Laici Libertari Anticlericali Forum

Cazzate a Volontè

« Older   Newer »
  Share  
GalileoGalilei
view post Posted on 17/7/2007, 19:50 by: GalileoGalilei
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,949

Status:




http://www.noipress.it/attualita/Dettaglio...sp?ID_News=4648


image


Libertà religiosa, Volonté: “Ma il Paese non ha bisogno di un’azione di forza sulla Costituzione”
L’intervento del Capogruppo Udc alla Camera, On. Luca Volonté, pubblicato oggi su QN.
Rischia di trasformarsi in un pericoloso boomerang con conseguenze negative per il Paese di cui non se ne sente proprio il bisogno, il tentativo del Governo di regolamentare la libertà religiosa e le confessioni.
Il disegno di legge partorito dall’Esecutivo è affetto da patologie gravi tali da richiedere una riflessione seria e tempestiva prima che si giunga a una normativa ‘passepartout’ per realtà confessionali e sette d’ogni genere. Destano infatti molte perplessità lo “squilibrio giuridico” e la “miopia politica” presenti nel testo base.

I dubbi di costituzionalità sono numerosi, a partire dai principi ispiratori del ddl stesso e, se il buon giorno si vede dal mattino, un legislatore di buon senso mette piede sul freno prima dell’urto.
Del resto, a margine dell’audizione di ieri in Commissione Affari Costituzionali della Camera, lo stesso segretario generale della Cei, monsignor Giuseppe Betori, non ha esitato a esprimere “sorpresa e preoccupazione” per l'introduzione del principio della laicità come fondamento della legge sulla libertà religiosa nel nuovo testo base del provvedimento sulla libertà religiosa.

Premesso che ha sorpreso anche me constatare l’assenza, durante l’audizione, dei cattolici dell’Unione, quello della laicità è un principio di recente acquisizione giurisprudenziale, non ancora acquisito a livello costituzionale e di legge ordinaria.
Ecco perché appare quanto mai forzata e singolare la sua introduzione in una legge, quando secondo l'insegnamento della Costituzione è il diritto alla libertà religiosa che concorre a strutturare il principio di laicità.
Per esempio: sostenere che le norme costituzionali sui diritti di libertà necessitino di un'attuazione legislativa (quando invece esse godono già di recettività immediata) è già indice di una interpretazione distorta della realtà del dettato costituzionale sin dal suo esordio.
Se poi si giunge perfino a “fondare” il diritto di libertà religiosa sul principio di laicità dello Stato la conseguenza sarebbe addirittura quella di far dipendere la prima dalla seconda, come se la laicità in qualche modo rappresentarne un valido sinonimo. Invece, sappiamo bene che la Corte Costituzionale lo ha già spiegato chiaro e tondo: la libertà religiosa “concorre a strutturare il principio di laicità”.

In tema di abbigliamento religioso, l’articolo 2 stabilisce che esso debba “consentire l'identificazione della persona".
Peccato, però, che ometta indicazioni fondamentali come luogo e tempo. Risultato?
Che anche nel bagno di casa non ci si potrebbe vestire secondo quanto previsto dalla propria religione. La conseguenza è paradossale: dai e dai, con questa “libertà” assoluta, incondizionata e a 360 gradi si finisce per essere schiavi anche delle libertà più scontate.
Articolo 3: "Nessuno può essere sottoposto a discriminazioni, distinzioni, esclusioni, restrizioni o preferenze fondate su motivi di ordine religioso”. Sacrosanto. Ma se a ciò si aggiunge anche “nei rapporti giuridici tra privati”, l’epilogo paradossale è servito, ossia il divieto di poter verificare le convinzioni religiose del docente impiegato in scuole o università private, anche confessionali.
Altra autentica “primizia”, quella del “matrimonio paraconcordatario” previsto dall’articolo 30, attribuito a ogni e qualsivoglia confessione, anche quelle che non hanno concluso intese con lo Stato. La regola generalizzata diverrebbe, quindi, quella del “matrimonio religioso con effetti civili”.

Pure quando si assicura alle confessioni “spazi adeguati di trasmissione a garanzia della loro eguale libertà” si commette un errore concettuale: bella e doverosa la libertà di andare in video, a patto che messa in relazione con la consistenza numerica della singola confessione nel Paese.
Uguale libertà delle religioni non può significare medesima attribuzione dei poteri di cui godere.
Come si fa, mi chiedo, a elargire a tutti, indistintamente, celandosi dietro una finta tolleranza e buonismo, e non prevedere invece nessuna forma di raccordo con le rappresentanze delle singole confessioni, tenendo conto dei differenti statuti e delle diverse regole di ogni gruppo? Insomma, la ratio di fondo sembra essere quello della serie “libertà fa rima con laicità”.
Il che è vero solo per il fatto di avere la “a” accentata, ma di certo non nel loro ben più profondo significato. In definitiva, questo ddl è un’accozzaglia impresentabile di provvedimenti pro-estremisti. E non sono solo io, da cristiano, a dirlo: Souad Sbai, che rappresenta le donne marocchine e l'Islam moderato, tifa perché il nuovo progetto non passi perché, secondo lei, “dà la possibilità agli estremisti di regolarizzare le proprie usanze, spesso in contrasto con il rispetto dei diritti delle donne”.
E se lo dice una islamica, che qualche settimana fa era a Brescia per tentare di costituirsi parte civile contro gli assassini di Hina, c’è solo da darle ascolto.

Edited by GalileoGalilei - 17/9/2007, 22:55
 
Web  Top
5 replies since 29/6/2007, 22:00   1019 views
  Share