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Don Salerno e i sacchi neri di cibo saccheggiati in ospedale, Ad ogni prete una cappella. Nell'ospedale di Gela sparivano tonnellate di alimenti dei malati

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view post Posted on 6/7/2023, 10:16

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Ad ogni prete una cappella. A quella dell'ospedale di Gela sparivano tonnellate di alimenti dei malati

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https://milocca.wordpress.com/2021/04/12/l...market-di-gela/

L’Hospital Market di Gela
12 aprile 2021 di falletta68

E la cucina dell’ospedale diventò un market da saccheggiare e danneggiare a piacimento. Accusati di furto medici, infermieri, dipendenti e il cappellano.
Laura Mendola

g1All’ospedale “Vittorio Emanuele” di Gela era tutto un “Magna magna” e, nel tempo, la cucina è stata trasformata in un “supermarket” dove prelevare derrate, cancelleria ed anche macchinari sanitari.

È quanto hanno accertato i Carabinieri del Reparto territoriale di Gela, guidato dal tenente colonnello Ivan Borracchia, e dal nucleo operativo diretto dal tenente Danilo Landolfi con il coordinamento della Procura di Gela diretta da Fernando Asaro.

Il sostituto Ubaldo Leo ha chiuso le indagini per furto a carico di 36 persone, tra dipendenti delle società Europea servizi ambientali srl e Nuova idea, ma anche medici, infermieri ed ausiliari del presidio ospedaliero, oltre ai congiunti di alcuni addetti alla cucina.

Un sistema fraudolento emerso nel 2019 quando i militari hanno installato delle telecamere all’interno e all’uscita della cucina ed hanno anche arrestato, in flagranza, Emanuele Maganuco e Salvatore Riccelli, rispettivamente di 43 e 55 anni (che hanno patteggiato la condanna e sono indagati a piede libero nell’ambito di quest’ultima indagine). Dalle verifiche è emerso che ogni giorno c’era una spesa superiore di 300 euro rispetto al normale.

«Se ne è accorto anche il direttore generale – afferma un dirigente dell’Asp al presidio ospedaliero – a Caltanissetta hanno cento persone in più e spendono quanto spendiamo noi. Cioè questo è un dato proprio eclatante. I dati sono questi, insomma sono inconfutabili…», avrebbe detto una dirigente del presidio ospedaliero gelese.

Le trentasei persone per le quali adesso la Procura chiede il rinvio a giudizio si sono resi responsabili dei furti in ospedali compresi i danneggiamenti alle macchinette degli snack tant’è che la società concessionaria ha dovuto installare delle staffe per evitare il ripetersi della situazione.

g3Durante i due mesi di indagine i carabinieri hanno registrato oltre 500 furti. Del sistema fraudolento nella cucina dell’ospedale ne erano a conoscenza anche i congiunti dei dipendenti che telefonavano per chiedere «mozzarelle, petto di pollo…». E quando c’era qualcosa di gustoso il pensiero andava anche alla cagnolina «che stasera mangerà un po’ di buona carne…».

I presunti ladri, tra questi anche il cappellano don Filippo Salerno, avrebbero utilizzato dei sacchi di plastica neri per non far notare cosa portavano a casa. Secondo gli accertamenti il sacerdote avrebbe utilizzato un contenitore personale in cui far sistemare il cibo e, dopo i 2 arresti, avrebbe chiesto che il cibo gli venisse fornito direttamente in sacrestia. Un servizio in camera, insomma, per evitare di finire nei guai giudiziari. Ma già le telecamere avevano registrato tutto.

E chi osava richiamare i cuochi e gli addetti alla cucina avrebbe anche subito dei danneggiamenti che non sono stati denunciati alle forze di polizia.

Dall’indagine è emerso anche che sei indagati urinavano all’interno della cucina ospedaliera, tra le griglie per la raccolta dell’acqua, nascondendosi all’interno di un frigo per la conservazione dell’ortofrutta.

In due mesi il danno è stato quantificato in 24 mila euro ed ora il manager dell’Asp di Caltanissetta, Alessandro Caltagirone, attende la fissazione dell’udienza preliminare per costituirsi parte civile contro le 36 persone che avrebbero creato un danno economico all’azienda.

Quella sui furti in ospedale è la seconda indagine dei Carabinieri che stanno lavorando anche a presunti casi di assenteismo che si sarebbero registrati in corsia prima dell’arrivo della pandemia.

I legali che assistono il prete indagato tengono a precisare che “ha chiarito la sua posizione davanti ai giudici del tribunale del riesame di Caltanissetta che ne hanno tenuto conto”. “Al sacerdote – spiegano – non vengono contestati episodi di furti. Fu autorizzato dai dirigenti dell’ospedale a consumare i pasti nella mensa della struttura. Non c’è una sola immagine che lo ritrae in situazioni anomale o che possano far pensare a furti. In quasi quaranta anni di sacerdozio, si è sempre dedicato ai più bisognosi ed è conosciuto in città come una persona perbene”.

www.quotidianodigela.it/furti-in-o...espinge-accuse/
Furti in ospedale, per cinque imputati atti restituiti al pm: difesa sacerdote respinge accuse
Di Rosario Cauchi -5 Luglio 2023

Gela. Gli atti vengono restituiti al pubblico ministero. L’ha deciso il gup Roberto Riggio per cinque imputati che vennero coinvolti nella vasta indagine su presunti furti all’ospedale “Vittorio Emanuele”. L’attenzione si concentrò sulle consumazioni della mensa e delle relative derrate alimentari. Diversi imputati hanno definito le loro posizioni con patteggiamenti e messe alla prova. Quattro sono stati prosciolti per “tenuità del fatto”. Rispetto invece alle contestazioni mosse a Liborio Bongiovanni, Rocco Neri, Salvatore Perticone, Salvatore Pizzo e al parroco don Filippo Salerno, il gup ha trasmesso gli atti al pm, chiedendo che venga riformulato il capo di accusa. Per i quattro cuochi, il giudice esclude la sussistenza dell’ipotesi di peculato. Si tratterebbe invece di furto aggravato. Lo stesso vale, rispetto alla modifica dell’accusa, per il parroco, che all’epoca dell’inchiesta era cappellano del nosocomio “Vittorio Emanuele”. La procura non ha ritenuto di dover modificare la contestazione nel corso dell’udienza preliminare e così il giudice ha restituito gli atti, motivando la decisione. Tutti gli imputati respingono le ipotesi mosse nei loro confronti dai pm.

Fin dalla fase di indagine, la difesa di don Salerno ha rigettato qualsiasi addebito di furto. E’ sempre stato spiegato che il cappellano era stato autorizzato a consumare i pasti nella struttura. Per il legale Filippo Incarbone, che assiste il sacerdote, non sono mai sussisti gli estremi per ritenere che ci siano state, nel tempo, condotte illecite. Nessuno de cinque imputati ha optato per riti alternativi. Nell’intero procedimento, Asp è parte civile, con l’avvocato Patrizia Comandatore.
 
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