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Per il divorzio breve, Quando la legge sequestra le nostre vite

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GalileoGalilei
view post Posted on 3/2/2012, 11:05 by: GalileoGalilei
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3/02/2012
Divorzio breve, riparte il cammino parlamentare
Coppie in crisi. Cresce, in Italia, il nuemro di divorzi

Coppie in crisi. Cresce, in Italia, il nuemro di divorzi
Il 7 febbraio scade il termine per presentare gli emendamenti. La proposta prevede di ridurre i tempi per separarsi da tre anni a uno
giuseppe brienza
ROMA







Sovrastato negli scorsi mesi da altre priorità politico-parlamentari, il dibattito sull’introduzione del “divorzio breve” in Italia, vale a dire della riduzione dei tempi di durata della separazione da tre a un anno, necessaria prima di ottenere il divorzio, è ripreso il 18 gennaio scorso, con l’adozione del testo base da parte della Commissione Giustizia della Camera dei deputati e la fissazione del termine per la presentazione degli emendamenti al 7 febbraio 2012.





Il testo unificato del relatore Maurizio Paniz (Pdl), presentato il 13 aprile 2010 con il titolo di “Disposizioni in materia di separazione giudiziale tra i coniugi” (C. 749 Paniz, C. 1556 De Angelis e C. 2325 Amici), oltre alla riduzione del tempo originariamente previsto dalla legge per ponderare bene una scelta dalle conseguenze sociali così dirompenti, che da un anno può comunque salire sino a due anni quando la coppia che intenda dividersi abbia figli minorenni, interviene anche sul fronte degli effetti patrimoniali stabilendo che, nel caso di separazione personale, il regime di comunione tra i coniugi si sciolga nel momento stesso in cui, in sede di udienza presidenziale, il presidente del tribunale autorizzi i coniugi a vivere separati. Tale modifica mira ad evitare la situazione a volte paradossale in cui si trovano i coniugi che hanno ormai dimostrato una ferma volontà di separarsi ma che, stando alla normativa vigente, devono invece mantenere la comunione dei beni.





Raccogliendo il “divorzio breve” consensi e critiche in tutti gli schieramenti politici, è probabile che il Governo Monti eviti di prendere posizione sul testo di legge in discussione, rendendo così possibili maggioranze trasversali a favore o contro la sua approvazione. In realtà già nel 2003 un provvedimento simile fu discusso nel Parlamento italiano, ma fu bocciato soprattutto a motivo dell’opposizione dell’associazionismo familiare e di gran parte del mondo cattolico, contrari a visioni ed impostazioni che banalizzano l’esperienza matrimoniale e rendono ancora più difficile la tutela giuridica della stabilità matrimoniale. Il “divorzio breve” (o “espresso”) è stato successivamente introdotto, nel 2005, in Spagna, grazie all’impegno del Governo Zapatero, con il risultato, contestato in una recente intervista dal presidente della sede spagnola dell’“Istituto di politica familiare” Eduardo Hertfelder, che “in appena cinque anni ha raddoppiato il numero dei divorzi in Spagna, passati da 50.000 a 100.000”. La legge spagnola ha in realtà introdotto la possibilità di divorziare unilateralmente, senza alcun motivo e in modo immediato, “di fatto legalizzando il ripudio”, come denunciato da Hertfelder, ma la proposta Paniz ad avviso di molti incamminerebbe il nostro Paese verso quella direzione.



Maggiormente impegnati, rispettivamente a favore e contro, l’introduzione del “divorzio breve” sono attualmente l’UAAR, l’“Unione Atei Agnostici Razionalisti” ed il “Forum delle associazioni familiari” che, nel 2003, espresse la propria soddisfazione per la bocciatura della proposta di legge che avrebbe voluto ridurre il periodo di separazione necessario ad ottenere il divorzio, auspicando piuttosto un progetto per rilanciare l’istituto del matrimonio sul quale, come afferma la Costituzione, si fonda la famiglia.





Il progressivo aumento di divorzi e separazioni nel nostro Paese del resto già provoca, secondo dati recentemente forniti dall'Ami, l’“Associazione degli avvocati matrimonialisti italiani”, un “esercito” di genitori ex mariti che, con la fine del matrimonio, perdono un tetto e spesso anche i figli e il lavoro. Infatti, come riportato dall’“Agenzia Dire Minori” “su 4 milioni di papà separati, 800mila sono sulla soglia di povertà: di questi 50mila vivono a Milano, 90mila a Roma” (Padri separati. 4 milioni in Italia: 800mila poveri, 25 gennaio 2011).

http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage...divorcio-12274/
 
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