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Quando un prete o un religioso si suicida, Neanche la promessa del paradiso guarisce il mal di vivere

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Mattialeccese
view post Posted on 1/12/2010, 17:20




Non ci si uccide per così poco, sopratutto quando ci si prepara a diventare strumento di aiuto per gli altri. Forse forse la Santa Sede non aveva tutti i torti. Certo sarebbe stato meglio bloccarlo prima, ma come al solito non si ha il coraggio delle proprie azioni.

Per la madre è un vero trauma, prima il marito morto in pochi giorni, poi il figlio...
 
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view post Posted on 1/12/2010, 17:42
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Si, la lobby gay in Vaticano è transnazionale ed è molo potente.

Del resto lo stesso prete che scrive su quel sito è straniero, visto come scrive scorrettamente in italiano, ma di una lingua neolatina, perché ne ha una discreta padronanza.

Edited by GalileoGalilei - 1/12/2010, 18:14
 
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view post Posted on 1/12/2010, 18:49
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www.affaritaliani.it/cronache/orvie..._gay011210.html

Diacono suicida, le malelingue: era gay
Mercoledí 01.12.2010 14:30

I CONTENUTI DELLA LETTERA
Una lettera. Poche parole scritte di pugno da Luca Seidita, diacono di Orvieto, prima di compiere l'estremo gesto di togliersi la vita lanciandosi nei pressi della Rupe della città, "In queste poche righe" spiega ad Affaritaliani il procuratore Francesco Novarese "ci sono le ragioni del suo suicidio collegato con la delusione per non avere ottenuto i voti del sacerdozio. Come causale invece indica la sua fragilità umana. Ma non solo". Continua il procuratore: "Luca, persona che ha studiato catechismo e cosciente del gesto che sta per compiere, chiede perdono e spera nel perdono del Signore. E soprattutto chiede alle persone che restano di pregare per lui".

Solo fragilità, quindi?
"In generale quando si parla di giovani o anche di malati, magari terminali, come ad esempio Monicelli, si hanno sempre delle fragilità interne che conducono poi a decidere di togliersi la vita".

Su Luca si facevano parecchie illazioni di carattere sessuale. Scrive qualcosa nella lettera?
"No, questo lui non lo scrive, né lo dice assolutamente. Alcune leggende metropolitane, che anche io conoscevo e che non sono reato, raccontavano che fosse omosessuale. Alcune malelingue sostengono che si potrebbe essere suicidato proprio per quello. Ma lui nella sua lettera parla di fragilità. Ringrazia il vescovo Giovanni Scanavino e chiede di essere sepolto a Matino, nella sua terra d'origine".

Da questa lettera possiamo escludere qualsiasi istigazione alla morte da parte di altri?
"E' un suicidio conclamato e quindi si non ci saranno altre indagini. La lettera andrà alla famiglia quando verranno ultimate le indagini e il caso verrà archiviato, come succede in questi casi. Putroppo questa è una zona di Orvieto dove in molti si suicidano"

Ci sono state denunce di comportamenti anomali nei suoi confronti?
"No nessuna, assolutamente".

Dove è da ricerczre la sua fragilità?
"Occorre distinguere la chiesa come istituzione, e questo lui lo scrive, dal Vangelo, insomma dalla religione. Luca lo tiene presente quando scrive: 'Prego perché il signore mi perdoni'. È comunque cosciente che il Vangelo non giustifica il suicidio".

Floriana Rullo

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Dal Vaticano stavolta non arrivano bacchettate a chi ha ha "causato" il suicidio di don Seidita, come invece ha fatto L'Avvenire quando se l'è preso con Le Iene per il suicidio di don recanati. Due pesi e due misure?

www.adnkronos.com/IGN/Regioni/Umbri...1339948033.html

La Santa Sede fa sapere che non arriverà alcun commento sulla vicenda, come ha spiegato all'ADNKRONOS, il direttore della Sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi.

Da parte della Santa Sede infatti non c'e' alcuna intenzione di dare spiegazioni sulla mancata ordinazione del diacono, ''si tratta di un sacramento e la Santa Sede non puo' dare spiegazioni sul perche' venga dato o non dato. Noi non diciamo niente e non abbiamo niente da dire'', ribadisce padre Lombardi.
 
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Mattialeccese
view post Posted on 1/12/2010, 18:38




Lui dice di essere tedesco, ma penso sia solo un suo desiderio visto il forte orientamento nazista-antisemita.
 
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view post Posted on 1/12/2010, 18:43
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Come quello di certi preti dell'Europa dell'est.
 
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donConsole
view post Posted on 1/12/2010, 19:09




Sono dello stesso paese di Luca,anzi Don Luca....era una persona straordinaria che desiderava di diventare sacerdote....un gesto cosi disperato dovrebbe essere preso in considerazione e non essere discriminato.. la chiesa è peggio della mafia,non c'e dubbio.....
 
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view post Posted on 1/12/2010, 21:58
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http://www.orvietonews.it/index.php?page=n...data=1291230120

Don Luca torna alla sua Matino: "dove tutti sanno che bella persona era"
di Laura Ricci

Una giornata pesante, a Orvieto, quella che ha seguito l'inatteso e terribile suicidio del giovane diacono Luca Seidita, che ha posto fine alla sua vita, ieri verso le 22, abbandonandosi nel vuoto nel luogo tristemente famoso delle cosiddette "colonnacce", che dalla rupe si affacciano sui giardini dell'Arlecchino. Una giornata che si è aperta con la pioggia e ha proseguito con un vento freddo e sferzante, in cui anche il clima sembra aver partecipato alla drammatica vicenda che si è abbattuta sulla città e che, purtroppo, l'ha posta tristemente all'attenzione delle cronache nazionali.

Prima di compiere il tragico gesto, il giovane ha scritto una lettera, messa agli atti insieme al suo computer dagli inquirenti. Poco si sa del testo, in cui comunque Seidita ringrazia il Vescovo, Padre Giovanni Scanavino, dell'affetto e dell'attenzione che gli sono stati dedicati e chiede di essere sepolto a Matino, il suo paese di origine nel territorio di Lecce. Nella lettera, che sarà consegnata alla famiglia quando il caso sarà archiviato, don Luca allude chiaramente alla sua fragilità e al gesto del suicidio, fatto che autorizza gli inquirenti, insieme allo stato dei fatti, a non proseguire oltre le indagini.

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E' chiaro, come riferisce lo stesso Vescovo, che il dramma è stato scatenato dalla notizia, pervenuta lunedì pomeriggio con un fax della Nunziatura, che l'ordinazione sacerdotale prevista per il 7 dicembre era sospesa. Martedì, Luca e il Vescovo Scanavino si erano recati alla Congregazione dei vescovi, ma non c'era stato nulla da fare, senza che peraltro fossero date spiegazioni plausibili e convincenti del diniego. Il giovane, già osteggiato e provato da esperienze precedenti relative al suo forse "poco ortodosso" percorso di fede e al suo diaconato, nonostante il conforto del Vescovo non ce l'ha fatta ad accettare la nuova delusione e il naufragio di un desiderio e di un ideale da tempo perseguiti.

Dopo un primo periodo nel seminario di Molfetta, don Luca Seidita era passato a quello di Fermo e aveva concluso i suoi studi teologici all'Università Lateranense. Giunto a Orvieto, aveva trascorso due anni nella parrocchia di San Venanzo e tre in quella di Ficulle. Nell'ultimo anno aveva ricoperto il ruolo di segretario del vescovo di Orvieto, anche perché Monsignor Scanavino, per essere certo della sua vocazione sacerdotale, lo aveva voluto accanto a sé. Del tutto positivo il giudizio del Vescovo sul giovane, molto amato e apprezzato anche da una vasta area di cattolici e di persone che lo frequentavano.

Alla base dell'esclusione da cui il giovane è stato in vari frangenti colpito, non ci sarebbero affatto problemi legati a una presunta omosessualità che una serie di maldicenze cittadine va rimestando da tempo, quanto invece un dissidio più profondo tra modi diversi di intendere la chiesa e la missione sacerdotale: secondo la Santa Sede, il diacono "non era maturo" per diventare sacerdote, ma secondo il Vescovo di Orvieto, che sicuramente ha avuto modo di conoscerlo più da vicino, don Luca era pronto ad abbracciare con responsabilità e consapevolezza la sua missione. Da un lato una chiesa dell'amore, della comprensione e del perdono, dall'altro una chiesa più formale e cattedratica che sembra non considerare la possibilità di redenzione.

Due settimane fa, don Luca Seidita aveva perso il padre, venuto a mancare dopo una lunga malattia. A Orvieto, dopo la tragica notizia, è subito accorsa la madre. Domani pomeriggio, dopo una semplice cerimonia religiosa in Duomo, il feretro di don Luca Seidita lascerà Orvieto per tornare nella natale terra di Puglia.
"Si parla sempre di crisi di vocazioni nella Chiesa - scrive in un commento alla nostra precedente notizia una concittadina di Luca Seidita - ma io qui dal profondo sud, a qualche centinaio di metri da casa di Luca, vorrei sapere perché si nega a un bravo ragazzo come Luca di coronare il sogno della sua vita. Quale è stato mai il suo peccato, e perché la Santa Sede afferma di non dover dare nessuna giustificazione in merito. Forse la vita di Luca non vale così tanto? Oggi qui a Matino è una tristissima giornata per tutti, perché tutti sanno che bella persona veramente era".

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/not...DNotizia=386607

Dalla Provincia di Lecce a Orvieto
MOLFETTA – Aveva cominciato dieci anni fa nel Seminario vescovile di Molfetta il percorso che doveva portarlo al sacerdozio Luca Seidita, il giovane diacono salentino che si è ucciso ieri sera lanciandosi dalla Rupe di Orvieto perchè la sua ordinazione sacerdotale era stata fermata dalla Santa Sede. Quello che emerge è che, sin dal principio, da quando Luca aveva deciso di intraprendere il suo percorso spirituale, questo era stato intermittente e frammentato.

Luca Seidita era nato a Matino, minuscolo comune in provincia di Lecce. A 19 anni, nel 2000, era andato in seminario a Molfetta, ma da lì venne mandato via dopo un anno, pare per uno scarso rendimento negli studi e per problemi di carattere. Sulle motivazioni che lo indussero ad andar via da Molfetta, tuttavia, non vengono forniti altri elementi, anche perchè nella struttura ecclesiastica sono in questi anni trascorsi cambiati i dirigenti. Della permanenza di Luca Seidita a Molfetta dal 2000 al 2001, infatti, si apprende solo dagli annuari del seminario, a quei tempi retto dal sacerdote Giovanni Fiorentino.
Poi, Luca passò nel seminario marchigiano di Fermo per concludere i suoi studi teologici all’Università Lateranense.
Un altro stop, prima di quello della Santa Sede che ne ha ostacolato l’ordinazione a sacerdote, si ebbe – a quanto si è saputo – poco più di un anno fa: Luca all’epoca avrebbe dovuto prendere i voti minori in Duomo, ma, anche in questo caso, il giovane era stato osteggiato per motivi non noti. La cerimonia si era così tenuta a Ficulle, dove egli era rimasto qualche tempo come aiuto del parroco, don Maurizio.
01 Dicembre 2010

http://www.orvietonews.it/index.php?page=n...data=1291233900

Cronaca - mercoledì 01 dicembre 2010 - 21:05
Fiaccolata per Don Luca, questa sera ore 9,45 in Piazza del Duomo

Questa sera, alle ore 9,45, in piazza del Duomo, nei pressi del Vescovado, è stata organizzata una fiaccolata, per pregare per Don Luca, tutti insieme, in silenzio, e per testimoniare l'affetto della città al Vescovo, S.E. Padre Giovanni Scanavino, in questo momento così duro e difficile per tutta la comunità orvietana.
 
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Mattialeccese
view post Posted on 4/12/2010, 13:24




Luca era stato trasferito per ben 4 volte in 4 seminari diversi, un bel record! In genere dietro un trasferimento ci sono motivi di "opportunità", di certo non di studio, visto che i vari seminari erano tutti regionali non di studi superiori, come avviene per chi fa la specialistica. Ad Orvieto aveva trovato il Vescovo liberale che evidentemente aveva preso a cuore il suo caso (non per niente lo chiama padre!), mettendolo, guarda caso, al suo fianco come segretario, in genere i Vescovi mettono come segretario i giovani sacerdoti che per un motivo o per l'altro possono dare qualche problema, per tenerli sotto controllo.

Di cose assurde qui c'è ne sono diverse, la prima i continui trasferimenti da un seminario all'altro, se vi erano motivi di sospettare della "maturità" del ragazzo, come ho sempre detto, è meglio rimandarli a casa piuttosto che cercare di trovare una pezza.
Secondo una persona credente non ha come obiettivo della propria vita quello di diventare sacerdote, l'essere sacerdote in se non serve a nulla se non è accompagnato dal desiderio di servirlo, se manca questo è inutile fare i preti! Se questo desiderio c'è il fatto di non poter indossare i paramenti sacri non lo fa venir meno e si trova il modo per esplicarlo diversamente.
Terza cosa strana la reazione del ragazzo. Non penso che sia stata causata dalla sola morte del padre, è evidente che dietro vi fosse quasi un morboso desiderio, quasi che il sacerdozio fosse una via di fuga da una realtà diventata insopportabile e mai risolta.Tantè che la Santa Sede non aveva vietato la consacrazione, cosa che avrebbe potuto fare davanti a elementi certi, ma solo rimandata a data da destinarsi.
In questo caso l'unica responsabilità addebitabile alla Chiesa forse è quella di non aver saputo dare una soluzione reale al problema di Luca, che evidentemente c'era, di aver protratto una situazione intollerabile alla quale ben avrebbe potuto dare rimedio con una risposta chiara rimandandolo a casa, obbligandolo a trovare il coraggio di vivere i propri problemi e non di scappare davanti a questi...cosa che molti sacerdoti invogliano purtroppo a fare!
 
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perlanaturale
view post Posted on 4/12/2010, 20:53




Bergamo: autore 'Le Iene', spiacenti ma non siamo responsabili suicidio prete

Roma, 29 nov. - (Adnkronos) - "Siamo spiacenti per quanto accaduto ma, onestamente, non abbiamo alcuna responsabilita'". Cosi' Davide Parenti, autore del programma di Italia Uno 'Le Iene' ha commentato all'ADNKRONOS il suicidio del sacerdote smanscherato come molestatore e successivamente sospeso dalla Curia. Il prete, che si trovava in una comunita' di cura, inviatovi dalla Curia, si e' suicidato ieri gettandosi sotto un convoglio ferroviario lungo la linea Milano-Brescia.

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/...1328796832.html
 
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view post Posted on 5/12/2010, 19:46
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Infatti, per un cattolico il sacerdozio non è un diritto né una carica. Dovrebbe essere un servizio.

Ma questo è vero solo in toria, visto che il sacerdozio è il principale strumento per fuggire dai morsi della fame e della miseria nei paesi poveri. Era così anche in Italia fuino alla fine degli anni '60.

Ora il sacerdozio è spesso la via di fuga da problemi esistenziali, in particolare dal disagio affettivo. Disagio per la propria omosessualità non accettata o mal vissuto o anche per l'incapacità stabilire normali relazioni affettive on l'altro sesso.

A volte poi i sacerdoti sono gli scarti della soietà, i non buoni ad altro.

Poi se uno è stato cacciato da 4 seminari significa che per molti reclutatori non c'era proprio speranza in questi anni di crisi di vocazioni.

Responsabili della sua mort sono quindi quelli che lo hanno incoraggiato fino a 7 giorni dall'ordinazione.

http://www.lanazione.it/umbria/cronaca/201...ere_fango.shtml

"Polvere e fango
ai piedi di questo fratello"

Ai funerali del diacono suicida le aspre parole del vescovo Scanavino

Orvieto, 3 dicembre 2010 - Lo ha accolto all’ingresso dalla casa del Signore per l’ultima volta come un padre affettuoso, sfidando il vento gelido, e dall’altare ha chiesto perdono a Dio per se stesso, ma anche per una "Chiesa che sta crescendo in tanti suoi esponenti di spicco, ma ha ancora bisogno di crescere nell’amore".

È stato uno dei passaggi salienti che il vescovo monsignor Giovanni Scanavino ha scandito a voce ritmata, ieri pomeriggio, celebrando in Duomo le esequie del diacono Luca Seidita, il ventottenne pugliese che si è tolto la vita gettandosi dalla rupe dopo che la Santa Sede si era opposta alla sua ordinazione sacerdotale, già in programma per il 7 dicembre e "benedetta" dallo stesso vescovo contro il parere del Vaticano che non lo riteneva maturo, nè adatto a fare il prete.

Pur di consentire a don Luca di coronare l’aspirazione della vita, padre Giovanni ha sfidato la Santa Sede e ieri pomeriggio gli occhi delle centinaia di persone presenti in Duomo erano tutte concentrate su di lui per carpirne ogni minima espressione, debolezza o cenno di sfida che fosse.

Soltanto la solennità del dolore è riuscita a sopire per un’ora, e a malapena, il brusio che, da due giorni, arde come un fuoco sotto la cenere di questa immane tragedia, alimentando un rumore di sottofondo nutrito da illazioni sulla vita personale e le frequentazioni di Luca (il vescovo ha dovuto chiarire di non aver alcun elemento sulla sua presunta omsessualità), ma anche sui veleni che sarebbero sparsi da tempo all’interno della Curia orvietana, con alcuni prelati inclini a non disdegnare qualche passo falso del vescovo pur di metterlo in cattiva luce a Roma o, addirittura, disponibili a far trapelare qualche parola di sbieco e tutt’altro che benevole verso il loro pastore.

Maldicenze, piccinerie, bassezze che il vescovo stesso ha voluto scacciare come mercanti dal tempio. "Chiediamo perdono per la polvere e il fango che sono stati gettati ai piedi di questo fratello", ha invocato monsignor Scanavino. Ma a sentirsi in colpa per non aver saputo proteggere fino in fondo il fragile Luca è soprattutto il vescovo, che ha implorato anche "perdono a Dio per non essere stato in grado io, suo padre affettuoso, di parargli questo colpo".

La celebrazione in cattedrale è stata voluta fortemente da Scanavino come una sorta di compensazione di quella festa per l’ordinazione a cui il ragazzo nato in un paesino della Puglia e che aveva da poco perso il padre, non avrebbe avuto modo di vivere e gustarsi.

E mentre il vescovo scoppia in lacrime davanti a tutti, viene in mente la semplice frase che amava ripetere madre Teresa, ma che in troppi avevano dimenticato parlando per mesi di don Luca e della sua vita: "Se giudichi gli altri, in verità non hai tempo per amarli".

CLAUDIO LATTANZI

http://www.pontifex.roma.it/index.php/opin...no-luca-seidita

Cristianesimo e suicidio del diacono Luca Seidita Stampa E-mail

Pontifex.RomaI giornali hanno dato ampio spazio al suicidio del diacono a cui era stata sospesa l’ordinazione sacerdotale. Ho conosciuto personalmente don Luca Seidita pochi mesi fa a Napoli, i miei amici padri Agostiniani del Vomero mi avevano invitato qualche giorno da loro perché il vescovo di Orvieto mons Giovanni Scanavino che è un agostiniano del loro ordine si recava nella loro parrocchia a fare le cresime. In quell’occasione conobbi don Luca che era segretario vescovile, cerimoniere e autista dell’alto prelato. Parlai a lungo con don Luca che mi dette anche il suo numero di cellulare invitandomi ad Orvieto alla sua ordinazione sacerdotale. Ho dei ricordi meravigliosi di quei giorni perché mons. Scanavino è una persona amabilissima e di grande intelligenza e cultura e ci fece molto ridere con le barzellette che ci raccontava in un modo molto arguto e ricordo don Luca come un giovane assai simpatico. Non sapevo che Luca avesse avuto un iter ...

... tormentato per arrivare al sacerdozio a causa di sue difficoltà nello studio ma certamente posso categoricamente escludere che avesse problemi di omosessualità come qualche cattiva lingua ha messo in giro, anche perché i “gay” si riconoscono facilmente…

D’altro canto anche il povero mons. Martinelli ammazzato in Turchia era stato falsamente accusato di ciò…indubbiamente l’accusa di essere pedofili o omosessuali è una calunnia molto frequente nei riguardi del clero cattolico ed è quasi impossibile che un prete oggi non sia toccato da tale calunnia…. Certamente se mons. Scanavino sapeva che c’erano problemi per l’ordinazione di Luca avrebbe fatto bene prima a chiarirli con i dicasteri romani e poi a dare, una volta risolti, una data di ordinazione in modo da evitare la tragedia dell’annullamento della data di ordinazione con la conseguente vergogna..

Comunque don Luca che si è suicidato per l’annullamento della data di ordinazione voluta dal Nunzio Apostolico in Italia ( il Papa non c’entra niente e non interviene neppure nelle ordinazioni dei vescovi…) era stato duramente provato psicologicamente per la morte del padre poche settimane fa e nella lettera ha chiesto perdono a Dio per questo gesto che il Vangelo non tollera e ha chiesto preghiere per la sua anima. Per il cristianesimo: la vita umana è preziosissima ed il suicidio è un atto gravemente malvagio; Dio non è una divinità lontana, bensì una Persona amorevole a cui chi soffre può rivolgersi, chiedere conforto, ascolto, ecc. Cristo per infinito amore ha patito le più atroci sofferenze fino alla morte in croce.

E’ un Uomo-Dio che, per redimerci, assume su di sé liberamente la sofferenza, offre il dorso ai flagellatori, si sdraia sulla croce ed offre se stesso come modello di uomo sofferente e come compagno. Così, noi cristiani sappiamo che la nostra sofferenza è feconda e dunque possiamo sopportarla: la nostra sofferenza ci fa partecipare alla redenzione operata da Cristo in nostro favore (la redenzione da lui operata sulla croce, infatti, non giova affatto a Dio, bensì all’uomo, ha il fine di riscattarlo dal male); la sofferenza può essere da noi offerta per il bene di coloro che amiamo; in Cristo abbiamo un modello ed un compagno, che ci insegna a rendere feconda la sofferenza.

Don Luca oggi che ti faranno i funerali ad Orvieto celebrerò qui a Campagna nella mia parrocchia di Santa Maria La Nova la santa messa in suffragio per te..

Caro Luca Riposa in Pace!

Don Marcello Stanzione
 
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view post Posted on 6/12/2010, 13:18
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http://notizie.radicali.it/articolo/2010-1...by-venne-negato

Maria Antonietta Farina Coscioni
A Seidita concesso quello che a Piergiorgio Welby venne negato
06-12-2010

Dalla vicenda Welby hanno ammesso in chiesa la bara, il corpo morto di Luca Seidita. Crediamo che con questo si sia seguito il sentimento popolare di tutti, cattolici, credenti e non.
Il problema però è un altro: se a coloro che hanno portato a questo grado di disperazione al quale si è riconosciuto evidentemente di non essere responsabile del proprio suicidio -provocato- sarà giusto quando verrà il loro turno, il più possibile lontano, che possano loro anche essere ammessi in chiesa.

Detto questo dal vescovo padre Giovanni Scanavino è venuto un gesto coraggioso, improntato ad autentico senso cristiano di pietas. Non è mia intenzione fare polemiche. Ma non posso non pensare, come credo tutti abbiano pensato, che analoga misericordia, analoga “pietas” cristiana è stata rifiutata, dalle alte gerarchie vaticane, a Piergiorgio: che ha amato la vita fino a quando ha potuto, e poi stremato, anche lui, ha implorato di poter essere lasciato andare; quella misericordia e quella “pietas” che avrebbe certamente un poco consolato la vedova, Mina Welby e l’anziana madre, e che invece, per ragioni prettamente politiche e che nulla hanno a che fare con la fede, sono state loro negate. Grazie, dunque, padre Scanavino per questo suo gesto di misericordia e di amore.
 
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view post Posted on 17/12/2010, 13:00
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Suicidio diacono: vescovo
si rimette alle decisioni del Papa

Il vescovo non avrebbe dunque presentato le dimissioni come avevano riportato voci circolate nei giorni scorsi


Orvieto (Terni), 17 dicembre 2010 - Davanti ai presbiteri e i diaconi della diocesi di Orvieto-Todi riuniti per il ritiro mensile, il vescovo Giovanni Scanavino ha commentato le ultime vicende che hanno fatto seguito alla morte del diacono Luca Seidita.



"Dopo la tragica morte di don Luca sono state dette e scritte tante cose. Per fare chiarezza su tutto mi sono rimesso, nel segno dell'obbedienza, alle decisioni del Santo Padre Benedetto XVI al quale mi sono rivolto rappresentandogli l'intera vicenda".



Il giovane si era suicidato il 30 novembre scorso dopo la decisione della Santa Sede di sospendere la sua ordinazione a sacerdote.



Il vescovo non avrebbe dunque presentato le dimissioni come avevano riportato voci circolate nei giorni scorsi, ma avrebbe invece inviato al Vaticano una fitta documentazione relativa alla vicenda di Seidita, in attesa di decisioni in merito alla sua permanenza alla diocesi di Orvieto-Todi da parte dei dicasteri romani.



Con la Santa Sede Scanavino aveva avuto ''divergenze di valutazione'' sull'ordinazione del diacono, che sarebbe dovuta avvenire il 7 dicembre scorso.

* Funerali del giovane diacono: "Dio, perdona questo gesto"

http://www.lanazione.it/umbria/cronaca/201...o_diacono.shtml
 
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laura mattera
view post Posted on 10/1/2011, 10:31




PREGHIERA AI CRISTIANI DI BUONA VOLONTA'
A poco più di un mese dalla scomparsa....
Non dimentichiamoci di Luca Seidita, nostro fratello nella fede, figlio della Chiesa che lui, nonostante le sue fragilità, o la sua presunta immaturità (o quant'altro), voleva servire con tutto se stesso, con tutta la sua vita e invece non è riuscito (se non da chi gli era strettamente vicino) a farsi capire, accogliere, accettare, perdonare, amare... che è stato trattato senza la premurosa attenzione e il rispetto che si deve ad ogni persona; e poi, dopo la tragedia, senza neppure la carità che un'azione pastorale veramente corretta avrebbe dovuto garantire.
Non dimentichiamoci di Luca, siamo tutti coinvolti; la sua morte tocca tutti noi perchè siamo tralci di una stessa vite: Gesù Cristo. Se un tralcio viene spezzato tutta la pianta ne soffre. Dobbiamo perciò sentirci addolorati e pregare tutti insieme il Padre perchè perdonando quel gesto estremo lo accolga nel Regno...di più, possiamo ben pregare, e la preghiera è potente se il fine è buono, affinchè Gesù, nella sua infinita bontà lo costituisca suo sacerdote in Cielo, come lui tanto desiderava.... Ma dobbiamo molto pregare per questo perchè, nella sua fragilità, Luca non ha certo scelto di morire da santo.
Ciao Luca, io non ti ho conosciuto da vivo, neanche sapevo della tua esistenza... ora ti ho "adottato spiritualmente", ho una tua foto sul comodino accanto ai miei cari e ogni giorno, tu lo sai, ti penso e prego per te! Laura

PS. Nell'amarezza e turbamento suscitatomi dal caso ci tengo a sintetizzare il mio punto di vista.
Se il diacono Luca (il diaconato è già quasi un sacerdozio e se gli era stato conferito significa che non c'erano gravi pecche nel percorso, in caso contrario NO COMMENT!) non era ritenuto maturo si doveva fermarlo molto prima e con opportuna e delicata preparazione.
La decisione della sospensione calata dall'alto improvvisa, brutale, offensiva perchè fuori tempo (forse a seguito di calunnie?), apparsa come un rifiuto di tutta la persona; la ritengo frutto di leggerezza. Non ha tenuto conto della sensibilità, di quanto poteva ferire, deludere, disperare e soprattutto non ha considerato le possibili reazioni e conseguenze. A quel punto la situazione era oltremodo delicata, visti anche i precedenti. C'era un vescovo che andava contattato, ascoltato, preso in considerazione (avrà ben avuto il tempo di discernere la vera o presunta vocazione di Luca!) che comunque avrebbe dovuto avere il tempo di mediare....
NON SI GIOCA CON LA VITA DELLE PERSONE!
Meglio allora rischiare di avere un sacerdote in più immaturo ma con la possibilità di maturare (magari affiancandolo, tenendolo d'occhio, facendolo seguire)...insomma a mio avviso meglio un sacerdote un po' immaturo ma vivo e con davanti tutta la vita per migliorare, piuttosto che rischiare, come è accaduto, di avere sulla coscienza un diacono morto che con il suo gesto estremo ed evangelicamente inaccettabile si è messo nella condizione di pregiudicarsi l'eternità.
Dio è però Padre misericordioso, perdoni i nostri peccati! ...
 
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view post Posted on 10/1/2011, 13:01
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Io non mi sento affatto colpevole del suicidio di Luca Seidita. Questo indifferentismo è francamente ipocrita. Io credo alla responsabilità inviduale e non a noi tutti peccatori per un fantomatico peccato originale.

Colpevoli del suicidio di Luca Seidita sono chi lo ha incoraggiato al sacerdozio, una scelta contro natura e frustrante.

Meglio non avere preti per nessuna ragione, poiché chi fa una scelta di fuga dagli affetti e dalla sessualità ha un alto rischio di avere seri problemi di equilibrio psico affettivo e sessuale. Come forse Luca Seidita.

La vergogna dei preti pedofili dovrebbe insegnarlo.

E non concordo che "meglio avere un prete immaturo in più". Un prete immaturo è un potenziale criminale.

Meglio non avere un prete immaturo in più. Il male minore è non ordinare un prete immaturo. Meglio ancora sarebbe stato fargli togliere di testa quell'idea insana, visto che era già stato cacciato 3 volte da 3 seminari diversi.

Edited by GalileoGalilei - 11/1/2011, 12:11
 
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Mattialeccese
view post Posted on 10/1/2011, 23:15




Sottoscrivo Galileo! Trovo personalmente il commento di Laura (che pur rispetto) infantile ed emotivo, condivido solo l'idea che si sarebbe dovuto rispedire a casa Luca invece di illuderlo di poter ricevere l'ordinazione, cosa che l'ordinamento canonico vieta a chiare lettere per gli omosessuali che non rinnegano e non rifiutano la loro omosessualità in modo fermo e deciso!
 
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93 replies since 20/3/2008, 15:00   1650 views
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