anni scolastici 2003-2004 e nei primi mesi del 2005. «Il mio assistito deve essere assolto perché innocente — la replica dell’avvocato Giuseppe Coliva del foro di Bologna — Confido in una decisione congrua e giusta dei giudici».


Sotto choc. Una vicenda che squarciò la quiete di un’intera provincia e fece tremare la curia felsinea. I riflettori sulla scuola vennero accesi all’inizio del 2005 dopo che alcune insegnanti, non senza timori e dubbi, presentarono ai carabinieri una denuncia nei confronti del sacerdote, nato a Verona e fino a quel momento ben voluto da tutti. In quell’occasione, le due donne raccontarono alcuni episodi circostanziati di molestie ai danni di una decina di bimbi: carezze un po’ troppo spinte, palpeggiamenti, strofinamenti, baci sulla bocca. A convincerle a parlare e a vincere gli iniziali timori reverenziali verso l’uomo, fu la direttrice della scuola materna. Lei stessa, infatti, non solo venne presto a sapere dalle maestre e dalle ausiliare (in lacrime) di alcuni episodi emblematici accaduti in passato ma fu addirittura testimone oculare di numerose attenzioni morbose del prete verso una bimba kosovara, ospite della parrocchia assieme alla madre, al padre e ai fratellini.


L’arresto. Il caso esplose letteralmente quando la procura decise di arrestarlo: inizialmente venne detenuto ai domiciliari nella canonica della parocchia, a fianco dell’asilo. Rimase lì fino all’estate del 2005 quando fu poi trasferito in una struttura religiosa del Bolognese. «Sono innocente», ha sempre gridato lui, attaccando chi lo accusava e parlando di invidie e ripicche nei suoi confronti. Il suo destino giudiziario verrà deciso il 7 marzo, giorno fissato per repliche e sentenza.

di Nicola Bianchi

http://www.ilrestodelcarlino.it/ferrara/cr...ell_asilo.shtml
 
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view post Posted on 21/1/2012, 17:49
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Prete pedofilo in Appello
Iniziato il secondo grado per il sacerdote condannato a Ferrara a 6 anni

Corte d'appello di Bologna

Non si è ancora conclusa la vicenda giudiziaria del prete, residente nell’alto ferrarese, accusato di aver molestato una decina di bambine affidate all’asilo nido parrocchiale. La vicenda iniziò nel 2005, con la denuncia presentata ai carabinieri da alcune maestre impegnate nella stessa struttura, le quali avevano notato nel comportamento dell’uomo con i più piccoli degli atteggiamenti poco chiari. Le insegnanti, inizialmente timorose nell’esprimere un giudizio così forte sul sacerdote, vennero motivate a presentare i loro dubbi all’autorità dalla direttrice didattica della scuola materna, testimone oculare di alcune attenzioni particolari riservare dall’uomo a una bambina originaria del Kosovo, ospitata assieme ai suoi familiari nella struttura.

Le indagini condotte sulla vicenda portarono il tribunale di Ferrara ad emettere nei confronti dell’uomo una sentenza di colpevolezza, per scontare la quale veniva stabilita una condanna a sei anni e dieci mesi di reclusione (vai all’articolo). L’avvocato del sacerdote, Giuseppe Coliva, ricorse in secondo grado e per questo ieri il caso è stato discusso nella sede della Corte d’Appello di Bologna.

Il legale in aula ha sostenuto come ai danni del’ex sacerdote – l’uomo infatti, già sospeso in via cautelare dall’esercizio di tutte le facoltà sacerdotali nell’aprile 2005, dopo gli arresti domiciliari, è stato ridotto dalla Congregazione per la Dottrina della Fede allo stato laicale (vai all’articolo) – possa essere stato organizzato un complotto, da parte delle maestre che temevano di perdere il lavoro. Inoltre ha contestato la tardività della denuncia e ha insistito affinché fossero reinterpretati i gesti considerati equivoci. Quest’ultimo punto è stato fermamente rigettato sia dalla procura generale che dalle parti civili.

La discussione si è conclusa con la richiesta di assoluzione da parte della difesa, e in subordine la contestazione per un fatto lieve, a cui si è contrapposta la procura assieme alle parti civili, rappresentate dagli avvocati Colombo e Pritoni, i quali vorrebbero invece la riconferma della sentenza di primo grado.

Il collegio dei giudici, composto dal presidente Pederiali assieme a Di Bari e Passerini, renderà noto il proprio giudizio il 7 marzo.



www.estense.com/?p=193092
 
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Hansss
view post Posted on 21/1/2012, 18:20




Meno male che in Italia, secondo l'opinione dei vescovi, non esistono casi significativi di pedofilia...
 
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view post Posted on 7/3/2012, 18:02
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www.ilfattoquotidiano.it/2012/03/07...edofilo/196045/

Bologna, condannato in appello a quattro anni il prete pedofilo



Ha abusato tra il 2003 e il 2005 di dieci bambini tra i tre e i sei anni. Da una parrocchia ferrarese il religioso è stato ridotto nel 2008 allo stato laicale e trasferito nel santuario di San Luca
Quattro anni e 2 mesi di detenzione per l’ormai ex don Andrea Agostini, nato 72 anni fa a Verona. È questa la condanna che la Corte d’Appello di Bologna ha inflitto al sacerdote di una parrocchia nel ferrarese accusato e riconosciuto colpevole di aver abusato tra il 2003 e il 2005 di 10 minori tra i 3 e i 6 anni che frequentavano l’asilo gestito dal religioso. Rispetto alla sentenza del tribunale di Ferrara, che risale all’aprile 2008, il prete si è visto scontare 2 anni e 8 mesi perché tra i reati non c’è più il palpeggiamento di due insegnanti, dato che secondo la corte la querela sarebbe stata tardiva.

Al termine della sua requisitoria, a fine febbraio, il procuratore generale Miranda Bambace aveva chiesto la conferma della prima sentenza a 6 anni e 10 mesi mentre per l’avvocato della difesa, Giuseppe Coliva, il sacerdote andava assolto perché innocente, come si è sempre proclamato. Malgrado la riduzione della condanna, si tratta comunque di una “conferma delle responsabilità di don Agostini”, ha commentato a caldo uno dei legali di parte civile, Carlo Bergamasco, sostituito in udienza dal collega Simone Tritone. “Ora aspetto di leggere le motivazioni della sentenza”, ha aggiunto. Motivazioni che giungeranno entro 90 giorni e che anche per Claudia Colombo, altro avvocato delle giovanissime vittime, spiegheranno più nel dettaglio la pena più mite. “La sentenza mi rende comunque molto contenta. La difesa ha annunciato il ricorso in Cassazione e noi rispondiamo che resisteremo anche in quella sede”.

Quella di don Agostini – la cui identità venne svelata solo nel 2010 da un’inchiesta giornalistica – è una storia che prosegue da anni. Era l’aprile 2008 quando in primo grado il sacerdote era stato condannato a 6 anni e 10 mesi di reclusione (una pena più elevata di quanto richiesto dal pubblico ministero Filippo Di Benedetto), oltre al pagamento di una provvisionale esecutiva di 28 mila euro e delle spese processuali. La vicenda era stata denunciata nel 2005 da un’educatrice e aveva portato a ricostruire una serie di carezze fuori luogo, palpeggiamenti nelle parti intime e baci sulle labbra nei confronti dei minori che frequentavano la struttura.

Anche due maestre avrebbero subito le attenzioni del sacerdote e un anno prima dell’avvio ufficiale dell’inchiesta avevano informato le autorità religiose di quanto stava avvenendo. Dopo però avevano perso il lavoro, che riottennero all’inizio del successivo anno scolastico, quando venne assunta anche la dirigente che poi, resasi conto di quanto stava avvenendo, informò i genitori e denunciò quanto avvenuto ai carabinieri di Ferrara.

In merito all’atteggiamento della curia di Bologna, da cui la parrocchia di don Agostini dipendeva, le motivazioni della sentenza di primo grado parlavano del “silenzio dei vertici ecclesiastici. La loro ritrosia a mettere sul tappeto le notizie sulle accuse che già da tempo circolavano sul conto [di don Agostini] equivale a implicita ammissione di conoscenza di quei fatti da parte delle gerarchie e consente di leggere tutta la vicenda come un tentativo di evitare uno scandalo che si considerava inevitabile perché fondato su fatti inoppugnabili”. Un “muro di gomma”, si legge in un passaggio, a cui non sarebbe stato estraneo nemmeno il vescovo ausiliario, monsignor Ernesto Vecchi, per evitare che la vicenda diventasse di dominio pubblico.

Giunta la condanna in primo grado, i legali del sacerdote avevano presentato appello. Ma intanto si era mossa anche la giustizia ecclesiastica, per quanto in ritardo, era stata la critica sollevata dalla Rete Laica di Bologna. All’inizio don Agostini era stato sospeso a titolo cautelativo dalle funzioni sacerdotali e solo nel dicembre 2008, 8 mesi dopo la sentenza del tribunale di Ferrara, era iniziato il processo canonico. Il sacerdote così è stato ridotto allo stato laicale dopo essere stato trasferito nel santuario della Beata Vergine di San Luca, dove gli è stato notificato l’atto di citazione per il giudizio d’appello.

In queste settimane tutto è stato ricostruito di nuovo di fronte alla Corte d’Appello di Bologna, presieduta dal giudice Alberto Pederiali, che ha preso in considerazione una seconda volta le deposizioni della dirigente scolastica, del personale didattico e ausiliario dell’asilo e dei genitori delle vittime. E si è giunti alla nuova sentenza di colpevolezza in attesa che si definisca anche la questione del versamento della provvisionale, non pagata alle vittime dall’ex prete perché nullatenente, e del risarcimento del danno, che avverrà solo dopo il pronunciamento in Cassazione.

http://corrieredibologna.corriere.it/bolog...585895872.shtml

l caso in un asilo del ferrarese
Pedofilia, ridotta la pena al prete
condannato per atti sessuali su bambine
La Corte d'Appello ha deciso per 4 anni e 2 mesi di carcere. La difesa: si trattò solo di una ritorsione delle educatrici nei confronti del sacerdote

BOLOGNA - La seconda sezione della Corte d'appello di Bologna ha condannato a 4 anni e 2 mesi, dopo una camera di consiglio di meno di un'ora, un sacerdote bolognese di 68 anni per atti sessuali su 10 bambine di un'asilo che gestiva nel Ferrarese, nel 2005. La corte ha ridotto la pena rispetto al primo grado dell'aprile 2008, 6 anni e 10 mesi, ma ha di fatto accolto le tesi dell'accusa e confermato l'impianto delle contestazioni di pedofilia mosse al sacerdote. La difesa e le parti civili attenderanno i 90 giorni per la motivazione per l'eventuale ricorso in Cassazione.

Lo farà la difesa che aveva rinnovato in appello le tesi difensive che vertevano sull'ipotesi di una ritorsione sul parroco, messa in atto dalle educatrici poiché temevano di perdere il lavoro, visto che il sacerdote gestiva l'asilo in cui lavoravano. Le educatrici denunciarono atti ambigui ma di chiara matrice sessuale - come hanno detto i vari giudici susseguiti - tra cui toccamenti sulle parti intime, sfregamenti, contatti con le bimbe, caramelle messe nelle mutandine, baci in bocca ad una di loro. Proprio sulla inattendibilità e ritardi delle denunce si era soffermato il difensore, parlando di gesti interpretati in modo difforme dalla realtà.

Il caso scoppiò nel 2005, dopo le indagini dei carabinieri nate dalle denunce per cui il sacerdote venne anche arrestato, ai domiciliari. Poi l'inchiesta, il processo di primo grado e due anni fa la notizia che il prete era stato sospeso a divinis dal Papa e ora, secondo le notifiche eseguite per il processo, vivrebbe in una comunità religiosa nel santuario di San Luca a Bologna. (fonte: Ansa)


07 marzo 2012
 
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view post Posted on 9/3/2012, 10:27
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Ex prete condannato per pedofilia
Gli fu imposto di vivere a S.Luca
In Appello riduzione della pena da sei anni e dieci mesi a quattro anni e due mesi: è giudicato colpevole di atti sessuali su dieci bambine compiuti nel 2005, quando gestiva un asilo nel Ferrarese. La Curia: "Da due anni si è ritirato a vita privata"
di LORENZA PLEUTERI
Un ex prete di 68 anni, che dopo lo scandalo fu costretto a risiedere per un certo periodo presso il santuario di di San Luca, è stato condannato per pedofilia anche al processo d'appello: quattro anni e due mesi di reclusione, contro i sei anni e dieci mesi inflitto in primo grado. I giudici lo hanno ritenuto responsabile di atti sessuali su dieci bambine dell'asilo che gestiva nel Ferrarese, nel 2005, quando era sacerdote.

La Arcidiocesi bolognese, appena si è diffusa la notizia della condanna, in una nota ha aggiunto alcune precisazioni. Andrea Agostini, il prete pedofilo, "dopo le prime denunce era stato cautelativamente sospeso 'a divinis', cioè da tutte le facoltà sacerdotali, che da allora non ha più esercitato". Terminati gli arresti domiciliari, ammette la Curia, "per un certo tempo gli fu imposto di risiedere presso il santuario di San Luca". Da due anni è tornato allo stato laico e non abita più in un complesso religioso. "A seguito del processo canonico, terminato con la definitiva dimissione dallo stato clericale da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede, decreto del 22 gennaio 2010, egli si è ritirato a vita privata" (09 marzo 2012)

Edited by pincopallino2 - 5/9/2020, 19:27
 
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