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Sborra Boy e caxone, i profili di don Mauro Stefanoni. Abusò di ragazzo disabile, Como: 8 anni in Cassazione e diocesi condannata a risarcimento per abusi su ragazzo con ritardo mentale. Fa ancora il prete

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view post Posted on 10/12/2010, 19:35
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http://www.corrieredicomo.it/index.php?opt...id=21&Itemid=28

La madre del ragazzo di Laglio «Feriti dalle parole del vescovo»



Venerdì 10 Dicembre 2010

La famiglia replica a monsignor Coletti sulla vicenda di don Mauro

«Quelle parole non me le aspettavo e mi hanno ferito. Soprattutto nel giorno dell’Immacolata, e in vista del Natale. Non vi dico come ha reagito mio figlio e cosa ha detto nel sentire il pensiero del vescovo di Como. Posso però aggiungere che quello che è stato detto non ha fatto bene al ragazzo e nemmeno alla nostra famiglia». Parla di getto, con la voce rotta dalla commozione, la madre della presunta vittima di don Mauro Stefanoni. E parla dopo aver udito in televisione, al telegiornale di Etv, le prime parole pronunciate da monsignor Diego Coletti sulla vicenda che ha travolto la famiglia del ragazzo e dalle cui dichiarazioni è partita l’indagine e in seguito i processi all’ex parroco di Laglio, accusato di violenza sessuale ai danni del giovane che, all’epoca dei fatti - che si collocherebbero tra l’agosto del 2003 e l’ottobre del 2004 - era minorenne. Coletti, che ereditò la vicenda, al suo arrivo alla guida della Chiesa lariana avvenuto nel gennaio del 2007, dall’allora vescovo Alessandro Maggiolini, prese i primi provvedimenti allontanando don Mauro da Colico (dove era stato spostato) e tenendolo lontano da incarichi pastorali. Poi, cosa mai avvenuta prima, inviò propri emissari in aula a seguire le ultime udienze del processo di primo grado, concluso con la condanna di otto anni poi ratificata anche dal collegio d’Appello lo scorso 23 novembre. Mai, però, monsignor Diego Coletti, pur senza far mancare comunicati stampa sulla questione, aveva parlato apertamente della vicenda di don Mauro Stefanoni. Un tabu rotto con l’intervista rilasciata al giornalista di Etv Davide Cantoni, concessa all’emittente cittadina in occasione del Natale per fare gli auguri ai fedeli e alla città. Cinque minuti buoni in cui il presule ha espresso a ruota libera le proprie considerazioni che, tuttavia, non sono state gradite dalla famiglia della vittima che le ha udite al telegiornale della sera. Parole in cui il vescovo, oltre a rimarcare il «rigore con cui vanno affrontate queste vicende», anche per «togliere ogni possibile giudizio di sottovalutazione o occultamento» della vicenda, ha poi aggiunto, «nel concreto», di essere «personalmente vicino all’ex parroco di Laglio, lasciando che faccia le sue scelte in autonomia e libertà ma mettendolo in una condizione in cui non abbia responsabilità pastorali di alcun genere in modo da tenersi fuori da ogni possibile accusa di sottovalutazione della sua posizione». «Episodi di cronaca anche molto recente - ha poi proseguito monsignor Coletti - fanno riflettere sulla situazione pesante di persone che magari innocentemente sono state accusate e perseguite per poi accorgersi dopo mesi o anni che per una convergenza di circostanze si è puntato nella direzione sbagliata». Considerazioni che alla famiglia del ragazzo - che ha replicato subito dopo il tg della sera con le parole dell’avvocato Nuccia Quattrone - non sono piaciute. «Non posso negare di esserci rimasta molto male - dice la madre del giovane - Non ho più nemmeno la forza di reagire. Nemmeno il secondo grado di giudizio ha chiuso questa vicenda. Non vi dico quello che provo. Quelle parole hanno però fatto male sia a me sia alla mia famiglia, sia soprattutto a mio figlio che le ha ascoltate in televisione».
«L’incontro con il vescovo c’è stato - conferma infine la madre - Ma siamo stati noi a chiedere di potere parlare con monsignor Coletti e a ottenere l’incontro, che avvenne nel luglio di 2008, dopo più tentativi. Fino a quel momento dalla Curia non avevamo mai ricevuto, in tutta la vicenda, una sola telefonata. E anche dopo allora nessuno si è più fatto sentire»
. La vicenda processuale attende ora il deposito delle motivazioni dell’Appello - che ha confermato gli otto anni del primo grado - e che dovrebbe avvenire entro 90 giorni dalla lettura del dispositivo, fatta, come detto, il 23 novembre 2010. Poi don Mauro e i suoi avvocati dovranno decidere se fare ricorso o meno in Cassazione. Fino a quel giorno anche il processo canonico rimarrà sospeso.

Mauro Peverelli
 
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matrix001949
view post Posted on 14/2/2011, 00:24




Un saluto a tutti i componenti del forum. Premetto che non sono per nulla anticlericale,ma proprio per questo vi voglio raccontare quanto mi è accaduto e di cui sono stato testimone oggi.
Mi sono iscritto ad un pellegrinaggio per il Santuario di Varallo Sesia nel vercellese.Ci ero già stato in occasione del pellegrinaggio per la prima Comunione di mia figlia 20 anni fa. Ho aderito con mia moglie a questa "gita" organizzata da gente della mia zona( Cantù). Dopo circa 1 ora dalla partenza ,dal pullman che ci precedeva,approfittando di una sosta,sale da noi un prete che si da da fare spiegandoci il percorso e illustrandoci come si sarebbe svolta la giornata.Parla di altri pellegrinaggi passati e futuri,poi ci consegna delle fotocopie a colori dei canti religiosi che non tarda ad intonare. Io non lo avevo mai visto e nemmeno sapevo della sua triste e vergognosa storia raccontatami da alcuni altri partecipanti al ristorante seduti a pranzo. Ebbene trattavasi del Don (??) Mauro Stefanoni da voi anche citato piu volte in queste pagine.
Nel pomeriggio,ha "intrattenuto" i fedeli nel Santuario con varie preghiere culminate più tardi con la celebrazione della S.Messa,si badi bene non concelebrata bensì celebrata da solo. Confesso che a questo punto,mi sono sentito ,e pure mia moglie,in grave disagio e disgustati abbiamo preferito uscire dalla chiesa dopo circa dieci minuti dall'inizio della funzione. Vi giuro che se avessi mai sentito prima parlare di lui,avendo cosi sicurezza di quello riferitomi al ristorante,avrei cercato il sacerdote responsabile del Santuario e,riferendogli tutto avrei chiesto spiegazioni sull'opportunità di un tale permesso di celebrare.
Mancherà pure il terzo grado di giudizio,però sta di fatto che da quanto ho visto,continua ad esercitare la sua professione.
Scusate il disturbo e lo sfogo. Grazie per l'ospitalità su questo forum interessante.
Fiorenzo.
 
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Alessandro Baoli
view post Posted on 14/2/2011, 07:50




Mi spiace per la tua disavventura, credo di poterti capire. Francesco di Assisi diceva che per quanto peccatore possa essere un prete, quando celebra le sue mani sono comunque sante (o una cosa del genere). Io non sono d'accordo per niente, ma io sono ateo e non faccio testo; credo però che la Chiesa vada cambiata dal basso, per il bene di tutti (noi 'miscredenti' inclusi), credo che i fedeli più 'svegli' debbano smettere di tacere e accodarsi, in fondo il vostro dio è si scagliato senza tanti complimenti contro l'ipocrisia e la falsità dei sacerdoti del tempo...
 
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matrix001949
view post Posted on 14/2/2011, 15:37




Grazie per la risposta .Ho parlato col parroco che mi ha consigliato di scrivere al vescovo,cosa che farò.Non conosco le affermazioni di S. Francesco d'Assisi che tu citi,ma che non condividerei neppure io che sarò anche una pecorella ma non certo un PECORONE...E' vero che il nostro Dio (la d maiuscola non costa niente ed è una forma di rispetto per i credenti),ha scacciato i mercanti dal tempio,perchè quando ci vuole,ci vuole... Infine,pur rispettando le idee altrui non trovo una scelta felice essere ateo per queste considerazioni: se credi per una vita
e morendo Dio non esiste,non lo saprai mai e quindi non resterai deluso...Viceversa se esiste avrai la ricompensa e sarai felice di averci
creduto...Se non credi,morendo avrai 2 possibilità,se non esiste non potrai mai sapere che avevi ragione a non credere,ma se dovesse esistere,lo saprai e ci resterai male perchè Egli non si occuperà di te...Per questo non mi sembra una buona idea l'ateismo.
Oh scusa se mi sono permesso ,tanto per parlare,non certo una critica per una persona tanto gentile che mi ha risposto...
Grazie comunque per l'attenzione e, piu avanti ti farò sapere la risposta del vescovo...
 
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Alessandro Baoli
view post Posted on 15/2/2011, 15:00




Perché, tu credi solo per una "ricompensa"? Guarda, se dovesse esistere davvero sarò io a fargli delle domande...

Quanto al vescovo, grazie se ci farai sapere; ma io non mi illuderei troppo.
 
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view post Posted on 17/2/2011, 19:50
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Amico Matrix, non so se hai avuto modo di leggere tutta la vicenda di don Stefanoni, che qui è ricostruita passo per passo.

Scoprirai che i vescovi e i monsignori di Como, a partire dal defunto Maggiolini, sono stati sempre e sono tuttora conniventi con "sborra boy".

Basti pensare che Maggioliini era indagato per aver avvertito don Stefanoni che era sotto indagine, vanificando quindi gli strumenti di indagine che si fondano sulla segretezza (come le intercettazioni).

Maggiolini fu indagato e solo la sua morte lo ha salvato da un probabile condanna.

Come puoi aver fiducia dei vertici ecclesiastici che finora si sono dimostrati conniventi con "sborra boy" Stefanoni?

Bisogna piuttosto segnalare alla opinione pubblica lo scandalo, a partire dagli organi di stampa della tua zona, anche se alcuni sonoemanazione diretta della Curia di Como.
 
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view post Posted on 9/3/2011, 17:26
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«Don Mauro non merita clemenza e il ragazzo è pienamente credibile» Stampa E-mail
Mercoledì 09 Marzo 2011
Pesanti le motivazioni del collegio d’Appello che ha confermato la condanna a otto anni
(m.pv.) Poche pagine, tante bordate. A don Mauro Stefanoni, alla sua condotta processuale, a quanto avvenuto prima e dopo i processi di primo e secondo grado, che l’ha portato alla condanna di otto anni per la presunta violenza sessuale ai danni di un ragazzo dell’oratorio di Laglio che, all’epoca dei fatti, era quindicenne. È questa l’estrema sintesi delle 31 pagine contenenti le motivazioni che hanno spinto il collegio d’Appello del tribunale di Milano - composto interamente da donne - a ribadire la sentenza di condanna rimediata dall’ex parroco davanti ai giudici di Como. Una ricostruzione dei fatti che parte da una considerazione perentoria: quella della «piena credibilità delle dichiarazioni accusatorie del minore, che non hanno trovato alcuna smentita nell’ampia acquisizione del materiale probatorio, neppure quella della sbandierata e inesistente patologia dell’imputato» che, secondo la difesa, avrebbe reso impossibile la consumazione di rapporti sessuali. «Plurimi riscontri - proseguono i giudici nelle motivazioni - al racconto della vittima che non può che riferirsi a circostanze ed avvenimenti realmente accaduti», fornendo dunque un «quadro accusatorio univoco e concordante in ogni sua parte».
«Non merita clemenza»
La parte più pesante delle 31 pagine redatte dal collegio d’Appello, riguarda però l’attacco diretto a don Mauro Stefanoni e alle sue «doglianze» per il «mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche». «A questo proposito - proseguono i giudici - il comportamento complessivamente tenuto dall’imputato non risulta affatto meritevole di clemenza». E in ogni caso «la capacità criminale di Stefanoni, desumibile dalla stessa gravità delle condotte considerate», sarebbe di per sé «sufficiente a escludere il riconoscimento del beneficio». E non è tutto, perché «emerge nitidamente dalla lettura degli atti, come l’appellante non si sia limitato a quella che è la consentita anche vivace foga difensiva, ma nello sparare contro tutto e tutti sia andato ben oltre passando dalla pur consentita e macroscopica menzogna, sino alla denigrazione dei testi per arrivare alla vera e propria manipolazione dei dati istruttori».
La discussa perizia
Molti riferimenti delle motivazioni, puntano il dito contro la presunta patologia di don Mauro Stefanoni che avrebbe impedito - come sostenuto dalla difesa - le pratiche sessuali raccontate dalla vittima. Patologia riconosciuta in primo grado dal perito del giudice, ma su cui il collegio d’Appello ha voluto vederci chiaro, disponendo nuovi esami. Una rinnovazione dibattimentale «che ha dissipato» ogni residuo dubbio, in quanto il «collegio peritale», al proposito, «ha escluso l’esistenza di una patologia» concludendo con «una plateale smentita sulla dedotta impossibilità di attività sessuali».
I compagni di classe
Altro elemento cui viene dato molto spazio, è il modo in cui emersero le “confessioni” del minore su quanto sarebbe avvenuto nella casa parrocchiale. Dichiarazioni sentite dai compagni di classe nello spogliatoio, e poi registrate su cassette. Modalità e contesto duramente attaccati dalla difesa in questi anni di udienze. «Una rivelazione che uscì d’impulso, destando l’immediata attenzione dei compagni che sulle prime pensarono persino ad una burla, salvo poi capire che l’amico si riferiva davvero a una esperienza sessuale dirompente e completamente diversa da quelle su cui fino a quel momento si era scherzato».
La rivelazione della presunta vittima, secondo il collegio, «non ricalcava le comuni vanterie sessuale vere o presunte dei maschi alle loro prime esperienze con l’altro sesso, come sarebbe avvenuto se anch’egli avesse voluto vantarsi con una sbruffonata al pari degli altri, ma era riferita ad un rapporto con un adulto per giunta pure prete». «Un fatto così insolito - è la tesi - che a giudizio della Corte esprime di per sé il crisma della genuinità, anche tenuto conto delle ridotte capacità cognitive del minore e della pregressa limitata esperienza sessuale». E non è meno pesante la posizione dei giudici sul perché la presunta vittima non abbia raccontato quanto avveniva con don Mauro nelle sue confessioni con un prete amico di famiglia.
«Un fatto del tutto irrilevante - concludono le motivazioni d’Appello - perché semmai ciò prova quanto reticenti ed inveritiere possano essere le cristiane confessioni». Insomma, un quadro probatorio «univoco e concordante in ogni sua parte, tale da rendere a posteriori del tutto credibile» il racconto del ragazzo, rendendo pertanto inevitabile «l’intera conferma della sentenza di primo grado» e la conseguente condanna a otto anni.


http://www.corrieredicomo.it/index.php?opt...id=21&Itemid=28

"Nessuna clemenza
per don Mauro"
Le motivazioni
della condanna

I Giudici della Prima Corte d’Appello di Milano, il 23 novembre scorso hanno confermato gli otto anni di carcere per l'ex parroco di Laglio processato con l’accusa di abusi sessuali verso un ragazzo della parrochia
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palazzo di giustizia di milano
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Laglio, 9 marzo 2011 - «Il comportamento tenuto dall’imputato non risulta meritevole di alcuna clemenza». Parole durissime che sono solo la premessa di quanto scritto dai giudici della Prima Corte d’Appello di Milano, che il 23 novembre scorso hanno confermato la condanna a otto anni di carcere per Mauro Stefanoni, 42 anni, ex parroco di Laglio processato con l’accusa di abusi sessuali verso un ragazzo frequentatore della sua parrocchia, che all’epoca aveva 16 anni, tra agosto 2003 e dicembre 2004.

Stefanoni era stato condannato per violenza sessuale aggravata dall’età della vittima, dall’aver commesso i fatti in qualità di ministro di culto, dall’abuso di autorità, dalla condizione di inferiorità psicofisica del ragazzo. In una trentina di pagine di motivazioni, depositate in questi giorni, i giudici milanesi rigettano con fermezza il ricorso presentato dai legali, aggiungendo considerazioni eloquenti sul comportamento processuale tenuto dall’imputato. «Emerge infatti – si legge nella sentenza – che l’appellante non si è limitato ad una vivace foga difensiva, ma ha sparato contro tutti e tutto, gridando al complotto giudiziale… È andato ben oltre della pur consentita e macroscopica menzogna. È arrivato fino alla denigrazione dei testi, e a una vera e propria manipolazione degli atti istruttori raccolti».

Il riferimento è anche alla calunnia di cui dovrà rispondere a luglio, nei confronti di un suo parrocchiano chiamato a testimoniare nel processo di primo grado a settembre 2007: sentito in merito a una donazione di videocassette per l’oratorio, una quarantina di titoli in tutto tra cartoni animati e qualche poliziesco, gli fu chiesto dal sacerdote di sottoscrivere una dichiarazione nella quale spiegava di aver regalato quei film a don Mauro, salvo poi ritrovare quell’elenco con l’aggiunta di una pellicola pornografica omosessuale. Ribadendo la credibilità di quel ragazzino, che era stata abbondantemente attaccata dai difensori del sacerdote, i giudici affermano che «il giovane non è meritevole delle numerose censure mosse dall’imputato. E la sua dichiarazione accusatoria non resta scalfita, anche se i particolari dei luoghi delle violenze non sono sempre stati convergenti e precisi. Ma solo su particolari di mero contorno».

L’ex sacerdote – ora sospeso e con un lavoro impiegatizio fuori dalla Chiesa – ha sempre rigettato le accuse, sostenendo di non poter svolgere gli atti sessuali contestati a causa di un problema anatomico. Tuttavia la perizia disposta dai giudici d’Appello, aveva confermato la presenza della patologia lamentata da Stefanoni, escludendo però che tale problema potesse precludere gli atti ipotizzati. Nel frattempo sono state archiviate tutte le denunce di falsa testimonianza, che i legali di Stefanoni avevano man mano inoltrato a carico dei testimoni del processo di primo grado, che aveva fatto affermazioni di qualsiasi natura accusatoria, a partire dagli inquirenti che avevano indagato su di lui.

di Paola Pioppi


http://www.ilgiorno.it/como/cronaca/2011/0..._clemenza.shtml
 
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view post Posted on 15/6/2011, 08:45
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Don Mauro in Cassazione il 5 ottobre Stampa E-mail
Martedì 14 Giugno 2011
Fissata la data
La vicenda di don Mauro Stefanoni, l’ex parroco di Laglio condannato in primo e in secondo grado a otto anni di reclusione con l’accusa di violenza sessuale su un ragazzo minorenne che frequentava il suo oratorio, si concluderà il prossimo 5 ottobre a Roma. È stata infatti fissata la data di fronte ai giudici della Corte di Cassazione (terza sezione penale, ore 10), l’ultimo grado di giudizio cui i legali del prete si sono rivolti per tentare di sovvertire l’esito dei processi tenuti a Como e a Milano. Nelle pagine del ricorso, gli avvocati di don Mauro furono molto critici con i giudici meneghini sostenendo, da parte dei magistrati, «un attacco diretto e gratuito contro la Chiesa cristiana», una religione «che il collegio milanese ha chiaramente mostrato di non apprezzare». E questo, «solo per giungere ad una conferma della condanna dell’imputato», il che «denota l’assoluta mancanza di serenità e obiettività nel giudizio».

Mauro Peverelli


http://www.corrieredicomo.it/index.php?opt...id=21&Itemid=28
 
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view post Posted on 6/10/2011, 05:49
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Don Mauro, troppe cause
La sentenza rinviata di mesi

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La chiesa parrocchiale di Laglio, dov'era in servizio don Mauro Stefanoni (Foto by archivio)

LAGLIO Troppe cause da discutere in Cassazione e i giudici della terza sezione sospendono tutto e rimandono la sentenza sull'ex parroco don Mauro Stefanoni a data da destinarsi.

Suona come un vero e proprio colpo di scena la decisione, giunta nel primo pomeriggio, dei giudici romani di non discutere neppure il ricorso contro la condanna del sacerdote, riconosciuto colpevole di violenza sessuale nei confronti di un ragazzino del paese e a carico del quale era stata emessa una pena a 8 anni di reclusione.

La terza sezione della Cassazione doveva discutere, oltre al ricorso dei legali di don Mauro, anche altri 27 fascicoli. Molti dei quali delicati. La discussione si è dunque protratta fino al pomeriggio e, giunto il momento di parlare del caso di Laglio, i giudici hanno deciso di rinviare la discussione a nuovo ruolo, dunque a data da destinarsi.

Questo significa che l'attesa sentenza non arriverà, molto probabilmente, prima del 2012 o, al più presto, entro la fine dell'anno.


http://www.laprovinciadicomo.it/stories/Cr...nviata_di_mesi/
 
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view post Posted on 21/1/2012, 15:27
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http://www.corrieredicomo.it/index.php?opt...14:prima-pagina

Clamoroso in Cassazione. Nuovo rinvio per don Mauro Stampa E-mail
Sabato 21 Gennaio 2012
Vicenda surreale - A ottobre il problema era stato creato da una agenda troppo fitta. Non si conosce ancora la prossima data di convocazione
Anche ieri niente udienza: questa volta si tratta di un difetto di notifica
Incredibile ma vero. Anche ieri, come già avvenuto a inizio ottobre, la Corte di Cassazione non ha chiuso la vicenda legata a don Mauro Stefanoni.
I giudici del “Palazzaccio”, infatti, hanno terminato la mattinata con un rinvio a nuovo ruolo (il secondo consecutivo) spostando tutto nella migliore delle ipotesi di almeno un paio di mesi.
Si prolunga dunque oltre il tollerabile l’attesa delle parti per definire, in un senso o nell’altro, una vicenda che ha fatto discutere non solo la provincia di Como.
Di fronte ai giudici romani, come detto, avrebbe dovuto essere discusso il caso dell’ex parroco di Laglio accusato da un ragazzo dell’oratorio (all’epoca dei fatti minorenne) di violenza sessuale.
Un fascicolo delicato, con il prete condannato sia in primo grado a Como sia in secondo grado a Milano alla pena di otto anni. L’ultima parola spettava ieri alla Cassazione. Data che era stata fissata dopo il precedente rinvio di ottobre, quando i giudici romani si trovarono in agenda ben 28 cause riuscendo a discuterne poco più della metà. Tra queste, già allora, non c’era il caso di don Mauro Stefanoni rinviato appunto al 20 gennaio.
Così, ieri mattina, gli avvocati delle parti si sono ritrovati di nuovo di fronte ai giudici della Terza sezione della Corte di Cassazione. Tutti tranne uno, ovvero Massimo Martinelli, uno dei legali di don Mauro. La difesa, con l’avvocato Guido Bomparola, ha infatti eccepito in apertura di udienza un difetto di notifica in quanto la convocazione per il 20 gennaio, all’avvocato Martinelli, era giunta solo il 9 gennaio mentre avrebbe dovuto arrivare almeno un mese prima, quindi il 20 dicembre.
Inevitabile per la corte, a questo punto, prendere atto della situazione e rinviare tutto a nuovo ruolo, con una nuova data, nuove notifiche e, ovviamente, una nuova convocazione a Roma sperando che sia la volta buona.
«Ecco perché i tempi della giustizia sono così lunghi», si è limitato a sbottare il presidente della Terza sezione.
Decisamente contrariati ovviamente anche gli avvocati di parte civile, Nuccia Quattrone e Leonardo Ortelli, giunti nella Capitale per nulla, con l’unico compito di riferire alla vittima e alla famiglia che rappresentano, che ancora una volta tutto era stato rinviato. «Come ci sentiamo? Presi in giro - dicono in coro Ortelli e la Quattrone - Questa è la macchina della giustizia in Italia. Una volta che la difesa ha eccepito il difetto di notifica, i giudici non hanno potuto fare altro che rinviare tutto a nuovo ruolo».
«I diritti fondamentali della difesa devono sempre e comunque essere garantiti - commenta invece l’avvocato Bomparola, sul treno di ritorno dalla Capitale - C’è l’obbligo di notificare la convocazione dell’udienza almeno un mese prima e al mio collega è arrivata solo 11 giorni prima, il 9 gennaio. Lo stesso presidente ha detto in aula che si trattava non di un ritardo, ma di un “ritardissimo”». Rimane il fatto che le parti dovranno ora sobbarcarsi l’ennesimo viaggio verso Roma. «Io credo che le cose debbano essere semplificate - conclude Guido Bomparola, l’avvocato di don Mauro - Nell’epoca di Internet, dove con un click si inviano messaggi in tempo reale a migliaia di chilometri di distanza, non è possibile non riuscire a notificare per tempo degli avvisi. Le procedure dovrebbero essere semplificate».
Nessun commento invece dalla famiglia della vittima, che ha appreso la notizia rimanendo sul Lario. A filtrare è stata solo una grande rabbia che però non ha lasciato spazio alle parole.

Mauro Peverelli
 
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view post Posted on 23/5/2012, 09:03
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www.ciaocomo.it/notizie-como/cronac...i-di-cella.html

Ricorso respinto, per don Mauro otto anni di cella


Mercoledì 23 Maggio 2012


Tutto confermato. Il ricorso di don Mauro Stefanoni, 40enne canturino, ex parroco di Laglio, è stato ritenuto inamissibile dai giudici della Cassazione di Roma (nella foto a lato il suo ingresso). Che solo a tardissima ora - praticamente nella notte - hanno emesso il verdetto dopo che i legali del religioso, attualmente sospeso da ogni incarico dalla Diocesi, avevano chiesto la riapertura del caso. Tutto confermato, come detto. Restano gli otto anni da scontare per don Mauro, ritenuto colpevole in due gradi di giudizio di violenza sessuale su un ragazzino minorenne di Laglio quando lui era parroco nel paese del lago. Circostanze che Stefanoni ha sempre respinto.

Lui, l'ex parroco di Laglio, è rimasto a Cantù ad aspettare il verdetto. Chi lo ha visto sostiene con ormai la certezza di finire in carcere. Cosa che avviene oggi. Stamane, infatti, i carabinieri sono andati a casa sua: la sentenza a suo carico, a questo punto, è definitiva ed immediatamente esecutiva. Otto anni di carcere per la violenza denunciata dal ragazino a casa del religioso.

Edited by GalileoGalilei - 18/8/2014, 04:09
 
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view post Posted on 23/5/2012, 16:28
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Don Mauro già in carcere a Bollate

Mercoledì 23 Maggio 2012

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Si è costituito spontaneamente questa mattina nel carcere milanese di Bollate, don Mauro Stefanoni, 40enne ex parroco di Laglio, condannato in via definitiva ieri in cassazione a 8 anni di reclusione per molestia sessuale su un ragazzino minorenne del paese del centro lago dove lui ha esercitato anni fa. Una presenza volontaria in carcere la sua, che ha evitato così che i carabinieri lo accompagnassero direttamente nella cella dove ora rimarrà per i prossimi anni. Ha già scontato 5 mesi don Mauro Stefanoni gli restano 7anni 6mesi e 8 giorni da scontare. Non avrà l’indulto quindi dovrà farli interamente. Lui, per la cronaca, si è sempre professato innocente ha sempre negato ogni addebito. Questa mattina con grande amarezza ha salutato i propri familiari ed è andato da solo proprio in carcere dove lo attendevano gli agenti di polizia penitenziaria.
 
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view post Posted on 24/5/2012, 06:26
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Che dite, spreteranno finalmente "sborra boy"?

http://www.corrieredicomo.it/index.php?opt...14:prima-pagina

Il comunicato della Diocesi sulla vicenda di don Mauro: "Conforto umano e sostegno per le vittime" Stampa E-mail
Mercoledì 23 Maggio 2012
Il prete questa mattina si è costituito spontaneamente nel carcere di Bollate, scelto dopo essersi consultato con i propri legali

In merito alla condanna di don Mauro Stefanoni, ecco il comunicato stampa della Diocesi di Como giunto in redazione: "La Diocesi di Como prende atto delle decisioni assunte dalla Corte di Cassazione nel giudizio di terzo grado relativo alla vicenda che riguarda don Mauro Stefanoni. In questo momento la paterna sollecitudine del Vescovo si rivolge a tutte le persone coinvolte nella complessa vicenda. In particolare a coloro che il dispositivo della sentenza penale ha riconosciuto come vittime del comportamento addebitato a don Mauro. Sinceri sono il conforto umano e il sostegno nella preghiera". E si legge ancora: "Per chi è stato riconosciuto responsabile, accanto al rigoroso rispetto della sentenza emessa dalla giurisdizione civile, non può venir meno il senso di vicinanza fraterna da parte di tutta la comunità diocesana. Verranno fatte le opportune valutazioni per la ripresa del procedimento canonico già avviato a carico di don Mauro Stefanoni. L’intera Chiesa locale è chiamata alla preghiera umile e fiduciosa, che ottenga dal Signore una grazia rinnovata di penitenza, di amore alla giustizia e di perdono. Don Mauro intanto si è presentato spontaneamente nel carcere di Bollate fin da questa mattina, senza attendere a casa l'arrivo dei carabinieri. Una struttura scelta in precedenza dopo essersi confrontato con i propri legali.
 
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perlanaturale
view post Posted on 26/5/2012, 13:41




Violenza sessuale su un minore,
prete in carcere dopo sette anni
Don Mauro Stefanoni si è presentato spontaneamente dopo la conferma della condanna in Cassazione la vicenda a laglio (como) nel 2005

Violenza sessuale su un minore,
prete in carcere dopo sette anni

Don Mauro Stefanoni si è presentato spontaneamente dopo la conferma della condanna in Cassazione

LAGLIO (Como) – Sette anni dopo la denuncia di violenza sessuale ai danni di un ragazzino allora 14enne, per l’ex parroco don Mauro Stefanoni, si sono aperte le porte del carcere. Il sacerdote si è presentato spontaneamente al carcere di Bollate dopo la sentenza della Cassazione, che ha confermato in via definitiva la condanna a 8 anni di reclusione comminata in primo e secondo grado. Don Mauro, oggi 43enne, era il parroco di Laglio quando, nel maggio del 2005, è stato accusato di violenza sessuale su un adolescente della parrocchia. Gli abusi si sarebbero verificati in modo continuato dall’estate del 2003 all’autunno del 2004. Dopo un breve periodo di arresti domiciliari, il sacerdote aveva ottenuto la revoca della custodia cautelare e da allora è sempre stato libero. Ora, pur ribadendo la sua innocenza, ha preferito presentarsi in carcere per non essere prelevato dai carabinieri, anche per evitare telecamere e fotografi che lo attendevano fuori dall'abitazione dei genitori a Cantù.

Il processo a suo carico è iniziato a ottobre 2006 e dopo circa un anno e mezzo è arrivata la prima sentenza, una condanna a 8 anni di reclusione. Solo dopo il pronunciamento dei giudici del Tribunale di Como, il vescovo di Como monsignor Diego Coletti ha sospeso da ogni incarico don Mauro, che dopo l’avvio della clamorosa inchiesta era stato solo spostato da Laglio in una parrocchia del Lecchese. Il sacerdote, che si è sempre professato innocente, ha presentato anche una perizia che attesterebbe un disturbo fisico che impedirebbe normali rapporti sessuali. Il documento non è bastato a evitare a don Mauro la conferma della condanna a 8 anni anche in Appello. Il sacerdote è comunque rimasto libero in attesa della Cassazione.

Per la sentenza definitiva, l’attesa è durata fino alla notte tra il 22 e 23 marzo scorsi, quando i giudici della Suprema Corte hanno confermato la condanna a 8 anni di reclusione per il sacerdote. Poche ore dopo, per evitare un arresto clamoroso, don Mauro Stefanoni si è presentato spontaneamente al carcere di Bollate. Immediata la reclusione in cella, dove dovrebbe rimanere per i prossimi anni. «Resto convinto dell’innocenza di don Mauro ma rispetto la decisione presa dai giudici – ha commentato uno dei suoi legali, Guido Bomparola -. Ora spero solo che cali il sipario su questa vicenda triste, lunga e drammatica per tutti».


http://milano.corriere.it/milano/notizie/c...309725874.shtml
 
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view post Posted on 24/2/2013, 05:22
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