Laici Libertari Anticlericali Forum

Posts written by Laicometa

view post Posted: 25/8/2016, 21:05 Arrestato rapper Namewee: "Ha insultato l'islam" - Attualità
Arrestato rapper Namewee: "Ha insultato l'islam"

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/arrest...am-1298182.html



L'arresto dell'artista, il cui vero nome è Wee Meng Chee, è avvenuto ieri, riporta il sito della Bbc precisando che la polizia malese aveva reso noto nelle scorse settimane di aver avviato un'indagine sul contenuto del video a seguito delle denunce fatte da diverse organizzazioni non governative. Namewee - che canta in cinese mandarino ed è diventato famoso anche in Cina e Taiwan, grazie a canzoni e video sempre provocatori - ha invece sostenuto che con il suo nuovo video, pubblicato a luglio, intende promuovere l'armonia religiosa. Nel video si vede il rapper e la sua band che cantano di fronte, ed all'interno, diversi luoghi di culto in Malaysia - una moschea, una chiesa cristiana, un tempio buddista ed uno taoista - avendo come 'guidè quattro esponenti delle quattro religioni ritratti in modo ironico. In una nuova versione del video, caricata su Youtube ieri, sarebbe stata tagliata la sequenza nella moschea. Non è la prima volta che il rapper ha problemi con le autorità del Paese asiatico, la cui popolazione è al 60% musulmana: già negli anni scorsi era quasi finito in prigione per una canzone "Negaraku" con cui faceva la parodia dell'inno nazionale. La canzone fu messa al bando perché "sediziosa".

Altre fonti: https://www.google.it/search?q=Arrestato+r..._sm=93&ie=UTF-8
view post Posted: 22/8/2016, 21:10 Pedofilia, un documento invitava i vescovi "a non scusarsi troppo" - Attualità
Pedofilia, un documento invitava i vescovi "a non scusarsi troppo"

http://www.cdt.ch/mondo/cronaca/161571/ped...scusarsi-troppo

LONDRA - Un documento "confidenziale" del 2007 che circolò tra i vescovi della Chiesa inglese invitava a non scusarsi troppo nei casi di pedofilia. Lo scrive 'The Telegraph'.

In questo stesso documento, venuto alla luce solo in questi giorni, si invitavano i vescovi "ad utilizzare, per esprimere le proprie scuse, solo le parole approvate dagli avvocati o dai consiglieri per la comunicazione". Le indicazioni, scritte nel 2007 e sostituite lo scorso anno, inoltre avvisavano i vescovi di fare attenzione nell'incontrare le vittime faccia a faccia e di fare questo eventualmente dopo essersi consultati con i legali.

Lo stesso documento - spiega The Telegraph - aveva in pratica lo scopo di non dare alle vittime troppi strumenti per eventuali richieste di risarcimenti.
view post Posted: 22/8/2016, 20:08 Prostituzione minorile. Don Lesmo salvato dalla prescrizione per 11 giorni. E la diocesi non lo spreta - La stanza del peccato
Milano, sesso con minori: arrestato educatore, abusi su un adolescente

www.ilgazzettino.it/italia/cronaca_...re-1918802.html

Guido Milani, ex presidente di un centro ricreativo a Lecco, la "Cooperativa ragazzi e cinema", e già condannato a 4 anni e mezzo di carcere in un'inchiesta milanese che ha portato alla condanna per prostituzione minorile anche di don Alberto Paolo Lesmo, ex parroco della chiesa di S. Marcellina ed ex decano di Milano-Baggio, è stato arrestato dalla polizia. Nei confronti di Milani, infatti, sono stati denunciati nuovi episodi e, in particolare, un adolescente ha raccontato a fine luglio, nell'ambito di una nuova tranche dell'indagine del pm Giovanni Polizzi (don Lesmo non è coinvolto in questo filone), di aver subito abusi sessuali da parte dell'uomo quando frequentava la Cooperativa ragazzi e cinema.

E così, evidenziando il pericolo di reiterazione del reato, il gup Gennaro Mastrangelo ha emesso una misura cautelare di arresti domiciliari per Milani. Lo stesso giudice, lo scorso 12 luglio, aveva condannato l'educatore e don Lesmo per i rapporti a pagamento avuti con un adolescente tossicodipendente. Poco più di un mese fa, il giudice aveva condannato Milani perché avrebbe avuto una ventina di rapporti sessuali con un ragazzo in cambio di denaro, «circa 200 euro», o di «3 grammi» di cocaina alla volta. E in un'occasione l'uomo, che lavorava anche in una colonia estiva in Romagna (è stato arrestato ieri in provincia di Rimini), avrebbe anche costretto il ragazzino «a subire un atto sessuale». Con lo stesso ragazzo, che si prostituiva contattando i suoi clienti in una chat e che usava i soldi ricevuti per comprare cocaina, avrebbe avuto rapporti anche don Lesmo (non conosceva Milani) condannato a 1 anno e 10 mesi.

Il procedimento a carico di don Lesmo era venuto a galla lo scorso 25 marzo, il Venerdì Santo, con la comunicazione ufficiale della sospensione del religioso, 48 anni, da parte della Curia di Milano e dell'arcivescovo Angelo Scola. L'inchiesta era scattata dalla segnalazione di un ospedale nel quale il ragazzo venne visitato nel 2011, anche perché aveva tentato il suicidio. Dopo aver letto sui media del processo a carico di Milani, un altro adolescente, che aveva frequentato la cooperativa 'Ragazzi e cinemà, lo scorso 19 luglio, ha presentato denuncia raccontando delle molestie che avrebbe subito da parte dell'educatore quando l'uomo l'aveva coinvolto nella realizzazione di alcuni video. Gli inquirenti milanesi hanno acquisito le dichiarazioni del giovane, il quale, tra l'altro, avrebbe parlato anche di altri episodi su cui si sta indagando.

Nel frattempo, il gup, che aveva emesso la sentenza, evidenziando il rischio di recidiva anche alla luce della nuova denuncia, ha disposto gli arresti domiciliari per Milani. Il pm, tra l'altro, per lui e per don Lesmo aveva già chiesto misure cautelari in passato ma la Cassazione le aveva negate, evidenziando che i casi di presunta prostituzione minorile erano risalenti nel tempo (tra il 2010 e il 2011). Nell'ordinanza, invece, il gup mette in luce, tra le altre cose, la «predilezione» di Milani per i «rapporti sessuali a pagamento» con adolescenti e segnala il pericolo di reiterazione.

Edited by pincopallino2 - 25/7/2018, 14:29
view post Posted: 17/8/2016, 21:11 Le reclute dell'Isis non conoscono l'Islam - Islam e altre religioni
Le reclute dell'Isis non conoscono l'Islam

http://www.cdt.ch/mondo/cronaca/161187/le-...noscono-l-islam

Lo dimostra uno studio condotto da AP su oltre 4.000 documenti di reclutamento - Il 70% degli aspiranti combattenti dice di aver solo nozioni basilari della religione - Poi saranno indottrinati

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NEW YORK - Un ampio studio condotto da AP su oltre 4.000 documenti di reclutamento all'Isis e interviste con ex combattenti dello Stato Islamico ha rivelato che per la maggioranza delle reclute la religione islamica è pressoché sconosciuta o ben poco importante. Inoltre, un'altra ricerca del Combating Terrorism Center americano afferma che che le reclute con una conoscenza avanzata dell'Islam diverranno meno probabilmente attentatori suicidi.

Secondo lo studio di AP - che ha analizzato documenti risalenti al periodo 2013-4 raccolti dal sito siriano Zaman al-Wasl - il 70% delle reclute dell'Isis aveva scritto sui moduli di reclutamento di avere che una conoscenza "basilare" della religione islamica. Questi avevano inoltre molte difficoltà a rispondere a domande atte a testare le loro conoscenze in proposito. Un 24% affermava invece di avere conoscenze "intermedie", e solo un 5% "avanzate". Nei 4.030 questionari, solo cinque reclute hanno scritto di aver memorizzato il Corano.

Gli aspiranti combattenti con scarse nozioni religiose ("la religione è un ripensamento", afferma a proposito l'esperto di sicurezza americano Patrick Skinner. "La maggior parte delle reclute cerca un senso di appartenenza, di notorietà e di eccitazione") sono poi indottrinati da degli imam, con un focus particolare sul martirio. Un insegnamento che gli studiosi dell'Islam definiscono fuorviante rispetto ai valori della religione: "Le persone che si fanno saltare in aria non sperimentano il martirio, sono criminali. Stanno uccidendo persone innocenti. Niente nell'Islam, niente mai giustifica l'uccisione di persone innocenti", ha affermato ad esempio l'accademico e scrittore svizzero Tariq Ramadan.

Le reclute più all'oscuro riguardo alla religione islamica subiscono quindi una sorta di lavaggio del cervello e vengono esposti a un'interpretazione della religione "in cui cosa è giusto e cosa è sbagliato è contrario ai dettami della fede", divenendo, nei peggiori dei casi, fanatici suicidi. Uno studio del Combating Terrorism Center corrobora trasversalmente questa tesi, affermando che a farsi saltare in aria solo raramente sono persone che hanno una buona conoscenza dell'Islam, un fatto controintuitivo.
view post Posted: 17/8/2016, 20:55 Non cade foglia che Dio non voglia... - Cronaca
Cade da lucernaio chiesa, bimbo in coma
La prognosi del piccolo di 9 anni rimane riservata

http://www.ansa.it/lombardia/notizie/2016/...88868744e1.html

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(ANSA) - SONDRIO, 14 AGO - Il bambino di Premadio, frazione di Valdidentro (Sondrio), precipitato ieri da un lucernaio in plexiglas della ristrutturata chiesa di via San Carlo, è sempre gravissimo. Ora si trova ricoverato in coma farmacologico nell'ospedale Papa Giovanni XXXIII di Bergamo dove è giunto ieri con l'eliambulanza dalla Valtellina.
La prognosi del piccolo di 9 anni, che al momento del drammatico incidente stava partecipando al Grest estivo della locale parrocchia, rimane riservata, ma oggi il giovanissimo paziente ha dato timidi segnali di ripresa che alimentano le speranze dei medici sulle possibilità di salvarlo.
Sotto choc il parroco polacco, don Edward, che con l'intera comunità di Valdidentro lo ha ricordato oggi nelle preghiere durante la Messa domenicale, nella speranza che presto la prognosi possa essere sciolta.
Sotto sequestro, intanto, l'area dove si è verificato il cedimento mentre proseguono le indagini dei carabinieri di Bormio
view post Posted: 17/8/2016, 20:43 Arrestato per pedofilia e violentato in cella: era innocente - Attualità
Arrestato per pedofilia e violentato in cella: era innocente

Una storia raccapricciante. Ora quell'uomo gira libero in città. Sembra sereno, ma...

www.ottopagine.it/av/attualita/8839...innocente.shtml

news88395

Ha chiesto il risarcimento allo Stato. Ma è poca cosa. «Mi hanno fatto di tutto, ho chiesto aiuto. Tutto inutile...». L'incontro nello studio dell'avvocato Schettino.
Avellino.


di Luciano Trapanese

L'abbiamo visto passeggiare lungo il Corso. Tranquillo, sorridente. Come tanti altri. Eppure alle spalle ha una storia terribile. Un incubo. Il peggiore.

E' stato accusato di pedofilia, avrebbe abusato della cognata di undici anni. Arrestato. Recluso in cella con due fratelli imputati per reati sessuali. Che lo hanno violentato. Ripetutamente. Fino a quel giorno, quando durante l'incidente probatorio, la vittima ha ritrattato tutto. Non era vero niente. Il presunto orco era innocente.

Lo incontrammo nello studio dell'avvocato Annibale Schettino, a due passi dal tribunale di Avellino. Era stato appena rimesso in libertà. Portava addosso l'ansia e il dolore di quell'esperienza. E anche la voglia di sfogarsi, di raccontare la verità. E soprattutto di chiedere giustizia per quello che aveva dovuto subire.

Accadeva quindici anni fa. Una di quelle storie che anche per un cronista esperto sono estreme. Al limite del raccontabile.

Era stato catturato dalla polizia. L'accusa infamante di aver abusato della sorellina di sua moglie. Le manette all'alba, in una casa del Montorese (omettiamo i nomi, c'è un sacrosanto diritto all'oblìo da rispettare).

Il giovane, all'epoca aveva 30 anni, venne recluso in cella. Nel carcere di Bellizzi, come in tutti i penitenziari, c'è una sezione a parte per chi commette reati sessuali. Questioni di sicurezza. Negli altri padiglioni - soprattutto i pedofili – rischiano di essere massacrati. Ma è una tutela che per il 30enne non ha funzionato.

«Erano due fratelli, mi hanno costretto con la violenza. Ho chiesto aiuto. E' stato inutile». Ci raccontò nei dettagli quello che aveva subito. Una storia cruda, narrata nascondendo la vergogna. Guardando l'interlocutore negli occhi, non in segno di sfida. Anzi. Alla ricerca forse di umana comprensione. L'avvocato Schettino ascoltava scuotendo la testa. Era un pomeriggio di primavera. Dalla finestra si vedeva il tribunale. E anche quella stanza, dove si era svolto quel confronto che avrebbe messo fine all'incubo.

I due fratelli compagni di cella erano del Baianese. Reclusi con l'accusa di violenza carnale nei confronti di una disabile. Una storiaccia.

«Hanno usato anche oggetti», continuava il 30enne. «Lo scopino per il bagno». Gli abbiamo chiesto di non andare oltre. Di evitare certe descrizioni. Aveva gli occhi lucidi. La voce ora si era fatta incerta.

Era stato il suo difensore a giocare la carta dell'incidente probatorio. La ragazzina aveva parlato di carezze. E in famiglia aveva specificato. Erano carezze davvero. Niente altro. Ma come accade a volte, da voce in voce, quelle carezze erano diventate prima morbose e poi abusi. Sull'ordinanza di custodia cautelare si parlava di violenza. Ed era spuntata anche la parola chiave, pedofilia.

Davanti al Gip il chiarimento. Dopo quasi un mese di cella. Dopo quasi un mese di violenze vere. Subite. Scarcerazione immediata. Lacrime davanti al giudice.

Ora quell'uomo passeggia per il corso. Apparentemente tranquillo. Eppure – ne siamo certi – quell'incubo continua a viaggiare insieme a lui. E, sembra un paradosso, può anche dire di essere stato fortunato. Per aver chiuso in 30 giorni una vicenda giudiziaria che avrebbe potuto annientarlo. Come è accaduto ad altri.

Una storia che segnato anche la nostra esperienza professionale. Soprattutto nel racconto di storie di questo tipo. Un'accusa infamante è già una condanna. Riportarla senza riguardo sugli organi di informazione è la conferma e la divulgazione di quella condanna senza processo. E se poi l'imputato è innocente?

sabato 13 agosto 2016 alle 19.11

Edited by GalileoGalilei - 17/8/2016, 21:54
view post Posted: 17/8/2016, 20:18 Londra, uccisa in un raid la studentessa 17enne unitasi all'Isis: «Voleva tornare a casa» - Islam e altre religioni
Londra, uccisa in un raid la studentessa 17enne unitasi all'Isis: «Voleva tornare a casa»

http://www.ilmessaggero.it/primopiano/este...ca-1908378.html

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Voleva fuggire da quell'orrore. Aveva capito che nulla di quello che le era stato raccontato era vero. La sua vita nell'Isis era solo un incubo, una scelta sbagliata che voleva lasciarsi alle spalle per ricominciare un'esistenza normale. Ma per Kadiza Sultana non c'è stato il tempo di tornare indietro: è stata uccisa da un raid aereo in Siria, poco tempo dopo aver comunicato alla sua famiglia la volontà di voler scappare dal Califfato. Probabilmente lo avrebbe fatto, se non avesse visto uccidere una giovane, picchiata in pubblico per aver tentato di abbandonare i terroristi.

Kadiza aveva solo 16 anni quando raggiunse la Siria nel febbraio 2015, dopo un volo partito da Gatwick e diretto in Turchia, con le amiche Shamima Begum e Amira Abase, entrambe 15enni. Le tre ragazze, alunne della Bethnal Green Academy a East London, erano state radicalizzate su Internet e avevano deciso di abbracciare una nuova vita tra le fila dello Stato Islamico. Le ultime immagini che le ritraggono sono quelle delle telecamere di sicurezza piazzate all'aeroporto turco: vestite ancora in abiti occidentali, sono state viste salire su un'auto che poi le avrebbe condotte a Raqqa. Una volta lì, le ragazze sono state date in spose ad alcuni combattenti e sono state addestrate per “missioni speciali”, facendo temere che potessero essere utilizzate come kamikaze. Kadiza, in particolare, aveva sposato un jihadista americano con origini somale. Tuttavia, dopo qualche tempo, il ragazzo venne ucciso in combattimento. Da quel momento la disperazione per una scelta azzardata e sbagliata si è impossessata di lei, come la volontà di far ritorno a casa.

«Troppo presto aveva scoperto che la propaganda dello Stato Islamico non corrispondeva alla realtà. Nella settimana in cui voleva mettere in atto la fuga – ha detto l'avvocato Tasnime Akunjee alla Bbc – una ragazza austriaca, la 17enne Samra Kesinovic, è stata uccisa. Aveva tentato di lasciare i territori dell'Isis e venne picchiata a morte in piazza. Da quel momento Kadiza ha realizzato che non aveva via di fuga, le punizioni per coloro che venivano acciuffate erano terribili. Credo che abbia visto la morte di quella ragazza come un segnale e ha deciso di non correre il rischio».

Una disperazione raccontata anche attraverso le parole di sua sorella, Halima Khanom, 26 anni, che ha rivelato le telefonate che Kadiza faceva alla sua famiglia dalla Siria: «Mi diceva che non aveva buone sensazioni. Aveva paura. Sapeva che i confini erano chiusi e che le possibilità di uscire viva da un tentativo di fuga erano pari a zero. Era terrorizzata e io mi sono sentita impotente. Eravamo pronti a una brutta notizia e sappiamo che adesso lei è in un posto migliore».

La morte di Kadiza, la prima ragazza britannica a essere uccisa nei territori Isis, ha scatenato timori per le sorti delle sue amiche e di una terza allieva della Bethnal Green Academy, Sharmeena Begum, che non ha alcun legame con Shamima, partita anche lei due mesi prima delle tre ragazze.
Le studentesse sono tra gli oltre 800 cittadini britannici che hanno lasciato il Regno Unito per arruolarsi tra le fila dello Stato islamico. Si ritiene che almeno 250 abbiano fatto ritorno a casa: alcuni sono stati incriminati al loro rientro, altri sono stati reimmessi nella società, ma sono strettamente controllati dai servizi di sicurezza britannici.
view post Posted: 17/8/2016, 19:21 Svizzera. Centinaia di bimbi stuprati, frustati, maltratti, sfruttati in collegi e chiese cattoliche - La stanza del peccato
Friburgo: sospeso prete sospettato di abusi sessuali

http://www.cdt.ch/svizzera/cronaca/161053/...-abusi-sessuali

FRIBURGO - Un prete in pensione del canton Friburgo, che svolgeva ancora occasionalmente le proprie mansioni, è stato sospeso dal vescovo della diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo Charles Morerod. Il sacerdote è sospettato di aver commesso palpeggiamenti che risalirebbero a quasi cinquant'anni fa.

Un'inchiesta è in corso sul piano canonico, indica la diocesi in una nota odierna. Il prelato rimarrà sospeso per l'intera sua durata. Dato il gran numero di anni trascorso dai presunti abusi, non sarà invece possibile avviare un'inchiesta sul piano giudiziario, rileva la nota.

Il vescovo sottolinea che le persone a conoscenza di abusi attuali "hanno il dovere morale di denunciarli in primo luogo alla giustizia", per evitare la loro ripetizione.
view post Posted: 14/8/2016, 10:54 Prete derubato del trolley. Aveva 7 paia di scarpe. Preso il ladro. - Attualità
Furto trolley ad un prete alla stazione Garibaldi

Stazione Garibaldi, ruba il trolley ad un sacerdote straniero: bottino 7 paia di scarpe
Il malvivente ha approfittato di un momento di distrazione del sacerdote per sottrargli la valigia. Dopo un breve inseguimento è stato arrestato dalla polizia



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Furto trolley ad un prete alla stazione Garibaldi

Un cittadino del mali di 32anni, è stato arrestato, dopo essersi reso responsabile del furto di una valigia-trolley di proprietà di un sacerdote straniero, giunto a Napoli con un gruppo di preghiera.

Il sacerdote, guida spirituale di un gruppo di turisti stranieri, proveniente da Catania a bordo di autobus, è stato derubato del proprio bagaglio nelle vicinanze della stazione.

Il gruppo di turisti, però, accortosi del furto della valigia, ha allertato la Polizia. Singolare il bottino del furto: all’interno del trolley, rinvenuto forzato, erano custodite 7 paia di scarpe, dei libri religiosi ed una Bibbia di particolare valore, in quanto facente parte di una tiratura limitata.

I poliziotti hanno bloccato e arrestato il 32enne, che aveva nascosto in uno zaino che portava a spalla, le scarpe rubate.

view post Posted: 14/8/2016, 10:49 Prete ucciso. Condanna bis in appello a don Piccoli a 21 anni e 6 mesi - Attualità
http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronac...7515?refresh_ce

Prete ucciso in Seminario a Trieste: indagato il suo “collega”
Svolta nelle indagini sul decesso di monsignor Rocco nel 2014 in via Besenghi. Chiesto il processo per l’ex vicino di camera don Piccoli ora in servizio in Liguria
di Piero Rauber

TRIESTE Da “supertestimone” della prima ora ad assassino presunto. Monsignor Paolo Piccoli, uomo di Chiesa di 51 anni nativo di Verona e fino a un paio d’anni fa in servizio a Trieste, risulta sotto inchiesta come possibile responsabile del giallo del Seminario che sconvolse Trieste due anni fa, quando il novantaduenne monsignor Giuseppe Rocco, originario di Barbana d’Istria, fu trovato cadavere nella sua stanza al secondo piano della Casa del Clero di via Besenghi.

Ucciso, come riscontrò in seguito il medico legale Fulvio Costantinides, dalla rottura di un piccolo osso in corrispondenza della carotide chiamato “ioide”, che ne causò la morte. Soffocamento naturale o strangolamento? Le indagini (avviate nella circostanza dal Nucleo investigativo dei carabinieri comandato allora dal capitano Fabio Pasquariello e affidate dopo il trasferimento da Trieste di quest’ultimo dal pm Nicola Tripani, il magistrato titolare del fascicolo, alla Squadra mobile della polizia guidata dal neocapo Marco Calì) propendono per la seconda ipotesi. Tanto che don Piccoli, difeso dagli avvocati di fiducia Claudio Santarosa e Stefano Cesco del Foro di Pordenone, dovrà comparire il prossimo martedì 13 dicembre ai piedi del pulpito del gup Giorgio Nicoli, il giudice per l’udienza preliminare chiamato a decidere a proposito della richiesta di rinvio a giudizio a suo carico davanti alla Corte d’Assise, per l’ipotesi di reato di omicidio aggravato (aggravato dal fatto di aver approfittato dello stato di debolezza della vittima, vecchia e cardiopatica) formulata dallo stesso pm Tripani.

Siamo dunque a un punto di svolta nella lunga inchiesta sul cosiddetto delitto del Seminario del 2014. E la pista investigativa, appunto, prefigura che a uccidere l’anziano prelato possa essere stato niente meno che un “collega” del potere spirituale, e segnatamente il suo vicino di stanza, uno dei pochi presenti quella notte nella Casa del Clero di via Besenghi. Un prete più attempato ammazzato - forse - da un prete più giovane. Dal suo vicino di stanza, insomma. La prova indiziaria “regina”, ancorché non l’unica, a quanto si è appreso, è costituita dal fatto che una serie di piccole macchie di sangue - trovate sotto il corpo di don Rocco riverso senza vita sul suo letto - appartengono senza ombra di dubbio al profilo genetico di don Piccoli, come hanno attestato le analisi scientifiche dei Ris di Parma, che una volta accertato che quel sangue non era della vittima hanno isolato un non ristretto elenco di Dna, soprattutto attraverso cosiddetti “tamponi” volontari, ovvero campioni di saliva resi dalle persone convocate dagli inquirenti. Il presunto assassino, in occasione di una delle deposizioni che l’hanno coinvolto, si sarebbe difeso sostenendo di essere affetto da una malattia dermatologica che gli provoca talvolta delle piccole emorragie, anche alle mani, e che il sangue si sarebbe potuto propagare nei paraggi del corpo senza vita di don Rocco perché fu proprio lui, l’accusato, a impartirne la benedizione nel momento in cui venne trovato morto. Una spiegazione che non viene ritenuta pienamente credibile in sede investigativa anche perché quelle macchioline sono state rinvenute appunto al di sotto del cadavere, in determinati punti di difficile accessibilità in occasione di un’estrema unzione, e non soltanto al di sopra o ai suoi lati.

La prova del Dna è considerata dagli inquirenti la più importante, ma non l’unica. Al di là del fatto che le ricostruzioni investigative avrebbero fatto venire a galla comportamenti da parte di don Piccoli totalmente differenti rispetto alle sue abitudini in prossimità del delitto del 25 aprile 2014, l’inchiesta non trascura infatti che, nei giorni immediatamente prececenti alla morte di don Rocco, dalla stanza di quest’ultimo sarebbero spariti alcuni oggetti sacri o per lo meno di valore simbolico riconducibili alla nostra religione: una Madonna, un veliero e un cavallo. Simulacri di cui don Rocco avrebbe denunciato in ambito ecclesiale la scomparsa, inserendo proprio don Piccoli - che ha peraltro nel suo curriculum precedenti d’inchiesta a proprio carico a L’Aquila per furto di oggetti sacri ed ha la nomea del cleptomane - tra quelli che se ne sarebbero potuti impossessarsi, tanto che a ridosso del 25 aprile lo stesso presunto killer avrebbe ricevuto dalla direzione del Seminario una lettera di richiamo. Le tre statuette - Madonna, veliero e cavallo - sarebbero guarda caso ricomparse a stretto giro dopo l’omicidio nella stanza di don Rocco. Una coincidenza che gli investigatori non hanno, evidentemente, trascurato.
view post Posted: 12/8/2016, 18:40 Abusò di 13 bambini mentre lavorava in una casa di cura: prete condannato a 12 anni - La stanza del peccato
Ex-priest Philip Temple jailed for child sex abuse

A former social worker and Catholic priest has been jailed for 12 years after admitting historical child sex abuse charges dating back to the 1970s.
Philip Temple, 66, admitted abusing 12 boys and one girl while working in south London care homes and a north London church.
He also admitted lying on oath in the 1990s when he was cleared of child sex abuse charges against a teenage boy.
Judge Christopher Hehir apologised to the victim at Woolwich Crown Court.
He said: "I am sorry justice was not done when you came to court in 1998 and 1999."
The victim, who cannot be named, told the court he self-harmed, became a recluse and even tried to kill himself after the previous trials.
'Robbed of childhood'
He said: "I can only imagine the damage he has caused to other victims. We can never escape what he did and we can never be free of it."
In a statement read out in court, one victim said: "I feel like I have been robbed of my childhood and sometimes when I see other children in the street I wish I could go back in time and be a child again."

During sentencing, the judge told Temple: "You of course exploited the opportunities your deceit as to your character had afforded you, not only by sexually abusing children but, as a priest, by lying on oath to deny the truthful accusations brought against you by one of your victims.
"Your actions as a priest demonstrated that in truth you were a wolf in shepherd's clothing."
On Tuesday, Temple admitted seven charges committed in the 1970s. He had already admitted 20 similar charges and two of perjury at Croydon Crown Court in April.

Temple abused boys and a girl while working as a social worker in Lambeth and Wandsworth councils between 1971 and 1977.
He became a priest in 1988 and served at Christ the King Monastery in Cockfosters, where he abused two children, including an altar boy.
He abused youngsters in children's homes in south London, including the Shirley Oaks complex near Croydon, the court heard.
Raymond Stephenson of the Shirley Oaks Survivors Association said: "If Temple had been caught at Shirley Oaks he would not have been able to abuse anyone else."
A Lambeth Council spokesman said it was cooperating fully with the Independent Inquiry into Child Sexual Abuse (IICSA) and added: "We hope the outcome provides some solace to the victims of these dreadful crimes."
A spokesperson for the Catholic Church in England and Wales said when concerns were raised it was limited in the measures it could take because as a monk he was answerable to the head of his order in Italy rather than the archdiocese here.

Timeline of abuse

In the 1970s, Temple worked as a social worker at three south London children's home. He abused children in each of the homes but gained successive promotions
Eventually made a "housefather" of Rowan House in the Shirley Oaks complex near Croydon
Suspended in 1977 after allegations of sexual offences were made
Became a monk in the Roman Catholic Church in 1981
Ordained a priest in 1987 based at Christ the King Monastery
Faced trials in 1998 and 1999 after a teenage boy from the church accused him of sexual abuse
First trial ended without a verdict and the second with an acquittal
Following the trial in 1999, the diocese wanted to have Temple removed. His order set up an internal commission of inquiry
In 2002 the diocese was reassured by the order Temple was not in the UK and would not be returning
In 2015 Temple was arrested and questioned in London after the Metropolitan Police launched a new investigation
At first he denied sexual abuse, but during further police interviews he admitted many of the offences and volunteered the names of more boys he had abused
view post Posted: 12/8/2016, 18:12 Abusò di 13 bambini mentre lavorava in una casa di cura: prete condannato a 12 anni - La stanza del peccato
Abusò di 13 bambini mentre lavorava in una casa di cura: prete condannato a 12 anni

continua su: http://www.fanpage.it/abuso-di-13-bambini-...nato-a-12-anni/
www.fanpage.it/

Philip Temple, sessantasei anni, ha molestato sessualmente una serie di ragazzini e una ragzzina che si trovavano sotto la sua custodia, tra il 1971 e il 1977. L'uomo ha poi cambiato vita, ed è diventato un prete, in serivizio al monastero del Cristo Re, dove ha abusato di due bambini.

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Condanna a dodici anni di carcere per un prete cattolico che ha commesso ventisette aggressioni a danno di tredici bambini mentre lavorava in una casa di cura negli anni 70. Philip Temple, sessantasei anni, ha molestato sessualmente una serie di ragazzini e una ragzzina che si trovavano sotto la sua custodia, tra il 1971 e il 1977, nei quartieri londinesi di Lambeth and Wandsworth. L'uomo ha poi cambiato vita, ed è diventato un prete, in serivizio al monastero del Cristo Re, dove ha abusato di due bambini. Temple, che risulta essere senza fissa dimora, è stato dichiarato colpevole per ventisette capi d'imputazione riguardanti violenze sessuali commesse in passato. Ha ammesso solo due accuse di falsa testimonianza, nel corso di due preocessi: nel 1998 e nel 1999.

Il giudice Christopher Hehir ha dichiarato che il fatto che Temple sia diventato un prete cattolico è da considerare un "fattore aggravante". Condannando il sessantaseienne davanti alla Woolwich Crown Court, ha spiegato che le violenze si sono verificate in "due distinte fasi" della sua vita: quando lavorava in tre case di cura tra il 1971 e il 1977, e tra il 1993 e il 1999, dopo la sua ordinazione come prete.

"Hai ovviamente sfruttato le opportunità che il tuo ruolo ti aveva offerto, non solo abusando sessualmente dei bambini, ma, da prete hai mentito sotto giuramento negando accuse vere portate contro di te da una delle tue vittime", ha dichiarato in udienza il giudice rivolto a Temple. Secondo la corte, le azioni commesse da sacerdote dimostrano che in realtà l'accusato è "un lupo vestito da pastore". Il rimorso di Temple è arrivato, secondo il giudice, "troppo, troppo tardi per tutti coloro che hanno sofferto a causa sua". L'ex prete non ha reagito alla pronuncia della sentenza.


http://www.direttanews.it/2016/08/12/prete...ni-la-condanna/
view post Posted: 12/8/2016, 17:59 Quel ragazzo di Marsala non può diventar prete. Scontro tra il vescovo e don Fiorino. - Attualità
Quel ragazzo di Marsala non può diventar prete. Scontro tra il vescovo e don Fiorino.

http://www.tp24.it/2016/08/12/religioni/qu...-fiorino/102496



Ancora tensione nella Curia di Mazara del Vallo. Questa volta non si tratta di scandali a sfondo sessuale o di ammanchi nelle casse della Diocesi, ma è uno scontro tra il vulcanico Don Francesco Fiorino e il Vescovo Domenico Mogavero. Uno scontro durissimo, che ha sullo sfondo la "candidatura" al diaconato di un giovane, Marco Laudicina. Si tratta del passo decisivo, al termine del lungo percorso di formazione, per diventare sacerdote. Marco Laudicina è di Marsala, e ha 25 anni ed è cresciuto nella parrocchia San Matteo a Marsala. Ha conseguito il diploma di maturità classica nel 2004 e la laurea in beni archeologici con l'Università di Bologna (sede staccata di Trapani). È entrato in seminario nel 2010. E sarebbe pronto al grande passo. Cliccando qui potete leggere come racconta il suo percorso nel settimanale della Diocesi "Condividere" (diretto tra l'altro da Don Fiorino).

Cosa sia successo non è chiaro. Fatto sta che Padre Francesco Fiorino ha inviato a tutti una sua dichiarazione pubblica molto dura, contraria al diaconato per il giovane marsalese. Cosa c'entra Fiorino con Laudicina? Il sacerdote è stato rettore del Seminario diocesano fino ad un anno fa, poi il Vescovo lo ha spostato. Quindi conosce molto bene la formazione del giovane marsalese, e sarà successo qualcosa di irreparabile, in quegli anni, per avere il perdono di Fiorino. Ecco la sua lettera:

CITAZIONE
Carissimi confratelli, Cari tutti nel Signore, nella serata di ieri, 10 agosto 2016, il nostro Vescovo, ha annunciato l’ordinazione diaconale di due giovani seminaristi della nostra Diocesi. Avendo appreso personalmente questo annuncio durante la Celebrazione dei Vespri nella parrocchia di San Lorenzo, io sottoscritto don Francesco Fiorino, nella qualità di ex Rettore del Seminario Diocesano dal settembre 2011 al settembre 2015, davanti a Dio, alla Madre Chiesa e alla mia coscienza di uomo e presbitero, dichiaro pubblicamente, con assoluta sicurezza e con motivazioni comprovate, di dare parere negativo alla prossima ordinazione diaconale del giovane Laudicina per motivi oggettivamente gravi. In data 10 luglio 2016 sono stato raggiunto, con molta sorpresa, da una lettera di Laudicina, attraverso lo strumento informatico “messenger”, in cui riconosce di aver avuto “rabbia e rancore” nei miei confronti, e poi afferma con precisione: “vorrei esprimere le mie scuse se talvolta la mia azione o la mia parola ha potuto offendere e ferire (Siamo tutti uomini e soggetti all’errore)”. Le azioni e gli errori a cui fa riferimento il Laudicina, – e il nostro vescovo, oltre me, conosce molto bene i fatti in questione -, sono talmente gravi e pesanti, – per cui non si può assolutamente soprassedere -, che non possono, a mio lucido, motivato, sereno e convinto parere, farlo accedere alla ordinazione diaconale. Sono stupito di tutti coloro che, a diverso titolo, pur conoscendo i fatti accaduti, hanno dato parere favorevole al vescovo.

Fin qui Padre Fiorino. La replica del Vescovo Domenico Mogavero è veeemente. Si dice "addolorato" per quanto scritto da Fiorino. Lo accusa di essere irresponsabile e sconsiderato, preannunciando per lui delle sanzioni:

CITAZIONE
Con riferimento a quanto pubblicato oggi, 11 agosto 2016, da don Francesco Fiorino sui social network e inviato, altresì, ad alcuni organi di stampa, si fa presente quanto segue.

1. L’intervento in questione è sicuramente scorretto e inopportuno nel modo e nei contenuti ed è gravemente lesivo del buon nome di quanti in esso sono chiamati in causa, in particolare il candidato al diaconato Marco Laudicina.
2. La decisione di ammettere al diaconato il Laudicina è il momento conclusivo di un lungo, serio e ponderato percorso di discernimento effettuato dal rettore del Seminario di Mazara del Vallo, don Gianluca Romano, dalla comunità educante del Seminario di Palermo, sotto la guida del rettore don Silvio Sgrò, dalla Commissione diocesana per gli ordini e i ministeri. Tutte queste persone hanno valutato in coscienza il candidato, il suo profilo umano e spirituale e gli esiti rassicuranti di percorsi di accompagnamento e di sostegno che lo stesso candidato aveva accettato con semplicità e assoluta disponibilità. La decisione finale del Vescovo è stata assunta con il conforto del parere unanimemente positivo di tutti.
3. Alla luce di queste considerazioni obiettive la non richiesta esternazione di don Fiorino appare in tutta la sua inconsistenza, sia perché i fatti a cui allude non rientrano tra i cosiddetti delicta graviora, sia perché non suffragata dagli ulteriori elementi di valutazione successivi alla conclusione del suo mandato di rettore.
4. In conseguenza di quanto sopra, il Vescovo, profondamente addolorato, esprime grandissimo rammarico e netta riprovazione per l’iniziativa sconsiderata e per i giudizi avventati di don Fiorino, che attentano irresponsabilmente alla comunione ecclesiale. Rinnova fiducia e apprezzamento nell’opera degli educatori dei due Seminari e dei membri della Commissione diocesana per gli ordini e i ministeri. Manifesta paterna solidarietà a Marco Laudicina, offeso nella sua dignità e senza possibilità di tutelarsi, almeno per il momento, da questo ignobile attacco lesivo della sua persona e della sua onorabilità. Si riserva di valutare attentamente tutti i profili del gesto e dei contenuti per verificare la sussistenza di presupposti che possono rappresentare violazione delle norme canoniche per l’adozione di conseguenti iniziative.
view post Posted: 12/8/2016, 17:40 Vescovo di Noto (ancora) contro Pokémon Go: “Avvierò azione legale". - Attualità
Pokemon Go, vescovo di Noto: “Come il nazismo, crea dipendenza pari al sistema totalitaristico”

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/08/06...istico/2959915/

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Antonio Staglianò aveva già definito il gioco "diabolico" e "colpevole di rendere la gente dei cadaveri ambulanti". In passato erano diventati virali i video che lo ritraevano cantare le canzoni di alcuni artisti famosi durante le sue omelie

“Pokemon Go crea dipendenza a un sistema totalitaristico che è pari a quello nazista“, a dirlo è il vescovo di Noto (Siracusa), Antonio Staglianò. “Ecco perché combatto quest’app che sta alienando migliaia e migliaia di giovani” ha aggiunto il vescovo, il quale ha iniziato una battaglia contro il gioco virtuale. La cattedrale di Noto è indicata come una dei Pokéstop disseminati in giro per il mondo, portando in questo modo molti giocatori a ritrovarsi davanti ad essa per rifornirsi degli oggetti di gioco; un fatto che ha accresciuto la rabbia del vescovo.
Lo stesso Staglianò pochi giorni fa si era già espresso contro Pokémon Go, definendolo “diabolico” e aggiungendo “stavo riflettendo sul rapporto tra il gioco e questa assenza di pensiero che stanno organizzando per costruire dei cadaveri ambulanti”.

Il vescovo di Noto era già diventato famoso grazie ai video che lo ritraevano intento a cantare le canzoni di alcuni noti artisti durante le sue cerimonie, tra i quali Bennato e Mengoni.
view post Posted: 11/8/2016, 17:50 Blitz anti Isis in Germania, Berlino valuta messa al bando del burqa - Islam e altre religioni
Blitz anti Isis in Germania, Berlino valuta messa al bando del burqa

http://www.ilmessaggero.it/primopiano/este...qa-1905058.html

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Dopo gli attacchi terroristici di luglio e la minaccia evocata per un monumento della vita sociale tedesca, il calcio della Bundesliga, la Germania reagisce con blitz della polizia e rafforzate misure di sicurezza che comprendono l'espulsione di profughi pericolosi ma anche la proposta di mettere al bando il burqa e altri tipi di velo islamico che coprano il volto. Il paese che ha accolto l'anno scorso circa un milione di profughi provenienti soprattutto da Siria, Iraq e Afghanistan si è visto ripagare con dieci morti e oltre 40 feriti nei quattro attacchi della seconda metà di luglio, di cui due rivendicati dall'Isis e tre perpetrati da profughi.

Con due elezioni regionali fissate a settembre a Berlino e in Meclemburgo in un clima elettorale in cui l'estrema destra xenofoba punta a rubare elettori alla Cdu/Csu della cancelliera Angela Merkel, i campanelli di allarme suonano soprattutto in casa cristiano-democratica e sociale. E proprio i ministri dell'Interno regionali dell'Unione stanno mettendo a punto una «dichiarazione di Berlino» che deve essere presentata il 18 agosto per indicare il modo di reagire alla minaccia terroristica ormai tutta interna: secondo indiscrezioni dei media, verrà auspicata fra l'altro una maggiore presenza della polizia nelle strade, videocamere più efficaci, procedure di espulsione accelerate per profughi sospetti.

C'è però anche una misura bollata come 'elettoralisticà dall'opposizione di sinistra (Linken) e respinta dai partner di governo socialdemocratici (Spd) come l'abolizione della doppia cittadinanza. Ad uso dell'elettorato tentato dalle sirene di destra dell'Afd, secondo un esponente della Linke, è anche il «divieto di camuffamento completo» e quindi di nascondersi dietro la rete del burqa o di far scorgere solo gli occhi col niqab. Già nelle prossime ore, sempre secondo anticipazioni mediatiche, il ministro dell'Interno federale Thomas de Mazière presenterà una serie di misure che anticipano la «dichiarazione di Berlino» tra cui l'accelerazione delle espulsione per i profughi sospettati di terrorismo o che hanno compiuto reati in base ad una nuova motivazione («minaccia per la sicurezza pubblica»). Sarà varato anche l'allentamento del segreto professionale dei medici venuti al corrente di intenzioni di attacco terroristico.

Intanto la polizia ha compiuto perquisizioni in quattro città del Nordreno-Vestfalia, regione-roccaforte del jihadismo in Germania, e in una della Bassa Sassonia mirando a tre sospetti fiancheggiatori e reclutatori dell'Isis. Uno è sospettato di aver «radicalizzato» i due simpatizzanti dell'Isis che in aprile compirono il primo attentato dinamitardo jihadista in Germania, quello al tempio Sikh di Essen. Nei blitz non sono stati compiuti arresti, ma in un altro ambito le teste di cuoio hanno arrestato un profugo a Dinslaken (in un ostello per migranti a nord di Duisburg) per contatti con il siriano di 24 anni di cui martedì era stato annunciato il fermo. Il giovane, secondo una soffiata, stava preparando un attentato in uno stadio della Bundesliga ed era stato arrestato venerdì quando si è avvicinato troppo alla partita di avvio della serie B tedesca a Kaiserslautern, anche se stava solo andando a trovare la fidanzata: secondo fonti ufficiali, non aveva ancora sviluppato piani concreti di attacco.
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