Laici Libertari Anticlericali Forum

Preti ricattati. Diocesi di Torino nella bufera

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Arammigu
view post Posted on 20/8/2007, 18:46




CITAZIONE (Ashmael @ 20/8/2007, 19:39)
D'altra parte è pur vero che cui sono missionari che si prodigano per aiutare chi soffre nel Terzo mondo, parroci (èpochi alti prelati, che sorpresa...) che lottano contro la criminalità organizzata pagando di persona, sacerdoti integerrimi (e io ne ho conosciuti, al liceo) che non si sarebbero mai sognati di fare certe porcate. Non bisogna buttare via, come dicono gli americani, il bambino con l'acqua del bagno. Occorre esigere dalla chiesa che faccia chiarezza ed abbia un atteggiamento onesto e severo nei confronti delle proprie mele marce.

peccato che siano una minoranza
se la chiesa mettesse in pratica ciò che "diceva" gesù,sarebbe tutta un'altra storia!
 
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Ashmael
view post Posted on 20/8/2007, 18:59




Vedi, io credo che Gesù sia veramente esistito, abbia pronunciato il Discorso della Montagna, abbia contestato la gerarchia religiosa del suo tempo e ne sia stato tradito. Io credo, secondo ragione, che Gesù abbia predicato il suo Messaggio di Amore Carità, tolleranza e solidarietà. Altrimenti, perchè si sarebbero dovuti inventare una storia del genere su uno zelota crocifisso!? Hai presente il Rasoio di Occam?

Detto questo, purtroppo la gerarchia cattolica odierna sta ancora tradendo Gesù... :(
 
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view post Posted on 22/8/2007, 06:06
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http://www.rai.it/news/articolornews24/0,9...4562494,00.html

RAINEWS24
Inchiesta Valsalice, Chiamparino: non e' in discussione l'istituto ma l'economo


Torino, 21 agosto 2007

"So per esperienza che i fatti troppo enfatizzati dai media si sgonfiano da soli in poche ore. Quando invece le notizie resistono per qualche giorno, significa che il tema è robusto. E che non lo si può ignorare facendo gli struzzi. In caso contrario, è meglio non dare troppa importanza: ma qui, il fatto sussiste".

Il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, in un'intervista a 'La Repubblica', torna sull'inchiesta che ha coinvolto anche un religioso dell'istituto salesiano Valsalice di Torino. Un'inchiesta che ieri aveva attirato le attenzioni anche del cardinal Bertone, segretario di Stato vaticano.

"L'istituto Valsalice ha formato generazioni di torinesi illustri - ha detto Chiamparino - Qui non si tratta delle scuole salesiane, ma di un economo sacerdote che teneva più di centomila euro dietro lo sciacquone del bagno. Di chi erano quei soldi? Perché li nascondeva li'? Se un ragioniere del Comune di Torino alle mie dipendenze facesse lo stesso, non sarei mica tanto tranquillo".

"Non è un bel segnale - ha aggiunto il sindaco di Torino - E' stata aperta un'inchiesta per conoscere la provenienza e l'utilizzo di quel denaro. Magari qualche controllo in più non avrebbe guastato, magari si potevano tenere le antenne un po' più dritte. I soldi dietro lo sciacquone possono andar bene per un racconto di Dostoevskij, che so, 'Il signor Procharcin', oppure nascondono qualcosa di poco chiaro. Ricordo una situazione simile all'inizio di mani pulite. Lo ripeto: il gabinetto non è il luogo in cui un economo accorto possa tenere tutto quel denaro".
 
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view post Posted on 22/8/2007, 11:10
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Don Nino Fiori si difende

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http://www.torino.repubblica.it/archivio/prima.htm

http://espresso.repubblica.it/dettaglio-lo...rucis/1729101/6

Da quando è scoppiato lo scandalo tiene le serrande abbassate: "Conosco Costa, mi attacca perché non gli ho mai fatto l´elemosina"
Don Nino: "La mia via crucis"
Niccolò Zancan
Il sacerdote sospettato di pedofilia: "Il ragazzo mente, ho le prove" «È una via crucis». Polo blu, jeans e sandali, don Nino Fiori è seduto in cucina, i quotidiani sul tavolo, la televisione accesa all´ora del telegiornale. Da quando è scoppiato lo scandalo che ha travolto la curia torinese vive con le serrande abbassate. Pranzo e cena dalla sorella in un piccolo appartamento dietro via Chiesa della Salute. È qui che lo incontriamo. L´addetto alla parrocchia del Duomo, appartenente all´ordine dei Servi di Maria, accetta di parlare per la prima volta. Ha quarant´anni, un anello d´oro al dito che ogni tanto tocca e gira, la montatura di ferro degli occhiali leggermente storta.
È lui il sacerdote su cui pesa l´accusa più grave. Pedofilia. Avrebbe abusato di Salvatore Costa quando non aveva ancora quattordici anni: «Sono sinceramente molto arrabbiato - dice subito - tutto questo clamore suscitato dalle falsità di un ragazzo di strada. È indecente. Non c´è stata ancora nessuna condanna, eppure...». Parla con voce pacata e monocorde: «Questa vicenda è stata gestita senza il minimo riguardo per la dignità delle persone. Le assicuro che non è piacevole leggere il proprio nome sui giornali in queste circostanze». Chi lo accusa ha descritto anche il suo letto a una piazza e mezza.
Don Nino Costa, chi sarebbe indecente?
«I giornali, di sicuro. Qualcuno ha scritto addirittura che un prete aveva confessato gli abusi. Falso. Penso che sia un attacco in pieno regola alla Chiesa. Mi auguro di non scoprire un giorno che qualcuno ha manovrato questi ragazzi di strada».
Guardi che c´è un indagine in corso. I racconti di Salvatore Costa, messi a verbale spontaneamente, sembrano circostanziati. I giornali vivono di notizie da sempre. Cosa risponde?
«Che sono tutte falsità. Costa sostiene che ci saremmo conosciuti a Moncalieri nel 1996, ma io sono stato lì fra il ‘99 e il 2000».
Vi conoscete almeno?
«So chi è, l´ho visto chiedere soldi al Duomo, veniva spesso».
L´ultima volta?
«A maggio. Ma di quel giorno non ricordo nulla di particolare».
Quando ha saputo dello scandalo?
«Ero in Spagna, partecipavo a un seminario teologico molto famoso a Santander. Ho ricevuto una telefonata della Curia. La notizia mi ha scosso profondamente, non posso negarlo: sono un uomo oltreché un prete».
Secondo lei perché Salvatore Costa la accusa?
«Forse perché io mi sono sempre rifiutato di fargli l´elemosina, altro non saprei dire. So invece con certezza che la cattiveria umana non ha limiti, purtroppo ne ho esperienza diretta».
A gennaio don Mario Garbiglia, il parroco del Duomo, aveva chiesto l´intervento delle forze dell´ordine "contro l´assedio dei mendicanti". Condivide questa visione delle cose?
«Assolutamente, i ragazzi di strada hanno un costrutto educativo molto basso, fra loro c´è forte coesione. Sono molto insistenti, troppo. Qui si pone anche il problema delle sicurezza delle chiese».
Una vendetta?
«Sì, e la chiesa deve difendersi da questo pericolo. È troppo facile accusare un prete di reati sessuali, è quasi automatico. Tutta la comunità cristiana dovrebbe difendere i propri sacerdoti per non lasciarli soli».
Si sente solo?
«Mi ha chiamato un prete che mi conosce bene, ho ricevuto la solidarietà di alcuni fedeli, la mia famiglia mi sta molto vicina. Ma è un problema più vasto».
Nel dettaglio lei cosa ha detto al magistrato per comprovare la sua buona fede?
«Faccio i campi scuola, ho un buon rapporto con i ragazzi. Con loro non è mai successo nulla di particolare. Sono stato recentemente in Val d´Aosta, chi c´era mi ha lasciato un quaderno pieno di pensieri gentili e ringraziamenti».
In parrocchia giravano molti soldi, richieste continue. Tutti si chiedono: perché un prete deve farsi ricattare da un disperato se non ha nulla da nascondere?
«Da parte mia posso dire questo: non ho mai dato somme ingenti di denaro a nessuno, nessuno mi ha ricattato. Certo mi è capitato in Duomo di dare l´elemosina, talvolta a ragazzi in difficoltà altre a persone anziane. Ma mai, ripeto, grandi somme».
Si sente di dire qualcosa sul tema della sessualità dei preti?
«Non c´è nulla da nascondere, è un tema che va affrontato. Per quando mi riguarda ho fatto una scelta di vita. Davanti a ogni cosa c´è sempre il dominio di sé. Ma chi si abitua a dare moltissimo a tutti, nell´attività di scuola e in parrocchia, non sente altri richiami».
Cosa avrebbe fatto se non fosse diventato sacerdote?
«Non lo so, ma di sicuro nulla che c´entra con le accuse che mi hanno rivolto».
In questi giorni ha parlato con gli altri preti coinvolti nell´inchiesta?
«No. Peraltro non conosco Don Alloisio. Mentre don Mario Vaudagnotto lo vedevo spesso in Duomo, ma niente di più».
Come si comporterà adesso con i suoi allievi?
«Sarà molto chiaro, non mi piace l´aummaumma. Gli spiegherò quello che è accaduto, chiederò solidarietà. Nella comunità bisogna sentirsi accolti».
Sono cambiate le sue giornate?
«Sì, passeggio molto, leggo i giornali, passo il tempo con la mia famiglia, le mie sorelle mi stanno molto vicine»,
Come finirà questa storia?
«Ho fiducia nel buon Dio, nella sua provvidenza che governa il mondo. Mi fido di lui e della madre celeste, a cui rivolgo ogni giorno le mie preghiere. Le chiedo di combattere questo male, ma so che non è semplice...».
Perché ha deciso di entrare in seminario?
«Ho sempre pensato al prete come a una specie di guru, maestro, accompagnatore spirituale, una persona che deve portare la lieta novella, ma soprattutto speranza. Perché ce n´è molto poca. Ecco, speranza: questa è la parola chiave».
La sta perdendo?
«È un momento difficile, hanno gettato un´ombra terribile sulla mia responsabilità morale. È una via crucis, io sono un prete che sta in mezzo alla gente».
Nella sua missione pastorale non è contemplata altra scelta che il perdono. Saprà perdonare Salvatore Costa?
«Guardi che il perdono non è una cosa automatica, la pace del cuore si conquista con il tempo. E io sono prete soltanto da dodici anni». (22 agosto 2007
 
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view post Posted on 22/9/2007, 09:41
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http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/c.../4535girata.asp

22/9/2007 (8:49) - NUOVO CAPITOLO NELL'ESTATE NERA DELLA CHIESA
Foto porno nel pc del prete indagato

+ Poletto: "Amarezza per accuse, stima per il clero"
+ Preti e molestie, la rete si allarga
+ Abusi sessuali Coinvolto un terzo prete
+ Salvatore, ragazzo di strada



Torino, un ex ragazzo di vita: «Don Nino fu il primo ad abusare di me, in parrocchia»
ALBERTO GAINO
TORINO
I carabinieri hanno rintracciato immagini pornografiche nel computer del più giovane dei tre sacerdoti torinesi indagati per violenza sessuale, dopo le accuse contro di loro di Salvatore Costa, 25 anni, ex ragazzo di vita, arrestato due volte per estorsione negli ultimi due mesi e tuttora in carcere. Le immagini scaricate dal portatile di don Nino Fiori suggeriscono un interesse omosessuale che potrebbe supportare, se non il dettaglio delle rivelazioni, almeno la scelta del «ricattatore dei preti» di chiamare in causa il sacerdote.

Costa ha fatto il nome di Fiori solo dopo il secondo arresto, deciso dal gip Emanuela Gai con un’ordinanza durissima: «E’ un ricattatore di professione». Ritrovatosi di fronte al pm Cristina Bianconi, in quei giorni di agosto, Costa fu pesante nei confronti di don Fiori: «Fu lui, quando ero giovanissimo, il primo ad abusare di me nella stanza che occupava in parrocchia, a Moncalieri, dove mi ospitava la notte».

L’avvocato Mauro Ronco, difensore di Fiori, risponde a muso duro: «Il sacerdote ha conosciuto Costa solo in quest’ultimo anno e in ragione delle assai poco commendevoli richieste dell’uomo al canonico Vaudagnotto. L’uno officiava in Duomo, l’altro nella vicina chiesa di San Lorenzo. Del resto, a Moncalieri don Fiori ha operato in un periodo molto successivo a quello indicato da Costa». In serata, rimbalzata in tv la notizia che le tracce di consultazioni di siti pornografici sono state rinvenute nel pc di don Fiori, non è stato più possibile rintracciare il legale.

Costa ricattava da tempo il canonico settantenne Mario Vaudagnotto, cerimoniere della Curia - che gli ha consegnato 30 mila euro - e l’ex economo del liceo salesiano Valsalice, don Luciano Alloisio, poco più giovane. Quest’ultimo fece intervenire i carabinieri in strada all’atto della consegna a Costa degli ultimi 2 mila euro. L’estorsore confessò e uscì di galera in due giorni.

Una volta libero, Costa si offre di ritrattare l’accusa di aver avuto anche da minorenne rapporti sessuali con don Alloisio, in cambio di 30 mila euro. Una telefonata della sua convivente rivela tante cose: «Salvo dice “Io ritratto e però mi devono togliere la cosa di estorsione... io ritratto tutto... e mi faccio lasciare la calunnia, tanto in tre mesi... ma che c... me ne frega, mi danno gli obblighi di firma».

I pm Cristina Bianconi e Manuela Pedrotta ne ottengono il riarresto. I carabinieri raccolgono testimonianze sulla vita da «miserabile» del giovane, che ricorda certi personaggi di Dumas padre: buttato fuori di casa a 14 anni, finito in via Cavalli a prostituirsi, rapine ai trans e ai clienti, la mano tesa nelle parrocchie, finché un certo assistenzialismo-ricattatorio non è diventato lavoro, modus vivendi. Don Franco Martinacci, rettore della chiesa di San Lorenzo, riferisce ai carabinieri: «Ho assistito a minacce di Costa nei confronti di don Vaudagnotto».

L’estorsione, per l’accusa, si consuma in una frase: «Se non mi paghi, svelo i rapporti che hai avuto con me quando avevo 18 anni». Don Vaudagnotto ha riferito ai pm di avergli dato denaro per carità cristiana. La stessa versione di don Alloisio. Che, in una perquisizione a casa sua, ha però rivelato a un carabiniere di aver avuto rapporti con ragazzi di via Cavalli. Non con Costa. E’ comunque credibile il loro accusatore? Uno che, intercettato, dice al telefono, parlando del suo primo avvocato: «Lo mando a fan... all’interrogatorio, faccio finta che m’ha molestato due bambini davanti a me. Lo rovino».

La procura deve cercare riscontri alle dichiarazioni di Costa. Per tre giorni, a fine agosto, l’ha «rispremuto» per sapere dei ricatti ai sacerdoti che «duravano da anni». I pm hanno rintracciato uno dei tre compagni di sventura indicati da Costa come testimoni dei suoi rapporti con i sacerdoti. E il suo ultimo avvocato, Basilio Foti, si è visto respingere l’istanza di arresti domiciliari «perché sono ancora in corso le indagini».

Edited by GalileoGalilei - 7/12/2007, 14:43
 
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view post Posted on 10/5/2008, 14:12
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http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...14conclusa.html

Conclusa la lunga inchiesta tocca a Maddalena decidere
Repubblica — 11 aprile 2008 pagina 7 sezione: TORINO

Ora l' inchiesta sui preti accusati di pedofilia è un grosso faldone sulla scrivania del procuratore capo Marcello Maddalena: spetta a lui l' ultima parola prima di recapitare agli indagati l' avviso di conclusione delle indagini, atto che precede le richieste di rinvio a giudizio. L' estate scorsa il giovane Salvatore Costa era stato arrestato perché ricattava i sacerdoti estorcendo loro denaro e aveva raccontato in procura di essere vittima fin da minorenne delle loro attenzioni sessuali: da alcuni mesi però il ragazzo (assistito dall' avvocato Basilio Foti) è evaso dagli arresti domiciliari, facendo perdere le sue tracce. Al di là del clamore suscitato con le sue pesanti accuse e delle prove raccolte dagli inquirenti, i pm Pietro Forno, Cristina Bianconi e Manuela Pedrotta hanno dovuto valutare le posizioni di don Luciano Alloisio, l' ex economo dell' istituto Val Salice, di monsignor Mario Vaudagnotto, cerimoniere liturgico (l' unico con cui Costa, secondo il suo racconto, non avrebbe avuto rapporti sessuali da minorenne), e di padre Nino Fiori: gli investigatori hanno dovuto fare i conti non solo con la fondatezza delle accuse di Costa, ma anche con l' eventuale prescrizione dei reati. Tutti e tre i preti hanno respinto le accuse (per questo gli avvocati difensori Fulvio e Nicola Gianaria, Mauro Ronco e Luigi Chiappero auspicano l' archiviazione) ma da alcuni interrogatori erano comunque emersi particolari poco consoni al loro abito sacerdotale. Uno dei tre, ad esempio aveva ammesso di aver avuto rapporti con i ragazzi che si prostituivano in via Cavalli, e sul computer di un altro erano emerse delle foto pornografiche. (s. mart.)

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...4monsignor.html

Monsignor Vaudagnotto lascia
Repubblica — 11 aprile 2008 pagina 1 sezione: TORINO

Il cardinale Poletto ha accettato le dimissioni di monsignor Mario Vaudagnotto, il cerimoniere arcivescovile coinvolto nell' inchiesta sui preti pedofili. L' anziano canonico è stato trasferito a Bra e nominato vicerettore del Santuario della Madonna dei fiori. Nei prossimi giorni la Procura dovrà prendere una decisione sulla lunga inchiesta che ha coinvolto tre sacerdoti dopo le accuse di un giovane finito in carcere per estorsione. Il procuratore Maddalena avrà l' ultima parola prima di recapitare l' avviso di chiusura indagini.

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...1/to_010il.html

Il canonico Vaudagnotto lascia
Repubblica — 11 aprile 2008 pagina 7 sezione: TORINO

L' annuncio è pubblicato a pagina due del settimanale La Voce del Popolo nella rubrica «Notizie pastorali». Sotto il titolo «Nomine» si legge che «il canonico Mario Vaudagnotto ha presentato le dimissioni dall' ufficio di cerimoniere arcivescovile e di canonico effettivo del capitolo metropolitano di Torino». Le dimissioni di Vaudagnotto «sono state accettate dal cardinale Arcivescovo il quale, contestualmente, lo ha nominato vicerettore del santuario della Madonna dei fiori in Bra». Don Vaudagnotto era rimasto coinvolto, quest' estate, nell' inchiesta della procura torinese sui preti pedofili nata dalle dichiarazioni di Salvatore Costa, un ricattatore che diceva di utilizzare i suoi rapporti con i sacerdoti per estorcere loro denaro. Il cerimoniere si è sempre difeso sostenendo di aver conosciuto Costa solo dopo che l' estorsore era diventato maggiorenne. La vicenda, che ha coinvolto un secondo sacerdote diocesano, don Nino Fiori, e un salesiano, don Silvano Alloisio, aveva scosso profondamente il mondo cattolico torinese. L' intervento del cardinale, Severino Poletto, aveva sgombrato il campo da possibili ambiguità: la Curia ha subito espresso fiducia nell' azione della magistratura e il cardinale si è detto «turbato ma non piegato» dalla vicenda. Ora, nell' imminenza della chiusura delle indagini, per Vaudagnotto si profilerebbero scarse o nulle conseguenze penali anche se sul piano della morale il suo comportamento non sarebbe certo irreprensibile. La decisione del trasferimento sembra, in fondo, la conseguenza di questa lettura del comportamento degli inquirenti. L' anzianità del sacerdote avrebbe contribuito a spingere verso una soluzione di questo tipo. Tutto da decidere è invece l' atteggiamento che la diocesi assumerà nei confronti di don Nino Fiori e molto dipenderà, nel caso del giovane prete, dalle scelte che compiranno i magistrati. Analogo discorso per l' atteggiamento dei salesiani nei confronti dell' economo di Valsalice don Luciano Alloisio, il primo sacerdote coinvolto nell' inchiesta. A differenza della diocesi, i vertici salesiani avevano scelto, all' epoca delle indagini, la strada della difesa a spada tratta del loro confratello. - PAOLO GRISERI
 
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view post Posted on 28/7/2008, 19:17
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http://espresso.repubblica.it/dettaglio-lo...preti/2035170/6

Salvatore Costa fermato dai carabinieri di Torino mentre chiedeva aiuto al parroco: da gennaio era evaso dagli arresti domiciliari. Ora è in carcere a Grosseto
In trappola a Follonica il ricattatore dei preti
Sarh Martineghi
Ora sarà possibile chiudere l´inchiesta sull´estorsione ai sacerdoti torinesi
Negli ultimi sette mesi ha vissuto tra Liguria e Toscana battendo tutte le chiese «E´ arrivato qui la sera stessa che l´hanno arrestato. Si è presentato come fanno in tanti, dicendo che era un padre disperato e senza soldi, e che aveva bisogno di un posto dove dormire. Noi del resto abbiamo delle strutture ricettive, e lui ha approfittato anche del fatto che era buio. I carabinieri però lo stavano seguendo, e l´hanno subito arrestato».

Don Gregorio Bibik, parroco della chiesa di San Paolo Della Croce a Follonica, in provincia di Grosseto, ha rischiato di essere l´ultima vittima di Salvatore Costa, 26 anni, il ragazzo di strada che aveva gettato nello scandalo di "pretopoli", un anno fa, tre illustri sacerdoti torinesi. Evaso a gennaio dagli arresti domiciliari, il ricattatore era fuggito prima in Liguria e poi in Toscana, battendo chiesa per chiesa tutta la costa, alla ricerca di soldi facili estorti ai religiosi, o con l´elemosina, o vendendo se stesso, ma soprattutto minacciando di gettare nello scandalo sessuale la vittima di turno.

Don Gregorio Bibik è stato fortunato, non ha avuto nemmeno il tempo di cadere in alcuna trappola: i carabinieri del reparto operativo di Torino agli ordini del tenente colonnello Nicola Fozzi, hanno arrestato Costa intorno alla mezzanotte di venerdì. «Nei suoi confronti è stato eseguito l´ordine di misura cautelare per evasione, trattandosi di un aggravamento della sua posizione non necessita di un interrogatorio di garanzia» ha spiegato il suo difensore, l´avvocato Basilio Foti.

Ma nei confronti del latitante, che è in carcere a Grosseto, sono stati raccolti dagli inquirenti nuovi elementi di responsabilità che gli saranno contestati: sarebbero almeno una decina infatti i preti della Liguria e della Toscana ricattati da Costa, che era già accusato di estorsione e truffe per gli episodi torinesi.

Il giovane ricattatore, quando era fuggito il 17 gennaio dagli arresti domiciliari, aveva scelto di continuare a percorrere la strada intrapresa sin da minorenne. Ora però si presentava con false generalità, utilizzando il documento di un torinese, e tirando fuori la solita litania: «Ho bisogno di aiuto, datemi dei soldi». Secondo gli inquirenti era anche nuovamente riuscito ad approfittare delle inclinazioni sessuali di alcuni sacerdoti, cominciando il suo approccio facendo leva sullo spirito caritatevole dei religiosi.

Batteva tutti i paesini della costa, dalla riviera ligure di Ponente a quella di Levante, sino a scendere in Toscana: «come si rendeva conto di essersi "bruciato" con un sacerdote, subito decideva di spostarsi cambiando chiesa, e scegliendo anche luoghi di culto un po´ isolati, piccoli e sperduti» hanno spiegato gli inquirenti.

Con l´arresto di Costa potrà essere presto conclusa l´inchiesta dei pm Cristina Bianconi e Manuela Pedrotta, che era esplosa l´estate scorsa quando erano stati coinvolti, don Luciano Alloisio, ex economo dell´Istituto salesiano Valsalice, don Mario Vaudagnotto cerimoniere della Curia e sacerdote della Chiesa di San Lorenzo, e padre Nino Fiori, in servizio al Duomo. Costa infatti, che era stato arrestato due volte per estorsione, aveva raccontato agli inquirenti di avere avuto rapporti sessuali con loro, in alcuni casi anche da minorenne. Tutti e tre hanno sempre negato ogni accusa. (28 luglio 2008)Torna indietro
 
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goghito
view post Posted on 28/7/2008, 20:47




Che squallore. Possibile che esistano persone che arrivano a pensare di tentare
dei preti, per poi ricattarli, magari senza che questi abbiano fatto nulla?

:(
 
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view post Posted on 29/7/2008, 09:18
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http://www.cronacaqui.it/news--laccusatore...ette_10411.html

Il latitante Salvatore Costa arrestato sabato in Toscana: verrà trasferito a Torino e ascoltato dal magistrato
L’accusatore dei preti in carcere alle Vallette
TORINO 29/07/2008 - Salvatore Costa torna a casa. Il venticinquenne torinese, arrestato sabato a Follonica con l’accusa di tentata estorsione nei confronti di alcuni preti liguri e toscani, potrebbe essere trasferito già in giornata in una cella del carcere delle Vallette. Ad attenderlo ci sarà il sostituto procuratore Cristina Bianconi, che ha intenzione di interrogarlo prima di chiudere l’inchiesta avviata quasi un anno fa dopo le denunce di alcuni sacerdoti torinesi ricattati dallo stesso Costa. Costa, evaso sei mesi dagli arresti domiciliari, ha nominato come proprio difensore l’avvocato Wilmer Perga, che va così ad affiancare il suo vecchio legale, Basilio Foti.

Salvatore Costa era finito in galera negli ultimi giorni del luglio di un anno fa con l’accusa di estorsione. I carabinieri lo avevano arrestato dopo che aveva preteso del denaro da due sacerdoti torinesi, minacciandoli di rivelare le loro abitudini sessuali nel caso in cui non avessero pagato. L’inchiesta giudiziaria è ancora aperta, anche se alla chiusura manca ormai poco. Le dichiarazioni di Costa avevano spinto la magistratura a iscrivere nel registro degli indagati anche i nomi di tre religiosi. I primi due sono le stesse vittime del ricatto: don Luciano Italo Alloisio, 63 anni, ex economo dell’istituto salesiano Valsalice (indagato per istigazione alla prostituzione), e don Mario Vaudagnotto, 70 anni, in servizio alla chiesa di San Lorenzo (per lui c’è la violenza sessuale). Il terzo religioso (indagato per atti sessuali con minorenni) è Nino Fiori, 40 anni, in servizio al Duomo: «Fu lui - aveva fatto mettere a verbale Costa - a iniziarmi al sesso quando avevo appena 14 anni». I tre hanno sempre respinto ogni accusa: Alloisio ha solo detto che in passato frequentò dei giovani (tutti maggiorenni) che si prostituivano in città.

La lista dei preti interessati dall’indagine sarebbe tuttavia più lunga. L’incrocio fra intercettazioni telefoniche e dichiarazioni dei testimoni aveva infatti convinto gli inquirenti che Costa ne avesse ricattati altri a Magenta (nel Milanese), in Puglia e in Liguria. Forse anche in Piemonte. I carabinieri avevano provato a individuarli, così come avevano cercato di rintracciare i ragazzi (indicati da Costa solo con il nome di battesimo) che offrivano prestazioni sessuali a pagamento. Ma ogni sforzo si è rivelato inutile.
 
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Angel81s
view post Posted on 30/7/2008, 14:38




CITAZIONE (Ashmael @ 20/8/2007, 19:59)
Vedi, io credo che Gesù sia veramente esistito, abbia pronunciato il Discorso della Montagna, abbia contestato la gerarchia religiosa del suo tempo e ne sia stato tradito. Io credo, secondo ragione, che Gesù abbia predicato il suo Messaggio di Amore Carità, tolleranza e solidarietà. Altrimenti, perchè si sarebbero dovuti inventare una storia del genere su uno zelota crocifisso!? Hai presente il Rasoio di Occam?

Detto questo, purtroppo la gerarchia cattolica odierna sta ancora tradendo Gesù... :(

quoto in pieno..più che scontato ormai quotare ciò che tutti si rendono conto ;)

"nel mondo avrete tribolazioni ma io ho vinto il mondo"

a chi interessa un messaggio di liberazione! http://vienieseguimi.forumcommunity.net/?t...stpost#lastpost
 
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view post Posted on 19/9/2008, 10:27
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http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...icina-alla.html

Scandalo dei sacerdoti pedofili inchiesta vicina alla conclusione
Repubblica — 18 settembre 2008 pagina 7 sezione: TORINO

SI AVVIA a conclusione l' inchiesta della procura torinese sullo scandalo dei presunti preti pedofili scoppiato la scorsa estate, quando Salvatore Costa, un ragazzo di strada ora detenuto nel carcere di Grosseto con l' accusa di estorsione, disse di utilizzare i suoi rapporti sessuali con tre sacerdoti torinesi - padre Nino Fiori, don Luciano Alloisio e padre Mario Vaudagnotto - per estorcere loro denaro. Tra due settimane, i pubblici ministeri titolari dell' inchiesta, Cristina Bianconi e Manuela Pedrotta, dovrebbero chiudere le indagini e chiedere al Gip il rinvio a giudizio per gli indagati o l' archiviazione. «Ho parlato con i pm e mi hanno detto che tra una quindicina di giorni chiuderanno l' inchiesta», dice Mauro Ronco, avvocato difensore di Nino Fiori, che spera per il suo assistito «una richiesta di archiviazione». Interrogato dai pm, padre Nino ha sempre ribadito la sua innocenza, negando di aver avuto rapporti sessuali con il suo accusatore. Salvatore Costa, infatti, lo accusa di aver abusato di lui ancora minorenne, nel 1997, quando Fiori era sacerdote presso la chiesa di Moncalieri, prima di essere trasferito al Duomo di Torino. Ma le accuse del giovane sono sempre state respinte anche dagli altri due sacerdoti coinvolti nell' inchiesta, don Luciano Alloisio, ex economo dell' Istituto Valsalice, l' uomo che ha fatto arrestare Costa accusandolo di estorsione e che ora «ha accettato un altro incarico», dice il suo avvocato, Nicola Gianaria, e padre Mario Vaudagnotto, che ad aprile di quest' anno ha lasciato il posto di cerimoniere arcivescovile ed è stato nominato vicerettore del santuario della Madonna dei Fiori di Bra. Costa aveva raccontato agli inquirenti di aver avuto rapporti sessuali con i tre sacerdoti, in alcuni casi anche da minorenne, in cambio di denaro. A gennaio di quest' anno, il giovane ricattatore era fuggito dagli arresti domiciliari e si era diretto prima in Toscana e poi in Liguria, battendo chiesa per chiesa tutta la costa, alla ricerca di altri preti a cui estorcere denaro, con l' elemosina o vendendo se stesso. Si presentava con false generalità, utilizzando i documenti di un torinese e, secondo gli inquirenti, puntava ad approfittare delle inclinazioni sessuali di alcuni preti per ottenere del denaro, minacciandoli poi di coinvolgerli in uno scandalo sessuale. A luglio, grazie alla segnalazione di Gregorio Bibik, parroco della chiesa di San Pablo della Croce di Follonica, in provincia di Grosseto, Costa è stato intercettato dai carabinieri e arrestato. Ora si trova nel carcere della città toscana. L' inchiesta della procura torinese è a un passo dalla conclusione. I preti coinvolti hanno sempre negato ogni accusa, ma bisognerà attendere ancora qualche giorno prima di capire se lo scandalo che ha scosso profondamente il mondo cattolico torinese potrà finire in archivio o se sarà necessario il processo per accertare la verità. - GABRIELLA COLARUSSO


 
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'Pedofilia, archiviate le accuse ai preti'
Repubblica — 30 settembre 2008 pagina 9 sezione: TORINO

Si chiude con una richiesta di archiviazione l' indagine sui preti accusati di pedofilia: dopo oltre un anno di accertamenti la procura ha deciso di «salvare» i tre sacerdoti accusati da Salvatore Costa di aver intrattenuto con lui rapporti sessuali, mentre per il giovane ricattatore si profila un processo per il reato di estorsione, ma non per quello di calunnia. Sarà però il giudice per le indagini preliminari ad avere l' ultima parola. Dovrà decidere se accogliere la richiesta delle due pm, Manuela Pedrotta e Cristina Bianconi, oppure se ordinare ulteriori indagini. La procura mantiene il riserbo più assoluto. E anzi, il procuratore capo Marcello Maddalena che si occupa personalmente di controfirmare la chiusura indagini, che a giorni sarà notificata ai legali, smentisce così: «Posso assicurare che non è ancora stata scritta una riga della richiesta di rinvio a giudizio. Non lo abbiamo fatto per la semplice ragione che stiamo aspettando un paio di accertamenti. Quando questi accertamenti arriveranno, si farà quel che si deve fare. Ma per ora è solo aria che vola». Lo scandalo che l' estate scorsa aveva coinvolto l' ex economo dell' istituto Valsalice don Luciano Alloisio, il cerimoniere liturgico Mario Vaudagnotto e padre Nino Fiori in servizio al Duomo, potrebbe dunque finire con una decisione salomonica. Da un lato infatti al ricattatore (che, quando era stato arrestato, aveva raccontato di aver subìto rapporti sessuali anche quando era minorenne) non viene contestato il reato di calunnia (il che significherebbe che non sono state raccolte prove che abbia mentito). Dall' altro però, se la richiesta di archiviazione nei loro confronti sarà accolta, cadranno le accuse di violenza sessuale mosse nei confronti dei sacerdoti. «è una questione tecnica giuridica complicata, dettata soprattutto da fattori temporali» hanno spiegato gli inquirenti. Costa, infatti, la prima volta che era stato arrestato era finito in manette proprio mentre riceveva una busta di denaro da don Alloisio, frutto di un ricatto che durava da anni, e durante l' udienza di convalida aveva sostenuto che con alcuni sacerdoti aveva avuto rapporti sessuali anche quando era minorenne. In particolare, secondo la sua accusa, anche con padre Nino Fiori, nel 1997, quando era sacerdote presso la chiesa di Moncalieri. Dichiarazioni pesantissime, dunque, che, per quanto tenacemente smentite dai sacerdoti, anche se fossero state accertate come vere, sarebbero state ormai troppo datate per essere eventualmente contestate in giudizio. Gli avvocati difensori dei sacerdoti, Fulvio e Nicola Gianaria, Mauro Ronco e Luigi Chiappero, hanno ribadito ancora una volta l' innocenza dei loro assistiti, gettati nello scandalo dalla parola di un ragazzo di strada, che a gennaio era per giunta scappato dagli arresti domiciliari ed era stato nuovamente arrestato in Toscana, mentre aveva ricominciato a fare il giro delle chiese ricattando altri sacerdoti. Costa, difeso dagli avvocati Basilio Foti e Wilmer Perga, aveva raccontato in procura che l' unico sacerdote con cui non aveva avuto rapporti quando era minorenne era padre Mario Vaudagnotto, che ora ha lasciato l' incarico di cerimoniere arcivescovile ed è stato nominato vicerettore del santuario della madonna dei Fiori di Bra. - SARAH MARTINENGHI

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11-10-2008, STAMPA, TORINO, pag.59

Sezione: Cronaca di Torino
Autore: GAINO ALBERTO

''Il cardinale sapeva dei ricatti sessuali'' Un teste: ''Ordino' a don Mario di non pagare piu'''

Dopo il secondo arresto di Salvatore Costa per estorsione nei confronti di sacerdoti, il primo agosto 2007 don Franco Martinacci, rettore della Chiesa di San Lorenzo, fu convocato in procura quale testimone dei ricatti al canonico Mario Vaudagnotto. E racconto' ai pm di essere stato mandato a chiamare dal cardinale Severino Poletto: «Fu un anno e mezzo fa. Mi disse che si sarebbe fatto promettere da don Mario di non elargire piu' nulla a chiunque, ed anche al Costa Salvatore, il cui nome gli era gia' noto. Sapeva che ricattava don Mario». Primi mesi del 2006, molto prima che il caso scoppiasse sui giornali. Il procuratore Marcello Maddalena e i pm Cristina Bianconi e Manuela Pedrotta sapevano gia' che da quel periodo il «ricattore di professione» Costa - ragazzo perduto, sbattuto fuori di casa una prima volta a 12 anni, vissuto a lungo in strada, arrangiatosi vendendo se stesso in via Cavalli o impietosendo decine di religiosi - aveva cambiato bersaglio per i suoi ricatti. Minacciava l'economo di Valsalice ed ex presidente della Fondazione Fratelli Dimenticati, don Luciano Alloisio. Con quest'ultimo non e' durata molto: dopo avergli dato 7-8 mila euro, il religioso capisce che non se ne liberera' e lo denuncia ai carabinieri. Il resto e' noto. Don Alloisio ammette di aver frequentato via Cavalli e di aver avuto rapporti con alcuni giovani che la' si prostituivano. «Pero' non con Costa, che era venuto nella sede della fondazione: gli diedi somme di denaro per pieta'. In via Cavalli chiedevo sempre: ''Hai almeno vent'anni?''». Costa si contraddice sulla cronologia dei presunti rapporti sessuali con il SACERDOTE, fa altrettanto con don Nino Fiori: diventa dubbio che, oltre che consenziente, non fosse piu' minorenne ai tempi di eventuali loro incontri. Si intuisce perche' la procura potrebbe chiedere a giorni l'archiviazione dell'accusa di violenza sessuale nei confronti dei tre sacerdoti, e di un quarto chiamato in causa da un compagno di strada di Costa in quei giorni. Lo auspicano i loro legali: Nicola Gianaria, Luigi Chiappero, Mauro Ronco, Massimo Strumia. Semmai, don Fiori potrebbe rispondere di detenzione di immagini pedopornografiche. Intercettato al telefono mentre raccomandava alla sorella di far sparire da casa il pc, attiro' l'attenzione dei carabinieri: rapida perquisizione, sequestro del computer, saltarono fuori le tracce di immagini di giovanetti che non erano quelli di «Estate ragazzi». Dal carcere Costa riversa tutto il male possibile sui sacerdoti. Ma non su don Vaudagnotto: «L'ho conosciuto da ragazzino, pero' le prime avance me le fece quando avevo ormai 18 anni. Abbracci, baci». O poco di piu'. In compenso Costa finira' per svenarlo approfittando della fragilita' dell'allora cerimoniere vescovile. Gli sfila nel tempo 30 mila euro. Vaudagnotto ne ammette «15 mila, e piu'». A colpi di 400-500 euro per volta. Il religioso ha uno stipendio di 1200 euro, ricorre sistematicamente a prestiti di altri sacerdoti. Don Giancarlo Garbiglia, parroco del Duomo, riferisce ai pm: «Era voce ricorrente in ambito sacerdotale che...» don Mario venisse ricattato da Costa. Lo viene a sapere il cardinale che convoca don Mario e si fa promettere da lui di non dare nemmeno un «bottone» a chicchessia. Costa lo bracca fuori della chiesa di San Lorenzo. Alcuni religiosi lo scortano da chiesa a chiesa. Il cardinale lo invia per due mesi al Santuario di Sant'Ignazio di Lanzo. Vaudagnotto scrive una lettera alla convivente di Costa e madre di due bimbi (altre vittime): «Per ordine del cardinale non potro' darvi nuove somme di denaro. In caso di necessita' dovrete rivolgervi al rettore di San Lorenzo». Don Martinacci: «Pur non piacendomi la cosa sottoscrissi la lettera». Con i pm Vaudagnotto da' atto della carita' cristiana del cardinale: «Mi diede 5 mila euro per saldare i debiti con i confratelli». Da mesi e' stato allontanato da Torino. Anche Costa e' via, in carcere a Grosseto, e spera che i suoi avvocati, Basilio Foti e Wilmer Perga, lo traggano di impiccio.



Edited by GalileoGalilei - 10/12/2008, 16:53
 
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Al centro della vicenda le estorsioni ai danni di due religiosi
«Ricattò i preti, va condannato»
Per Costa chiesti 4 anni e mezzo
TORINO 06/02/2009 - Il ricattatore di sacerdoti rischia grosso: fino a 4 anni e mezzo di carcere per estorsione. La pena è quella richiesta ieri mattina dai pubblici ministeri Cristina Bianconi e Manuela Pedrotta al termine della requisitoria nel processo su una serie di estorsioni ai danni di due religiosi torinesi. Lui, l’estorsore, si chiama Salvatore Costa e ha 25 anni. È assistito dall’avvocato Vittorio Pesavento, che per il proprio cliente ha presentato al giudice Vincenzo Bevilacqua istanza di revoca o sostituzione della misura della custodia cautelare in carcere. Costa è attualmente detenuto nel carcere di Ivrea, la decisione del gup potrebbe arrivare nelle prossime ore. La sentenza del processo, invece, è attesa per il 24 marzo.

Salvatore Costa era finito in galera negli ultimi giorni del luglio di due anni fa con l’accusa di estorsione. I carabinieri lo avevano arrestato perché aveva preteso denaro da due sacerdoti torinesi e li aveva poi minacciati di rivelare le loro abitudini sessuali nel caso in cui non avessero pagato. Le dichiarazioni di Costa avevano spinto la magistratura a iscrivere nel registro degli indagati anche i nomi dei religiosi. Tre nomi in tutto. I primi due appartenevano alle vittime del ricatto: don Luciano Italo Alloisio, 63 anni, ex economo dell’istituto salesiano Valsalice (indagato per istigazione alla prostituzione), e don Mario Vaudagnotto, 70 anni, in servizio alla chiesa di San Lorenzo (a lui venne contestata la violenza sessuale). Il terzo nome era quello di don Nino Fiori, 40 anni, in servizio al Duomo (indagato per atti sessuali con minorenni): «Fu lui - aveva fatto mettere a verbale Costa - a iniziarmi al sesso quando avevo soltanto 14 anni». I tre hanno sempre respinto ogni accusa: il solo Alloisio ha raccontato che in passato aveva frequentato alcuni giovani (tutti maggiorenni) che si prostituivano in città. La magistratura torinese ha creduto alle versioni fornite dai tre religiosi e un paio di mesi fa ha chiesto l’archiviazione del fascicolo d’inchiesta aperto nei loro confronti.

È invece proseguita l’indagine avviata nei confronti di Costa, il grande accusatore dei preti. Per lui la Procura ha chiesto dapprima il rinvio a giudizio, poi ieri mattina una condanna alla pena di 4 anni e sei mesi di reclusione. «La vera vittima sono io - ha provato a spiegare Costa in aula, durante l’udienza che ha aperto il processo, lo scorso 17 dicembre -, ora chiedo il giudizio abbreviato non come scappatoia, ma perché ho intenzione di chiudere in fretta questa storia. Sono ancora turbato da quanto è accaduto in passato».
Dopo l’arresto del luglio 2007, Costa aveva ottenuto la misura dei domiciliari qualche mese più tardi, nel novembre dello stesso anno. Nel gennaio 2008, poi, la fuga dai domiciliari e la lunga latitanza, interrotta da un nuovo arresto, questa volta avvenuto alla fine dello scorso mese di luglio. Nei prossimi giorni, se il gup accoglierà la richiesta del suo difensore, Costa potrebbe di nuovo lasciare il carcere.

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25-03-2009, STAMPA, TORINO, pag.59

Sezione: Cronaca di Torino
Autore: LONGO GRAZIA
LA SENTENZA 3 ANNI E 8 MESI DI RECLUSIONE AL RAGAZZO CHE ACCUSAVA I SACERDOTI DI VIOLENZE ''Costa ricattava i preti'' Condannato, ma e' fuggito Era agli arresti domiciliari a Ivrea, ora e' irreperibile
GRAZIA LONGO Condannato. Salvatore Costa, 27 anni, nel 2007 aveva ricattato tre sacerdoti, pretendendo denaro in cambio del silenzio sulle loro abitudini sessuali, e ora dovra' scontare 3 anni e otto mesi di reclusione. Peccato pero' sia latitante. Sparito nel nulla. Fuggito dagli arresti domiciliari. Che, ironia della sorte, gli erano stati concessi in una parrocchia nei pressi di Ivrea. «In realta' il prete che lo aveva accolto gli era stato di grande aiuto - commenta il legale di Costa, l'avvocato Vittorio Pesavento -, gli aveva addirittura dato una mano a trovare un lavoro come camionista. Un gesto di carita' cristiana favorito anche dalla sensibilita' del cappellano e degli assistenti sociali del carcere di Ivrea. Non riesco proprio a capire che cosa abbia spinto il mio cliente a scappare dopo un mese e mezzo di domiciliari». Il difensore non nasconde il suo rammarico ne' «l'amarezza per un'azione insensata che gli costera' una denuncia per evasione e almeno 3-4 mesi in piu' di condanna». Non e' la prima volta, del resto, che Salvatore Costa si da' alla latitanza. Lo aveva gia' fatto una volta allontanandosi dalla casa della convivente, dalla quale aveva avuto due figli. «Litigavano di continuo, ma ora nella parrocchia si trovava bene - sottolinea l'avvocato Pesavento -, me l'aveva detto lui stesso una settimana fa. Era contento per l'opportunita' professionale che gli era stata offerta. Io stavo per richiedere l'autorizzazione al giudice per consentirgli di uscire e recarsi al lavoro, ma adesso tutto si complica». La sentenza di condanna, emessa ieri mattina dal giudice Salvatore Bevilacqua, (Cristina Bianconi e Manuela Pedrotta i pm che hanno seguito il caso) arriva dopo un anno di detenzione nel carcere di Ivrea, i recenti domiciliari ed una lunga vita di difficolta' e disagi: ragazzino di 14 anni, «sbattuto fuori di casa con la febbre», il PADRE con una nuova famiglia, la madre sola e priva di risorse, il marciapiede come unico destino. Una vita di sacrifici e privazioni, ma anche di tante bugie e contraddizioni: le accuse di Costa, che frequentava gli ambienti delle chiese fin da giovanissimo, erano costate a un paio di preti addirittura l'iscrizione nel registro degli indagati per alcune ipotesi di reato poi archiviate. «E dire che mi aveva confidato di essere felice dell'occasione di riscatto - prosegue il difensore di Costa - si era definito ''fortunato'' per poter dare una svolta alla sua vita. La condanna di oggi (ieri per chi legge, ndr) non e' neppure tanto elevata, se si considera che per estorsione si possono beccare anche 5 anni. Questa fuga proprio non ci voleva».
 
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Morto don Mario Vaudagnotto
Mancato giovedì 28 dicembre 2017; funerale sabato 30 alla Consolata
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Il can. Mario Vaudagnotto è deceduto giovedì 28 dicembre 2017 alla Casa del Clero di Torino. Era nato a Caselle T.se il 3 luglio 1937 ed era stato ordinato il 29 giugno 1961.

Santo Rosario venerdì 29 dicembre: alle ore 16 presso la Casa del Clero in c. Benedetto Croce 20 a Torino e alle ore 18.30 alla parrocchia S. Maria e S. Giovanni Evangelista a Caselle Torinese (via Torino 13).

Esequie sabato 30 dicembre alle 9 presso il Santuario della Consolata a Torino; presiede l’Arcivescovo.

La comunità cristiana è invitata a unirsi nella preghiera di fraterno suffragio.
 
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